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Autore: J85    31/03/2023    0 recensioni
Quinto ed ultimo capitolo del pentagono di racconti con protagonista Sara Silvestri.
Nello specifico, si tratta di una mia personale rivisitazione del manga "Cyborg 009", in cui la storia è stata decisamente modificata.
Inoltre, questa storia a capitoli servirà ad esplorare il mio personale universo narrativo, sviluppato durante tutti questi anni di passione per tutti questi anni di scrittura e immaginazione.
Per uno strano scherzo del destino, nove persone, di varie nazionalità e professione, si ritrovano con la propria vita totalmente stravolta dall'essere stati trasformati in mutanti, ognuno con un suo potere specifico.
Ad aiutarli, arriverà proprio la nostra Sara che li addestrerà per affrontare al meglio l'organizzazione criminale nota come Spettro Bianco, in tutta una serie di avventure, compresi what if e crossover.
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 24

Storie brevi”




Casa di riposo per musicisti “G. Verdi”, Milano

Una struttura fondata nel 1899 dall’omonimo e famoso compositore, è un enorme ed accogliente villa in stile neogotico.

Davanti ad essa vi erano due persone ad attendere l’arrivo del mutante italiano: 55, il polistrumentista totale della squadra polisportiva Face Team, e Walter Mora, il più grande maestro di piano esistente al mondo.

Finalmente, Andrea Alberti si palesò davanti a loro.

“Benvenuto Andrea!” lo salutò, in maniera poco formale, lo pseudoatleta.

“È un onore averti nostro ospite” fece un lieve inchino il pianista.

“L’onore è tutto mio di poter fare la conoscenza con un maestro straordinario come lei, signor Mora” era visibilmente emozionato il Soggetto N. 4.

“Sciocchezze, figliolo!” Mora scosse la sua folta capigliatura canuta, caratterizzata dal corto codino che ricadeva sopra il collo “Sappiamo perfettamente quanto tu e il tuo gruppo state facendo per l’umanità”.

“Ed è per questo che noi del Gruppo Diapason speravamo di poter incontrare almeno uno dei vostri membri” proseguì il biondo ossigenato con l’orecchino sul lobo destro.

“Giusto! Mi hanno parlato della vostra splendida iniziativa! Siete come dei Global Defenders della musica!”.


Mentre il trio proseguiva con i convenevoli, nell’aiuola circolare davanti all’ingresso altre due figure osservavano la scena.

“Miiiii, e quello chi minchia è?” chiese, con uno stile tipicamente siciliano, il palermitano Matteo Amadio, tenendo ben stretto in tasca il suo scacciapensieri.

“Un po’ di contengo, Matteo!” lo redarguì l’organista Giovanni Barbaro “Lui è uno degli Humana”.

Una figura femminile si avvicinò alla coppia.

“Io lo conosco! Ci siamo conosciuti in Egitto ” affermò fiera Steve Ellis, in arte Giza, lì presente per la sua padronanza con il sistro.


Intanto, il pesante portone in legno si aprì. A fare gli onori di casa vi era una bella donna dai capelli ricci e biondi. Il vestito a balconcino che indossava metteva in risalto il suo seno florido.

“Benvenuto nella nostra umile dimora…” gli sorrise dolcemente Susanna Martini, rivelando però dei canini alquanto appuntiti.

Il mutaforma fu spiazzato da quel sinistro particolare, quando la sua attenzione fu cattura da uno strano ometto.

“Vuoi per caso un buon gelato?!” chiese diretto.

“C-Come?”.

“Oh! Non ci far caso…” minimizzò Mora “è una sua deformazione professionale, lui è un gelataio che si chiama Jacopo Brandi”.

L’interessato replicò con una strimpellata di banjo, mentre la donna gli fece eco con una di balalaika.

“Che gelato avevi in mente per noi, eh, Jacopo?” lo punzecchiò Julie Carr, nome di battaglia Druid Girl, con poteri sia di criocinesi che di pirocinesi “che così vedo di darti una mano, o nel farlo o nello scioglierlo!”.

“Gelato fatto con pasta di biscotto con ripieno di torta di zucca, patatine al caramello, torta di mele e marshmallow.” replicò serio lui.


All’esterno della villa, altri curiosi si avvicinarono ad essa. A Giza si affiancò un uomo dai suoi medesimi gusti sessuali.

