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Autore: dirkfelpy89    17/04/2023    0 recensioni
Questa storia partecipa al “Torneo Tremaghi - Harry Potter Edition” indetto sul gruppo Facebook L’angolo di Madama Rosmerta’
|Le menti di James e Sirius però erano altrove: entrambi pensavano alla stessa cosa, partecipare al torneo.
E quella sarebbe stata l'ultima e la più grande avventura dei Malandrini.
Prima della guerra.|
|“Allora è deciso, io parteciperò.”
“Penso… penso che ti seguirò!” esclamò Regulus, sollevato dalle parole dell’amico.
"Benissimo!” ululò Barty, prendendo sotto braccio l’amico. “Andiamo subito e il mondo si ricorderà di Barty Crouch jr. e Regulus Black!"|
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bartemius Crouch junior, I Malandrini, Marlene McKinnon, Regulus Black, Severus Piton | Coppie: James/Lily, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Capitolo 4, La Seconda Prova prt.1

 



Barty si svegliò di scatto, bruscamente. Sulle prime non si rese conto di dove si trovasse, il mondo appariva appannato ai suoi occhi, poi, lentamente, si riscosse. Sentì il duro pavimento sotto la schiena, aprì a fatica gli occhi e capì immediatamente di trovarsi in una stanza che non aveva mai visto prima.
Sembrava una vecchia aula in disuso: era terribilmente polverosa e vuota, eccezion fatta, da quello che riusciva a vedere dalla sua posizione, per un grosso tavolo e due sedie posizionate proprio al centro dell’aula.
Accanto a lui, in piedi, l'ultima persona che avrebbe voluto vedere al suo risveglio: Sirius Black.
Era stato lui a svegliarlo: reggeva tra le mani una strana pergamena e appariva piuttosto contrariato.

"Ma cosa…"
"Svegliati, è iniziata la seconda prova!" Borbottò Black, mettendosi a sedere vicino all'unico tavolo della stanza, le mani tra i capelli.
"L'ultima cosa che mi ricordo è Lumacorno che mi chiamava nel suo ufficio," sospirò Crouch, rialzandosi da terra e, suo malgrado, mettendosi a sedere accanto a Sirius. Osservò la pergamena, che il ragazzo nel frattempo aveva appoggiato sulla superficie polverosa, ma non riuscì a comprendere cosa rappresentasse quel dedalo di passaggi e di corridori.
"C’è anche uno Specchio Gemello, l'altro ce l'ha Marlene, immagino," spiegò Sirius, mostrando al compagno un piccolo specchio rovinato. "Serve per comunicare direttamente con la persona che possiede l'altro."
"Immagino sia Marlene," sussurrò Barty, ormai ripresosi, "e forse si trova nel luogo che indica la mappa.”
"Già. Marlene!" Chiamò il Grifondoro.
"Marlene, svegliati!"

/ / / / / / /

Dormiva così bene, beandosi di un sonno senza sogni… pura beatitudine.
Eppure c'era qualcosa che continuava a disturbarla, un rumore di fondo che ronzava come una mosca fastidiosa; un qualcosa, o qualcuno, che chiamava il suo nome.

"Ma… e… ne…"
Dormiva così bene…
"Marl…ene…"
Che scocciatore…
"MARLENE!"

La ragazza si riscosse, aprendo gli occhi.
Si trovava in un ambiente strano… ma poteva giurare che fino a qualche secondo fa era nel caldo e accogliente ufficio della McGranitt! Che cos’era successo?
Si mise a sedere sul pavimento, la testa che girava, cercando di capire dove fosse finita: quell’ambiente maleodorante non aveva certo nulla a che fare con la professoressa di Trasfigurazione… ma certo, la prova!
Accanto a sé vide un piccolo specchio, la fonte del rumore che l'aveva svegliata. Sbuffando, l'afferrò e con sorpresa vide la faccia piuttosto stravolta di Sirius.

