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Autore: Koa__    12/03/2023    3 recensioni
Harry e Draco sono alle prese con l’organizzazione del matrimonio e tutto sembra procedere per il meglio. Nonostante il lavoro assorba la maggior parte delle energie del suo futuro marito, con l’aiuto di sua madre Narcissa, Draco riesce a mettere in piedi una festa di fidanzamento di tutto rispetto ed è proprio allora che la storia ha inizio. All’imponente ed elegante party è presente tutto il mondo magico, ma tra professori di Hogwarts che si ubriacano ed ex Serpeverde che lo prendono bonariamente in giro, un piccolo incidente sembra voler minare la felicità dei promessi sposi. “Tutto sommato”, osserva Draco a festa conclusa, lui e Harry ne sono usciti indenni. O così credono. Ciò che non possono neanche lontanamente immaginare è che qualcuno trama nell’ombra.
Sequel di: “Un matrimonio da sogno (o quasi)” e “Say yes to the dress!”
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Wedding Disaster'
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Note introduttive: Attenzione, linguaggio scurrile e uso di alcolici.





 

Non ci si stravacca nella dimora di un principino




 

Draco si districa tra gli impegni del giorno con una discreta maestria. Anzitutto riesce a uscire indenne dal pranzo con sua madre, il che di per sé dovrebbe essere considerata una cosa eccezionale. Narcissa non lo risparmia affatto e, nonostante il suo recupero fisico e mentale non sia ancora completo, pretende di sapere ogni dettaglio sui mesi di preparativi che si è persa. Il suo volerlo fare in un paio d’ore scarse, senza badare alla stanchezza, è così tipico del suo carattere che Draco annuisce e basta, senza lottare perché tanto non ne vale la pena. Dal canto proprio, mamma vuole essere aggiornata su tutto: dai centrotavola sino alle stoviglie, finanche al menù del pranzo di nozze. Ovviamente dà un’opinione su qualsiasi cosa. Molto spesso si esprime senza parlare, inarcando semplicemente un sopracciglio o arricciando le labbra all’occasione. Gli escono dalla bocca almeno un paio di: “Mh” e diversi: “Si poteva fare meglio”, che comunque non lo offendono perché in effetti da lei in genere si aspetta ben di peggio. A detta di chiunque sembrerebbe una madre anaffettiva e ipercritica, ma Draco la percepisce come decisamente giù di corda rispetto al suo solito. Sarà la stanchezza data dai mesi passati a subire una Maledizione Imperius che la teneva soggiogata e lontana da lui o probabilmente il fatto che, almeno un pizzico, si siano riappacificati, ma Narcissa non sputa tutto il veleno di cui sarebbe capace. Anzi, si dice addirittura grata alla signora Weasley per l’aiuto che gli ha dato e giura di andare da lei a ringraziarla personalmente. Nonostante le belle parole che esprime, gli pare comunque evidente quell’incrinatura nel tono di voce. Sembra quasi che ci sia nascosto dell’altro dietro a quel sorriso e forse è una nota di gelosia, quella che intravede nel suo sguardo e che naturalmente si preoccupa subito di nascondere. Mamma non ama esporsi più di tanto, soprattutto quando di mezzo ci sono le emozioni. Non pensa abbia mentito riguardo la faccenda della gratitudine, ma è sicuro che al tempo stesso si stia facendo qualche domanda sul perché suo figlio non sia andato da lei, ma abbia preferito un’estranea. E non è solo per le parole che gli ha rivolto alla festa di fidanzamento e per quel rifiuto che ha bruciato per troppo tempo, sanno perfettamente tutti e due che non ci sarebbe andato comunque. Narcissa avrebbe delegato il compito di riparare il vestito a un Elfo domestico e lui in quel momento non aveva bisogno soltanto di mettere una pezza a una stoffa, ma di una madre comprensiva che lo rassicurasse dicendogli che tutto sarebbe andato per il meglio. Narcissa non è una cattiva persona, ma è fatta alla sua maniera. Draco invece pensa di non aver mai incontrato nessuno più rassicurante di Molly Weasley, tantomeno sua madre. Se si risente, tuttavia, non lo dà a vedere. Però dopo pranzo pretende di accompagnarlo alla Gringott, per recuperare l’abito da sposo che ha depositato nella propria camera blindata mesi fa, così da tenerlo al riparo da ulteriori attacchi dell’allora misterioso sabotatore. Lo vuole anche vedere, sebbene glielo abbia descritto con dovizia di particolari, Narcissa è il tipo di persona che si fida soltanto del proprio giudizio. 
«Perché proprio alla Gringott?» chiede, intanto che procedono a passo lento lungo Diagon Alley. La tiene sottobraccio, sorreggendola e infondendole quella sicurezza che in più di un’occasione sembra mancarle. Lungo il tragitto a Draco nemmeno dispiace quando vengono riconosciuti e additati. Però dubita che, nascosto in quel parlottio, ci sia un qualcosa di diverso dal mero pettegolezzo. Sono mesi che quelli della Gazzetta del Profeta, e Rita Skeeter in particolare, pubblicano articoli che lo riguardano. Mesi di teorie complottiste su come abbia fatto a conquistare l’eroe del mondo magico o di reportage di dubbio gusto, accompagnati da fotografie rubate. Draco non conta neanche più il numero di volte in cui si è visto sbattere in prima pagina, con uno scatto che non gli rende affatto giustizia e che lo fa sembrare un criminale qualunque. Ha smesso di prendersela, però, non vale la pena rodersi il fegato per queste cose.
«Perché è il posto più sicuro che conosco» replica, facendo spallucce. Il solo in cui Potter non andrebbe a sficcanasare, rovinando la sorpresa.
«Voglio dire, non potevi semplicemente chiuderlo nel tuo armadio?» Avrebbe potuto, ma anzitutto Potter non l’ha ancora visto e ci tiene che le cose restino in questo stato perché sì, è un uomo romantico e vuole lasciarlo a bocca aperta. In secondo luogo sa che la banca dei maghi è il posto più sicuro del mondo, nessuno può entrarci, a meno che non ti chiami Harry Potter e non ti metta in testa di svaligiare la camera blindata di Bellatrix Lestrange, ma questa è un’altra storia.
«Non volevo correre rischi» replica, mettendo fine alla discussione. Lei ad ogni modo sembra accettare la spiegazione e quando si ritrovano davanti all’entrata della banca, mettono entrambi fine alla discussione.


