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Autore: C_Totoro    03/04/2023    2 recensioni
Lord Voldemort ha ripreso il proprio corpo e l’Ordine della Fenice è pronto a contrastarlo di nuovo, esattamente come quattordici anni prima. Una nuova minaccia, però, si risveglia nelle terre irlandesi ed è qualcosa che non può essere combattuta né da Silente né da Voldemort: è necessario unire le forze, solo una commistione di Magia Bianca e Magia Nera sarà potente abbastanza. Inizia così una convivenza forzata a Grimmauld Place numero 12, dove nascerà un’amicizia e un’alleanza improbabile: quella tra Molly Weasley e Tom Riddle.
AVVERTIMENTI: è una storia che ho scritto per ridere, pur tentando di rimanere nell’IC il più possibile, con queste premesse è evidente che sia ardua impresa, ed è il motivo per cui ho messo OOC.
Genere: Azione, Commedia, Hurt/Comfort | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Molly Weasley, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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Tom sbuffò e continuò ostinatamente a guardare fuori dal finestrino del treno, tuttavia, l’ennesima risatina gli fece storcere il naso e digrignare i denti. Sarebbe stato più facile distrarsi se il paesaggio fuori fosse stato più diversificato ma, invece, era monotono e brullo. Nonostante fosse ancora agosto, poi, continuava a piovere incessantemente ma – ringraziando Salazar – la bufera si era placata e quindi sia i treni sia i voli non erano stati nuovamente interrotti. Cosa avrebbe fatto se avesse dovuto condividere una stanza di hotel con Silente e Grindelwald? No, sarebbe stato troppo anche per lui.
Tom sentì lo schiocco di un bacio.
“Volete finirla di comportarvi come due adolescenti in calore?” berciò Tom senza però voltarsi a guardare gli altri due uomini presenti nello scompartimento. Nel treno, dato il tempo non propriamente clemente, era acceso il riscaldamento e Tom si sentiva oppresso da tanto calore. Gli metteva sonnolenza e non riusciva a mantenere una mente lucida e attiva.
“Cosa c’è, Riddle, ti mette a disagio vedere due uomini che si baciano?”
Tom arricciò il naso.
Liberare Gellert Grindelwald era stato molto più semplice del previsto. La maggior parte degli incantesimi messi a protezione della fortezza di Nurmengard, infatti, erano stati ideati da Silente in persona e, di conseguenza, disfarsi di quelli era stato un gioco da ragazzi: era bastato che Albus mormorasse il contro-incantesimo. Per tutti gli altri incantesimi di difesa non era neanche stato necessario tirare fuori la bacchetta. Un lavoro semplice e pulito. Le guardie poi erano Auror di quarta categoria: li avevano messi fuori combattimento con gesti svogliati della bacchetta; quelli neanche si erano accorti con chi avessero a che fare.
“Avresti potuto venire qui da solo!”
Tom ci aveva messo poco ad accusare Silente. Perché diamine lo avevo voluto con sé se la liberazione di Gellert fottuto Grindelwald era così facile? Il vecchio Scemente si era limitato a stringersi nelle spalle senza dire nulla e Tom si era infuriato ancora di più. Non poteva credere di essere stato gabbato da Albus Silente… per cosa poi? Per quale motivo lo aveva voluto con sé? Domande senza risposta alle quali non riusciva neanche più a pensare dato che ormai non dormiva da giorni e Tom si sentiva… esausto. Si passò una mano sul viso, poi tentò di concentrarsi sul panorama fuori dal treno che li avrebbe portati in aeroporto senza lasciarsi distrarre dal riflesso degli altri due maghi seduti nello scompartimento nei sedili di fronte a lui.
“Hai mai baciato un uomo, Tom?”
“Mi stai chiedendo se sono finocchio, Gellert?”
Tom lo sentì ridacchiare… e lo odiò. Lo avevano liberato qualche ora prima e già non ne poteva più.
Borioso.
Arrogante.
Saccente.
Irritante.
“No, ti sto chiedendo se hai mai baciato un uomo”
Tom emise un verso di sprezzo e lanciò un’occhiata fugace al riflesso di Silente che, impercettibilmente, mosse il capo in senso di diniego.
Tom sogghignò.