"Oh, meno male. Ascoltami, Marlene, ci siamo, sei all'interno della seconda prova!" Esclamò il ragazzo.
"Sì, lo avevo capito, ma quanto tempo è passato, l’ultima cosa che mi ricordo è la McGanitt che mi parlava della prova…"
"I professori ci avranno incantato per farci addormentare. Noi siamo in quella che sembra un'aula in disuso, tu, credo, in mezzo alle fogne, a giudicare da questa mappa…" disse una voce a lei meno familiare, ma che riconobbe come quella di Barty.
"Ok, A quanto pare…” Fece per estrarre la bacchetta e lanciare un “Lumos” ma con orrore si accorse che mancava qualcosa.
“Oh, per Godric, ma sono senza bacchetta!"
Cercò in ogni tasca della veste ma niente.
Quella proprio non ci voleva: sicuramente i professori avrebbero riempito le fogne di strane creature o di ostacoli… come poteva pensare di affrontarle senza lanciare incantesimi? Erano impazziti?
Lei ancora non aveva imparato a lanciare anatemi, o anche il più semplice degli incanti, con l'uso delle mani.

Presa dal panico, cercò ancora una volta in tutte le tasche della veste fino a quando non trovò un foglio di pergamena. Lo tirò fuori, lo aprì e lesse ad alta voce quella che sembrava una strana filastrocca.

"Ti saranno date tre ore di tempo,
vedi di trovare l'uscita nel frattempo.
Sarai sola, isolato e inzuppato,
senza alcun incantesimo come alleato.
Ascolta i tuo compagni e usa l'intuito,
saranno il tuo unico aiuto."


"Oh, fantastico, Silente non ci dà una bacchetta ma una filastrocca! Ecco fatto, sei salva!" Esclamò Sirius, aspro.
"Zitto," lo rimbeccò Barty. "Allora, a quanto pare hai tre ore di tempo per uscire dalle fogne."
"Questo è ovvio…"
"Già, e non posso utilizzare nessun Incantesimo. 'Nessun Incantesimo come alleato'. Penso proprio che dovrò affidarmi a voi, ragazzi," rispose Marlene, cercando di alleviare la tensione.
"Ascolta i tuo compagni e usa l'intuito, saranno il tuo unico aiuto," sbuffò Barty.

"Ok, fantastico, dove devo andare?"
I due ragazzi osservarono a lungo la mappa fino a quando non notarono una piccola X vicino a uno degli ingressi delle fogne.
"Marlene, forse sappiamo dove devi dirigerti. Dove ti trovi in questo momento? Descrivi cosa vedi di fronte a te!" Disse Black ma già l'immagine all'interno dello specchio iniziava a svanire.
"Grandi corridoi… tre di… a me…"
Con un ultimo sussulto l'immagine della ragazza sparì dall'immagine.

Marlene urlò la sua rabbia, vedendo l'immagine del suo ragazzo sparire.
Era da sola ma dopo qualche istante di panico si calmò, respirando profondamente. Era una Grifondoro, una campionessa Tremaghi, non si sarebbe certo arresa davanti alle difficoltà.
Aveva i suoi assi nella manica: suo fratello era un Auror, i genitori, sebbene allora fossero già in età avanzata, quando non frequentava ancora la scuola la portavano spesso in campeggio e nella natura selvaggia Marlene trovava davvero se stessa.
La situazione non era poi così diversa rispetto a trovarsi sperduta in un bosco. Doveva usare tutti i suoi cinque sensi e l'intuito, se i presidi avevano deciso di non far usare una bacchetta agli studenti forse non c'era niente di davvero mortale in quel dedalo.

Delle tre strade che aveva di fronte una procedeva in salita, una in discesa e quella centrale sembrava proseguire in piano. Scelse di percorrere proprio il corridoio centrale ma dopo pochi metri dovette tornare indietro: era una strada senza uscita ma non se ne crucciò.
Si trovava in una specie di labirinto, quella sarebbe stata la normalità, non poteva permettersi di perdere la calma. Non ancora.
Scelse quindi la strada a destra, quella che scendeva lentamente, e in effetti sembrò rivelarsi la scelta più giusta.
L'aria divenne ben presto quasi del tutto irrespirabile, ma il corridoio proseguiva diritto, senza deviazioni, nel cuore delle fogne.

Proseguì in quel modo per più di mezz'ora, avanzando lentamente con passo breve ma costante, fino a quando, all'improvviso, uno strano rumore, come se tante voci cantassero insieme un coro melodioso e armonico, interruppe il silenzio che ormai premeva sulle orecchie della ragazza.
Fece per estrarre la bacchetta dalla tasca ma rimase con la mano vuota a mezz'aria.
Il suo istinto le diceva a chiare lettere che davanti c'era qualcosa di pericoloso: udire delle voci nelle fogne rappresentava quasi sicuramente un pericolo. Eppure…
Le voci sembravano così belle, quasi paradisiache e tanto armoniose! Andare avanti le costava così tanta fatica…

