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Autore: Koa__    04/04/2023    4 recensioni
Harry e Draco sono alle prese con l’organizzazione del matrimonio e tutto sembra procedere per il meglio. Nonostante il lavoro assorba la maggior parte delle energie del suo futuro marito, con l’aiuto di sua madre Narcissa, Draco riesce a mettere in piedi una festa di fidanzamento di tutto rispetto ed è proprio allora che la storia ha inizio. All’imponente ed elegante party è presente tutto il mondo magico, ma tra professori di Hogwarts che si ubriacano ed ex Serpeverde che lo prendono bonariamente in giro, un piccolo incidente sembra voler minare la felicità dei promessi sposi. “Tutto sommato”, osserva Draco a festa conclusa, lui e Harry ne sono usciti indenni. O così credono. Ciò che non possono neanche lontanamente immaginare è che qualcuno trama nell’ombra.
Sequel di: “Un matrimonio da sogno (o quasi)” e “Say yes to the dress!”
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Wedding Disaster'
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La professoressa stralunata e l’ametista giudicante




 

Il banchetto è stato semplicemente eccezionale, Draco lo descrive con queste esatte parole a un Harry che lo guarda sorridendo di sbieco. Come potrebbe sostenere il contrario? Le pietanze sono state preparate in maniera perfetta, il cibo di ottima qualità servito elegantemente e infine vini pregiati e ottimi liquori magici offerti a fine pasto. A ben ragione, gli elfi domestici di Hogwarts valgono il doblone che ha dato loro come ricompensa per il lavoro svolto e, a voler essere onesti, non si aspettava di meno da degli elfi con la loro esperienza. Ugualmente, però, fin dall’inizio di questa giornata si era imposto di non sperarci sopra troppo perché con tutto quello che gli è capitato durante i preparativi sarebbe onestamente potuto accadere di tutto. Grazie a Salazar, invece, ogni cosa è andata per il verso giusto. Gli invitati sono soddisfatti e, a pancia piena, si godono le prime danze in attesa del taglio della torta. I tavoli si sono svuotati per la maggior parte, soltanto qualche reduce è rimasto seduto per chiacchierare con chi di ballare non ne ha voglia. La maggior parte invece è già in pista, principalmente si tratta di giovani coppiette innamorate che ora si muovono a ritmo di un lento. Il complesso che hanno scelto suona musica moderna, di quella che sua madre certamente disapprova, ma a Draco piace e Potter apprezza quindi si convince che va bene così. La gente, ad ogni modo, sembra divertirsi e a suo modo di vedere è la cosa più importante. La giornata è calda, ma sufficientemente ventosa perché non si stramazzi a terra a causa dell’afa. Più di qualcuno ha abbandonato il tendone e passeggia in lungo e in largo per l’ampio prato che li circonda, altri si sono allontanati con ogni probabilità per andare a pomiciare dentro a una delle due tende. Conoscendo i suoi amici, tutti i letti saranno occupati peggio che nei più infimi bordelli. Draco sospira in maniera lieve, è abbastanza irritato deve ammetterlo perché a proposito di gente che va per bordelli… Lui sarebbe lo sposo, aveva prenotato un letto ore fa e avrebbe di che lamentarsi con tutti quelli che se ne sono andati via ridacchiando, illudendosi di non essere visti da nessuno e occupando posti che non avrebbero dovuto occupare. Ah, beh, ma immagina sia comunque troppo stanco per il sesso quindi si decide ad abbozzare e fingere di non esserne indispettito. Inoltre si sente intontito dall’ottimo cibo e dalla quantità di vino che ha messo nello stomaco. Non si è vergognato affatto d’aver mandato giù bicchieri a ripetizione, è il giorno del suo matrimonio può anche permettersi di arrivare sbronzo a fine giornata. 

 

Stiracchiandosi pigramente sulla sedia che ancora occupa, nota Harry alzarsi dalla tavola e allontanarsi di qualche passo, fermandosi a parlare con un collega d’ufficio. Non è interessato ai loro pettegolezzi, quindi sposta le proprie attenzioni altrove. Sua madre è seduta proprio accanto a Petunia, Draco mentirebbe se dicesse che non l’ha osservata per tutto il pranzo, temendo di vederla arricciare il naso o alzare gli occhi al cielo in maniera impercettibile come fa troppo spesso a eventi del genere. Sarebbe stato un pessimo segnale e non che si aspettasse scenate in mezzo alla gente, ma senz’altro lo avrebbe redarguito per la pessima scelta del menù, il giorno successivo. Eppure non è accaduto niente del genere, al contrario l’ha vista annuire, pienamente soddisfatta e a tratti addirittura estasiata dalle elaborate pietanze che si le materializzavano davanti ogni volta che il suo piatto si svuotava. Draco non ammetterebbe mai ad alta voce che vedere Narcissa annuire è ciò che gli ha consentito di vivere la giornata in tranquillità, perché vorrebbe dire che in un certo qual modo è ancora dipendente dall’opinione di sua madre quando in realtà non lo è affatto. Solo che non vuole rotture di scatole, non oggi. Per questo l’ha tenuta d’occhio e la guarda ancora adesso ascoltare ciò che la zia di Harry ha da dirle. Mamma sa intessere relazioni come pochi altri, non ha mai realmente capito perché non abbia deciso di fare carriera nel Ministero della Magia, avrebbe dominato l’Ufficio Cooperazione Magica Internazionale in pochissimo tempo, schiavizzando tutti i suoi collaboratori. Probabilmente avrebbe intessuto relazioni soddisfacenti anche con i sassi della luna. Ne è certo perché solo una persona particolarmente abile potrebbe annuire in quella maniera di fronte alle petulanti chiacchiere dell’altrettanto petulante Petunia. Draco l’ha conosciuta, ha parlato con lei in svariate occasioni e ha sentito ciò che lei e suo marito hanno da dire, quindi sa che c’è molto poco da annuire e decisamente niente per cui sorridere. Tuttavia Narcissa ci riesce, chissà come. Magari c’era qualche pozione nel suo vino o chissà che altro. Qualsiasi cosa, però, deve aver contagiato anche suo padre. Probabilmente è qualcosa nell’aria, constata guardandosi attorno con fare pensieroso. Persino Lucius “Odio tutto” Malfoy è riuscito a farsi un amico. Se poi si considera che l’amico in questione è il babbano che ha cresciuto il marito di suo figlio, nonché bambino prodigio, nonché sopravvissuto a una guerra che li ha visti su fronti opposti, beh, la cosa ha dell’incredibile. Vernon Dursley è notoriamente una persona amichevole solo quando sa che potrà ottenere qualcosa che avvantaggi la sua posizione sociale. In questo senso, Draco pensa sarebbe stato un ottimo Serpeverde. Non è del tutto sicuro di cosa riuscirà ad ottenere da suo padre, ma tra le espressioni accigliate di tanto in tanto spunta un sorriso. I suoi occhi piccoli e rancorosi, che troppo spesso si guardano attorno come se sentissero il bisogno di accertarsi che nessuno gli stia puntando nella schiena quella famosa bacchetta, piuttosto spesso scivolano su di lui e lo squadrano dalla testa ai piedi. Draco si è sentito fin tanto studiato per tutto il giorno, ma non gliene fa una colpa anche perché lui ha fatto altrettanto. Oltre che sua madre, ha tenuto d’occhio anche suo padre e per fortuna che l’ha fatto: non pensa dimenticherà facilmente il momento in cui ha visto zio Vernon mandare giù un bicchierino di Whiskey Incendiario. Secondo Harry nessuno mai, tantomeno lui, si sarebbe aspettato di vederlo bere un liquore del mondo dei maghi con così tanta facilità. Non possono dire di non aver riso entrambi quando lo Whiskey ha iniziato a bruciare in gola come nessun liquore babbano è in grado di fare, quelle guance sono diventate ancora più rosse mentre gli occhi sono strabuzzati all’infuori e la bocca si è spalancata in cerca d’aria. Bisogna esserci abituati, ha sentito Lucius mormorare con voce melliflua e appena un poco divertita. Draco ritiene probabile che in quel momento, papà abbia rivalutato le torture sui babbani che faceva quando era un Mangiamorte. Trova verosimile che si sia reso conto che avrebbe dovuto far bere loro dello Whiskey Incendiario, invece che usare una Maledizione senza perdono. Avrebbe ottenuto senz’altro un effetto più esilarante.


