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Autore: Coso96    02/05/2023    2 recensioni
[Hazbin Hotel]
[Hazbin Hotel]
[Helluva Boss]
Frank è un semplice ragazzo di campagna, ma ha sempre vissuto con un senso di insoddisfazione inspiegabile.
Un giorno, però, delle creature di nostra conoscenza attentano alla sua vita, facendo sorgere finalmente un interesse da tempo perduto.
Cosa dovrà scoprire? Chi lo vuole morto ovviamente. Preparatevi a scoprire l'avventura del primo umano che decise di entrare negli inferi per pura noia.
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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“L'avete sentito anche voi?” Chiese Charlie.
“Sembrava una... tromba?” Disse Angel.
“Ragazzi, non so voi, ma io non mi sento molto bene...” Aggiunse Vaggie con una smorfia di dolore.
Non riusciva a parlare e iniziò a sentire un dolore lancinante allo stomaco. Si inginocchiò a terra e vomitò una quantità ingente di sangue.
“Vaggie!!” Fece Charlie preoccupata.
“Indietro!!” Gridò la demone mentre urlava in agonia.
Le sue mani iniziarono a trasformarsi in artigli affilati, le ossa e i muscoli cominciarono ad ingrandirsi in modo innaturale, mentre dei versi aberranti cominciavano ad uscirle dalla bocca.
“Vaggie?”
La demone iniziò a camminare su quattro zampe e si buttò dalla finestra del terzo piano, per poi correre verso il centro della città.
Charlie seguì la sua amata con lo sguardo, ma quando mise i suoi occhi sulla città, non poté fare a meno di sussultare: migliaia di portali si erano aperti in ogni angolo della città, mentre i suoi sudditi erano tutti diventati delle bestie assetate di sangue.
Ciò che non sapeva era che negli altri gironi la situazione non era differente: ogni singolo demone che aveva udito quella tromba, dal più piccolo degli imp al più imponente dei demoni, era diventato un mostro privo di senno.
“Charlie, la tua bocca...” Disse Angel poco prima di vomitare sangue e iniziare la sua metamorfosi.
La principessa si tastò le labbra e notò con orrore di star perdendo sangue. Presto sarebbe arrivato il suo turno.




Poche ore dopo, una demone dalla pelle di un grigiore innaturale si alzava dal suo giaciglio. Si tolse i tappi in silicone dalle orecchie, che indossava per lo più per evitare di sentire le lamentele dei vicini, o almeno quelli con abbastanza coraggio da avvicinarsi ad una centrale nucleare su gambe.
Sospirò.
Se ne sarebbero sicuramente pentiti dopo un po' di tempo.
Uscì dal suo appartamento, non prima di vestirsi con ciò che rimaneva della sua vecchia divisa e pulirsi i capelli dagli insetti morti, e vide un foglio appeso alla porta, che dall'aspetto sembrava un avviso di sfratto.
“Maledizione!” Imprecò a bassa voce.
Da quando aveva fallito quel lavoro per Vox, non aveva trovato uno straccio di impiego, l'unica consolazione era che il mortale sarebbe sicuramente morto a causa dell'avvelenamento.
Il pensiero le fece piegare le labbra in un mezzo sorriso.
Fece un sospiro rassegnato e bruciò l'avviso di sfratto con il calore del suo corpo, dopodiché si diresse verso la sala da pranzo del suo appartamento.
Non appena arrivò nel luogo dove avrebbe fatto colazione, si guardò in giro. La sala era vuota, il che era sorprendente, dato che solitamente a quell'ora il suo vicino pranzava. Decise di non dargli troppo peso, insomma, meglio per lei, no? Avrebbe fatto colazione (Alle due del pomeriggio) in santa pace, per una volta.
Prese il suo yogurt con i cereali e iniziò a mangiarlo voracemente, dopotutto non aveva scelta, dato che la condizione del suo corpo avrebbe reso il cibo immangiabile in poco tempo.
Una volta finito di mangiare, decise di uscire per cercare un lavoretto, l'affitto non si pagava da solo.
Fu nell'esatto momento in cui mise piede in strada che li notò: migliaia di portali aperti, come se un overlord si fosse divertito ad aprirli in stato di ubriachezza. Si avvicinò ad uno di essi e intravide la torre di Pisa, si mise accanto ad un altro e vide Parigi.
La donna per un singolo attimo fu tentata di attraversarlo uno, ma conosceva le regole: solo i demoni nati all'inferno potevano andare sulla terra, mentre i demoni peccatori come lei erano bloccati nel girone della superbia in attesa di farsi ammazzare da qualche sterminatore.
Non appena girò lo sguardo per andare al Lusten, vide il corpo di uno sterminatore a terra, privo di vita, e la cosa la allarmò non poco: che ci faceva uno sterminatore vicino al suo appartamento? La pulizia annuale era ancora lontana dopotutto.
C'era qualcosa che non andava, se lo sentiva.
Ora che ci pensava, non vedeva un demone da quando si era svegliata, il che era strano, di solito incontrava almeno due barboni, ma le strade erano più vuote delle sue tasche. O almeno, così credeva.
Una figura vestita di bianco si manifestò in fondo alla strada, il suo sorriso fece scendere un brivido freddo nella schiena di Mihaela.
“Oh, vedo che a qualcuno è rimasto il senno, che piacevole sorpresa.”
Le gambe della demone radioattiva iniziarono a tremare, il suo respiro si fece pesante, mentre cercava in tutti i modi di capire cosa ci faceva lui qui. Il suo corpo iniziò a produrre un calore così intenso che il marciapiede sotto i suoi piedi cominciò a sciogliersi, doveva calmarsi, altrimenti sarebbe affondata nel magma, ma il terrore non era un'emozione facilmente controllabile, soprattutto quando Lucifero in persona era davanti a te.
