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Autore: MissAdler    26/04/2023    6 recensioni
Raccolta di One Shot, Flashfic e Drabble su Obi-Wan Kenobi e Anakin Skywalker. Aggiornerò quando capita, ma saranno tutte autoconclusive e slegate tra loro.
Il rating varia a seconda della storia.
Vi consiglio comunque quest'ordine:
1. One day
2. La pace che uccide
3. In the end
4. In the sunset
5. Insieme
...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Luke Skywalker, Obi-Wan Kenobi
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: PWP
Capitoli:
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Rating: arancione (per i tw, non per il sesso)
Coppia: ObiKin/amore creduto a senso unico

 


IN THE SUNSET 




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Non sono capace di ucciderti.
Ci ho già provato. Due volte.
O magari ho solo finto di provarci, quando la verità era che stavo provando a riportarti da me, a risvegliare i tuoi ricordi, a restituirti l’immagine di chi eri stato, di chi eravamo stati, di chi potevamo ancora essere.
Anche dopo Mapuzo, dopo le fiamme, su quella luna sterile dove l’oscurità era tanto densa da soffocarmi.


Per vent’anni ho continuato a chiedermi come, perché, in quale momento preciso, quale dei miei mille sbagli fosse stato decisivo, unito alle tue paure, alle tue fragilità, al tuo bisogno di punti fermi… cosa avrei potuto fare per impedirlo.
Se ci penso troppo mi sembra di impazzire.
Il tuo sorriso, i tuoi occhi, quel terribile modo di scherzare, di prendermi in giro, di fare i capricci come un ragazzino. Quella vibrazione così marcata, primitiva e avvolgente che irradiavi nella Forza e che mi lambiva corpo e anima, che mi entrava dentro fino a scorrermi nel sangue, sincronizzando ogni parte di me, ogni singola molecola, al tuo stesso ritmo, fino a farci diventare una cosa sola.
Come si è rotto? Come hai potuto strapparti quel filo dal petto senza dissanguarti? Perché io continuo a sanguinare anche ora. Ho sanguinato in ogni istante della mia esistenza, per diciannove anni, fino a prosciugare ogni singolo filamento di carne, ogni muscolo, ogni vena, arteria o capillare sottopelle, portandomi dietro questo cuore atrofico e immobile come una pietra al collo.


Forse in realtà sono già morto. Ho smesso di esistere quel giorno su Mustafar, bruciando insieme a te, odiandomi con la tua stessa disperata follia.


Dove sei andato ora? Quanto profondamente hai seppellito il mio amico? Quanto profondamente hai seppellito me, al punto di non ricordarti nemmeno più chi eravamo, quanto eravamo invincibili uno accanto all’altro, splendenti di luce accecante e Forza vivente?
Quanto profondamente arriverebbero le mie parole se ti dicessi quanto ti ho amato, quanto ti amo ancora, dopo tutto questo tempo, dopo tutto questo dolore, dopo tutto quello che ci siamo fatti, nonostante ciò che sei diventato e nonostante ciò che hai fatto?


Tu potresti amarmi nonostante ciò che io ho fatto a te?
Mi hai mai amato, quando eri ancora tu? Quando eri giovane, ribelle e adorabilmente sciocco, bello come un tramonto estivo su Coruscant, incorniciato dalle colonne bianche del Tempio e stagliato oltre il parapetto di granito in tutta la sua dorata magnificenza.
Mi hai amato almeno una volta, una soltanto, in qualche effimero istante in cui lei, coi suoi nastri di velluto e il ticchettio delle scarpette di seta, era troppo lontana, troppo inconsistente e troppo inadeguata tra gli spari, le grida e il puzzo di sangue in cui tu e io annegavamo ogni singolo giorno?
Mi hai amato quando mi hai salvato la vita per la prima volta? Io sì, ti ho amato un po’ di più a ogni salvataggio. E non potrò mai dirti che avevi ragione tu, che non sono state solo nove volte, ma dieci. Che su Cato Neimoidia non ce l’avrei fatta senza di te e che è proprio da quel momento che ho iniziato a considerarti un mio pari, un fratello, un compagno. Un uomo.
Forse sono io lo sciocco a perdermi in fantasticherie così puerili e inopportune. O forse sono il mostro, che ancora fatica a lasciarti in pace, a lasciare in pace lei, quando dovrebbe solo riposare in pace nel profumo dei gelsomini sotto il cielo stellato di Naboo.
Non sono altro che uno stupido, patetico vecchio, perdonami caro amico. Perdonami amica mia. Perdonatemi entrambi.


Eppure ho bisogno di credere che una parte di te in qualche modo mi amasse, che mi volesse come ti volevo io, con tutti i sensi di colpa, le frustrazioni e i tormenti deglutiti a stento. Ho bisogno di credere che anche tu sentissi quel calore e quella vibrazione ogni volta che ci sfioravamo, che i nostri occhi si incontravano e il tuo sorriso si specchiava nel mio.
Ne ho bisogno ora che sono davanti a te e fingo di provare a ucciderti per la terza volta. Ne ho bisogno perché so che non riuscirò a riportarti da me. Che non potrò mai.
E se non sono capace di ucciderti e nemmeno posso riaverti, tutto ciò che mi resta da fare è arrendermi e lasciarti vincere, lasciarti prendere ciò che brami così ferocemente, che forse in parte ti devo, come uno scotto da pagare per la mia incapacità.


Uccidimi Anakin, mio caro, bellissimo amico, ché tanto di questa vita non so nemmeno più che farmene. Non resterò arrabbiato, non sono mai riuscito a restare arrabbiato con te. Alzerò gli occhi al cielo, sbufferò e ti perdonerò anche stavolta.
Lasciami solo stringere l’elsa della mia spada. Lasciami solo un ultimo istante per respirare, chiudere gli occhi e immaginarti com’eri: il tuo sorriso, i tuoi occhi, l’oro del tramonto oltre il parapetto…






 


ANGOLINO DELL'AUTRICE

Così, de botto, senza pietà per nessuno. Volevo qualcosa di angst, qualcosa che facesse il paio con IN THE END, ma dal pov di Obi-Wan, ed ecco a voi questo concentrato di dolore e rimpianti con contorno di sfrangimento di balle servito su un vassoio di malinconia e non detti. Il tutto accompagnato da un calice di lacrime invecchiate 19 anni. Spero che abbiate gradito nonostante tutto. So che non l'avevate chiesto e so che probabilmente ne avreste fatto a meno, ma stavolta questo passa il menù. Perdonatemi. 
Come sempre i commenti sono più che apprezzati, ma intanto vi ringrazio per aver letto anche questo ennesimo sclero.
Baciotti
Aislinn

 
   
 
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