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Autore: C_Totoro    07/04/2023    1 recensioni
Lord Voldemort ha ripreso il proprio corpo e l’Ordine della Fenice è pronto a contrastarlo di nuovo, esattamente come quattordici anni prima. Una nuova minaccia, però, si risveglia nelle terre irlandesi ed è qualcosa che non può essere combattuta né da Silente né da Voldemort: è necessario unire le forze, solo una commistione di Magia Bianca e Magia Nera sarà potente abbastanza. Inizia così una convivenza forzata a Grimmauld Place numero 12, dove nascerà un’amicizia e un’alleanza improbabile: quella tra Molly Weasley e Tom Riddle.
AVVERTIMENTI: è una storia che ho scritto per ridere, pur tentando di rimanere nell’IC il più possibile, con queste premesse è evidente che sia ardua impresa, ed è il motivo per cui ho messo OOC.
Genere: Azione, Commedia, Hurt/Comfort | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Molly Weasley, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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Come sentì il rumore della materializzazione, Bellatrix non si trattenne: lasciò perdere i ferri e la lana – alla quale stava provando a dare la forma di un maglione – e corse di sopra verso l’ingresso. Sapeva che era il suo Padrone, se lo sentiva. Non poteva essere nessun altro. Nessun altro se non lui che tornava da lei. Non era passata nemmeno una settimana; eppure, le sembrava di non vederlo da secoli; le vennero le lacrime agli occhi al pensiero d’incontrarlo ma, quando ormai era già quasi all’ingresso, si ricordò del loro ultimo incontro, di come l’aveva trattata, di come l’aveva rifiutata. E se lui non avesse più voluto vederla? Era stata troppo impertinente l’ultima volta? Aveva esagerato, sorpassando in modo definitivo quel confine sul quale aveva sempre abilmente stazionato? Come avrebbe dovuto salutarlo? Mentre tutte quelle domande le affollavano la testa, venne superata da Molly Weasley.

“Oh, caro! Sei tornato!” la sentì starnazzare e, come Bella volse l’angolo trovandosi nell’atrio dell’ingresso, vide quella Weasley stringere tra le braccia il Signore Oscuro.

Il suo Padrone.

Bellatrix osservò la scena come se la stesse vivendo qualcun altro. Non era possibile, non era possibile che il Signore Oscuro si stesse lasciando stringere da una Traditrice del Suo Sangue mentre a lei… a lei non era mai stato permesso di tenerlo tra le braccia a quel modo.

Perché?

Perché?

Il rumore di altre due materializzazioni la fece sussultare.

“Oh, quindi questa è la famosa Bella?” domandò un uomo biondo di media statura che Bellatrix intuì subito essere Gellert Grindelwald.

La famosa Bella? Si chiese tra sé e sé Bellatrix mentre il suo cuore sembrava rifiorire in preda alla speranza.

Che il Signore Oscuro abbia parlato di me?

“No, Gell. Questa è Molly Weasley” rispose Silente sorridendo e proseguendo con le presentazioni “Lì hai Arthur Weasley, suo marito, e i figli Ron, Ginny, Fred e George. Lì vicino alla porta c’è Sirius Black, il padrone di casa, sua cugina Andromeda e il marito Ted, Harry Potter, Hermione Granger e…” gli occhi di Silente si posarono su Bellatrix che faceva leggermente capolino dal muro con la testa.

Quella è la famosa Bella” concluse Grindelwald facendosi avanti e scrutandola con estrema attenzione. Bella lo guardò fisso negli occhi, senza alcun timore: non si sarebbe di certo fatta intimidire da quel damerino da strapazzo che se la faceva con Silente.

Le labbra di Grindelwald si stiracchiarono in un sorriso poi spostò lo sguardo su Tom il quale, finalmente, era riuscito a liberarsi dalla presa della signora Weasley “Certo, inizio a capire il motivo di tutta questa ossessione” commentò Gellert continuando a fissare Bellatrix quasi senza sbattere le palpebre.

“Non c’è nessuna ossessione, Grindelfart, dacci un taglio

“Come no!” si finse stupito Gellert portandosi una mano al petto con fare teatrale “Bella di qua, Bella di su, Bella di giù…” ridacchiò poi fece qualche passo in direzione di Bellatrix “Bella… sta per?” chiese fingendo di non conoscere il suo nome completo. Bellatrix lo osservò in silenzio per qualche istante poi fece dardeggiare velocemente il suo sguardo verso il Signore Oscuro. Poteva rispondergli?

