Crossover
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Autore: fenris    21/05/2023    1 recensioni
[Moon Infinity][Kamen Rider] Dalla penna di Xephil e Fenris, tutta per voi la nuova grande cronaca di un incredibile viaggio e della battaglia che ne seguì: Il Male universale ha generato un nuovo figlio, un essere formidabile e spietato tramite il quale minaccia di far sprofondare il mondo nelle tenebre. Due gruppi di guerrieri (uno famosissimo, l'altro un pò meno) si uniscono per fronteggiare questa nuova terribile minaccia. Le due squadre, divise, dovranno però imparare prima a fidarsi l'una dell'altra e combattere insieme per poter vincere. Ma il loro avversario è il vero pericolo? Oppure l'oscurità nasconde molti più segreti di quanti se ne possa immaginare? Venite a scoprirlo, KAMEN RIDER ABOMINATION!
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Film, Libri, Telefilm
Note: Cross-over, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12
 
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( Sei delle Warrior Planet in veste civile. Da destra a sinistra: Reiko, Itsuki, Nanà,Inori, Shizu ed Erika)

Il Neko Aibu era un piccolo drive in sulla strada per Osaka, che combinava una piccola moda giapponese con un'opera benefica, prendendo gatti randagi dai dintorni per rimetterli in sesto e permettere ai clienti di giocarci per tutto il tempo che volessero. La proprietaria era una signora di mezz'età aiutata dalle due figlie, alle quali piaceva vedere le interazioni delle varie persone che visitavano il locale tra loro o coi bei mici che lo popolavano. Coppiette, colleghi di lavoro, frotte di bambini in gita e tante altre categorie.
 
I tre visitatori di quel giorno però vincevano il premio per la stranezza. Erano infatti una ragazza mora dall'aspetto occidentale e due ragazzi di cui uno vestito come un detective degli anni Trenta e l'altro con uno strano miscuglio di vestiti multicolore, che era messo a discutere animatamente coi felini mentre i suoi due compagni sembravano litigare su qualsiasi cosa. Fu un miracolo che furono in grado di fare colazione e andarsene senza rompere niente.
 
“Ah, molto meglio del caffè che fai tu”, commentò Elena uscendo dal drive in con quella che era stata la sua terza tazza di caffè quella mattina. Philip si concesse una piccola risata, d'altronde gli ultimi giorni, tra gli allenamenti a ogni sosta e la discutibile abilità culinaria del partner, non erano stati esattamente facili per l'italiana, senza contare ovviamente gli occasionali attacchi di preoccupazione per le compagne di squadra.
 
Shotaro, non poco offeso, fu sul punto di risponderle male quando notò qualcosa sulla testa del RevolGarry: un'enorme quantità di biglietti, che si rese presto conto essere multe una volta avvicinatosi abbastanza.
 
“Ma chi si è permesso?!”, si lamentò irritato il detective prendendo i vari foglietti, che tra le tante infrazioni segnalavano anche un veicolo non omologato, un parcheggio abusivo e un altro paio di contravvenzioni che, ne era certo, fossero state inventate sul momento.
 
“Mi scusi, vuole conciliare?”, disse una voce dietro Shotaro, il quale si voltò infuriato salvo restare interdetto. Ad aver parlato, infatti, era stato Tomari, intento a bere una delle sue bibite e fissarlo con fare sornione.
Per un singolo istante i due Kamen Rider restarono immobili l'uno davanti all'altro, sotto lo sguardo un po’ inquieto dei compagni di Shotaro e di un gatto rimasto immobile sopra una delle pompe di benzina, conscio del pericolo imminente.
 
“TOMARI!”, ruggì infine il detective gettandosi addosso al collega Kamen Rider con l’intento apparente di strozzarlo, mentre Elena cedeva alle risate che aveva cercato di trattenere. Subito dopo, da dietro Tridoron parcheggiato poco lontano, uscirono Nanà, Ejii e Marisa, anche loro intenti a ridere a crepapelle.
 
“ELENA!”, urlarono Nanà e Marisa subito dopo essersi calmate e la loro compagna, senza troppi preamboli, si buttò tra le loro braccia stringendole più forte che poteva.
 
