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Autore: inzaghina    24/04/2023    4 recensioni
All'alba della pria guerra magica, il Torneo Tremaghi entra tra le secolari mura di Hogwarts e porta gli studenti a confrontarsi con i ragazzi provenienti da Beauxbaton e Durpstrang, oltre che con i motivi che li spingeranno a scegliere in quale fazione schierarsi una volta fuori da scuola.
L’indomani prenderanno l’Espresso per cominciare il loro ultimo anno a scuola, ma l’aria che si respira fuori dal castello è sempre più pesante, impregnata di insicurezze e paure, sporcata da dubbi e incertezze, incrinata da notizie funeste e da un futuro che incombe — sempre più minaccioso.
[Questa storia partecipa al "Torneo Tremaghi – Harry Potter Edition" indetto sul gruppo facebook l'Angolo di Madama Rosmerta.]
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fabian Prewett, I Malandrini, Marlene McKinnon, Mary MacDonald, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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3. Nel momento del bisogno 
 

 

“L'uomo coraggioso non è colui che non prova paura,  

ma colui che riesce a superarla.”  

Nelson Mandela 

 

“… Tre misere ore di tempo avrai, 

per tirarti fuori dai guai. 

L’inghippo è però presto svelato, 

Perché senza magia sarai lasciato…” 

 
 

Rileggendo per l’ennesima volta l’indovinello che aveva adornato il collo del Serpecorno, Remus scuote la testa domandandosi per quale ragione il Campione non potrà utilizzare la bacchetta – trattandosi della prova di un torneo magico. 

“Non capisco proprio per quale assurdo motivo dovremo cavarcela senza magia,” borbotta il licantropo, spingendosi indietro un ciuffo ribelle. 

“Probabilmente per evitare che qualcuno di voialtri finisca ammazzato da qualche incantesimo oscuro lanciato dal campione di Durmstrang,” filosofeggia Sirius, “chissà quanto tempo passano a studiare arti oscure, laggiù.” 

“Tu si che sai sempre come tirare su il morale ai tuoi compagni,” fa notare Lexie, reprimendo uno sbuffo. 

“Hey, mi avete sempre apprezzato per la mia sincerità,” ghigna il moro, strizzando l’occhio agli amici. 

“Io non ricordo di aver mai espresso alcun apprezzamento nei tuoi confronti,” bofonchia Lexie, mentre Remus fa del proprio meglio per non ridere. 

“Scusate, mi rendo conto di non essere di molto aiuto, ma direi che dovremmo cercare di guardare al lato positivo, no?” 

“E quale sarebbe scusa? Il fatto che tu abbia già fatto la prima prova e quindi non avrai occasione di attaccare briga con nessuno?” 

“No,” Sirius scuote la testa spazientito, “pensavo semplicemente al fatto che voi due ve la sapete cavare sicuramente molto meglio di me nel mondo Babbano, oltre che molto meglio dei damerini di Beauxbatons e dei nostri fratelli del nord...” 

“Questo in effetti è vero,” concede Lexie. 

“E poi potremo anche comunicare tra noi per sei volte, durante queste tre ore... noi Malandrini siamo esperti di utilizzo degli specchi gemelli,” aggiunge Sirius, indicando le righe che accennano al metodo di comunicazione di cui saranno in possesso i campioni. 

“Quando la metti così, devo dire che mi sento più tranquillo...” 

“Fidatevi di me, chiunque dovrà sfidare uno di voi due parte decisamente svantaggiato, visto che nessuna delle altre squadre avrà a disposizione la Mappa del Malandrino...” conclude con sicumera Sirius. 

“Per Godric, è vero! Mi ero dimenticata della vostra Mappa!” 

“Se non fossi una delle mie più care amiche mi offenderei, Ashworth...” 

“Ti ricordo che soffro di claustrofobia, Sirius,” sibila in risposta Lexie; ha la netta sensazione che sarà lei quella estratta, ma è un pochino più fiduciosa all’idea che siano Remus e Sirus a guidarla fuori da qualsiasi antro buio nel quale hanno intenzione di spedire i prossimi tre campioni. “Ancora non capisco come mai la vostra mappa contenga anche le parti sotterranee...” 