“Bellatrix” rispose Voldemort al posto di Bella “Sta per Bellatrix”

“Il nome di una stella, in perfetto stile Black… ma la palpebra pesante è quella dei Rosier” commentò Grindelwald senza prestare della minima attenzione Tom e sorridendo di nuovo in direzione di Bella che continuava tuttavia a osservarlo corrucciata in silenzio. Cosa diamine voleva da lei quell’omuncolo?

“Chi lo avrebbe mai detto che avrei collaborato con una parente di Vinda!”

Bellatrix non mosse un muscolo e, ancora una volta, non aprì bocca per rispondergli, non sapendo bene cosa dire. La sua mente era ancora ferma a famosa Bella, come se il Signore Oscuro non avesse fatto altro che pensare a lei, parlare di lei… arrossì leggermente a quel pensiero.

“Un carattere un po’ timido? Arrossire per così poco…” continuò Gellert facendo qualche passo verso di lei per nulla messo in difficoltà da quell’atteggiamento restio.

Bellatrix sussultò, tornando al presente. Scoccò un’occhiataccia a Grindelwald e si fece avanti “Non sono affatto timida!” sibilò inviperita, toccata sul vivo. Come se a lei potesse importare qualcosa di quello che pensava quel Grindelwald!

“Bene” esclamò Silente gioviale battendo le mani “Come potete vedere la missione è perfettamente riuscita”

“Qual è la prossima mossa?” chiese Sirius, impaziente, prima che chiunque altro potesse prendere parola. Non ne poteva più di avere pazzi criminali per casa.

“Io adesso devo tornare a Hogwarts, ho un meeting con i docenti” rispose Silente “Non dovrebbe prendere più di un paio d’ore, purtroppo non posso rimandarlo. L’inizio della scuola è ormai alle porte”

Tom si volse a guardarlo male. Cosa voleva dire…? Non di certo che…

“Se non vi dispiace, Gellert rimarrà qui con voi per pranzo, poi stasera vi aggiorneremo con calma. Intanto, è importante che tutti entrino in… sintonia” concluse lanciando uno sguardo ammonitorio a Gellert e a Tom “Fate i bravi” si raccomandò prima di smaterializzarsi senza dare modo a nessun altro di parlare.

“Che c’è, Schatz, non sei contento di stare ancora un po’ con me?” chiese Gellert mettendo un braccio intorno alle spalle di Tom “E poi non è solo con te che devo entrare in sintonia, giusto? C’è anche Bella… lei deve…” si leccò le labbra “Insomma deve essere in sintonia con tutti noi”

“Prova di nuovo a dire sintonia e Bella nella stessa frase e ti faccio entrare in sintonia con le teste tagliate degli Elfi Domestici che stanno sulle scale” gli sibilò Tom in modo sommesso, di modo che potesse essere sentito solo da lui.

“Qui qualcuno è geloso?”

“Allora” intervenne Molly con un tono di voce più alto del solito “Siete arrivati proprio in tempo per il pranzo, spero che le piaccia l’arrosto signor… ehm… Grindelwald”

“Chiamami pure Gellert” le rispose Grindelwald togliendo il braccio dalle spalle di Tom e sorridendo a Molly Weasley “Io come posso chiamarla?” domandò sornione.

Tom roteò gli occhi nauseato. Sarebbe riuscito a non affatturarlo prima della fine di quel pranzo? Prima del ritorno di Silente? Iniziava a dubitarne. Insopportabile, semplicemente insopportabile. E il modo in cui guardava Bella? Non doveva permettersi…

“Molly va benissimo”

“Bene, Molly, l’arrosto mi piace molto. Sono anni che non lo mangio, Nurmengard, ahimé, non è di certo famosa per la sua alta cucina” aggiunse mentre Molly faceva strada mostrandogli dove avrebbero mangiato.

Bellatrix lanciò un’occhiata al Signore Oscuro che però sembrava stare accuratamente evitando di guardarla. Era ancora arrabbiato con lei? Ma per quale motivo, poi? Cosa aveva fatto di male? Come raggiunse la cucina, Bella si sedette svogliata sulla solita sedia; non fece in tempo ad alzare lo sguardo per fare cenno al Signore Oscuro di accomodarsi lì accanto a lei che il posto del suo Signore venne occupato da quel Grindelwald.