E dire che fino a qualche giorno fa si vantava del fatto che non avrebbe avuto problemi con Gellert… quindi il suo amichetto non sa della nostra scappatella a Hogwarts, pensò malvagio mentre si accarezzava il mento. Non si sarebbe lasciato scappare quella piccola arma, avrebbe creato “guai in Paradiso” non appena ne avrebbe avuto l’occasione. Al momento giusto. Tom sapeva essere paziente, avrebbe aspettato…
“Perché mai dovrebbe interessarti?”
“Sono un uomo curioso”
“Non sei il mio tipo” gli rispose Tom girandosi infine verso i due.
Anche Grindelwald aveva cambiato il suo aspetto e, invece del vecchio trasandato che avevano trovato a marcire nella cella a Nurmengard, sul sedile del treno sedeva un bell’uomo che dimostrava avere cinquant’anni. Esattamente come Silente.
Mentre Albus continuava a leggere una delle sue riviste di uncinetto, la mano di Grindelwald gli accarezzava in modo distratto un ginocchio. Tom osservò per qualche istante quella mano “Non potete aspettare di essere soli per fare le vostre porcherie da invertiti?” domandò annoiato, spostando poi lo sguardo negli occhi eterocromi di Gellert Grindelwald. Per qualche motivo, quegli occhi mettevano Tom in soggezione, forse perché il colore diverso faceva quasi sembrare che quegli occhi mandassero vibrazioni differenti, sentimenti differenti, come se dentro quell’uomo ci fossero due personalità distinte…
“Ti stiamo mettendo a disagio? Non ti piacciono le effusioni?” le sue labbra sottili si aprirono in un ghigno compiaciuto “Oppure ti facciamo sentire troppa nostalgia di Bella?”
Lo sguardo di Tom si assottigliò e gettò un’occhiataccia a Silente.
“Non guardare Al, Tom. Sei tu che, appena chiudi gli occhi per dieci secondi, incominci a sospirare il suo nome”.
Tom, suo malgrado, si sentì arrossire. Maledetta Bellatrix e maledetto il suo corpo che esigeva riposo. Perché non riusciva a levarsi dalla testa quella maledetta strega? Non era stato così, quattordici anni prima, prima che tutto degenerasse… non era così il loro rapporto. Cosa era successo?
Tom digrignò i denti, nervoso, senza sapere cosa controbattere.
“Sono curioso di incontrare questa pulzella”
Pulzella?
“Vuol dire ragazza” s’intromise Silente prestando, finalmente, attenzione a loro e non più alla sua rivista.
“So perfettamente cosa vuol dire pulzella, Scemente, grazie tante” commentò acido Tom “Tuttavia, mai sentito usare da qualcuno questo vocabolo in una normale conversazione… ma tendo a dimenticarmi che vuoi provenite dal secolo scorso”
Gellert rise “L’inglese non è la mia prima lingua, schatz” poi proseguì con aria noncurante “Da quel che so, comunque, sei interessato a vivere a lungo… all’immortalità…”
Tom si mosse a disagio sul sedile. Era troppo stanco. Non solo, continuava a sentirsi diviso, spaccato, non gli era mai successo, nonostante i molti Horcrux.
Forse è colpa di Nagini… tutti gli altri Horcrux sono sempre stati solo oggetti inanimati. Ma Nagini invece è un essere senziente… eppure Tom sentiva che c’era qualcosa di più, di diverso. Quello che percepiva erano emozioni troppo complesse per provenire da un animale, da un serpente. Ma allora cosa… cosa…
“Difficile incontrare maghi di un certo calibro che non ne siano interessati” rispose vago, indifferente.
“Vero. Anche io…” Gellert lanciò un’occhiata ad Albus “Anche noi abbiamo avuto le nostre debolezze
Tom vide la lingua di Grindelwald saettare tra i denti e passare in modo lezioso sulle labbra screpolate “E tuttavia non ci siamo mai spinti oltre
Tom lo ignorò. Era estenuato, vero, ma non così stupido da non accorgersi che quella era una trappola bella e buona. Gellert Grindelwald voleva capire quali esperimenti lui, Lord Voldemort, avesse fatto. Be’, avrebbe gettato ami ai quali lui non avrebbe mai abboccato. Questo era poco ma sicuro. Si rinchiuse in un ostinato silenzio ma non distolse lo sguardo dagli occhi di Grindelwald. Nessuno dei due sembrava intenzionato a smettere di osservarsi in cagnesco, quasi in una sfida “a chi ride prima”.