“Diciamo che abbiamo avuto uno sfortunato incidente sfuggendo dalla sala comune delle serpi una volta, ma che tutto questo si è rivelato estremamente utile per organizzare altri scherzi...” sogghigna Sirius, ripensando a quanto accaduto durante il quinto anno. 

“Chiunque di noi sarà estratto non importa,” aggiunge Remus, “nessuna delle altre squadre è legata quanto lo siamo noi tre.” 

I due amici annuiscono, sentendo la convinzione farsi strada nei loro cuori. 

“Uniti ce la faremo!” 

“Elaboreremo una migliore strategia non appena scopriremo chi di noi sarà estratto,” dichiara Lexie, dicendosi che, dopotutto, visto che i due amici hanno creato la mappa, sono ovviamente più bravi di lei a usarla. 

“Ma certo,” la rassicura Sirius, “proprio come voi siete riusciti ad aiutare me con quell’enorme biscione dopo che sono stato scelto...” 

 

 

* 

 

“Sarai solo, isolato e inzuppato,  

senza alcun incantesimo come alleato. 

Ascolta i tuoi compagni e usa l'intuito,  

saranno il tuo unico aiuto.” 

 

Quando si risveglia, indolenzita e bagnata, Lexie ci mette un attimo a comprendere che questa prova non è affatto come la precedente – e che tutti i loro piani di organizzarsi una volta scoperto chi di loro sarebbe stato il fortunato sono andati decisamente alle ortiche. Il buio se lo aspettava, l’indizio accennava al fatto che sarebbero stati nelle viscere di Hogwarts, dell’acqua che le impregna i vestiti invece avrebbe fatto volentieri a meno, ma le è finalmente chiaro come mai la divisa creata appositamente per le prove è di un materiale impermeabile, oltre che ignifugo.  

“Lex,” sente una voce lontana che la richiama e si tasta le tasche dell’aderente divisa bordeaux, scovandovi una pergamena ripiegata e un frammento di specchio. 

“Lex, ci senti?” 

La ragazza si guarda intorno, per controllare di essere sola, “sì, vi sento, ragazzi. Ditemi che sapete dove sono?” 

“Sì, sei nelle tubature idrauliche,” le spiega Remus. 

“Questo spiega il fatto che io sia più umida che durante una partita sotto la pioggia, oltre a questo rumore di sottofondo che mi aveva fatto pensare di essere in un bosco...” 

“Avrebbe potuto andarti meglio, in effetti...” dichiara Sirius, “ma, per tua fortuna, ci sono anche le tubature sulla nostra mappa. Sarai fuori da lì in un baleno!” 

“Non ne sarei così certa. Immagino che ci saranno alcuni ostacoli...” 

“Che supererai senza problemi,” fa notare, estremamente ottimista, Sirius. 

“Non sono abituata a sentirti così positivo e comunque ti ricordo che non avrò la bacchetta!” 

“Cerca di non pensaci,” le suggerisce Remus, “noi ti daremo indicazioni ogni volta che riusciremo a parlarti, vedrai che ce la farai.” 

Lexie annuisce, rileggendo la pergamena, prima di rivolgersi nuovamente agli amici, “da che parte mi consigliate di dirigermi?” 

“Davanti a te dovresti vedere un corridoio che si biforca, prendi la strada a destra, perché la sinistra è decisamente più lenta.”  

Così Lexie s’incammina, seguendo le indicazioni degli amici, sollevata dal buonumore che il battibeccare tra i due riesce a suscitare in lei. La comunicazione si interrompe improvvisamente, facendole ricordare che non potranno tenerle compagnia durante tutto lo svolgimento della prova, e Lexie continua a camminare nella direzione suggerita degli amici, osservando l’ambiente che la circonda guardinga. Passano svariati minuti, prima che Lexie inizi a notare degli esserini che prima d’ora ha visto solo sul manuale di Difesa contro le Arti Oscure e su quello di Pozioni. 

