I TRE MITI
(1981)
Quelli che son stati adolescenti come me
e di anni ne hanno almeno trentatré
avevano tre miti nel sessanta o giù di lì:
il sesso, il socialismo ed il GT…
Il GT finalmente lo avevo e potevo andarci a spasso la domenica. Non che fosse un granché, a dire il vero: celeste e tutto arrugginito. Ma per me era un sogno dell’adolescenza che si era avverato.
Anche la donna ce l’avevo. C’era quella che mi portavo a spasso la domenica, con il mio GT, e che non faceva che lamentarsi che avevo buttato via i soldi a comprare quel macinino. Quella, per intenderci, era la madre dei miei figli, la stessa a cui avevo messo una fede al dito. Poi c’era l’altra donna, quella che vedevo il martedì e il giovedì, uscendo un’ora prima dall’ufficio. Quella con cui, diciamo così, avevo risolto i problemi del sesso.
Ma in ufficio mi toccava anche vedere altra gente. Imprenditori pieni di soldi che non facevano altro che fare la paternale a impiegati frustrati e squattrinati. Insomma, il socialismo non lo avevamo raggiunto. Quel sogno non si era realizzato.
E io stavo troppo bene con il mio GT e le mie donne – la vecchia brontolona a cui, comunque, volevo un bene dell’anima e la giovane che due volte a settimana mi ricordava cosa volesse dire essere maschio –per avere voglia di mettermi a fare rivoluzioni.
Dai, di tre miti, due erano diventati realtà.
Potevo bene accontentarmi.
… e c’è chi tra di noi ha abbandonato l’avventura
per noia, opportunismo
o per paura…