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Autore: GoldenRing    19/05/2023    0 recensioni
“Quello che è successo, detective, ha completamente cambiato la mia vita. Può il suo ottuso cervello arrivare alla conclusione che ovvio, ovvio che voglio sporgere denuncia? Ha la minima idea di come mi senta in questo momento? Non ho certezze, mi sento disorientato, perso. L’unica consolazione che mi resta è pensare che questo è un incubo dal quale mi sveglierò presto" [...]
"Cosa vuole detective? Sapere della mia vita?"
"Questo è un inizio dal quale poter avere una conversazione, Midoriya".
"Bene, glielo dirò. Poi uscirò da quella porta e non ci rivedremo più, intesi?"
[...]
Izuku non smise di fissare la fotografia per tutta la durata della funzione religiosa. Erano sempre stati loro due. Voleva fosse così ancora una volta. Ancora per sempre.
[...]
Izuku è messo davanti ad una scelta difficile, quando la società, gli eroi lo deludono ancora una volta.
[Quirkless!Izuku][Death of a minor character]
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Izuku Midoriya, Naomasa Tsukauchi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bakugou Katsuki sapeva di avere dei difetti. 
 
Non aveva bisogno che gli altri lo aiutassero a capire, non era stupido.
 
Alcuni degli eroi presenti al funerale si erano recati già nella sala accanto. Nedzu-san, Aizawa-sensei, Yamada e Shinsou rimasero alcuni minuti in più.
 
"Bakugou?"
 
Il ragazzo si era appena seduto su una delle sedie dell’ultima fila, davanti all'altare, di fronte alla porta da dove erano entrati Midoriya e la signora anziana, Higashino-san, ricordò.

Si chiese chi fosse e che relazione avesse con Deku. Guardò poi Hisashi Midoriya allontanarsi dalla sala con un certo disgusto, tutto il corpo dell’uomo ribolliva, piccoli tremori erano evidenti su tutto il suo corpo.
 
"Dobbiamo andare, ragazzo" disse Aizawa.
 
"No" Katsuki ribadì la sua volontà, incrociando le braccia al petto. "Aspetto qua".
 
Aizawa sospirò, infilandosi le mani in tasca. Nedzu varcò la soglia della porta, sorpassando i due per allontanarsi definitivamente. Prima però si voltò indietro, brevemente, il tempo di studiare e valutare la situazione.
 
Yamada e Shinsou, invece, si guardarono condividendo uno sguardo di allerta.
 
"Bakugou…" Aizawa si avvicinò posando una mano sulla sua spalla "dovremmo andare, dico davvero".
 
“Rimango qua, sensei” Bakugou guardò negli occhi il suo insegnante cercando nel modo più pratico possibile di fargli capire le sue intenzioni. Katsuki aveva bisogno di parlargli, di dirgli qualcosa, qualsiasi cosa.
 
Aveva bisogno che Izuku lo guardasse anche solo per un istante, che lo notasse, che lo vedesse, anche per il semplice fatto di riavere di nuovo quegli occhi verdi addosso. 
 
Aizawa sembrò capirlo e acconsentì con un cenno di testa. Aspettarono insieme, solo loro due, Bakugou seduto con le braccia incrociate ed un'espressione stranamente neutrale, Aizawa con una spalla appoggiata allo stipite della porta. 
La situazione rimase tranquilla per alcuni minuti, fino a quando non si sentirono delle urla e dei passi frenetici. Il monaco corse verso la porta da cui erano entrati Deku e l’anziana donna. 
 
Ci fu uno schianto e il rumore di alcuni oggetti di metallo che cadevano a terra. Il padre di Deku si avvicinò all’uscio della porte per poi essere fermato da una porta che sbatteva. Aizawa e Bakugou tornarono a sedersi più preoccupati di prima. Non seppero niente fino a quando Higashino-san non uscì per parlare con il padre di Deku. 
 
“È sotto shock” disse quasi in un sussurro all’uomo. “Ora si è calmato, ma è stato uno sfogo… intenso”.
 
“Io… io dovrei entrare” rispose frenetico l’uomo, cercando di superare l’anziana donna “sono suo padre”.
 
“Non penso sia una buona idea” lo fermò Higashino trattenendo il suo braccio in una stretta ferrea, “penso che vederti ora lo sconvolgerebbe ancora di più”. 
 