“Caro, se non sei troppo stanco per il viaggio, potresti aiutarmi con il purè di patate? Riesci sempre a dargli quel tocco in più…”

“Certo Molly”

Bellatrix spostò il suo sguardo sul piatto vuoto.

Il Signore Oscuro era tornato a essere pappa e ciccia con la cagna rossa e stava ignorando lei. Eppure, a sentire quel Grindelwald, lei era la famosa Bella…

“Bellatrix”

Bella sussultò e incontrò gli occhi eterocromi di Gellert Grindelwald. Ora che era più vicina a lui notò come fosse pallido e sul naso avesse qualche rada lentiggine. Non era un brutto uomo, anzi, semplicemente, non era il suo tipo.

“Mi hanno detto che sei un’abile strega oscura” le disse Gellert mentre la signora Weasley iniziava a portare in tavola l’arrosto e Tom, dopo aver appoggiato il piatto con il purè, si sedeva invece nell’ultimo posto rimasto libero, quello accanto ad Andromeda.

“E chi te l’ha detto?” domandò Bella, speranzosa. Possibile fosse stato il Signore Oscuro?

“Me lo dice il mio sesto senso” ribatté Gellert sorridendole e chinandosi un po’ di più verso di lei “Devo dire che ero un po’ restio quando ho saputo che sarebbe stata una strega a occuparsi del sigillo, della parte finale, quella più importante… ma ora che ti ho di fronte…” Gellert addentò un boccone di arrosto con fare voluttuoso “Capisco la scelta” masticò con voluta lentezza “Non ho mai incontrato una strega oscura come te, il tuo potenziale è addirittura tangibile”

“Tutto grazie al Signore Oscuro” rispose prontamente Bellatrix provando ad allacciare il suo sguardo con quello del suo Padrone.

“Ho anche saputo che sei stata diversi anni ad Azkaban” aggiunse Grindelwald, cambiando in fretta argomento. Il resto dei commensali mangiava in silenzio proprio come era successo la prima volta che Voldemort si era unito a loro. C’era un’atmosfera di disagio e di ansia, come se tutti si aspettassero che da un momento all’altro dovesse capitare qualcosa di terribile. Avrebbe potuto essere altrimenti? Stavano pranzando con Grindelwald, Voldemort e Bellatrix Lestrange…

“Quattordici anni” rispose Bellatrix svogliata, non capiva se quel Grindelwald stesse flirtando con lei? Era possibile? Ma non aveva una relazione con Albus Silente?

“Per il Signore Oscuro” aggiunse subito, giusto per mettere in chiaro le cose, di nuovo.

“Io ho passato molti anni a Nurmengard…” ribatté Gellert, ignorando nuovamente l’accenno a Voldemort e cambiando improvvisamente tono di voce “Forse potresti aiutarmi a riprendere a… vivere… normalmente. Dopo tanti anni di reclusione, mi sembra tutto strano…”

Bellatrix si mosse un po’ a disagio sulla sedia.

“Non ho ancora ripreso a vivere normalmente” gli rispose continuando a mangiare senza guardarlo. Cosa voleva da lei? Si volse verso il suo Padrone che, però, non stava guardando nella sua direzione. A lei era mancato così tanto! E anche lui, forse, se quel Grindelwald continuava a dire che il Signore Oscuro l’aveva nominata senza sosta…

“Ma grazie al Signore Oscuro…”

Gellert roteò gli occhi “Sempre a parlare di Voldemort” commentò senza lasciarle finire la frase.

“E questo è niente” s’intromise Sirius con la sua risata simile a un latrato “Credimi, può diventare molto più pesante e, aggiungerei, esplicita di così”

Gellert sorrise mesto a Sirius poi si voltò verso Tom “Sei un uomo fortunato, Tommy” rise “Hai una seguace molto fedele, leale… dedita a te”

“C’è chi sa scegliere i propri alleati, chi invece si lascia guidare da sentimentalismi e fallisce, lasciandosi mettere in prigione dal proprio amato”

Gellert riprese a mangiare in silenzio, ignorando completamente il commento di Voldemort.

“Sai, Bella” tornò alla carica dopo qualche secondo “Anche io sono un Mago Oscuro”

Bellatrix alzò le sopracciglia “Così si dice” commentò acida, guardinga.

