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Autore: Ladyhawke83    01/05/2023    0 recensioni
Avevo tanta voglia di tornare a scrivere e questa raccolta di One shot è stata scritta proprio grazie alla “challenge senza scadenza”del gruppo Facebook “Prompts are The Way ~” che mi ha un po’ sbloccato.
I prompts scelti li ho trovati perfetti per ritornare a scrivere dei miei due ragazzacci “mai una gioia” preferiti: Vargas e Callisto.
Vargas riflette sul “dopo” Callisto…
Chi mi legge e mi conosce già, non faticherà a capire da dove riprendo le fila, anzi sono andata un po’ a ritroso in verità, nella loro storia.
Per tutti gli altri: se non vi è chiaro qualcosa, sappiate che ho scritto del loro primo incontro/scontro nella storia “Il bianco e il nero. Il Re e il Mago.”
Questa sarà una nuova raccolta di One shot varie sul rapporto Vargas e Callisto.
Sono passati 5 anni da quella prima storia erotica e slash che ho scritto, e dopo ne sono venute molte altre di di loro, ma a quella resto particolarmente affezionata.
Buona lettura
Ladyhawke83
Genere: Erotico, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash, Crack Pairing
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Questa storia partecipa alla challenge “Una parola al giorno toglie il blocco di scrittura di torno!” del gruppo Facebook Prompts are the way

 

PROMPT 18/04/23

 

«Non vedi che sto studiando?»

«Lo vedo. Ma non mi pare un motivo per non darti fastidio.»

 

 

La voce del mare

 

 

Vargas si era chiuso in quella stanza da giorni ormai, sembrava ci avesse fatto la sua tana, il suo rifugio personale.

E non solo se ne stava isolato fisicamente, ma lo faceva anche con un certo mutismo selettivo, con il quale il mago, nelle ultime conversazioni avute con Callisto e con chiunque altro incontrasse al Castello fluttuante, si esprimeva solo a monosillabi o a occhiate.

“Ehi, mezzorecchie, perché non la smetti per po’ di leggere quel diario  e facciamo qualcosa? Mi annoio a dare sempre ordini a destra e a manca…”

“Non vedi che sto studiando?” Gli Rispose Vargas senza quasi alzare gli occhi da quelle pagine consunte.

“Lo vedo. Ma non mi pare un motivo per non darti fastidio…” Lo punzecchiò Callisto.

“Da quando in qua, fare il Re ti da così tanto tempo libero da farne perdere a me? Lo sai quanto è importante per me questa cosa…” Vargas voltò una pagina andando a ritroso e sbuffò.

“Questa cosa, come la chiami tu, importa anche a me, ma non sarà rileggendo mille volte le stesse parole, che svelerai il mistero di quegli incantesimi e dove si trovano i tuoi figli…” Callisto detestava puntualizzare l’ovvio, ma non sapeva davvero più come aiutare Vargas nella sua ricerca.

Ritrovare Nak’ell e il piccolo Viktor era qualcosa di fondamentale anche per lo stregone. D’altra parte Callisto aveva cresciuto il giovane mezzelfo Nak’ell, per tanti anni, come se fosse figlio suo, e anche lui avrebbe fatto qualsiasi cosa per sapere dove fosse finito. 

Il problema era avevano già tentato di tutto e non era servito a niente: era stato come fare un buco nelle nuvole.

Callisto, poi, sospettava che quel vecchio diario che Vargas stava cercando di decifrare portasse guai invece di risposte.

“Adesso tu vieni con me. Te lo ordina il Re…”. Callisto si parò  davanti al mago, bloccandogli il passo con le mani sulle spalle.

“Callisto… ti prego, lasciami studiare questo incantesimo… forse è quello giusto…” Vargas non si mosse, né si divincolò dalla stretta dello stregone, ma lo fissò con uno sguardo difficile da sostenere. 

