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Autore: Wenclair    03/04/2023    1 recensioni
Eccomi di nuovo con la seconda "stagione" della mia storia, di cui Mercoledì e Enid sono le due protagoniste. Nuove avventure e misteri attendono le due ragazze e i loro amici della Nevermore...buon divertimento :)
Genere: Horror, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altri, Enid, Mercoledì
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La limousine procedeva lungo le strade della città, le due ragazze sedute dietro e Lurch che guidava con la sua solita espressione assente. Enid dormiva con la testa appoggiata sulla spalla di Mercoledì, non era molto abituata a svegliarsi così presto, ma dovevano tornare alla Nevermore prima dell’inizio delle lezioni. La giovane Addams guardava fuori dal finestrino, quando qualcosa attirò la sua attenzione.

“Lurch, fermati qui. Devo scendere per un paio di minuti” disse rivolgendosi all’autista.

Questi annuì e si fermò “Perché ci siamo fermati?” domandò Enid stropicciandosi gli occhi.

“Datemi solo qualche minuto” disse rivolta verso la ragazza “ho una questione da risolvere”.

Scese dall’auto sotto lo sguardo confuso della lupa mannara e del maggiordomo.

 

Il piccolo forno a microonde suonò un paio di volte, facendo destare lo sceriffo Galpin. Questi si alzò e tirò fuori una piccola vaschetta di scadente cibo spazzatura, poi voltandosi per poco non urlò di sorpresa.

“Gesù santo, Addams!” imprecò vedendo la giovane spuntare, come al solito, dal nulla.

“Ho bisogno di informazioni, sceriffo” disse con il suo solito tono freddo, completamente diverso da quello che usava con Enid.

“Ancora con questa storia? Lo sai che non posso darti…” ma fu interrotto dalla ragazza.

“Chi era quel mutaforma?” lo sguardo di ghiaccio che non ammetteva repliche “Ho il diritto di sapere chi ha tentato di uccidermi”.

Lo sceriffo alzò gli occhi al cielo, sapendo bene di non poter competere con la determinazione della giovane Addams. Si alzò e chiuse la porta del suo ufficio, e tornò a sedersi alla sua scrivania. 

“Ti dirò quello che potrò dirti” disse secco l’uomo “ma poi ti voglio fuori dai piedi”.

Mercoledì si limitò a fissarlo impassibile e lo sceriffo riprese “Dunque, si tratta di Henry Bailey, non si sa molto su di lui, tranne che era praticamente un vagabondo senza fissa dimora”.

La giovane lo guardò riflessiva “Non ha senso, come ha fatto a sapere del libro di Bennett e soprattutto non c’è un movente al suo crimine”.

Lo sceriffo scosse la testa “Mi dispiace, Addams, non abbiamo nient'altro per ora. Senti, capisco che tu voglia saperne di più e soprattutto perché qualcuno abbia cercato di ucciderti. Tuttavia non posso coinvolgerti nuovamente in un’indagine”.

“Le farò solo un’altra domanda” si avvicinò e il suo sguardo fece quasi rabbrividire lo sceriffo “mi sta nascondendo informazioni, vero?”.

Galpin strinse i denti e i pugni fino a sbiancarsi le nocche “Levati dai piedi, Addams”.

 

“Almeno ha un nome adesso” disse Enid mentre riprendevano il viaggio verso la scuola.

“Non mi porta comunque a niente, non ho altre informazioni su quel mutaforma” Mercoledì era visibilmente seccata.

Enid la guardò ridendo sotto i baffi “Si può sapere che hai da ridere?” le domandò l’altra stizzita.

“Mercoledì sappiamo il suo nome e abbiamo visto anche il suo aspetto naturale” rispose la lupa mannara.

“Quindi dovrei andare in giro per tutta la città a chiedere a tutti se per caso qualcuno conosca questo Henry Bailey?” domandò scettica la Addams.

La licantropa sghignazzò di nuovo “Certo così magari entro un anno circa scoprirai qualcosa di utile” poi si volse verso la sua compagna “oppure potremmo fare come si fa nel nostro secolo e informarci tramite i social network…sai hai presente una cosa chiamata Facebook, Instagram…?”.

“Dubito che un senzatetto abbia avuto a che fare con dei social network” sbuffò Mercoledì.

L’altra le diede un colpetto sulla spalla “Ragazza di poca fede, scommetti che entro domani sera avrai più informazioni di quelle che ti ha dato quel buono a nulla dello sceriffo?”.

La giovane Addams non poté fare a meno di sentire un sorriso sul proprio volto “Stai diventando troppo simile a me, così mi spaventi”.