“Ciao tesoro, è vero che dentro c’è uno degli Humana?” 30 del Face Team era così incuriosito da lisciarsi i baffi nell’attesa della risposta.

“Ma certo amo…” il trans si interruppe vedendo uno stormo di piccioni, dall’aria decisamente poco amichevole, piombare su di loro “Piccioni!”.

Nonostante quell’attacco improvviso, in tre si misero a difendere la “dolce donzella”: Emanuele Chiappara, con il suo Chapman stick, Dario Corradi, con la sua ciaramella, e Ailton Barreto, con il suo berimbau ma, soprattutto, con la sua padronanza della capoeira.

L’attacco dei pennuti fu respinto con onore. Le onde soniche, emesse dai vari strumenti musicali, furono come un muro contro cui andarono a sbattere i volatili.

State tutti bene?” si informò Amuro Yotsuba, proveniente dall’Istituto Shiroiwa, con la sua tromba pocket.

Con tutto quel trambusto, Andrea uscì di corsa dall’abitazione e si guardò intorno preoccupato.

Che è successo?”.

No, niente…” sdrammatizzò Andrea Coleman “qui ogni tanto capita che ci assaltano i piccioni…”.

E pensare che, alle volte, rischiamo anche di far saltare i concerti, a causa loro” ricordò Valerio Pisani, con le mani infilate nel laccio dei suoi piatti.

Giusto a questi tre gay può piacere tutto quello stormo di uccelli!” Mattia Carboni indicò, con il suo triangolo, prima 30, poi Giza ed infine il ragazzo.

Non sono gay! Come devo dirvelo?!” replicò furioso il bassista.

Piuttosto, perché non ci suoni qualcosa tu, Andrea?” propose Arminio Rocchi, con le lenti dei suoi occhiali che scintillavano al sole.

Io?” si autoindicò il mutante, con la mano che si era inconsciamente tramutata in una sorta di fucile atomico.

Ma sì!” gli si mise sottobraccio Mai Shinozaki, violoncellista e studentessa anche lei dell’Istituto Shiroiwa “Non credo che il maestro Mora si faccia dei problemi a farti usare il suo pianoforte, giusto?”.

Come ti ho detto prima, per me sarebbe assolutamente un onore” diede il suo benestare Walter, uno dei più anziani del Gruppo Diapason.

Tutti i presenti si spostarono nell’enorme salone adibito ai concerti. Andrea Alberti, seppur con le mani tremanti dall’emozione, si mise a premere i tasti per farne uscire una melodia almeno accettabile.

Ad accompagnarlo, vi era la tuba di Giovanni Jani, cugino del ex-portiere dell’Istituto Fota e attualmente del Liverpool Luca Jani.




Egitto

Nuovamente in terra egizia, Sara Silvestri si esaltò a spiegare il possibile ritrovamento di un’antica tomba faraonica, mentre i Soggetti N. 3 e 9 seguivano con gran difficoltà tutto quello sproloquio di parole.

L’Italiana era talmente esaltata che, non sentendosi particolarmente bene una mattina, fu costretta a mandare i due mutanti alla ricerca di tale obiettivo.

Il risultato fu una stele, incisa direttamente nella roccia, che recitava così.

Qui gli dei non vengono a qualsiasi appello. La senza nome deve restare per sempre sola. Voi non avvicinatevi alla senza nome, perché la vendetta ucciderà. Guardatevi dall’uomo che viene dal lontano cielo del nord. Lui libererà e scatenerà la sua perfidia sulla terra”.

Per trovare l’ingresso, fu fondamentale il potere del velocista. Una volta scoperto, riuscì a disintegrare la roccia di sigillo con delle rapide vibrazioni delle sue dita.

Figlia del sole, amata da Osiride, regina degli egizi: Kara” fu una nuova incisione che trovarono all’interno della tomba.

Purtroppo la gioia di quella riuscita fu contrastata, appena rientrati all’albergo che li ospitava, dal ritrovare la loro mentore svenuta.

Una volta portatola in ospedale, il mattino successivo i due mutanti tornarono nella tomba. Qui scesero una lunga scalinata, alle cui pareti erano rappresentati alcuni dei della religione egizia, loro antichi rivali ed ora degni compagni di battaglia. Terminati i gradini, ad attenderli vi era una grande sala piena di svariati suppellettili, tra cui la testa bronzea di Anubi.