“Hai la faccia di una persona che si è appena svegliata, cara. Qual è il tuo nome?” Chiese Lucifero avvicinandosi alla demone radioattiva e poggiando la sua mano sul suo capo, ignorando completamente il calore che emanava, quasi come se non ne risentisse affatto.
“Mihaela... Mihaela Funar.” Replicò la demone radioattiva.
“Oh, ma che bellissimo nome, paperella?” Disse il re degli inferi passando una paperella di gomma alla donna, che purtroppo venne sciolta dal calore che emanava.
“Ehm, devo andare.”
Mihaela cercò di allontanarsi il più possibile dall'unica creatura che stava letteralmente in cima alla catena alimentare dell'inferno, ma Lucifero si teletrasportò davanti a lei tagliandole la strada.
“Perché tanta fretta? Avevo proprio bisogno dell'aiuto di una come te.”
La demone radioattiva gli diede uno sguardo confuso. Cosa poteva offrire una come lei al signore degli inferi?
“Oh, non fare quella faccia, so cosa stai pensando -Cosa vorrà mai il re degli inferi da una come me?-”
"Beh è una domanda legittima."
“Signorina Funar, sai cosa sta succedendo nel mio regno in questo momento?”
“Ehm, c'entra con i portali che stanno intorno a noi?”
Il re degli inferi avvicinò pericolosamente la faccia a quella di Mihaela.
“Bingo!”
Lucifero iniziò a camminare intorno alla demone radioattiva con uno sguardo pensieroso.
“Sembra che il paradiso volesse sbarazzarsi di me e di tutti i miei sudditi, ma qualcosa ha ostacolato i loro piani, quell'idiota di Gabriele ha suonato la tromba del giorno del giudizio e ha fatto impazzire tutti quelli che avevano sangue demoniaco, compresa mia figlia e mia moglie, e io non posso fare niente per aiutarle.”
La demone si rese conto che i suoi tappi per le orecchie le avevano risparmiato di impazzire.
“E perché tu non sei impazzito?”
“Oh, cara, io sono l'incarnazione del primo peccato, di certo non mi faccio influenzare da un angelo patetico come Gabriele, ma purtroppo sono ancora bloccato qui.”
“Bloccato?” Fece Mihaela confusa.
“Lascia che te lo mostri.”
Il re degli inferi si avvicinò ad uno dei portali per la terra e lo toccò con la mano destra, ma una magia tanto antica quanto potente lo respinse indietro, ustionandolo.
“Come puoi vedere, mi è impossibile andare sulla terra.”
“Non capisco, cosa vuoi da me?”
“Voglio che tu salvi mia moglie e mia figlia e le riporti da me, semplice come il sole.”
“E perché quel portale non dovrebbe fare lo stesso con me?” Chiese Mihaela con scetticismo.
“Perché la regola che bloccava i demoni peccatori in questo girone è stata appena recisa, ovvio.”
“E questo deve c'entrare con le strade vuote, giusto?”
“Ding, ding, ding, ci hai azzeccato!”
Mihaela ci pensò su: rifiutare era fuori questione, chissà come avrebbe reagito, ma di certo non poteva lavorare gratis.
“Posso farlo, ma ti costerà...”
“Certamente! Fai quello che ti ho detto e ti pagherò la cifra che vuoi, qualunque essa sia.”
Mihaela rimase spiazzata da quella disponibilità, ma almeno non avrebbe avuto problemi con l'affitto per un bel po'.
“Un'ultima cosa, come dovrei trovarle?”
Il re degli inferi ghignò, non che avesse cambiato espressione durante tutta la conversazione.
“Cerca il mortale con cui mia figlia ha fatto il patto e troverai Charlie, il suo nome dovrebbe essere Frank Callahan. Per quanto riguarda mia moglie, invece... Beh, dovrai andare a tentativi.”
Mihaela fece un'espressione decisamente contrariata: cosa c'entrava quello stronzo con quello che stava succedendo? E poi, come diavolo avrebbe dovuto trovare il mortale se probabilmente era già morto?
“Mi dispiace informarti che quel tizio sarà sicuramente morto.”
“Oh, lo so, è morto nel mio regno. Ma il patto che ha fatto con mia figlia è ancora, come posso dire, in corso e ciò significa che sono entrambi vivi, o almeno che le loro anime sono intatte.”
Mihaela alzò un sopracciglio, non aveva mai fatto un patto con un altro demone, quindi non sapeva come funzionasse, ma se il boss dell'inferno diceva che funzionava così, non poteva fare altro che credergli.
“E se le trovo morte che faccio?”
Il ghigno di Lucifero rimase, ma il solo pensiero di perdere la sua famiglia gli fece stringere il suo scettro talmente forte da spezzarlo in due.
“In quel caso, salirò in cielo, sulle stelle di Dio innalzerò il trono. Dimorerò sul monte dell'assemblea, nelle parti più remote del settentrione. Salirò sulle regioni superiori delle nubi. Mi farò uguale all'altissimo.”
Un brivido attraversò la colonna vertebrale di Mihaela: quel pazzo avrebbe fatto cadere la sua furia su tutto il paradiso se fosse successo qualcosa alla sua famiglia e non poteva dargli torto. Ma se era bloccato all'inferno, cosa avrebbe potuto fare esattamente? Forse conosceva un modo per andare in paradiso ma non sulla terra? O forse era solo la sua superbia a parlare? Qualsiasi cosa fosse la verità, sapeva bene cosa doveva fare: salvare la principessa e la regina.
La demone radioattiva si avvicinò ad uno dei portali e lo attraversò, trovandosi in pochi attimi in una New York invasa dai demoni, e non i demoni a cui era abituata: sembravano tutti privi di ragione, troppo occupati a nutrirsi della carne dei mortali che uccidevano per dare peso a lei.
Si nascose in un vicolo e si guardò intorno: la città era nel caos più totale, la polizia provava a sparare ai demoni, ma questi si riprendevano dalle ferite in pochi secondi, avventandosi poi su di loro per banchettare.