“E al contrario del tuo amato Padrone, sono anche Purosangue”

L’atmosfera in cucina si fece ancora più pesante. Se già tutti erano in silenzio, ascoltando circospetti la conversazione tra Bellatrix e Grindelwald, a quel commento i commensali quasi smisero di mangiare, trattenendo il fiato, non sapendo cosa sarebbe successo di lì a poco. Molti degli sguardi dardeggiarono verso Tom, come per verificare se avesse sentito, se avrebbe fatto qualcosa.

Bellatrix si pietrificò, deglutì, non sapendo cosa rispondere. Avrebbe voluto alzare lo sguardo e guardare il suo Padrone negli occhi ma non sapeva come avrebbe reagito, cosa avrebbe fatto. E come stava interpretando quel suo silenzio? Sicuramente nel modo sbagliato.

“Buon per te” rispose Bella, giusto per dire qualcosa, in preda al panico. Sapeva che Voldemort si sarebbe adirato con lei qualsiasi cosa avrebbe fatto. Quando si trattava del suo status di sangue sapeva essere molto – troppo – sensibile. Parlando si sarebbe esposta ma, tacendo, avrebbe dato adito a male interpretazioni. Insomma, qualsiasi cosa avesse fatto, Voldemort non l’avrebbe presa bene.

“Buono anche per te, no? Adesso non devi più seguire un lurido Mezzosangue”

Si sentì il tintinnare di posate che cadevano con violenza nel piatto.

Zitto!” sibilò Tom alzandosi in piedi infuriato “Chiudi la bocca”

Gellert gli sorrise tranquillo, poi si portò lentamente alla bocca una forchettata di arrosto ricoperto di purè rilassandosi sullo schienale della sedia “Devo dire che Molly ha ragione: il tuo purè ha un tocco in più” poi, constatando che Voldemort continuava a fissarlo quasi come se volesse incenerirlo, aggiunse divertito “Cosa c’è, Tommy, la verità fa male? Eppure, è un dato di fatto: io sono un mago oscuro purosangue… purosangue come Bellatrix al contrario di te che, insomma… non so neanche se ti si possa considerare Mezzosangue, tuo padre un Babbano, tuo madre probabilmente una Maganò, cresciuto tra i Babbani…”

Non aggiungere una parola!

Il tono di voce di Voldemort era basso, sibilante, quasi come se gli procurasse fatica e dolore pronunciare ogni parola. Per qualche motivo, quel tono così basso suonava ancor più terribile delle urla.

“Stavo solo cercando di far presente a Bella che ora non deve più seguirti, non sei più l’unico mago oscuro in circolazione, non c’è più bisogno che si abbassi a seguire un reietto della Comunità Magica, lei che ha nelle vene uno dei sangue più puri di tutto il mondo… Tu, Tommy, semplicemente, non sei alla sua altezza”.

Il gelo calò in cucina. Era chiaro tutti avessero sempre saputo che il bel Tom Riddle era in realtà Lord Voldemort ma Tom era sempre stato molto bravo a mascherare il suo essere. Gentile, educato, al massimo sarcastico, non aveva mai davvero infastidito nessuno. In quel momento, tuttavia, pur avendo ancora l’aspetto da ventenne di Tom Riddle, il suo viso era trasfigurato da una furia cieca. Gli occhi erano diventati rossi e si sentivano onde magiche vibrare per la cucina, come se la sua magia stesse per scoppiare incontrollata.

Voldemort raggiunse Gellert con ampie falcate, in modo veloce, repentino e, prima che quest’ultimo potesse comprendere cosa stesse succedendo, Voldemort lo afferrò per il bavero della giacca e lo tirò su, alzandolo dalla sedia “Ti ho detto che devi chiudere la bocca

Gellert gli sorrise, per nulla impaurito, come se stessero facendo un’amabile chiacchierata seduti al bancone dei Tre Manici di Scopa “Sei geloso?” poi mosse il naso come se stesse fiutando l’aria “No, non sei geloso, questo è l’odore della paura”

Voldemort rise freddamente “Paura di te, frocio?”

