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Autore: Shily    08/05/2023    1 recensioni
1977
È il 24 Dicembre. James, Sirius, Remus e Lily sono in fuga dal professor Lumacorno e dalla McGranitt.
Corrono nei corridoi dei sotterranei, aprono una porta e si ritrovano in una stanza completamente vuota.
Una sfida, un gioco e un boato.
Poi il buio.
--
2023
"Ma che è successo?" chiede Sirius, tentando di alzarsi con difficoltà dal pavimento.
Un grugnito alla sua sinistra gli indica che anche James sta riscontrando i suoi stessi problemi.
"Coraggio, andiamo," li esorta un dolorante Remus. "Sembra non esserci più nessuno fuori. Usciamo, andiamo a dormire e dimentichiamo questa storia."
I quattro ragazzi si avviano velocemente verso l'uscita.
"Ragazzi," James si guarda intorno, una volta uscito dalla stanza. "Non sembra anche a voi che ci sia qualcosa di diverso?"
Gli altri si stringono nelle spalle, e si dirigono a passo spedito verso la torre di Grifondoro.
Genere: Angst, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, I Malandrini, James Sirius Potter, Lily Evans, Lily Luna Potter | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Rose/Scorpius
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Nuova generazione
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"... e quindi, mamma, questo è il modo in cui sono finito ingiustamente immeritatamente in punizione" finisce di raccontare James Sirius, prima di lasciarsi andare contro lo schienale dell'automobile con un sospiro soddisfatto.

Sirius trattiene a stento una risata mentre al suo fianco Lily continua a guardarsi intorno con una chiara espressione di stupore: saranno almeno in dieci all'interno dell'abitacolo e di spazio ce n'é ancora sufficienza. Sette anni che vive nel mondo dei maghi e ogni giorno continua a scoprire sempre di più qualcosa capace di lasciarla senza parole come la prima volta.

"Sai che ti dico, Jim?" A parlare è lo zio del ragazzo. "A me hai convinto, hai il mio voto."

"George, stanne fuori!" Ginny Weasley si massaggia con stanchezza gli occhi e si prende qualche secondo prima di replicare. Seduto nei sedili posteriori, però, a Sirius non sfugge l'insolita piega divertita delle sue labbra. "Va bene, James. Questa era la giustificazione alla prima punizione del quadrimestre, quella che hai preso esattamente il primo di settembre. Che mi dici delle altre trentanove?"

"Zio Neville ti dice proprio tutto, eh?"

"Fidati, non abbiamo mai avuto una corrispondenza così attiva." Scuote la testa, sconfitta. "Non sai quanto vorremmo anche noi essere all'oscuro di quello che combini."

"Oh, non hai neanche idea" commenta Albus a mezza voce, non riuscendo a trattenersi dalla sua posizione: incastrato tra James e Lily. I suoi nonni. I genitori di suo padre.

Morti. Ma vivi.

Due leggende.

La signora Potter alza gli occhi al cielo e scuote la testa. "Con te terminiamo a casa, non credere che sia finita qua" minaccia con un dito puntato contro il figlio maggiore. "Adesso siamo arrivati, andiamo: papà ci aspetta, era davvero dispiaciuto di non poter venire alla stazione anche lui. Grazie Georgie, ci vediamo domani alla Tana."

Seguono alcuni minuti di saluti e in cui, inevitabilmente, i Malandrini finiscono per rimanere sullo sfondo, spaesati dal caos naturale e fisiologico che quella famiglia sembra portare sempre con sé.

Sirius apre la portiera e allunga finalmente le lunghe gambe, prima di paralizzarsi sul posto. I muscoli sembrano diventargli come gelatina mentre con una mano arpiona la spalla sempre vicino alla sua.

"Che succede?" James gli si rivolge con distrazione, ancora impensierito dalla confusione che i ragazzi hanno messo in atto per recuperare le proprie valigie.

"Io..." ingoia a vuoto, sentendo la gola improvvisamente secca. "Questo posto lo conosco."