 

C’era un insolito strano movimento all’interno della Nevermore, mentre le due ragazze attraversavano il giardino esterno. Erano da poco scese dalla limousine e si stavano avviando con le loro borse verso le camere, quando un’automobile decisamente lussuosa, forse più della limousine Addams, varcò il viale, parcheggiò e da essa scesero due figure. Un uomo alto, robusto, dalla pelle scura e vestito in maniera molto elegante e una donna dalla carnagione pallida come quella di Mercoledì, più alta e dai corti capelli scuri, anche lei molto elegante e vestita con un raffinato tailleur. La giovane Addams sentì una strana sensazione mentre li osservava.

C’è qualcosa che non mi convince, ma non so cosa.

Dall’auto scese anche una terza persona, una ragazzina minuta che poteva avere la sua stessa età, capelli castani e occhi nocciola, dall’abbigliamento sembrava quasi una bambolina. 

“Mercoledì” Enid le prese il braccio “Tutto bene?”.

La giovane sensitiva annuì, anche se non molto convinta “Sì…andiamo”.

“A quanto pare c’è una ragazza nuova” Xavier si era materializzato alle loro spalle.

Mercoledì si voltò verso di lui “Sai qualcosa in merito?”.

Il ragazzo scosse la testa “Non proprio, da quando siamo senza preside è più difficile ottenere questo tipo di informazioni. Le decisioni in questi ambiti vengono prese in un’altra sede per ora”.

“Ogni persona che è arrivata qui alla Nevermore ultimamente ha portato solo disastri” disse Enid, poi incrociò lo sguardo contrariato di Mercoledì, che si sentì presa in causa “beh tu non hai portato solo quelli” disse sorridendole e cingendole le spalle con un braccio.

“Ho una strana sensazione” Mercoledì continuava a fissare quel trio che varcò l’ingresso della scuola “non so spiegarmi di cosa si tratti, ma non è una buona sensazione”.

 

“Sei ancora nervosa per quella lettera?” le domandò Enid mentre si preparavano per la lezione.

Mercoledì scosse la testa “No, c’è dell’altro, almeno credo” di voltò verso di lei “ma ancora non ho capito di cosa si tratta”.

L’altra fece spallucce “Non saprei, sei comunque una sensitiva. Su Bennett nello specifico ti sei sbagliata, eppure che ci fosse qualcosa di strano in corso lo hai percepito prima di tutti noi”.

“Enid” disse mentre uscivano dalla stanza “hai notato per caso quelle tre persone scese da quell’auto mentre eravamo nel cortile?”.

La lupa mannara guardò in alto pensierosa “Intendi quell’uomo e quella donna con quella ragazza?”.

La giovane Addams annuì “Precisamente. Non so perché ma osservandoli ho sentito una sensazione strana, non so spiegarmela…era come se in quel momento non volessi trovarmi lì”.

“Beh, immagino che per qualche motivo ti sia sentita a disagio” rispose l’altra.

Mercoledì annuì “Sì ma c’era dell’altro, quasi come…”.

“Avete visto la nuova arrivata?” Eugene si parò davanti alle due ragazze.

Ma perché continuano tutti a comparire dal nulla? Questo lo faccio io di solito!

Le due si guardarono “Sono abbastanza sicura di averla vista stamattina” disse Mercoledì.

Mentre parlavano anche Xavier, Bianca e Yoko raggiunsero il gruppetto. Poi si sentì un brusio e un vociare di sottofondo mentre tre figure uscivano dall’ufficio del fu preside della Nevermore. Un uomo alto e robusto, una donna e una ragazzina uscirono fuori. L’uomo si chinò davanti alla ragazza dicendole qualcosa, si salutarono e i due adulti abbandonarono il corridoio. Mercoledì scrutò attentamente la ragazza, contrariamente a quanto gli era sembrato al primo impatto, sembrava veramente molto giovane, probabilmente del primo anno, anche per il suo modo di vestire, che la faceva assomigliare alla protagonista di qualche film Disney.

“E questa chi sarebbe, Alice nel paese delle meraviglie?” il commento sarcastico di Bianca esprimeva esattamente il suo stesso pensiero.

“È pallidina ma non credo sia una vampira” si aggiunse Yoko.

“E sicuramente non si tratta di un licantropo” osservò Enid “tra i branchi qui a Jericho ci conosciamo più o meno tutti ma lei non l’ho mai vista prima”.

“E poi quei due non sembrano i suoi genitori” disse Xavier “o almeno sicuramente non quelli biologici”.

Enid poggiò la mano sulla spalla della compagna “La senti ancora quella sensazione?” sussurrò senza farsi sentire dagli altri.

Mercoledì percepì un brivido lungo la colonna vertebrale che le salì fino alla nuca e annuì impercettibilmente. Fu una frazione di secondo ma la percepì.

C’è qualcosa che non va.

