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Autore: Diana924    27/03/2023    0 recensioni
Quella situazione faceva schifo e quel che era peggio non poteva fare nulla per cambiarla.
Siempre Bruja AU, sequel di " Maldito sea aquel día", Martìn e Raquel si ritrovano nel 1519 dopo aver contribuito alla creazione di un loop temporale. Bloccati in un secolo non loro cercano di sopravvivere alla mancanza di acqua corrente, di elettricità e di tecnologia. Nel frattempo nel 2019 Andrés e Sergio sono determinati a riportare i due nel secolo giusto, e poi a tornare definitivamente nel loro... se solo fosse così facile
Genere: Commedia, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Berlino, Il professore, Palermo, Raquel Murillo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Autore: Diana924
Fandom: La Casa de Papel
Titolo: Un verso che hiciste de mì
Personaggi:  Andrés de Fonollosa| Berlin, Sergio Marquina |el Professor, Martìn Berrote| Palermo, Raquel Murrillo| Lisboa, Nairobi| Agata Jimenez, Helsinki| Mirko Dragic, Tokyio| Silene Olivera, Denver| Daniel Ramos, Estocolmo| Monica Gatzambide, Alicia Sierra, Tatiana, Rafael
Rating: NC15
Note: AU!Siempre Bruja, het, slash, cheating, AU!Modern, magic, time travel, period typical stuff, religious guilt (!!!)
Note2: Siempre Bruja è una serie tv di NETFLIX Colombia dalla trama piuttosto facile: poco prima di essere bruciata sul rogo con l'accusa di stregoneria, ma in realtà per aver amato un bianco, Carmen Eguiluz lancia un incantesimo temporale. Lo scopo sarebbe tornare indietro di tre giorni e riuscire a fuggire con il suo amato ma sbaglia e finisce 300 anni nel futuro, nella moderna Cartagena. Il resto è piuttosto prevedibile ma ben narrato
Note3: il titolo deriva da "Qué Hiciste" di Jennifer Lopez

Note4: in Siempre Bruja la stregoneria è unisex, sebbene le donne possano apprenderla tramite un insegnate d'ambo i sessi o possono manifestarla spontaneamente o ancora riceverla per via ereditaria, gli uomini invece sono stregoni solo se figli di streghe, pertanto mi sono dovuta ingegnare
Note5: Siempre Bruja ha 2 stagioni e così mi sono adeguata con una seconda parte, già conclusa




 

Spa vicino Madrid, 2019:

 

Il ventunesimo secolo era meraviglioso, Raquel Murrillo ne era sempre più convinta.

Appena tornata a Madrid era subito corsa da sua madre e da Paula, le quali avevano creduto alla bugia che aveva raccontato, per fortuna Angel e Alicia le avevano tenuto il gioco, lui perché sperava che così gli avrebbe dato un’opportunità e lei perché sapeva tutto e voleva godersi lo spettacolo. Per fortuna nessuno le aveva fatto troppe domande, missione sotto copertura era da sempre un’ottima scusa e la mancanza di maggiori informazioni era stata scambiata per riservatezza e obbedienza ai dettami dei superiori. Prieto le aveva fatto qualche domanda ma temendo di fare una figura ridicola e compromettere chissà cosa aveva desistito, era sempre bello sapere che i propri superiori avevano dei superiori i quali potevano tranquillamente bypassarli.

Si era quindi concessa un bagno rilassante, una maratona tv di reality show capaci di abbassare il quoziente intellettivo persino alla piccola Adhara Perez e aveva realizzato il sogno di Paula portandola a pranzo e a cena per due giorni di fila in diversi fastfood, dicessero quel che volevano ma il cibo spazzatura le era mancato.

Poi aveva annunciato che aveva diritto ad una pausa, aveva ingoiato l’orgoglio e telefonato ad Isabel per chiederle se lei e Alberto potevano occuparsi di Paula per un week end e si era prenotata un fine settimana in una spa. Non era mai stata una fan di certi posti ma il cinquecento si era rivelato più stancante del previsto.

E ora si stava godendo un pomeriggio di assoluta beatitudine, in accappatoio e a bordo piscina, forse dopo avrebbe azzardato l’idromassaggio o qualche trattamento per la pelle ma per il momento voleva solamente rilassarsi.

<< Una volta siamo andati in uno di quei bagni pubblici dei moriscos, a Cordova, ed è stata un’esperienza piacevole ma devo ammettere che quest’esperienza è sicuramente superiore >> ammise Sergio prima di raggiungerla e sedersi accanto a lei, anche lui in accappatoio.