 

Grazie a Merlino, a mamma il suo abito piace. Non commenta con parole acide, nella sua voce non c’è traccia di disgusto così come sul suo volto, che al contrario pare né più né meno che estasiato. Dentro al suo guardare ogni singolo ricamo della giacca c’è quella sua precisione analitica che in lei apprezza sempre moltissimo, e che in parte è sicuro di aver ereditato. Luigi ha lavorato con una cura che rasenta il maniacale a ogni singolo filo argentato e se il risultato è lasciare Narcissa Black Malfoy senza parole, allora pensa proprio che sia riuscito in un qualcosa di eccezionale. 
«Supera decisamente le mie aspettative, Draco» commenta alla fine, accarezzando la stoffa con la punta delle dita e fissando ogni particolare per un tempo indefinito. Sì, è andata decisamente bene. O quasi. Ha comunque a che vedere con sua madre ed è impossibile che lei non lo torchi riguardo a qualsiasi cosa le venga in mente. Se con il vestito l’ha sfangata, è quando gli chiede di visitare il luogo in cui si celebrerà il matrimonio, che le sue ginocchia tremano. C’è già stato questa mattina, ha fatto quel che doveva e ha aspettato gli Auror per dare loro qualche piccola indicazione e poi, come promesso, se n’è andato. Da allora ha giurato di stare alla larga da qualsiasi cosa inerente all’organizzazione della cerimonia e del banchetto. Portarci sua madre vorrebbe dire anzitutto rompere una promessa fatta a Potter, ma soprattutto significherebbe portarci una persona affetta da crisi organizzativa maniacale, che inizierebbe a trovare mille difetti e si auto eleggerebbe capo assoluto, impartendo ordini a chiunque. Non può assolutamente permettersi di litigare con Harry adesso né tantomeno con i suoi amici Auror, ma sa anche che mamma non accetterà un no come risposta, quindi prima di replicare pondera bene ciò che sta per dire.
«Gli amici di Potter ci stanno lavorando proprio adesso» esordisce «non vorrai certamente vedere quel posto quando tutto è in disordine, vero?» Draco si fa i complimenti da solo, compiacendosi di se stesso per la fenomenale prontezza di riflessi. Con sua madre è sempre bene far leva sul disordine, la sciatteria o quant’altro di simile se si vuole ottenere come risultato il suo stare alla larga. Funzionava a quindici anni quando non voleva che entrasse nella sua stanza, funziona anche adesso. Potrà giudicare e criticare a lavoro fatto, sarà la solita palla al piede, ma almeno lo farò a lavoro finito senza più far pesare niente a nessuno. Tranne che a Draco stesso, questo è ovvio, ma è vero anche che ha le spalle abbastanza larghe per sopportarla. Ad ogni modo sembra proprio aver premuto i tasti giusti perché lei arriccia il naso, rilassa la postura ed esprime un flebile: «D’accordo.» Sa che ciò non significa che si stia tirando indietro dal criticare o appuntare tutto quello che, a suo modo di vedere, è stato fatto con poca cura. Ma intanto che la vede recuperare la bacchetta dalla giacca del tailleur che indossa, immagina possa anche rimandare a domani l’incombenza di dirle che a lui e a Harry va bene anche così. Meglio evitare il sarcasmo e non risponderle dicendo che se lo annoterà per il prossimo matrimonio, sua madre non reagisce mai troppo bene all’ironia e anzi finisce con l’irrigidirsi ancora di più. Quindi pensa che si limiterà a scrollare le spalle e a congedarla.
«Mi raccomando, la passaporta sarà in Diagon Alley proprio di fronte all’entrata dei Tiri vispi Weasley. Ci sarà un addetto del Ministero a controllare perché quello è il solo modo di arrivare in quel posto. Si tratterà di un vecchio scarpone e verrà attivata dalle dieci del mattino in avanti. Se per una qualunque ragione la perdete, mandatemi un gufo e vedrò di sistemare le cose.»
«Perfetto, a domani» replica, lasciando dietro di sé soltanto il lieve plop della smaterializzazione. Draco sospira pesantemente, si sente sfinito. Certo non si aspettava per davvero di ricevere una pacca sulla spalla, ma ammette che per un attimo ha sperato che lei lo rassicurasse o gli facesse le congratulazioni. Non le ha mai fatte, neanche quando hanno annunciato il matrimonio, ma come ripete sempre: non deve aspettarsi poi molto, è già tanto se ha accettato che si sposi con un uomo. Almeno però è sopravvissuto, si dice mentre stringe al meglio l’abito ovviamente rinchiuso in una sacca di protezione. Non ha idea, però, di come lui e Potter ne usciranno dall’incontro tra i suoi genitori e gli zii di Harry che, hanno deciso, si incontreranno direttamente domani prima della cerimonia. Non ci vuole pensare adesso, ha già dato con le paranoie almeno per oggi.