Mentre cercava un modo per attraversare quel caos senza farsi ammazzare, una specie di capsula di metallo con rifiniture dorate si schiantò al centro di quella che era ormai una guerra urbana. Sembrava provenire... dal cielo?
La capsula si aprì, facendo uscire un fumo dorato che iniziò a ustionare i demoni che avevano avuto la brillante idea di avvicinarsi troppo.
Quando il fumo si diradò, la demone sgranò gli occhi: all'interno della capsula, ancora dormiente, c'era il corpo del mortale che le aveva impedito di pagare l'affitto, ma con qualche differenza. I suoi capelli corvini ora avevano delle rifiniture dorate, il corpo, decisamente più snello di quanto ricordasse, era privo di ferite e completamente nudo.
Mihaela sorrise: non sapeva se aveva avuto un colpo di fortuna o semplicemente Lucifero aveva previsto pure questo, ma con il suo aiuto avrebbe trovato la principessa in poco tempo, se fosse riuscita a portarlo via da lì tutto di un pezzo, ovvio.
Infatti, i demoni che avevano aspettato che il fumo si diradasse guardarono il mortale come se fosse lo spuntino definitivo e si avventarono su di lui, ma Mihaela afferrò la faccia di un demone capra che si era avvicinato troppo al corpo inerme di Frank e gli sciolse il teschio in pochi momenti, un demone dalle sembianze di un'anguilla elettrica la avvolse con le sue spire per bloccarla.
Mai scelta fu più sbagliata.
L'anguilla venne consumata da fiamme verdi, ma non era finita. Un enorme demone toro armato di ascia le ruggì in faccia, facendo fare alla povera demone un'espressione disgustata, dovevano essere giorni che non si lavava i denti. Il possente demone fece ruotare la sua ascia contro Mihaela, ma ormai la temperatura del suo corpo aveva già raggiunto un livello critico, sciogliendo la lama dell'ascia un attimo prima dell'impatto, lasciando il demone toro disarmato, non che ciò l'avrebbe fermato.
Il demone chiuse la mano in un pugno e provò a colpire il viso di Mihaela, ma lei evitò il colpo facendo un salto all'indietro, per poi concentrare tutto il calore del suo corpo nella mano destra, metterla come se fosse un lama rovente e tagliare il braccio del nemico.
Fu in quel momento che Mihaela avrebbe giurato di averlo visto ghignare.
Il demone toro prese il suo braccio al volo, Mihaela ebbe appena il tempo di difendersi incrociando le braccia, perché il nemico aveva appena usato il suo stesso braccio mozzato per lanciarla contro la capsula di Frank.
Quello scossone fu sufficiente.
Il mortale aprì gli occhi, si alzò, si guardò intorno e si diresse con passo lento e inesorabile verso il demone toro, mentre una voce robotica proveniente dalla capsula parlava.
“Attivazione prima benedizione: forza.”
Il demone toro si lanciò sul mortale con le fauci spalancate, ma un pugno sulla tempia gli fece perdere i sensi in pochi secondi.
Mihaela si alzò dolorante: doveva aver perso i sensi per qualche secondo, perché non appena aprì gli occhi vide il demone che l'aveva lanciata contro la capsula a terra, mentre Frank torreggiava su di lui con uno sguardo perso nel vuoto.
Ottimo, si era svegliato, ora doveva solo convincerlo a trovare la principessa e, se avesse rifiutato, l'avrebbe costretto ad aiutarla con le cattive.
“Ehi, ragazzone, ti ricordi di me?”
Frank si girò verso la demone radioattiva e fece un verso decisamente infastidito, ma ciò confermò alla demone che si ricordava.
“Perché sei sulla terra?” Chiese il mortale con una punta di curiosità.
“Storia lunga, ma mi hanno detto che tu puoi trovare la principessa perché hai fatto un patto con lei.”
Frank si mise una mano sul petto: sentiva uno strano calore ogni volta che pensava a Charlie, che fosse uno degli effetti collaterali di cui parlava Gabriele?
Non lo sapeva, ma di una cosa era certo: era sulla terra, e se un demone peccatore come Mihaela era lì voleva dire solo una cosa, che le regole erano state infrante.
“Cosa è successo a Charlie?”
“Beh, da quello che mi ha detto il grande capo, è impazzita insieme a sua madre e ora vaga per la terra in cerca di carne umana.”
“Impazzita?”
“Ne hai avuto un assaggio col demone toro che hai messo a nanna: tutti i demoni che hanno udito una tromba sono impazziti.”
Il mortale strinse i pugni: ecco cosa intendeva Gabriele, avrebbe dovuto eliminarlo quando ne aveva avuto l'occasione.
“E tu perché non sei impazzita?”
Mihaela prese dalla tasca due tappi in silicone e li mostrò al mortale.
“Li uso per dormire, ma sembra che mi abbiano risparmiato il raptus omicida.”
Frank annuì, prese dei vestiti da uno dei cadaveri, ovvero una felpa grigiastra e un Jeans bluastro, e si girò verso la demone radioattiva.
“Ti consiglio di tornare indietro, questo posto non è sicuro.”
“Niente da fare, Lucifero mi ha detto che tu sei la chiave per trovare la principessa e io devo essere pagata, quindi fai la tua parte e ti prometto che non ti scioglierò la faccia.”
“Aiuto...” Sussurrò una voce che Frank riconobbe in un istante.
“Charlie?”
“Ehm, si, quello è il nome della principessa.” Disse Mihaela.
“No, no, non intendevo quello, non hai sentito?”
“Vi prego, aiuto.” Supplicò di nuovo la voce di Charlie.
“Io non sento niente.” Fece la demone, confusa.
Il mortale ci mise poco a capire che la voce era nella sua testa. Un altro effetto collaterale?
“Charlie, dove sei? Ti vengo a prendere!”
Mihaela si mise una mano in fronte. Fantastico, l'unico modo che aveva per trovare la principessa sentiva le voci. Che fosse impazzito anche lui?
