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Autore: GladiaDelmarre    13/05/2023    3 recensioni
Joel ed Ellie stanno compiendo un viaggio difficile, dove rischiano la vita quotidianamente, ma allo stesso tempo possono anche succedere cose sorprendentemente belle. Ogni capitolo rappresenta uno di questi momenti.
Se questa storia vi piace, fatemelo sapere!
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Queste piccole OS partono da un'iniziativa con la mia amica Martina, con 10 prompt+1 a Maggio e altri 6 a Giugno.
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Cenni di underage - linguaggio volgare - age gap - violenza tipica del canon
Genere: Avventura, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Ellie, Joel
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Not all those who wander are lost'
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Joel era ancora convalescente, dopo quello che era successo alla Eastern Colorado University. Era riuscito a salvarla da Silver Lake, ma lo sforzo gli era costato caro. La maggior parte delle volte era ancora Ellie a dover andare a caccia, mentre lui aspettava e riposava.

 

La primavera aveva iniziato a farsi sentire, e qualche bucaneve spuntava dalle coltri bianche che coprivano il terreno. 

 

Ellie camminava da sola e in silenzio. Il chiacchiericcio incessante che un tempo invadeva la sua mente ora era stato sostituito da pensieri più cupi, che lei si ostinava a ricacciare in basso concentrandosi soltanto sui suoni del bosco. Il canto di un uccello, il rumore di rami spezzati dal peso della neve, ma soprattutto il leggero scricchiolio sotto agli scarponcini. A volte contava i suoi passi uno ad uno, fino a dimenticare il numero a cui era arrivata per poi ricominciare di nuovo. 

 

Fino a quel momento aveva evitato il margine nord della cittadina, perché era da lì che erano passati nel ritorno da Silver Lake. Non ricordava molto di quel viaggio e avrebbe preferito evitare di farlo, ma era l’unica zona che non aveva ancora battuto.

 

Un parco di piccole dimensioni era occupato da un vecchio cimitero, abbandonato da molti anni. C’era una lieve nebbia, e le lapidi erano sgretolate e quasi del tutto illeggibili. Sembrava un posto infestato, ma Ellie sapeva che non era dei morti che doveva preoccuparsi. Almeno non di quelli sotto terra.

 

Appesi ad un albero isolato c’erano due uomini e una donna impiccati. Potevano essere lì da un anno, forse.

 

“E voi perché siete qui?” chiese Ellie.

“Eravamo cacciatori. Banditi, ci avresti chiamato. Eppure eravamo umani, come te” disse la donna.

“Ti avremmo ucciso per quel bel coniglio che porti legato allo zaino”.

“Lo avremmo mangiato”.

 

“Ed invece siete morti. Chi vi ha impiccato?”. Ellie si era appoggiata ad una delle tombe, guardando i cadaveri che oscillavano lentamente dai rami appesantiti.

 

“Eravamo a caccia” disse uno degli uomini.

“Proprio come te”.

“Ma siamo diventati noi delle prede”.

Il secondo uomo, che era stato in silenzio fino a quel momento, parlò.

“Infetti. Siamo sopravvissuti molti anni, qui fuori. Da prima che tu nascessi. Ma non si può fuggire per sempre. Ci hanno circondato. Ne abbiamo uccisi molti, ma non abbastanza”.

“Altri di noi sono stati mangiati. Noi siamo stati solo morsi”.

“Ma non volevamo trasformarci”.

“Io non avevo il coraggio di farlo” disse il primo uomo. Sembrava più piccolo dell’altro. Forse più giovane.

“Così io l’ho aiutato” aveva incalzato il primo. “Gli ho legato le mani e l’ho tirato su. Lei piangeva”. Le sue orbite vuote, intaccate dal becco dei corvi, sembravano risucchiare la luce di quel pallido mattino di Marzo.

“Io lo amavo!” aveva gridato lei. Il suono del suo urlo si era mischiato a quello del vento. I capelli lunghi e aggrovigliati sventolavano in sottili bande scure. Se solo avesse saputo cosa fosse, Ellie avrebbe pensato ad una banshee.

“Lo sapevo, ma non era più importante. Ho impiccato anche te. Ho lasciato solo abbastanza corda per me: poi è finito tutto”.

“Altri infetti sono venuti. Ci hanno mangiato le gambe. Ma noi eravamo già morti”.

“Prenderanno anche te”. Il ragazzo aveva riso.

 

“Io non posso essere infettata. Sono immune. Sono l’unica speranza dell’umanità” aveva detto Ellie.

“Non c’è speranza per l’umanità, ragazzina”.

“Il fungo mangerà via tutti noi. Morirai anche tu”.

 

Ellie respirò a fondo, buttando fuori l’aria dai polmoni attraverso la bocca. 

 

“Resta con noi”.

“Se cerchi bene, magari troverai della corda anche tu”.

 

Ellie teneva gli occhi chiusi. Non voleva più guardare.

 

“Resta qui, ragazzina”.

“Sei più morta che viva comunque. Resta con noi” aveva detto la donna, suadente.

 

Si voltò, ignorando le loro richieste.

 

“Torna qui, ragazzina”.

 

Ellie corse via, con il cuore che le pulsava nelle tempie.

 

Quando arrivò al rifugio dove Joel la stava aspettando, lo trovò che stava spaccando della legna. Nonostante il dolore al fianco che ancora doveva essere forte, era riuscito a fare un bel mucchio. 

 

“Hey piccoletta, hai corso?” le aveva detto, stirando un sorriso.

“No, ho solo freddo” mentì.

“Entriamo dentro. Il coniglio sarà un’ottima zuppa, vieni”.

 

Joel la strinse forte sul fianco buono, ed Ellie si rese conto di sentirsi intera solo in quel modo.





Note:
1) Per un contesto più ampio, potreste leggere la mia "Sotto una coltre di Neve".
2) Grazie Martina <3
   
 
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