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Autore: luvsam    20/04/2023    1 recensioni
Non era la prima volta che i Winchester mettevano piede all’Excalibur Hotel a Las Vegas, ma Sam proprio non ricordava di esserci stato prima nonostante il fatto che Dean avesse provato nelle ultime tre ore a riportargli alla mente la precedente permanenza avvenuta quando aveva più o meno sei anni.
Genere: Avventura, Azione, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Bobby, Famiglia Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
Capitoli:
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Dean non aveva proferito parola da quando avevano lasciato l’ufficio di Brad ed era alquanto strano perché, se c’era una cosa che non era nelle corde nel maggiore dei fratelli Winchester, era tenere la bocca chiusa. C’erano state poche volte in cui le parole non gli erano uscite come un fiume in piena e quella più impressa nella memoria di Sam, era la sera in cui aveva lasciato la sua famiglia per andare a Stanford. In quella particolare occasione ci aveva pensato John a farsi sentire fino all’altro capo degli Stati Uniti, ma quella era stata una reazione ampiamente messa in conto, mentre il silenzio di Dean era stato l’equivalente di un pugno nello stomaco. Tra quelle quattro mura c’era stato un gelo nell’aria senza precedenti ed era stato destabilizzante perché il fuggitivo si sarebbe aspettato un coro di minacce seguito da preghiere e invece non c’era stato un fiato dalla persona che da sempre contava di più al mondo per lui, né una parola, né una mano che aveva provato a trattenerlo mentre stava salendo sull’autobus per la California.
Erano successe tante cose da allora, eppure il silenzio di suo fratello aveva su Sam lo stesso effetto destabilizzante, era come se gli mancasse il terreno sotto i piedi, come se ci fosse qualcosa di sbagliato nell’universo.
Lo aveva seguito fino all’Impala a prendere i loro borsoni, in ascensore, lungo un corridoio e fin dentro la loro stanza, senza mai togliergli gli occhi di dosso, ma non aveva osato iniziare una conversazione perché quella era una delle tante cose mai dette, ma scolpite nella pietra, tra i due fratelli: se Dean aveva bisogno di stare in silenzio e concentrato sui suoi pensieri, allora così sarebbe stato. Era un’abitudine che il minore dei fratelli Winchester aveva interiorizzato sin da piccolo, solo che allora si intrufolava sulle sue ginocchia, gli appoggiava la testa sul petto, gli cingeva la vita con le braccia e restava lì fin quando il fratellone non tornava operativo.
Dopo tanti anni sarebbe stato alquanto inopportuno e logisticamente difficile attuare quel comportamento, così Sam si accontentò di abbandonare il suo borsone su uno dei due letti gemelli e di sedersi in attesa degli eventi. Non fece commenti quando lo vide uscire dalla stanza e non chiese nulla nemmeno quando lo vide tornare con lo stesso sguardo serio. Restò senza aprire bocca anche quando iniziò ad andare avanti e indietro aggrottando di tanto in tanto le sopracciglia e sorseggiando una birra requisita a tempo di record dal minibar, poi Dean si avvicinò al suo borsone, aprì la cerniera ed eccolo lì il segnale dell’inizio delle operazioni: il diario di papà prese posto sul tavolo.
Il giovane si sedette e iniziò a sfogliarlo con attenzione suscitando una certa sorpresa in Sam. Non c’era pagina che suo fratello non conoscesse di quella biografia sui mostri ed invece dedicò alle singole pagine un’attenzione snervante, come se non avesse mai letto quelle righe in vita sua.
Sam attese ancora e la sua pazienza fu premiata quando il fratello chiese:
“Partiamo dal video?”
“Okay”
“Li hai riconosciuti, vero?”
“Sì, certo”
“Dunque, decimo piano, e un uomo, il nostro Lucky Man, cammina scortato da una schiera di demoni. Arrivano alla porta della stanza 134, qualcuno apre, le luci iniziano a tremare e il tizio viene risucchiato all’interno”
“Esatto e da allora nessuno lo ha più visto”
“Chi c’era, secondo te, dietro quella porta e perché Theo ha seguito i demoni senza batter ciglio?”
“Chi è Theo?”
“L’uomo scomparso”
“Come sai il suo nome?”