“Senti, non ho tempo per le tue voci, mi aiuterai a cercare la principessa oppure no?”
Il mortale la ignorò, troppo concentrato sulla voce nella sua testa.
“Frank... sei vivo? Sento urla di bambini... dicono che c'è un mostro.”
Frank spalancò gli occhi: se riusciva a sentirla doveva essere vicina, o almeno sperava fosse così.
Se sentiva urla di bambini probabilmente era vicino ad una scuola elementare, l'unico problema era che non conosceva New York, quindi non aveva idea di dove andare.
“Presto, la scuola elementare più vicina?”
Mihaela alzò un sopracciglio.
“Ma che cazzo ne so.”
Per un singolo attimo, il mortale fu tentanto di strozzarla sul posto, ma si trattenne.
“Credo che Charlie sia in una scuola elementare, hai qualche idea di dove sia?”
“Ti sembro una guida turistica? Sei tu quello che sente le voci, trovala.” Ordinò la demone radioattiva.
“Si trova a due isolati da qui, a sud.”
A parlare era stata una bambina dai capelli castani sui dieci anni circa che aveva assistito alla loro discussione da un vicolo. Era coperta di sangue e sembrava agitata, come se avesse corso quei due isolati per avere salva la vita.
Il mortale si inginocchiò vicino alla piccola.
“Come ti chiami, piccola?”
“Abby....”
“E sei sicura di quello che dici?”
La bambina annuì tremante.
“Credi di poterci portare lì?” Chiese Mihaela stando a debita distanza: non aveva ancora stabilizzato la temperatura del suo corpo e non voleva rischiare di farle del male per sbaglio.
La ragazzina annuì nuovamente.
“Salverete le mie amiche? Vi ho visto contro quel bruto armato di ascia, voi potete sconfiggere il mostro che è entrato nella mia scuola.”
Il mortale le poggiò una mano sul capo e le sorrise.
“Ti prometto che fermerò qualsiasi cosa infesti la tua scuola.”
Il mortale e la demone seguirono la bambina per i vicoli di New York, vennero attaccati da un paio di succubi, ma Frank se ne occupò con un paio di pugni ben assestati, facendo notare una cosa alla demone radioattiva.
“Vedo che non ammazzi nessuno, come mai?” Chiese con una punta di curiosità: non si faceva questi scrupoli con gli overlord.
“Ho fatto una promessa e intendo mantenerla.”
“Capisco.”
Mihaela decise di non scavare più a fondo, anche perché erano appena arrivati alla loro destinazione. La scuola elementare di San Michele era un macello: il cancello automatico che avrebbe dovuto far passare le auto era stato completamente sradicato dal terreno, l'entrata, abbellita con delle decorazioni floreali, era coperta di sangue, ma la demone radioattiva notò un particolare.
“Hm, niente demoni alla ricerca di carne umana...”
“Non proprio...” Replicò il mortale indicando un imp che si stava avvicinando alla scuola, solo per annusare l'aria e correre il più lontano possibile dall'edificio.
“Hm, che strano, eppure quelli che abbiamo incontrato fino ad ora non scappavano.”
Il mortale iniziò a pensare.
“Istinto!!” Esclamò all'improvviso, facendo sobbalzare Mihaela e la bambina che li aveva accompagnati.
“Come, scusa?” Fece la demone radioattiva.
“Pensaci bene, anche se sono privi di ragione, avranno un istinto che li guida a consumare carne umana.”
“Quindi l'istinto, se la tua teoria è giusta, ha suggerito a quell'imp di stare il più lontano possibile da quella scuola.”
“Esattamente.”
“E noi entreremo, giusto?”
“Paura?” La provocò l'umano. “Se vuoi, puoi aspettare qui fuori con la nostra guida, mi occuperò io della creatura lì dentro e di salvare Charlie.”
Mihaela fece un verso stizzito.
“La mia missione consiste nel salvare la principessa e sua madre, perché non fai tu il babysitter?”
Il giovane Callahan sbuffò e ordinò alla bambina di trovarsi un nascondiglio, la quale si nascose in un bidone dell'immondizia nelle vicinanze.
“Va bene, allora entreremo insieme.”
Non appena misero piede nella scuola, l'odore ferroso del sangue inondò le narici dei due, mentre l'espressione sicura del mortale si trasformava lentamente in puro orrore: decine e decine di cadaveri di bambini decoravano il pavimento del corridoio, erano stati tutti eviscerati completamente, ma stranamente il resto della carne era stata ignorata.
“Hm, qualsiasi cosa li abbia uccisi, deve essere schizzinosa col cibo.” Commentò Mihaela esaminando le condizioni dei cadaveri: il ventre era stato aperto insieme alla cassa toracica per facilitare l'eviscerazione e dall'espressione di terrore che avevano sul volto doveva essere successo mentre erano ancora vivi.
“Possibilità su cosa sia stato?” Chiese Frank, sorpreso dalla calma con cui la demone radioattiva esaminava i corpi.
Dei rumori inumani iniziarono a provenire dalla fine del corridoio, una mano artigliata uscì dall'oscurità e si impiantò nel pavimento in marmo fino a farlo crepare.
“Credo che lo scopriremo presto.”
Era ancora riconoscibile il volto dolce della sua cara amica, però aveva un'espressione completamente differente, quasi contorta dalla rabbia o dalla fame, gli occhi iniettati di sangue le uscivano fuori dalle orbite, i denti, sporchi di sangue rappreso, luccicavano come rubini, le corna scarlatte erano ben visibili, ma la creatura aveva solo una cosa a mente in quel momento: divorare Frank.
“Charlie?” Fece il mortale indietreggiando.
“Stai scherzando, vero? Quella cosa sarebbe la principessa?” Chiese Mihaela mentre seguiva i movimenti della creatura con lo sguardo.