“Oh, no” Gellert si liberò della sua presa “Della verità. Perché sai che ho ragione. Perché mai una bella e potente strega come lei dovrebbe stare con un lurido Mezzosangue quando potrebbe avere un Mago Oscuro Purosangue?” Gellert fece guizzare i suoi occhi su Bellatrix ma non fece in tempo a incrociare lo sguardo con lei che Voldemort gli afferrò il viso piantandogli le unghie nelle guance, facendolo voltare violentemente di nuovo nella sua direzione “Non la devi guardare

“Sei un po’ troppo possessivo, Schatz. Così le relazioni si rompono” Gellert si strinse nelle spalle “Lo dico per te, Tommy, sul serio”

Non la devi neanche pensare” soffiò Voldemort a pochi millimetri dal viso di Grindelwald.

Tom godeva nel sentire le sue unghie che, piantate nelle guance pallide dell’altro mago, quasi gli sfioravano la dentatura. Non gli avrebbe permesso di prendersi Bellatrix.

Nessuno poteva toccargli Bella.

Era sua, la sua strega, nessuno poteva neanche solo avvicinarsi a lei…

Gellert rise di gusto “Non devo essere io a pensarla… deve essere lei a pensare a me, se capisci cosa intendo”

Voldemort non ci vide più, divenne tutto rosso. Lo avrebbe ucciso, avrebbe scagliato l’Anatema che Uccide e se lo sarebbe levato di torno. Al diavolo i Druidi, Silente… non poteva di certo rischiare di perdere Bella…

“Non ti considererei neanche se il Signore Oscuro non esistesse, figurati se potrei mai prenderti in considerazione con lui qui presente” disse Bellatrix alzandosi in piedi e facendo qualche passo verso di loro. Voldemort irrigidì ancora di più le spalle, preso in contropiede dalla voce di Bella.

“Non ti considererei mai perché sei insipido, caratterialmente, magicamente, fisicamente” proseguì lei sdegnosa, noncurante “Quindi vedi di darci un taglio con quest’atteggiamento da fallito e non insultare mai più il mio Padrone altrimenti te ne farò pentire amaramente!”

Voldemort si trattenne dall’aprirsi in un sorriso.

La sua Bella che, come al solito, sapeva cosa dire, come dirlo e quando dirlo. Era perfetta, semplicemente perfetta. Lasciò andare Grindelwald e si voltò verso Bellatrix.

“Padrone…” mormorò lei guardandolo per qualche istante negli occhi e poi lasciandosi scivolare in ginocchio con lo sguardo basso “Mi dispiace… dovete perdonarmi… Avevate ragione voi…”

“No, Bella” la interruppe Tom con veemenza, brusco “Avevi ragione tu”

Bellatrix rialzò il capo, stupita, spaesata, senza capire. Non succedeva mai che il Signore Oscuro ammettesse di avere torto… o anche solo sbagliato… forse…

“Avrei dovuto portarti con me” Voldemort inclinò il capo di lato “la mia Bella”

Si chinò su Bellatrix e si smaterializzò con lei con un sonoro crac.

 

*
 

Bellatrix era frastornata. Si ritrovò la bocca del suo padrone sulle sue labbra prima ancora che il suo cervello potesse in qualche modo registrare cosa effettivamente fosse successo.

Le aveva dato ragione, le aveva detto che avrebbe dovuto portarla con sé.

La mia Bella, così l’aveva chiamata…

“Padrone…” mugolò Bellatrix come Voldemort prese a morderle con foga il collo. Bellatrix arpionò le spalle del suo Signore e si tirò su per poi circondargli il bacino con le gambe. I loro amplessi non mancavano mai di passione ma, in quel momento, Bella sentì chiaramente qualcosa di diverso. C’era urgenza da parte di Voldemort, una voracità che non gli era del tutto propria. Solitamente sapeva dominare bene i propri istinti ma in quel momento invece c’era qualcosa di bestiale nei suoi movimenti. Qualcosa che fece eccitare e bagnare Bellatrix oltre ogni dire. Prese a gemere senza ritegno, ogni sfioramento le donava un piacere vertiginoso, che andava al di là dello scibile umano.

Voldemort le strinse con forza le natiche, strappandole senza indugio l’intimo.