 

Si sentiva stranamente stanca, eppure aveva dormito bene e si era svegliata piena di energie. Mercoledì continuava a percepire quella strana sensazione, come un formicolio o una specie di lieve puntura dietro la nuca. Si stiracchiò seduta al suo banco e si massaggiò il collo, sentendolo fastidiosamente contratto.

“Ehi tutto bene?” Enida la guardava e dalla sua voce traspariva una curiosità mista a preoccupazione.

Mercoledì annuì stiracchiandosi i muscoli del collo “Credo di sì…forse non ho dormito bene”.

“Eppure dormivi come un sasso” disse la bionda sistemandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

Nello stesso momento la professoressa Rouge entrò “Buongiorno ragazzi, prego accomodatevi” disse sedendosi al suo posto.

Tutti si sistemarono ai loro posti “Bene, ora che siete tutti comodi possiamo dare il benvenuto alla nostra nuova arrivata” disse la professoressa volgendosi verso la porta “Entra pure cara”.

Dalla porta d’ingresso dell’aula fece capolino una figura minuta, più o meno di altezza simile a quella di Mercoledì. Capelli castani e grandi occhi marroni, con indossi la divisa della Nevermore.

La ragazza che ho visto prima nei corridoi…

Si avvicinò educatamente alla cattedra e con un sorriso salutò la professoressa, poi si volse verso i suoi compagni “Mi chiamo Leslie Bolton, è un piacere e un onore per me frequentare la Nevermore insieme a voi”.

Mio dio, è ancora più zuccherosa di Enid…

Con un sorriso che la faceva somigliare a una bambolina, si sedette composta al suo banco. Mercoledì fremeva assalita dalla sua solita curiosità, come ogni volta che c’era una novità, eppure faceva fatica a concentrarsi. Ogni tanto sentiva le palpebre calare lentamente e si risvegliava quando la testa le dondolava. 

Enid alzò la mano, attirando l’attenzione della docente “Professoressa, mi scusi” disse “Mercoledì non si sente bene…posso accompagnarla a prendere un po’ d’aria?”.

La Rouge acconsentì, Mercoledì guardò la compagna con l’intento di minacciarla di morte, ma suo malgrado si rese conto che Enid aveva ragione. Le due si alzarono e abbandonarono l’aula uscendo in giardino a prendere una boccata d’aria.

“Avrei voglia di ucciderti” disse Mercoledì massaggiandosi le tempie.

“Sì lo so, facciamo che mi uccidi più tardi, ok?” replicò la lupa mannara sedendosi accanto a lei “Non ti ho mai vista così, che hai?”.

La Addams poggiò la testa sulla panchina guardando il cielo “Tranquilla, è solo stanchezza e un po’ di mal di testa”.

“Vai in camera a riposare” disse la bionda alzandosi “prenderò gli appunti anche per te”.

“No, preferisco seguire la lezione” ribatté l’altra alzandosi.

“Addams! È un ordine!” il tono della lupa era autoritario e non ammetteva repliche.

Mercoledì avrebbe voluto ribattere, ma effettivamente quell’emicrania le impediva di concentrarsi e decise di eseguire gli ordini perentori della sua compagna. 

 

Si abbandonò di peso sul letto, e già cominciò a sentirsi leggermente meglio. Anche se aveva una notevole tolleranza al dolore, quel cerchio intorno alla testa era una vera e propria seccatura. Chiuse gli occhi cercando di prendere sonno, concentrandosi sulle sensazioni che il proprio corpo le comunicava. Aveva imparato dallo zio Fester questa tecnica di meditazione, e il più delle volte le aveva permesso di riprendere la concentrazione e la lucidità anche nei momenti che fisicamente erano più stressanti. Sentì gradualmente l’emicrania allentare la propria morsa, tuttavia percepiva ancora quello strano formicolio dietro la nuca. Lo sentì scendere giù per i collo, passare alle spalle e lentamente giù lungo la spina dorsale, come se un cubetto di ghiaccio le stesse scendendo lungo la schiena. Poi lentamente la situazione sparì insieme al mal di testa, lasciandola dormire serenamente.

Si svegliò di soprassalto, le sembrava fossero passati a malapena cinque minuti. Guardandosi si accorse di avere addosso una coperta, mentre fuori dalla finestra non entrava più la luce del sole, dovevano essere all’incirca le 20 di sera. 

“Come stai dormigliona?” Enid entrò in stanza, indossava una tuta da ginnastica e portava un asciugamano sulla spalla.

Mercoledì si alzò a sedere “Ho…dormito tutto il pomeriggio”.

L’altra annuì poggiando sul letto della compagna un sacchetto “Sì, io ho fatto in tempo a finire la lezione, andare in palestra e venire a portarti da mangiare” si sedette accanto a lei con il suo solito sorriso smagliante.