<< Non erano illegali simili luoghi? >> domandò lei curiosa.

<< Si ma un mio corrispondente a Cordova era un sapiente musulmano che ci fece entrare, Andrés negherà fino alla morte di essere stato in un posto simile >> rispose Sergio facendola ridacchiare.

<< Credi abbiano fatto la scelta giusta? >> domandò. A parer suo era una follia, non sarebbe finita bene ma erano adulti ed era giusto che affrontassero le conseguenze delle proprie azioni. Inoltre non voleva farsi gli affari degli altri ma dopo tutto quello che era successo era anche affar suo sapere come tutto quello sarebbe proseguito.

<< Se vuoi il mio parere no ma sono adulti e consapevoli, e non sono un mio problema, non più almeno >> ribadì Sergio prima di guardarsi attorno curioso.

<< Cosa farai ora? >> chiese curiosa. Ufficialmente Sergio Marquina non esisteva in quel tempo, il certificato di nascita se ancora esisteva lo dava nato sei secoli prima e non c’era nemmeno un certificato di morte, ufficialmente disperso da oltre cinquecento anni.

<< Non lo so, cercherò di ottenere dei documenti veri, forse mi iscriverò all’università, potrei viaggiare o prendere contatto con Roberto de Fonollosa nelle colonie e scoprire cosa sa >> le rispose lui. Dimenticava sempre che i documenti erano falsi, Agata Jimenez era un’artista nata per quello, peccato che non avesse sfruttato il suo talento per lavori legali finendo per confermare gli stereotipi sul suo popolo. In quanto al viaggiare… meglio proporgli qualcosa di semplice e a breve distanza, chi poteva dire che Sergio non soffrisse il mal d’aria? O il mal di mare? Meglio optare per qualcosa di semplice, un viaggio a Parigi, un week end alle Baleari, niente di troppo complicato. In quanto al contattare l’ultimo discendente del fratello… a suo parere era una follai, Roberto de Fonollosa poteva farlo internare nel momento esatto in cui Sergio gli avrebbe spiegato la sua situazione, pensare ad un ricatto o… esistevano i cacciatori di streghe? Forse nemmeno sapeva che la sua era una dinastia di stregoni o se lo sapeva non andava certo a dirlo in giro al primo venuto.

<< E pensi che Roberto accetterà tranquillamente quello che gli dirai? >> domandò preoccupata.

<< Forse, se avrò delle prove. Quando siete tornati ho controllato in rete sul sito di palazzo Fonollosa e la genealogia non è cambiata: Rafael si è sposato dieci anni dopo il vostro arrivo, ha avuto due figli ed è morto quando sarebbe dovuto morire, e così anche Tatiana, cosa piuttosto strana mentre stavo per spegnere il portatile di Martìn è apparsa la mia data di morte, o meglio di “presunta morte” >> le rivelò lui. e ora cosa voleva dire quella rivelazione?

<< Presunta morte? >> chiese.

<< Esatto, a quanto sembra hanno trovato alcuni oggetti che potevano ricondurre a me ma non il mio corpo. Sono stati trovati in Messico, dove sembra sia avvenuta una battaglia, il nome Otumba ti dice nulla? >> le domandò lui e lei sorrise, che birbanti.

<< La battaglia decisiva della conquista del Messico, meno di cento morti da parte spagnola, poco si sarebbe diffusa un’epidemia di vaiolo che avrebbe decimato gli aztechi >> spiegò lei, non che fosse una cima nelle materie scolastiche ma aiutando Paula con i compiti qualcosa aveva ripassato.

<< Quindi potrei essere morto sul campo di battaglia, o di vaiolo… a meno che… io li ammazzo, quando tornano li ammazzo >> rifletté Sergio.

<< Sono uno sbirro, anche se mi volterei dall’altra parte è meglio che tu non faccia questi discorsi con me, hai mai… visto il mare? >>

<< Una volta sola, quando siamo andati ad accogliere il re Felipe e la regina Juana a La Coruña cinquecento quattordici anni fa >> rispose lui

<< Allora la settimana prossima ti porto al mare >> decise lei d’impulso prima che lui la baciasse, poteva abituarsi a quello.

<< Io… è appropriato? >> le domandò lui, il tentativo di non arrossire miseramente fallito.

<< Baciarsi in pubblico? Certamente, ma meglio farlo due volte >> replicò Raquel prima di essere lei a prendere l’iniziativa tre secondi dopo l’idromassaggio cominciò a funzionare senza che nessuno lo avesse messo in funzione.

