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Autore: C_Totoro    22/04/2023    2 recensioni
Lord Voldemort ha ripreso il proprio corpo e l’Ordine della Fenice è pronto a contrastarlo di nuovo, esattamente come quattordici anni prima. Una nuova minaccia, però, si risveglia nelle terre irlandesi ed è qualcosa che non può essere combattuta né da Silente né da Voldemort: è necessario unire le forze, solo una commistione di Magia Bianca e Magia Nera sarà potente abbastanza. Inizia così una convivenza forzata a Grimmauld Place numero 12, dove nascerà un’amicizia e un’alleanza improbabile: quella tra Molly Weasley e Tom Riddle.
AVVERTIMENTI: è una storia che ho scritto per ridere, pur tentando di rimanere nell’IC il più possibile, con queste premesse è evidente che sia ardua impresa, ed è il motivo per cui ho messo OOC.
Genere: Azione, Commedia, Hurt/Comfort | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Molly Weasley, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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Tom non chiuse occhio.
Rodolphus.
Quel nome sospirato continuava a risuonargli nelle orecchie.
Rodolphus, il marito.
Bellatrix non se ne era mai curata troppo, non le era mai importato di Rodolphus Lestrange. Perché allora all’improvviso lo chiamava mentre dormiva? Mentre lui la toccava? Ma soprattutto, perché a lui stava dando così fastidio?
Perché Bellatrix mi appartiene, si disse Tom scendendo in cucina cercando di fare il minimo rumore. La sua non era gelosia. Sia mai. No, era adirato perché Bellatrix gli apparteneva ma lei osava fare pensieri – anzi, sogni – in cui non era compreso.
Be’, nel sogno ha mandato in bianco Rodolphus perché c’era una riunione, ragionò calmo Tom. Anche nel sogno, io vengo prima. Eppure, quel pensiero non lo stava facendo rilassare. Lo aveva sempre preso in giro? Bellatrix si era sempre approfittata di lui? Nessuno poteva approfittarsi di Lord Voldemort… ma, in quei mesi, lui, Lord Voldemort lo era stato meno che mai. Era tornato a essere Tom e, forse, a Bella Tom non piaceva.
Tom era un Mezzosangue.
Tom aveva un’infanzia travagliata.
Tom era cresciuto con i Babbani.
Tom Riddle era il nome di un Babbano.
Tom era debole e Bella… a Bella non piacevano i deboli. Bella era fedele a Lord Voldemort, non un semplice uomo ma qualcosa che si elevava al di sopra, un essere che era pura magia… di quello era infatuata, non di un Mezzosangue…
Si prese la testa tra le mani, le tempie gli pulsavano in modo doloroso. C’era qualcos’altro a tormentarlo; da quando era riuscito a utilizzare la magia druidica per contrastare la Cruciatus era come se qualcosa si fosse risvegliato in lui. Pensieri di un passato remoto, dimenticato, pensieri che gli erano stati sottratti. Corrugò le sopracciglia mentre la nausea lo prendeva. Si sentiva confuso, diviso e spaccato. La sua testa era un vortice di pensieri senza un senso, gli Horcrux lo tormentavano e ora c’era questa nuova magia che gli si era risvegliata in petto… e Bellatrix…
“Tutto a posto, caro?”
La voce di Molly Weasley lo fece sussultare. Non si era accorto delle ore che passavano, non si era accorto si fosse già fatta mattina.
“Sì, grazie” rispose asciutto senza guardarla in viso.
Eccola, lei era una delle responsabili della lenta scomparsa di Lord Voldemort. Era colpa sua se Tom Riddle stava tornando in superficie, se i suoi traumi riemergevano ogni giorno di più non consentendogli neanche di respirare in modo corretto e, nonostante gli Horcrux, la Morte era tornata ad assillarlo.
Si sentiva costantemente nauseato.
“Hai una brutta cera” insistette Molly sedendosi di fronte a lui con sguardo apprensivo “Vuoi un tè?”
Tom annuì sovrappensiero, senza neanche degnarla di una seconda occhiata.