“La prossima fermata è la nostra” esclamò Silente arzillo, prendendo la mano di Gellert e spostandola dal proprio ginocchio. Tom sbuffò e riprese a guardare fuori dal finestrino, infastidito. Non sarebbe stato facile. Dovevano lavorare sull’incantesimo e il sigillo insieme ma poi? Cosa sarebbe successo? Non era in grado di tenere testa ad Albus Silente e Gellert Grindelwald contemporaneamente. Per altro, per come avevano impostato l’incantesimo, lui e Bella sarebbero stati gli ultimi a terminare e non avrebbero avuto tempo di riprendersi. Doveva trovare una soluzione… e doveva trovarla il prima possibile… Tom era sicuro di avere una chance contro Silente ma Bella era invece all’altezza di Grindelwald? Qualcosa gli suggeriva di no. Per quanto fosse un’abile strega, il potere che Tom sentiva emanare da Gellert era… semplicemente di più.
“Tornando a parlare di cose serie…” fece Grindelwald dopo qualche minuto di silenzio “Dicevi, Riddle, che il sigillo ha funzionato?”
“Sì, con solo la mia parte d’incantesimo, siamo riusciti a farlo funzionare”
“Ed è questa Bella l’addetta al sigillo, giusto?”
Tom si voltò verso Grindelwald, seccato. Il modo in cui pronunciava il nome di Bella proprio non gli piaceva, quasi come se fosse un gioco, uno scherzo…
“Hai qualcosa da ridire?”
“Mi domando perché la scelta sia ricaduta su una strega… per giunta anche abbastanza giovane”
“Bellatrix è in gamba, le ho insegnato io le Arti Oscure, abbiamo una grande sintonia. È per questo che il sigillo ha funzionato così bene”.
Grindelwald osservò Tom per qualche secondo senza sbattere le palpebre poi stiracchiò le labbra in un sorriso forzato “Sintonia. Hai ragione, ci vuole sintonia” gettò un’occhiata ad Albus che annuì a sua volta.
“Credo che Bellatrix sia stata una buona scelta, personalmente, non avrei saputo a chi altro chiedere”
“Tra Voldemort e Bellatrix c’è sintonia e per questo il sigillo funziona bene. Tra me e te, Albus, c’è sintonia e per questo motivo credo che riusciremo a trovare il modo di iniziare la conversione della Magia Bianca in Arti Oscure… ma come diamine possiamo lavorare io e lui insieme?” concluse Gellert accennando con il capo a Tom.
Albus fece balenare lo sguardo tra i due per qualche secondo. Gellert con quel sorrisetto di sufficienza che, in passato, aveva imparato a conoscere così bene, Tom con quella sua espressione impassibile che, invece, metteva sempre su quando era stato studente a Hogwarts. Non c’era modo che quei due potessero arrivare ad avere sintonia. Non che in realtà non avessero punti in comune, il vero problema era che nessuno dei due provava la benché minima stima per l’altro, si odiavano, non si conoscevano da neanche ventiquattro ore e, Albus lo percepiva chiaramente, si sarebbero volentieri affatturati a vicenda.
Sono due galli nello stesso pollaio… pensò avvilito Silente scuotendo leggermente il capo.
“Direi che, intanto, possiamo iniziare col farvi sedere vicini in aereo” sospirò Albus alzandosi dal posto mentre il treno si fermava lentamente alla stazione dell’aeroporto.
I due sbuffarono all’unisono roteando gli occhi nauseati.
 
*
 
“Hanno liberato Grindelwald” esclamò Sirius entrando in cucina con una copia della Gazzetta del Profeta in mano.
Bellatrix alzò lo sguardo dal libro di Antiche Rune che stava leggendo. Se avevano liberato Grindelwald significava che il suo Padrone stava per tornare da lei… non era passata nemmeno una settimana, ma si sentiva come se non vedeva il Signore Oscuro da anni, da secoli…
“E danno la colpa a me!” esclamò Sirius sdegnato facendo fiammeggiare gli occhi sull’articolo “Il pluriomicida Sirius Black, dopo aver liberato la cugina Bellatrix, è il nostro primo indiziato per la liberazione del Mago Oscuro Gellert Grindelwald. Tutti e tre insieme vorranno provare a far risorgere dalle ceneri Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato?” Sirius corrugò le sopracciglia, offeso “Non posso sempre essere il loro capro-espiatorio”.