"Cosa?" Ora gli rivolge tutta la sua attenzione, aggiustandosi gli occhiali sul naso. Abbassa la voce con discrezione: "Pad, non siamo mai stati nella Londra Babbana se non rarissime volte. Le strade qui sono tutte uguali."

"È casa mia. Questa che hai davanti è Grimmauld Place, la riconoscerei ovunque." James ora gli rivolge tutta la sua attenzione, scrutandolo con un misto ansia e preoccupazione. "Solo che è... non lo so, diversa. Cioè, noi non l'abbiamo mai resa visibile ma... sì, è lei. È inequivocabile."

"Perché diamine mio figlio dovrebbe vivere nella casa dei Black e non..."

"In qualsiasi altra parte al mondo che non sia l'inferno in Terra? Non lo so proprio."

Il Malandrino si scambia uno sguardo veloce con Remus, il quale ha avuto la discrezione di rimanere in disparte ma abbastanza a portata d'orecchio per capire il motivo del pallore improvviso dell'amico.

"Saranno due anni ormai che non ci metto piede qui dentro."

"Lo so" mormora James, cauto nelle risposte. Avere a che fare con i demoni della famiglia Black nel corso degli anni gli ha insegnato che essere diretto non è sempre la scelta migliore: a Sirius, infatti, bisogna girare intorno con calma, come si fa con un animale diffidente. In attesa che sia lui a volerti parlare. "A cosa stai pensando?"

"Beh... che per esserci tuo figlio qui, vuol dire che i Black sono tutti belli che crepati." Gli rivolge uno sguardo provo di allegria e mortalmente serio. "Potrebbe essere la prima buona notizia da quando siamo arrivati."

 

⚡️


 

Nella confusione di chi debba scendere dalla macchina e chi invece rimanere al suo interno si ritrovano tutti a cambiare postazione cinque volte di seguito prima di indovinare la giusta combinazione di persone. Così a James Sirius tocca prima scaricare i bagagli di Fred erroneamente, per poi incastrarli nuovamente all'interno del bagagliaio stracolmo e provare a sfilare quelli appartenenti a Lily Luna.

La situazione di certo non migliora quando Fred e James Sirius cominciano a discutere per chi dei due debba portare a casa propria la scorta di Merendine Marinare avanzate dall'ultimo acquisto. Posizioni, le loro, che vengono bloccato bloccate sul nascere da un netto è categorico rifiuto da parte della signora Potter nel portare con sé qualsiasi tipo di merce che arrivi dagli scaffali dei Tiri Vispi Weasley.

Quando anche quell'incidente di percorso sembra essere risolto, dunque, e i Malandrini pensano ormai di essere pronti a conoscere il famigerato Harry Potter una volta per tutte, ecco che il tutto precipita in un vortice di urla, schiamazzi e spintoni non ben identificati.

Ancora fermi davanti al viale di casa, infatti, Albus si lascia scappare per sbaglio la civetta dalla gabbia, la quale comincia a volare imperterrita e rumorosa intorno a tutti loro. James Sirius approfitta della situazione per sottolineare la sottile distanza che divide i Serpeverde dai Troll mentre Lily Luna coglie la palla al balzo per chiedere come stia il "dolcissimo e tenero fratello di Hagrid, dovremmo proprio andarlo a trovare!"

"Hagrid ha un fratello?" chiede Sirius a mezza voce, non ricevendo però nessuna risposta concreta dagli amici, ancora troppo attoniti davanti alla scena che si palesa davanti a loro.

Perché tutto torni alla normalità ci vogliono altri dieci minuti in cui George Weasley scende dalla vettura per dar loro una mano a recuperare la civetta e approfitta, nel mentre, per iniziare una discussione con la sorella in merito al rispetto che nessuno in quella casa sembra nutrire nei confronti della sua attività. Liquidato con poche battute da una ormai esausta signora Potter, si rimettere in macchina ma è costretto a tornare indietro ben due volte.

La prima per ridare la civetta ad Albus, che nella fretta ha nuovamente infilato in macchina, e la seconda per prelevare sua figlia Roxanne dal marciapiede.

