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Autore: Bheiroze    28/04/2023    3 recensioni
"Chi è quella a cui scrivi ogni volta, quando pensi che io dorma?"
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Di che parlano lel viole

Eravamo dei prescelti io e lui, di un destino che ci accomunava dal primo sguardo scambiato, che da estranei ci aveva trasformati in compagni di un lungo viaggio da affrontare mano nella mano.
Una storia d'amore che come tante altre faceva sognare, sperare in un dolce epilogo che portava alla vecchiaia e a una lunga vita insieme.
Lo pensavo veramente, lo desideravo con tutta me stessa. E guardandoti negli occhi sapevo che per te era lo stesso.
Ma c'è un "ma":

Chi è quella a cui scrivi ogni volta, quando pensi che io dorma?

La luce del cellulare che filtra sotto le lenzuola sembra cosa di poco conto, innocente, pensando alla persona che sei.
Mi hai baciata poco prima, guardandomi a lungo con occhi brillanti. Quello sguardo che credevo di conoscere come me stessa.
Eppure non ho potuto fare a meno di notare la tua lenta mancanza, le abitudini che andavano cambiando. Come pian piano ti fermassi di più a lavoro, come le docce sembrassero infinite rispetto a un tempo. E quel cellulare, che da tutta una vita consideravi solo uno strumento, adesso sempre a tua portata.
Prendendoti la mano non ti scansi, la stringi più forte. E lì tentenno: che sia tutto un gioco della mia mente?
Paranoie su paranoie di una realtà troppo perfetta.
E inizio ad ignorare quel bagliore artificiale nella notte, lo scaldabagno vuoto e le ore in cui saresti dovuto essere già a casa, ma non ci sei.
Forse è la solitudine che fa male, nonostante il calore che ti dorme affianco. Forse non mi importa di come si chiami lei, ma solo che continui a stringermi la mano come hai sempre fatto.
Mi asciugo la guancia che si fa umida all'improvviso, e mi volto guardandoti di nascosto; sorridi mentre osservi lo schermo, e sei tanto assorto da non notarmi.
E ripenso allora alle domeniche passate da ragazzi, quando correvamo spensierati tra i verdi campi ricchi di fiori, alle risa, agli abbracci. Io che ti gettavo a terra, e facendo l'amore pensavo al brusio del vento che rendeva sordo tutto il resto, e a come guardando le viole, sembrassero voler parlare.

 
   
 
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