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Autore: Ephram    05/04/2023    0 recensioni
a fuga di un disertore che dopo aver lasciato l'esercito va alla ricerca di una vita migliore.
Genere: Azione, Erotico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando venne sera ci rivestimmo.
Mi sentivo più vivo di quanto non fossi stato da molto tempo.
Ci spostammo a mangiare in quello che era un ristorante non molto lontano da dove avevamo dormito.
Non c'era rischio che la polizia estone o l'esercito scoprissero dove mi trovavo, la camera era stata a nome di Anastasia ed era estremamente improbabile che sapessero che ero con lei dal momento che era comparsa solo per un breve istante in quel viale quando c'era stata la sparatoria. Almeno così speravo.
Questa zona della città difficilmente sarebbe passata sotto setaccio, era degradata e addirittura priva di telecamere.
Quella sera per recuperare le energie avevamo bisogno di roba sostanziosa, di conseguenza dal momento che io non parlavo l'estone ma lo era Anastasia lei ordinò sulla base della conoscenza che aveva della cucina estone.
"Mulgikapsad", un piatto a base di carne di maiale, con crauti e servito con patate bollite.
-Qual'è l'idea di cui mi hai parlato prima, quando eravamo in macchina?- le chiesi.
Anastasia seduta davanti a me finì di masticare una patata bollita.
-Io ho la doppia cittadinanza russa,- iniziò -potremmo varcare il confine e andare dall'altra parte nella Federazione oppure...andare con la mia macchina oltre il confine estone da qualche altra parte.-
-Andare in Russia non ci porterebbe in un paese in guerra?- le chiesi perplesso.
-Difficilmente entreranno in guerra, sono superiori all'Europa e alla pari con gli americani, sarebbe un annientamento reciproco.- spiegò lei.
-Forse dimentichi che sono, che ero, un militare, anche in Europa esistono armamenti avanzati.- le dissi.
-Ma l'Europa non è in grado di difendersi da un attacco nucleare, la Federazione si.-
-Come le sai queste cose, sei una specie di spia?- chiesi insospettito.
-I miei genitori erano madre estone e padre russo, sono morti in un incidente anni fa, per questo ho la doppia cittadinanza.
Seguo i notiziari sia europei che russi.- spiegò lei.
-Sei piena di risorse.- ironizzai.
-Mio padre era direttore di un'industria che produceva armamenti, mia madre invece lavorava come infermiera in un ospedale estone.-
-La casa allora come l'hai avuta?- chiesi perplesso.
-I programmi nazionali e dell'Europa mi hanno permesso in un apposita struttura dove abbiamo, io insieme ad altre persone con storie simili, studiato e portato avanti una professione.- spiegò lei.
Stavo per chiederle cosa studiasse ma fu lei ad anticiparmi.
-Raccontami qualcosa di te, cosa facevi in Norvegia prima di entrare nell'esercito?- mi chiese lei.
A quanto pare stavamo passando sul piano personale.
-Lavoravo come operaio semplice in un'industria di stampi di alluminio. Poi l'economia è cambiata quando sono entrati in vigore i dazi su alluminio e acciaio e mi sono dedicato a lavorare nella pesca, almeno fino a quando non sono stato convocato nell'esercito.- dissi.
-Ti piaceva il tuo lavoro?- fece lei.
-Quasi nessuno dei due, ma almeno la pesca era all'aria aperta, in fabbrica invece non era il massimo.- commentai.
-Non molto salutare in effetti.- osservò Anastasia.
-Avevo una casa in riva al mare ereditata, ma per il resto nulla di così interessante.- dissi.
- Stavi con qualcuno?-
-Saresti gelosa?-
-Chi? Io? Ma figurati.- ironizzò lei.
-Non ho mai avuto niente di serio, o quasi.- le spiegai.
-Tornando a noi, sai che mi è venuta un idea che cambierebbe i piani di entrambi.- disse Anastasia illuminandosi.
-Cosa intendi?- chiesi.
-Andare a Londra.- disse lei.
-Così? Su due piedi? E la tua vita qui?-
-Stavo già valutando da tempo di lasciare l'università, e comunque se andremmo nel Regno Unito per un po, non ho molto da perdere qui.- disse lei.
-Seriamente, perché vuoi andartene?- chiesi.
-Se la guerra è imminente, come molti dicono, preferisco essere altrove.-
-Quindi la decisione è presa?-
Anastasia ci pensò su un istante bevendo un sorso di birra mentre mandava giù un boccone.
-Dovremmo comunque arrivare fino a Tallin, usare le rotte commerciali della Nuova Via della Seta marittima e probabilmente imbarcarci su una o forse più navi mercantili, una volta capite le rotte.- fece lei analitica.
-Dal momento che per me i viaggi aerei sono esclusi, muoversi in macchina per il Vecchio Continente è rischioso, i treni non fanno eccezione, quindi non vedo molte opzioni.- osservai.
-Dovremmo comunque arrivare a Tallin in macchina, prima però passeremo a casa mia a recuperare un po di roba.- disse lei.
-Va bene.-

Quando finimmo di cenare uscimmo dal locale, l'esperienza mi insegnò di dare una rapida occhiata in giro nell'individuare persone sospette oppure che apparissero fuori luogo.
Non ce ne erano.
Aveva persino smesso di nevicare.
Una soffiata di vento fece sventolare un paio di manifesti attaccati al muro, lungo la strada. Erano vecchi ma ancora leggibili, l'uno accanto all'altro.
Uno mostrava la Cancelliera europea Inna Rimbauer, l'aspetto magro e asciutto con i capelli bianchi di una donna minuta raffigurata con un espressione tesa e preoccupata.
La scritta diceva "ARRUOLATI PER IL TUO FUTURO E LA TUA LIBERTÀ."
Il secondo invece raffigurava un uomo in pantaloni militari a torso nudo con la muscolatura in evidenza nell'atto di depositare un blocco di cemento su un muro in fase di costruzione. "STIAMO COSTRUENDO UNA NUOVA EUROPA."
Non commentai.
Sembrava un remake di un film americano.
Una volta saliti in macchina, Anastasia inserirì l'impronta e accese l'auto.
-Non mi devi niente?-
-Cosa?- chiesi perplesso guardandola.
Anastasia stava aspettando qualcosa, guardandomi.
-Ah..-
Mi protesi e la baciai sulla bocca.
Lei sorrise, quindi partì verso casa.


   
 
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