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Autore: Sbruby    12/09/2009    3 recensioni
[Vincitrice del quarto posto nel contest "In the world of vampires" => Olè!!!]
{Anno Domini 1711} Victor Christian Lancaster, Conte dei Vampiri, è uno dei più temibili e famigerati mostri della deliziosa, quanto superstiziosa Londra di inizio diciottesimo secolo. Il ricco e bel vampiro crede di essere un imbattibile demone che addirittura il Diavolo ha preferito sputare fuori all'Inferno. In realtà, seppur perduto nel peccato, Victor si rivela indifeso di fronte alle armi del vero amore. Forse più umano che dannato. Diana, la splendida e dolce "vittima-cena" scelta dalla sua sensuale e pericolosa compagna Vanessa, non è, infatti, una ragazza come le altre.
Cosa accadrebbe se nelle pieghe irrazionali dell'esistenza si nascondessero quegli scorci di verità, invano cercati altrove?
" Come potrei fidarmi di voi?" Furono le sue parole, che giunsero come un colpo in mezzo agli occhi. Cieco, Diana mi rendeva cieco. Non si era voltata, evitava deliberatamente di incrociare il mio sguardo. Il suo sguardo di pavida sorgente era concentrato sulle chiome pasciute degli alberi.
" Fidatevi e basta. Ragione e sentimento sono più nemici di quanto lo siamo io e voi "
" Non illudetevi. Io sono il sole del mattino e voi la stella della mezzanotte. Quando potremmo mai incontrarci?"
Genere: Sovrannaturale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avvertimento: Conclusione leggermente hot.