“Mentre tu eri qui a farti le treccine, ho fatto un po' di domande in giro”
“Divertente. Comunque, forse non sapeva che erano demoni e che stava cadendo in una trappola, oppure lo sapeva benissimo ed è un coglione”
“Di certo non capiremo che fine ha fatto restando qui”
“No, ma, prima di muoverci, direi di prepararci un po' meglio”
“Che cosa suggerisci, Sherlock?”
“Magari potremmo saperne di più su Theo”
“Mi sembra giusto”
Sam scosse la testa e andò a recuperare il suo portatile prima di tornare al tavolo.
“Qual è il suo nome completo?”
“Theo Walkins”
“Okay”
Il cacciatore digitò il nome sulla tastiera e dopo aver gironzolato per un po' in rete, disse:
“Dunque Theo Walkins è un agente immobiliare, sposato con un figlio, e abita a Camden, Maine. E’ arrivato in città per una convention aziendale e alloggiava al….”
“Aveva una stanza in un altro albergo? La storia diventa piccante”
 “Dean”
“Scommetto che qui alloggiava la sua amichetta e che…”
“Puoi ritornare a ragionare con il cervello superiore?”
“Mr fedeltà, dovresti svegliarti un po'. Sai, in giro ci sono tante signorine disponibili, che gradirebbero molto mettere le loro mani su…”
Dean si bloccò e si morse la lingua davanti all’espressione ferita del fratello.
“Scusa, Sammy, non volevo”
“Lo so”
“No, davvero, a volte parlo senza…”
“Sì, fa niente”
Il ragazzo si schiarì la voce con il chiaro intento di non cedere al ricordo di Jessica e cercò di tornare al caso.
“Secondo la testimonianza di un amico, sono andati a giocare al casinò il sei sera e Theo ha perso parecchio. Sono tornati in albergo e lui era davvero depresso perché non sapeva che cosa raccontare alla moglie. La mattina dopo ha detto ai colleghi che doveva rimediare al casino che aveva fatto e non è risalito sul pullman aziendale per tornare nel Maine”
“Secondo Brad è scomparso dall’Excalibur una settimana fa, quindi tra il sette mattina e il tredici ha cambiato hotel, ha vinto al casinò ed è sparito dopo aver fatto una passeggiata con dei demoni”
“In quest’altro articolo c’è scritto che la moglie ne ha denunciato la scomparsa dopo aver tentato invano di contattarlo, per questo la  polizia è arrivata qui. Gli sbirri hanno visto i filmati delle telecamere interne e hanno concluso che si tratta di un sequestro a scopo estorsivo. Mi domando come non si siano accorti dei demoni”
“Fratellino, non hanno il nostro occhio allenato”
“Ma Brad si è ricordato di noi e di quello che facciamo e ci ha chiamato”
“Proprio così”
“Avrebbe dovuto chiudere l’albergo, questo posto è pericoloso”
“E che cosa avrebbe dovuto raccontare? Non si tira giù la saracinesca per una persona scomparsa”
“Questo è vero, ma…”
 “Altre notizie su Mr Genio?”- chiese Dean sporgendosi verso il monitor.
“Dammi un po' di tempo e vedrò di trovarle. Vai a farti una doccia nel frattempo, così eviti di starmi con il fiato sul collo”
“Lavori meglio quando sei sotto pressione”
“Dean, per favore”
“Okay, okay, andrò a fare qualche tuffo in piscina in nome dei vecchi tempi”
“Sei incredibile, lo sai? C’è stata una riunione di condominio tra demoni qualche piano sopra le nostre teste e tu pensi alla piscina?”
“Non sai goderti la vita, Sammy, e comunque, giusto perché tu lo sappia, di sopra non c’è nulla”
“Quando diavolo ci sei stato?”
“Sempre mentre ti facevi le treccine”
“Piantala, Dean. Non mi hai rivolto la parola da quando siamo usciti dall’ufficio di Brad e ho pensato che
volessi un po' di spazio quando mi hai mollato qui”
“Effettivamente non ti volevo tra i piedi”
“Per quale motivo?”
