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Autore: Kokus    19/03/2023    4 recensioni
Yusaku non sapeva spiegarsi come mai, ma ogni volta che lo guardava, che fosse nei panni di Revolver o di Ryoken, provava qualcosa alla bocca dello stomaco, come se si serrasse all'improvviso.
E iniziava a sentirsi vuoto e a desiderare che quegli occhi non si staccassero mai da lui, perché solo così riusciva a sentirsi completo.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ryoken Kogami/Revolver, Yusaku Fujiki/Playmaker
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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LoveGame
Il nuovo evento che è iniziato su Duel Links qualche giorno fa (“Tag Duel Tournament”) è stato fonte di un sacco di scleri ispirazione e un sacco di scleri che ha portato alla luce questo scritto con annessi un sacco di scleri

In breve: questo nuovo evento ruota attorno ai Duelli Tag, ovvero duelli in cui delle squadre formate da due persone ciascuna si affrontano in un torneo.
Chi riesce ad arrivare in finale e batte l'ultima squadra rimasta in gara, vince la coppa relativa a quel mondo – oltre a quello di VRAINS ci sono anche le coppe per DSOD, 5D's, Arc-V e ZEXAL.

Questa storia è un What if…? che ruota attorno alla seguente domanda: e se Yusaku, per questo torneo, avesse desiderato essere in squadra con Ryoken e questo non fosse avvenuto per delle ragioni che non gli vanno a genio?
Da qui è nata questa One Shot, che speriamo possa rivelarsi di vostro gradimento.

Giusto tre precisazioni prima di lasciarvi alla lettura: 1) io e Angela abbiamo deciso di non dare un'identità definita al compagno di squadra di Ryoken in quanto nel gioco può essere chiunque, ovvero il personaggio che si sta usando in quel momento (nel mio caso si trattava di Kaito di Yu-Gi-Oh! ZEXAL) e quindi abbiamo preferito rimanere vaghe a riguardo; 2) a un certo punto della storia, Ryoken parlerà con questo duellante e ogni sua battuta è ripresa pari pari da quelle presenti nel gioco per dei validi motivi che poi capirete, oltre che per rendere l'intera storia un vero e proprio What if…? di questo evento; 3) su Duel Links (e Link VRAINS) i personaggi non si chiamano mai per nome, usano solo ed esclusivamente quello degli avatar che hanno scelto. Quindi sì, per la prima volta nei dialoghi avrete modo di leggere Revolver e Playmaker.

Detto ciò, vi auguriamo buona lettura!



LoveGame



I wanna kiss you
But if I do, then I might miss you, babe
[…]
Hold me and love me
Just wanna touch you for a minute
Maybe three seconds is enough for my heart to quit it
[…]
Let's play a Love Game, play a Love Game
Do you want love, or you want fame?
Are you in the game?
Down the Love Game

(Lady Gaga - LoveGame)



Per un breve e tremendo attimo, Yusaku provò l'orribile sensazione di stare quasi per soffocare.
Non aveva mai visto quel duellante, ne ignorava il nome e la provenienza, ma gli era bastato scontrarsi con lui nella finale del Tag Duel Tournament per rendersi conto di tre cose.

Primo: era davvero forte e avrebbe continuato a tenerlo d'occhio per tutto il resto del torneo.
Secondo: voleva assolutamente capire cosa lui e Takeru avessero sbagliato nel corso del duello al punto tale da perdere proprio durante la finale, quando mancava pochissimo alla vittoria.
Terzo: nonostante l'avatar di quel ragazzo sconosciuto non indicasse in alcun modo che fosse affiliato ai Cavalieri di Hanoi, Ryoken aveva fatto squadra con lui e, scontro dopo scontro, insieme avevano raggiunto la vetta, aggiudicandosi la coppa della vittoria – quantomeno quella del mondo di VRAINS.

