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Autore: summerlover    02/05/2023    0 recensioni
Cosa succederebbe se Plagg si mettesse alla ricerca di tutti gli altri kwami in giro per i meandri del tempo? Cosa mai potrebbe combinare il pestifero gattino della distruzione se lasciato a piede libero con il suo amore infinito per il formaggio e la sua potenza cataclismatica?
Se volete scoprirlo, seguiteci in questa nostra piccola storia nata dal finale di "Ascolta il tuo cuore" di ladyheather83, e scritta a quattro mani in collaborazione tra l'autrice e summerlover, e dedicata ai festeggiamenti per il primo anno di attività del gruppo telegram ispirato a questa bellissima serie.
(questa storia è presente anche sulla pagina wattpad dedicata al gruppo https://www.wattpad.com/user/ContestFanfiction)
Genere: Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alix Kubdel, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Plagg
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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PLAGG alla ricerca dei kwami perduti

Epilogo




Louis venne al mondo alle 19.26 del quattro agosto.

Era stato tutto sommato un parto veloce, in quanto, le contrazioni erano già partite quella mattina stessa, ma Marinette ne aveva deliberatamente ignorato i sintomi, aveva letto da qualche parte che il travaglio poteva benissimo durare anche più di ventiquattro ore ed era inutile recarsi in ospedale prima del previsto.

Ma era stato nel pomeriggio che la situazione si era complicata ulteriormente e la corvina, tra una mossa e l’altra del gioco con Cleopatra, cercava di mascherare come meglio poteva il dolore lancinante proveniente dal basso ventre.

Marinette aveva creduto di morire da un momento all’altro, ma se non fosse morta per il parto, sarebbe morta sotto la furia di Plagg, e per lei sarebbe stato uno smacco troppo grande doversi assentare sul bel mezzo di una battaglia senza tornare con la propria ricompensa.

Erano stati attimi di puro terrore quando Louis era venuto al mondo cianotico e impossibilitato a respirare a causa del cordone ombelicale attorno al collo.

Era stato portato d’urgenza nel reparto di pediatria e né ad Adrien e né a Marinette era stato permesso vederlo subito.

Solo dopo qualche ora, e solo perché Gabriel Agreste aveva imposto il suo potere minacciando di far causa all’ospedale, che qualcuno si era degnato di avvisare i neo genitori, in lacrime e in seria preoccupazione, che il bambino si trovava in un’incubatrice e che stava bene, aveva solo bisogno di stabilizzarsi e poi sarebbe stato affidato in camera alla madre.

Adrien tirò un sospiro di sollievo, invece, Marinette, si sentì un’incosciente per non essere riuscita ad ascoltare il suo corpo, se solo si fosse recata all’ospedale quella mattina, i medici avrebbero notato subito la sofferenza fetale.

E se fosse successa la tragedia, Marinette non se lo sarebbe mai e poi mai perdonata. E nemmeno Plagg.

Plagg amava quel frugoletto, e spesso si trovava a fargli da balia quando Marinette crollava dal sonno a causa della nottata passata completamente in bianco, arrivando ad infilargli un pezzo di formaggio in bocca quando non riusciva a trovare il ciuccio nella culla. Il piccolo sembrava apprezzare, ma prontamente, Tikki, lo rimbeccava e glielo toglieva per sostituirlo con il succhietto.

E se l’inizio non era stato dei più promettenti, anche tutti gli altri kwami si erano inteneriti davanti a versetti, smorfiette, sbadiglietti e quant’altro che il piccolo cucciolo umano faceva durante il giorno, organizzando in men che non si dica una squadra super efficiente e ben ingranata di babysitter magici attivi ventiquattro ore su ventiquattro.

Anche Adrien era un perfetto papà e cercava di essere il più presente possibile in casa per dare un po' di respiro a Marinette.

Louis era un bambino a cui non piaceva stare fermo, sempre vigile e attento, ed era per questo motivo che Marinette lo teneva sempre in braccio, aveva bisogno di muoversi ed esplorare il mondo.

Infatti, se lo metteva nel tappetino o nella culla, iniziava a piangere, ma la stessa cosa succedeva se si sedeva e rimaneva ferma, Louis iniziava a frignare finché non iniziava a camminare.