“Tieni molto a Bellatrix, vero?”
Tom fece una smorfia e ritornò con la testa in quella cucina. Osservò attentamente Molly armeggiare col bollitore “Affatto” sibilò risentito “Io non tengo a nessuno” aggiunse, per chiarire.
Era la verità.
Tom Riddle era cresciuto solo e abbandonato, nessuno si era mai curato di lui e lui non si era mai curato di nessuno. Bellatrix era arrivata dopo, quando ormai era già troppo tardi, quando esisteva solo Lord Voldemort e Lord Voldemort non era in grado di provare attaccamento. Lord Voldemort non doveva provare attaccamento.
“Caro, perché ti ostini a mentire così?” domandò Molly con un sorriso triste “Perché vuoi negare l’evidenza?”
“Quale evidenza?” lo chiese in modo brusco, assottigliando lo sguardo.
“Ieri… quando Bellatrix ha perso i sensi…”
“Senza Bellatrix non abbiamo possibilità contro i Druidi” rispose prontamente Tom “E io non voglio morire”.
Molly versò l’acqua calda nella tazza in silenzio “Capisco” disse dopo alcuni istanti “Devo aver osservato male, allora” aggiunse con un sorriso mesto. Tom si passò la lingua sulle labbra sottili e inclinò la testa da un lato “Dimentichi che sono un Legilimens” le disse in tono piatto “Tu stai mentendo” era irritato. Irritato che Molly Weasley pensasse di conoscerlo meglio di quanto non si conoscesse lui. Come osava? Era anche colpa sua se aveva la testa piena di sciocchezze, di sciocchezze che lo stavano rendendo debole, di sciocchezze che lo avvicinavano all’essere umano e quindi alla mortalità.
Tom Riddle era mortale.
Lord Voldemort no. Era Lord Voldemort ad aver raggiunto l’immortalità, non Tom Riddle.
“Tu sei convinta io tenga a Bellatrix”
“Ieri è stato evidente” rispose Molly con semplicità, raddrizzando le spalle e guardandolo dritto in faccia. Non aveva più paura di lui.
“Ti stai, di nuovo, dimenticando chi sono” sibilò Tom. Iniziava a sentirsi a disagio. Qualche giorno prima avrebbe apprezzato quel riavvicinamento di Molly ora, invece, lo stava facendo sentire inadeguato.
“Sei un ragazzo orfano cresciuto senza amore” rispose Molly lentamente “Un uomo che si ritrova a provare un sentimento che non conosce e che pensa lo renda debole”.
Tom sgranò gli occhi. Di cosa diamine stava parlando quella chiattona? Rise sprezzante scuotendo la testa.
“Non so proprio a cosa tu ti stia riferendo”
“Tu sei innamorato di Bellatrix”
Smise di ridere a quelle parole.
Innamorato di Bellatrix.
Sbuffò.
“Non so neanche cosa significhi” disse con voce incolore “E non mi interessa scoprirlo perché non è così. Io non provo nulla per Bellatrix”.
Molly scosse la testa, un sorrisetto sulle labbra “Invece è proprio perché ti interessa che sei così pensieroso. Proprio per questo motivo ieri eri fuori di te dal dolore quando pensavi di averla uccisa”.
Tom fece per ribattere ma la porta si spalancò all’improvviso facendo entrare proprio Bellatrix. Aveva un sorriso sornione sulle labbra e Tom si risentì ancora di più. Era l’aver sognato Rodolphus che la rendeva così felice?
“Buongiorno” aveva un tono sognante e, contrariamente al solito, sorrise anche a Molly Weasley.
“Buongiorno a te, Bellatrix” rispose Molly. Anche lei sembrava sorpresa da quella versione pacata di Bellatrix “Hai dormito bene?”
Bellatrix annuì e sorrise a Voldemort che, tuttavia, le riservò una lunga occhiata penetrante.