È solo quando vedono dunque la macchina svoltare definitivamente e per la terza volta infondo al viale che tutti loro riescono a tirare un sospiro di sollievo e rivolgersi verso casa.

"Allora mamma," chiede Lily Luna, in un insolito momento di silenzio, "ti siamo mancati?"



 

⚡️


 

"Vorrei dirvi che non siamo sempre così, ma sarebbe una bugia." Ginny Weasley abbozza un sorriso imbarazzato verso di loro e si appresta a entrare in casa. "Ma vi assicuro che dopo un po' ci si fa l'abitudine." Dopodiché, apre la porta davanti a sè. "SIAMO A CASA! HARRY!"

Ci sono! Ancora qualche minuto e tutto acquisterà un senso. O forse, in un certo senso, lo perderà: perché, realizza James con un piede ancora fuori dalla porta e il solo desiderio di fuggire via, ha solo diciassette anni ed è padre. O lo sarà, o lo è stato.

Qualsiasi sia il tempo più adeguato - e su questo il Grifondoro ha fermamente smesso di interrogarsi per preservare la propria sanità mentale -, ciò che è certo è che sta per trovarsi davanti il sangue del sangue.

Rivolge un'occhiata attenta verso Sirius, a cui non ha mai davvero tolto lo sguardo di dosso da quando sono scesi dalla macchina incantata: ma l'amico è troppo occupato a guardarsi intorno con stupore e un'aria di pura meraviglia. Qualsiasi cosa abbia davanti, è sicuro che sia quanto di più lontano possibile dalla casa in cui è cresciuto e sono nati i suoi incubi più radicati.

James, ancora un passo più indietro rispetto agli altri, sente il cuore martellargli direttamente da dentro alla gabbia toracica: non pensava che, un giorno, avrebbe mai incontrato un qualcosa di così indissolubilmente suo e allo stesso tempo eternamente sconosciuto.

Perché la verità, per quanto crudele e dolorosa, è che il tempo che ha potuto - o che potrà - passare con suo figlio è come un veloce e banale battito di ciglia. Un minuto c'era e quello dopo non c'era più, spazzato via da qualsiasi tipo di ricordo di quel bambino fin troppo piccolo.

E mentre sente i passi farsi sempre più veloci e vicini nel corridoio, non può fare a meno di pensare a quanto tutto quello sia innaturalmente ingiusto. È solo la mano di Remus, silenzioso ma presente come sempre, che gli da la forza di non voltarsi e scappare via.

Cerca con lo sguardo quello di Lily, ma la ragazza a discapito di tutti i suoi tentennamenti e dei dubbi che l'hanno assalita persino mentre il signor Weasley combatteva contro la civetta, è già entrata in casa: avida di conoscenza, pronta a soddisfare una curiosità e un bisogno fisiologico e primordiale.

Quello di vedere per la prima volta suo figlio.

Suo. Suo. Suo.

"Andiamo!" mormora allora James a mezza voce, prima di essere intercettato da un'euforica Lily Luna.

Sentendo i passi avvicinarsi, infatti, la piccola di casa Potter si volta verso di lui, gli indirizza un tenero occhiolino e incrocia vistosamente indice e medio davanti al viso. "Andrà tutto bene, papà è uno forte. Vedrai!"

Ma niente, nulla al mondo è sufficiente a preparare lui o il resto dei Malandrini a quello che di lì a qualche secondo si trovano davanti. Harry Potter scende l'ultimo gradino delle scale con un sorriso radioso in volto e il tempo per loro sembra semplicemente fermarsi: cristallizzato nell'eternità di un attimo.

Sirius, fermo e fedele al fianco del fratello di una vita, non riesce a impedirsi un sussulto a quella vista. Harry Potter è inequivocabilmente, incredibilmente e fedelmente figlio del suo amico. Non che fino a questo momento abbia avuto il benché minimo dubbio, ma se anche lo avesse avuto quel singolo incontro basterebbe a cancellarne qualsiasi traccia.

