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Autore: Melisanna    10/04/2023    2 recensioni
...Ma perché arrivi (intendo un amore autentico, onesto e sano) la cosa migliore è non pensarci troppo, non invocarlo. Altrimenti ci si inganna. Si mette la maschera dell'amore sul primo e più rozzo dei volti. cit. Irène Némirovsky
Genere: Drammatico, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Sai, Sakura Haruno, Shikamaru Nara | Coppie: Sai/Ino, Shikamaru/Ino, Shikamaru/Temari
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Temari rotolò sulla schiena e si stirò soddisfatta. Accanto a lei Shikamaru frugò sul comodino alla ricerca di una sigaretta e l’accese, inspirando in silenzio. Temari si rotolò per un paio di minuti ancora nel letto, poi si alzò e iniziò a infilarsi la biancheria. “Preparo qualcosa per cena, hai preferenze?” Shikamaru scrollò le spalle “Mi va bene tutto” si avvicinò la sigaretta alle labbra. “C’è ancora un po’ di carne avanzata da ieri, riscaldala magari”. Temari annuì “Sì, ok, finiamo un po’ di avanzi”. Si buttò addosso una vestaglia e si diresse verso la cucina. Poco più tardi sedevano uno di fronte all’altro, davanti a una tavola apparecchiata. Shikamaru mangiava assorto e Temari, già svuotato il suo piatto, lo osservava, un bicchiere di vino fra le mani “Tutto bene, Shika? Ultimamente sei pensieroso”. Shikamaru sollevo il viso dal piatto, per guardarla negli occhi e si strinse nelle spalle “Niente di ché, sto pensando al lavoro, c’è un sacco da fare ancora, per completare l’acquisizione”. Temari bevve un sorso “Non vedo l’ora che questa storia sia finita. Papà è sempre nervoso, per non parlare di Gaara”. “E tu? Tu non sei nervosa? Eppure le trattative sono quasi tutte in mano tua”. Temari rifletté “Forse dovrei esserlo di più, ma non riesco proprio a preoccuparmi più di tanto. Ormai è quasi tutto definito. E so che posso fidarmi perché tu faccia la tua parte”. “Tu e tuo padre vi aspettate troppo da me… Non sono così bravo”. “Lo sei e lo sai perfettamente. Eri sprecato alla Foglia” Shikamaru si strinse di nuovo nelle spalle e tornò a dedicarsi al suo piatto. “Non c’entra niente quello che è successo a Capodanno con questo tuo mutismo, vero?” Shikamaru masticò lentamente e inghiottì il boccone “Cosa c’entra con me?” “Non lo so… Sei tu che hai trovato Yamanaka… Chissà che le è preso per scappare via così. Quella ragazza è proprio matta”. Temari sorseggiò il vino e scoppiò a ridere “Avrei pagato per vedere la faccia di Sai, quando se l’è data a gambe! Quel tipo è così noioso. Tu almeno l’hai visto quando è rientrato con la pelliccia di Yamanaka in mano!” L’idea di Sai, sempre così ingessato, che si ritrovava in una situazione totalmente inaspettata, che non aveva la benché minima idea di come gestire e che feriva il suo orgoglio e il suo amor proprio, la divertiva immensamente. Avrebbe adorato vedere Haruno che gli dava del cretino. Yamanaka invece… non era mai riuscita a capire quella ragazza. A vederlo sembrava una bambolona superficiale, ma Shikamaru le aveva detto che a scuola aveva sempre avuto ottimi voti e avrebbe potuto fare di meglio che la Office Lady, se solo si fosse impegnata. “Sai mi sembrava proprio il tipo giusto per Yamanaka. Ti ha detto perché lo ha piantato?” Shikamaru non sollevò gli occhi dal piatto “Immagino si sia resa conto che non era quello che voleva… Sai non mi piace molto, se devo essere onesto. Mi sembra tutto fumo e niente arrosto. Immagino se ne sia resa conto anche lei”. Temari finì il vino con un sorso “Immagino che sia così…” Lavarono i piatti insieme, fianco a fianco. A Temari piaceva molto, le dava un senso di familiarità. “Domattina devo partire presto. Sei sicuro che non ti secchi restare da solo?” “Non ti preoccupare. Tornerò nel mio appartamento, mentre non ci sei. Ne approfitterò per vedere Choji e gli altri”. Temari annuì, asciugando un piatto “Mi spiace lo stesso lasciarti. Avrei preferito se avessi potuto portarti con me a Chicago, ma papà dice che c’è bisogno di te qui”. “Non ti preoccupare per me” Shikamaru si chinò e la baciò “Me la caverò, sono un bambino grande”. Temari gli tirò un pugno scherzoso “Scemo, mi raccomando, non fare disastri mentre non ci sono”. “Sarò bravissimo, giurin giuretto”. Temari ripose gli ultimi bicchieri “Ti va una partita a Shogi? Questa volta non ti lascerò vincere!” “Prepara la plancia. Mi lavo i denti e arrivo”. Temari tirò fuori tutto il necessario e lo sistemò sul basso tavolino che usavano per giocare. Non era ancora mai riuscita a battere Shikamaru, ma questo non voleva dire che non avrebbe continuato a provarci… “È tutto pronto, iniziamo?” urlò rivolta verso il bagno. Dopo l’ennesima sconfitta, Temari si alzò sbuffando “Prima o poi riuscirò a batterti, maledizione!” “Ne hai ancora di strada da fare, ragazzina!” “Sono più vecchia di te, ti ricordo! Porta rispetto”. “Ma io gioco da più tempo”. “Perché sei vecchio dentro!” Un sorriso appena accennato stirò le labbra di Shikamaru “Vieni, andiamo a letto. Domattina devi alzarti presto. Ti accompagno io all’aeroporto, va bene?” “Posso andare anche da sola, non importa che ti alzi all’alba anche tu”. “Lo faccio volentieri”. Temari sorrise e lo baciò. Tutto andava bene.
  
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