“Dillo di nuovo Bella” le sibilò entrando in lei senza nessun preliminare, facendole sbattere la schiena contro la parete con talmente tanta forza che alcuni oggetti e libri caddero dalla credenza con dei tonfi sordi sul pavimento. Bellatrix spalancò gli occhi e inarcò la schiena in preda al piacere. Il suo cervello aveva smesso di funzionare, non capiva più nulla, era in un vortice di piacere senza inizio e senza fine…

Voldemort le tirò uno schiaffo sul sedere che la fece sussultare e la riportò alla realtà; i muscoli del sesso di lei si contrassero intorno al membro di Voldemort, in preda al piacere.

“Mio Signore… non ho preso la pozione…” balbettò Bellatrix, gli occhi ribaltati all’indietro, tremava da quanto piacere stava provando.

Da quando era uscita da Azkaban gli amplessi con il suo Padrone erano sempre stati in qualche modo “misurati” come se lui non volesse romperla ma, in quel momento, la stava prendendo con una violenza e un’urgenza che non aveva mai avuto in precedenza, neanche prima di Azkaban. Sentì i suoi capezzoli inturgidirsi, aveva la pelle d’oca da quanto si sentiva eccitata, su di giri… era troppo…

Dillo” le ordinò ancora Voldemort ignorando completamente le sue parole e continuando a prenderla con foga in piedi, contro il muro, facendola sbattere con violenza contro la parete.

Bellatrix si disse che non solo non aveva preso la pozione anticoncezionale che di solito assumeva ma che, non avendo neanche insonorizzato la stanza, con il fracasso che stavano facendo, si sarebbero trovati quella petulante Molly Weasley alla porta in meno di un secondo.

Un affondo più profondo e un morso più violento la fecero urlare in preda a un piacere estatico. Possibile avesse già raggiunto l’orgasmo? La sua mente smise di fare pensieri sensati, tremava tra le braccia del suo Padrone, si era lasciata andare a un circolo di goduria che non riteneva neanche possibile, prima di quel momento.

“Smettila di fare pensieri inutili… dillo” le ordinò ancora una volta Voldemort, spostandosi finalmente dal muro e lasciandosi cadere all’indietro sul letto. Bella iniziò a muoversi sopra di lui, togliendosi la veste e liberando il seno. Voleva sentire le mani del suo Padrone sulla sua pelle, ovunque su di lei…

“Cosa… cosa volete sentirvi dire mio Signore…” chiese Bellatrix cercando di riacquistare lucidità, voleva dare al suo Padrone qualsiasi cosa di cui lui avesse bisogno… Voldemort tuttavia non le rispose, affondò semplicemente di più in lei, mettendole una mano sul fianco e l’altra sul seno per stuzzicarle i capezzoli. Bellatrix si morse le labbra, il piacere la stava travolgendo di nuovo… ma in quel momento capì…

“Siete l’unico, mio Signore. Non potrei mai guardare nessun altro se non voi, solo voi esistete per me… siete voi il mio Mago Oscuro”.

Lo sentì venire in lei e, quella sensazione, le fece raggiungere il piacere in meno di un secondo, ancora una volta. Reclinò il capo all’indietro urlando così forte da ferirsi la gola. Si accasciò su di lui, tutta sudata e col fiato corto. Si sarebbe aspettata lui la spostasse – come sempre faceva dopo il sesso insieme – invece lo sentì dare un colpo di reni per ribaltare le loro posizioni.

“Non crederai davvero sia già finita così, Bellatrix?” le domandò lui con un sorriso obliquo a rovinargli i bei lineamenti del viso di Tom Riddle.

Voldemort riprese a muoversi in lei, afferrandole i polsi e tenendoglieli con una mano sopra alla testa, bloccandola. Si chinò sul Marchio di Bellatrix e prese a morderglielo mentre la presa sui polsi di lei stava già andando a lasciare dei profondi segni rossi sulla sua pelle. Bellatrix si leccò le labbra, adorava essere presa da lui in quel modo, dominata, non avrebbe mai smesso…

“Oh Bella, tranquilla, non ho nessuna intenzione di smettere” le mormorò lui all’orecchio, continuando a morderla e a marchiarla di lui “Mai”

Bellatrix venne ancora una volta.

 

*

 

Altre urla, altri rumori di oggetti che sbattevano, cadevano in terra con tonfi sordi e ovattati tuttavia completamente distinguibili…

Molly provò a sbattere le pentole per provare a coprire quegli altri rumori ma, a quanto sembrava, era tutto – tutto – inutile.