“Meglio tu che non Silente” rispose Andromeda strappandogli di mano il giornale e iniziando a leggere l’articolo a sua volta “Anche se temo che quello che riporta il Profeta non sia quello che passa per la testa di Caramell, in questo caso”.
“Cornelius Caramell è un idiota” sbottò Sirius sedendosi accanto a Remus.
“Prima o poi riuscirai a riprenderti la tua vita, Sirius” gli sorrise Remus poggiandogli una mano sulla spalla “Riabiliteremo il tuo nome”.
Andromeda osservò per qualche istante Remus Lupin da dietro il giornale. Non era un brutto uomo ma… ma era un lupo mannaro. Perché Dora doveva essersi proprio innamorata di un uomo con una… problematica… così prominente? Per Morgana, un lupo mannaro! Non era come avere un raffreddore…
Dovresti essere fiero di essere associato ai Mangiamorte!” esclamò Bellatrix, infervorandosi subito “Quello che non capisco è per quale motivo continuino a credere che sia tu il braccio destro del Signore Oscuro! Perché io, Bellatrix, dovrei seguire te? Io che ho proclamato la mia fedeltà al mio Padrone anche durante il processo…”
“Sai cosa Bella?” la interruppe Sirius “Dovresti mandare una lettera di reclamo al Profeta perché, giustamente, il problema più pressante che abbiamo al momento è proprio questo. Perché io, Sirius Black, sono considerato il braccio destro del Signore Oscuro e non tu che sei la sua puttanella personale…
Bellatrix lo fissò inviperita per qualche istante da sotto le sue palpebre pesanti.
Sai cosa ti dico, caro cugino? Che hai ragione” annuì e appellò pergamena e calamaio “Bisogna mettere i puntini sulle i
Oh Bella, ti prego” scosse il capo Andromeda “Non fare la bambina”.
La bambina!” esclamò Bella scandalizzata “Voi non avete idea della fatica che ho impiegato per acquistarmi la fiducia del Signore Oscuro, la sua stima… l’onore della sua…”
“Come hai fatto?” la interruppe Ninfadora, curiosa.
“No, Dora! Perché le fai queste domande?” le chiese Sirius sbattendosi una mano in fronte poi si alzò trascinando con sé Remus “Non starò qua a sentirmi i suoi sbrodolamenti su Voldemort”
Bellatrix raddrizzò la schiena mentre la maggior parte delle persone abbandonava la cucina per scappare dai suoi “sbrodolamenti”, come li aveva definiti suo cugino Sirius.
“Perché ti interessa?” chiese Bellatrix a sua nipote, chinandosi un po’ sul tavolo per vederla meglio.
“Sono una Auror, sei un caso di studio” le rispose Ninfadora con freddezza.
“Avrei giurato che ci fossero… doppi fini…” ribatté Bella sondando la cucina con lo sguardo. Erano rimasti solo Dromeda col marito Babbano e quella Molly Weasley con Lenticchia.
“Cosa stai insinuando, zietta?”
“Che tu voglia sapere come adescare uomini più grandi di te e che sembrano fuori dalla tua… portata, non interessati a te”
Ninfadora si mise a ridacchiare “Credi ci voglia provare col tuo amato Padrone?”
“No, credo tu ci voglia provare con quella sudicia bestia di nome Remus Lupin” rispose con decisione Bellatrix “E se credi me ne starò a guardare mentre porti il nome dei Black ancora di più nel fango di quanto già non sia grazie a quel debosciato di mio cugino e di mia sorella…”
“Io non sono una Black!” rispose con fierezza Ninfadora “Io sono una Tonks”.
Bellatrix finse un conato di vomito.
“E non voglio provarci con nessuno” si difese Ninfadora i suoi capelli, tuttavia, iniziarono lentamente a mutare di colore…
“Dora!” esclamò Ted strabuzzando gli occhi “Remus…?” gettò un’occhiata alla moglie che però scosse leggermente il capo e, sotto il tavolo, gli afferrò il polso, come per bloccarlo. Non dovevano esporsi loro, doveva farlo Bellatrix che, a ogni modo, con Dora non aveva nessun rapporto e non avrebbe perso nulla. Andromeda si sentiva una vera serpe a stare facendo quello alla figlia eppure… eppure… un lupo mannaro!
“Anche se fosse, cosa ci sarebbe di sbagliato?”