Nel mentre, in ospedale Sara si ridestò finalmente dal suo sonno senza sogni.

Proprio nell’esatto momento in cui Johnny spinse il coperchio di un sarcofago per aprirlo, nonostante Frédérique era alquanto riluttante all’idea.

Rientrati euforici all’ospedale, comunicarono la lieta notizia alla convalescente.

Il mattino dopo, la tomba era preda di vari ricercatori, giornalisti ed alcuni facchini che, come una catena di montaggio, prelevavano i vari tesori ritrovati al suo interno.

Particolare attenzione fu data chiaramente al sarcofago.

Purtroppo tale iniziativa non soddisfaceva un impiegato del Cairo che, proprio nel bel mezzo del sollevamento del sarcofago tramite cavo, bloccò di colpo il meccanismo. L’unica conseguenza fu la rottura della fune che, con uno strano scherzo del destino, andò ad avvolgersi attorno al collo dell’egiziano, strozzandolo.

A seguito di tale evento infausto, fu deciso che il sarcofago sarebbe infine rimasto in Egitto, mentre a Wayne fu regalato un antico specchio, come ringraziamento a tutti gli Humana per il loro prezioso aiuto. Per il trio giunse il momento del rientro a casa.

Passati mesi da questa loro trasferta, durante un’eclissi, la teca protettiva di vetro si crepò misteriosamente.

Avvertito di ciò, questa volta fu mandato in terra africana il solo Soggetto N. 9. Appena sceso dall’aereo, corse rapido verso il sarcofago della regina, dove degli studiosi lo avvertirono che erano obbligati ad esaminare la pelle della defunta per eventuali presenze batteriologiche. Egli si imbufalì come se si trattasse di un suo parente stretto.

Anche uno dei professori andò incontro ad una brutta fine: investito da una macchina di fronte al museo di storia.

Fu allora che il pilota e la ballerina iniziarono ad ipotizzare riguardo la natura demoniaca della regina Kara. A loro si unì Silvestri che si dimostrava ancora più preoccupata. In particolare, riguardo una procedura di resurrezione che dovrà avvenire alla trentanovesima eclisse, tramite i vasi canobi, contenenti le viscere della defunta, costretta fin da piccola a sposare il proprio fratello.

Col passare dei giorni, l’americano divenne sempre più inquieto. Sentiva come se l’Egitto lo stesse chiamando a sé.

Alla fine, i due mutanti tornarono nel continente di Juna, nonostante la titubanza dell’italiana.

Nel frattempo, un trabocchetto nascosto nella tomba, per la precisione uno spuntone retrattile dal muro, trapassò un ricercatore che aveva appena scovato il sirtap, il sacrario segreto.

Stessa sorte poteva toccare a Johnny, che invece scansò appena in tempo la lama mortale. La ricompensa di quell’ennesima morte furono proprio i vasi canobi.

Tali preziosi recipienti furono portati al quartier generale degli Humana. Sara temeva sempre di più l’intenzione di Wayne di replicare il rituale.

Ad avvalorare sempre di più il suddetto sospetto, fu il consulto che lo statunitense ebbe con un famoso astrologo, da cui ebbe la conferma che, di lì a breve, si sarebbe verificata esattamente l’eclisse numero trentanove.

Mentre la bionda tentava di distruggere le reliquie egizie, subì un potente attacco da parte di un poltergeist. Tutti gli oggetti della villa sembravano avercela con lei.

In quello stesso periodo, anche Arone mostrava segni di squilibrio. In lei sentiva come uno sdoppiamento di personalità, arrivando persino a truccare il proprio volto con uno stile replicante quello dell’antico Egitto.

La cosa peggiorò ancora di più quando la francese iniziò a parlare in un idioma sconosciuto ed i suoi compagni obbligati ad un ricovero forzato per la loro amica.

Qualche giorno dopo, la convalescente, appena risvegliatasi dai sedativi, convinse Johnny a realizzare la procedura alla lettera.

In piena notte, il Soggetto N. 9 si intrufolò nel museo. Alla sola luce di qualche candela, scoperchiò il sarcofago di Kara. Al suo interno, un piccolo corpo mummificato.