L’uomo si fermò valutando giuste le parole della donna che riprese a parlare. “Andrò io, ero venuta solo per avvisarti” 
 
“E poi davvero?” domandò l’anziana con un sopracciglio alzato. “Hai avuto tutto questo tempo per poterlo dire ad Izuku e lo fai solo ora?”. 
 
“Cosa avrei dovuto fare? Lisa voleva vederlo e poi ritornerebbe con noi in America”.

Bakugou si irrigidì alzandosi velocemente alla menzione del futuro trasferimento di Izuku.
 
“Sei uno stupido a credere che lascerò che Izuku venga in America con te” Higashino-san sbattè la porta per ritornare dal suo ragazzo. 
 
++++
Tsukauchi si accorse troppo tardi di essere in ritardo per il funerale della signora Midoriya. Erano le 11:24 quando vide l'orologio e il luogo distava almeno trenta minuti dal distretto di polizia considerando il traffico mattutino.

Quando arrivò lì la porta per entrare nella sala era circondata da giornalisti e fotoreporter mentre alcuni eroi cercavano di allontanarli.
 
Riconobbe Best Jeanist con il quale condivise un cenno. L’eroe lo fece passare mentre tratteneva i giornalisti. 
 
Entrando si accorse che quasi tutti si erano recati in una stanza, bevevano in relativo silenzio tè caldo e mangiando alcuni pasticcini. Si diresse verso la sala opposta, dove notò un uomo che parlava insieme ad un’anziana donna e in fondo Eraserhead con uno dei suoi studenti: Bakugou Katsuki. 
 
Ascoltando la conversazione capì che l’uomo era il padre del ragazzo, Hisashi Midoriya e che tra lui e la donna, che ora ricordava come Higashino Mayumi, non scorreva buon sangue. 
 
Si mise in disparte, aspettando Izuku non sicuro di cosa avrebbe potuto dire. 
 
++++
Deku era seduto vicino all’altare di zia Inko.

Aveva lo sguardo perso da troppo tempo ma pian piano il colore ritornava sul suo volto pallido. Stava lì seduto da buoni dieci minuti, lasciato lì dall’anziana donna, con la raccomandazione di riprendersi mentre lei finiva ciò che c’era da fare. 
 
Bakugou si strinse nel suo blazer nero, si pasticciò le mani e poi si avvicinò ad Izuku. Percorse il corridoio centrale che divideva le due file di sedie e si diresse verso l’altare di fiori di zia Inko sotto gli occhi vigili di Aizawa-sensei. 
 
“Izuku” disse dopo aver guardato brevemente la fotografia della donna. 
 
Il ragazzo non lo riconobbe inizialmente, non alzò neanche lo sguardo da terra. “Izuku” ripetè il biondo. Izuku finalmente lo guardò.
 
“Io… mhh…” 
 
“Kacchan” gracchiò l’altro stringendosi in una piccola coperta che gli era stata data prima.
 
Bakugou lo guardò cercando di poter dire qualcosa. Mormorò delle mezze frasi senza senso. 
 
“Kacchan va via, non ho né la forza né la voglia di ascoltare quello che hai da dire”. 
 
“Non me ne vado” ribadì il biondo, puntando i piedi a terra.
 
“Kacchan vattene”
 
“NO!” sussurrò con rabbia “Dimmi qualcosa, prenditela con me, urlami contro, cazzo. Non capisco perché non lo fai. Non fai mai nulla.”
 
“Cosa vuoi da me, Kacchan?”
 
“ Dammi un pugno, fammi male, prendimi a parole. Dì qualcosa, qualsiasi cosa”.
 
“Cosa vuoi che ti dica?”
 
“Hai avuto da ridire su tutto e tutti, perché non su di noi? Su di me? Te la sei presa anche con quel topo del preside”
 
Izuku sbuffò “Ci rinuncio Katsuki” 
 
Bakugou si sorprese ma rimase in silenzio. “rinuncio alla mia famiglia, al mio sogno e a te".
 
“Perchè davvero non capisco, non capisco perchè non hai mai preso in considerazione l’idea che non tutto giri intorno a te. Mia madre è morta perché non hai mai preso in considerazione l’idea che potessero esistere altre persone al di fuori di te stesso e del tuo fantastico quirk”.
 
“Posso contare sulle dita d'una mano le volte in cui hai incontrato mia madre, è vero, ma tutti sapevano chi fosse e cosa facesse perché eravamo oggetto di discussione metà delle volte nel vicinato, Katsuki”. 
 