“Che gioia rivedervi, ragazze! Siamo i primi ad arrivare a parte voi?”
 
“Non proprio”, fece una nuova voce e, in quel momento, da dietro il drive in, spuntarono anche le figure di Inori ed Emu, entrambi con due sorrisi talmente ampi che sembravano circondare la loro intera testa. Elena non resistette e abbracciò forte anche la più giovane delle Warrior, mentre Emu andava a salutare Shotaro e Philip insieme a Tomari.
 
“Sono davvero felice di rivedervi, ragazzi”, esclamò il pediatra stringendo la mano al detective e al suo compagno.
 
“Piacere nostro, Emu. Almeno tu non ci accogli con dei dispetti”, fece Shotaro rivolgendo un’altra occhiataccia verso Tomari, il quale si limitò a fare spallucce con un piccolo ghigno.
 
“Perdonami, ma è la verità. Ti pare il posto dove parcheggiare quella specie di tank che ti porti dietro? È un parcheggio per auto, non autoblindati di dubbio gusto.”
 
Shotaro era sul punto di sputargli addosso ciò che pensava dei suoi gusti in fatto di veicoli, ma venne interrotto quando tre nuove, singolari moto arrivarono quasi in contemporanea e da esse scesero due figure per ciascuna, tutte ben conosciute dai Rider e dalle Warrior già arrivati.
 
“UCHUU KITAAA! Kisaragi Gentaro e Martina Florence sono qui!”, urlò a squarciagola l’appena sopraggiunto Gentaro con le mani alzate al cielo, imitato alle spalle da Martina, la quale non poté non gioire quando vide le compagne.
 
“Bello vedere che quello non cambia mai”, commentò Haruto mentre lui e Reiko scendevano dalla sua moto. Quest’ultima era rimasta un po’ spaesata dall’entusiasmo dello strano professore, ma la felicità del rivedere le sue amiche le fece ignorare in fretta la prima sensazione.
 
“RAGAZZE MIE!” L’esuberanza di Gentaro venne però surclassata da quella di Silvia, la quale scese letteralmente di slancio dalla moto di Takeru per correre dalle altre Warrior, abbracciando prima Reiko, che era la più vicina, e subito dopo Marisa, Elena, Nanà, Inori e Martina. La custode delle dimensioni si era raramente sentita felice come in quel momento e dai suoi occhi presero a colare lacrime salate, come anche da quelli delle ragazze strette a lei.
 
Takeru, Haruto e Gentaro le guardarono commossi, dopodiché si voltarono per salutarsi tra loro e con gli altri Rider, anch’essi corsi per accoglierli. “È bello rivedervi, amici miei”, disse per primo il giovane monaco. “Dobbiamo smetterla di trovarci solo per le emergenze, però. Suona parecchio sfortunato.”
 
“A me lo dici?”, commentò Gentaro. “Non posso festeggiare in pace il diploma della mia ultima classe che subito qualche montato mette in pericolo il mondo! Ma vi pare possibile?”
 
“Diploma? Congratulazioni, Gentaro-san!”, si complimentò Emu facendogli un inchino, subito imitato dagli altri Rider. Il pediatra si voltò poi verso Haruto con uno sguardo ora critico. “Invece dimmi di te, Haruto-san. Hai ridotto il consumo di zuccheri dall’ultima volta?” L’altro tentennò a rispondere e questo bastò come risposta ad Emu, che sospirò. “Come temevo. Eppure ti avevamo detto che avevi un principio iperglicemico! Vuoi che lo venga a scoprire Kagami-san e vedertela con lui? Io non ti aiuto con lui stavolta, eh!”
 
“Ma se lui mangia anche più dolci di me! E molto più zuccherati, a dirla tutta!”, protestò lo stregone. “Le mie sono solo con un filo di zucchero a velo, niente di più!”
 
“Ma lui è medico!”
 
“E questo cosa c’entra? I medici ora non possono ammalarsi?”
 
“Allora perché tu hai una mezza iperglicemia e lui no? E ti assicuro che non ce l’ha: lavoro quasi tutti i giorni con lui!” Al che Haruto non seppe rispondere stavolta. “Ecco, appunto!”
 