 

Quando torna a casa trova Harry e Ron seduti sul divano del soggiorno intenti a parlottare tra loro a bassa voce. Ritiene di per sé la cosa alquanto sospetta, specialmente perché pare subito evidente che Hermione non è lì con loro. Strano, di solito quei tre sono sempre insieme. Conoscendola, è probabile che stia ultimando qualche pratica in ufficio prima del fine settimana, ma non ne è sicuro perché potrebbe anche avere a che fare con la gravidanza. Già, è vero: Hermione è incinta. E non lo sa ancora nessuno, è questo che lo sconvolge, sebbene stia facendo di tutto per non darlo a vedere. Si è chiesto più volte se fosse cambiato qualcosa da quella mattina a Villa Edera, se lei si sia decisa a dirlo a Ron, ma a giudicare da come quest’ultimo se ne sta in silenzio e ora lo fissa dal basso, decisamente contrariato dalla sua presenza, pare proprio che non ne sappia niente. Nah, Weasley glielo avrebbe già detto se sapesse che sua moglie aspetta, è praticamente impossibile che se ne stia zitto quando è a conoscenza di una notizia tanto importante. E comunque la sua espressione sarebbe di pura felicità, non certo così cupa. Si domanda però di che accidenti stiano parlando, anche se probabilmente è niente più di un qualche pettegolezzo da ufficio. Nell’osservarli Draco assume in maniera quasi involontaria un cipiglio torvo e scruta il suo fidanzato, il quale ha smesso all’improvviso di parlare e ha sollevato lo sguardo in sua direzione, sbattendo le ciglia come se stesse mettendo a fuoco. Non sembra davvero sorpreso di vederlo, è più che altro colto alla sprovvista. Il che conferma la sua prima impressione: quei due stanno complottando qualcosa. Di che potrebbe trattarsi? C’entra un qualche segreto, questo è chiaro, però dubita abbia a che vedere con l’addio al celibato. Non andranno in un locale babbano di spogliarelli, conosce posti come quelli dato che Pansy e Zabini ne sono assidui frequentatori ed è capitato, ovviamente per caso, che ci andasse anche lui e sa che Potter non ne è il tipo. Magari lui e i suoi amichetti del cuore si sbronzeranno sul divano, questo è già più probabile. Ha detto che trascorrerà la serata alla Tana e non dubita che sarà così. Draco è più che altro incuriosito da tanta segretezza, ecco. Gli piacerebbe tanto sapere per quale assurda ragione sono sobbalzati entrambi come se fossero stati colti in flagrante a fare qualcosa di illecito. Qualcosa di illecito… Beh, considerati i soggetti, non è neanche così strampalata come idea. Potter fa di continuo cose illegali, il che lo rende un Auror davvero molto strano.
«Draco, sei già tornato!» esclama Harry, rizzandosi meglio a sedere. In risposta, lui alza gli occhi al cielo, sospira per l’esasperazione e a quel punto un po’ del sarcasmo che ha dovuto trattenere per ore con sua madre gli sale su fino in gola. Il bello dello stare con Potter, oltre al sesso s’intende, è che si può permettere anche di calcare la mano sull’ironia più brutale senza che lui si offenda troppo. Non si arrabbierebbe mai perché gli ha risposto male, il massimo sarebbe vendicarsi prendendolo per il culo per la pettinatura, cosa che per altro fa dal primo anno a Hogwarts. Poco originale, ma efficace dato che è precisamente da allora che lui si acciglia ogni volta che gli fa notare che: “Quella che hai in testa è né più né meno una leccata di mucca, Malfoy”. E forse è proprio perché ci ripensa che accentua il sarcasmo.
«No, in realtà sono ancora a pranzo con mia madre e quella che vedi è una proiezione della tua mente. Sei ubriaco o impazzito, una delle due» replica, salace. «Certo che sono tornato!» sbotta infine. Harry alza gli occhi al cielo e sbuffa, in una perfettamente imitazione di quanto Draco ha fatto un attimo fa. Incrocia però le braccia al petto e lo scruta dalla testa ai piedi intanto che Ron si zittisce al suo fianco, cadendo in un silenzio teso. Sembra imbronciato, ma continua a non avere idea del motivo.
«Come mai è così antipatico oggi?» borbotta Weasley, che come al solito non ha capito l’ironia della situazione. Draco ringhia impercettibilmente, ma perché deve essere circondato da gente del genere?