«Li stai ancora fissando?» Draco sussulta quando il corpo di Harry si frappone fra lui e l’oggetto del suo interesse, la sua voce è bassa e sottile, appena un poco roca. In tutta risposta lui accavalla elegantemente le gambe, intanto che rigira del vino nel calice mezzo vuoto che tiene tra le mani. Bordeaux, un vino francese fatto da dei babbani decisamente molto abili. Ha chiesto agli elfi qualche bottiglia di quel rosso e l’ha ottenuta con uno schiocco di dita. Sul serio, devono pensare di assumerne uno anche per il loro appartamento.
«Affatto» replica, fingendo una noncuranza che non possiede. In realtà sì, li sta ancora fissando e non se ne vergogna affatto. Solo che è meglio che San Potter non lo sappia o attaccherà una ramanzina che non finisce più.
«Serpeverde bugiardo» ribatte subito Harry, afflosciandosi sulla sedia al suo fianco. Il fatto che gli prenda una mano tra le proprie e ne baci il dorso potrebbe anche essere considerato un gesto romantico, ma Draco sa che è un becero tentativo di manipolarlo e farlo quindi cedere.

«Non sei preoccupato dal fatto che mio padre e tuo zio stiano parlando da stamattina ininterrottamente?»
«Nah, probabilmente stanno solo cercando di capire il modo migliore di uccidermi» scherza Harry, beccandosi un’occhiataccia e quindi anche una gomitata nello sterno. «Aho, fa male!» lo sente lamentarsi, massaggiandosi il petto.
«Ti sta bene, Potter! Non si scherza su mio padre Mangiamorte e su tuo zio stronzo che si scambiano le informazioni.» Perché è questo che stanno facendo, ne è sicuro. La sola cosa che potrebbe fare per esserne assolutamente certo è prendere una di quelle orecchie oblunghe che gli ha dato George stamattina e verificare. Peccato abbia lasciato la propria nella tenda e a quest’ora qualcuno ci starà facendo sesso sopra, quindi è meglio non andarla a cercare.
«Non c’è niente di cui preoccuparsi» replica Harry, bonario. A quel punto cambia tattica, lascia perdere il dorso della sua mano e inizia a baciargli il collo lentamente. Maledetto, così non vale. Ha tolto la giacca da ore e porta soltanto la camicia, le cui maniche sono state arrotolate fin sopra i gomiti, ha anche slacciato qualche bottone all’altezza del collo liberandosi del cravattino, ma ora suo marito sta letteralmente succhiando porzioni del suo collo e lui vorrebbe soltanto strapparsi tutti i vestiti e stendersi su un letto. Letti che sono tutti occupati, perché hanno degli amici pervertiti. Stramaledetti anche loro!
«So-sono preoccupato» balbetta, mordendosi un labbro così da trattenere un gemito che sarebbe inopportuno. Questo sua madre non lo tollererebbe affatto. «Chissà che stanno complottando quei due…»
«Va tutto bene» ripete Harry di nuovo, intervallando baci a parole mormorate. Sta anche cercando di infilare una mano tra i bottoni della camicia, cosa che farà diventare la situazione decisamente pericolosa. Appena qualcuno gli sfiora i capezzoli, inizia a vedere le stelle e Potter lo sa benissimo.
«Tua madre» biascica Potter tra un bacio e l’altro. «Sta certamente invitando mia zia per un tè al Maniero e mia zia le starà dicendo che in cambio porterà i suoi famosi muffin alla cannella.»
«Ma mia madre odia la cannella» borbotta Draco, sogghignando, mentre trattiene forzatamente un gemito.
«Aha» lo sente annuire intanto che struscia il naso contro il suo collo. «Ma zia Petunia non lo sa e noi non glielo diremo.» Non lo faranno? Pensa proprio di no in effetti, si dice intanto che a fatica trattiene una risatina.
«Ma chi lo ha detto che i Grifondoro sono sempre buoni? Evidentemente ne ho trovato uno stronzo.» Soltanto allora Potter decide di allontanarsi dal suo collo e lasciarlo andare, gli dà solo un ultimo bacio sulla giugulare e poi lo guarda così intensamente, che se non fosse già seduto gli tremerebbero le ginocchia.
«Mettiti in fila, Malfoy, io ho sposato il principe degli stronzi. Anzi, no, la principessa più stronza del reame.» Principessa, di nuovo quella parola. Erano mesi che non la usava. Ancora gli fa un certo effetto, come un brividino che scende lungo la schiena. Ancora a Potter piace al punto che sogghigna, a metà tra il divertito e l’eccitato. Sa che è una provocazione, se ci cadesse si rintanerebbero da qualche parte a farlo, ma Draco non cede. Oh, sarebbe troppo facile.  
«Quindi siamo entrambi bloccati per la vita con due stronzi come noi» sibila invece. «Cosa intendi fare a riguardo?»
«Cosa intendo fare?» ripete Harry, facendo schizzare un sopracciglio verso l’alto. Si aspettava tutt’altro, lo sa. Anzi lo vede dalla sua espressione stupita, dalla maniera in cui cerca una risposta adeguata e quindi la trova alzandosi di scatto dalla sedia. Afferra di slancio la sua mano, accennando alla pista da ballo con un cenno del mento.
«Le principesse stronze come me, caro il mio principe dei poveri, non si schiodano per nulla dal proprio trono. Dovresti saperlo.»
«Forse sua maestà vorrà accettare di ballare con me» gli dice e intanto che parla stringe le sue dita, lo fa con forza e nel mentre annuisce muovendo il bacino con fare lento. Draco ride e lo fa con il cuore, perché l’uomo che ha sposato davvero non sa ballare, ma quello è un gioco che gli piace troppo per non cedervi incondizionatamente. 