Un gruppetto di risate attirò l’attenzione dei Rider, che vennero presto affiancati dalle Warrior. “Vedo che vi state riacchiappando anche voi”, commentò ironica Elena, suscitando un’altra risatina da Marisa, Nanà e Inori.
 
“Basta ridere, ragazze”, le rimproverò bonariamente Silvia, seppur con un mezzo sorriso. “Mancano ancora Shizu, Itsuki ed Erika. Le avete sentite, per caso?”
 
Prima ancora che qualcuno potesse rispondere, altri due rombi si fecero sentire e, nel parcheggio del drive, giunsero due nuove moto, una dall’aspetto simile a un insieme di ingranaggi e tubi e l’altra invece con delle forme vagamente floreali, da cui scesero quattro nuovi individui, tutti sorridenti.
 
“Non ci siamo persi la festa, vero?”, chiese Sento con un sorrisetto sornione, mentre dietro di lui Erika si toglieva il casco e correva euforica dalle sue compagne.
La stessa reazione la ebbe Shizu, scesa dalla seconda moto insieme a Kouta. La leader delle Warrior intercettò Erika a metà strada e l’abbracciò forte prima di essere travolta dalle altre ragazze, finendo in una vera e propria mega stretta di affetto e amore. Kouta ebbe invece una reazione più contenuta, ma si diresse a sua volta dagli altri Rider insieme a Sento, salutando tutti con un ampio sorriso.
 
“Che piacere rivedervi, ragazzi! Ero sicuro che un giorno ci saremmo riuniti tutti quanti, ma non credevo che sarebbe stato grazie all’incontro con delle combattenti da un’altra dimensione!”
 
“A me lo dici? Sinceramente non potevo sperare di meglio! Avete idea di quante cose da scoprire ci sono dietro queste nuove conoscenze?!”, esclamò invece Sento, arruffandosi i capelli con una mano e suscitando un grugnito divertito da parte degli altri Rider.
 
“Bello vedere che nessuno di voi è cambiato di una virgola”, disse Eiji in tono soddisfatto. “Spero che abbiate tanto da raccontarmi perché sono proprio curioso di sentire quante avventure avete vissuto dall’ultima volta che ci siamo visti!”
 
“Certo, ma solo se anche tu racconti le tue”, replicò Shotaro con un sorriso divertito. “Beh, ci siamo tutti e nove finalmente! Possiamo anche-”
 
“No, aspettate. Non ci siamo ancora tutti”, li interruppe improvvisamente Shizu, finalmente separatasi dalle amiche. “Almeno non noi: manca ancora Itsuki!”
 
Ciò rese perplessi i Rider. “Com’è possibile? Dalla comunicazione avevamo capito che tutte voi avevate incontrato uno di noi Kamen Rider”, fece Gentaro, confuso. “Ma noi siamo già tutti qui!”
 
Quelle parole sorpresero e spaventarono al tempo stesso le Warrior, le quali non poterono non chiedersi che fine avesse fatto la loro compagna. “Perché non provate a contattarla?”, chiese Silvia. “L’avevamo sentita durante la comunicazione di Martina, perciò sappiamo che è insieme a qualcuno che ha qualcosa di simile alle vostre cinture, visto che è riuscita a riceverla. Magari ci risponderà se provate a metterle in comunicazione.”
 
“Si può provare”, annuì Sento, subito imitato dagli altri.
Tuttavia, prima che uno di loro potesse toccare il proprio Driver, la loro attenzione venne catturata dal rumore di un nuovo motore particolarmente forte, quasi selvaggio. Pochi secondi dopo, una moto dalla curiosa forma ricordante un rettile entrò nel parcheggio e, da essa, scese di corsa una figura che le Warrior riconobbero prima ancora che questa potesse togliersi il casco.
 
“ITSUKI!” Il grido collettivo venne accompagnato dal misto di fruscii e tonfi causati dall’ennesimo abbraccio di gruppo in cui le ragazze coinvolsero la loro ultima compagna. “Meno male stai bene! Mancavi solo tu e iniziavamo a preoccuparci!”
 
“Scusatemi, ragazze, ma è stato un viaggio davvero lungo e non solo per la strada”, rispose la guerriera di Giove crogiolandosi nella stretta e nel calore delle amiche. Normalmente sarebbe stata più restia a dimostrazioni d’affetto tanto entusiaste e rumorose in pubblico, ma la gioia di aver ritrovato le sue persone più care era troppo grande per badarci davvero.
 