«Andiamo, Ron» se ne esce Potter all’improvviso, senza dargli neanche il tempo di articolare una mezza risposta indignata. «Stiamo parlando di Malfoy, giusto? Dove starebbe la novità? Antipatico, snob, sembra sempre che stia sentendo un cattivo odore, ti guarda come se ti disprezzasse…»
«Ma ehi, ho anche dei difetti» ghigna, indicando se stesso, ma scoccando a Harry un’occhiata divertita. Le loro migliori scopate sono iniziate proprio così, con frecciatine e Draco che finge di sentirsi profondamente oltraggiato. Arrivati a questo punto in genere calca la mano su qualcosa di ancora più tagliente e magari gli si avvicina anche, stuzzicandolo. Potter non è mai stato un asso a giocare d’astuzia, lui in queste cose è un tipo decisamente più brutale ed è sempre il primo a cedere alla passione e a baciarlo. E Draco è sicuro che se non ci fosse Weasley seduto sul divano a questo punto si starebbero già dando da fare. Siccome non può davvero permettersi di far vedere il proprio sedere nudo a Ron Weasley, trattiene per sé un commento ancora più salace. Harry lo fissa, mordendosi le labbra e rendendo la sua concentrazione decisamente labile. Sa che non sta giocando a fare il malizioso, Potter è incapace in queste cose, probabilmente sta solo trattenendo una risata.
«Ah, Malfoy, adoro quando mi guardi come se fossi la peggior sciagura che ti sia mai capitata».
«Chi vi capisce è bravo» si arrende invece Ron, sprofondando tra i cuscini del divano, mentre Potter si decide a cambiare argomento e gli domanda come sia andata con sua madre. A sentir nominare Narcissa, a Draco si ammoscia ogni divertimento su cui ha fantasticato negli ultimi minuti. Come far bloccare a qualcuno la voglia di farlo: nominare la mamma!
«Mh» mugugna, occhieggiandolo di sbieco. Con chiunque altro penserebbe che sia un tentativo di fare conversazione, tanto per dire qualcosa, ma Harry è sinceramente interessato alla sua vita, soprattutto a ciò che riguarda la famiglia. E non perché voglia davvero bene a Lucius e Narcissa, sia mai, ma perché lo ama. La risposta è talmente semplice da risultare quasi banale, ma a lui basta questo anche se ci sarebbero mille altri motivi da elencare.
«Domanda di riserva?» Apprezza il suo tentativo, ma non ha davvero voglia di parlarne. Anzi, non ha mai voglia di parlare di Narcissa. Di certo non lo vuole fare adesso, con Weasley che lo scruta imbronciato e la stanchezza che gli striscia addosso. Ora vuole solo sedersi in poltrona e affogare le proprie frustrazioni in un bicchiere di Whisky Incendiario, uno bello forte che gli brucia la gola e annebbia i sensi. Quindi agita appena la bacchetta, attivando un incantesimo “Locomotor” sul vestito che si muove da sé in direzione della stanza.
«Sul letto» dice, mentre l’abito rinchiuso nella custodia attraversa la stanza, ondeggiando ridicolmente a mezz’aria come un fantasma senza testa, braccia e gambe e avviandosi lungo il corridoio.
«Non spiare, Potter, ti è vietato guardare» borbotta, notando compiaciuto l’occhiata curiosa che Harry ha lanciato alla custodia. Si irrigidisce subito non appena glielo fa notare e poi arrossisce sulle guance, colto in fallo. Draco al suo contrario sorride sornione mentre affonda in poltrona, ama vedere le sue guance che si colorano in quel modo e succede fin tanto di rado per i suoi gusti. 
«Immagino di dover aspettare» mormora Harry, sorridendo con fare pacifico. Sì, immagina debba farlo. Però ne varrà la pena, lo sente. Già riesce a vedere la sua espressione meravigliata quando lo vedrà per la prima volta con quell’abito addosso. Ci pensa anche mentre si allunga in direzione del tavolino per recuperare un bicchierino dentro al quale versa due dita di Whiskey. Soltanto allora nota il baule di Potter, sistemato da un lato della stanza.
«Te ne stai per andare» dice, senza guardarlo, facendo ondeggiare il liquido ambrato dentro al bicchiere. A dire il vero è un tantino contrariato, sperava almeno che avrebbero cenato insieme, dato che Pansy e Zabini non arriveranno prima delle otto.
