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Autore: Shily    06/04/2023    1 recensioni
1977
È il 24 Dicembre. James, Sirius, Remus e Lily sono in fuga dal professor Lumacorno e dalla McGranitt.
Corrono nei corridoi dei sotterranei, aprono una porta e si ritrovano in una stanza completamente vuota.
Una sfida, un gioco e un boato.
Poi il buio.
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2023
"Ma che è successo?" chiede Sirius, tentando di alzarsi con difficoltà dal pavimento.
Un grugnito alla sua sinistra gli indica che anche James sta riscontrando i suoi stessi problemi.
"Coraggio, andiamo," li esorta un dolorante Remus. "Sembra non esserci più nessuno fuori. Usciamo, andiamo a dormire e dimentichiamo questa storia."
I quattro ragazzi si avviano velocemente verso l'uscita.
"Ragazzi," James si guarda intorno, una volta uscito dalla stanza. "Non sembra anche a voi che ci sia qualcosa di diverso?"
Gli altri si stringono nelle spalle, e si dirigono a passo spedito verso la torre di Grifondoro.
Genere: Angst, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, I Malandrini, James Sirius Potter, Lily Evans, Lily Luna Potter | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Rose/Scorpius
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Nuova generazione
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James ha sempre vantato un certo sesto senso nel captare ciò che lo circonda. Gli basta aprire gli occhi e, sin da subito, ha ben chiaro che tipo di giornata gli si prospetta davanti.

Proprio per questo motivo, quando quella mattina James si siede come sempre al tavolo di Grifondoro, percepisce chiaramente che c'è qualcosa nell'aria. Lo sente nel formicolio delle gambe, nel leggero tremore delle dita e nel modo in cui le orecchie sembrano fischiargli in modo quasi anomalo. 

C'è qualcosa nell'aria e James lo sa. 

Comincia a guardarsi intorno e tutto sembra essere nella norma. Lily al suo fianco che fa un magicruciverba, la fronte aggrottata e le labbra arricciate; Sirius con la testa buttata sul tavolo, gli occhi chiusi e un leggero russare in sottofondo; Remus assonnato ma vigile, intento a evitare che l'altro finisca con la testa nel succo di Zucca.

Tutto come sempre, fino a quando i suoi occhi non incrociano quelli di James Sirius. Vorrebbe quasi sobbalzare davanti a quella vista e, soprattutto, nel notare l'intensità con cui l'ignaro nipote lo sta osservando.

Tenta un leggero sorriso, abbozza un saluto e distoglie velocemente lo sguardo: c'è decisamente qualcosa che non va. 

Qualche ora dopo, mentre esce dall'aula di pozione, James comincia a esserne ancora più certo. Non è solo una sensazione, la sua, ma un'assoluta certezza.

James Sirius, ancora sfortunatamente seduto accanto a Remus, è rimasto in uno stato di profondo silenzio per tutto il tempo della lezione. E James, che al silenzio non è abituato, non pensava che potesse essere paradossalmente così rumoroso. Ma quel giorno,  a suo discapito, ha scoperto che l'assenza della voce del ragazzo ha un non so che di invadente e ingombrante: il suo silenzio gli è entrato fin dentro le ossa, assordante tra tutte le risate mal trattenute di Sirius e i sussurri di Remus.

É proprio per questo motivo che, poco dopo l'ora di pranzo, raggiunge una Lily infreddolita e stretta su se stessa in mezzo al parco. "C'è qualcosa che non va" dichiara senza mezzi termini e senza perdersi in chiacchiere.

Lily, o per meglio dire Grace, si strofina le mani sul corpo, dalle spalle fini ai gomiti e ritorno. Trema dal freddo e gli indirizza un'occhiata velenosa. "Vorrei ben vedere, c'è sicuramente qualcosa che non va in te per avermi fatta uscire al gelo in pieno Dicembre. Ma sei impazzito?"

"Mi dispiace" ribatte in imbarazzo e si stringe nelle spalle, passandole anche il suo mantello così che possa calmare il tremore del suo corpo. "Ma c'è davvero qualcosa che non va e..." si guarda la punta delle scarpe, imbarazzato, "e avevo bisogno di parlare con te."