Marinette, ma anche Adrien, i primi mesi ne macinarono di chilometri e fu anche grazie a questo che la corvina riacquistò subito la sua forma perfetta e perse tutti i chili accumulati durante la gravidanza.

Era tutto semplicemente perfetto in casa Agreste, peccato che all’appello mancasse un piccolo particolare…

Così i mesi passarono e anche gli anni… due per la precisione, dalla nascita di Louis.

 

****

 

Marinette si stava accarezzando l’anello che teneva all’indice destro con un po' di malinconia, quando Adrien varcò la soglia del suo ufficio quella mattina e la trovò quasi in lacrime.

“E’ successo qualcosa a Louis?” Chiese avvicinandosi a lei con preoccupazione.

“No… solo una cosa stupida.” Rispose frettolosa rimettendosi subito al lavoro.

“Non è stupida se ti fa quasi piangere.”

“Sì, lo è… non è importante…”

“Marinette…” Adrien voleva aggiungere qualcosa, poi l’occhio gli cade su quell’anello che brillava sotto le luci al neon, e capì.

Non si era dimenticato della sua proposta, era solo che Louis assorbiva tutta la loro concentrazione che quel particolare era passato in secondo piano.

A dire la verità, Adrien un giorno era rientrato a casa con tutte le intenzioni di chiedere a Marinette di fissare la data, ma una febbre da cavallo di Louis li aveva fatti volare direttamente al pronto soccorso, per poi rimanerci quasi una settimana, senza parlare dei giorni successivi impegnati tra visite e controlli di ogni genere.

Per fortuna tutto si era risolto per il meglio e Louis godeva di ottima salute.

Adrien prese la mano della ragazza e la invitò ad alzarsi. L’abbracciò stringendola forte a sé.

“Ti amo.” Le sussurrò all’orecchio preoccupandosi di trasmetterle tutto quel sentimento lungo il suo corpo.

“Ti amo.” Ribadì lei baciandolo.

“Quindici settembre?” Domandò lui sorridendole.

“Di che cosa stai parlando?” Chiese lei interrogativa non capendo subito a cosa si riferisse, ma fu quando Adrien le accarezzò l’indice sinistro che lei intuì e scoppiò a piangere di gioia “… perché questa data?”

“E’ il giorno che ci siamo incontrati in quel vicolo e ho capito subito che ti avrei portata all’altare.”

Marinette si asciugò le lacrime e sorrise “Te lo ricordi ancora?”

“Era quasi mezzanotte e ti ho salvata da quei teppisti.”

“Avevo la situazione sotto controllo…” Rispose stizzita mentre la mente ritornava a quella sera e i suoi bellissimi occhi verdi l’avevano stregata senza nemmeno accorgersene.

“Mmmm… se lo dici te… allora è deciso?”

“Sì, un anno sarà sufficiente per organizzare tutto…”

“Un anno? Io intendevo di quest’anno qui.”

“Ma è tra un mese… non abbiamo tempo per…”

“Invitare persone, torte, abiti… mi basti tu… non voglio una festa in grande. Sono stato sotto i riflettori per così tanto tempo che per una volta voglio vivermi appieno il momento, solo tu, io, la nostra famiglia e gli amici più stretti…”

Marinette scoppiò a piangere nuovamente gettandogli le braccia al collo.

“Lo voglio.” Disse poi sghignazzando.

 

****

 

Era chiaro che Gabriel Agreste non avrebbe apprezzato la scelta del figlio e della futura nuora di organizzare una cerimonia per pochi intimi e in meno di un mese, ma Adrien aveva minacciato di non invitarlo se avesse continuato a riempirlo di lagne.

Lo stilista aveva accettato, a patto che gli abiti dei due futuri sposi fossero sue creazioni.

“Niente di pomposo.” Aveva detto Marinette, per lei anche un semplice abito al mercato locale sarebbe stato più che sufficiente, ma si stava sempre parlando di Gabriel Agreste, ed era già stato difficile fargli accettare una cerimonia molto ristretta, ma in fin dei conti ne era sollevato.