«Sì, Kingsley mi ha convocato inaspettatamente» dice, agitandosi sul divano. È nervoso, ma non crede sia per il matrimonio. Forse è perché dovrà parlare con il Ministro della Magia e non ha idea del motivo. Agiterebbe chiunque in effetti, soprattutto quando ti sposi domani!
«Dovrò essere da lui fra poco, ti stavo aspettando perché volevo salutarti prima di andare» aggiunge, alzandosi in piedi e prendendo a camminare lentamente in sua direzione. Draco lo guarda dal basso, sorseggia lentamente il proprio Whiskey, fingendo quasi di non notare la sua figura slanciata, le gambe muscolose, il petto sodo e quei capelli ovviamente spettinati. Nel constatare la sua timidezza e quel fare un filino goffo con cui gli si approccia, gli angoli della bocca si arcuano impercettibilmente verso l’alto. Adora anche questo di lui, oltre al vederlo arrossire. Solo allora si rende conto che non vuole davvero separarsi da Harry, ma hanno detto che è meglio quindi va bene, immagina di poterlo fare. Draco non è davvero sconvolto dall’idea di non vedere il suo futuro sposo per una notte. Può sopravvivere benissimo anche senza di lui. Non che gli piaccia l’idea di dormire separati, ma più che altro è il pensiero di quello che succederà quando si ritroveranno, che gli strizza lo stomaco. Sì, è tutto vero: domani si sposa con quel povero eroe di Potter e non è sicuro di sapere come fare esattamente a sposarsi. Oh, certo sono mesi che pianifica, che pensa a ogni più piccolo dettaglio, ma non si è mai davvero focalizzato sul fatto che ha trascorso tutto questo tempo a organizzare il suo, di matrimonio. E la realizzazione sta arrivando proprio adesso, e lo agita. Per Merlino! Perché proprio ora? Con Weasley che lo fissa come se lo odiasse.
«Vedi di non bere troppo, Malfoy» lo prende in giro Potter, Draco fa schizzare le sopracciglia verso l’alto e sbuffa una risatina dal naso.
«Con Pansy e Zabini nella stessa stanza? Impossibile, ma tenterò se tu mi prometti di non fare l’eroe nelle prossime ore. Aspetta almeno fino a domani sera a gettarti nell’ardemonio per salvare un gattino o qualsiasi cosa tu faccia quando vai al lavoro. Va bene?» Ecco, in realtà non vuole che sembri uno scherzo. Tutto è tranne che quello a dirla tutta. In questo momento vorrebbe tutto meno che Harry ci restasse secco la notte prima delle nozze come quella dannata maledizione di quella dannatissima Georgina Dunn, a cui per altro ancora pensa.
«Va bene, credo di poterlo fare.»
«Non sto scherzando» dice invece Draco con voce dura, forse troppa tanto che Harry smette di sorridere e diventa drammaticamente serio. Per rimarcare il concetto si alza in piedi e lo fronteggia come se stessero per duellare, prendersi a pugni o fare l’amore. Da qualche anno ormai è sottile la linea che separa il voler fare a botte, dal rotolarsi invece tra le lenzuola. Non che si siano mai più picchiati, ma Draco sa che a volte danno questa impressione a chi non li conosce.
«Tu stanotte starai alla Tana con la tua famiglia e i tuoi amici. Fate quello che fate di solito quando non ci sono: parlate male di me se la cosa diverte voi Grifondoro da strapazzo, ma niente missioni pericolose. E se Kingsley ti ordina di andare a salvare chissà chi tu puoi anche mandarlo a…»
«Ehi» lo interrompe lui, abbracciandolo di slancio. Sì, ora sta meglio. Draco posa la testa sul suo petto e un flebile respiro gli scappa dalla bocca, immagina solo di avere paura. Ma è normale, dopo tutto quello che hanno passato, giusto? «Non succederà niente.»
«Sarà meglio per te, Potter, o ti vengo a cercare» lo minaccia, puntandogli contro un dito intanto che lui indietreggia.
«La mia unica missione adesso è sposarmi» dice, lanciandogli un bacio volante e strizzandogli l’occhio. «Ci vediamo all’altare, domani a mezzogiorno» aggiunge, prima di sparire con il suo amico Weasley e quel grosso baule che ha dai tempi della scuola. Draco sospira, ricadendo di nuovo in poltrona. Si vedranno all’altare.