Charlie ruggì minacciosa e si avventò sul mortale con gli artigli sguainati, ma lui afferrò i polsi della ragazza e iniziò a parlarle.
“Charlie, non mi riconosci? Sono io!”
La principessa non lo ascoltò e morse la spalla del mortale, il quale sentì i denti della sua amica affondare nelle sue carni come fa il coltello col burro.
Fu in quel momento che un pugno incandescente investì Charlie, facendole mollare l'osso.
“Ohi, ohi, il tuo papino mi ha offerto una generosa ricompensa per portarti a casa, quindi che ne dici di smetterla di mangiare mortali e venire con me?”
Mihaela non ebbe alcuna risposta se non un ringhio carico di rancore.
“Ehi, geniaccio.” Disse la demone radioattiva riferendosi al mortale. “Senti ancora la sua voce?”
Frank si concentrò sulla voce di Charlie e la sentì.
“Ho fame... tanta fame.”
Il mortale sudò freddo e annuì.
“Bene, questo vuol dire che la principessa è ancora lì dentro, dobbiamo solo tirarla fuori.”
Fiamme verdi iniziarono a circondare la demone radioattiva, ma il mortale si mise davanti a lei.
“Ci penso io, forse posso farla ragionare.”
Mihaela fece un respiro profondo, diminuì la temperatura del suo corpo e si mise a braccia conserte davanti all'entrata della scuola, probabilmente per evitare un'eventuale fuga della principessa.
“Hai cinque minuti, poi intervengo.”
Il mortale la ringraziò con un cenno e approcciò Charlie, ma la principessa si avventò nuovamente su di lui a fauci spalancate, stavolta mirando alla gola, così da poterlo sgozzare sul posto.
Non appena i denti aguzzi della demone si trovarono a pochi millimetri dalla giugulare del mortale, un colpo di palmo la scaraventò in una delle classi della scuola, al cui interno si trovavano altri cadaveri.
“Ricordi il giorno in cui ci siamo conosciuti?” Chiese Frank schivando un'artigliata di Charlie, che si era già ripresa. “Credevo che fossi solo una ragazzina ingenua, ma ti sei rivelata un'amica preziosa.”
Il mortale afferrò le corna della principessa e la bloccò sul pavimento.
“La Charlie che conosco io non avrebbe mai fatto questo massacro.”
La principessa si liberò dalla presa, girò la testa di centottanta gradi e sputò una fiammata dalla bocca, ustionando il viso del mortale, che si mise le mani in faccia in preda al dolore.
“Non voglio... farti del male, Charlie!” Ringhiò il giovane Callahan accarezzandosi il viso.
Un attimo prima che la principessa potesse addentare la coscia del mortale, lui la colpì con una ginocchiata sul mento, per poi afferrarle nuovamente le corna e colpirla con una testata che causò un lieve terremoto.
“Ma se sarò costretto, ti farò tornare in te a suon di pugni.”
Charlie indietreggiò dolorante, ma la sua fame era più intensa del dolore che provava e, nonostante fosse guidata solo dal suo istinto, il suo corpo reagì alla forza del suo avversario: gli artigli con cui aveva smembrato quei bambini vennero ricoperti da fiamme infernali, i denti, affilati come rasoi, si ingrandirono, mentre due ali di fuoco si manifestavano dietro la sua schiena.
“Ohi, ohi, stiamo scherzando, vero?” Commentò Mihaela mentre assisteva allo scontro.
La principessa sfondò il tetto della scuola con un'artigliata e spiccò il volo, in alto, fino ad arrivare alle nuvole, per poi buttarsi in picchiata sul mortale, che non fece altro che impiantare i propri piedi nel marmo del pavimento per prepararsi all'impatto.
La collisione tra i due causò un boato così devastante che Mihaela venne stordita per diversi secondi, ma quando aprì gli occhi, ciò che vide le mozzò il fiato: i muscoli del mortale avevano fermato la picchiata della principessa, la quale rimase paralizzata per pochi istanti, sorpresa che la sua mossa fosse stata fermata così facilmente, quando un pugno la gettò contro la parete della classe.
La principessa si alzò a fatica e tagliò l'aria con un'artigliata orizzontale.
Delle lame ad arco fatte di fiamme si generarono sul posto per poi dirigersi verso il mortale ad una velocità inaudita, che per puro istinto schivò l'attacco imminente. Sentì un boato alle sue spalle e si voltò, ciò che vide fu una parete squarciata, come se a ridurla in quello stato fosse stato un demone di grossa taglia.
Una goccia di sudore comparì sulla fronte del mortale: quell'attacco l'avrebbe fatto a pezzi se l'avesse colpito, ma ancora non sapeva come far tornare Charlie in sé. Doveva finirla in fretta e senza ucciderla.
Charlie iniziò a lanciare diverse artigliate, creando centinaia di lame ad arco, tutte dirette verso Frank, il quale iniziò a correre intorno alla demone per evitare la raffica di attacchi, che nel frattempo distruggevano le pareti della scuola.
Fu nel momento in cui Charlie si fermò per riprendere fiato che gli venne un'idea, un piano che molto probabilmente l'avrebbe ucciso se non avesse funzionato, ma era già morto una volta, quindi la cosa non lo spaventava.
“Cosa direbbe Vaggie se ti vedesse in questo stato?”
Il nome della sua fidanzata fece mostrare una parvenza di senno nello sguardo della principessa, ma venne immediatamente sostituito dalla rabbia.
“Non... nominarla!!” Replicò con una voce profonda come l'abisso, suscitando l'interesse del mortale.
“Oh, ora riesci a parlare? Mi chiedo se Vaggie ti amerà ancora dopo che avrà scoperto cosa hai fatto.”
“Silenzio!!”
Lacrime di sangue iniziarono a bagnare il viso della principessa.
“Cosa... ho fatto?”
Il mortale si avvicinò lentamente alla sua amica: il suo giochetto mentale stava funzionando.
“Io... ricordo tutto.”