“Hai fatto un bel sogno?” le chiese Tom con voce velenosa. Bella batté le palpebre, si sedette un po’ più composta e si mise allerta: il suo Padrone, per qualche motivo, era adirato con lei. Ma cosa poteva essere successo? Si era addormentata che lui le aveva detto di volerla rendere immortale. Voleva stare per sempre con lei. E ora si risvegliava e lui…
“Sai, Bella, stavo pensando che forse dovrei liberare un altro dei miei Mangiamorte” disse Tom sorseggiando il tè. Molly sgranò gli occhi, stava per aprire bocca inorridita ma Tom le fece un gesto stizzito e la fece tacere.
“Non vi basto, mio Signore?” chiese Bella con voce lagnosa. Perché ora voleva qualcun altro accanto a sé?
“Tu chi libereresti?”
Bellatrix corrugò le sopracciglia presa alla sprovvista.
“Rabastan” rispose dopo qualche secondo di silenzio “È un ottimo Mangiamorte, fedele a voi ed era con me quando siamo andati a torturare i Paciock”.
Rabastan, il cognato, pensò Tom alzando un sopracciglio. Ma certo. Si ricordava come Bella e Rabastan fossero sempre insieme, sempre a confabulare, ridere, scherzare…
Magari si scopa anche lui, pensò risentito.
“Qualcun altro?”
Bella si strinse nelle spalle e prese a giocare con i capelli, poi alzò di nuovo lo sguardo sul suo Signore “Ma certo! Tony!”
Molly si alzò in piedi e si diresse verso i fornelli. Quella conversazione non le stava piacendo. Era abbastanza sicura che Tom non volesse liberare nessun Mangiamorte ma che stesse solo cercando di capire che risposte le avrebbe dato Bellatrix. Cos’era successo la sera precedente? Sembrava così risentito nei confronti di Bella…
“Dolohov?” chiese Tom, per sicurezza. Detestava quando Bella usava nomignoli per riferirsi ai suoi Mangiamorte.
Tony.
Rab.
Rod.
“Sì, sì!” rispose con convinzione Bella, sorridendo “Tony è sempre stato un ottimo soldato”.
“Il tuo amichetto del cuore” rispose Tom, a denti stretti.
“Con Rab” aggiunse Bella annuendo felice.
“E Rodolphus?” chiese Tom “Tuo marito?”
Le guance di Bella si fecero un po’ più rosse e abbassò lo sguardo.
“Non credo sia il caso di liberare Rodolphus”
“Pensavo fosse presente anche lui dai Paciock”
“È così, mio Signore”
Quindi?” insisté Tom, poi non si trattenne “Cosa c’è, preferisci solo sognarlo?”
“Sognarlo?”
“Non mentire a Lord Voldemort, Bellatrix”
Bellatrix batté le palpebre un paio di volte.
“Ho sognato… ho sognato voi, Padrone, come sempre”
“Hai detto Rod, sono abbastanza sicuro di non chiamarmi Rod” lo disse con tono basso, talmente piano che Bella dovette sforzarsi per continuare a sentirlo.
“Sì, c’era Rod all’inizio” disse Bella cercando di farlo ragionare “Ma poi siamo venuti a una riunione e voi, come sempre, alla fine avete detto ‘rimani Bella’ e io sono rimasta e…” arrossì pensando a come era continuato il sogno. Rialzò il suo sguardo speranzosa su Voldemort che tuttavia la stava osservando con malcelato disprezzo.
Sarà” rispose Tom, poco convinto.
Bellatrix si sentì sprofondare. Era talmente ingiusto. Ce l’aveva con lei per un sogno che aveva fatto? Come poteva essere adirato con lei solo perché, in sogno, aveva detto a Rodolphus “dopo?” per di più, neanche lo aveva fatto con Rod “dopo”, lo aveva fatto con lui, col suo Signore, come sempre! Bellatrix sentiva montare dentro di sé un sentimento nuovo, qualcosa che non aveva mai provato nei confronti dell’Oscuro Signore. D’altra parte, però, non avevano mai neanche avuto quel genere di rapporto, loro due. Ora convivevano, stavano insieme sul serio. Eppure, da quando erano così intimi, lei aveva iniziato a stare peggio. Era come essere su una scopa imbizzarrita: un attimo prima ti porta a toccare le vette del cielo e l’attimo dopo sei in caduta libera verso il terreno. Sei completamente in suo controllo e non puoi fare nulla per impedirle di disarcionarti.