Non aveva alcuna voglia di intrattenersi con ricconi dell’alta società, capaci solo di mettere zizzania e veleno con le loro lingue biforcute e taglienti, per non parlare di quanto avrebbero sparlato alle sue spalle perché il caviale non era stato servito o le ostriche non erano di giornata.

Di tutt’altro avviso erano stati Tom e Sabine, i quali si erano congratulati, nuovamente, con i due ragazzi e augurato a loro un futuro prospero e sereno.

La cerimonia si sarebbe svolta in maniera così semplice che i due futuri sposi non volevano nemmeno festeggiare il loro addio al celibato e nubilato. Non c’era il tempo materiale per organizzare… a mano che tu non sia Alya Cesaire e Nino Lahiffe.

I due amici organizzarono ai ragazzi due feste distinte, una cosetta semplice e il successo fu più che assicurato.

E Alya aveva anche pensato alla sistemazione di Louis, peccato che mancasse poco che Tom e Gabriel litigassero su chi lo avrebbe tenuto.

Il tutto si era risolto con una spartizione equa: il sabato con Gabriel e la domenica (visto che i due futuri sposi avrebbero dovuto riprendersi dalla giornata) con Sabine e Tom.

Peccato solo che all’ultimo secondo il padre della sposa aveva fatto su armi, bagagli, e trascinato la consorte per presentarsi senza preavviso alla porta del futuro consuocero, piazzandosi in casa Agreste per tutto il fine settimana.

Ormai era tutto pronto per il gran giorno (location, abiti, fiori, invitati…) e i futuri sposi erano più agitati che mai…

 

****

 

Qualcuno bussò alla porta della camera di Marinette: era Gabriel, il quale era passato solo per sistemarle l’abito, un modello lungo con scollo a cuore di raso bianco (quella era stata l’unica prerogativa di Marinette), le spalle erano coperte da un tulle impreziosito di pietre luccicanti, proprio come il corpetto, invece la gonna era ampia e scivolava morbida sui fianchi.

Gabriel non era il tipo che si emozionava facilmente, ma vederla con quell’abito gli fece uno strano effetto, Marinette era semplicemente bellissima e la donna perfetta per suo figlio, a tal punto da dover mascherare una lacrima che minacciava di spuntargli con la scusa di pulirsi gli occhiali.

I capelli erano stati acconciati in maniera semplice, mancava solo un piccolo particolare che tirò fuori da una scatola.

“Avevamo detto niente velo.” Anche se a una prima occhiata non le sarebbe dispiaciuto portarlo.

Il cuore di Gabriel si strinse in una morsa a quel primo rifiuto, ma infondo aveva ragione, Marinette era stata chiara sotto questo aspetto.

“Apparteneva a Emilie, mi farebbe piacere se lo indossassi, ma se non ti senti a tuo agio non sei obbligata.”

A Marinette scese una lacrima, quel velo era molto importante sia per lui che per Adrien, e non sarebbe stato giusto non metterlo, anche Emilie doveva assistere alla cerimonia del figlio.

“Sarebbe un onore, signor Agreste.”

Qualcun altro bussò alla porta della ragazza ed entrò: erano Tom e Sabine.

“Oh mio dio!” Esclamò la donna vedendo quanto era bella sua figlia.

Tom rimase impalato.

“E’ il tuo modo per dirmi che sono presentabile?”

“Sei uno splendore, bambina mia.” Tom le rubò le parole di bocca.

“Tutto merito mio.” Intervenne Gabriel con il solito cipiglio, per poi ammiccare verso Marinette, la quale gli sorrise.

“Gli ospiti sono tutti ai loro posti, manchi solo tu…” Mormorò Sabine asciugandosi le lacrime, Tom la prese sotto braccio e insieme si incamminarono, dopo che Sabine e Gabriel si congedarono per prendere posto.

 

****

 

Il posto scelto per la cerimonia si trovava a pochi chilometri a sud di Parigi, in una località collinare da cui si poteva godere di un meraviglioso tramonto, ed era stato proprio per quell’ora che era stata fissata la funzione.

L’altare era stato allestito sulla cima della collina e davanti ad esso c’erano delle sedie bianche per gli invitati.

Adrien attendeva la sua sposa in trepidazione: le mani sudavano e il ventre vibrava per l’agitazione.