La voce di Charlie cominciò a tornare normale.
“I loro volti, il loro sapore, la loro paura... ricordo tutto.”
La principessa si guardò le mani artigliate e se le puntò alla gola.
“Non voglio vivere con questo fardello.”
Prima che potesse tagliarsi la gola, il mortale afferrò i polsi della ragazza.
“Non provare a fermarmi, Frank.”
“Puoi ancora rimediare, puoi aiutarmi a fermare questa apocalisse.”
La principessa fece un sorriso sconfitto.
“Rimediare?”
La ragazza si guardò intorno e indicò i cadaveri dei bambini che aveva divorato, mentre il suo aspetto tornava normale.
“Come puoi rimediare a questo?!?” Chiese mentre le lacrime continuavano a sgorgare copiose.
Il mortale poggiò la mano sul suo capo.
“Non è colpa tua, è stato Gabriele, ed è lui l'unica persona da incolpare.”
“Chi è Gabriele?” Chiese lei con un'espressione spaesata.
“Diciamo che sono stato in paradiso.”
Mihaela spalancò gli occhi dopo la rivelazione del mortale, ma l'espressione di Charlie non sembrava sorpresa, già sospettava che fosse stato in paradiso, ma di certo non si aspettava di incontrarlo di nuovo.
“Lo sapevo che eri stato tu a salvarci contro gli sterminatori, ma non capisco, il nostro patto...”
“Avevano fatto un'eccezione, anche se dubito che finirei lì se morissi di nuovo.”
“Continuo a non capire cosa c'entra questo Gabriele.”
“Per caso hai sentito una tromba prima di impazzire?”
“Si, l'abbiamo sentita tutti.”
“Quella tromba è stata la causa di tutto, e colui che l'ha suonata è un angelo di nome Gabriele.”
La principessa degli inferi indietreggiò confusa, mille domande per la testa: perché un angelo permetterebbe un massacro? Perché far impazzire lei e i suoi sudditi? Perché trasformare lei e i suoi amici in quelle cose?
La fatica attaccò il corpo di Charlie come un'onda anomala, ma fortunatamente Frank la prese in spalla un attimo prima che cadesse.
“Ciò non cambia cosa ho fatto... per favore, uccidimi.” Supplicò la principessa poco prima di svenire.
Mihaela si avvicinò ai due, gli occhi fissi sulla ragazza che avrebbe dovuto portare a casa.
“Respira ancora?” Chiese con una punta di preoccupazione.
“Si, è solo stanca.”
“Pensi che starà bene?”
“Fisicamente si, ma psicologicamente è un'altra storia.”
La demone radioattiva e il mortale iniziarono a sentire diversi ruggiti diretti verso la loro direzione.
“Che succede?” Fece Frank,
Mihaela si affacciò all'entrata e impallidì: centinaia, no, migliaia di demoni stavano marciando verso di loro con i volti contorti dalla fame.
“Oh, merda.”
“Cosa hai visto?” Chiese Frank poco prima di affacciarsi e impallidire a sua volta.
“Cazzo, sono attratti dall'odore del sangue, dobbiamo andarcene.” Disse Mihaela.
“Non capisco, perché ora?”
“Forse perché l'unica entità che li teneva alla larga è ora svenuta tra le tue braccia, ma è solo una teoria, eh!” Fece sarcastica la demone radioattiva.
“Dobbiamo portare Charlie fuori di qui.”
“Dimmi qualcosa che non so.”
La donna radioattiva iniziò a pensare a un piano per superare quell'orda di demoni affamati, quando un portale per l'inferno si aprì proprio accanto a Frank.
“Presto, dentro!” Gridò Mihaela.
“Ma... ed Abby?” Fece il mortale, preoccupato per l'incolumità della loro guida.
“O lei o noi!”
Frank strinse i denti, prese in spalla Charlie e si lanciò nella via di fuga un attimo prima che i demoni entrassero nella scuola, ma non era ancora finita, perché il portale era ancora aperto.
“Chiudilo prima che entrino!” Gridò Mihaela mentre cercava di mantenere stabile la temperatura del suo corpo.
“Ti sembro un demone? Non so chiudere portali senza quel dannato libro!”
“Lasciate che ci pensi io.” Disse Lucifero comparendo alle spalle del mortale, facendolo sobbalzare.
Il re degli inferi alzò la mano destra davanti al portale e lo sigillò chiudendola all'improvviso.
Il mortale e Mihaela fecero un sonoro sospiro di sollievo, mentre Lucifero girava intorno ai due con fare sospettoso.
“Perché un uomo che puzza di paradiso sta trasportando mia figlia?” Chiese con una vena pulsante sul cranio.
Il mortale poggiò a terra Charlie e iniziò a sudare freddo sotto lo sguardo penetrante del re degli inferi, ma fortunatamente Mihaela si mise tra i due per calmare le acque.
“Calmati, è stato lui a far tornare in sé tua figlia.”
La vena sul cranio del Re sparì.
“Oh, quindi tu devi essere il famoso Frank Callahan, non mi aspettavo di incontrarti così presto.”
Lucifero fece un breve inchino per presentarsi.
“Chiedo scusa per la mia sgarbataggine, ma l'odore di paradiso mi irrita sempre. Io sono Lucifero, padre di Charlie e marito di Lilith, un piacere vederti di persona.”
“Il piacere è mio...” Replicò Frank ingoiando un grumo di saliva.
“Se sei qui in carne ed ossa, devo dedurre che tu abbia usato il macchinario per la reincarnazione, questo spiegherebbe la tua puzza di paradiso. Dimmi, quale benedizione hai scelto?”
“Mio nonno ha sovraccaricato il macchinario, quindi non ne ho idea.”
Lucifero rimase stupito: un'anima mortale normalmente non regge neanche una benedizione, ma l'umano che aveva di fronte sembrava stare fin troppo bene. Fu in quel momento che la sua natura maliziosa ebbe la meglio.