to burn inside








Trascorsero alcune settimane da quel nostro primo incontro e sempre più spesso mi ritrovai a chieder consiglio alla luna. Proprio io che odiavo sprecare parole...
Avevo deciso di rinchiudere Diana in una cella, eppure sentivo la sua ineffabile presenza al mio fianco durante quei momenti di triste solitudine. Mi accertavo regolarmente che ottenesse tutto quello di cui aveva bisogno, ma per molti giorni decisi di non rivederla.
Continuavo a domandarmi il motivo per cui la stessi trattenendo nella mia casa, la causa per la quale i suoi occhi e le sue labbra vagassero indisturbati tre i miei pensieri. Ma non avevo una risposta. Ogni certezza sembrava sgretolarsi tra le mie mani, il cielo lacerarsi sopra la mia testa. E, questo, mi rendeva alquanto irritabile, perfino Vanessa preferiva starma alla larga.
Mi trovavo in giardino, durante una calda notte di luna piena, quando sentii le sue grida acute. Ed il loro eco riverberò sulla mia pelle, come se io fossi ad urlare di dolore e non Diana.
Rientrai in casa e raggiunsi le segrete, più rapido ed imprevedibile di una saetta.
<< Cosa è successo? >> Sbraitai all'unica guardia che sorvegliava la sua cella, un giovane vampiro che apparteneva ad una delle caste più umili.
<< Niente, lord Lancaster. Ho servito la cena ai detenuti due ore fa e la ragazza godeva di ottima salute...>>
Ma non rimasi ad ascoltarlo, piombai sulle sbarre di acciaio e strappai la porta dai cardini. Un fastidioso rumore metallico ruppe il silenzio delle segrete, ma nessuno accorse. Entrai nella cella da solo, ordinando al cadetto di dirigersi altrove.
<< Diana?>> Tuonai, scovando tra gli angoli ed il buio della cella i lineamenti del suo volto. Finchè non l'avessi rivista, non sarei riuscito a calmarmi.
<< Uccidetemi, Victor...Ve lo chiedo un'altra volta >> Mi rispose lei, rendendosi visibile ai miei occhi, illuminata da un bianco fascio che aveva attraversato le robuste spranghe alla finestra.
<< Perchè...Dovrei uccidervi?!>> Chiesi sbigottito, contemplando segretamente la sua anngelica bellezza.
<< Perchè morirò comunque. E' scritto. Succederà..Nessuno può opporsi al Destino, neanche chi lo possiede nell'anima. Ed io, non voglio trascinarvi nell'aldilà assieme a me.>>
<< No...Non potete esserne certa. >>
<< La scorsa notte ho incontrato la mia morte, sapete? E' ben presto tornerà a trovarmi ed allora me ne andrò con lei.>>
Quelle sue ultime parole risuonarono nella mia mente come un rimbombo lontano, una mia mano corse ad una tempia, liddove cominciò a descrivere cerchi perfetti con la punta delle dita.
No, non volevo la sua morte.
Tutto ad un tratto la sua vita mi parve preziosissima.
<< Su di voi, ho più diritti io che la morte.>> Detto questo, la liberai dalle catene, inginocchiandomi dinnanzi a lei.
Per la prima volta, era lei a dover abbassare lo sguardo e lo fece con una grazia ed una dignità che mi lasciarono interdetto. La prigionia alla quale Diana si era sottomessa non aveva minimamente intaccato l'interezza del suo sguardo diamantino. Avrei voluto conservare per sempre l'irreprensibile lucentezza dei suoi occhi.
La condussi fuori dalle segrete e, poi, fuori dalla casa, fino ad un vecchio pozzo, sorvegliato dalle figure alte e scure dei cipressi. Colossi misteriosi ed inquietanti che circondavano la radura erbosa. La luna, corteggiata da una schiera di stelle lucenti, illuminava il profilo delicato di Diana, la calma riflessa nei suoi occhi non tradiva la sua giovane età.
Quanto poco aveva vissuto e quanto ancora l'aspettava!
<< Rinunciate alla vita, ditemi che desiderate la morte ed io ve la concederò. Ma non provate ad ingannarmi. Incappereste nella mia ira e non esisterebbero scappatoie per voi. Siate sincera. Non nascondetevi dietro il vostro dono. Affidatemi la chiave dei vostri pensieri...>> Dissi, fronteggiando il solido mutismo dietro al quale si era rinchiusa.
Inizialmente, non sembrò nemmeno che avesse sentito ciò che avevo detto, forse la sua mente ed il suo spirito non si trovavano in quel luogo dimenticato dalla Benedizione Divina...
<< Come potrei fidarmi di voi?>> Furono le sue parole, che giunsero come un colpo in mezzo agli occhi. Cieco, Diana mi rendeva cieco. Non si era voltata, evitava deliberatamente di incrociare il mio sguardo. Il suo sguardo di pavida sorgente era concentrato sulle chiome pasciute degli alberi.
<< Fidatevi e basta. Ragione e sentimento sono più nemici di quanto lo siamo io e voi >>
<< Non illudetevi. Io sono il sole del mattino e voi la stella della mezzanotte. Quando potremmo mai incontrarci?>>
<< Al tramonto – Le risposi avvicinandomi a lei. L'abbracciai con tenerezza, accogliendo il suo leggero peso sul mio petto – Quando i vostri ultimi raggi, rossi come il sangue, riscalderanno le mie gelide gote ed il mio cuore diverrà vostro schiavo...>>
<< Siete un ottimo poeta, lo devo ammetere...Ma quanto c'è di vero nei vostri splendidi versi?>>
<< Tutto e niente. Soltanto voi potete decidere il valore delle mie parole.>>
E, così, le mie parole determinarono la sua resa.
Con aggraziata velocità la sollevai dal suolo, prendendola tra le braccia. Insieme ci allontanammo da quel giardino fiabesco, ma, nel momento in cui varcammo la soglia del mio palazzo, intravidi un'ombra muoversi dietro le colonne. Un'ombra tra le tante, alla quale non diedi molta attenzione.
Quando arrivammo nella camera padronale, la adagiai sulle coperte d'avorio, ispirando il profumo della sua pelle e cospargendo il suo volto di baci leggeri come caldi soffi di vento...Le mie mani scivolarono sui suoi fianchi, le dita invasero lo spazio tra la sua veste e la sua pelle, dapprima timide per poi divenire intrepide ed ingorde.
Diana non si oppose, anzi percepivo il mio stesso desiderio incendiare le sue innocenti membra.
Attendeva, attendeva che l'amassi.
E non aveva paura di me, non della mie impetuose mani su di me, nè del mio corpo che coprì il suo con delicatezza. Allungai le braccia ai lati della sua testa ed i miei palmi atterrarono sulla bianca e fresca morbidezza delle lenzuola di seta.
In un attimo i vestiti scomparvero e più nulla ci separò. La sentii fremere sotto di me e l'inaspettato calore, unito alla bellezza del suo corpo nudo, mi eccitarono, colmando la mia mente di una schiacciante frenesia.
La mia lucidità stava per cadere inesorabilmente nell'oblio.
Se fosse accaduto, non avrei potuto impedire che le fiamme dell'Inferno divampassero dentro di me.
<< Puoi ancora fermarmi, Diana...Sei...sei libera di andare via, se lo vuoi.>> Riuscii a dire, quasi per miracolo.
Poi, bloccai l'insistente movimento ondulatorio che aveva cominciato ad accompagnare i nostri ansiti, ma ogni muscolo teso mi provocò una fitta di dolore indicibile. Non nel corpo, ma nell'anima, privata della sua oasi di pace tanto cercata.
<< No, Victor. Stringimi, stringimi forte. >> Rispose lei, la voce colorata da un'affascinante tono implorante. Intrecciai il mio sguardo al suo e, di fronte alla casta limpidezza dei suoi occhi, ebbi il coraggio di arrendermi.
I nostri corpi finirono per adattarsi perfettamente come se fossero stati creati per essere una cosa sola e, dopo un breve attimo di bruciante esitazione, entrai dolcemente in lei.
Mi sfuggì un gemito di piacere che scemò nel suo respiro affanato e sensuale...




