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Autore: speechlessback    01/05/2023    0 recensioni
"Questa Drabble partecipa alla challenge "Una drabble per Haikyuu: fratelli e sorelle", indetta sul gruppo Facebook Haikyuu!! Italia."
Natsu, Hinata: Hinata, Natsu.
Atti separati, percorsi paralleli; due fratelli che crescono, il legame che cresce con loro.
*manga spoiler*
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Natsu Hinata, Shouyou Hinata
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sta soffrendo molto?


 
Ti sembra di aver colto, nello sguardo di tua madre, quasi un cenno d’assenso. Preparavi scatoloni alla rinfusa, uno zaino leggero con l’essenziale per gli allenamenti, una valigia per quello che non entrava negli scatoloni - che non avresti aperto se non il mese successivo, quando avresti avuto bisogno di una giacca pesante e le uniformi ti sarebbero parse troppo leggere.
Quindi hai radunato ciò che non trovava posto negli scatoloni e che era troppo pesante per lo zaino: cianfrusaglie che poi avresti venduto - abbandonate per anni a prender polvere nella stanza degli ospiti -, prodotti di vario tipo per la cura dei capelli - sostituiti nel giro di un mese, che Miwa ci tiene. Ti sei fermata per più di mezzo secondo sulla cornice che ritraeva due zazzere di capelli arancioni - pedisseque, la differenza la facevano solo gli anni, le storie -, e hai sentito il principio di una lacrima prepotente che hai subito provveduto a ricacciar giù. Lì c’era tua madre sulla soglia, che nulla sapeva e tutto immaginava, lo sguardo velato, impensierito, pieno di gioia.
Ti ha aiutato a caricare il furgone con tutto quello che dovevi portar via, e tu sentivi una strana nostalgia. Era una scena che avevi già vissuto bambina, ma senza furgone né scatoloni. Tuo fratello aveva solo una valigia che sembrava più grande di lui - troneggiava come una metafora fin troppo stridente - e una voglia di scalare ogni montagna che lo faceva stare vispo alle due del mattino, in attesa del suo primo volo per il Brasile.
Tu non hai nessun volo da acciuffare, al massimo il treno veloce che ti porterà molti chilometri lontano da casa (che non sono, in alcun modo, i diciottomila di distanza siderale che separano te e tuo fratello).
Quindi siederai sul treno con il tuo zaino sgangherato e penserai che ti mancheranno queste valli incontaminate, ma ancora non puoi sentirlo sulla pelle, e sentirai l'eccitazione palpabile di una nuova squadra e di una divisa con il tuo nome, per cui hai combattuto da sola, che hai raggiunto con le tue forze. Quando siederai sul treno ripenserai al volto sereno di tua madre, al rumore vuoto, accresciutosi negli anni, di una casa enorme che si animerà solo nelle feste.
Ti ha sorriso prima di mandarti via, sussurrandoti parole di incoraggiamento. Forse anche lei pensava a quella mancanza più grande, a quella distanza siderale che avevate misurato negli anni, con le voci stridule che non si rincorrevano più nel corridoio e le pallonate che erano diventate più precise e mirate.
Sul treno, mentre osservi le montagne e le cime e la natura che è stata la ricchezza più grande della tua infanzia, senti le notifiche accavallarsi l’una sull’altra, e sai che sono di tuo fratello che si congratula - cinque messaggi diversi, non ha mai imparato il dono della sintesi, di un filtro al suo modo di fare che è identico anche nei messaggi concitati e pieni di emoji.
Lo chiamerai una volta sistemata nella nuova abitazione, un passettino più in là verso la consapevolezza.
Poi le ore sembrano non passare, premi il tasto per la chiamata quasi senza pensarci.
“Ti disturbo, fratellone?”
“HEY!” Come consuetudine vuole, devi abbassare il volume delle cuffie. Probabilmente, a quest’ora del giorno, sta correndo.
“Stai correndo?”
“No, sono al supermercato! Spesa grossa perché ho una visita la prossima settimana…”
Percepisci l’imbarazzo dall’altro capo del telefono, sai che non vede l'ora di confessare, che l'eccitazione è diventata spasmodica. Immagini lui che arrossisce come se avesse ancora sedici anni. Certe cose gli si sono sempre lette in faccia.
“E sentiamo un po’, si tratta di Atsumu-san, vero? Vuoi fare colpo col cibo locale?”