Al contrario delle Warrior, i Rider guardavano con un misto di curiosità e confusione l’altra persona scesa dalla moto, un giovane uomo dai corti capelli castani, il volto pallido e gli abiti logori e rattoppati, che non avevano mai visto prima. Anche il nuovo arrivato li guardava incerto, chiaramente incapace di dire qualcosa.
Alla fine, fu Kouta il primo a parlargli, avvertendo coi suoi sensi divini che il giovane non emanava alcuna malizia o intento malvagio, ma solo un connubio di emozioni incredibilmente intenso: “Ciao, ben arrivato! Scusaci, ma è la prima volta che ti vediamo. Sei anche tu un Kamen Rider allora?”
 
“Ecco… Sì. Diciamo di sì”, rispose il giovane cercando di sorridere malgrado il leggero disagio provato. “Sono Mizusawa Haruka. Piacere di conoscervi.”
 
“Dato che non ti abbiamo mai visto, devi essere uno nuovo”, osservò Tomari, subito appoggiato da Sento. “Sei tu quello che ha collaborato con la loro compagna contro un demone?”
 
“Sì, è così. L’ho incontrata per caso e aiutata a eliminarlo. In seguito, abbiamo ricevuto la chiamata dalle sue compagne e siamo venuti qui.”
 
“Non preoccupatevi, è a posto”, intervenne Itsuki, dopo essersi separata dalle amiche. “Sono stati Angelica e il vostro amico Decade in persona a renderlo un Kamen Rider in onore dei suoi sforzi e del suo coraggio, perciò non discriminatelo!” Haruka arrossì imbarazzato a quelle parole, ma esse servirono ad alleviare qualunque dubbio rimanesse tra i Rider.
 
“Se c’entra Tsukasa-san, direi che possiamo fidarci”, osservò sorridente Eiji per poi accogliere e presentarsi calorosamente al giovane Amazon, subito imitato dagli altri Rider.
 
Il gruppo si sedette dunque a uno dei tavoli poco fuori il ristorante, raggiunti anche da alcuni gatti che si misero tra le braccia delle Warrior, mentre tutti discutevano le loro avventure e chi non aveva ancora fatto colazione si ristorava.
 
“Ma come ha fatto Astaroth ad aver trovato il sangue di Serenitatis?”, non poté non chiedere Shizu, non avendo ricevuto risposta neanche da Kouta. Poco distante Haruto cercò di mantenere la sua miglior faccia da poker, avendo promesso di non dire nulla di quanto scoperto da Piton, per quanto il nascondere le cose ai suoi compagni gli lasciasse l’amaro in bocca.
 
“Bella domanda. Dalla caduta dell'Eden è completamente sparita, neanch'io so come trovarla”, aggiunse Silvia bevendo un frappè alla fragola.
 
“Il che farebbe... Domando scusa per la domanda imbarazzante, ma quindi questo farebbe di Diablo il nipote di Shizu?”, commentò Shotaro con cautela.
 
“Se vuoi vederla in quel modo, sì”, confermò l’interpellata con un leggero brivido. Non era affatto un bel pensiero. “Spero solo non si metta a chiamarmi Obasan. E soprattutto che l'allenamento degli ultimi giorni serva.”
 
“Di sicuro”, la rassicurò Inori. “Emu-san mi ha insegnato un sacco di mosse utili, non vedo l'ora di mostrarvele!”
 
“Idem per me e Sento. E mi ha anche insegnato un sacco di formule utilissime per i miei prossimi esperimenti. Appena saremo di nuovo su Xana vi farò vedere”, aggiunse Erika battendo le mani con un che da scienziata pazza che inquietò un po' alcuni, ma fece ricordare qualcosa al suddetto compagno scienziato.
 
“A proposito, ragazzi, c'è una cosa di cui dovrei parlarvi. Risale a poco prima che unissi i nostri mondi col potere del Pandora Box”, disse Sento con tono estremamente preoccupato.
 