Ave Osiride, signore dell’eternità. Ave Anubi, signore delle tombe. Gran dio, padrone della santa dimora, ti imploro di concedere a Kara che risorga dagli inferi. Il mio sangue e il fuoco purifica la tua polvere. Che la gran luce di Anubi ti faccia respirare di nuovo. Che la gran luce di Osiride faccia ribattere il tuo cuore.”

Magicamente, al suo fianco comparve la stessa Frédérique, agghindata come una faraona leggendaria.

Fa che Anubi apra la tua bocca e riempia il tuo cuore” concluse il rito.

Sfondando i vetri delle finestre, fu proprio Anubi ad entrare e, armato della sua lancia mistica, incenerire la mummia che stava per possedere il corpo e l’anima del Soggetto N. 3.




Due donne, una di fronte all’altra, entrambe sedute su comodi quanto sfarzosi divani. Una è la ballerina mutante di danza moderna Frédérique Arone. L’altra è la famosa supermodella di nome Ivy. quest’ultima vestita con una succinta minigonna e un abito, a strisce orizzontali bianche e blu, decisamente scollato.

Dopo interminabili minuti di attesa, si fa finalmente vivo il maestro fotografo designato per quella sezione di foto, il giapponese Naoto Toriyama.

Care! Perdonatemi davvero per tutto il tempo che vi ho fatto aspettare!”.

Non si preoccupi” rispose con un sorriso rasserenante la francese.

L’americana non proferì parola, fissandolo con uno sguardo seccato.

Sono davvero dispiaciuto per questo ritardo ma, al contempo, sono estremamente felice di averti qui con me, mia dolce Frédérique”.

Il piacere è tutto mio, maestro”.

Che splendida che sei!” le sorrise lui con una smorfia assurda, per poi tornare serio e voltarsi verso la seconda donna “Cara Ivy, per prima tocca a te!”.


Nel giro di pochi minuti, il set fotografico fu allestito, con faretti, paraventi e svariate macchine fotografiche.

Ivy ricomparve con un outfit ispirato alla cultura hippy. I suoi capelli ramati erano agghindati con trecce dalle trame davvero complesse.

Mettetemi gli ABBA, svelti!” ordinò il maestro ai suoi collaboratori.

Nonostante le note del quartetto svedese si sbizzarrissero nell’aria, il volto della modella rimaneva comunque malinconico. Il Soggetto N. 3, sebbene rapita da quell’ambiente così magico e surreale, se ne accorse senza nemmeno usare la sua supervista.

Niente da fare! Non… ci… siamo…” Naoto scuoteva tristemente il capo.

Finché il suo sguardo non si posò nuovamente sulla europea.

Frédérique, amore, unisciti anche te alla nostra Ivy. Sono certo che una coppia come voi farà faville!”.

È sicuro, maestro?” l’interpellata rimaneva dubbiosa.

Assolutamente sì! Svelta, preparati e ritorna qui sul set!”.


Giusto il tempo da dedicare a trucco e parrucco, e Arone aveva ora indosso un tailleur di color lavanda di un’eleganza unica. Timidamente, si accostò alla professionista.

Fantastica! Benissimo, ripartiamo tutti immediatamente!”.

La sezione fotografica ne guadagnò molto. Il fascino delle due donne fu perfettamente catturato e valorizzato dall’obiettivo.

Passata qualche ora, l’artista dichiarò infine il termine delle fotografie.


Tornate ai loro abiti quotidiani, le due si trovarono per caso sul marciapiede davanti allo studio fotografico.

Ti devo ringraziare…” furono le prime parole udite provenire dalla top model.

L’altra ne rimase stupita “Per cosa?”.

Grazie al tuo intervento, hai salvato questa giornata”.

Ma che dici, Ivy? Ho fatto solo quella che mi veniva detto”.

Sei stata davvero brava” proseguì lei “in più, sei anche molto carina, complimenti”.

Figurati!” Frédérique era nell’imbarazzo più totale “Magari potessi avere il tuo fascino e la tua eleganza”.

In questo periodo mi sento tutto tranne che bella, te lo assicuro” si rabbuiò Ivy.

Come mai? Se posso saperlo ovviamente” la francese le si fece vicina.

Sento dentro di me una profonda tristezza. In particolare, a causa di una persona…”.

Chi?”.

Una mia amica ed ex-collega. Si chiama Holly Gibb”.