 

No, Harry Potter non sa ballare. Sarà anche uno da impacciati slanci romantici o uno in grado di farglielo diventare mezzo duro durante un matrimonio, però non ha mai imparato a muovere dei passi in maniera decente. Nonostante l’alto tasso di romanticismo del momento e quel gioco di insulti che in realtà sono sottili dichiarazioni d’amore, Draco non impiega più di qualche secondo per rendersi conto che no, dall’ultima volta che hanno danzato ad adesso non è cambiato proprio niente. Sembra ancora un elefante che cerca di essere aggraziato, e non ci riesce. Ha visto ippopotami muoversi meglio, per dire eh… La sola differenza è che un tempo aveva una via di fuga, adesso se l’è messo in casa e dovrà davvero vivere il resto della propria vita con uno che balla così. Oh, beh, immagina di poterlo fare, pensa stringendolo a sé un po’ meglio. Non lo sta facendo condurre, almeno questo, ma ciò non gli impedisce di massacrargli i piedi un passo sì e l’altro pure.
«A cosa pensi?» chiede Harry a un certo punto. Draco bada soltanto ai piedi stretti in un paio di scarpe, che stanno diventando una tortura e che non lo ringrazieranno per la decisione di essersi messo a fare le piroette con uno che non sa nemmeno coordinare braccia e gambe per un cavolo di lento. Però non lo dice, Potter la prende sempre male quando viene fuori l’argomento.
«Penso alla morte di cui dovremo morire quando taglieremo la torta» mente, anche se neanche troppo. In tutto questo non ha dimenticato Pansy e le sue improbabili avventure da pasticcera. Anzi vive la faccenda come un condannato che aspetta il bacio del dissennatore, con poche speranze e tanta disperazione. Forse però esagera, o no? Insomma è una torta: uova, farina e latte, che mai potrebbe andare storto? Per esempio potrebbe metterci per sbaglio qualcosa di velenoso, potrebbe essere bruciata, troppo amara o troppo dolce, potrebbe essere un sacco di brutte cose in verità. Quindi fa bene a essere in ansia e a fare il tragico come suo solito. Harry ha capito quello che gli sta passando per la testa, considerato il modo divertito in cui lo guarda ovvero alzando poi gli occhi al cielo ed emettendo uno sbuffo esasperato, deve già sta pensando al modo migliore di prenderlo in giro. Perché lo sa che, oltre ad aver spiato i suoi genitori, ha tenuto d’occhio anche Pansy e per questo sa che è sparita da almeno mezz’ora. Dubita abbia rimorchiato qualcuno, è stata per tutto il tempo troppo agitata a causa di quel dannato dolce per pensare a scopare. Sa che hanno sistemato la torta nella cucina da campo, sorvegliata dagli elfi domestici e tenuta alla giusta temperatura da un incantesimo per far sì che non si sciolga, sa anche la sua amica sta facendo un lavoro di rifinitura assieme a Mathieu de la Tour, sa anche che si sta impegnando moltissimo quindi dovrebbe darle fiducia. E Draco, che si è ripromesso di dirle che non l’avrebbe mangiata per nessun motivo al mondo perché non si fida nella maniera più assoluta, si rende conto che non le ha ancora detto un bel niente e che probabilmente si ritroverà ad annusare una fetta di torta su un piattino nella speranza di non sentire odori strani. Ha deciso: farà fare il primo assaggio a Potter, se lui non morirà allora la potrà mangiare anche lui.
«Non essere drammatico, Malfoy, è solo una torta!» Già, lo ha detto persino lui. Solo una torta.
«Lo so ed per questo la darò prima a…» Ma Draco non finisce di parlare perché la sua attenzione viene attirata da altro. Poco lontani da dove si trovano, Ron ed Hermione stanno ballando l’una tra le braccia dell’altro. Contrariamente a molti altri là presenti, però, hanno un atteggiamento molto poco complice e sembra non si stiano neanche divertendo. La Granger è tesa e imbarazzata mentre Weasley ha un muso così lungo e la testa tanto bassa, con quei capelli rossi che gli coprono le orecchie e penzolano ai lati della testa, che somiglia vagamente a un cockers spaniel. Uno molto triste, però. A pensarci loro sono spariti da più tempo di Pansy, a un certo punto si sono letteralmente volatilizzati solo che non ha notato litigate quindi pensava avessero finalmente chiarito tutto. Però è anche vero che non si è accorto di granché, hanno parlato quasi ed esclusivamente delle loro famiglie, ah e anche di Blaise e Luna perché Harry “La comare” Potter, che finge disinteresse, ma è peggio di una parrucchiera babbana, ha voluto sapere tutto quello che Zabini gli aveva raccontato riguardo la sua nuova storia d’amore. Giustamente suo marito è rimasto sconvolto dalla notizia che Blaise uscisse con la Lovegood; e chi non lo sarebbe? Adesso però che fa caso a Ron ed Hermione si rende conto che non hanno una bella faccia, forse hanno litigato di nuovo.
«Che c’è?» domanda Harry e a Draco basta indicare con un cenno perché afferri al volo l’intera faccenda. Ron ed Hermione non si sono affatto chiariti, stanno ancora litigando.
«Si può sapere che cos’hai adesso?» esordisce Weasley, con fare lamentoso. «Ti ho chiesto scusa per averti accusata di avermi tradito, mi dispiace, ma tu sei comunque strana di recente e questo non puoi negarlo. Tutti se ne sono accorti.»
«Ovviamente, Ronald, io sono strana e quindi la prima cosa a cui pensi è che abbia un altro? Ma come ragioni?» In effetti, Draco si ritrova ad ammettere che non ha tutti i torti. Non dovrebbe essere la prima cosa a cui pensa tuo marito quando ti comporti in maniera insolita, ma è anche vero che le relazioni sono complicate ed Hermione è fintanto criptica.
«Per quello ti ho già detto che mi dispiace e mi farò perdonare, ma nel frattempo tu mi devi una spiegazione.» Quella di Ron non suona tanto come una pretesa, più come una richiesta esasperata. Conoscendolo è probabile che stia immaginando i peggiori scenari, è decisamente un paranoico. Draco però è più interessato a Hermione e quindi ne spia le espressioni, curioso di capire cosa succederà adesso. A fronte di quella richiesta, che è suonata in maniera vagamente perentoria, è probabile che si sia innervosita ancora di più. La vede inspirare lentamente e invece che continuare a ballare, fermarsi. Fa cadere rigidamente le braccia lungo il corpo, con i pugni stretti, le labbra martoriate dai denti, il vestito che le stringe appena un poco sull’addome e la borsa di perline che le penzola a tracolla. Deve dirglielo adesso o il muro che si è creato tra loro non farà che alzarsi sempre di più e ad un certo punto abbatterlo diventerà impossibile. Può anche essere una bella notizia, ma sta diventando una tragedia decisamente assurda. Nonostante tutto, ad ogni modo, continua a capirla. Sul serio, comprende ogni aspetto del suo silenzio, ma ciò non toglie che debba farsi coraggio. D’altra parte è una Grifondoro, giusto? Loro non sono sempre nobili, virtuosi e coraggiosi? Forse questo è un tipo di eroismo più sottile e un coraggio meno sfrontato, ma sempre di questo si tratta. Draco sta guardando proprio lei quando succede, è in trepidante attesa che finalmente sveli il proprio segreto mentre Potter, al suo fianco, fissa i suoi migliori amici con un patimento sofferto in volto. Lui sta prendendo i loro litigi in maniera più profonda di chiunque altro, probabilmente perché si è reso conto di quanto seria è la situazione. Forse