“Che è un fottutissimo lupo mannaro!” abbaiò Bellatrix balzando in piedi come una furia “Per lo meno i Sanguesporco sono esseri umani e non ibridi”
“Non è colpa di Remus se il tuo amichetto Greyback lo ha morso quando era solo un bambino”.
“Greyback non è di certo mio amico” disse disgustata Bella “E non è questo il punto…”
“Tu puoi scoparti un uomo mezzo serpente psicopatico ma io non potrei avere una relazione con un uomo gentile che non ha mai fatto del male a nessuno?”
“Uomo mezzo serpente?” sussurrò Bellatrix allibita. Ma come si permetteva?
“Dora, Bella” s’intromise lentamente Andromeda “Calmatevi” disse spostando lo sguardo sulla figlia “Dora… Remus è un uomo gentile ma…”
“Non voglio ascoltarlo il tuo ma, mamma. Non m’interessa” Ninfadora si alzò in piedi e fece andare lo sguardo, velato dalle lacrime, da sua madre a suo padre “Pensavo avreste capito, perché avete vissuto qualcosa di simile… ma a quanto pare la discriminazione non ha mai fine”
“Dora!” la chiamò Ted mentre Ninfadora lasciava la cucina di casa Black correndo.
Bellatrix osservò Ted Tonks inseguire la figlia mentre Andromeda si risedeva lentamente accanto a lei.
“Questo è quello che succede quando si dà inizio alla degenerazione” disse Bellatrix, spietata “Se tu ti fossi sposata con un Purosangue non saremmo a questo punto”.
Andromeda scosse il capo e si lasciò andare a una risata priva di gioia “Tu sei felice del tuo matrimonio purosangue? È per questo che sei diventata la schiava sessuale di un Mezzosangue?”
Schiava sessuale?” ripeté Bella arrossendo “Non sono la sua schiava sessuale! Va bene, ogni tanto ci piace fare qualche gioco di ruolo ma…”
“Basta così!” interruppe Molly lasciando cadere la pentola che stava pulendo nel lavello “Basta così, grazie, non abbiamo bisogno di altri dettagli” proseguì asciugandosi le mani e sedendosi vicino ad Arthur che, dal canto suo, stava facendo finta di leggere la Gazzetta del Profeta. Le sue orecchie rosse facevano però intuire che non si fosse perso una parola di quella conversazione.
“Cerchiamo di rilassarci e mettere le cose in prospettiva” proseguì Molly “Ninfadora è una ragazza giovane con una cotta per un uomo più grande di lei… non sappiamo neanche cosa pensi Remus!”
“Credi davvero che un uomo direbbe di no a una bella ragazza giovane?” chiese Andromeda alzando un sopracciglio scettica “Neanche Tu-Sai-Chi ha detto no a Bella…”
“Anche dovesse dirle di sì” ribatté velocemente Molly senza dare il tempo a Bellatrix di rispondere ad Andromeda “Sarebbe davvero così tragico? Remus è un brav’uomo”
“Non sto discutendo quello…”
“E cosa allora?” s’intromise Arthur con calma “Qual è il problema?”
Andromeda si alzò in piedi, frustrata. Possibile che l’unica che capisse il suo punto di vista fosse sua sorella Bellatrix?
Forse sono davvero nel torto se l’unica che sembra capire le mie preoccupazioni è una pazza psicotica…
“Il problema è che non è Purosangue?” incalzò Arthur.
“Oh non dire scemenze, Arthur!” sbottò Andromeda “Remus Lupin ha un problema serio. Non sono le fisime dei Purosangue, è una condizione permanente, una malattia… che diamine! Una volta al mese si trasforma in un lupo mannaro! E se dovesse mordere Dora?”
“C’è la Pozione Antilupo”.
“Che già in passato si è dimenticato di prendere!”
“Perderai tua figlia così” rispose Molly agitando la bacchetta e facendo comparire i ferri per fare la maglia “Pensaci bene”.
Andromeda scosse la testa, afflitta. Sapeva bene che Molly Weasley aveva ragione…
Per qualche secondo cadde il silenzio in cucina poi però, come Bella si rese conto di cose stesse sferruzzando quella Weasley, non riuscì a trattenersi. Non poteva essere…
“Cosa diamine stai facendo?” chiese a Molly quasi indignata. Tra le mani di Molly c’era quello che, sebbene ancora non terminato, non poteva essere altro che l’inizio di un bel maglione verde scuro.