<< Quando torneremo a Madrid devi chiamare Silene >> le ricordò lui. In effetti dovevano stilare un piano di studio perché imparasse a gestire i suoi poteri e non facesse esplodere Madrid, a sentire la mora aveva un talento naturale.

<< Quando torneremo a Madrid >> confermò lei prima di togliersi l’asciugamano e dirigersi verso l’idromassaggio aspettando che lui la seguisse.

Il ventunesimo secolo era assolutamente meraviglioso, Raquel Murrillo ne era più che convinta.

 

Saint Jean de Cap Ferrat, 1905:

 

Tornare a casa era stato meraviglioso.

Martìn Berrote per prima cosa aveva acceso tutte le luci, si era fatto due docce con acqua rigorosamente bollente e poi si era recato al più vicino supermercato da cui era tornato con due buste piene di cibo spazzatura che si era mangiato tutto da solo di fronte alla tv, alternando reality a suo parere creati per un pubblico assolutamente decerebrato e telenovelas così intricate che nemmeno gli sceneggiatori avrebbero saputo sciogliere i nodi.

Dopo essersi così riconnesso con il terzo millennio aveva deciso che rimaneva un’altra cosa da fare prima di pensare seriamente ai propri programmi per il futuro. Lui e Andrés non erano usciti per due giorni dalla sua camera da letto, finalmente poteva scopare in pace senza che nessuno lo disturbasse e per il cibo… a che pro avere Sergio e i dépliant dell’asporto?

Si era già preparato un discorso ma Andrés non solo lo aveva anticipato ma era riuscito a sorprenderlo, e dopo quello che aveva passato era quasi impossibile coglierlo di sorpresa.

<< A breve la magia temporale non sarà più un problema per il mio corpo >> aveva annunciato a sorpresa la seconda sera mentre riposavano, lui con la sigaretta del dopo… dio quanto gli era mancato il tabacco.

<< Elabora mi amor >> aveva replicato lui temendo quello che l’altro avrebbe detto, fosse esso positivo o negativo.

<< Non sarà più un problema per me spostarmi tra un secolo e l’altro, e tra un luogo e l’altro, potrei persino riuscire a portare qualcuno con me, i miei tempi di recupero si accorceranno sempre di più >> gli aveva spiegato lo spagnolo.

<< E quindi verrai a trovarmi più spesso? >> aveva domandato speranzoso, sembrava un’autentica follia ma forse avrebbero davvero far funzionare quello che avevano, Tatiana e denunce all’inquisizione permettendo

<< Non posso tornare nel mio tempo, non con una possibile denuncia che potrebbe portarmi al rogo ma… ho una proposta da farti >> aveva risposto Andrés, il sorriso di chi sta organizzando un’impresa epica che potrebbe risolversi in un’assoluta cretinata.

<< Ti ascolto >> aveva detto timoroso.

<< Martìn Berrote… vorresti viaggiare nel tempo con me? Sebbene abbia in mente uno o due luoghi potremmo andare ovunque tu desideri >> ed era stato allora che si era sentito morire dalla felicità. Non si sarebbe mai aspettato una proposta del genere e la sola idea di avere tutto il tempo del mondo con Andrés era …troppo da razionalizzare. Potevano andare ovunque, in qualsiasi tempo, c’erano così tanti luoghi che avrebbe voluto visitare e in così tanti momenti, e potevano farlo insieme. Era la cosa più simile ad un impegno che qualcuno gli avesse mai fatto, migliore persino della proposta di Dario di vivere insieme dopo la laurea, era… tutto eppure non abbastanza.

<< Lo voglio >> rispose, sentiva che quella proposta aveva quasi più valore di un matrimonio, non avrebbe saputo spiegarlo a parole ma era così. << Ci sono così tante cose che vorrei fare con te, e viaggiare nel tempo è sicuramente una di queste >> aveva ammesso prima di baciarlo d’istinto. Andrés aveva ricambiato il bacio prima di spegnere la luce con la magia. << Voglio andare a Woodstock a fumare una canna, voglio fare l’amore a Londra nascosto solamente da una coperta, voglio conoscere Onassis, vedere l’inaugurazione del canale di Panama, prendere il sole su una spiaggia caraibica ancora inabitata… voglio vedere mia madre >> aveva aggiunto quando si erano separati. C’era una storia della sua babysitter che gli era sempre sembrata strana, e lui stesso ricordava che il giorno in cui sua madre era morta aveva visto un uomo misterioso uscire dalla sua stanza d’ospedale. Allora aveva pensato ad un dottore ma se invece avesse visto sé stesso ma adulto? Suo padre non aveva mai confermato nulla e nemmeno Roberto era stato d’aiuto perché ricordava fin troppo bene di essere sfuggito a lui e a Sofia quel pomeriggio.