la ragione per cui non se ne rendono conto è perché sono tutti quanti troppo presi da quello che desidererebbero accadesse, ma sta di fatto che non la vedono arrivare. Nessuno di loro la nota, a voler essere sinceri, neppure Weasley e la Granger che sono talmente presi a guardarsi negli occhi da non badare a nient’altro. Draco è sicuro che, ancora un istante di silenzio da parte di Hermione, e Weasley se ne sarebbe andato scrollando la testa, ma non è questo che succede. Invece c’è la professoressa Cooman, che sbuca letteralmente dal nulla e che ora sta danzando da sola proprio accanto a Ron e a sua moglie. Oddio, non è che stia propriamente ballando, ecco. Non nella maniera più convenzionale del termine. Agita le mani sopra la testa e si muove in maniera scomposta, per nulla a ritmo con la musica, ma forse per lei questo è ballare. Indossa una palandrana viola che le cade fino ai piedi, una fascia dello stesso colore le tiene fermi i capelli mentre al collo ha un’infinità di collane e monili che tintinnano a ogni passo. Nota anche due sfilze di bracciali su entrambi i polsi che si agitano ogni qual volta muove le mani e ha anche un paio di anelli alle dita, che hanno pietre grosse come pugni.
«Colei che non capisce la nobile arte della preveggenza è incinta, giovane Wallaby… Worsley… Wisley… Weasley» dice infine la Cooman, vittoriosa. Chissà se per indovinare il cognome di Ron ha usato la preveggenza!? Draco sogghigna nel pensarci, attirato subito dopo dalla maniera in cui la Cooman punta l’indice in direzione del ventre di Hermione, prima di vorticare via in passi a ritmo di musica. Di nuovo, niente in ciò che fa sa di danza, dà più l’idea di una persona che non ci sta tanto con la testa. Draco però non vuole badare troppo a quella vecchia strega, sa che Hermione ha ancora una scappatoia perché la Cooman è mezza pazza e potrebbe fingere che sia ubriaca e darle torto. Ma servirebbe a qualcosa? Qualunque siano le sue intenzioni, falliscono miseramente dato che Hermione sussulta, il che di per sé è già una risposta. Ha anche sgranato gli occhi ed è diventata improvvisamente pallida e rigida, Ron le bada a malapena, in effetti fissa la Cooman con fare stralunato: «Come ha detto scusi?» urla in sua direzione, richiamandola nuovamente a loro.
«Colei che cerca disperatamente ogni risposta nei libri invece che vederla davanti al proprio naso ha il ventre gravido, sciocco ragazzo, possibile che tu sia così cieco?» gli chiede muovendo le mani sopra la testa e parlando in maniera enfatica. A Draco sembra di essere tornato a scuola, in quell’asfissiante stanzetta in cima alla torre dove la Cooman insegnava. Gli pare di sentire i profumi di quella stanza, l’odore di tè a impregnare l’aria rarefatta e polverosa, la calura estiva che appiccava la divisa scolastica alla pelle. La sua maniera di parlare è pressoché identica a quel tempo, quando prediceva la morte di Potter un giorno sì e l’altro pure, scatenando un certo divertimento tra la casata di Serpeverde (e in lui in maniera particolare).
«Usa la mente, ragazzo, eppure eri bravo nella mia materia» lo redarguisce lei. Eh, insomma… Vorrebbe quasi ricordarle che nessuno è mai stato davvero bravo a leggere le foglie di tè o a vedere un accidenti di qualcosa riguardo al futuro dentro una sfera di vetro piena di fumo. Forse una delle gemelle Patil era portata, ma non è sicuro di ricordare quale delle due fosse. Era invece palesemente ovvio che tutti quanti inventassero delle disgrazie per ottenere voti più alti, lo ha fatto lui e persino Harry. Draco ha ottenuto un “Eccezionale” all’esame dei G.U.F.O. proprio predicendo la morte tragica di Potter per mano del Signore Oscuro. Se non è maestria questa, non sa proprio cosa sia.
«Come fa a saperlo?» Sì, forse a Draco converrebbe stare zitto. In fondo Ron è ammutolito e confuso ed Hermione lo è altrettanto. Potrebbero far finta che niente sia mai successo, tuttavia le parole gli scivolano fuori dalla bocca senza che quasi se ne renda conto. «Voglio dire, lo ha previsto o solo capito?» domanda di nuovo, parlando a voce così alta che sia Weasley che la Granger si voltano a guardarlo. La Cooman invece si muove a passo di samba, il che di per sé non sarebbe insolito se l’orchestra non stesse suonando un valzer. Ad ogni modo, a Ron tanto basta per capire.
«Aspetta, tu sei incinta?» squittisce, con voce acuta. Hermione annuisce e basta, silenziosa, con le mani posate sul ventre. «E Malfoy lo sa? Malfoy lo sa e io no?»
«Non farne un dramma, Weasley» sbotta Draco, minimizzando mentre Harry gli tira una sonora gomitata nel costato e gli scocca un’occhiata contrariata. «Potter, è inutile che mi guardi così, ho ragione e basta. La Granger era spaventata a morte e aveva bisogno di una persona che la rassicurasse, dato che suo marito era troppo impegnato a darle addosso per capirla. E comunque l’ho saputo soltanto l’altro ieri e grazie al cielo non ho dovuto tenere il segreto a lungo, adesso lo sappiamo tutti quindi congratulazioni, addio!» dice, prendendo Harry per mano e forzandolo a lasciare quei due alle loro beghe matrimoniali. E poi lui e Potter hanno di meglio da fare, o no? Cose tipo bere, chiacchierare con il Ministro della Magia, vantarsi di avere il matrimonio perfetto anche se non è vero, salutare qualche ex compagno di Hogwarts mettendoci un filo di supponenza… Potrebbero fare un sacco di cose, eppure suo marito non si muove affatto.
«Hermione è incinta» ripete, fissando il vuoto.
«Buongiorno e ben svegliato! Sei tornato sulla terra tra noi comuni mortali?»
«E t…» Tuttavia non fa in tempo a terminare la frase che è proprio la professoressa Cooman a frapporsi tra lui ed Harry. Scivola letteralmente in mezzo a loro e gli punta addosso l’indice inanellato che preme contro la sua pancia. Draco non riesce a concentrarsi sulle espressioni determinate che dominano il suo volto né tantomeno sulla faccia sorpresa e divertita di suo marito, perché c’è una pietra di ametista grande quanto il suo soggiorno tra quelle dita. Un ametista enorme che sembra guardarlo e giudicarlo, accusandolo di chissà che. Non è sbronzo, davvero non lo è, ma quella pietra lo sta guardando male. Lo chiamerà l’ametista giudicante e lo odia, così come odierà forse per sempre anche quello che succede un attimo dopo.
«Tu!» dice la professoressa Cooman, cominciando a muovere la mano in maniera lenta su e giù sulla sua pancia. «Il tuo ventre è già gravido, lo vedo. Una nuova vita presto nascerà, avrà il sangue dei Malfoy e il nome di uno scorpione.»
«Questa è vodka, professoressa» replica, sarcastico, pichiettandosi l’addome un paio di volte. Lo è davvero, considerato quanto ha bevuto ieri sera. «Mi creda, nessuno qui resterà gravido di niente» ridacchia intanto che la Cooman se ne va, alquanto confusa, cerca in Harry un appoggio per riderne insieme, ma la sua faccia è tutt’altro che divertita.
«Che c’è?»
«Tu non chiamerai nostro figlio con il nome di uno scorpione» dice, profondamente indignato, prima di voltare su se stesso andarsene lasciandolo solo come un cretino. Quello di cui si convince, riflette intanto che lo vede allontanarsi, è che la prossima volta ci penserà due volte prima di invitare Sibilla Cooman al proprio matrimonio.