“Che è successo?”, domandò Gentaro, il quale sentì subito la tensione nel tono dell'altro Rider mentre spiegava. Sperò non fosse nulla di grave, già la scomparsa di metà degli Heisei Rider era stato un colpo per tutti, chi più chi meno, visto che ognuno di loro aveva ricevuto o dato aiuto a Kiva, Den-O, Kabuto e tutti gli altri eroi che avevano preceduto Tsukasa.
 
“Ho avuto...una sorta di visione una notte. Sognavo di lavorare al pannello bianco del Pandora Box, l'oggetto con cui ho unito i nostri mondi, e all'improvviso mi sono ritrovato in un campo di battaglia. Lì tutti gli Heisei Rider combattevano un esercito di mostri. Poi, senza preavviso, scendendo da un mecha volante, è apparso un nuovo Kamen Rider che ha usato una forma basata sui miei poteri per sconfiggerli tutti con un unico attacco. Diceva di chiamarsi Zi-O e di essere il Re Demone che possiede i poteri di tutti i Kamen Rider.”
 
“Il cosa…?”, domandò Takeru, confuso dalla rivelazione dell'amico.
 
“Pensate...che possa avere qualcosa a che fare con Diablo?”, chiese Kouta, sebbene neanche lui avesse mai sentito di una simile entità. “Dopotutto lui è un demone coi poteri di noi Rider e il tipo nella tua visione ha detto di essere qualcosa di simile. Potrebbe essere che quel sogno fosse una sorta di premonizione?”
 
“Boh, effettivamente il tempo per l’avvento di una nuova squadra di Kamen Rider è ormai maturo. Personalmente mi sono stupito parecchio quando a settembre dell'anno scorso non ho visto o sentito niente di strano. Poi sei arrivato tu, Sento-san, con quel disastro dimensionale e mi è quasi venuto un colpo”, disse Eiji, ripensando con un po' di tristezza alla sua breve riunione con Ankh avvenuta in quell’occasione.
 
“Non è che per caso sei tu, Haruka-san?”, chiese Emu al giovane Amazon, che però negò con la testa.
 
“No, mi spiace. Io sono stato nominato Kamen Rider Omega e i miei poteri non hanno nulla a che fare col tempo”, rispose il castano, anche se tra sé e sé dovette ammettere che gli sarebbe piaciuto avere accesso a un robot pilotabile.
 
“Allora per quanto ne sappiamo deve ancora ricevere il suo Driver e la sua nuova identità. Chissà, forse lo incontreremo proprio a Osaka”, rifletté Tomari, ripensando al suo primo incontro con Takeru.
 
“Considerando la somiglianza dei loro poteri, potrebbe essere questo nuovo Rider colui che è destinato a sconfiggere Diablo?”, domandò meditabondo Shotaro, per poi fare un cenno a Philip. Questi cominciò subito a cercare informazioni attraverso il suo collegamento con la Biblioteca Planetaria, ma dopo pochi secondi riaprì gli occhi scuotendo la testa.
 
“Non ho niente su questo Zi-O, mi spiace”, disse il giovane aiuto detective con uno sbuffo, dopo aver testato qualsiasi parola chiave gli venisse in mente.
 
“Io avevo sentito qualcosa su un certo Re del tempo in passato, un guerriero con ben pochi eguali nel Multiverso”, intervenne Silvia. “Ma persino i miei...superiori sono sempre stati molto taciturni a riguardo.”
 
Reiko guardò sorpresa la madre. Non le capitava molto spesso di parlare del suo lavoro come guardiana del tempo e delle dimensioni.
 
“Insomma, niente miracoli. Non importa, ce li creeremo noi facendo come al solito modo: tanta forza di volontà e Rider Kick a non finire!”, disse determinato Gentaro alzandosi e flettendo il braccio, ricevendo in seguito un assenso generale.
Meno di due ore dopo una lunga processione di bizzarri veicoli entrò ad Osaka e i vari membri si divisero in gruppi per cercare qualsiasi cosa fuori dall'ordinario.
 