C’era determinazione in quei suoi occhi scuri, ma anche paura, disperazione, senso di colpa…

Vargas ci stava provando con tutto se stesso, con tutto il suo sapere, eppure si sentiva colpevole, colpevole e inutile.

Un mago che non riesce a comprendere un incantesimo vitale, un padre che non riesce a ritrovare e a proteggere i propri figli che padre è, questo si chiedeva Vargas, giorno e notte, ormai da tanto tempo, troppo.

Il mezzelfo perso in questi pensieri grigi e circolari aveva dimenticato tutto il resto, la vita, il respiro, le stagioni, le persone intorno a sé, Callisto persino.

Il Re Drago non sapeva ancora bene come definire quel loro rapporto, che durava ormai da decenni: prima lui è il mezzelfo erano stati rivali, per l’amore della druida Isabeau, poi nemici, poi alleati, in una guerra senza vincitori. Come erano giunti ad essere infine amanti? Contro ogni logica, i loro corpi che si scontravano e cercavano, ma senza il conforto dell’amore, solo per non pensare. Callisto lo sapeva: loro due, anime perse, si erano trovati per potersi dimenticare di se stessi. Ma non puoi lasciare dietro di te lo stesso luogo che abiti.

E non poteva durare. 

Era un legame effimero, il loro, come le onde che si scioglievano in schiuma sulla riva della spiaggia dove lui aveva teletrasportato Vargas in quel momento.

“Ehi! Perché mi hai portato qui? Lo sai che non mi piace subire incantesimi senza il mio consenso…” Vargas era alquanto contrariato e, per un attimo, Callisto pensò che lo avrebbe scaraventato in acqua con uno dei suoi incantesimi da mago, poi, però, lo stregone notò la stanchezza e la tensione far di nuovo capolino dietro la lucentezza dello sguardo del mago e gli disse: “Non ti piace il mare? Eppure abitavi in un castello in riva al mare… pensavo fosse il luogo adatto per permetterti di rilassarti un po’”.

“Io non voglio rilassarmi, Callisto. Io devo studiare queste maledette carte. Forse una volta svelato il mistero potrò trovare traccia dei miei figli…”

“Lo so… Lo so quanto i tuoi figli siano importanti sopra ogni cosa. Ma questo vale anche per me, lo capisco, davvero, solo che mi spiace vederti sempre così serio…”.

“E allora riportami indietro”. Ordinò Vargas.

“Lo farò, ma prima lascia che mi prenda un po’ del fardello che ti sei caricato addosso…”

Callisto si mise alle spalle del mago e lo abbracciò. 

Un gesto semplice, il suo, eppure Vargas si sentì enormemente piacere vulnerabile è inutile imbarazzo: abbracciarsi era molto diverso dal fare sesso, era qualcosa molto più intimo, più potente, più personale.

Il mezzelfo poteva sentire l’odore di Callisto attraverso quell’abbraccio, così come il suo fremito di energia, la sua personale impronta magica di stregone e di mezzosangue.

“E va bene, ma solo per poco, intesi?”.

Si rassegnò, Vargas, lasciandosi avvolgere dalle braccia di Callisto, chiuse gli occhi, inspirò profondamente l’aria densa di salsedine e quando si voltò a cercare le labbra di Callisto e le trovò, tutto il resto fu dimenticato.

Il diario con gli incantesimi indecifrabili giacque, abbandonato  per un po’, sopra la sabbia, il vento ne girava le pagine, trasportando lontano la voce del mare, una voce che sapeva di magia e di passione.

 

***

 

Nota dell’autrice: eccomi di nuovo. Ci sono periodi in cui non scrivo mai e periodi di “ispirazione feconda” che deve essere assecondata.

Penso metterò questa One shot insieme all’altra “papaveri selvaggi” e inizierò una nuova raccolta su Vargas e Callisto, perché di loro non mi stanco mai di scrivere.

Buona lettura e a presto.

Ladyhawke83 

 
   
 
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