“Mio Signore” disse Bella dopo qualche attimo di silenzio mentre la cucina iniziava a riempirsi. Sirius e Arthur Wealsey stavano facendo colazione, i ragazzi stavano iniziando a scendere lentamente per poi andare a King’s Cross, pronti per il ritorno a Hogwarts.
“Non credo di meritarmi questo trattamento” aggiunse Bellatrix senza guardare Voldemort in faccia. Non era da lei andare contro il suo volere, lei si rimetteva sempre a lui, a qualsiasi decisione, però… però… non era giusto.
“Non credi di meritare questo trattamento?” ripeté Tom inclinando la testa di lato con un sogghigno sul viso “A cosa ti staresti riferendo, Bellatrix, di grazia?”
“Non potete mettermi alla gogna solo per un sogno nel quale, per altro, non vi ho comunque tradito”
Non posso?” chiese Tom con un sibilo sommesso e gli occhi che scintillavano sinistramente di rosso “Non posso?” ripeté “Forse stai dimenticando chi sono, Bella”.
Bellatrix si morse le labbra e abbassò lo sguardo, colpevole. Poi però raddrizzò le spalle “Io metto sempre voi al primo posto, mio Signore!” esclamò infervorata “L’ho sempre fatto, anche a discapito della mia felicità… anche con questa Molly Weasley! Ieri le ho parlato…” Bellatrix si mise le mani sulla bocca. Cosa stava dicendo? Scoccò un’occhiata all’Oscuro Signore e si rese conto di aver fatto un passo falso. Aveva detto la cosa sbagliata.
“Cos’è che hai fatto?” Tom si volse verso Molly “Cosa ti ha detto?”
Molly si raggelò, le uova strapazzate sulla forchetta a metà strada verso la sua bocca.
“Niente, mi ha detto… mi ha detto…”
“È per questo che mi parli di nuovo?”
“NO!” esclamò Molly “Non c’entra niente. Ti parlo di nuovo perché ieri… ieri nel tuo sguardo, anche se eri Tu-Sai-Chi… ieri ho visto qualcosa…”
Tom si alzò in piedi di scatto.
Visto qualcosa in Lord Voldemort?
Non era possibile perché non esisteva nulla in Lord Voldemort. Non c’erano sentimenti per Bellatrix in Lord Voldemort, non c’era nulla, nulla, nulla!
Come osi?” la sua voce tremava di ira “Come osi insinuare che… Lord Voldemort sia debole?
“Non c’entra nulla la debolezza!” ribatté Molly la forchetta era caduta nel piatto al sentire nominare “Lord Voldemort”.
“Mio Signore” provò a chiamarlo Bellatrix avvicinandosi a lui a testa bassa. Tom si volse verso di lei, il viso trasfigurato dalla furia cieca che lo stava invadendo.
Tu!” le sibilò avvicinandosi a lei e prendendole il viso tra le mani. Affondò le unghie nella sua pelle bianca, aristocratica, fino a quando qualche goccia di sangue puro non uscì “Dimmi, Bellatrix, ti ho mai chiesto di diventare mia moglie? Siamo forse sposati?”
Bella lo guardò, un’espressione vacua in viso. Perché all’improvviso…
“No, Padrone”
“E allora non comportarti come tale!” urlò lasciandola poi andare con talmente tanta forza da farla rovinare in terra.
Bellatrix rimase a terra per qualche istante, gli occhi sgranati, le guance arrossate. Era tremendamente ingiusto. Lei voleva solo aiutarlo. Non voleva vederlo soffrire. Ma allora perché la trattava a quel modo? Che colpa aveva lei se quella Molly Weasley vedeva qualcosa in lui?