Questo nome non mi è nuovo…”.

Era la migliore della compagnia, finché non si è messa in testa di fare l’attrice e ci ha lasciate tutte così, di punto in bianco!”.

Probabilmente sentiva che quella era la sua strada. Da ballerina, in un certo senso, capisco questa sua scelta…”.

È che… ho paura che possano rovinare la mia Holly…”.

Non preoccuparti, Ivy! Sono certa che questa Holly abbia la determinazione giusta per affrontare gli ostacoli che si troverà davanti”.

Su questo hai ragione. Holly dimostra sempre un’energia incredibile! Spero che si sappia difendere da tutti gli squali che si troverà davanti” sorrise melanconica la rossa.

Il membro degli Humana le accarezzò dolcemente la schiena.

Piuttosto Ivy, dovresti pensare anche alla tua di vita. So che la tua carriera di modella è decisamente in ascesa e, se sei arrivata fin qui, sono convinta che sia tutto per merito tuo!”.

La statunitense sorrise divertita “Magari è solo fortuna…”.

D’un tratto, il suo cellulare si mise a squillare. Ivy lo tirò fuori dalla piccola borsa che aveva a tracolla e ne fissò lo schermo luminoso.

È Holly!” in un istante, il viso le divenne radioso.

Perfetto! Oggi ti sei guadagnata di chiacchierare un po’ con lei”.

Sì!” gli occhi verdi della giovane passarono dal display alla sua collega odierna “Grazie per le tue splendide parole, Frédérique, e scusa per il mio comportamento di oggi. Sei davvero una donna dal cuore limpido”.

Inaspettatamente, le diede un rapido bacio sulla guancia per poi allontanarsi e rispondere alla chiamata dell’amica.




Appena stessa la tovaglia sul verde prato attorno al quartier generale, Frédérique Arone ci si lanciò sopra felice. Con l’arrivo della primavera, la francese sembrava ella stessa sbocciare, come i numerosi fiori presenti.

Con lei vi era Igor Wansa, decisamente meno entusiasta.

Senti che bel profumo che c’è nell’aria, Igor…” inspirò ad occhi chiusi.

Sarà che dalle mie parti il freddo è l’unico vero compagno, ma proprio non ci vedo nulla di straordinario in questa stagione” sentenziò il ragazzino.

Ma dai, Igor! Mica vorrai restare sempre in casa anche con questo bel tempo?”.

Io in villa mi ci trovo discretamente bene”.

Beh ci credo, è una villa! E in più ci sono anche tutti gli altri… però non rischi di annoiarti dopo un po’?”.

Non particolarmente. Di recente poi ho visto un film davvero inquietante…”.

Addirittura!” Fu sorpresa il Soggetto N. 3 “Di che film si tratta?”.

S’intitola “The human centipede”… ” le rispose il Soggetto N. 1.

Cos’è? Un cartone animato?”.

Non proprio. È un film horror dove delle persone vengono unite tra di loro cucendo assieme le loro bocche e i loro ani, formandosi così appunto un centopiedi umano”.

La ballerina rimase shockata, tra l’allibito e il disgustato.

Scommetto che è stato Johnny a fartelo vedere. Oppure Andrea. Ma fidati, appena li vedo mi sentono quei due!”.

Però in un certo senso è stato educativo anche…”.

Col cavolo! È solo schifezza! Ma come hai fatto a guardare una cosa del genere? Mi viene da vomitare al solo pensarci!”.

A me fa più schifo il centopiedi che ti sta camminando vicino alla gamba” le indicò il russo.

La donna si alzò di scatto urlando come la sirena di un’ambulanza.

Oddio dove?! Che schifo! Mandalo via!”.

l’animaletto, più spaventato della stessa mutante, scappò subito via, rifugiandosi tra i fili d’erba più vicini.

Il telepate non riuscì a resistere e scoppiò in una risata fragorosa.

L’altra, offesa e furiosa per quel terribile scherzo, se ne andò via minacciandolo.

Ora vado subito a parlare con Sara! Così insieme decidiamo subito una punizione per te e per tutti gli altri scemi! Stronzetto!”.




Incredibilmente, il quartier generale degli Humana era totalmente deserto. D’un tratto, il rumore secco della chiave girata nella serratura presagiva una nuova venuta.