“Sai cosa comporta essere un'anima reincarnata?” Sibilò in modo sadico.
“Purtroppo il nonno non è riuscito a spiegarmelo.”
Lucifero ghignò.
“Per le anime reincarnate non esiste né paradiso né inferno, solo il nulla più assoluto.”
Il mortale incrociò le braccia, piegò la testa e sorrise al padre della sua amica.
“Allora mi basta non morire, no?”
Il re degli inferi e Mihaela rimasero spiazzati da quella risposta così ottimista e allo stesso tempo incredibilmente stupida.
“Lo sai che morirai di vecchiaia, vero?” Disse Mihaela.
“Lo spero, vivere per sempre sarebbe una noia.”
Lucifero iniziò a ridere di gusto.
“Vedo che l'ottimismo di mia figlia ha contagiato pure te. Sei un tipo interessante.”
Il mortale rizzò le orecchie quando sentì un mugugno provenire dalla bocca di Charlie.
“Si sta svegliando.”
“Quindi hai deciso di non uccidermi...” Sussurrò la principessa iniziando a piangere copiosamente.
“Sai che non l'avrei mai fatto.” Replicò il mortale.
La principessa digrignò i denti: se non fosse stata così debole, forse la tromba non l'avrebbe influenzata, se avesse ereditato anche solo una briciola della forza di suo padre, forse quei bambini sarebbero ancora vivi.
“La colpa è solo mia! Se solo fossi più forte, forse avrei potuto fermare tutto questo, se solo...”
Charlie si inginocchiò a terra e si mise le mani sul volto per nascondere le lacrime.
Il mortale sospirò, mise una mano sul capo della sua amica e le strofinò la capigliatura.
“Se quelle lacrime sono così dolorose per te, diventa più forte con me e aiutami a fermare questo casino.”
“L'hai detto anche prima. Che vuoi dire?” Chiese Charlie asciugandosi le lacrime.
“Mio nonno mi ha detto di cercare i quattro cuori se vogliamo che tutto torni alla normalità. Non ho idea di cosa voglia dire, ma è l'unico indizio che abbiamo.”
“Quindi c'è un modo per salvare Vaggie e gli altri?”
Il mortale annuì.
La luce della speranza illuminò gli occhi della principessa. Certo, non si sarebbe mai perdonata dopo quello che aveva fatto, ma non poteva lasciare la sua ragazza e suoi amici in quello stato. Li avrebbe salvati, come Frank aveva salvato lei.
“Va bene... ci sto.”
Lucifero si schiarì la gola per attirare l'attenzione del mortale e di sua figlia.
“Si da il caso che io sappia cosa sono questi quattro cuori.” Sibilò con un sorriso malizioso. “Ma di certo non permetterò a mia figlia di mettersi in pericolo affrontando entità che non sono alla sua portata.”
“Di che stai parlando, papà?”
“Parlo dei quattro cavalieri dell'apocalisse, coloro che porteranno l'umanità all'estinzione.”
“Guerra, Carestia, Pestilenza e Morte...” Sussurrò Mihaela.
“Vedo che qualcuno conosce già i nomi, molto bene.”
“Quindi, se voglio fermare l'apocalisse, devo impossessarmi dei cuori di questi quattro, giusto?”
La fragorosa risata del re degli inferi riempì le orecchie del mortale.
“Vedo che non ti manca il senso dell'umorismo, ma è impossibile per un umano sconfiggere uno dei quattro cavalieri. E poi, anche se ci riuscissi, solo una creatura con del sangue angelico potrebbe fare uso dei cuori e si dia il caso che io sia bloccato qui.”
“Una creatura con sangue angelico...”
Una sguardo determinato a salvare i suoi amici decorò il volto della principessa. Conosceva il passato di suo padre e di come era stato bandito dal paradiso, di conseguenza sapeva di possedere nelle sue vene il sangue angelico per utilizzare i cuori dei cavalieri.
“Voglio andare...”
Lucifero si mise una mano in fronte, visibilmente contrario all'idea della figlia.
“Ti rendi conto di cosa stai dicendo, Charlie? Potresti morire! E poi tua madre è ancora là fuori, non sei preoccupata per lei?”
“Lo sono, ma se ci impossessiamo di questi cuori, potremo far tornare tutto alla normalità, compresa la mamma.”
Lucifero si grattò il mento, pensieroso.
“Va bene, vi permetterò di andare, ma prima dovrete imparare a usare il vostro patto.”
“In che senso?” Chiese Frank.
“Le vostre anime sono legate ormai, ma il potere che ne deriva deve ancora essere sbloccato.”
“Pensavo che Charlie avesse usato quel potere contro il centimane.”
“Quella era solo la punta dell'iceberg, il patto tra un demone e un'anima pura è molto più complicato di quel che sembra.”
Charlie osservò il padre con uno sguardo turbato.
“Che vuoi dire, papà?”
“Signor Callahan, prendi la mano di mia figlia.”
L'umano afferrò la mano di Charlie senza esitazione, mentre quest'ultima era più confusa che mai.
“E ora?”
“Ora chiudi gli occhi e pensa ad uno strumento che potrebbe aiutarti contro i cavalieri.”
“Beh, mi farebbe comodo una pistola, se devo essere sincero.”
Fiamme infernali circondarono la principessa fino a coprirla come una coperta, mentre il mortale teneva stretta la sua mano, che prestò iniziò a cambiare figura, prendendo la forma di un calcio di pistola.
“Ora apri gli occhi.”
Quando il mortale aprì gli occhi, si ritrovò un revolver infernale tra le mani. La pistola era rossa come il cielo dell'inferno e aveva diversi pentagrammi incastonati nel calcio, ma dov'era finita Charlie?
“Ohi, Frank, perché sei più alto?” Chiese Charlie.
Il mortale e Mihaela impallidirono: la pistola aveva appena parlato e aveva la voce di Charlie.
“Ma che diavolo?!?!”