Dai capelli stravolti per aria, al naso perfettamente dritto fino alla figura slanciata: Harry Potter è la copia sputata e perfettamente invecchiata nel tempo di James. Fatta eccezione, chiaramente, per gli occhi: quelli infatti sono tutti di Lily.

La stessa Lily che osserva l'uomo davanti a sé con stupore, curiosità e uno slancio che neanche lei sapeva di avere. Una strana energia che le afferro lo stomaco e glielo riduce in poltiglia, sotto l'impatto di quello che sta avvenendo proprio lì, davanti ai suoi occhi.

"È... è identico a te" mormora a un fil di voce Remus, con una mano ben ancorata al muro per reggersi e cercare un sostegno solido. James si limita ad annuire con lentezza, gli occhiali storto sul naso e gli occhi fissi, immobili su quella nuova figura.

Lily Luna lascia cadere il baule e si lancia in avanti, correndo a rifugiarsi nelle braccia già aperte del padre.

"Oh, che abbraccio forte!" esclama con una risata. "Come sta la mia piccolina?"

Lily Luna ridacchia, mormora qualcosa a mezza voce e si sposta leggermente all'interno dell'abbraccio, così da fare spazio anche alla figura del fratello Albus.

"È un capello grigio questo?" È la domanda del Serpeverde non appena si allontana quel poco per riuscire a osservare il padre. "Stai invecchiando."

"Non sono gli anni, Al, ma il numero di lettere che ricevo da scuola per le vostre punizioni" scherza Harry e allunga una mano a scombinare i capelli del figlio. "E a proposito di punizioni, so che qualcuno sta cercando di battere il record degli zii."

"Presente!" James Sirius si fa largo tra i Malandrini, fino a quel momento rimasto in disparte nell'osservare la loro reazione davanti a quell'incontro. Nel passargli accanto, stringe velocemente la mano di Lily in segno di supporto e allunga il braccio per arrivare al padre. "Ho sentito dire che dopo un certo numero di punizioni zio George ti prende a lavorare senza farti un colloquio."

"Pensa un po'! Sarà la stessa notizia secondo cui assume solo studenti sprovvisti di diploma?"

James Sirius scoppia a ridere e si tuffa tra le braccia del padre. "Ciao pa'! Lo sai che c'erano un sacco di fotografi della Gazzetta in stazione?"

"Ma non mi dire, aspettavano qualcuno di importante?"

"Un tale molto famoso, pare abbia salvato il Mondo Magico ben due volte."

"Due volte?" sillaba Sirius prima verso James e poi verso Remus. "Due?!"

"Ah, sì" Harry annuisce pensieroso ben lontano dal captare quelli che sono i loro pensieri, "ne ho sentito parlare. Un tipo un po' sopravvalutato se vuoi sapere cosa ne penso." Dopodiché, sempre con Lily stretta al suo fianco, si volta verso di loro. Inconsapevole di trovarsi davanti quelle che sono state le persone più importanti della sua vita, pronte a sacrificarsi per lui per permettergli di essere ciò che è oggi, Harry si apre in un sorriso gentile. "Voi siete gli amici dell'America, giusto?"

"S...sí, signore!" Risponde Remus, ancora troppo attonito per riuscire a fare qualcosa che non sia limitarsi a fissare in silenzio il figlio dei suoi due migliori amici.

"Allora?" La signora Weasley si affaccia dalla cucina con un sorriso. "Pensate di rimanere nell'ingresso per tutte le vacanze? Qua noi abbiamo così tanto cibo che potremmo sfamare un'intera nazionale di Quidditch."

"È una mia impressione o è più dispotica del solito?" chiede Albus, lasciando il proprio baule all'ingresso e seguendo gli altri.



 

⚡️


 

"Te l'eri immaginato così?"

Lily, appoggiata con le spalle alla porta del bagno, si volta pigramente alla sua destra. Incrocia l'aspetto così poco Potter di James e scuote la testa.

"Non so in realtà cosa mi aspettassi, ma qualsiasi cosa fosse non si avvicinava neanche lontanamente alla realtà."