 

Draco non è sicuro se il suo buon umore sia stato provocato dall’assurdo episodio con la professoressa stralunata e l'ametista giudicante e dalle risate isteriche che sono seguite a quel breve episodio, ma è probabile. O magari può essere dato dal fatto che Ron ed Hermione si sono finalmente chiariti e lui ha smesso di dover tenere oscuri segreti che lo hanno fatto sentire alquanto a disagio con se stesso. Forse però c’entra col fatto che Potter, nonostante l’indignazione per il nome da scorpione, abbia comunque ripreso a ballare con lui e lo abbia anche baciato, a lungo e profondamente. No, non lo sa con precisione che cos’è, però arriva al tragico momento del taglio della torta con una discreta serenità che gli si muove nella pancia. Probabilmente parte del merito è anche della mole di regali che si ritrova a dover scartare. Prima di mandare il suo novello sposo verso morte certa e di conseguenza capire in che modo gli toccherà mettere fine alla dinastia dei Parkinson una volta e per sempre, infatti, c’è un altro episodio che ha del tragicomico e che riguarda i regali di nozze. Hanno deciso di scartarli davanti a tutti, anche se in futuro si pentirà amaramente di questa scelta perché avrebbero potuto evitare e farlo nella comodità del loro appartamento a Diagon Alley. Non è sempre facile fingere che quello che hai davanti ti piaccia da morire, perlomeno a casa avrebbe potuto snocciolare commenti salaci, bevendo tè e piluccando scones. Qui deve annuire, sorridere e beccarsi le occhiatacce di suo marito che minaccia di passare alle gomitate o, peggio, di calpestargli i piedi. E Draco non tollererebbe altro dolore dopo il drammatico primo ballo da sposati. Sulle prime, tuttavia, quando si ritrova sommerso da pacchetti ben incartati delle più disparate dimensioni, si sente come un bambino il giorno di Natale. La verità è che adora quando la gente gli fa dei regali e tecnicamente non importa che quelli siano anche di Potter, a lui non interessano le cose materiali e di conseguenza potrà considerarli soltanto suoi. Quando si avvicina al tavolo che ospita l’enorme mole di pacchetti, sente l’aspettativa formicolare sulle dita. Ha atteso questo momento forse più del “Sì” sull’altare. Il che fa brutto da dire il giorno delle proprie nozze, ma ha patito fin troppo negli ultimi mesi e questo è il suo dannato premio di consolazione. Se avesse le stesse doti della professoressa Cooman di certo saprebbe che ha ben poco di cui gioire e molti sorrisi tirati da sfoggiare, ma se vedesse nel futuro è certo che avrebbe seguito quella moda babbana di fare la lista nozze. Draco ovviamente non aveva la minima idea che esistesse una cosa del genere, lo ha scoperto tempo fa da Ron ed Hermione che ne hanno fatta una per il loro matrimonio. Ammette che ci ha quasi pensato, mesi fa, ma poi si è ricordato che lui e Potter in quella dannata casa hanno fin troppa roba e comunque, parlando in generale, non la trova una grande idea perché preferisce che le persone siano libere di scegliere da sole. È per queste ragioni che si è rifiutato e anche perché… beh, ci sono quasi trecento invitati a questo dannato matrimonio, sia mai che a qualcuno venga in mente di scolpire una statua gigante a sua immagine e somiglianza e chi è lui per porre dei limiti alla creatività? Mai farlo, quando si tratta di regali. Tuttavia, inizia a ricredersi dopo appena cinque minuti quando si ritrova davanti a una mole di paccottiglia, che lo convince che non sia stata una splendida idea far pensare da sola la gente. Probabilmente trasfigureranno un po’ di roba in qualcosa di più utile, anche perché per la maggior parte hanno ricevuto piatti e bicchieri dalle forme e dai colori insoliti, oltre che per gli utilizzi più disparati. E poi ancora brocche, cornici d’argento come se piovessero e soprammobili di dubbio gusto. Ce n’è per tutti i gusti, anche i più particolari e su cui Draco ha rimandato ogni giudizio a quando sarà meno sbronzo. Sì, è alticcio e allora? Si è sposato con Harry Potter e deve ancora digerire l’idea di amarlo… Ad ogni modo non vuole davvero pensare alla coperta che ha ricamato all’uncinetto la signora Figg e che ha portato in dono con tanta gentilezza, sono sposati da cinque ore e già hanno avuto di che discutere e non vuole realmente litigare per un ricamo su una coperta di dubbio gusto. Secondo Potter, infatti, al centro di quell’accozzaglia di stoffe è raffigurato un fiore mentre per lui quello strano sgorbio somiglia di più a un pene.
«Non è un pene, è un fiore» dice Harry, parlando tra i denti per non farsi sentire da nessuno.
«Ne ho visti tanti in vita mia, Potter e, fidati, quello è proprio un cazzo!» Insomma, come può pensare che sia davvero un fiore? Quella cosa è sicuramente tutt’altro, insomma basta guardare la forma allungata di quello che, in teoria, dovrebbe essere uno stelo e poi quei due strani cerchi… Potter forse ha gli occhiali appannati, ma lui ci vede benissimo.
«Tieni presente, Malfoy, che se continui a volerne parlare adesso sarà l’unico che vedrai per le prossime settimane» dice infine, facendolo tacere una volta e per tutte. Harry ha torto marcio e non vuole dargli ragione solo perché la signora Figg per lui è come una vecchia zia e non pensi mai che le vecchie zie ricamino peni all’uncinetto, però si rende anche conto che è meglio non insistere troppo e quindi alla fine arriccia le labbra e tace. Specialmente perché negli attimi immediatamente successivi deve affrontare una strana pianta carnivora sudamericana regalatagli da Neville, la quale cerca bellamente di mordergli le dita. Secondo Paciock è l’ideale contro le zanzare, Draco immagina sia vero, ma decide di non volerne testare l’efficacia di persona. A dirla tutta preferisce di gran lunga il regalo della professoressa Sprite. Per restare in tema con il proprio lavoro ha scelto anche lei una pianta, ma il fiore blu dell’aconito è decisamente più bello da vedere di un rametto spelacchiato con i denti aguzzi.

«I fiori sono ideali per le pozioni» replica lei con voce asciutta e modi spicci, ha lo stesso modo di parlare che aveva anni fa quando faceva lezione di erbologia a Hogwarts. Draco la ringrazia, tanto per cominciare sarà utile averla in casa e poi quei bellissimi petali blu non gli mangeranno una mano, il che è sicuramente un punto a suo favore. Se con le piante non è andata benissimo, si ritrova a sperare che vada meglio con Luna. Ci spera, ma poi vede il quadro che ha dipinto per loro e comincia a maledire se stesso e la pessima idea di non fare una lista nozze in un negozio di liquori. Avrebbe avuto da bere gratis per l’eternità! Quello che la Lovegood ha pensato di fare per loro non è una bottiglia di Whiskey, peccato perché l’avrebbe apprezzata. Si avvicina invece molto di più alla famosa statua che non ha ricevuto, e che ancora spera di ricevere, ma è francamente orribile. Terrificante proprio. Ritrae lui e Potter, forse… Nel senso che c’è un tizio biondo e uno moro con gli occhiali, immagina siano loro! Sono uno accanto all’altro su di un’isola in mezzo al mare, che combattono contro degli esseri strani. Mai visto niente di simile. Mai visto nemmeno uno stile così brutto. Draco conosce i quadri dei più famosi pittori, magici e non. Certi babbani hanno fatto di quei capolavori, che pare assurdo li abbiano creati senza l’aiuto della magia, ma Luna Lovegood al capolavoro non ci si avvicina neanche per sbaglio.
«L’ho chiamato “L’isola dei Gorgosprizzi”» ha tenuto a informarli intanto che, al suo fianco, Zabini annuisce osservando il dipinto con ammirazione. Che diavolo ha da ridere quel cretino? Ma soprattutto, se gli piace tanto perché non se lo tiene? Quello sì, che sarebbe un bel regalo di nozze.
«Non è meraviglioso?» domanda Blaise, facendo poi notare quella che, secondo lui, è la perfezione della pennellata. Vorrebbe quasi chiedergli se è drogato perché solo se hai fumato puoi trovare bella una cosa del genere, ma all’ultimo rinuncia. Non mette in dubbio che Luna si sia impegnata, ma “Perfezione” e “Ritratto” non sono parole che si abbinano bene per quel particolare dipinto. Sinceramente? Pensa sia atroce. Persino un pittore surrealista non ci capirebbe un accidenti di niente e probabilmente tirerebbe tele e pennelli addosso a quella stralunata della Lovegood.
«Grazie, sei stata molto… molto gentile» mormora Potter con un gran sorriso cucito in volto, Draco nota il suo deglutire a fatica e l’espressione forzata. Ha concluso la faccenda con un po’ di diplomazia, ma sa meglio di lui che quel coso finirà in soffitta. Lo tireranno fuori solo quando Zabini e Luna verranno a trovarli e poi tornerà da dove è venuto. Sembra la soluzione più sensata. 