“Perché sei poco concentrato e non ti volevo sul campo”
“Non sono poco concentrato”
“Ah, no? E che cos’erano allora il sequestro non autorizzato del mio cellulare e la scenata nell’ufficio di Brad? Stai pensando a papà e al suo silenzio e…”
“Il suo silenzio con me”
“Sammy”
“Quando abbiamo lasciato Palo Alto, pensavo che fosse nei guai, ma adesso credo che stia benissimo e che…”
“E cosa?”
“Gli hai parlato, vero?”
“Non esattamente”
“Ma continua a mandarti coordinate e io sono stufo di sentirmi come il cane di Pavlov”
“Possibile che torniamo sempre al punto di partenza con te e papà che vi scontrate?”
“Non ci stiamo scontrando visto che non si è nemmeno scomodato a fare una chiamata per sapere come sto”
“Sammy, avrà le sue buone ragioni per comportarsi come sta facendo”
“Quali, a parte che mi odia per aver mollato la caccia?”
“Non sai di che cosa parli, non ti ha mai odiato”
“Queste sono cazzate e lo sai. Non mi ha mai cercato in quattro anni e adesso…Dovrebbe essere qui per me, dovrebbe comportarsi da padre”
“Senti, puoi pensare quello che vuoi di lui, tranne che ti odi perché ha sofferto quando te ne sei andato, io ho sofferto”
I due fratelli si guardarono negli occhi, poi Sam abbassò lo sguardo e mormorò:
“Non volevo ferirti, Dean, ma non ce la facevo più”
“Lo so e per questo non ti ho chiesto di tornare. Ascolta, Sam, ci sono tante questioni irrisolte nella nostra famiglia, è vero, ma in questo momento abbiamo un caso e ho bisogno di sapere che sei con me al 100%, devo essere sicuro che mi guardi le spalle”
“Questo lo farò sempre e lo sai”
“Sì, ma, quando si tratta di te e di papà, il banco salta”
“Io non vorrei, ma lui…”
“Facciamo un patto, vuoi? Risolviamo questo caso e poi ci concentriamo solo su papà. Niente più coordinate, ci mettiamo sulle sue tracce e lo staniamo”
“Anche se ti ordina di…”
“Ti prometto che gli daremo la caccia e in un modo, o in un altro i Winchester torneranno insieme”
Sam sorrise timidamente e Dean capì di averla spuntata ancora una volta.
"Abbiamo un piano?"
"Abbiamo un piano"
"Okay, allora ti lascio alle tue ricerche, ci rivediamo tra un pò"
“Ehi”
“Sì?”
“Come farai il bagno in piscina se non hai un costume?”
“Sei privo di iniziative, amico, devo proprio darti qualche ripetizione privata su come sfruttare il fascino dei Winchester”
Dean lasciò la stanza e Sam si mise al lavoro. Iniziò a spulciare tutti gli articoli che menzionavano il presunto rapimento e non riuscì ad aggiungere nessun pezzo al puzzle, così tornò a interessarsi della vita di Theo Walkins, ma anche lì nulla attirò la sua attenzione. Non era che un normalissimo impiegato di provincia, tutto casa e lavoro. Nessun precedente, nemmeno una multa per divieto di sosta, insomma un signor nessuno, che non avrebbe dovuto attirare l’attenzione dei demoni, anche perché in una delle interviste, che aveva rintracciato in rete, era stato dipinto come un buon cristiano da un certo padre Ross.
Sam batté nervosamente un piede a terra e iniziò a mordicchiare il tappo della penna. Non riusciva a trovare il bandolo della matassa e ad un certo punto la stanchezza iniziò a presentare il conto. Pensò di mettersi più comodo , così prese il pc e andò a sistemarsi su uno dei due letti. Si appoggiò con le spalle alla testiera ripromettendosi di restare sveglio, ma gli occhi iniziarono a bruciargli e dopo aver resistito per un po', decise di concedersi un piccolo break. Mise da parte il laptop e si stese dicendosi che avrebbe riposato solo per qualche minuto, ma gli ci volle molto meno per scivolare in uno dei soliti sonni agitati con Jessica, che gli chiedeva aiuto. Iniziò ad agitarsi e quando Dean, tornando dalla piscina, gli appoggiò una mano sulla spalla per calmarlo, balzò in mezzo al letto. Lo fissò confuso, poi abbassò lo sguardo e tentò di regolarizzare il respiro.
“Stai bene?”


 
 
   
 
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