§

Mio Angelo, purtroppo devo lasciarti.
Qualsiasi decisione tu prenda, io ti apparterrò.
Il tuo ricordo vivrà in me, amore mio, non mi abbandonerà mai...
Tornerò presto da Canterbury, ma, se non ci sarai,
sappi che il nostro amore mi guiderà sempre e per sempre mi donerà forza.
Ti amo e che Dio mi punisca per questo!

Il tuo devoto diavolo.
V.




To be Continue...








Piccolo spazio per l'autrice
Eccume de nuevo! (Trallalero Trallalà) Continuo a pubblicare questa ff, ma sono sempre più convinta che non meriti il quarto posto (ma l'ultimo)* valle di lacrime mode on * Tralasciando alcune parti che sono OK, ce ne sono molte altre che fanno...Fanno piangere!! E non lo dico per modestia (non potrei essere modesta, neppure accidentalmente. Mi limito ad essere esigente 24ore su 24), ma è una costatazione che non posso omettere. Spero, però, che un pò vi piaccia. Confido in voi, stelline..
D'altronde non posso non ringraziarvi tutte, per il vostro sostegno che permette alla mia ff di tornare alla luce.
Grazie a Kristith, monochrome, GreedFan, Isa_264, Anthy che hanno recensito lo scorso capitolo. Siete dei veri tesori. Purtroppo credo di avervi deluso con questo capitolo, dato che Victor ha mostrato il suo lato più...(oddei non riesco a dirlo)....s..sdulcinoso! Ma, per fortuna, non manca del suo irresistibile egoismo (In poche parole: Non ci pensa circa tremila volta prima di zombarle addosso, nè tenta di rinchiudere la sua bella in una campana di cristallo). Ho cercato di allontanarmi dalla trama Twilightiana, togliendo ai vampiri qualsiasi peculiarità (specificando...I poteri speciali). Sono semplicemente Immortali, ho cercato di essere il più semplice possibile.
Lo so, nel complesso, non potrete perdonarmi, ma non posso impedirmi di sperare. Non ancora, almeno.
Ancora Grazie.
baci.
Sbruby.





  
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