****
 
Tsukasa sembrava tranquillo quanto poteva esserlo un condannato a morte che si era finalmente messo l'anima in pace e stava andando ad affrontare il suo destino a testa alta. Non a caso si stava godendo quello che poteva essere il suo ultimo pasto, prendendo confezioni di sushi e simili da una busta che portava il nome di qualche ristorante take away, ancora abbastanza rigonfia.
Le meraviglie della ristorazione giapponese.
D’un tratto, il fotografo volse lo sguardo al cielo nuvoloso, guardando con espressione piatta la figura di Diablo che scendeva a qualche metro da lui con lenti battiti d’ali.
 
“Vuoi favorire?”, chiese porgendo una confezione di noddles fatti in casa al Rider infernale, il quale rifiutò con un piccolo gesto della mano.
 
“Grazie, Decade-senpai, ma goditeli pure. Come sai, sono venuto per ben altro”, disse Diablo, gli occhi lucenti di cupidigia e cupa eccitazione. Era chiaro che fremeva dal desiderio di combattere.
 
“E io non ho intenzione di negartelo. So anche che avremo una buona dose di spettatori”, commentò l’altro portandosi un altro boccone alla bocca.
 
“Sì, ma non temere: dovranno solo assicurarsi che tu non scappi”, rispose Diablo schioccando le dita e almeno un migliaio di demoni e mostri vari apparve in risposta dall’etere, attraversando lo spazio dimensionale che li separava da quel mondo.
Tsukasa fissò il cerchio di creature che si stava formando intorno a loro con un’espressione tra il rassegnato e l’indifferente. Dopotutto c’era passato già tante altre volte in situazioni simili, quindi era ormai quasi del tutto assuefatto a esse… Anche se, probabilmente, la battaglia che stava per affrontare sarebbe stata la più difficile di tutte.
 
“Hanno inizio le danze, eh?”, mormorò con un sospiro, per poi ingoiare ciò che restava dei noodles.
 
****
 
Finalmente varcate le porte di Osaka, il largo gruppo di combattenti si era confuso tra le numerose folle di turisti, tutti vogliosi di godersi le ultime giornate estive prima di tornare al lavoro.
 
Philip ed Elena si erano fermati a guardare uno spettacolo di burattini a tema samurai, mentre attorno a loro Sento, Haruto e compagne stavano facendo domande su qualsiasi evento fuori dall'ordinario, senza particolare successo.
 
“È un peccato non facciano mai marionette di detective e poliziotti”, commentò pigro Philip, il quale, per la seconda volta in un giorno, non aveva trovato informazioni utili sul luogo in cui trovare Diablo e Tsukasa.
 
“Un numero a tema giallo. Se c'è qualcuno che potrebbe farlo, sareste proprio tu e Shotaro”, scherzò Elena, mentre i loro amici tornavano a mani vuote.
 
“Uh, mi informerò per bene su tutti i burattini al mondo per trovare quegli più adatti allora”, commentò il ricercatore, chiudendo gli occhi per ritornare nel suo rifugio di conoscenza e restando lì paralizzato sul posto. Ciò costrinse Shotaro e Sento a portarlo via di peso, mentre lui compiva le sue ricerche dentro l'immenso flusso terrestre di informazioni.
 
“Philip, per favore, non farci fare brutta figura davanti agli stregoni”, commentò Sento, allo stesso tempo impressionato dalla dedizione dell'amico ricercatore e un po' seccato dalla perdita di tempo.
 
“Tranquillo, non sto vedendo nulla”, lo rassicurò Haruto in ogni caso, seppur con un sorrisetto.
 
****
 
Il pugno di Tsukasa, al momento avvolto nell'armatura di Kuuga, impattò sulla mascella di Diablo, scagliandolo lontano svariati metri e annullando la sua più recente trasformazione. Nonostante il terribile colpo sferrato, però, il famigerato Distruttore di Mondi sentiva il pieno, tremendo peso del duello in corso e faticava per mantenere il respiro costante e controllato. Anche solo la minima distrazione gli sarebbe costata cara.
Tutto attorno, i seguaci del suo sfidante lo incitavano con urla cacofoniche d'ogni genere. Qualcuno lanciava addirittura sputi verso Decade, mentre altri commentavano con ghigni malefici e altri ancora chiamavano in tono beffardo l'arrivo delle Warrior.
 
“Non mi sono mai sentito tanto vivo…”, rise estatico Diablo, stringendo una manciata di terra tra le dita e rialzandosi, per poi mettere mano a un'altra croce.
 