“E se ci ha ripensato…” Sussurrò mesto a Nino, suo testimone di nozze, non vedendola arrivare.

“Ma sei deficiente? Ma come ti viene in mente questa assurdità?”

Adrien deglutì mentre dava le spalle al sentiero da cui sarebbe dovuta arrivare, voltò la testa giusto per veder sbucare la mole imponente di Tom dal viale alberato e si girò subito prima di scorgere lei.

Quell’attesa lo stava divorando…

Una luce azzurrina si manifestò improvvisamente, facendo poi sbucare tra i rami di una delle siepi Alix, che cercando di districare il tacco di una delle scarpe attirò su di sé l’attenzione dei presenti, sorridendo come se nulla fosse.

“Scusate il ritardo!” disse la rossa, afferrando l’ingombrante gonna di tulle azzurro pastello e dirigendosi a passo spedito lingo il corridoio centrale tra gli altri invitati, andando a prendere il suo posto proprio accanto a Gabriel.

I Kitty Section iniziarono a suonare la marcia nuziale e davanti ai passi di Marinette, Zoe e Alya cosparsero dei petali di rose rosse indicandole il cammino.

La corvina baciò sulla guancia Tom, e appena lo vide raggiungere il suo posto, prese la manina piccola di Louis e insieme raggiunsero Adrien.

“Oh!” Esclamò sorpreso Nino “… voltati, amico.”

Adrien fece come ordinatogli, Marinette era a pochi passi da lui e stringeva la mano del loro bambino, erano entrambi bellissimi, ma quello che attirò l’attenzione dell’ex modello, fu il velo che la sua futura moglie portava sulla testa, lo avrebbe riconosciuto tra mille.

Il cuore di Adrien era avvolto da un migliaio di emozioni, ma non voleva emozionarsi, anzi, si era ripromesso di non farlo, ma era impossibile rimanere impassibili di fronte a tanto.

Prima Marinette che viniva accompagnata all’altare da Louis, il velo e lei… la sua bellissima migliore amica, compagna e moglie.

Ma chi per prima scoppiò a piangere fu lei, nell’esatto momento in cui Adrien le infilò quel cerchio dorato al dito.

Poi venne la volta di Adrien quando il funzionario li decretò marito e moglie.

Non furono gli unici a emozionarsi, oltre agli invitati ufficiali, anche alcune creaturine magiche presenziarono alla cerimonia ben nascoste tra gli alberi del boschetto.

Plagg frignò per tutto il tempo come una bambina, soprattutto quando il suo ragazzo stava mettendo la firma sui certificati matrimoniali, che vennero prontamente messi al sicuro nella borsetta di Sabine. Senza essere visto, Barkk riuscì a prendere un tovagliolo dal buffet per passarlo a Tikki, che a sua volta lo passò al dio della distruzione, era impresentabile con tutto quel moccio che colava dal naso.

“Tieni, datti una ripulita!” Lo rimbeccò Tikki.

Plagg accettò il dono e soffiò via il muco, liberando così le vie respiratorie.

Peccato però che Plagg scelse come momento proprio l’attimo in cui gli sposi si stavano baciando, soffiando talmente forte da far alzare un vento improvviso che fece volare via le decorazioni dell’altare, i cappelli delle invitate ed alzare alcune gonne, ed infine far ruzzolare giù dal dirupo il povero funzionario. E per fortuna che la documentazione con le firme di testimoni e sposi era stata passata a Sabine.

Adrien e Marinette si guardarono sconcertati, per poi volgere uno sguardo iracondo verso gli alberi.

“PLAGG!!!!!”

 

 

FINE

 

 

 

angoletto autrici:

Ed eccoci arrivati alla fine di questa piccola avventura nei mandri del tempo del kwami più amato e pestifero di tutta Parigi.

Speriam che questa storia vi sia piacciuta da leggere quanto a noi scriverla, ricordandovi del gruppo telegram dedicato a questa bellissima serie, e per chi volesse unirsi a noi, basta chiedere il link in privato, ricordandovi che appena arriveremo a 100 membri, la nostra Erika ci posterà una storia tutta inedita!

Un abbraccio, Erika & Manu

 

   
 
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