 

Inaspettatamente il resto del pomeriggio scivola via in maniera veloce. Draco si aspettava un’attesa agonizzante, ma in parte aiuta il viverlo con pigrizia, prendendo del tempo per se stesso. Si fa un bel bagno caldo, beve una tazza di tè e verso le sei si cucina una cena veloce, alla fine si addormenta sul divano in vestaglia. Dovrebbe vestirsi, mostrarsi elegante come suo solito, ma Draco non ha davvero intenzione di mettersi qualcosa addosso che non sia il pigiama di seta che già indossa o la vestaglia con ricamate le sue iniziali e lo stemma di famiglia. Perché se è un principino, allora lo è fino in fondo e nel suo regno fa come vuole e non ammette repliche. E poi, al diavolo, deve ricevere Pansy e Zabini, non la Regina! Sono i suoi migliori amici, l’hanno visto in condizioni ben peggiori di quelle con cui gli apre la porta, alle otto e dieci di quel venerdì sera. Zabini ha la faccia di chi non dorme da due giorni e ci scommette, c’entra una ragazza. Pansy invece è spiritata, il trucco è sbavato, i capelli sono un disastro e ha due occhiaie violacee sotto gli occhi. Lei non sta scopando con nessuno, non come Zabini che di solito fa le ore piccole in giro per locali, sta invece lavorando come una matta alla sua torta nuziale. Quindi non le dirà niente di cattivo, potrebbe anche prenderla sul personale e distruggere quanto ha già fatto con un engorgio, sarebbe da lei. Quindi si limita a dirle che la vede “Superbamente a pezzi”, che grazie al cielo prende per un complimento che la ringalluzzisce appena. Oltrepassa la soglia a passo stanco, con aria quasi annoiata e gli molla in mano un paio di bottiglie di liquori babbani: la prima è vodka mentre il secondo è rum bianco.
«Le ho fregate dalla dispensa della pasticceria» dice con palese noncuranza, come se non avesse commesso un illecito che potrebbe anche costarle il posto. Non conosce bene Mathieu, ma dubita abbia voglia di farsi derubare il giorno dopo essere uscito da Azkaban. Di certo però non gliele riporterà indietro, non è così bacchettone. Non è mica come Potter! Quindi se le rigira tra le mani, legge le etichette e fischia di ammirazione, ha già bevuto roba del genere prima ed era rimasto piacevolmente colpito dai liquori che i babbani riescono a distillare senza magia. Ha una predilezione per il rum, a essere onesti, ma pensa si scolerà entrambe le bottiglie senza battere ciglio.
«Puoi farlo, Pansy? Lì ci lavori! E se Mathieu se ne accorge?»