 

Per fortuna non va sempre male e nel marasma di stramberie che si ritrovano a scartare, riescono anche a ricavarne anche qualcosa di utile: Lucius e Narcissa sono senza ombra di dubbio tra coloro che gli hanno fatto il regalo migliore. Si tratta di un paio di orologi da taschino, entrambi d’oro e con lo stemma della famiglia Malfoy, i loro nomi incisi sopra e un paio di pietre preziose a impreziosire la decorazione. Sono oggetti di gran pregio, oltre che di una certa classe, persino Potter è costretto ad ammettere che sia un qualcosa di sensazionale. E questa volta il suo sorriso è teso non per via di una forzatura o perché non sa come dire che ciò che vede gli faccia schifo, ma perché è l’imbarazzo a coglierlo intanto ringrazia i suoi neo suoceri con una stretta di mano. Con mamma e papà è andata bene, con suoi zii… non va malaccio, dai. Nonostante tutto sembrano essersi impegnati. Draco scommette che dietro al loro regalo, più che la volontà stessa di fare un piacere a due che definiscono “I gay”, c’è il desiderio di Petunia di non sfigurare di fronte ai genitori dell’altro sposo. Non sa se sia un tentativo di ringraziarli per il famoso servizio da tè della Regina, o meglio spacciato come tale, ma nel grande pacco che scartano c’è un servizio in porcellana di pregio e che con ogni probabilità andrà a fare compagnia insieme a tutti gli altri che ha stipati nella credenza. Magari in qualche occasione lo useranno anche, è classico, ma meglio del quadro dei Gorgosprizzi… Qualunque cosa è meglio di quello!
«Ora ci tocca a me.» Draco ha appena finito di ringraziare Fleur e Bill, hanno creato per lui e Potter un sonaglio da vento fatto di conchiglie che creano una breve melodia se accarezzate. Originale e fatto a mano, ma decisamente carino. Lo metterà sulla finestra della cucina e ogni volta che il vento soffierà, queste si agiteranno. Sta giusto pensando a come spiegare a Bingley cosa sia e a non beccare, quando la voce di Rubeus Hagrid lo fa sussultare. Solleva il volto e allora lo vede farsi largo tra una folla di persone decisamente più basse di lui. Non nega di avere paura e sa che anche Harry al suo fianco teme un po’ questo momento, anche se non lo ammetterebbe mai sente il suo corpo tendersi. L’ultima volta che Hagrid ha pensato di fare un regalo ha distrutto l’atrio del Maniero. Ora però non ci sono bestie enormi con lui, tra le mani tiene un semplice cestino di vimini coperto da un telo molto rozzo. C’è qualcosa che si agita là dentro, senz’altro un animale ed è di ridotte dimensioni. Nessun mostro gigante, che fortuna! Se in un primo momento si domanda quanti animali pericolosi possano stare comodi in uno spazio così ristretto, convincendosi che non possa esserci nulla di spaventoso, dopo un attimo inizia a ricredersi. Se ben ricorda le lezioni di Cura delle creature magiche, esistono moltissimi esseri velenosi che sono più piccoli della sua mano e con Hagrid tutto può essere.

«Non lo sapevo se regalare a Harry e a Malfoy un pianta di asticelli, perché quello sì che è un regalo di nozze coi fiocchi» se ne esce quel mezzo-gigante dopo un istante o due. Una pianta di asticelli… bello! Chi non vorrebbe un arbusto pieno zeppo di insetti che ti rubano le cose? Dopo i Gorgosprizzi e la pianta carnivora, è l’ideale.
«Ma non volevo sbagliare stavolta e quindi pensavo che forse era meglio lui» aggiunge, scoperchiando il cestino dal quale sbucano un paio di piccole orecchie appuntite. Va bene, riconosce la forma e sa che quelle sono orecchie da gatto. Così come felino è l’animale che si intravede là dentro. Hagrid ha regalato loro un animale magico domestico, un gatto nero per la precisione che ora li guarda con espressivi occhi verdi e un musetto dai tratti affilati. Draco non sa bene come sentirsi a riguardo, forse sollevato o probabilmente è spaventato… Magari sarebbe stato meglio l’ennesima caraffa d’argento che un qualcosa di vivo e pensante.
«Le dimensioni dei denti sono nella norma, accontentati e ringrazia» sussurra Potter al suo orecchio, forzando un sorriso. Ha ragione, la sua si chiama praticità. Non è una bestia gigante, non ha denti lunghi quanto il suo avambraccio, niente chele o pungiglioni velenosi, è solo un micio tutto nero. E poi sembra anche carino, pensa intanto che vede suo marito chinarsi sul cestino e provare a prendere il gatto in braccio. Questi non sembra poi così d’accordo, risponde soffiandogli contro e tirando fuori le unghie e allungando una zampa con l’intenzione di graffiarlo. Non ci riesce solo perché Harry è sufficientemente svelto da allontanarsi. Sta giusto pensando che sono stati sfortunati e che il suddetto gatto, invece di essere intelligente come Grattastinchi, è una piccola stupida palla di pelo, quando del tutto inaspettatamente salta in braccio a Draco. Non se l'aspettava, ma riesce comunque a prenderlo al volo constatando nell’immediato quanto morbido sia il suo pelo. Caspita è davvero soffice! Questi subito si strofina contro di lui e comincia a fare le fusa. Deve ricredersi: quel gatto sembra molto intelligente.
«Questa piccola bestiola ha fiuto: evita i poveri straccioni e va alla ricerca del buongusto» borbotta, accarezzandogli la testolina e sentendosi compiaciuto del suo aver aumentato le fusa.
«Non lo so se mi piace» commenta invece Harry, incrociando le braccia al petto.
«A me invece sì» annuisce, già pensando al nome adatto. «Grazie, Hagrid, è stato il miglior regalo che abbiamo ricevuto.» E se ci crede davvero non è soltanto perché in fondo gli piacciono i gatti, ma perché quello in particolare lo guarda come se capisse perfettamente ogni aspetto della vita. Pare, quasi, che dentro di sé faccia commenti sarcastici sul quadro della Lovegood o sul vestito color vinaccia di Ginny Weasley, su cui non ha avallato neanche un pensiero per non essere troppo volgare. Ma quel tenero micetto sembra fregarsene delle buone maniere e pare non voglia far altro che mostrarsi superiore a ogni altro essere vivente. E gli piace. Ha deciso: lo chiamerà Merlino! 