“Non serve a nulla, Molly” le disse Grindelwald senza alzare lo sguardo su di lei mentre continuava a studiare il libro di Antiche Rune di Bellatrix e gli appunti scritti da Voldemort “Vuole che sentiamo e non c’è modo di non sentire, di coprire questi… suoni…” sfogliò la pagina pigramente, sembrava immune a tutti gli urli, gli ansimi e i rumori che provenivano dalla soffitta “… è maledettamente in gamba, bisogna dargliene atto. Magicamente, intendo, non riesco a silenziarlo…”.

Molly lasciò andare con stizza lo strofinaccio. Aveva mandato Arthur con i ragazzi a Diagon Alley a mangiare un gelato da Fortebraccio, casa Black, in quel momento, non era il posto per ragazzi minorenni… o da poco maggiorenni.

“Non possono andare avanti per sempre” commentò Andromeda mescolando la tazza di tè mentre tra tutti i muri risuonava la voce di Bellatrix in preda all’orgasmo “Mia sorella sembra starsi divertendo molto” aggiunse pensierosa, “Ma lui? Non si sente la sua voce…”

“Meno male, non credo di volermi immaginare Voldemort mentre gode” rispose brusco Sirius “Non capisco neanche come possa essere considerato giusto! Quei due ci danno dentro mentre io…”

“Basta” lo interruppe Molly, rossa come un peperone “Non me ne importa niente della vita sessuale di nessuno di voi”.

“Problemi con tuo marito, Molly?” domandò Gellert alzando un sopracciglio.

“No, è che certe cose dovrebbero rimanere private!” sbottò Molly “E poi non dovreste parlare dell’Incantesimo per i Druidi? Qua rischiamo tutti di rimetterci il collo e voi pensate ai vostri giochini di potere…”

“Perdonami, Molly, è stata colpa mia”.

La voce di Albus Silente fece sussultare la signora Weasley: quando era arrivato?

Aveva ripreso il suo solito aspetto, i suoi penetranti occhi azzurri si alzarono verso l’alto come la voce di Bellatrix prese di nuovo a propagarsi per tutta Casa Black. Sembrava un circolo infinito, cadeva il silenzio per qualche minuto ma poi le urla riprendevano sempre, quasi più vigorose di prima.

“Da quant’è che sta andando avanti?”

“Un paio d’ore, direi…” rispose Gellert abbandonando il libro e fissando lo sguardo su Albus “E dovrò trovarmi un lavoro, suppongo. Avevi ragione tu, ho perso la scommessa”

Silente ridacchiò e si sedette accanto a lui “Te l’avevo detto e ti avevo anche mostrato il ricordo del processo”

“Di cosa state parlando?” chiese bruscamente Sirius avvicinandosi agli altri due maghi.

“Albus diceva che non saremmo mai riusciti a dividere Bellatrix da Voldemort. Io avevo scommesso il contrario…” rispose Gellert “Pur avendo visto il ricordo del processo e quindi la sua dichiarazione di fedeltà a Voldemort ero persuaso che fosse interessata al potere e alle Arti Oscure. L’avevo sottovalutata… o sopravvalutata, suppongo dipenda dai punti di vista” concluse stringendosi nelle spalle “Insomma, credevo che, dandole un’alternativa di Mago Oscuro da seguire, lei avrebbe preso in considerazione l’idea di allontanarsi da Voldemort. Direi che ho perso la mia scommessa” aggiunse sollevando gli occhi al cielo e indicando con una mano il soffitto, dove Voldemort e Bellatrix continuavano a divertirsi indisturbati.

“Per questo ci hai provato con lei?”

Gellert annuì mentre Silente sogghignava divertito “E com’è andata?”

“Oh, ho rischiato sia di venire affatturato da lei, sia di beccarmi un’Avada Kedavra da lui” Grindelwald si avvicinò un po’ a Silente “Sai, Al, qualcosa d’interessante l’ho scoperta comunque”

Silente alzò le sopracciglia, curioso, e gli fece cenno di continuare.

“Lei non lo abbandonerà mai, questo è assodato… ma lui non abbandonerà mai lei”

Silente scosse il capo, non convinto “Non lasciarti obnubilare dalla possessività che Voldemort ha nei confronti di Bellatrix”

“La ama” proseguì Gellert convinto.

Silente emise un verso di sprezzo e disgusto.