“Oh per Godric! Tra tutto quello che potevano inventarsi, dovevano tirare fuori proprio i Chizpurfle,” bofonchia a denti stretti. Lexie detesta tutte le creature anche solo vagamente somiglianti a ragni e altri insetti; quindi, l’unica cosa che le viene in mente è quella di tornare molto velocemente sui suoi passi, visto che non ha con sé alcuna pozione con cui sbarazzarsi dei piccoli infestanti. La sola vista di quelle zampette sottili riesce a provocarle brivido lungo la schiena e là sensazione che quelle zampe le stiano camminando lentamente sulla pelle esposta.

Sfortunatamente per lei, l’ammasso di minuscoli esserini non pare essere d’accordo con il suo piano e inizia invece ad avvicinarsi minacciosamente, raggruppandosi per incuterle più timore. Lexie sente il cuore rimbombarle nelle orecchie, ringrazia Merlino per il filo di luce verde che illumina fiocamente le tubature e osserva impietrita mentre un paio di Chizpurfle inizia ad arrampicarsi lungo la sua gamba sinistra. Un urlo le sfugge dalle labbra, prima che possa impedirsi di fermarlo, subito dopo libera un respiro che non si era resa conto di aver trattenuto, quando si rende conto che entrambe le creature hanno affondato gli artigli nella sua carne. La divisa non oppone una resistenza abbastanza strenua e sente la pelle bruciare dove le zampe sono riuscite a penetrare, il prurito che si aspetterebbe subito dopo non sopraggiunge e, dopo aver preso un sospiro di sollievo, torna a ragionare. Sbatte con veemenza prima una e poi l’altra gamba, quando altri Chizpurfle iniziano ad arrampicarsi, lasciandoli cadere nel vuoto, e osservando la loro reazione. I piccoli esserini non rimangono particolarmente colpiti, anzi sembrano più agguerriti che mai, quindi Lexie si affida all’istinto e decide di pestarli con tutta la forza che ha in corpo, sperando di scoraggiare quelli che ancora non hanno tentato di pungerla. Li calpesta più volte, finchè sono loro ad essere spaventati della sua presenza, e non più viceversa; quando la marea nera inverte la propria rotta, Lexie decide di fare lo stesso. Passano i secondo, poi i minuti, ma Lexie continua a sentire le loro minuscole zampe camminarle addosso e scrolla le gambe infastidita – nel vano tentativo di scacciare qualcosa che la tormenta solo inconsciamente.

“Datti una calmata, Lex. Siamo solo all’inizio,” ricorda a se stessa, sbuffando. “La strada a sinistra sarà pure più lenta, ma almeno non sono costretta a camminare in mezzo a questi cosi e a diventare il loro pasto...” 

 

Quando sente nuovamente le voci di Remus e Sirius, ha imboccato da pochi minuti la strada alternativa e, con sua somma soddisfazione, non ha notato altri essere viventi che le fanno compagnia. 

“Hai imboccato la strada di sinistra,” asserisce Remus – non in tono accusatorio, quanto piuttosto interrogativo. 

“Sfortunatamente ho dovuto abbandonare la via che mi avevate suggerito, per la presenza di Chizpurfle” spiega quindi, facendo una smorfia e ricominciando a percepire le minuscole zampette risalirle le gambe. 

“Povera te, so bene quanto odi gli insetti,” risponde svelto Remus. 

“Mi hanno assaggiata e sfortunatamente ero di loro gusto, alla fine però ho avuto la meglio...” 

“Mi auguro che non ci sia nulla di peggio che ti aspetta,” commenta Sirius, che condivide l’odio per i minuscoli esserini. 

“Temo proprio che sia solo l’inizio...” risponde Lexie, scrollando le spalle infastidita, percependo ancora la fastidiosa sensazione di prurito sulle gambe. 

“Una volta fuori di lì, ti meriti un lungo bagno rilassante,” consiglia Remus. 

“La tua è per caso una proposta, vecchio mio? Perché non vorrei trovarmi in una posizione di testimone scomodo, siamo pur sempre amici del ragazzo di Lexie...”  

“Sei davvero un deficiente, Sirius!”  

“Che c’è? Il tuo sembrava un commento con secondi fini...” 

“Ma ti pare?!” Remus assesta una gomitata tra le costole di un ridente Sirius e lo guarda di sbieco.  