Frank fece cadere la pistola a terra, facendo imprecare la principessa, che non sembrava tanto sorpresa di essere diventata un'arma da fuoco, probabilmente perché non se ne era ancora accorta.
“Charlie, non capisco, perché ti sei trasformata in una pistola?”
“CHE COSA?!?!!” Gridò la principessa rimbalzando sul marciapiede in modo piuttosto buffo.
“E questa è solo una delle tante cose di cui sareste capaci insieme.” Aggiunse Lucifero col suo solito ghigno.
“Papà, non è divertente, come torno normale?!”
“Te lo dirò tra pochi minuti, ma prima... Frank, prendi mia figlia e puntala su quel grattacielo.”
Il mortale prese la pistola con una delicatezza che non sapeva di possedere e la puntò sul grattacielo indicato da Lucifero.
“Vacci piano, Frank, mi fai il solletico!” Si lamentò la futura regina.
“Ora spara.”
Il mortale premette il grilletto.
Quello che seguì poi lasciò tutti (eccetto Lucifero) di stucco.
Il proiettile, fatto di fiamme infernali, una volta entrato in contatto col grattacielo, lo vaporizzò in pochi istanti, lasciando solo residui di cenere.
“Bel trucchetto, non trovi? E finché mia figlia avrà energie, non dovrai preoccuparti delle munizioni.”
“Ok, ma come torno normale ora?!” Gridò Charlie.
“Ah già, scusa, tesoro. Basta che pensi a tornare normale e dovresti essere a posto.”
Charlie pensò intensamente al suo corpo originale e, dopo pochi secondi, sentì nuovamente di avere gambe, braccia e una testa sulle spalle.
“Wow, non credevo mi sarebbero mancate le gambe.”
Mihaela era senza parole: ne aveva viste di stranezze negli anni, ma mai una pistola parlante, tanto meno un tale potere distruttivo.
“Scusate, c'è un piccolo problema col vostro piano, come troverete questi quattro cavalieri?”
Lucifero rispose ai dubbi della demone radioattiva con una semplice risata.
“Purtroppo solo un angelo di alto grado può individuare i cavalieri, ma credo di avere un'opzione alternativa che potrebbe fare comodo a tutti voi.”
“Cosa hai in mente?” Fece Mihaela sospettosa.
Il re degli inferi prese dalla tasca uno strano liquido in una boccetta di vetro. Era di color oro e brillava di luce propria.
“Questa è la lacrima che versai quando venni bandito dal paradiso, la conservo ancora oggi per ricordarmi di non versare mai più lacrime per quei pezzi di merda.”
“Come può essere utile una lacrima?”
“Semplice, la lacrima di un angelo può permettere a un mortale di individuare chiunque, basta che il soggetto pensi intensamente al nome del bersaglio.”
“Ah... E non hai pensato di darla a me perché...?”
“Perché se un demone ingurgitasse questa lacrima, esploderebbe dopo pochi secondi.”
“Ah...”
Lucifero passò la boccetta al mortale.
“Potresti anche usarla per trovare mia moglie, ma se volete davvero salvare tutti, vi conviene trovare i cavalieri.”
“Proprio quello che ho intenzione di fare.”
Frank si accinse a bere la lacrima, ma Mihaela lo fermò bloccandogli il braccio.
“Frena un attimo, il nostro accordo dice solo che devo salvare Charlie e tua moglie, nessuno ha mai parlato di affrontare quattro cavalieri.”
“Beh, si da il caso che uccidendo questi cavalieri si possano salvare tutti, compresa mia moglie.”
“Non abbiamo parlato di questo, vorrei vivere!” Si lamentò la demone radioattiva.
“Oh, sono sicuro che te la caverai, dopotutto sarai profumatamente pagata dopo questo lavoro.”
Mihaela non seppe come ribattere se non con un ringhio seccato.
“Nemmeno l'apocalisse posso passarla in pace...”
“Davvero? Non hai degli amici a cui vorresti risparmiare di vagare per l'eternità sulla terra in cerca di carne umana?”
Mihaela pensò intensamente alle sue conoscenze, o per essere più precisi, alla sua scopamica, ovvero Melanie, che probabilmente in questo momento si stava nutrendo del cadavere di qualche ragazzino.
Improvvisamente iniziò a sentirsi dispiaciuta.
“Bah... facciamolo e basta.”
Charlie avvicinò pericolosamente il viso a quello della demone radioattiva e sorrise.
Tale padre, tale figlia, direi.
“Questo vuol dire che siamo amici, non è così?”
“No!”
Il tono con cui lo disse sembrava visibilmente disgustato, al che Charlie arretrò offesa.
“Oh, andiamo, solo perché mio padre ti paga non vuol dire che non possiamo essere amici.”
“Si chiama professionalità, non fraternizzo con i miei datori di lavoro o i loro familiari.”
Ripensando a Melanie, non poté fare a meno di considerare la sua affermazione un tantino ipocrita.
“Non sempre, almeno.” Sussurrò per correggersi.
La demone radioattiva fece un cenno a Frank, come a volergli dare il permesso di bere, al che il mortale la mandò a fanculo con un dito medio, per poi iniziare a bere la lacrima di Lucifero.
“Ah, che strano, è dolce...”
Charlie guardò il padre perplessa.
“Siamo sicuri che starà bene?
“Starà bene, ne sono certo.”
“Ora devo solo pensare ai nomi dei cavalieri e saprò dove sono, giusto?”
“Esatto.”
Il mortale decise di iniziare col cavaliere dal nome più interessante, vale a dire Guerra, ma quando capì dove si trovava, la cosa lo turbò profondamente e Charlie lo notò.
“Qualche problema, Frank?”
“Dobbiamo andare. ORA!”
Charlie e Mihaela si guardarono incerte sul da farsi.
“Cosa hai visto?” Chiesero all'unisono.
Frank strinse i denti.
“Si trova a casa mia.” 
   
 
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