Sara Silvestri che, nonostante avesse dato lei stessa dei giorni di permesso premio a tutti quanti, inizialmente si stupì di tutto quel silenzio.

Posate le varie borse di cui era carica nell’ampio salotto di casa, per rilassarsi e godersi anche lei quella giornata libera da impegni, uscì nuovamente. Una bella camminata nel giardino rigoglioso tutto attorno alla villa era proprio quello che le ci voleva. La sua mente era totalmente svuotata da qualsivoglia preoccupazione.

Improvvisamente, si accorse di una piccola presenza nella sua proprietà. Notando questo bambino che giocava con dei non meglio specificati balocchi, gli si avvicinò, pensando di aver già individuato di chi si trattasse.

Igor, che fai tutto qui da solo? Come mai non sei con gli altri?”.

Il ragazzino sobbalzò udendo quella voce improvvisa. Addosso aveva una maglia rossa con bottoni dorati e bavero bianco, un gilè verde e, calcato per bene sulla testa, un cappello a strisce orizzontali rosse e bianche.

Alzatosi in piedi come una molla, mettendo così in evidenza il suo naso particolarmente pronunciato, fissò felice e poi sorpreso la donna “Scusa compagna… oh, ma tu non sei Malvina?”.

Anche la bionda si accorse di aver frainteso l’identità di colui che aveva davanti, tra l’altro notando su di lui una pelle che pareva di fabbricazione lignea “Scusami, ti avevo confuso con un altro. Ma piuttosto, tu chi sei? Come hai fatto ad entrare qui dentro?”.

Perdonami ancora compagna, il mio nome è Compagno Pinocchio…”.

Prego?”.

Pinocchio”.

Il burattino?”.

Sì, quello è il mio secondo nome. Tu mi conosci?”.

Certo che sì! Sono italiana, sarebbe assurdo che non conoscessi Pinocchio!”.

Oh, io invece vengo dalla Russia. Mi sono rifugiato qua dentro perché sto scappando da gente cattiva di nome Carabas, Duremar, Alice e Basilio”.

Però vedi che ci avevo preso che sei russo! Comunque, chi sono questi quattro tipi?”.

Un burattinaio, un venditore di sanguisughe, una volpe e un gatto”.

l’espressione di Sara si fece sempre più confusa “Ok, a parte il secondo, gli altri tre ce li ho presenti, anche se non avevano proprio questi nomi…”.

Sai, ad aiutarmi a scappare è stata una bambina italiana proprio come te!”.

E chi è?”.

Nascosta dietro un albero, fece capolino una nuova presenza. Una bambina con indosso un abito estivo rosso, su cui erano disegnati vari fiori bianchi, che terminava in una svolazzante gonna. In capo aveva un grosso fiocco giallo e, ai piedi, delle scarpettine eleganti con un fiocchettino rosso su ciascuna di esse.

Ciao… scusaci sei siamo entrati nel tuo giardino senza permesso”.

Tranquilla, piccola. Tu come ti chiami?”.

Mi chiamo Pirulì, sono la sorellina di Pinocchio”.

L’espressione di Silvestri era sempre più spiazzata. Tornò a fissare il ragazzino.

Quindi hai anche una sorellina?”.

No!” negò lui “Lei è sorellina di un altro Pinocchio”.

La donna tornò ad osservare lei.

Sì, io sono stata creata da Geppetto con del legno avanzato per fare Pinocchio”.

Ok, questa è la storia che conosco anch’io!”.

Così insieme affronteremo meglio quei vigliacchi!” esclamò Compagno Pinocchio, guardandosi attorno con attenzione.

Ma si può sapere cosa vogliono da voi queste persone?” chiese l’italiana.

Il burattino prima osservò colei che aveva posto il quesito. Poi la sua amica in legno. Infine, con fare guardingo, estrasse da una delle tasche una chiave dorata. La sua lucentezza si rifletteva come uno specchio negli occhi castani di Sara.

Questa chiave è la custode di un grande potere” sussurrò quasi il suo proprietario.

Silvestri squadrò quella coppia fiabesca. Nei loro sguardi notò sì preoccupazione, ma anche tanta determinazione.

Lasciate fare a me. Vi darò un mano io”.

In breve, tutti e nove i membri degli Humana furono contattati e risposero a quella convocazione inaspettata.

  
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