Lexie scoppia a ridere, rammentando a se stessa che con ogni probabilità il resto dei campioni non sta assistendo a conversazioni nemmeno paragonabili in questo stesso momento. 

“Se avete finito di litigare come una vecchia coppia di sposi, io avrei pur sempre bisogno del vostro aiuto per uscire da questo labirinto...” 

“Giusto, giusto! Al prossimo bivio prendi la strada a sinistra, visto che è la più breve,” spiega Remus, osservando il puntino con il nome di Lexie farsi strada lentamente sulla mappa stesa davanti a lui e Sirius. 

Uno strano presentimento si fa strada nella mente della ragazza, ascoltando e parole pronunciate anche all’inizio del suo viaggio, ma scrolla le spalle e segue le istruzioni degli amici, sperando che questa volta vada meglio. 

Pochi minuti dopo, un rumore che le ricorda quello di una cascata s’avvicina sempre di più, fino a raggiungerla e bagnarle prima piedi e caviglie, poi risalisrle le gambe e costringerla a iniziare a battere con forza i piedi come aveva imparato al corso di nuoto che sua madre aveva tanto insistito per farle fare ai tempi delle scuole elementari. Ricorda ancora l'espressone dubbiosa del padre e le levatacce del sabato mattina per raggiungere, insieme al fratello, la piscina del quartiere; non crede di essere mai stata più felice di aver seguito quel corso. La corrente la spinge indietro e la fa ritornare sui suoi passi, Lexie nuota a stile libero e ripercorre la strada percorsa fino a tornare nuovamente al bivio in cui aveva svoltato a sinistra, tornando all’asciutto e imboccando l’altro corridoio.

“Non era di certo questo il bagno che avevo in mente,” borbotta, cercando di far uscire tutta l’acqua che le è entrata nelle scarpe. “Al tempo stesso, credo che James potrebbe decisamente apprezzare una divisa come questa per i suoi amati voli sotto la pioggia," mormora, osservando le piccole gocce d'acqua essere espulse dal materiale tecnico; per sua fortuna, mentre si asciuga la tuta, anche la sua pelle inizia a fare lo stesso, facendole percepire immediatamente meno freddo.

 

Sono ormai passati svariati minuti da quando ha preso la strada a destra, quando sente nuovamente le voci di Remus e Sirius uscire dallo specchio. 

“Che è successo stavolta?” domanda Sirius. 

“Il corridoio che volevate farmi prendere voi si è allagato...” 

“Ecco perché sembri fradicia.” 

“Lo sono,” ridacchia in risposta, stupita del proprio buon umore. 

Gli amici si complimentano con lei per lo spirito che sta riuscendo a tenere e Lexie ricorda loro che si sono iscritti volontariamente, sapendo cosa avrebbero potuto affrontare. 

“Al prossimo incrocio vai dritta, anche se potresti andare a destra, ma quella è una strada un po’ ripida mentre andando dritto il pendio sarà più dolce.” 

“Chissà perché temo che ci ritroveremo a discutere di cosa mi ha spinto a tornare indietro,” sorride Lexie, ringraziando James Potter e i suoi assurdi allenamenti per la mancanza di stanchezza dopo la nuotata. 

“Cerchiamo di rimanere positivi, dai,” mormora Remus in tono ottimista. 

Sirius annuisce, “facciamo il tifo per te, Lex.” 

“Grazie, ragazzi.”  

 

Cammina per un po’, ormai fiduciosa che forse riuscirà a sfruttare questo suggerimento, prima che la strada cominci a curvare e la ragazza si ritrovi di fronte a un muro. 

“Chissà perché, sono più che certa che questo nella mappa che stanno usando Remus e Sirius non ci fosse...” 

Ancora una volta ritorna sui suoi passi, pronta ad affrontare anche la salita, ricordandosi che tutto questo l’avvicinerà un po’ di più al superamento della prova. Non si rende conto del tempo che passa, sbuffando perché quella che Remus ha definito una strada un po’ ripida sembra praticamente rivaleggiare con l’Everest. 