Il Malandrino annuisce: in lui c'è la stessa lentezza di movimento che non ha abbandonato neanche lei da quando Harry - suo figlio suo figlio suo figlio - si è presentato a loro e li ha invitati tutti ad andare a cambiarsi e darsi una rinfrescata prima di pranzare tutti insieme.

"È tanto che non facciamo un pranzo tutti insieme" ha poi dichiarato con un ultimo bacio verso Lily Luna e un sorriso affettuoso all'indirizzo della moglie.

"Ti assomiglia" si ritrova allora a dire Lily. "Cioè, no, non ti somiglia: è letteralmente identico a te, in tutto e per tutto."

"Se non fosse che ha circa venticinque anni più di me" scherza James, non riuscendo però a celare una nota amara nelle sue parole. "Pensi che abbiamo fatto la cosa giusta? A venire, intendo, e a conoscerlo."

La ragazza si stringe nelle spalle. "C'è forse qualcosa di giusto in tutto questo?"

Dopodiché il suo sguardo si concentra sul muro di fronte e sull'insieme disordinato ma allo stesso tempo armonioso di foto che lo riempiono. Foto dei tre Potter in tutte le fasce d'età, altre in cui cominciano ad apparire e scomparire delle familiari teste rosse.

Come spinta da una forza esterna, Lily si stacca dalla porta e si avvicina a quel muro dei ricordi: a quell'unico segno tangibile è inequivocabile di ciò che è stato. Sorride alla vista di un piccolo Harry in compagnia di un ragazzo e una ragazza, tutti e tre vestiti di rosso e oro. E si ritrova a ricercare segni di sé nei sorrisi di suo figlio. In quelli distratti e immortalati, in quelli poco spontanei a causa dell'obiettivo della fotocamera e in quelli ancora più persi nei volti dei propri amici.

"Guarda" James indica una foto poco più in alto rispetto alle altre, "qui doveva avere la nostra età."

"Merlino! Siete due gocce d'acqua, fa quasi paura. Se non sapessi la verità..." Ma la sua voce si spezza, piegata in due alla vista di due foto poste esattamente al centro di tutte le altre, come a porre le basi di quello che è stato il passato, il presente e il futuro di Harry Potter.

"Accidenti..." mormora James seguendo i suoi stessi movimenti e trovandosi davanti uno scatto di sé stesso in compagnia di Remus e Sirius. "Me la ricordo questa, l'abbiamo scattata alla fine del sesto anno. Guarda, Sirius si era appena rasato a zero tutti i capelli, Remus l'ha preso in giro per settimane e Peter..."

"Jam..."

"No!" Scuote la testa con forza. "Scusami, mi è scappato. Non avrei dovuto, è che... lui è parte dei miei pensieri in un modo così spontaneo. Non sai quanto mi detesto per questo."

"Sarebbe strano il contrario" replica Lily. "Non si può smettere di volere bene a una persona così, come se bastasse ricevere un comando."

Le sopracciglia del Grifondoro scattano verso l'alto, proprio mentre i suoi occhi si soffermano sulla foto di due ragazzi intenti a ridere e a ballare tra le foglie d'autunno: lei con i suoi capelli rossi e gli occhi verdi così belli da incantare i passanti e lui con i capelli stravolti e l'aria di chi ancora non se ne capacità.

"E questo vale solo per me?"


 

⚡️



 

Quando finalmente Lily Luna si dichiara pronta per il pranzo, e anche gli altri hanno finito di cambiarsi, i due Grifondoro hanno ormai smesso di parlare da tempo.

A separarli, come sempre, il peso di parole non dette e di un futuro fin troppo ingombrante.

"Allora" Harry si siede a tavola, dando un colpo di bacchetta verso i piatti, "James ha detto che siete arrivati qualche mese fa dall'America. Come vi trovate a Hogwarts?"

"Beh..." Remus si scambia un veloce sguardo con gli amici, "è come sentirsi a casa... signore."

"Hogwarts fa sempre questo effetto" dichiara con affetto la signora Potter. "Quasi vent'anni e potrei giurare che a volte mi sembra di non averla mai lasciata."