«Per favore» replica lei, scacciando la semplice idea con un movimento rapido della mano, che rotea a mezz’aria. «Non ha certo voglia di mettersi a contare le bottiglie, credimi. Ieri è passato in laboratorio e se n’è andato a dormire dopo cinque minuti. Se farà domande gli dirò che le ho usate mentre non c’era. Ci crederà» conclude infine, annuendo.
«Se lo dici tu, ma non penso che rubare dal negozio in cui lavori sia un buon modo per iniziare la tua carriera di pasticceria» le fa notare, sprofondando in poltrona e richiamando grazie a un colpo di bacchetta un paio di bicchieri. Lui berrà direttamente dalla bottiglia: per ascoltare le stronzate di Blaise, perché è praticamente certo che abbia una storia da raccontare, dev’essere almeno sbronzo.
«Allora, Zabini?» lo incalza, mentre Pansy si butta a peso morto sul divano, si leva le scarpe e appoggia i piedi nudi sul tavolino. Dovrebbe dirle qualcosa, non ci si stravacca in quel modo nella nobile dimora di un principino, ma ha portato il rum quindi abbozza e si concentra sul suo migliore amico che ha l’aria mogia e sciupata: «Questa volta chi è?»
«Una strega, ma…» esordisce, assumendo però subito uno sguardo pensieroso e vagamente corrucciato. Perlomeno è una novità, è da quando hanno finito di andare a scuola che Blaise esce solo con ragazze babbane. In un primo momento ne era rimasto più che sconvolto, sebbene non fosse mai stato un Mangiamorte, non aveva avuto troppa considerazione per i non magici. Poi però quando gli ha spiegato che chi non possiede una bacchetta non sa niente della guerra e di conseguenza non ha motivo di giudicarlo come un perfido Serpeverde, ha cominciato a capire. Draco non può davvero dire di non comprendere le sue ragioni e non ha mai detto nulla di negativo a riguardo. Non ne avrebbe motivo, insomma lui si è messo insieme a Harry Potter. E comunque ha sempre ascoltato tutte le sue assurde storie su quanto male andasse la sua vita sentimentale senza battere ciglio. E ogni volta puntualmente si annotava di stare zitto e annuire, di non dire davvero ciò che pensava di lui. Zabini ha uno schema molto preciso: conosce una ragazza ed escono insieme per qualche settimana, ma arrivato al punto di far diventare le cose più serie e rivelare alla suddetta del mondo magico, ecco che se la dà a gambe, accampando scuse ridicole su quanto la suddetta ragazza sia piena di difetti. Draco non ha mai davvero creduto a nessuna delle favolette di Blaise e scommette che dietro a quel “Ma” che ha aggiunto subito dopo aver precisato che, questa volta, si tratta di una strega, ci sia l’ennesima storia assurda che gli toccherà ascoltare. La verità è che Zabini, oltre a essere terrorizzato dall’idea di impegnarsi, è anche un ipercritico rompicoglioni. Ha lasciato donne stupende per i motivi più futili e ogni sua relazione non dura più di tre settimane.
«Ma?» lo incalza, mentre lui si agita e inizia a bere forsennatamente dal bicchiere nel quale si è versato una generosa quantità di vodka.
«Ecco, io…»
«Fammi indovinare» tenta, buttando là del sarcasmo. «La punta del mignolo del suo piede sinistro pende un po’ troppo verso destra e a te la cosa urta da morire, quindi non la rivedrai più?» Nel sentirlo parlare in quel modo, Pansy emette una risata sguaiata che suona più come un barrito intanto che Blaise si acciglia.
«Non ho mai lasciato nessuno per un motivo tanto stupido.»
«No, ma hai mollato una ragazza perché aveva i capelli troppo crespi» gli fa notare Draco, saccente, appena dopo aver mandato giù un primo sorso di rum bianco: è ottimo proprio come ricordava. «Un’altra invece perché aveva una risata che a te dava fastidio, un’altra ancora perché masticava in una maniera irritante… potrei continuare, la lista è lunga.»
«C’era anche quella che aveva le mani troppo grandi» fa notare Pansy, saggia.
«E anche la tizia del cappel…»
«Insomma basta!» sbotta Zabini, contrariato a voce molto alta. «La ragazza con cui sto uscendo è fantastica e non ha nessun odioso difetto, il problema è che a voi non piacerà, già lo so.» Già lo sa? E come accidenti fa a saperlo? D’accordo se Zabini è un ipercritico cagacazzo, lui non è da meno. Draco è l’equivalente di una vecchia zia acida a cui non va mai bene niente e che ti fa l’elenco di quanto sbagliata sia la tua vita. La differenza è che non ha nemmeno trent’anni e non è lo zio di nessuno. Però resta il fatto che dovrebbe almeno prima sapere di chi si tratta e magari anche conoscerla, prima di sparare sentenze. E comunque questa è proprio nuova, perché da quando lo conosce (e ormai sono moltissimi anni), Blaise non si è mai preoccupato che una fidanzata piacesse o meno ai suoi amici. Dev’essere qualcosa di più serio, magari è innamorato. O forse la conoscono. La conoscono? Bah, è una strega quindi è probabile che abbia già sentito il suo nome. No, aspetta, adesso vuole assolutamente sapere di chi si tratta.
«Ma chi è?»
«Non so se è il caso che lo sappiate….»
«Andiamo, Blaise, può essere peggio di Malfoy che sposa Harry Potter?»
«Ottimo punto» interviene Pansy, sollevando il proprio bicchierino pieno di Vodka. Draco le sorride e alza invece la propria bottiglia come a voler brindare insieme.
«Insomma stiamo parlando di San Potter» rincara la dose Draco. «Te lo ricordi non è vero? A scuola lo odiavamo tutti e lo prendevamo costantemente per il culo, lui e i suoi amichetti del cuore Grifondoro. E invece adesso guardami, domani lo sposo.»
«Ha ragione» constata di nuovo Pansy «non può essere peggio del futuro signor Draco Potter Malfoy.» Non sa davvero come abbia fatto a non strozzarsi con il rum che sta bevendo, sentire quel cognome da poveri associato alla sua regale persona gli provoca un brivido gelido lungo la schiena. Tuttavia non vuole dare ai suoi amici l’occasione per prenderlo per il culo, non a un passo dal matrimonio almeno. E Pansy ci sguazzerebbe in una cosa del genere, anzi lo perculerebbe fino alla fine dei suoi giorni. Quindi abbozza un sorriso falsissimo e annuisce, dandole ragione. Grazie al cielo la sua migliore amica sembra essere più concentrata su Blaise che su di lui. 
«Va bene, ve lo dico, ma giuratemi tutti e due che non riderete!» li minaccia entrambi con il dito puntato. Draco ha le dita incrociate dietro la schiena, anche se non lo ammetterebbe mai. Però borbotta un: “Parola di Serpeverde” che vale sì, ma fino a un certo punto. La lealtà non è una caratteristica della loro casata, l’opportunismo invece sì e se mescolato all’ambizione fanno in modo che un’informazione possa diventare potenzialmente vitale per la sua sopravvivenza.
«Ormai è qualche settimana in effetti» cede Zabini «e non lo sa proprio nessuno sia chiaro, ma sto uscendo con Luna.» Luna, Luna… Oh per Salazar, quella Luna? Quella lì? Ma non stava con Paciock? No, aspetta forse quello era un brutto sogno che ha fatto qualche notte fa.
«Ti prego, dimmi che non è Lunatica Lovegood» replica, ma Zabini oltre a essere arrossito sulle guance non fa niente per negare e intanto che Pansy spalanca la bocca, completamente sconvolta dalla portata della notizia, Draco affonda nella poltrona e guarda la bottiglia di Rum che ha tra le mani. Sente di non essere pronto per sentire delle notti di fuoco della coppia Zabini-Lovegood, non prima di aver svuotato almeno metà del contenuto della bottiglia.
«Alla vostra» dice, accennando a un brindisi, prima tracannare rum come se non ci fosse un domani. Finirla, deve finire la bottiglia e forse riuscirà a digerire la notizia.


