» Prompt:
Neve (Night)
» Rating: arancione
La cenere e la neve
"Io senta la neve ancora
io senta il suo cadere placido
dal mio mondo sparuto.
Le mie piccole cose qui,
la mezza matita che non mi
abbandona.
I miei volti nelle fiamme
tanti
che hanno lo stesso colore.
E gli anni passano così
nel cuore della notte di
neve."
– Rocco Scotellaro,
"Desiderio" (1947) –
Sui
picchi di Sekoto, quella
notte, la cenere che gli cadde intorno, la cenere che si
lasciò dietro –
cenere, i pezzi consumati del suo corpo –; la cenere, sui
picchi di Sekoto,
quella notte, fu come la neve.
Ed
alla neve aveva ripensato,
con tutto il rancore dei suoi tredici anni, della sua
delusione, e tra le
lacrime incagliate tra le ciglia – riarse, cristalli di sale
che gli bruciavano
gli occhi, più dure e più scottanti delle fiamme che lo
cremavano vivo –; al
fatto che anche lui, in fondo, non era stato altro che un
fiocco di neve cui
s'è appiccato il fuoco; e che, più tardi, suo padre non
avrebbe ritrovato neppure
la cenere e la neve, nel turbinio ustionante di quell'inferno
che aveva
scatenato, che lui stesso era diventato – se alla fine, dopo
la fine, si fosse
degnato di venire a raccattare un pugno di polvere e di
niente.
Allora,
Tōya, nel cuore di
cobalto dell'incendio, aveva riso forte, singhiozzando.
E
aveva sentito il gelo di
sua madre nelle ossa.
Il
gelo dei suoi nervi che esplodevano
in un brivido, fiori sulfurei di polvere da sparo, spilli di
freddo nei palmi
delle mani, nelle dita, nel petto ed in gola, mozzati col
respiro graffiante di
fumo, tagliente più del vetro, quasi brina.
Il
gelo della cenere che gli
baciava le guance, piano piano, anche lei un avanzo, glaciale
quanto lui su quella
pira funebre.
Lieve.
Condannata.
Come
neve.