“Non me lo merito” sussurrò Bellatrix guardando il pavimento. Non aveva il coraggio di alzare lo sguardo su di lui. Tuttavia, aveva raggiunto un punto di rottura. Non riusciva più a sopportare quegli sbalzi d’umore, non riusciva più a starvi dietro.
“Come, prego?”
“NON ME LO MERITO!” lo gridò con i pugni serrati e gli occhi chiusi. Stava iniziando a piangere “Ho sempre fatto tutto solo per…”
“Nessuno te lo ha chiesto” la interruppe Tom sprezzante, velenoso “Nessuno ti ha mai chiesto di comportarti come una mogliettina. Sei fastidiosa”.
Una Cruciatus le avrebbe fatto meno male. Il suo cuore si spezzò, andò in frantumi. Non aveva mai desiderato parole dolci da lui, sapeva che non gli appartenevano. Un suo sguardo era sempre stato sufficiente, alle volte si faceva andare bene anche il silenzio. Ma così… così… così… non poteva, non riusciva… non capiva.
“E allora non lo faccio più” rispose Bellatrix alzando il viso e guardandolo con sguardo altero “Basta. Ci rinuncio”.
Tom alzò un sopracciglio “Mi dispiace informarti del fatto che il servizio di Mangiamorte sia a vita” le sibilò minaccioso tirando fuori la bacchetta dalla veste. Non sarebbe mai riuscito a ucciderla, ormai lo sapeva. Ed era sicuro che anche Bellatrix lo sapesse… ma Bella indietreggiò spaventata. Forse no. Forse lei non lo sapeva…
“Non sto… non sto cercando di uscire fuori dal Cerchio dei Mangiamorte” ribatté Bella. La voce le tremava ma sembrava decisa.
“E allora cosa staresti cercando di fare?”
“Non essere più vostra moglie, dato che mi sembra evidente sia qualcosa che vi disturba, Padrone”.
Tom abbassò la bacchetta.
Lo stava lasciando.
Il respiro gli si mozzò in gola rendendogli difficile respirare, si sentiva privato di forze, la testa come un palloncino. Sarebbe svenuto di lì a breve, sentiva la Morte respirargli sul collo, il buio si faceva vicino, come poteva vivere se Bella si allontanava da lui? Avrebbe voluto bloccarla, dirle che da quando lei dormiva insieme a lui riusciva a riposare per la prima volta nella sua vita… le parole non gli uscivano. Perché lui era Lord Voldemort e Lord Voldemort non era debole.
“Fa’ un po’quello che ti pare” rispose con acrimonia, voltandole le spalle “Sai cosa me ne importa”.
Sentì un gemito strozzato “Molto bene, allora, mio Signore. Vi libero della mia presenza” la sentì uscire dalla cucina e salire in fretta le scale, probabilmente per prendere le cose nella camera che condividevano… Il cuore di Tom sembrava un macigno nel suo petto. Non aveva mai provato un dolore simile, neanche quando aveva scoperto di essere un Mezzosangue, neanche quando suo padre gli aveva sputato in faccia e gli aveva confessato di aver tentato di ucciderlo quando ancora era in grembo a sua madre… nulla era paragonabile al dolore di aver perso Bellatrix. Neanche la perdita del proprio corpo: all’epoca era convinto che lei sarebbe stata accanto a lui, sarebbe andato a cercarlo ma ora… ora nulla… nessuno sarebbe andato a cercarlo… il buio si avvicinava e la Morte era incombente… e nessuno sarebbe venuto a salvarlo… nessuno lo avrebbe strappato alla Morte…
“OUCH!”
Tom si voltò di scatto e vide Potter con le dita sulla cicatrice, gli occhi strizzati dal dolore.
“Tutto a posto, Harry?” gli chiese Ron.
“Sì… è solo… la cicatrice…”
Harry guardò dritto in faccia Tom, gli occhi lacrimavano dal dolore “Valla a prendere” gli disse indicando la porta “Valla a prendere se lei è così importante per te”.
Tom fece un passo all’indietro, stranito. Cosa diavolo stava dicendo quel ragazzino?
“Non è importante per me” rispose con tono piatto, indifferente.