"C'è ancora quel quadro..." Harry sbuffa una risata. "Dai, te lo ricordi! Il cavaliere mezzo matto, quello con cui al terzo anno sostituirono la Signora Grassa."

"Sir Cadogan?" chiede Albus con voce stranamente tremolante, incontrando invece lo sguardo soddisfatto del padre. "Non mi dire che è colpa tua, allora, se ogni volta che gli passò davanti insiste perché io lo affronti a duello."

"Sempre meglio di Mirtilla Malcontenta" esclama allora James Sirius, funereo mentre la madre scoppia in una sonora risata. "Si può sapere perché quel dannato fantasma non fa altro che chiedere di te?"

Sotto gli occhi curiosi di tutti i presenti, e quelli ormai sull'orlo delle lacrime di Ginny, alla veneranda età di quasi quarant'anni il Salvatore del Mondo Magico non riesce a impedirsi di arrossire.

"Oh, papà..." Lily Luna si esprime in una smorfia ben evidente. "Tutto ma non Mirtilla Malcontenta."

"Scusa, James." Albus si volta lentamente verso il fratello. "Ma tu cosa ci facevi nel bagno di Mirtilla?"


 

⚡️


 

Quando Lily si chiude la porta alle spalle, finalmente libera di infilarsi nel letto e soprattutto di dare le spalle a quella lunga giornata che è appena trascorsa, e non può fare a meno di esalare un lungo e profondo sospiro.

"A vederti sembrerebbe che tu sia appena andata in guerra" scherza la piccola Lily Luna, seduta a gambe incrociate sul letto e con il suo pigiama rosa. "E invece hai solo conosciuto un figlio che non sa chi sei e che viene dal futuro."

A quelle parole la più grande non riesce a trattenere una smorfia e si lascia cadere sul materasso accanto a quello occupato. "Non è andata tanto male, infondo. No?"

"Direi di no, sono passate quasi ventiquattro e nessuno ci ha scoperto, il Nonno non è svenuto e non abbiamo ricevuto nessuna lettera da Hogwarts... o peggio, nessuna strillettera. Direi che è andata più che bene rispetto a quelle che erano le nostre aspettative."

"Non chiamarlo così." Si allontana alcune ciocche di capelli dal viso e sbuffa. "Ho troppi pochi anni per pensare a me o a lui come dei nonni."

"Ma è quello che siete" replica Lily Luna con semplicità e si stringe nelle spalle. "Non capisco perché siate sempre così tragici, se devo essere sincera. Cioè, sì, okay: morirete incredibilmente giovani, la vostra famiglia verrà distrutta a causa del fanatismo di un pazzo e state scoprendo tutto questo nel giro di poche settimane a causa di un viaggio nel tempo" si affretta ad aggiungere davanti all'espressione dell'altra, con lo stesso tono di chi elenca i compiti assegnati per le vacanze. "Ma se escludi tutto questo, io penso che ci sia del bello."

Lily sgrana gli occhi, scettica e contrariata da quell'uso di parole. "Del bello?" Scuote la testa e ridacchia. "Ascolta, lo so che tu sei cresciuta sentendo chissà quali storie fantasiose su di noi e probabilmente tuo padre avrà evitato di dirti anche il brutto ma..."

Ma non c'è niente di bello a morire a ventun'anni, con una vita davanti e un figlio che non vedrai mai crescere, avrebbe voluto aggiungere prima di essere invece interrotta da un'imprecazione particolarmente colorita dell'improvvisata compagnia di stanza.

"No, ascolta tu! Io non so tu che idea ti sia fatta di me o di noi, ma quello che so per certo è che io mi ero sicuramente fatta un'idea sbagliata su di te. Nostro padre è sempre stato molto onesto con noi, non ci ha mai nascosto nulla e soprattutto non ha mai neanche pensato di abbellire le sue storie solo per diventare l'eroe del momento." Lily Luna corruga le sopracciglia e per un momento perde tutta l'innocenza che tutti loro hanno sempre ricercato nei suoi occhi. "Se pensi che James, Al o io siamo divertiti da tutta questa situazione, allora ti sbagli alla grande. La nostra famiglia ha subito delle perdite durante la guerra, a causa della guerra e ti assicuro che non è un argomento che prendiamo alla leggera."