E fu proprio il terzo punto a fargli provare per un istante quella sgradevole sensazione di soffocamento, qualcosa che lo schiacciava ancora di più della sconfitta che l'aveva spintonato malamente nei recessi del torneo e che gli bruciava la bocca dello stomaco con insistenza: Ryoken aveva vinto alleandosi con un duellante che nessuno, lì all'Arena dei Duelli, conosceva… e l'aveva fatto dopo aver rifiutato la sua proposta di formare una squadra per il torneo.
E Yusaku si ritrovò a constatare, inerme, che quel rifiuto l'aveva ferito davvero tanto – pensava che ormai lui e Ryoken avessero superato quella fase in cui non riuscivano mai a trovare un punto di incontro a causa di linee di pensiero diametralmente opposte, ma a quanto pareva si sbagliava.

Si concesse un profondo respiro per costringersi a rilassarsi – cosa assai difficile, considerando il vociare costante e sempre più alto del pubblico seduto sugli spalti – e poi, con decisione, sfilò il Duel Disk dal polso, consegnandolo a Takeru, il quale si trovava accanto a lui.

«Che vuoi fare?» gli domandò quest'ultimo, evidentemente sorpreso da quel gesto.
«Voglio parlargli» rispose Yusaku, cercando di mantenere un tono di voce neutro.
Takeru comprese a chi si stesse riferendo, difatti inarcò un sopracciglio. «Ne sei sicuro?» chiese scettico. «Non credo ne valga la pena».
«È il contrario, invece» disse Yusaku, voltandosi.

(Per lui ne vale sempre la pena).



Si stava avvicinando sempre più all'altra metà dell'arena, dove Ryoken e il ragazzo sconosciuto avevano duellato in squadra e, in quel momento, erano intenti a parlare tra loro.
Si concesse un altro profondo respiro, facendo mente locale e riorganizzando le idee nella sua testa – all'apparenza nulla di più semplice: l'avrebbe chiamato, gli avrebbe chiesto di allontanarsi un attimo con lui e, una volta rimasti soli, avrebbe provato a chiarire (forse non una volta per tutte, ma ci avrebbe comunque provato) la loro situazione.

Dopo qualche altro passo, Yusaku giunse a una distanza minima che gli permise di carpire alcuni frammenti del loro discorso.
E attese.

«Hai duellato bene» stava dicendo Ryoken, l'espressione del volto frammista tra quiete e soddisfazione.
«C'è stato qualcosa che ha reso lo scontro molto… vivo» continuò, e Yusaku si perse tutto il prosieguo del loro scambio di battute poiché fu improvvisamente troppo impegnato a osservare le labbra di Ryoken incurvarsi in un bellissimo sorriso.
Pareva soffice come una distesa innevata, un luogo incantevole dove sprofondare e lasciarsi cullare per un tempo indefinito.

(Ryoken gli aveva mai sorriso in quel modo, anche solo una volta?)
(Probabilmente no, lo avrebbe ricordato altrimenti).
(E questo lo uccideva).

«Questo duello è stato solo l'inizio. Ci incontreremo di nuovo» proseguì Ryoken, mentre si congedava dal suo misterioso compagno di squadra. «A presto».
Il ragazzo ricambiò il suo saluto e, subito dopo, gli diede le spalle, pronto per affrontare la seconda fase del torneo che prevedeva la presenza di altri duellanti leggendari.
Anche Ryoken era in procinto di andarsene, se solo Yusaku non l'avesse chiamato.

«Revolver!»

Ryoken si voltò nella sua direzione, puntando lo sguardo sulla sua figura.
Yusaku non sapeva spiegarsi come mai, ma ogni volta che lo guardava, che fosse nei panni di Revolver o di Ryoken, provava qualcosa alla bocca dello stomaco, come se si serrasse all'improvviso.
E iniziava a sentirsi vuoto e a desiderare che quegli occhi non si staccassero mai da lui, perché solo così riusciva a sentirsi completo.

«Playmaker» lo chiamò a sua volta Ryoken, con voce profonda.