Lily sospira profondamente, lasciando uscire una nuvoletta di condensa dalle sue labbra arrossate dal freddo, e si appoggia a una delle colonne della scuola. "Hai scoperto qualcos'altro sul nostro deprimente futuro?"

James ingoia quelle parole amare, quella scelta non casuale della ragazza di cui è profondamente e irrimediabilmente innamorato: e ingoia anche la sua risposta, perché il Malandrino vorrebbe solo dirle che lui in un futuro con lei, con la sua Lily che rincorre da quando ha quattordici anni, non ci vede davvero nulla di deprimente. 

Ma James ingoia: incassa e va avanti, come ormai gli sembra di fare da un'eternità, da settimane e allo stesso tempo da quarantatré anni: quelli che separano il suo passato e il suo presente, in mezzo solo il loro "deprimente futuro" come lo definirebbe Lily. 

"No, niente... onestamente, non credo ci sia altro da scoprire più di quello che... insomma, non sono qui per questo. È per i ragazzi, gli altri: James Sirius!" butta fuori tutto d'un fiato. "È... è strano, Lily. È diverso, c'è qualcosa che non va e lo so a che te sembro solo paranoico ma..."

"Hai ragione" lo interrompe la ragazza con un sospiro. "L'ho notato anche io. Oggi non mi ha tolto gli occhi di dosso, poi si è incontrato nella Sala Grande con Albus e... sai quando due persone parlano e tu hai l'impressione che stiano discutendo proprio di te? Ecco, a me è partito come un brivido per tutto il corpo in quel momento." 

James annuisce, rilassandosi appena e buttando fuori tutta l'aria che ha trattenuto fino a quel momento. È bello non essere più soli, ma essere capito da Lily Evans lo è ancora di più.

"Pensi che abbiano scoperto..." lascia cadere la frase e le indirizza uno sguardo da sotto le lunghe ciglia. 

Lily scuote la testa, decisa. "Impossibile, siamo gli unici a saperlo. Non potrebbero averlo scoperto in nessun modo e da nessuno." Si morde il labbro, pensierosa. "Però..." 

"Però?"

"Però hai ragione, James. C'è qualcosa che non va." Si allontana un ciuffo di capelli dal viso è l'espressione diventa così triste che il ragazzo non riesce a rimanerle distante, colmando immediatamente lo spazio che li separa. "Quando ieri siamo andati nell'ufficio della preside, mi aspettavo una sgridata, forse anche una punizione... lei invece è sempre così... così remissiva con noi, quasi non ce la facesse. E io sono stanca di essere morta e viva allo stesso tempo, vorrei solo poter tornare a casa."

James allunga un braccio verso di lei, glielo passa intorno alle spalle e la stringe in se. Butta al vento settimane di silenzio, mesi di imbarazzi e anni di litigi che li hanno uniti nel corso della loro vita. L'abbraccia e dichiara ancora una volta al mondo e a se stesso che potranno essere solo quattro anni o quaranta, ma lui non smetterà mai di rincorrere di Lily Evans. 

E quando lei ricambia, quando con indeciso imbarazzo alza le braccia e gliele stringe intorno al busto, non sa ancora che Lily ha appena accettato di essere rincorsa: sempre, tanto, mai abbastanza. Ha appena accettato di correre insieme a lui, di cercarsi e di trovarsi senza mai perdersi davvero. Di viversi quei quattro anni senza ancora esserne davvero consapevole. 

 

 

 

⚡️

 

 

 

James Sirius sobbalza quando una voce si schiarisce alle sue spalle e, senza spostarsi dalla sua posizione, volta la testa sulla spalla per accogliere la nuova arrivata. Lyn ha le guance arrossate dal freddo e alcune ciocche di capelli che svolazzano da tutte le parti mosse dal vento. 

Gli indirizza un sorriso timido, quasi impacciato e che cerca la forza di ritrovare la complicità che li ha sempre uniti. Cammina verso di lui con lui con le braccia nascoste dietro la schiena e il passo leggermente ondeggiante, e James Sirius non riesce a trattenere un sorriso spontaneo alla sua vista.

La ragazza si appoggia accanto a lui, sporgendosi dallo stesso balcone su cui è appoggiato da tempo, e indirizzando uno sguardo verso il parco di Hogwarts. "Non sapevo fossi un guardone" scherza dandogli una piccola spinta con la spalla e accennando con il mento alle figure abbracciate di Jake e Grace. "Sono carini insieme, vero? Si vede proprio che si vogliono bene."