 

Continua



 

Note: Chiedo scusa per il ritardo con cui aggiorno, chi mi segue su Facebook conosce i motivi, sono state settimane un po’ complicate e scrivere era l’ultima cosa che avevo in mente. Appena la situazione si è più o meno risolta mi sono messa subito a finire il capitolo che avevo già cominciato. I piani stanno cambiando ancora, cambiano di continuo come le scale di Hogwarts. Sapevo che l’avvicinamento al matrimonio avrebbe portato via più di un capitolo, in origine avevo previsto due soli capitoli perché non avrebbe dovuto esserci la scena con Pansy e Zabini, ma poi ho pensato che un po’ di leggerezza fosse necessaria. Penso quindi che me ne serviranno altri due, nel prossimo verranno affrontate alcune situazioni come la gravidanza di Hermione e verrà spiegato perché Harry ha dovuto vedere Kingsley, nell’ultimo invece verrà celebrato questo benedetto matrimonio.

In questo capitolo c'è un riferimento alla serie "Friends", al personaggio di Chandler in maniera particolare, mi piacerebbe vedere se qualcuno lo coglie. 
Intanto grazie a tutti per aver seguito la storia fino a questo punto, ormai siamo in dirittura d’arrivo. Grazie a chi ha inserito la storia tra le seguite, le preferite e le ricordate.
Koa  

 
   
 
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