“Possessività, gelosia, non sono sinonimo di amore”

“Albus devi smettere di essere così rigido” controbatté Grindelwald seccato “Non sto dicendo che sia in grado di provare quell’amore puro e disinteressato che tanto ti piace decantare…”

“L’amore puro e disinteressato è l’unica forma di vero amore”.

Gellert scosse il capo “Ascoltami bene” ribatté appoggiando i gomiti sul tavolo “Non stiamo parlando di due persone… come dire… funzionali. Lei poteva anche esserlo in passato, non lo so, ora è completamente succube di lui. Vive in funzione di lui, non riesce a fare un pensiero in cui Voldemort non sia compreso… se dovesse morire, lei morirebbe di conseguenza”

Silente gli fece un cenno di assenso, su quello concordava ed era il motivo per cui aveva detto a Gellert che, provare a sedurla, non aveva nessun tipo di senso. Bellatrix non avrebbe mai piantato in asso Voldemort come, invece, tanti altri Mangiamorte erano evidentemente disposti a fare.

“Lui è marcio fino al midollo. È pazzo nel senso più stretto del termine, è un narcisista…”

“Da che pulpito…” commentò piano Silente, Gellert proseguì, fingendo di non aver sentito il commento dell’altro “Eppure, in qualche modo perverso, tiene a lei”

“E tu definiresti questo amore?”

“Non saprei come altro definirlo” si strinse nelle spalle Grindelwald.

“Ossessione, ad esempio”

Grindelwald roteò gli occhi “Al, devi imparare che non tutte le forme di amore sono uguali. Tengono l’uno all’altro, hanno una relazione – disfunzionale, forse, te lo concedo – ma pur sempre una relazione. Vivono insieme, dormono insieme, si preoccupano l’uno dell’altro, si prendono cura l’uno dell’altro. Per noi la loro relazione è tossica ma loro…” fece una pausa, e si passò una mano sul viso, come se stesse cercando di raggruppare le idee e trovare il modo di esporle nel modo migliore “Loro sono tossici, disfunzionali allo stesso modo… per questo per loro…” si schiarì la gola e riaprì le palpebre “Per loro funziona. Questa è la loro forma d’amare che a te piaccia oppure no”.

“Scusatemi” interruppe Sirius “Per quanto tutto ciò possa avere un suo discutibile fascino… cosa ce ne importa a noi della vita sentimentale di mia cugina e di Voldemort?”

Silente si accarezzò la barba, poi un guizzo attraverso i suoi occhi: era arrivato il momento di iniziare a svelare, anche se di poco, i suoi piani. Non poteva pretendere che i membri dell’Ordine continuassero a riporre la fiducia in lui se non dava loro un quadro un po’ più chiaro della situazione.

“Non ci fidiamo di loro. Stiamo collaborando, certo, ma lo stiamo facendo per necessità. Non nego che non mi dispiacerebbe risolvere ‘la faccenda Voldemort’ senza violenza ed è infatti in quella direzione che stiamo cercando di muoverci. Molly” fece poi rivolgendosi verso la signora Weasley “Stai facendo un ottimo lavoro con Tom, sono sicuro che lui neanche se ne sia accorto ma dei cambiamenti, dei timidi miglioramenti, io già inizio a vederli”

Molly socchiuse la bocca, spaesata, ottimo lavoro? Ma di cosa stava parlando Silente? Lei non aveva fatto nulla! Silente, a ogni modo, non le diede tempo di ribattere, di domandare spiegazioni, perché proseguì a spiegare velocemente, in modo pratico “Ma, se si dovesse arrivare a uno scontro, è importante avere un quadro molto dettagliato della situazione” fece una pausa, poi fissò i suoi occhi azzurri in quelli neri di Sirius “Bellatrix potrebbe essere un punto debole di Voldemort insieme ad… altro” concluse facendo balenare il suo sguardo su Gellert.

“Per quanto riguarda quello… sicuramente. Più di uno, come già avevamo intuito, mi spingerei a dire più di due… o anche tre, se per questo”

Silente fece un’espressione disgustata poi si ricompose in fretta. Tirò fuori la bacchetta e scagliò l’Incanto Patronus “Avverti gli altri membri dell’Ordine” disse alla fenice-patronus “La riunione sta per iniziare”.

Finalmente la casa era tornata silenziosa.

Era arrivato il momento di pianificare il loro attacco ai Druidi.

  
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