Harry si indicò la cicatrice “Siamo connessi. Io so
Tom assottigliò lo sguardo “Vatti a far controllare da uno strizzacervelli, Potter” sibilò Tom prima di smaterializzarsi lontano.
Lontano da tutti.
Lontano da Bellatrix.  
 
*
 
“Hai fatto la cosa giusta, Bella”
Andromeda continuava a ripeterlo a ogni occasione tuttavia, più lo ripeteva, più Bella sembrava avere dubbi.
“Non capisco dove sia” piagnucolò Bellatrix sfiorandosi il Marchio con le dita “Ormai è una settimana che non si fa vedere…”
Non aveva pensato Bellatrix. Non aveva pensato al dolore che l’avrebbe investita nel non stare più col suo Signore. Si sentiva come mezza addormentata, come se le mancasse una parte di sé. Aveva preso tutte le sue cose e si era trasferita nella stanza di Regulus, dell’altro traditore. Era poi tornata in cucina e l’aveva trovata vuota. Gli altri abitanti di Grimmauld Palace erano rientrati verso mezzogiorno ma, invece, del suo Signore non c’era stata traccia e ormai non vi era traccia da più di una settimana.
“Silente dice che non c’è bisogno di preoccuparsi” rispose Andromeda “A quanto pare lui è in contatto con Tom, da quello che ci ha detto, sembra che stia semplicemente continuando i suoi esperimenti di magia”.
“Dovrei essere con lui!” esclamò Bella prendendosi la testa tra le mani “Dovrei essere con lui, aiutarlo…”
“Sai cosa dovremmo fare invece?” chiese Tonks dopo qualche attimo “Dovremmo andare fuori stasera!”
Bellatrix alzò un sopracciglio “Io sono ricercata”
“Ti puoi trasfigurare! Una serata tra donne… vieni anche tu, Molly!”
Molly si morse le labbra “Oh, ma non so, insomma… io… c’è Arthur”
“Oh cara, a me fa piacere se esci con loro” rispose Arthur sorridendole “Potrebbe farvi bene uscire un po’ da qua, bere due cocktail a Diagon Alley…”
Molly lanciò un’occhiata a Bellatrix. Era distrutta. Da quando Tom se n’era andato non aveva fatto altro che piangere e disperarsi eppure, non aveva espresso il desiderio di tornare indietro. Per quanto si accarezzasse il Marchio, si guardava bene dal premerlo per chiamarlo…
“E va bene, va bene… magari incontrerai qualcuno di interessante, Bellatrix” le disse facendole l’occhiolino.
Bellatrix emise un gemito “Non mi interessa incontrare nessuno”.
“Non essere testarda, Bella” le disse Andromeda facendole una carezza sulla schiena.
“Io sono sposata”
“Fino a una settimana fa non mi sembrava essere un problema” borbottò Sirius “Non ti facevi scopare da un altro?”
“Cosa c’entra, l’altro era l’Oscuro Signore! Credete che tradirei Rodolphus con chiunque? Non sono mica una sgualdrina!” esclamò Bellatrix “E poi… poi… non riesco neanche a pensare di poter… io lo amo” Bellatrix trattenne le lacrime. Lasciare andare il suo Padrone era stata la cosa più difficile in assoluto. Lo amava, lo aveva sempre amato con tutta sé stessa ma lui, invece, lui… lui stava proseguendo la sua vita come se nulla fosse…
“Oh! Tom, caro!
All’esclamazione di Molly Weasley, Bella si volse verso l’ingresso della cucina con tanta foga da farsi male al collo. Non riusciva a credere ai propri occhi: il suo Signore era lì. Se non fosse che…
“Caro, hai una cera orribile” mormorò Molly preoccupata, facendosi avanti. Tom aveva il viso pallido, tirato, come quello di una persona che aveva perso diversi chili nel giro di poco tempo. I suoi occhi erano cerchiati e aveva un’espressione sofferente, stanca.
“Cosa ti è successo?” chiese Sirius osservandolo con sguardo critico.