“I maglioni per Natale!” esclamò contenta Molly incantando i ferri e alzandosi di nuovo in piedi “Quest’anno ne ho davvero molti da fare… devo iniziare in anticipo”.
Bella storse la bocca, il suo sesto senso non sbagliava mai “Sembra il verde di Serpeverde…”
“Perché lo è”
“No!” abbaiò Bellatrix, incredula, furiosa. Come si permetteva quella Weasley?! Non poteva stare davvero…  “Non puoi!”
“Cosa?” domandò con innocenza Molly, fingendo di non capire. Sapeva che prima o poi avrebbe dovuto affrontare Bellatrix su quel punto.
“Non ti permetterò di fare un maglione al Signore Oscuro per Natale!” specificò Bellatrix accorata. Non le era mai stato concesso di regalare alcunché al suo Padrone e ora, quella Weasley, dopo avergli regalato l’armonica, voleva anche regalargli un maglione? Non se ne parlava!
Molly la guardò con sufficienza “Se tu non sai cosa regalare a Tom per Natale non è di certo colpa mia…”
“So bene cosa regalare al Signore Oscuro!” mentì spudoratamente Bellatrix “Credi di essere l’unica che sappia lavorare a maglia? Gli farò un maglione anche io, e poi vedremo quale dei due preferirà!” la sfidò guardando inviperita i ferri di Molly sferruzzare e cercando di capire con quale incantesimo fossero stati incantati.
“E da quando tu sapresti lavorare a maglia, Bella?” domandò scettica Andromeda, tentando di reprimere una risata.
Da adesso!

 
*

“Secondo voi chi sarà il nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure?”
“L’altro giorno sentivo mamma e papà discuterne, a quanto pare Silente sta avendo difficoltà a trovare un sostituto…”
“Possiamo davvero esserne sorpresi? Negli ultimi quattro anni uno è stato posseduto da Voi-Sapete-Chi, un altro è finito al San Mungo con un danno permanente alla memoria, Lupin è stato il migliore ma è comunque un lupo mannaro… e l’anno scorso abbiamo avuto un Mangiamorte! Chi sarebbe tanto sciocco da accettare un posto che sembra essere stato maledetto?”
“Ma non possiamo stare senza professore, no?”
“E se fosse Grindelwald?”
“Non dire scemenze, Ron! Loro stanno lavorando al sigillo per i Druidi… non credo avrebbe tempo d’insegnare a Hogwarts”.
“Credete che Grindelwald rimarrà qua insieme a Tom e a Bellatrix?”
“Mi sembrava di aver capito che lui sarebbe stato a Hogwarts con Silente…”
“Chissà perché poi non vanno da qualche parte tutti e quattro insieme… sarebbe la cosa più pratica, no?”
“Sì e tuttavia… Credo che Silente non voglia fare stare troppo insieme Voi-Sapete-Chi e Grindelwald”
“Mi sa che hai ragione, Hermione…”
“Good morning, sunshine”
Tom girò la testa, provando a scacciare qualunque cosa gli stesse sfiorando l’orecchio.
“Siamo atterrati, schatz
Schatz.
Tom si svegliò di soprassalto, atterrito. Si guardò intorno mentre i passeggeri aspettavano che il segnale di tenere allacciate le cinture di sicurezza si spegnesse.
“Hai dormito per quasi tutta la durata del volo” lo informò Grindelwald con un sorriso sornione “Sempre con questa Bella per la testa” aggiunse divertito “Anche se verso la fine credo proprio il tuo sogno sia cambiato…”
Tom incrociò le braccia sul petto “Taci una buona volta” gli sibilò irritato.
Come aveva potuto addormentarsi per quasi due ore? E per di più in presenza di Gellert Grindelwald! Ma soprattutto… perché diamine riusciva a vedere nella testa di Potter? Perché sì, quello non era stato un sogno… era come se fosse Potter con la sua stupida preoccupazione riguardo all’insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure… Cosa c’era che non andava in lui? Doveva assolutamente venire a capo di quella faccenda ma, al momento, aveva troppi grattacapi. I Druidi, Grindelwald e Silente che avrebbero potuto attaccarlo appena terminato il sigillo, i suoi Horcrux… non poteva mettersi a pensare anche a quella maledetta e bizzarra connessione che aveva con Potter.  Eppure… eppure non riusciva a togliersi dalla testa quel peso, quel peso che derivava dal non sapere chi fosse il nuovo professore di Difesa. E se fosse stato Piton? Tom storse la bocca, ma da quando in qua aveva timore di Piton?