“Peccato che non ci sia il campionato quest’anno, sono in una forma strepitosa,” commenta tra sé e sé, raggiungendo un altro bivio e imboccando la strada che sembra proseguire leggermente in salita, sperando che questo la faccia avvicinare all’uscita – nonostante non abbia la minima idea di quanto in profondità sia stata spedita. 

 

* 

 

“Dannazione, Lexie si sta allontanando dalla destinazione,” borbotta Sirius osservando l’amica seguire la strada sbagliata. 

“Se solo potessimo comunicare con lei in questo momento...” 

Sirius scuote la testa, “ci sarebbe quasi da augurarsi che incontri qualche altro intoppo che la costringa a tornare indietro...” 

“Il tuo commento è crudele, ma in effetti sarebbe meglio per lei,” annuisce Remus.  

“Questa prova mi sembra decisamente peggiore della mia...” 

“Il che mi porta a temere sinceramente per la prova che toccherà a me,” mormora Remus, rendendosene conto solo in quel momento. 

“Non iniziare a preoccuparti, dai... pensiamo a portare Lexie fuori di lì!” 

“Hey, Lex! Ci senti?” 

“Sì, ragazzi. Eccomi qui...” 

“Scusa se vado dritto al punto, ma hai imboccato la strada decisamente molto più lunga per uscire da lì...” 

“Senza contare che ad un certo punto diventa di una ripidità davvero estrema, aggiunge Remus.” 

“Devo tornare nuovamente indietro?” sbuffa la ragazza. 

“Temo proprio di sì.” 

Lexie ha già iniziato a tornare sui propri passi, quando pone la domanda che le ronza in testa già da un po’: “avete idea di quanto manchi a raggiungere l’uscita?” 

“Non sei lontanissima, in realtà,” la rassicura Sirius. 

“Sì, in linea d’aria saranno al massimo cinquecento metri...” 

“Ah, se solo potessi darmi alla pazza gioia con il Bombarda!” 

“Come minimo faresti saltare tutte le fondamenta...” 

“Se c’è qualcuno abituato a far danni, quello sei tu, Sirius!” 

“Non so di cosa tu stia parlando...” 

“Come no!” sbuffa Lexie, prima di perdere nuovamente il contatto con gli amici, dopo aver imboccato la strada da loro suggerita. 

 

Rilegge le parole vergate sulla pergamena, che non si sono rovinate nemmeno con l’acqua, riflettendo su quanto più facile sia per lei affrontare la propria claustrofobia ora che si sta concentrando al massimo per seguire le indicazioni degli amici. 

“Dubito che diventerò una fan degli ascensori, però forse tutto questo è accaduto per una ragione...” mormora, osservando le pareti ricoperte di segni lasciati dall’acqua e sentendo il proprio cuore battere ritmicamente. 

Continua a camminare spedita, osservando ciò che la circonda guardinga – alla ricerca del prossimo ostacolo – così presa dai propri pensieri, che quasi non si rende conto di quanto sta accadendo quando si trova la strada sbarrata da un Avvincino dall’espressione arcigna. 

“Certo che mi stanno capitando tutte le creature con il carattere peggiore,” borbotta, osservando l’essere color del fango, che quasi si confonde con le pareti di pietra. 

Lexie si mette sulla difensiva, consapevole di dover affrontare la creatura, perché non ha alcuna alternativa; decide di attendere la mossa dell’Avvincino, per tentare di organizzare un contrattacco. Il piccolo essere osserva lo specchio che riflette la luce con sguardo bramoso, quasi come se volesse impossessarsene e Lexie glielo mostra, nel tentativo di attirarlo. La creatura s’avvicina, allungando le dita trasparenti e tentando di chiuderle intorno all’avambraccio di Lexie, che si libera all’ultimo istante provocando una reazione infastidita nell’essere. 

“Se credi che ti lascerò il mio specchio ti sbagli di grosso!” 