 

Lui e Harry hanno avuto di che discutere per quanto concerne la torta nuziale. Sono rimasti settimane indecisi su una torta al cioccolato bianco e mirtilli, decorata con del tenue color lilla e una al cioccolato fondente farcita ai lamponi. Erano indecisi perché Potter optava per la seconda mentre Draco decisamente per la prima. Era sicuro di aver rinunciato e detto a Mathieu che avrebbero scelto la seconda, ne era convinto perché ha tenuto il muso a Harry per due giorni, ponderando su come fargliela pagare. Eppure la torta che fluttua in loro direzione tra due ali di folla che, estasiate, la ammirano come se stessero guardando un animale magico raro, è di un delicato color lilla, impreziosita da ciuffi di panna montata e decorata con mirtilli. Sono cinque piani l’uno sopra l’altro e, in cima, c’è l’incantesimo che hanno richiesto: due sposini somiglianti in tutto e per tutto a loro danzano un valzer inglese, le cui note si innalzano sopra le loro teste. Un incantesimo perfetto, decisamente eccezionale. A Draco quasi non importa più che la torta faccia schifo, quello che vede va al di là di ogni immaginazione.
«Ma…» Non riesce a far altro se non balbettare, troppo sconvolto. Si è innamorato del sapore di quella torta nell’attimo stesso in cui l’ha assaggiata, in quell’ormai lontano giorno d’inverno. Il suo sapore delicato, dolce per il cioccolato e lievemente asprigno della frutta, erano stati mescolati alla perfezione. Sa di averla voluta con tutto se stesso, ma di avervi rinunciato per amore di Harry ed è per questo che non sa come sia possibile che ci sia proprio quel dolce lilla davanti ai suoi occhi. Non capisce almeno finché non sente Harry dire: «Sorpresa!» Potter gli si para davanti, afferra le sue mani che ora stringe tra le proprie e quindi bacia via il suo stupore prima di continuare a parlare: «Ho parlato con Pansy qualche giorno fa e le ho detto di preparare quella che volevi tu invece dell’altra. Le ho anche chiesto di non dirti niente perché volevo fosse una sorpresa. E lei è stata tanto gentile da stravolgere tutti i piani che aveva fatto.» La sua amica ha fatto davvero una cosa simile? Sa quanto si fosse preparata, quanto avesse studiato nel caso in cui avesse dovuto preparare la torta senza l’aiuto di Mathieu, quindi immagina quale sforzo abbia dovuto fare cambiando la ricetta all’ultimo minuto. In quel momento, intanto che fissa un Harry che gli sorride in quella maniera così splendida, Draco pensa a quello che ha detto a sua madre, questa mattina poco prima della cerimonia. I Malfoy non si emozionano e sicuramente non piangono, in special modo non davanti ad altre persone. Draco sa di non averlo fatto davvero mai, non quando al suo cospetto ci sono trecento persone che lo fissano in attesa che dica qualcosa. Eppure qualche lacrima comincia a pizzicare e non piangere richiede tutto il suo stoicismo. Forse è anche per nascondersi che lo abbraccia di slancio, affondando il volto nell’incavo del suo collo. Lo bacia lì, sulla giugulare e una lacrima salata scivola fin sulle labbra. Non vuole che la gente veda.
«Grazie» sussurra al suo orecchio. «Ti amo, Harry» aggiunge poi. Lui annuisce e ancora sorride intanto che gli accarezza dolcemente la schiena, stringendolo a sé.
«Aspetta a dirlo, Pansy non ha avuto tempo per le prove, quindi prima assaggiala.» Lo immagina, ma non importa. Non più. Si è fatto così tante paranoie per questa dannata torta, ma adesso sembrano solo pensieri stupidi e lontani. Harry aveva ragione nel dire che contano solo loro e nient’altro. Loro e un matrimonio che forse non è perfetto, ma che è il coronamento di un sentimento vivo e sincero, un qualcosa di reale. Comunque vada, pensa intanto che gli sposini lassù in cima alla torta smettono di ballare e si depositano con leggiadria tra la panna montata, gli sarà piaciuta comunque. Ci pensa e ci ripensa, convincendosi ogni volta con un po’ più di forza, fino a quando non manda davvero avanti Harry per assaggiarla. Prima lui, che è un Grifondoro ed è persino un eroe. E poi ha vissuto abbastanza da poter fare tante cose. Lui invece no. Quando la prima forchettata sparisce tra le sue labbra e le sopracciglia si aggrottano in maniera preoccupante, il cuore di Draco affonda nello stomaco.
«Fa schifo, vero?» Lo sapeva! Cavolo, lo sapeva. Avrebbe dovuto immaginare che…

«Non è male» mormora invece Harry, ma sembra ancora poco convinto. «Aspetta, ne mangio ancora un po’» dice masticando un altro boccone e poi ancora un altro, fino a che la fetta che ha nel piatto non viene spazzolata per intero e rimangono solo briciole e ciuffi di panna lilla che si è sciolta. Draco cede allora, più che altro per la curiosità. Quelle dannate sopracciglia aggrottate, l’espressione confusa… Non si rende conto che lo ha preso in giro, fino a quando non manda giù il primo boccone. Non è pessima, non lo è davvero. Nella sua bocca avviene una vera e propria esplosione di sapori: sente il cioccolato bianco, i mirtilli e la giusta quantità di rum bianco che si fondono insieme in un qualcosa di meraviglioso. Ed è più buona di quanto ricordava, è stupefacente! Intanto che mette in bocca un altro pezzetto cerca Pansy con lo sguardo, lei è lì che taglia fette con la bacchetta e che ammicca in sua direzione, sorridendo. Lo saluta con la mano, agitando appena le dita e allora c’è uno strano e insolito sentimento di orgoglio che nasce dentro al suo cuore. Vuole bene a quella casinista come se fosse sua sorella e per troppo tempo ha avuto paura che non trovasse la sua strada, ma questa torta… Questo è l’inizio di un qualcosa che per lei potrebbe avere un valore. E Draco è felice che abbia iniziato proprio con lui.
«Grazie» mima con le labbra e lei allora si inchina, schioccandogli un bacio volante. Sa che ha fatto tutto da sola, incantesimo e decorazione a parte per le quali ha ricevuto l’aiuto di Mathieu, e per questo l’abbraccerà come si deve quando tutto sarà finito. Ora, però, c’è solo il cioccolato bianco che sporca le labbra di Harry e che Draco si ripromette di far sparire il prima possibile.



 