Si trovavano a pochi passi l'uno dall'altro, intenti a fissarsi, a studiarsi, a scorgere nuove sfumature che non avevano mai notato prima.
Ormai funzionava così, tra di loro: si allontanavano e poi si riavvicinavano, come se tutta la distanza tra una separazione e l'altra non fosse mai esistita.

Yusaku non sopportava più il fatto che Ryoken non fosse una costante nella sua vita, ma solo un rivale che si annunciava ogniqualvolta vi era un problema con l'IA che abitava nel suo Duel Disk – e che aveva preferito lasciare nelle mani di Takeru proprio per questo, per evitare che Ryoken si innervosisse.
Voleva che Ryoken facesse parte della sua quotidianità… ma era tutto così difficile.

«Possiamo parlare un attimo?»

Ryoken assottigliò lo sguardo, l'espressione tipica di chi era in procinto di annunciare un “no” categorico.
I lineamenti delicati del volto si erano un poco induriti.

«Non ho assolutamente intenzione di–»

Prevedendo una risposta del genere, Yusaku lo interruppe sollevando il polso libero dal Duel Disk.

«Saremo soli. Solamente io e te» disse, scandendo con cura ogni parola.

Ryoken parve rilassarsi.
Poi annuì.

«D'accordo».



Avanzarono lungo uno dei quattro corridoi bui che i duellanti leggendari percorrevano per raggiungere il campo di battaglia e, una volta constatato di trovarsi fuori portata da occhi indiscreti e potenziali interruzioni – Brave Max stava sicuramente setacciando l'arena in lungo e in largo alla ricerca di Playmaker –, si fermarono.

«Complimenti per la vittoria» iniziò Yusaku, poggiando la schiena contro il freddo muro del corridoio. «Tu e il tuo partner avete duellato molto bene».
«Ti ringrazio» rispose Ryoken, facendo altrettanto; poggiò la schiena contro il muro, le braccia incrociate. «Quel duellante è stato… una bella sorpresa. Sì, penso che queste siano le parole più adatte per descriverlo».

Yusaku strinse i pugni, mordendosi l'interno della guancia.
Ancora una volta, avvertì la bocca dello stomaco stringersi in una morsa alquanto fastidiosa.
«Mh… capisco» borbottò. «Quindi non è un Cavaliere di Hanoi?»
«No, anche se non mi dispiacerebbe averlo dalla mia parte» ammise Ryoken con tranquillità.

La stretta allo stomaco si fece ancora più opprimente.
«No, in realtà non capisco proprio» disse Yusaku con voce roca.
Ryoken lo guardò. «Che intendi dire?»
«Perché lui sì e io no?» domandò Yusaku, molto più tagliente di quanto si aspettasse. «Perché hai rifiutato la mia proposta di fare squadra con me per questo torneo?»

Lo sguardo di Ryoken si fece ancora più penetrante.
«Sai benissimo il perché, Playmaker» rispose, e il tono gelido che aveva usato non ammetteva repliche, nonostante sapesse a prescindere che Yusaku tutto avrebbe fatto tranne che interrompere la loro discussione proprio in quel momento.

Difatti, Yusaku si inalberò.
«Davvero il tuo odio per le IA è più forte di qualsiasi altra cosa?» chiese con tono esasperato.
Si staccò dal muro e si parò di fronte a lui, fissandolo dritto negli occhi dardeggianti di rabbia repressa.
«Sai benissimo che lo stesso livello di sintonia che hai raggiunto col tuo partner avresti potuto superarlo stando con me. Ma no, hai comunque rischiato decidendo di allearti con un duellante che nemmeno conosci, e per cosa? Solo perché io sono a mia volta alleato con una IA? Non… per me non ha senso».

Non fece in tempo a riprendersi da quel breve (ma intenso) sfogo che si sentì spingere contro il muro che si trovava dietro di lui.
Subito dopo si ritrovò impossibilitato a muoversi: Ryoken aveva invertito le posizioni e ora gli stringeva il mento con le dita di una mano, il viso vicinissimo al suo e gli occhi che baluginavano di riflessi che parevano fulmini dorati.