Strascicando i piedi, arrivò in una stanza enorme per essere in una fogna, sulla destra vide chiaramente dei Maridi dipinti con maestria incredibile alla parete. Ce n’erano una decina, tutti dipinti in maniera impressionante e fedelissima, e la osservavano.
A quanto pareva erano infatti i dipinti a formare quello strano coro che produceva un canto inebriante, come acqua fredda dopo una giornata assolata e calda, come una comoda coperta in una stanza fredda e buia.
Erano così belli… perché continuare in quella stupida missione quando poteva tranquillamente rimanere lì ad ascoltarli per l'eternità?
Che cos'era il torneo Tremaghi di fronte alla poesia dei Maridi e il loro canto che…

"Marlene!"
La ragazza scosse lentamente la testa. Chi è che parlava?
Chi osava distrarla dalla contemplazione dei…
"MARLENE NON ASCOLTARLI!"
Questa volta la voce di Sirius riuscì a penetrare in maniera più decisa la mente velata della ragazza la quale si riscosse, anche se con molta fatica, rendendosi conto solo allora di cosa stesse facendo
S'era messa seduta per terra, l'espressione beota davanti a quei ritratti… chissà quanto tempo aveva perso!
Si rialzò e, tappandosi le orecchie, corse via da quella stanza fino a quando il coro di voci angeliche non divenne che un lontano mormorio.

/ / / / / / /

Marlene si appoggiò alla parete, il cuore che rimbalzava furioso contro la gabbia toracica.
Era stata una sciocca, aveva rischiato di mettere a repentaglio l'intera missione e per di più l'immagine di Sirius era nuovamente scomparsa: evidentemente potevano parlare con lei ma solo pochi minuti.
Dopo essersi riposata per qualche secondo, una mano sul petto, la ragazza decise di ricominciare il suo lento avanzare. Aveva già perso troppo tempo!
La zona dove era arrivata si fece improvvisamente più complicata.
I corridoi divennero lentamente sempre più costretti e labirintici: diverse volte sbagliò direzione, dovendo tornare indietro mentre l'aria continuava a rimanere fetida, non contribuendo a schiarire le idee della ragazza.

Dopo quella che apparve un’altra infinità di minuti, accolse la voce di Sirius con sollievo.
"Allora, abbiamo fatto un po' di calcoli," mormorò.
"Ho fatto…"
"Zitto, Crouch. Abbiamo preso come base di partenza quella grande stanza dove hai incontrato i Maridi… a quanto pare, se i nostri calcoli sono giusti, sei a circa metà del percorso che devi fare per uscire dalle fogne. Le prossime svolte che devi fare sono destra, sinistra, sinistra, destra e poi dovresti trovarti in un'area più semplice."
Marlene si fece ripetere le indicazioni ancora due volte, per impararsele a memoria.
"Sei bravissima, vedrai che ce la farai," sussurrò Sirius, mentre la sua immagine ancora una volta spariva.

/ / / / / / /

"Ne sei sicuro? Abbiamo perso troppo tempo con il canto dei Maridi…"
Barty osservò la mappa con sguardo torvo.
"Certo, non ne faccio una colpa alla ragazza. Se ci fossi stato tu, all'interno del labirinto, saresti rimasto là per ore!"

Ma Sirius sembrava non voler rispondere alle provocazioni del ragazzo: osservava lo specchio con espressione tesa come mai l'aveva visto prima.
Era evidente che ci tenesse molto alla ragazza e che stare là, non potendo fare niente, lo divorasse.
In fondo lo capiva: se all'interno delle fogne ci fosse stato Regulus avrebbe avuto i nervi a fior di pelle anche lui.

Si zittì.
In realtà era teso anche lui e non poter avere il controllo della situazione, lasciare nelle mani di un’altra persona una missione così importante, lo divorava dentro. Prendere in giro Sirius era l'unico passatempo che poteva avere per non pensare a quello che sarebbe potuto andare storto ma si rese conto che non era il caso e a sua volta osservò pensieroso lo specchio.
"Coraggio, Marlene," sussurrò, suo malgrado.
La rivincita nei confronti del padre passava anche da lei, ora. Non poteva fallire.

/ / / / / / /

Eccoci qui con la seconda prova che ho diviso in due capitoli per meglio affrontare i vari ostacoli sul cammino di Marlene.
Riuscirà la ragazza a uscire viva (e in tempo) dalle fogne? Lo scopriremo presto ^^

  
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