James Sirius non riesce a trattenere una smorfia a quelle parole. "Non immagini neanche..." sospira e si passa una mano tra i capelli.

"Che hai?" La ragazza inclina la testa da un lato e lo guarda con attenzione. "È tutto il giorno che sei strano, per non parlare di quando ieri sei rientrato in Sala Comune."

"Mi osservi proprio tanto, Lyn Baston" scherza e piega gli angoli delle labbra verso l'alto mentre la ragazza al suo fianco non riesce a impedire che le guance le si colorino di rosso. "Ed è un trattamento che riservi solo a me o anche a qualche Corvonero?"

Lyn a quelle parole alza gli occhi al cielo e gli schiaffeggia affettuosamente il braccio. "James Sirius Potter, non ci starai mica provando con me?"

Il ragazzo si stringe nelle spalle e si avvicina a lei con un veloce movimento del busto. "Non lo so, sta funzionando?" 

"Non sono una delle ragazze che porti nei ripostigli del custode, James" replica lei, con voce chiara e decisa, aumentando la distanza tra loro. 

Il più grande dei Potter si lascia andare a un sospiro e si passa ancora una volta una mano tra i capelli, contribuendo ancora di più a dar loro un aspetto disordinato e confusionario. "Lo so, non ho mai detto il contrario. È questo il problema, no?" Lyn aggrotta le sopracciglia, confusa. "Non sei come le altre, non lo sei mai stata... e io sono terrorizzato all'idea di perderti. Sei la mia migliore amica, Lyn, mi piace averti accanto, sapere che sei al mio fianco quasi mi giro per dire qualcosa... ma non è solo quello. Sarebbe mille volte più facile se il problema tra di noi si potesse risolvere in un ripostiglio delle scope, ma le cose non sono così facili."

La ragazza si morde il labbro inferiore, cercando di nascondere il leggero tremore delle mano. "E come sono invece le cose, James?"

Il più grande dei Potter si stringe nelle spalle e scuote la testa. "Non lo so, dimmelo tu perché io non ci sto capendo più niente. Ti penso in ogni momento, in qualsiasi istante della mia giornata... sei come un chiodo fisso per me. Ma se questo in qualche modo ti mette a disagio, se non è quello che provi anche tu... a me sta bene. L'ho visto come sei scappata l'altro giorno e non voglio più stare senza parlarti. Quindi se tu mi dici che per te non è lo stesso, se..."

"Sì" lo interruppe bruscamente Lyn, muovendo un passo verso di lui.

" cosa? Sì, per te non è lo stesso o..."

"Sì, James, ti guardo. E sì, James, è un trattamento che riservo solo a te e sì, ci stai provando con me e sta funzionando." Prende un profondo respiro prima di ricominciare a parlare. "Sì, vorrei che continuassi... a provarci intendo e con me, non con le altre. E magari vorrei anche andare in qualche ripostiglio con te, però non quello in cui hai portato Mandy di Tassorosso e sí, anche se non te l'ho detto l'altra volta, mi manchi anche tu. Mi manca parlare con te, scherzare insieme: mi manca il mio migliore amico ma... ma non solo. E... e..."

Le sopracciglia di James scattano verso l'alto e le labbra tremano sotto lo sforzo di trattenere un sorriso. "E... e Boots?"

Lyn alza gli occhi al cielo. "E Boots era un no, un grandissimo no che speravo diventasse un sì." James annuisce con lentezza, assimilando ogni lettera di quelle parole mentre con lo sguardo non riesce a non seguire ogni singolo movimento delle sue labbra. "E" ridacchia, "e sí, mi sto chiedendo perché ancora non mi hai baciata."

James Sirius questa volta non se lo fa ripetere due volte, annulla definitivamente la distanza tra loro e la bacia. E sì che ci hanno messo sette anni, sí che si sono rincorsi senza neanche rendersene conto per troppo tempo, ma trovarsi è stato infinitamente più bello così.

"Certo che ce ne hai messo di tempo, James Sirius Potter" ridacchia lei, senso staccarsi da quell'abbraccio. 

"Noi Potter siamo un po' lenti" scherza. "Ora non correrai via, vero?" le chiede sulle labbra, lasciandole un veloce bacio.