“Chi sarà il nuovo insegnante di Difesa?” chiese scocciato Tom a Silente mentre scendevano dall’aereo e si dirigevano verso i controlli dei passaporti per l’ingresso nel Regno Unito.
Silente e Grindelwald si voltarono all’unisono a guardarlo con fare corrucciato.
“Vuoi richiedermi il posto, Tom?” gli chiese divertito Silente.
“Hai avuto difficoltà, vero? A trovare qualcuno, intendo”
“Se tu levassi la maledizione da quel posto…”
“Me ne occupo io, Al” intervenne Gellert “Qualunque maledizione messa da questo tipo… sicuramente troverò la contro-maledizione. Non dev’essere nulla di troppo complesso. Menti facili trovano soluzioni facili”
“È menti semplici” lo corresse Tom poi gli rivolse un ghigno “E ti sfido proprio a levare quella maledizione” rise di gusto “Non ci riuscirai mai”
Come ti ho già detto, schatz, l’inglese non è la mia prima lingua”.
“Comunque”, intervenne Silente senza dare modo a nessuno degli altri due di aggiungere nulla “Non ho trovato nessuno. Di conseguenza arriverà una persona dal Ministero”
Gellert alzò le sopracciglia “È sicuro per me stare a Hogwarts?” domandò proprio mentre raggiungevano il bancone dei controlli. L’addetto, a quelle parole, alzò lo sguardo incuriosito su di loro. Prese i passaporti e li scrutò a uno a uno con sguardo attento, come se stesse cercando di capire se nascondessero qualcosa.
“Garret Grindelfart?”
Gli angoli della bocca di Tom si alzarono leggermente in un sorrisetto. Era stato uno dei suoi momenti più geniali, non c’era che dire. Ma, d’altra parte, aveva sempre avuto una buona capacità nella scelta dei nomi…
“Percival Scemente?”
Tom abbassò lo sguardo, mordendosi le labbra cercando di trattenere una risata.
“Nomi bizzarri”
“Bizzarri ma, ahimé, nessuno può scegliere il proprio nome” rispose Grindelwald scoccando un’occhiataccia a Tom.
“È appena evaso un criminale dall’Austria di nome Gellert Grindelwald” rispose l’addetto. Tom strinse la bacchetta nella tasca. C’era qualcosa che non andava. Perché un Babbano parlava di Gellert Grindelwald?
“Mai sentito nominare” sibilò Tom in risposta “E voi, zii, mai sentito?” domandò con fare innocente a Silente e a Grindelwald. Quello non era un Babbano, ora che si stava concentrando su di lui, ne avvertiva il potere magico… era talmente debole che, inizialmente, non lo aveva percepito per nulla.
“No” rispose Silente affabile “Ma la ringraziamo per l’informazione, agente” occhieggiò il nome sulla targhetta “Richards”.
“Non c’è di che, professor Silente”.
“È Scemente, veramente” ribatté Albus sempre sorridendo ma Tom percepì chiaramente un cambio di atmosfera “E non sono professore”.
“Potete anche mettere giù la maschera” ribatté Richards “Vi ho sentito parlare di Hogwarts. Io sono un Auror del Ministero della Magia. E voi siete Gellert Grindelwald e Albus Silente. Cornelius aveva ragione!”
“Magia?” ripeté Tom, confuso “Signore se ha un problema con l’alcol posso consigliarle di andare agli Alcolisti Anonimi… sa anche…”
“Non so chi tu sia” lo interruppe l’Auror “Ma ti assicuro che lo scopriremo una volta che verrai chiuso ad Azkaban, signor…” prese il passaporto e lesse il nome “Riddle”.
Si scambiarono tutti e tre un’occhiata d’intesa, erano già pronti a tirare fuori le loro bacchette e affatturare quell’idiota di un Auror, quando dietro il bancone vicino a quel Richards comparve una signora di mezz’età “Tom?” chiese confusa guardando il viso di Tom “Com’è possibile che tu non sia invecchiato?” domandò la signora strabuzzando gli occhi incredula. 