Maledetta adorabile creatura…

“Stai meglio?" la incalzò la bionda.

La giovane Addams annuì “Sì adesso sto molto meglio” guardò il sacchetto “cos’è?”.

“Beh…ti ho preso qualcosa dalla mensa” disse l’altra “è un hamburger, non è il massimo anche perché è freddo, però hai bisogno di mettere qualcosa sotto i denti”.

La ragazza dai capelli corvini le si avvicinò e le stampò un bacio sulle labbra “Sei sempre così maledettamente adorabile”.

Enid la guardò soddisfatta mentre addentava l’hamburger “Anche tu…a modo tuo”.

“Come vanno gli allenamenti?” le domandò Mercoledì appena ebbe finito il rapido pasto.

Da dopo il recupero dalla convalescenza dovuta allo scontro con il Wendigo, Enid aveva deciso di cominciare a sottoporsi ad un serio allenamento fisico e stava anche seguendo un corso di arti marziali per migliorare le sue già istintive capacità di combattimento.

“Benissimo” disse la bionda entusiasta “non solo ho già recuperato ma sto migliorando molto rapidamente".

In effetti era vero, dopo essere stata in ospedale Enid era guarita molto rapidamente dalle ferite riportate nello scontro con il Wendigo. Durante la notte di luna piena, poco più di un paio di settimane addietro, si era anche trasformata guarendo completamente. Si sentiva incredibilmente in forma e piena di energie. Aveva cominciato ad allenarsi duramente in palestra e nel combattimento corpo a corpo, anche se con un suo stile più…personale.

Sarò pronta la prossima volta. 

Enid, guardando la sua compagna, era sempre più determinata a difenderla e a difendere sé stessa da qualsiasi minaccia.

 

Le due ragazze procedevano a passo spedito per il bosco fuori dalla Nevermore, mentre i loro passi affrettati facevano scricchiolare il manto di foglie secche sotto i loro piedi. Xavier aveva detto a entrambe di raggiungerle dopo le lezioni e sembrava seriamente preoccupato.

“Secondo te di cosa si tratta” le domandò Enid.

“Ha detto di raggiungerlo nel suo capanno” rispose l’altra “credo che abbia qualche dipinto da mostrarci”.

La bionda si arrestò allarmata “Aspetta…non sarà mica qualcosa collegato a…”.

Anche la corvina si fermò “Non è una cosa da escludere”.

Xavier aveva un legame psichico con Tyler, l’Hyde psicopatico che aveva manipolato e cercato di uccidere la giovane Addams e ci sarebbe riuscito se Enid non fosse intervenuta.

Enid serrò i pugni ricordando lo scontro che aveva vinto con immensa fatica, poi sentì le mani della sua compagna sulle sue “Questa volta siamo più preparate” disse alla lupa mannara guardandola negli occhi.

“Ragazze, anche voi avete parlato con Xavier?” Eugene sopraggiunse emergendo tra gli alberi.

“Bene ci sei anche tu” lo squadrò Mercoledì e i tre raggiunsero il capanno.

Entrando trovarono Xavier in piedi davanti a quella che chiaramente era una tela coperta, mentre Bianca e Ajax erano seduti e mormoravano in maniera concitata. 

Cosa sta succedendo di così grave? Sono tutti troppo preoccupati…

Xavier si voltò verso di loro “Bene…ci siamo tutti, direi che possiamo cominciare”.

Tutti osservavano il giovane sensitivo e un silenzio di tensione aleggiava per tutto il capanno.

“Come tutti saprete ho…o almeno avevo un legame psichico con…Tyler” disse guardando Mercoledì “la notte scorsa credo di aver avuto una visione, ma la cosa strana è che non aveva a che fare con lui”.

Xavier si avvicinò alla tela e la scoprì.

Quello che vi era dipinto lasciò a dir poco confusi i presenti. L’oggetto o il paesaggio raffigurato era qualcosa di indefinibile. Sembrava di intravedere l’interno di un palazzo o una casa ma la cosa che più attirava l’attenzione e che occupava la maggior parte del dipinto, era una specie di sfera che, in base ai colori sembrava essere fatta da una specie di luce azzurra. Il sensitivo passò rapidamente la mano sul dipinto e questa enorme sfera prese a muoversi, come se fosse una sorta di gigantesco vortice.

Tutti erano rimasti confusi e senza parole, era qualcosa di mai visto e totalmente incomprensibile.

Mercoledì si sporse in avanti con gli occhi incollati a quell’inquietante vortice “Xavier…è un portale?”.

Tutti si voltarono verso di lei, mentre Xavier alzò le spalle “È l’unica cosa che mi è venuta in mente, non so cosa altro possa essere”.

Eugene deglutì a vuoto “Un portale per dove?”.

   
 
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