«Ascoltami molto attentamente, Playmaker» sibilò lentamente, senza mai interrompere il contatto visivo. «La mia unica richiesta per partecipare a questo torneo era di allearmi con un duellante che non possedesse una IA o che non fosse una IA. Allearmi con te avrebbe violato entrambe le mie richieste e sarebbe andato contro i miei princìpi».

La stretta sul mento si fece un po' più serrata, ma Yusaku non dette segni di cedimento.
«Per me continua a non avere senso» sibilò a sua volta, senza demordere. «Soprattutto quando sai quali livelli possiamo raggiungere se uniamo le for–»
«Per me invece ha senso» lo interruppe Ryoken. «E poi, odio vincere facile».

Yusaku sussultò, colto alla sprovvista.
Ryoken si lasciò andare a un sorrisetto pregno di trionfo.
«Credi che non ci abbia pensato?» gli chiese, continuando a guardarlo negli occhi. «Se avessimo duellato insieme, avremmo avuto la vittoria assicurata. Era ovvio che sarebbe andata a finire così. Un po' mi deludi, Playmaker: pensavo che anche tu desiderassi metterti alla prova contro un degno avversario, ma a quanto pare non hai preso questo torneo sul serio tanto quanto ho fatto io».

Quando Yusaku realizzò tutto, era ormai troppo tardi: si vergognò talmente tanto per il suo comportamento che non seppe nemmeno come o cosa replicare.
Aveva frainteso tutto e questo bastava a dargli un cruccio che l'avrebbe attanagliato per tutto il resto del torneo.
Con la gola riarsa e le gambe che tremavano appena, Yusaku si sentì sconfitto per la seconda volta nel giro di neanche trenta minuti.

«È proprio perché ti considero troppo che non farò mai squadra con te» disse Ryoken come se stesse parlando più a se stesso che a Yusaku.
Ora non lo fissava più negli occhi, bensì era intento a osservare le sue labbra.
«Inoltre, tu combatti al fianco di una IA, ma… a parte questo, non ho altri motivi per cui dovrei respingerti».

Ciò che accadde subito dopo fu inizialmente difficile da processare.
Con ogni probabilità, il cervello di Yusaku andò talmente tanto in tilt che ciò che ne seguì fu un blackout generale della sua mente e, di conseguenza, il suo intero corpo si affidò a un istinto non dettato dal raziocinio, bensì dalle sue più ataviche pulsioni.

Ryoken aveva poggiato le labbra sulle sue e, senza troppe cerimonie, aveva immediatamente iniziato a cercare la sua lingua, trasformando quel contatto in una caccia famelica.
Seguendo una scia di pulsioni che non credeva di possedere, Yusaku schiuse le labbra e cercò a sua volta di rendere ancora più intimo quel contatto avvolgendo le braccia attorno al collo di Ryoken.

(Se quello era l'unico modo che avevano di essere uniti, andava bene).
(Era semplicemente perfetto).

Fu un bacio lungo, intenso, pregno di sospiri, ansiti e di un'eccitazione che cresceva sempre più.
Yusaku avrebbe voluto che quel momento non finisse mai ma, a un certo punto, fu necessario staccarsi per riprendere fiato.
Mentre lui aveva le gote ridotte a un ammasso di carne bruciata (era stato il suo primo bacio, dopotutto), Ryoken non parve essersi scomposto più di quel tanto, nonostante i suoi occhi ardessero di desiderio.
Avvicinò nuovamente le labbra a quelle di Yusaku e, cogliendolo di sorpresa ancora una volta, gli morse quello inferiore.

«Ti aspetto per la rivincita» gli disse, prima di staccarsi da lui.

Mentre lo osservava allontanarsi, Yusaku non poté fare a meno di pensare a quanto certe sconfitte, in fondo, potessero essere estremamente dolci.
   
 
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