“Nulla” rispose seccamente Tom “Sto benissimo” aggiunse senza guardare in viso nessuno “La magia richiede un prezzo, tutto qua”.
Non era del tutto la verità. Non dormiva da una settimana, non mangiava da una settimana e l’unico motivo per il quale riusciva a reggersi ancora in piedi erano le pozioni che assumeva giornalmente. Senza Bella non riusciva a chiudere gli occhi perché la Morte gli si presentava davanti. Il cibo non aveva attrattiva… e gli esperimenti con la magia druidica che aveva preso a fare richiedevano una dose di energia che non riteneva possibile. Era un tipo di magia diverso rispetto a quella a cui era abituato, la bacchetta non serviva e attingeva invece all’energia della natura circostante, alla propria e il rischio di esagerare e andare oltre i limiti era sempre presente. Ma lui era Lord Voldemort e i limiti li superava, sempre. Non era stato così anche con gli Horcrux? Nessuno ne aveva mai fatti tanti, prima…
“Il prezzo è la tua vita?” chiese Sirius aggrottando le sopracciglia “Credevo volessi essere immortale”
“Io sono immortale” rispose Tom, stizzito “Cosa ve ne importa a voi di quello che faccio col mio corpo, eh?” era irritato. Detestava che le persone ponessero domande su di lui, sulla sua salute, sul suo aspetto… Guardò Bellatrix e, come i loro sguardi di incrociarono, lei abbassò prontamente il suo arrossendo.
“Bellatrix” la chiamò lui con un tono che sperava essere conciliante. Non le avrebbe mai chiesto scusa. Non avrebbe mai fatto il primo passo. Ma invitarla a cena non era un primo passo, no? Si trattava solo di Lord Voldemort che richiedeva i servigi della sua migliore Mangiamorte.
“Dovrei parlarti della… dell’incantesimo e delle rune. Ho sviluppato la magia druidica e credo siano necessari alcuni accorgimenti…” s’interruppe. Il suo cervello sembrava essere più lento “Potremmo parlarne stasera a cena. Fuori. Da soli”.
Bellatrix socchiuse la bocca, il suo cuore più leggero…
“Stasera abbiamo già degli impegni” rispose Andromeda al posto di Bellatrix “Una serata tra donne a Diagon Alley”.
Un’ombra passò sugli occhi di Tom poi, veloce come era arrivata, si dissolse e lui sorrise mesto “Ma certo” rispose alzando le spalle fingendo indifferenza “Possiamo parlarne domani mattina, allora”
“Mio Signore…” Bellatrix lo chiamò implorante. Poteva insistere. Poteva chiedere di nuovo e lei avrebbe mandato tutti al diavolo per lui, per una cena fuori con lui. Era il suo modo per chiederle perdono. Lo sapeva, era così, lo conosceva…
“A domani, Bellatrix” rispose lui voltandole le spalle e smaterializzandosi di nuovo lontano.

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Ho pensato un po' prima di aggiornare perché avete ragione: non posso lasciare la questione dei Druidi così... ok che ho iniziato a scrivere questa storia per tutt'altri motivi e "la questione Druidi" è sempre stata un contorno nella mia testa però a questo punto credo meriti un po' più di considerazione. Sto cercando di modificare  i capitoli che ho già pronti di modo da poter approfondire  e creare qualcosa che possa essere interessante oltre al drama, al gossip e al trash (che ci accompagnerà sempre, però). Vediamo se sono in grado. Non ci sarà chissà quale approfondimento ma un minimo è doveroso. 

Inoltre, da mercoledì vado nel Kansai per una settimana... credo mi porterò il computer ma non ho ancora deciso, nel caso non trovassi il tempo di aggiornare, ci rivediamo dopo il primo di maggio quando sarò tornata a casa a Tokyo :D
Considerando che andrò agli Universal Studios di Osaka, al Wizarding World di Harry Potter, magari mi verrà in mente qualche altra cosa da aggiungere a questa storia XD

Grazie come sempre per leggere e recensire, vi auguro un buon weekend! 


Clo
  
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