"Lily, devi avermi fraintesa..."

"Io dico proprio di no! Sono più di vent'anni che la guerra è finita ma ti assicuro che in ognuno di noi, nelle vite dei nostri genitori, è ancora come essere lì: lo vedo nei loro occhi, quando pensano di non essere osservati e invece mi sembra di poter leggere ogni minuto di quegli anni nel loro sguardo. E quello che vedo mi fa paura." Prende un profondo sospiro, prima di abbassare il tono di voce. "Lo so che tu pensi che io sia solo una ragazzina nata nel momento giusto, incredibilmente fortunata. E che, per questo motivo, ti aspetti da me che sia solo tanto spensierata. Lo vedo come dai per scontato che nessuno di noi possa capirti o avere una sola, lontana idea di come ti senti.

"Ma lasciati dire una cosa: sicuramente sono molto più fortunata di te, e se lo sono lo devo ai miei genitori, ai miei zii e senz'altro a voi, ma non pensare che per noi sia facile. Non pensare che per me sia semplice averti qua accanto a me e non poterlo dire a mio padre, sapere di non poter fare nulla per cambiare le cose. E per togliermi il senso di colpa che ormai non mi lascia neanche respirare. Quindi sì, potresti anche smetterla di comportarti in questo modo, come se tutto fosse contro di te e fossi sola contro il mondo. Perché se proprio vogliamo dircela tutta, nonna, hai ancora quattro anni davanti e così li stai solo sprecando: e non è questa la Lily Evans che ho sempre sognato di poter conoscere."

La giovane Potter ha il respiro affannato, gli occhi lucidi e il petto che si alza e abbassa freneticamente alla fine del suo discorso. Punta lo sguardo sulle coperte, cominciando a giocare con un filo sfilacciato, mentre in sottofondo si sente solo il rumore del vento che picchia contro le finestre.

"Io..." la Evans ingoia a vuoto mentre, dopo quasi due mesi di prigionia, si sente libera di tornare a respirare e provare emozioni: le stesse che, per tanto tempo, si è imposta di non essere libera di provare. "Mi dispiace tanto di non essere la persona che pensavi e... vorrei tanto diventarlo. E mi dispiace anche di essere stata una stronza, questo non lo dice mai nessuno ma in realtà avere a che fare con James è di gran lunga più facile. E... sono tanto, immensamente fiera di poter dire che abbiamo lo stesso nome."

Lily Luna annuisce e tira su col naso. "Lo so che fa tutto schifo e che spesso la vita fa semplicemente schifo, ma mi piace pensare che in tutto questo caos ci sia del bello. Che tu e... che tu e James vi siete trovati, che due persone così come voi non sempre hanno la fortuna di trovarsi, e di avere al loro fianco delle persone leali e sincere. Io a volte mi sento tanto sola e tu non ti rendi conto che invece hai tanto nonostante tutto. Sono sicura che sei già quella persona, è già dentro di te: basta guardare gli occhi di James quando ti guardano: io non so se qualcuno mi guarderà mai in questo modo."

La più grande abbassa lo sguardo, timorosa di conoscere la risposta alla sua domanda: "In che modo mi guarda James?"

"Come se il sole sorgesse e tramontasse con te".



 

⚡️

Eccoci quaaaaa!
Volevo aggiornare ieri, lo giuro: ma Wattpad mi ha boicottata e alla fine non volevo aggiornate verso le dieci di sera, quando sono tornata ad avere un po' di autonomia.
Devo ammettere che adesso inizia la mia parte preferita ma anche quella che più mi spaventa; perché già so cosa deve succedere, in un certo senso ho cominciato a immaginare la storia da qua per poi andare a ritroso.
Solo che è anche la parte più spinosa quindi: panico pausa terrore

 

   
 
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