“KAMEN RIDER ABOMINATION: X!”
 
Stavolta la sua corazza si trasformò in uno scafandro arrugginito, ricoperto di conchiglie e gusci di crostacei viola. L’elmo diventò invece una sorta di bizzarro casco da palombaro con gli occhi infranti, simili a quelli di un insetto acquatico chiamato notonetta, e aperto nella parte inferiore per lasciare libere le fauci zannute del demone. Infine, le sue armi vennero sostituite da una fiocina la cui punta sembrava fatta di corallo trasudante liquido nerastro, forse petrolio.
Il guerriero infernale diede un colpo a vuoto con la sua nuova arma, che aprì un vasto solco nel terreno tramite il semplice spostamento d'aria.
 
Una goccia di sudore rigò il volto di Tsukasa, il quale, per la prima volta da che ne aveva memoria, fu attraversato da un brivido di terrore quasi primordiale. Lo stesso che, in passato, gli uomini della Terra avevano provato venendo attaccati da Heartdemon ed Heartdevil senza che ci fosse nessuno a difenderli.
 
'Devo resistere solo un altro po'…', si disse, avanzando verso il rivale e inserendo a propria volta una delle sue carte nel Driver.
 
“Kamen Ride: Kabuto!”
 
****
 
Tomari, accompagnato da Itsuki, Haruka e Nanà, stava conducendo la sua ricerca con lo zelo degno di un poliziotto della sua carica, chiedendo con somma professionalità informazioni ai passanti e persino ai colleghi incrociati per strada riguardo qualsiasi cosa fuori dall'ordinario.
Haruka, in particolare, era rimasto alquanto impressionato dallo zelo e dalla precisione del Rider più esperto e lo seguiva con un misto di nervosismo ed eccitazione. Tutta quella situazione era così nuova per lui che, malgrado il gravoso compito che li aspettava, non riusciva a non sentirsi anche piuttosto estasiato.
 
Almeno finché non erano arrivati davanti a un negozio di giocattoli dove vendevano una gigantesca pista di macchinine con tanto di alcuni veicoli inclusi nel pacco. Qualsiasi istinto di conservazione del denaro, e soprattutto del tempo, Tomari avesse cercò di bloccarlo dal comprare quella mostruosità, ma infine entrò sotto lo sguardò allibito dei compagni e ne uscì mostrando fiero l'acquisto, nemmeno fosse stato Link da ‘The Legend of Zelda’.
 
“Macchinine. Non ricordo di averci mai giocato…”, commentò Haruka con un gocciolone alla testa, guardando l'innocente espressione del poliziotto che stringeva le braccia attorno all'acquisto.
 
“Allora lieto di aiutarti a ottemperare a questa mancanza”, disse Tomari con una forte pacca al nuovo compagno, il quale arrossì sinceramente onorato da quel gesto d'affetto. Dietro di loro, le ragazze erano tanto intenerite quanto stranite da quell'esempio di cameratismo maschile.
 
“Uomini... Hanno trent'anni, ne dimostrano venticinque e si comportano come se ne avessero otto”, fu il seccato commento di Nanà, mentre scuoteva la testa e gonfiava le guance. Itsuki si mise le braccia dietro la testa con finta indifferenza.
 
“Sì sì, proprio vero... Io mi prendo le macchinine nere appena cominciamo a giocare”, affermò con un sorriso improvviso.
 
“Scordatelo, sono mie.”
 
****
 
Diablo e Decade, trasformati rispettivamente in Blade e ZX erano passati a un duello con le spade nel quale entrambi erano appena visibili. Stavolta la folla infernale attorno a loro era completamente silente, persa nella sinfonia di movimenti cantati dai due guerrieri.
Una lotta che sembrava ormai una forma d'arte fatta di finte, momenti persi ad analizzarsi a vicenda e colpi leali e sleali.
 
“Non posso fare a meno di chiedermi… È il tuo scontro più difficile finora?”, domandò Diablo sempre più eccitato, schivando appena in tempo un fendente diretto al viso e rispondendo con una serie di rapidissimi affondi.
 