“Mia madre era una donna gentile e amorevole che ha fatto di tutto per proteggermi dalle vostre cattiverie e che ha lavorato fino allo sfinimento per potermi assicurare un futuro” .
 
“E io non capisco, davvero, perché tu abbia la testa così nascosta e sepolta nel tuo culo da non vedere ad un palmo dal tuo naso.” sussurrò con forza. 
 
“E sei forte Katsuki, hai tutte le carte in regola per essere un eroe in una società come questa: hai un quirk potentissimo. Ma poi? Cosa hai in più?”Izuku lo guardò con occhi lucidi.
 
“Perché avevo bisogno di un eroe ma non ho visto nessuno" sussurrò abbassando lo sguardo sulle sue lucide scarpe.
 
“Non so se rimarrò ancora in Giappone, non so se ti rivedrò più e ,davvero, davvero, spero di no quindi voglio darti un consiglio: apri gli occhi Katsuki, sii consapevole che il mondo non gira intorno a te. Le persone non rischiano la propria vita per poter essere salvate da te, i cattivi non fanno cose cattive affinché tu possa combatterle”.
 
“Sono consapevole di non essere il centro dell’universo, De-Izuku”
 
“Davvero? Perché hai voluto parlare ora, Katsuki?” chiese il ragazzo alzandosi e avvicinandosi all'amico d'infanzia.
 
“L'unico motivo razionale è per scusarti, ma non ho sentito niente uscire dalla tua bocca se non mezze frasi e borbottii" Izuku respiró cercando di rilassare i muscoli rigidi delle spalle.
 
"Il problema è che ho fatto di te il mio fulcro per troppo tempo, Katsuki. Ti ho ammirato per così tanto tempo da conoscere come ragioni. Non sei qui per scusarti, sei qui perché vuoi che ritorni ad ammirarti e a ricordarti che puoi essere un eroe migliore di me".
 
“Ma anche se volessi non potrei, Kacchan perché non vedo più nulla di speciale in te.” il tono di voce era estremamente freddo e distaccato. “Non vedo più nulla di eroico”.
 
“Quindi ora va' via, non lo ripeterò ancora una volta”.
 
Katsuki si girò completamente sconvolto e ritornò indietro, ripercorrendo il corridoio. Folgorato dalle parole di Izuku, non si accorse che due forti braccia lo schiacciavano al suo petto in un gesto familiare. Katsuki era ritornato bambino, cullato da suo padre. Masarau lo strinse forte, caldo, rassicurandolo con parole dolci mentre sua madre osservava con occhi lucidi dallo stipite della porta. 
 
Katsuki non si girò ma sapeva che Deku lo stesse osservando. Sentì i suoi occhi per l’ultima volta, riconoscendo la sensazione. Si avviò, poi, verso la porta un po’ nudo, provando vergogna perché in fondo, quello che aveva detto Izuku, era vero.
 
Izuku osservò Bakugou allontanarsi da lui per poi essere chiamato da Higashino-san. La donna gli stava offrendo l’urna con le ossa di sua madre. Izuku si alzò e la prese con entrambe le mani. Si avviò verso il centro della stanza, per poi notare suo padre.

Accanto a lui una donna, poco più che ventenne con un vestito nero che non riusciva a nascondere il pancione ed un bambino. Non poteva avere più di tre anni, con i capelli ricci e le lentiggini, troppo simile ad Izuku da nausearlo.

Suo padre era così ossessionato da avere più figli da essersi dimenticato di averne già uno.
 
Izuku strinse a sé l’urna della madre, tenendola forte. Vide con la coda dell’occhio il detective Tsukauchi seduto su una delle sedie delle ultime file. Gli andò incontro. 
 
“Detective Tsukauchi” disse con un tono che non lasciava intendere nessuna emozione. “Ho capito cosa voglio fare”
 
“Midoriya-kun” 
 
“Sporgerò denuncia” affermò risoluto, con nessuna intenzione di trattare ciò che aveva detto. “Non voglio che però il mio caso diventi materiale da poter essere usato dagli antieroi”. 
“Ne sei sicuro? Sarà difficile una cosa del genere”.
 
“Ho riflettuto, so cosa dirò ai giornali. Mia madre si fidava degli eroi e mi ha trasmesso l’amore per la giustizia ma mi ripeteva sempre che gli eroi sono umani. Gli eroi sbagliano e si fanno male indipendentemente dalla grandezza della loro forza".
 