Lyn scuote la testa. "Vuoi dire che non mi rincorreresti?"

James Sirius approfondisce nuovamente il bacio che non hanno mai davvero interrotto. "Ci stai per caso provando con me, Lyn Baston?"

"Non lo so... sta funzionando?"

"Assolutamente sì!"

A distrarli e attirare la loro attenzione, però, è una risata. Voltano entrambi distrattamente la testa, osservando i due puntini che rappresentano le figure di Jake e Grace farsi sempre più lontane nel parco di Hogwarts.

"Ehi" Lyn si allontana per riuscire a guardarlo meglio, "ora me lo dici cosa facevi qui, appostato come un maniaco?"

James Sirius apre e chiude la bocca più volte, non sapendo bene come rispondere. "Io... ecco... c'è una cosa che non sai. E che non so se dirti o se..." Sbuffa. "Una cosa che non so come affrontare, in realtà."

"Ed è una cosa che non sai se puoi dire a me?""Non è quello, è che è così assurdo che ho paura di essere preso per pazzo." 

Lyn gli stringe la mano con due dita, incoraggiante. "Mettimi alla prova."

 

 

 

 

*

 

 

Quando James e Lily raggiungono la Sala Comune di Grifondoro, a pomeriggio inoltrato, trovano Remus e Sirius ad aspettarli li fuori. Entrambi con le braccia incrociate e le espressioni furenti, sembrano essere l'uno lo specchio dell'altro.

"È successo qualcosa?" chiede James con un sorriso. Si sente così leggero da poter persino camminare sulle nuvole e non fa nulla per nasconderlo.

"Tu chiedi a noi se è successo qualcosa?" Sirius è furente ma a fare un passo in avanti è proprio Remus.

"Siete scomparsi per tutto il pomeriggio, come credete che ci siamo sentiti? Non una notizia, o un messaggio, o..."

"Siamo a Hogwarts" ribatte Lily cercando di trattenere una risata davanti alla loro relazione. "Dove pensavate potessimo essere finiti?"

"Oh, non lo so," Sirius allarga le braccia in modo plateale, "Forse quarant'anni nel futuro o nel passato o chissà dove?"

"Va bene, d'accordo, ricevuto" replica James, a cui neanche il ritorno di Severus Piton potrebbe guastare l'umore in quel momento. "La prossima volta vi avvisiamo."

"La prossima volta?" Sirius sgrana gli occhi. "Pensi di sparire nel nulla una seconda..."

A interromperlo però, e a permettere a Lily di sbuffare una risata senza essere vista, ci pensa il ritratto della Signora Grassa che viene aperto, ben presto sostituito dalla figura di Albus Severus.

"Ciao..." mormora Remus, confuso, e si guarda intorno nel corridoio. "Abbiamo sbagliato Sala Comune?"

Il ragazzo scuote la testa e James non può fare a meno di notare come il suo sguardo non sia puntato direttamente su nessuno di loro. "Volevamo parlarvi... noi, intendo James, Lily, io e gli altri."

James, a quelle parole, drizza la schiena e si fa più attento. "È successo qualcosa?"

Il Serpeverde punta finalmente lo sguardo di lui, quasi avesse il potere di scrutargli fin dentro l'anima. "Non lo so, dimmelo tu," risponde e fa per rientrare nella Sala Comune. "Vi aspettiamo in camera di James e... possibilmente non trasfigurati. Così, giusto per dare un minimo di parvenza di onestà a questa conversazione, nonno."

Carica l'ultima parola con un sarcasmo tutto Serpeverde, lasciandoli soli in mezzo al corridoio senza la forza di replicare. Improvvisamente James non si sente più così leggero da riuscire a camminare sulle nuvole.

 

 

 

 

*

 

 

 

Sembrava incredibile e invece eccomi qua. Questi mesi sono stati una vera burrasca: ho finito gli esami, ho dovuto preparare la tesi e senza neanche rendermene conto settimana prossima mi laureo.

Un sogno forse, un utopia.

In ogni caso sono molto più libera e sembra anche l'ispirazione stia tornando... per cui, eccomi qui.

Potete anche cominciare a fare il conto alla rovescia per il fatidico incontro con il Salvatore del Mondo Magico e non solo!

   
 
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