Andrés lo aveva baciato una seconda volta e poi non c’era stato più tempo per parlare.

Sergio aveva sottilmente disapprovato la loro idea, a sentir lui c’era il rischio concreto che mettessero in crisi lo spazio – tempo con i loro numerosi salti anche se dopo aver comunicato quel che pensava se n’era lavato le mani, erano adulti e liberi e di fare tutti gli errori che volevano aveva aggiunto prima di uscire di casa diretto in biblioteca.

Gli altri avevano approvato, Anibal da bravo nerd ventenne aveva consegnato loro una sorta di vademecum sui viaggi nel tempo preso da serie tv, giochi di ruolo e videogiochi, Agata aveva alzato gli occhi al cielo e Mirko si era assicurato che la data del loro eventuale ritorno fosse la stessa della partenza per evitare altri problemi in quanto odiava dover mentire, confermando di essere un angelo inviato sulla terra per qualche misteriosa ragione.

La loro prima tappa era stata in un luogo dove potersi riposare in pace: la Riviera.

La Francia non gli era mai piaciuta ma doveva ammettere che la Belle Époque aveva i suoi vantaggi, compresa la capacità del personale dell’hotel dove alloggiavano di diventare ciechi e sordi a comando in cambio di una buona mancia, sorprendentemente nessuno del personale aveva fatto commenti sul fatto che fossero due uomini che dividevano una stanza con un unico letto matrimoniale, forse aveva sopravvalutato i francesi.

<< Non sapevo che questo luogo fosse francese, nelle mie mappe viene indicato come savoiardo >> disse Andrés prima di raggiungerlo sul terrazzo, la vestaglia gli stava divinamente per non dire degli abiti che si era procurato, quel secolo gli si addiceva perfettamente.

<< È accaduto nel secolo scorso ma non conosco i dettagli, bisogna ammettere che è incantevole >> replicò lui prima di servirsi da bere, era un po’ troppo presto per lo champagne ma poteva concedersi uno o due vizi in vacanza.

<< Un luogo veramente incantevole, ci sono altri luoghi dove voi andare in quest’anno? >> domandò Andrés. Prima di partire si era servito di Wikipedia per le basi ma non era che avesse troppe idee, gli bastava stare con Andrés.

<< Solo uno ma possiamo rimandarlo, in Russia stanno per accadere diverse cose ed è meglio stare lontani >> dichiarò, non che lo sapesse ma il film se lo ricordava bene.

<< E allora non andremo, cosa ne pensi di andare a sud, ho sempre voluto vedere l’Acropoli come doveva essere ai tempi degli antichi greci >> propose Andrés, non era poi una cattiva idea.

<< Mi piacerebbe, tu parli greco? >> domandò curioso.

<< Discretamente, sarebbe opportuno non scegliere quindi l’età di Pericle ma i tempi dell’invasione romana in maniera tale da parlare latino >> fu la risposta, che genio era l’altro pensò lui.

<< E andiamo in Grecia allora >> replicò Martìn prima di far tintinnare i due bicchieri, per quanto lo trovasse di suo gusto Andrés non si era ancora abituato allo champagne, l’idea che un vino con le bolle fosse un vino andato a male era difficile da estirpare ma aveva tutto il tempo del mondo.

<< Ai viaggi del tempo >> dichiarò Andrés con un sorriso divertito pieno d’amore.

<< Ai viaggi nel tempo >> ripeté lui prima di sporgersi e baciarlo dolcemente sulle labbra. Aveva la sensazione che quella strana, emozionante e assolutamente unica vacanza avesse diversi vantaggi, e non solamente sotto l’aspetto sessuale, anzi per la prima volta sentiva davvero di poter costruire qualcosa con qualcuno. Certo, quel qualcuno era uno stregone che veniva da un altro secolo in cui aveva lasciato moglie e figli e stavano saltando per il tempo ma quello era un dettaglio trascurabile, amava Andrés come mai aveva amato qualcuno e per una volta quello sarebbe stato sufficiente.

Dovevano però lasciare, la Francia, un continente perfetto se solo non fosse stata piena di francesi pensò quando si separarono e sentì le mani di Andrés accarezzargli la schiena, era tutto assolutamente perfetto, di quello ne era assolutamente sicuro.

   
 
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