"Mi fiderò ancora una volta però, perché ne capisco l'importanza in una società quirked, ma pretendo che siano puniti".
 
"Non so da dove sia uscita la notizia che mia madre potesse avere un quirk esplosivo se dai registri non risulta e non so cosa gli eroi stessero pensando mettendo alle strette quegli uomini quando uno di loro aveva un coltello puntato alla gola di mia madre".
 
"Ma so solo che voglio giustizia, detective. Voglio che capiscano la gravità delle loro azioni e del valore della vita".
 
+++
 
Sono trascorsi anni dalla morte di sua madre ma Izuku non si è mai ripreso totalmente. Fu di grande aiuto Higashino-san. Gli fece scoprire altri lati della vita e altre bellezze che la morte di Inko aveva portato via. Izuku iniziò a studiare medicina per diventare dottore, forse un pediatra.
 
Non andò in America, ma trascorse qualche festività insieme a suo padre e ai suoi fratellastri. 
Era stato difficile considerarli tali, per molto tempo non li vide diversamente dalla ragione per cui suo padre era andato via. Sono trascorsi anni e Izuku è consapevole che non avrà mai un rapporto stretto con loro.
 
Ma per fortuna c'era il piccolo Eiji, un piccolo fagottino di gioia e sorrisi. Era il nipote di Higashino-san, nato alcuni mesi dopo la morte di Inko. 
 
Izuku vide in lui il suo fratellino tanto desiderato ed era ingiusto, lo sapeva, ma i suoi sentimenti erano chiari. Si era legato a lui come non aveva mai fatto prima con nessuno. È stato emozionante assistere ai suoi primi passi e alle sue prime parole (che per suo disappunto non furono Nii-chan ma unchi (popò) e Izuku rise per giorni interi non vedendo l'ora di poterlo mettere in imbarazzo quando crescerà).
 
Quella mattina lo avrebbe accompagnato a scuola, in un asilo vicino al suo nuovo appartamento. 
 
"Se esci a giocare all'aperto, copriti bene mi raccomando che fa freddo" Izuku si inginocchiò e aggiustò la sciarpa del fratellino. 
 
"E se qualcuno ti fa il prepotente devi dirmelo subito" Izuku gli aggiustò i capelli biondi. "Divertiti, fai tante amicizie e io ti passo a prendere fra un paio d'ore" disse con un tono di voce dolcissimo notando gli occhi lucidi di Eiji.
 
"Eiji guardami, andrà tutto bene. Non c'è bisogno di essere così nervosi" Eiji annuì tirando su col naso.
 
"Nicchan ti ha mai mentito?" gli chiese asciugandogli le lacrime sulle guance.
 
"Ni-chan non mente mai" urlò il bambino attirando l'attenzione di alcuni genitori.
 
"Esatto" rise Izuku "Quindi non preoccuparti, sarò qui ad aspettarti. Ogni giorno, alle 15 in punto, mi vedrai vicino quell'albero laggiù, okay?"
 
"Okay" il bambino si avvicinò per un abbraccio. "Ti voglio bene ni-chan".
 
"Ti voglio bene anch'io, fagiolino". 
 
I due aspettarono che una delle maestre si avvicinasse. Per tutto quel tempo Izuku non lasció la piccola manina del fratello mentre si guardava intorno. 
 
Un uomo lo stava osservando con occhi curiosi. I capelli neri erano raccolti in uno chignon disordinato. Accanto a lui una bambina di circa dieci anni dai capelli bianchi e setosi. 
 
Eiji, accortosi dell'uomo, gli tirò la mano. "Ni-chan chi è quell'uomo?"
 
"È un eroe, Eiji"
 
"Ohh, combatte i cattivi?"
 
"E salva le persone" 
 
"Ohh, ciao eroe" sorrise Eiji salutandolo con la mano.
 
Eraserhead guardò Izuku per alcuni istanti con un'espressione stupita poi ricambió il saluto con un gesto veloce della mano. 
Una giovane donna si avvicinò ad Eiji ed Izuku.
 
"Fuyumi-san" disse Izuku con un cenno di testa.
 
"Midoriya-san" rispose l'insegnante "Come sta oggi il piccolo Eiji?" chiese scompigliando i capelli biondi del bambino.
 
"È un po' nervoso, preoccupato direi"
 
"Non sono nervoso" il bambino gonfiò le guance, incrociando le braccia al petto.
 