Non sa per quale motivo si sveglia così presto il mattino successivo. Potrebbe dormire, lui e Potter sono in luna di miele, ha affidato il lavoro in ufficio ai suoi assistenti e non lo disturberanno a meno che non succeda una catastrofe. La giornata di ieri è stata faticosa, è arrivato a sera con i piedi gonfi e lo stomaco in subbuglio per il troppo Champagne e non è riuscito nemmeno a fare una sveltina nella tenda, cosa che ha imbruttito il suo umore. Però ha ballato e riso fino allo sfinimento e ora è già in piedi, alle otto meno cinque di domenica mattina. Ha una catasta di regali da sistemare, le valigie da preparare e chissà ancora che altro da fare. Invece che muoversi, Draco fissa il regalo che Ron ed Hermione hanno avuto il tempo di fare, tra un litigio e l’altro. Lo ha cercato come prima cosa appena sveglio per ammirarlo meglio alla luce del giorno. Hanno incantato una clessidra, ma l’effetto che fa a guardarla non è quello che prova di solito di fronte a oggetti del genere, al contrario questo è stupefacente. Un incantesimo a dir poco perfetto, ammirevole nella scelta dei dettagli. La sabbia non è sabbia, è polvere d’oro o comunque un qualcosa che ne ha il medesimo colore. Dubita abbia lo stesso valore in denaro, ma non importa. Alle estremità ci sono due fiori, un giglio da una parte che rappresenta Lily, la madre di Harry. Dall’altra invece c’è un fiore di biancospino, che simboleggia Draco. Hanno incastonato il loro amore in una clessidra, facendo in modo che il tempo scorra più o meno velocemente se lui e Harry sono o no insieme nella stessa stanza. Draco, solo in una cucina vuota, fissa la polvere d’oro che scivola giù con una lentezza disarmante. Gli pare di notare i petali del giglio agitarsi, ma non è sicuro che non sia una mera impressione. Quel che è certo è che non si stupirà mai dell’ingegno di Hermione Granger e immagina dovrà ringraziare anche Ron perché, pare, che l’idea dei fiori sia stata sua. La caffettiera sui fornelli gorgoglia proprio in quel momento, emettendo un flebile sbuffo di vapore e richiamando in quel modo la sua attenzione. Draco agita la bacchetta distrattamente e fa volare la moka fino al tavolo, versando del caffè in una tazza. Basta già il profumo a svegliarlo. Bingley è da poco entrato dalla finestra con la Gazzetta del Profeta arrotolata nel becco mentre Merlino, il loro nuovo animale magico domestico, è acciambellato nella cuccia che hanno ricavato da vecchio cuscino, sistemato accanto al tavolo. Bingley, appollaiato sul davanzale, arruffa le penne e quindi bubola forse per richiamare su di sé l’attenzione del gatto. Merlino apre un occhio e lo spia, controllando la situazione, ma subito lo richiude. Non hanno ancora litigato, il che è un miracolo, se si considera il carattere dispotico di quello stupido gufo. Draco li guarda di sottecchi intanto che sorseggia caffè e legge la prima pagina della Gazzetta. Il Cavillo non è ancora arrivato, ma immagina che una civetta entrerà tra non molto dalla finestra lasciata aperta. Solitamente è proprio il signor Lovegood a farglielo recapitare, quando c’è un articolo che parla di loro, ma questa mattina il suo gufo è in ritardo. Draco è curioso di sapere cosa quel fricchettone ha scritto su di loro o quale delle migliaia di fotografie che sono state scattate, ha usato. Per saperlo immagina di dover aspettare. Sta leggendo invece la prima pagina del Profeta, un articolo di Rita Skeeter ovviamente, quando un assonnato Harry striscia in cucina trascinando i piedi e trattenendo a fatica uno sbadiglio. Come vede La Gazzetta del Profeta sul tavolo, alza gli occhi al cielo e sbuffa.
«Che bugia si sono inventati oggi?» domanda, avvicinandosi alla credenza e preparando il solito porridge.
«Ti sembrerà assurdo, Potter, ma non parlano di noi.» Già, è proprio ridicolo a pensarci. Però è così. Ha sfogliato con attenzione ogni singola pagina e ha trovato solo un trafiletto, a pagina tre, in cui si dice che Harry Potter e Draco Malfoy si sono sposati in una cerimonia privata tenuta alle scogliere di Dover. Nessun sensazionalismo, nessuna invenzione di quell’arpia della Skeeter. Niente foto in cui sembra un ricercato per omicidio, niente di niente.

«Cosa?» strilla un Harry forse più stupito di lui, strabuzzando gli occhi e correndo subito a vedere. Sì, è assurdo, però è vero. E quella è la prima mattina dopo mesi che quel giornale non ha messo i loro nomi in prima pagina. Sa di aver detto che non gli pesava poi molto vedere quella spazzatura buttata alla mercé di tutti e che in fondo, tutte le persone a cui vuol bene sanno come stanno le cose, ma la verità è che ha patito il vedere infangato il proprio nome. Oggi però Rita Skeeter scrive di una famosissima strega canadese da poco arrivata in Inghilterra per una serie di concerti. L’articolo, oltre a riportare una foto della suddetta cantante, contiene anche una breve intervista e tutte le date degli spettacoli che si terranno a Londra. Draco ha letto l’articolo fino in fondo, alla ricerca di una qualche frecciatina a loro che però non ha minimamente notato. Non ha idea di quello che sia successo in quella redazione, ma gli piace e qualunque cosa sia spera che duri. Sì, oggi è proprio una bella giornata: Rita Skeeter non ha inventato nessuna assurda storia su come ha fatto un ex Mangiamorte ad accalappiare l’eroe del mondo magico e oltretutto fuori splende il sole, magari faranno una passeggiata nel pomeriggio. La vera nuziale che ha al dito gli sta d’incanto e riflette la luce che entra dalle finestre aperte. Lui e Potter sanno per partire per un viaggio di nozze all’insegna di calde spiagge di sabbia bianca, buon cibo e ottimo sesso, non può chiedere di meglio in effetti. E poi adesso ha un gatto che ronfa beato a pochi metri da loro, ha un gufo solerte e presto la famiglia Weasley-Granger lo renderà zio. Sua madre ha rivolto la parola a zia Andromeda per la prima volta dopo quasi trent’anni, non sa se faranno pace davvero, ma almeno è un inizio. Lucius alla fine non ha ucciso Vernon Dursley, anzi l’ha invitato al Maniero per la prossima settimana. Spera che questa amicizia non duri troppo, così ha detto Potter sebbene segretamente gli faccia piacere. Pansy ha ricevuto un bonus in denaro per il lavoro che ha svolto tutto da sola, Mathieu è contento di lei e le ha giurato che diventerà una pasticcera coi fiocchi. Draco è felice davvero e non può negarlo, ha un marito che lo ama, un campo da Quidditch nello stanzino delle scope, una pianta che acchiappa le zanzare, un sonaglio da vento appeso alla finestra. Ha un quadro con i Gorgosprizzi e una coperta con un pene gigante ricamato sopra, e cinque brocche d’argento che stanno per diventare tutt’altro, ma è talmente felice che va bene anche così. Non sa come ha fatto a sopravvivere ai mesi che ha appena passato, ma ciò che prova in questo momento è così bello che si convince che comunque ne sia valsa la pena. Ne è valsa davvero la pena, pensa mentre nota distrattamente che la polvere d’oro nella clessidra incantata, ha preso a scorrere più velocemente.



 


Fine



 

Note: I crediti per la clessidra incantata vanno alla Rowling e alla clessidra di Lumacorno. Poi faccio notare che avevo fatto un sondaggio su Facebook settimana scorsa, avevo chiesto di scegliere tra Sibilla Cooman e Molly Weasley. Non avevo spiegato niente, solo detto che riguardava questa storia. Le persone hanno votato per Molly, ma io alla fine ho scelto la Cooman. Avevo due idee su come far rivelare a Hermione che era incinta, una riguardava proprio Molly ed era una scena sicuramente molto carina che avrei potuto benissimo usare. Poi però mi sono ricordata che questa è una storia comica o dovrebbe esserlo e, mi dispiace per la signora Weasley, ma Sibilla Cooman è la commedia che cammina. Non potevo perdere questa occasione e per questo motivo ho scelto lei. 

 

Ridendo e scherzando sono passati cinque mesi da quando ho iniziato a scrivere questa storia, era novembre e da allora ho sinceramente temuto di non riuscire a finirla soprattutto tra febbraio e marzo quando ho sospeso la pubblicazione. Sono felice di avercela fatta, anche perché è stata una sfida personale davvero molto stimolante. Volevo ringraziare tutte le persone che hanno seguito questa storia fin dall’inizio, in particolar modo chi ha speso un po’ del proprio tempo per lasciare una recensione. Grazie a chi ha letto su AO3 e mi ha lasciato dei kudos, anche quelli sono molto apprezzati. Credetemi, il vostro sostegno per me è molto importante anche con un piccolo gesto. Come ho detto, per me con questa coppia finisce qui. Almeno per il momento non ho idee che li riguardano e questa serie è stata già abbastanza sfruttata, quindi se mai tornerò sarà con qualcosa di diverso. Però è stato bello costruire questa serie comica, è stato come uscire dalla mia comfort zone e mi è piaciuto da matti scriverla.
Koa

 
   
 
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