La creatura afferra nuovamente il suo braccio, facendole sentire un freddo mai percepito prima; Lexie lo lascia fare per qualche secondo, prima di utilizzare l’altra mano per liberarsi da quelle dita che paiono inconsistenti – eppure così forti. Il contatto con quella pelle flaccida e gelata le provoca una nuova ondata di brividi, proprio com'era successo con i Chizpurfle, ma Lexie non si arrende alle sensazioni provocante dalla stretta e se ne libera nuovamente, scrollando con forza il braccio. “Perché non ti limiti lasciarmi andare? Sappiamo entrambi che in uno scontro avrei io la meglio...” L'essere ricambia il suo sguardo, quasi sfidandola con quell'espressione vuota e allunga di nuovo le sue braccia, azzardando una presa doppia questa volta, nel vano tentativo di bloccarla sui suoi passi.

Lexie gli sfugge e si volta per continuare a camminare, utilizzando i riflessi dello specchio per tentare di distrarlo, ma sente nuovamente quelle dita chiudersi a tenaglia, mentre dà le spalle alla creatura. Tenta di scrollarselo di dosso infastidita e, sorprendentemente, lo sente crollare al suolo. Si gira per capire cosa sia successo e si rende conto che deve averlo colpito con un Schiantesimo involontario, che l’ha messo K.O. almeno per un po’. Lancia un’ultima occhiata all’Avvincino, prima di tornare a seguire la strada ora leggermente in salita e chiedersi se le sorprese siano terminate. 

 

“Tutto bene, Lex?” 

“Mi sono liberata di un Avvincino poco fa, quindi direi di sì...” 

“Creature particolarmente viscide, loro...” 

“Già, sento ancora le sue dita attorno ai polsi...” ribatte, non riuscendo a evitare di rabbrividire. 

“Come sei riuscita a vincerlo?” 

“Uno Schiantesimo senza bacchetta del tutto involontario. Mi ha afferrato con quelle manacce una volta di troppo...” 

“Sapevo che il tuo carattere ti sarebbe tornato utile!” ghigna Sirius.

Lexie libera una risata che serve a infondere una nuova dose di fiducia. 

“Comunque sei davvero vicina, ormai,” la rassicura Remus. 

“Per fortuna! Vi dirò che comincio ad essere stanca.” 

“Continua per questa strada, non puoi sbagliarti,” le dice Sirius. 

Ascolta i consigli degli amici fino a quando i canonici dici minuti si esauriscono e poi prosegue nel cammino, speranzosa di essere quasi arrivata alla fine. 

Per questo rimane stupita quando si trova a passare davanti a un piccolo braccio laterale pieno d’acqua, separato dal condotto tramite un vetro, dentro a cui sono rinchiusi due Maridi che la fissano. La vasca ha l'aspetto di un acquario, come quello visitato durante una gita ai tempi delle scuole elementari, i suoi abitanti però poco hanno a che fare con i pesci colorati che aveva osservato da bambina. Cerca d’imporsi di proseguire, ma il canto delle due creature è irresistibile e Lexie ritorna sui suoi passi, ascoltandole mentre le narrano di come imprigioneranno le persone a lei più care, a meno che non si fermi a far loro compagnia. 

Le iridi celesti di Lexie si dilatano, l’idea dei genitori e del fratello prigionieri sottacqua l’atterrisce. “In nostra compagnia staran e tu da sola rimarrai...” Non si è mai considerata sentimentale, ma ha sempre combattuto per le persone a cui vuole bene, proprio come hanno fatto i suoi genitori per lei e il fratello. 

I due continuano a cantare, narrando una serie infinita di disgrazie che accelera il battito cardiaco di Lexie, fin quasi a farle raggiungere la tachicardia. “E più nessun con te sarà, perché il tuo amore affonderà...” Al pensiero di Fabian imprigionato nel Lago Nero, assieme a queste creature sottomarine, Lexie scuote la testa, tentando invano di scacciare il pensiero. L'immagine del sorriso di Fabian cristallizzato per sempre sottacqua, è un pensiero buio come il labirinto che la circonda, che le penetra sottopelle e le fa mancare il fiato – riportando a galla la claustrofobia che era riuscita a controllare così bene.

“Tentare di sfuggirci è inutile, lo sai... di questa canzone non ti libererai!” la ridicolizza un maride dai capelli dorati e dagli occhi crudeli. 

“Zitti!” urla infine a pieni polmoni, stupendoli con la propria reazione. 