Izuku si abbassò verso il bambino sorridendo "Ah, no?"
"No, sarò coraggioso e andrò a scuola come tutti i bambini" Eiji scosse la testa.
 
"Oh, va bene Eiji si può essere coraggiosi e nervosi allo stesso tempo" gli spiegò il fratello "Ed è okay avere paura ma non ti accorgerai del tempo che passa e staremo di nuovo insieme"
"Prometti?" Eiji alzò il mignolo così vicino alla faccia del fratello da colpirgli il naso.
 
Izuku rise e prese il mignolo con il suo, stringendolo forte "Prometto".
 
"Ora vai" gli bació la testa, alzandosi in piedi. 
 
"Va bene, ciao ciao nii-chan".
 
"Ciao Eiji" Gli adulti si scambiarono un cenno di testa e l'insegnante e il bambino si incamminarono verso la scuola.
Izuku sentiva due occhi scuri su di sé. Si girò notando che Eraserhead era rimasto solo.
 
 
"Eiji ha paura che rimarrà a scuola per sempre e che non ci rivedrà più".
 
"È una paura irrazionale ma molto comune nei bambini" Eraserhead si appoggiò sul muretto accanto all'albero e si infilò le mani nelle tasche. 
 
Guardarono i bambini entrare a scuola, Eiji si girò un' ultima volta per salutarlo. Izuku sorrise ricambiando il saluto.
 
Tutti i bambini erano entrati a scuola e i genitori iniziavano ad andare via. Un leggero ma freddo venticello fece rabbrividire i due uomini. 
 
"So cosa ha fatto Nedzu-san" Izuku ruppe il silenzio, non guardando mai negli occhi l'eroe. 
 
L'uomo se era sorpreso dall'ammissione non lo diede a vedere. Annuì guardando il ragazzo.
 
"Sarei dovuto partire per l'America, in fondo c'è mio padre lì" Izuku si strinse nel suo cappotto. "Per quanto Higashino-san sia una donna forte e testarda non avrebbe potuto fare molto con gli assistenti sociali".
 
"Nedzu voleva solo aiutare" l'uomo abbassò lo sguardo sulle sue scarpe.
 
"L'ho apprezzato, Eraserhead".
 
"È Aizawa" rispose "Io, mh, non sono più un eroe".
 
Izuku lo guardò, Aizawa alzò lo sguardo e i due si fissarono per alcuni istanti.
 
"Non era quello il senso di avere la licenza sospesa per alcuni mesi, Eraserhead" lo derise Izuku con un sospiro, distogliendo lo sguardo di nuovo.
 
"Ma ho sbagliato" rispose l'altro "come posso anche cont-".
 
"Si hai sbagliato, Eraserhead" interruppe Izuku ferocemente per poi calmarsi e prendere un respiro profondo.
 
L'ex eroe lo guardava con un'espressione addolorata e colpevole sul volto.
 
"Ma essere consapevole dei propri sbagli, Aizawa, è il primo passo per non commetterli più", continuò dolcemente "Non smettere di cercare di salvare le persone, Eraserhead".
 
I due non parlarono più, poi Izuku si allontanò senza salutare sperando che i suoi passi fossero un saluto più che sufficiente. 




Nota autore.
 
Ciao a tutti, 
 
Siamo arrivati alla fine di questa storia, ci sono stati alti e bassi ma sono felice di averla completata. Spero vi siate goduti il viaggio anche se piuttosto lungo. Ci sono alcune cose che volevo aggiungere, tipo alcune curiosità. Grazie per aver letto, GoldenRing!
 
  • Izuku ha pagato il funerale vendendo la sua collezione di action figures. Si, esatto proprio quella di All Might del periodo d'oro.
  • Dopo il litigio con Inko, il padre di Izuku è tornato altre quattro volte in Giappone, per poi non ritornare mai più. 
  • Gli eroi e i poliziotti coinvolti nell'arresto dei cattivi al centro commerciale, sono stati sospesi per alcuni mesi. Aizawa non si è mai ripreso dalla morte di Inko e ha trovato difficoltà nel proseguire la sua carriera da eroe. Forse questo dialogo con Izuku cambierà le cose. 
  • Izuku e Katsuki si rincontreranno in futuro, Izuku lo osserverà nei suoi vestiti da eroe, Katsuki lo vedrà nel suo camice da dottore. Izuku gli sorriderà, inclinando di lato la testa. Katsuki non si sentí mai così libero come in quel momento.
   
 
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