Ridacchi e senti che dall’altro lato non c’è più la necessità di nascondere una cotta, la voglia di sentirsi più adulti di quello che si è. Passa qualche secondo di silenzio, non c’è bisogno di conferma.
“Com’è andata?”
Shouyou ha sempre la capacità di fare la domanda più onesta, quella che con precisione chirurgica colpisce al cuore. Senti le lacrime riaffiorare.
“Difficile.” Tiri su col naso.
Lui sembra annuire, riflettere su quella risposta monosillabica.
“Poi fa meno male, quando passano le settimane. L’inizio è duro, nuova vita e troppe cose da immaginare… ma poi va un po’ meglio. Un po’.”
“Stai parlando di me o di te?”
“NATSU!”
(Tanto lo sa che hai sempre la battuta pronta.)
“Sto parlando di entrambi. Lasciare casa è una cosa monumentale, anche quando lo vuoi con tutto te stesso.”
“Stai parlando di te.”
“Sto definitivamente parlando anche di te! Insomma, non mi dire che non sei contenta di stare solo ad un’ora di treno dalla tua cotta di cui assolutamente non vuoi parlare…”
“Fratellone, un’altra parola e ti attacco il telefono. Avvisato.”
“Dai dai, non te la prendere. È chiaro come il sole, solo lei non l’ha ancora capito!” È perché in famiglia hanno tutti lo stesso problema, vorresti aggiungere - ma lo tieni per te.
Sorridi. La tua cotta spropositata per quella che è a tutti gli effetti la fighissima padrona del negozio da cui ti fai i capelli da anni - cambiando autobus, treno, passaggi -, è storia nota in famiglia.
Il treno nel frattempo attraversa i campi e supera il confine della tua infanzia, e senti lo stomaco contrarsi, il fiato che ti manca nei polmoni.
“Natsu, andrà tutto bene, fidati di me. Andrà tutto bene.”
Chiudi gli occhi, lasci andare le lacrime prepotenti e poggi il volto sul finestrino.
Sai che ha ragione.
La prima cosa che fai arrivata nel nuovo appartamento è una lunga doccia. Il furgone arriverà domani, hai solo il contenuto dello zaino, i prodotti per capelli, le cornici e le foto che volevi assolutamente portare con te.
Pensi a tua madre nella sua casa vuota - probabilmente avrà messo una serie-tv da guardare senza guardarla davvero. Chissà se avrà sofferto di più al momento delle vostre partenze, o quando vi squadrava da piccoli, pieni di energia, e sapeva prima ancora che voi ne aveste la consapevolezza: avreste corso lontano.
Pensi a tuo padre e alla sua vita piena di lavoro, all’amore che si basa sulla lontananza e cerca di rimanere saldo. Chissà quanto ha sofferto, cosa gli è mancato.
Poi pensi che sei troppo stanca per pensare a queste grandi domande, Tokyo è grande e tu sei infinitamente giovane, hai una vita che si dispiega innanzi a te, con le sofferenze e le gioie, forse in egual misura.
Poggi sulla scrivania le foto più importanti, quelle della vittoria delle Nazionali al liceo, la tua vecchia squadra - le contatterai una ad una, sentirai la mancanza della loro ricezione e rimpiangerai di non avergli detto ancora un altro grazie. Poggerai piano la tua foto preferita, quella in cui c’è tuo padre a scattarla, tua madre armeggia in cucina, tuo fratello cerca in tutti i modi di rifarti le trecce che ti si sono scomposte a furia di schiacciare alzate improponibili - ma questo lo hai capito dopo, perché ora, in questo preciso istante, hai una vita ed una strada piena di incertezza che ti si dipana di fronte, e non sai quanto hai sofferto nel lasciare andare, e non puoi immaginare quanta gioia troverai nei momenti impensabili, sai solo che hai la storia di una famiglia in quattro angoli diversi, immagini solo la sofferenza che probabilmente ne seguirà, le videochiamate alle ore impensabili.
Poi sollevi lo sguardo su quella foto incorniciata e pensi alla voce di tuo fratello, allo sguardo di tua madre, pensi alla vita che ti aspetta. E quella sofferenza che tanto ti spaventa, sembra anche una forma di speranza.

**

Note sparse: auguro quella speranza a chiunque ne abbia bisogno. Sulla storia c'è poco da dire, per me fungono tutte da stand-alone sul rapporto tra i due fratelli, ma non avendo mai creato la serie l'ho inserita come capitolo. Makes no sense I know ahah
Haikyuu mi mancava troppo e scrivere, anche. Enjoy <3

 
   
 
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