“Di te non abbiam paura, siamo noi a portare sventura,” insiste l'altro, mostrando la propria espressione più mostruosa. “Ti ruberemo tutto ciò che hai amato, finchè non lo avrai dimenticato...”

Lexie perde il controllo delle proprie facoltà nuovamente, immaginando ancora le persone amate prigioniere in un luogo buio, senza felicità e senza di lei. “In questo labirinto, tu lo sai, al tuo futuro assisterai,” la canzona nuovamente l'essere dai capelli biondi, spronandola a fissare il proprio riflesso solitario.

“Non ho paura di voi!” sbotta nuovamente, pronta a concentrarsi sulla fine del percorso, tentando di cancellare quell'immagine distorta riflessa sul vetro opaco. 

I due scoppiano in una risata folle, che Lexie ricambia. 

“Sono vicina all’uscita, non sarete voi a fermarmi,” dichiara, prendendo un profondo respiro. 

“Se così certa sei, chi siamo noi per tenerti qui...” canticchia ancora la più crudele delle due, mostrando i propri denti affilati. 

“Ne sono più che certa, voi rimarrete qui e io invece tornerò da chi amo!” esclama con voce tremante, dedicando a loro un'ultima occhiata. La voglia di abbracciare Fabian si trasforma in una necessità primordiale e Lexie accelera il passo, iniziando a correre, nonostante la spossatezza, lasciandosi alle spalle la vasca e le sue canzoni minacciose. La solitudine con cui ha combattuto nelle ultime ore sta iniziando a farsi sempre più pressante e la voglie di sentire voci amiche la spinge a mormorare una flebile richiesta d'aiuto rivolgendosi allo specchio. “Ci siete, ragazzi?”

“Sì, siamo qui! Tutto bene? Abbiamo visto che sei rimasta immobile per un bel po' di tempo.”

“Solo un brutto incontro con due maridi particolarmente stronzi,” esala in risposta, percependo il battito cardiaco decelerare sensibilmente.

“Non mi sono mai piaciuti quelli!” concorda svelto Sirius, prima che Remus lo interrompa, cercando di infondere un'ulteriore dose di coraggio all'amica, “manca un ultimo sforzo, sei davvero vicinissima orami, questione di pochi metri.”

Quando, finalmente, Lexie emerge dal tunnel, Remus e Sirius l’abbracciano sollevati, incuranti dell’odore di acqua stagnante che la ragazza porta con sé. 

“Non ce l’avrei davvero fatta senza di voi...” 

“Beh, immagino che sia per questo se hanno deciso di farci partecipare in tre, non credi?” 

“Direi di sì...” 

“Non credo che sarei stato in grado di affrontare questa sfida,” confida Sirius. 

“Beh, io non me la sarei cavata molto bene con il Serpecorno...” 

“Sei andata alla grande, Lex!” 

“Grazie davvero... ora voglio solo dimenticare la puzza di quel posto con un bagno infinito...” 

“Non preoccuparti, ho già fatto sapere a tutti i Prefetti che dovevano lasciarti campo libero.” 

“E io ho detto a Fabian di aspettarti lì,” aggiunge Sirius con un ghigno che la fa scoppiare a ridere. 

Il pensiero dell'abbraccio di Fabian, del suo profumo di pulito e del suo corpo solido ricordano a Lexie di aver concluso una sfida che avrebbe spaventato i più e, mettendosi la mano in tasca, scova un indizio che servirà a Remus per la prossima e ultima sfida del torneo.

 

 

 

 



 

Nota dell’autrice: 

Sul filo del rasoio, altrimenti non sarei io, pubblico la seconda prova e, proprio come Lexie, mi chiedo chi me l’abbia fatto fare di iscrivermi al torneo... ma in fondo Remus e Sirius sono stati delle buone guide. 

All’inizio ho inserito un’altra parte dell’indizio che ho immaginato essere al collo del Serpecorno, anche se scrivere poesie mi fa sentire come alle elementari, vista la mia totale incapacità. 

Mi chiedo come sarà la terza prova, ma soprattutto se lo chiede anche Remus... 

Alla prossima! 

   
 
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