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Autore: Willow Whisper    13/09/2009    3 recensioni
Cos'è l'eternità quando ci si sente morti veramente?
Quando tutto, ogni singola cosa, ci appare inutile e priva di significato?
Si può vivere di soli ricordi? di sole false speranze? di menzogne e odii profondi?
Si può esistere senza qualcuno da amare?
Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Volturi
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Spodestando Aro♥' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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capitolo 12
¢αριтσℓσ 12 ~

Ancora non ero in grado di dare una risposta sensata alle mie domande, e io per primo non riuscivo a capire per quale assurdo motivo fossi andato a controllare personalmente che Cleofe non tentasse di fuggire…eppure, eccomi lì, poggiato con le spalle al muro e le braccia incrociate, osservandola mentre lei, a sua volta, osservava me senza quasi sbattere le palpebre.
Se è un gioco, pensavo, non mi diverte affatto.
Capii che cercava di innervosirmi solo quando, mettendomi seduto a gambe incrociate sul pavimento, mi ritrovai a guardarla mentre si alzava in piedi posizionandosi nello stesso identico modo in cui io ero stato fino a pochi attimi prima.
Ringhiai scocciato –cosa che capitava di rado. Neanche con Aro e Caius messi assieme avevo mai perso in modo tale la pazienza- e poi, cercando di mantenere un tono di voce abbastanza controllato, le dissi –Non ti sembra un po’ infantile?-
-Che cosa?- tese le labbra e mi guardò di sbieco. Percepii una leggera nota canzonatoria nella voce. Sogghignai per una frazione di secondo, prima di rispondere a Cleofe con –Comportarti in questo modo. Alzarti se mi siedo e sederti se mi alzo-.
Sibilò –Non lo sto facendo apposta! È che questa cella è terribilmente scomoda-.
Scuse banali
, mi dissi, però è divertente.
Primo, per noi vampiri l’ambiente circostante era del tutto inutile. Nessun luogo sarebbe mai potuto essere troppo scomodo; avremmo potuto restare seduti per l’eternità su un blocco di ghiaccio o sulla cima più alta di una montagna senza risentire di nessun fastidio fisico e, secondo, era stata proprio lei, col suo piccolo colpo di stato andato in fumo, a costringerci –sempre se con Aro e Caius di costrizione si possa trattare- a metterla lì dentro, sorvegliata ventiquattr’ore su ventiquattro.
Quando glielo feci presente, lei diede un calcio alla parete sbriciolandone un poco la superficie, poi chiese tetra –Perché non avete ucciso anche me?!-.
Restai a fissarla in silenzio prima di riaprire bocca –Perché mio fratello, Aro, sa che tu tieni nascosto qualche potere speciale. Una dote più sviluppata rispetto ai comuni vampiri, per questo ha deciso di darti del tempo per “ambientarti”-.
-Quindi, vediamo se ho capito bene: o dimostro al tuo compagno di avere capacità in più, oppure muoio, è così?-.
Incrociai i suoi occhi e risposi pacato, come se la cosa non mi toccasse –Sì, hai capito perfettamente. Credo che tu abbia a disposizione una settimana, giorno più giorno meno, poi dovrai scegliere se restare o morire-.
Mi alzai con l’intenzione di andarmene, lasciando che a tenerla d’occhio ci fosse la piccola Jane, ma Cleofe disse senza riuscire a nascondere l’ansia –Aspetta!-.
Tornai a fissarla e notai che era indecisa su qualcosa, alzai un sopracciglio –Sì?-. Lei tese le labbra e poi si ributtò a terra, evitando di guardarmi –Niente. Và pure-.
Rimasi a percepire i suoi sentimenti –odio, paura, di nuovo odio- prima di abbandonarla al controllo vigile e freddo di Jane. I passi riecheggiavano lungo il corridoio illuminato dalle torce, ero arrivato a contarne cinquecentoquarantatre quando finalmente riuscii a scorgere, ad almeno altri duecento passi di distanza, la piccola entrata laterale che portava dritta alla Sala Maggiore.
Sospirai lasciando di nuovo l’intero corpo –mente compresa- allo stato d’intorpidimento e andai a sedermi al mio trono. In quell’esatto momento Aro puntò i suoi occhi attenti su di me –abbandonando la partita a scacchi con Caius- e mi sfiorò la mano, per osservare la conversazione avuta tra me e Cleofe. –Eureka, fratello!- esclamò, ghignando.


















XII capitolo scritto di getto, solo per voi miei amati seguaci atterrati nel mondo di Volturlandia <3 (ma che ho fumato? x°D).
Allour, inizio col dire che la conversazione tra Marcus e Cleofe è stata immaginata dal mio contorto cervellino ieri sera, mentre mi guardavo in dvd Hannibal Lecter-le origini del male e allo stesso tempo leggevo un libro della Rice XD (mica solo Napoleone sa fare più cose contemporaneamente, eh <_<).
Ho pensato che tra i due non dovesse esserci da subito una scarica sentimentale ed erotica, sennò facevo prima a riscrivere Twilight in stile dark -.-"
Quindi vi avverto, all'inizio si tratterà solo di conversazioni con lei dentro la cella +w+, poi naturalmente potrebbero esserci delle svolte (notare: resto sempre sul vago +w+).
Cosa avrà in mente Aro, il nostro piccolo ingegnoso e subdolo Aro, che si mette a gridare "eureka"?! (dovevo mettercelo, ce lo vedo proprio a gridare 'sta parola ù.ù).
Lo scoprirete nei prossimi capitoli <_<
Grazie un miliardo di volte e a presto, bye bye.
Sammy Cullen, oggi super euforica.
(l'avevate notato eh?! xD)

   
 
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