“Quante volte ti ho detto di non venire dietro mentre stiamo facendo i controlli?” le chiese Richards in modo sgarbato e, tuttavia, Tom lo vide esitare mentre la sua stupida mente da Auror iniziava a fare due più due: quella era una Babbana… come poteva…?
Tom spostò lo sguardo dall’Auror alla signora dietro di lui, la squadrò in silenzio per qualche secondo domandandosi chi diamine potesse essere. Il viso non gli diceva nulla e sicuramente non era una donna della sicurezza dato che non aveva la divisa della polizia, piuttosto sembrava essere un’addetta alle pulizie. Poi il suo sguardo cadde sulla targhetta della donna.
Amy Benson.
Sono come Dorian Gray, Amy, ho un quadro che invecchia al posto mio” rispose Tom rilassando le spalle. Forse sarebbero riusciti a uscirne senza far saltare in aria l’aeroporto.
Lo conosci, Amy?” chiese l’Auror stupito. Come poteva una Babbana conoscere dei Maghi?!
“Oh sì, Tom Riddle. Eravamo all’orfanotrofio insieme!” esclamò Amy “Non uno dei miei compagni preferiti…” aggiunse poi con un piccolo brivido “E chi sono i due signori?”
“I miei zii” rispose prontamente Tom “Sono riuscito a rintracciare una parte della mia famiglia, non è fantastico?” domandò Tom affabile, fingendo spudoratamente.
Amy lo guardò stralunata, possibile che fosse identico a quando aveva lasciato l’orfanotrofio?
“Signorina Benson, vuole prendere un caffè con noi?” chiese Gellert sorridendo in modo caloroso “Sarebbe un onore per noi conoscere amici di nostro nipote!”
Fottuto stronzo, pensò Tom lanciando un’occhiataccia a Grindelwald.
“Oh mi farebbe davvero piacere ma purtroppo non posso interrompere il turno. Fa parte della mia riabilitazione…” Amy sospirò “L’alcol è in grado davvero di rovinare la vita delle persone… ma quando si cresce con un’alcolizzata… Tom è stato fortunato a venire ammesso quella sua scuola...”
Tom spostò di nuovo l’attenzione sull’Auror che continuava a guardare corrucciato i loro passaporti, fortunatamente, non sembrava aver prestato molta attenzione a quell’ultima parte di conversazione ma non potevano davvero rischiare. Senza tirare fuori la bacchetta e senza emettere un fiato gli lanciò un veloce Confundus. Richards sussultò, scosse leggermente la testa e poi restituì loro i passaporti “Bene allora, signori, scusate per il disguido”.
Tom sorrise mestamente recuperò il passaporto e si allontanò subito con passo svelto.
“Tom!” lo richiamò Silente appena varcata la soglia che metteva fine ai controlli “Non c’era bisogno di confonderlo” bisbigliò Silente.
“Sì, la tua amica Amy ci ha salvato il culo” aggiunse Gellert raggiungendoli “Guarda mi ha lasciato il numero così la prossima volta possiamo andare a bere qualcosa tutti insieme come una famigliola felice”.
“Vai a farti fottere, Grindelfart!” sbottò Tom per poi girare su sé stesso e smaterializzarsi con un sonoro crac.

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Questa volta voglio lasciare un paio di note.

(1) La prima è personale: mi sono licenziata :D yuppiiii, per un mese starò a casa e dall'8 di maggio inizierò un nuovo lavoro, sempre a Tokyo. Penso riuscirò a essere più attiva qui su EFP e volevo festeggiare il mio licenziamento di oggi proprio pubblicando un nuovo capitolo della Volly (questa storia, per chi non lo sapesse, nasce proprio come "Volly" - Voldemort + Molly - poi ho deciso per un titolo meno trash, ma insomma...)

(2) Sì, vi starete chiedendo, ma questa cosa si fuma? La dr0ga in Giappone non è illegale? Silente e Tom Riddle hanno scopato? Sì, nella Volly sì. Mi sono rifatta a questa ff che avevo scritto tempi addietro (non è assolutamente necessario leggerla per capire gli sviluppi di questa storia) https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3930246&i=1 

(3) Io non so il tedesco, breve ricerca su internet e ho trovato questo "schatz" che credo (e spero) significhi "tesoro". Chiaramente Grindelwald è sarcastico. 

Bene, benissimo! Ci vediamo prestoooo

Clo
  
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