“Sono tentato di dirti di no solo per farti incazzare”, affermò Tsukasa a denti stretti, difendendosi a fatica e prendendo non pochi colpi. “Ma devo riconoscere i tuoi sforzi. In un tempo davvero breve, sei cresciuto fin troppo. Ho i brividi a pensare a cosa potresti diventare in futuro, se lasciato fare come ti pare…” Allontanatosi con un balzo dal nemico, afferrò una nuova carta e la inserì subito nel Driver. “Vediamo come te la cavi con qualcos’altro di nuovo!”
 
“Kamen Ride: Gaim! Orange Arms! Hanamichi on Stage!”
 
Con un bagliore, fu l’armatura base di Gaim ad avvolgere Decade, il quale impugnò la katana del Rider scelto nella mano sinistra mentre la destra reggeva ancora la sua spada personale. Adottando uno stile a due spade, Tsukasa assalì Diablo con una serie di fendenti rapidi e violenti, respingendo più volte la sua arma e colpendo invece con le proprie il corpo del demone, spezzando e deformando la sua corazza. Il Rider dimensionale era implacabile nella sua offensiva e presto fu l’Heartdemon a doversi allontanare con un colpo d’ali.
 
“Tu non ti arrendi mai, eh, senpai?”, chiese Diablo prendendo una delle sue croci. “In tal caso… Lascia che anch’io ti mostri qualcosa di nuovo!”
 
“KAMEN RIDER ABOMINATION: W! HEAT, METAL!”
 
Inaspettatamente, l’aspetto del Rider demoniaco mutò nella forma contorta di una delle modalità alternative di W, con la metà destra del corpo avvolta in un’armatura a placche rosso sangue e la sinistra a placche grigio scure e un elmo dotato di lenti scarlatte e una corona deforme dalla forma del simbolo del Rider con due anime. Nella sua mano comparve un lungo bastone metallico con delle punte alle estremità.
Prima che Tsukasa potesse parlare o agire, però, Diablo prese un’altra croce e, contrariamente a qualunque aspettativa, la inserì stavolta nell’apertura presente sul centro dell’impugnatura della sua nuova arma.
 
“KAMEN RIDER ABOMINATION: WIZARD! FLAME, PLEASE: HI-HI, HI-HI-HI-HI!”
 
Un’aura fiammeggiante incredibilmente potente avvolse il bastone e mutò le estremità in due lame identiche a quella della spada di Wizard. Con un movimento fulmineo, il Rider demoniaco roteò l’arma e generò un’immensa onda di fuoco che colse di sorpresa Decade, il quale poté solo incrociare le braccia davanti a sé e cercare di resistere al colpo. L’impatto fu tremendo e lo fece volare indietro, schiantandolo rovinosamente al suolo, il corpo ustionato al punto che l’armatura sembrava essersi fusa in certi punti.
 
“C-Cosa…?! Ma come…come hai fatto?!”, domandò Tsukasa rialzandosi a fatica.
 
“Questo? È un trucchetto che ho scoperto e imparato a usare di recente”, rispose Diablo, palesemente fiero del suo risultato. “Sai che le armi e le varie forme degli Heisei Rider presentano spesso altre porte in cui inserire gli strumenti contenenti i loro poteri e che, in questo modo, possono combinarli? Ecco, io non ho fatto altro che apportare lo stesso concetto. Ma dato che io posso usare tutti i poteri dei Rider mai esistiti, riesco a portare quel concetto ben oltre e, se uso delle croci compatibili con le armi giuste, posso usare allo stesso tempo i poteri di diversi Rider che, in questo modo, vedono la loro forza moltiplicata esponenzialmente!” Roteò di nuovo il bastone e le lame si riavvolsero nelle fiamme. “Per le loro caratteristiche, funziona solo coi poteri degli Heisei Rider, ma poco importa. Grazie a questa mia capacità, posso usare i loro colpi al loro massimo anche senza averli ancora assorbiti! E immagina cosa potrei fare quando li assorbirò!”
 
Tsukasa fece una smorfia sotto la maschera. “Come dicevo prima, ho i brividi a pensare a cosa potresti diventare in futuro, ora più che mai…” Raddrizzandosi e scollandosi di dosso dolore e fatica quanto possibile, il Rider dimensionale rinfoderò le sue armi e prese qualcosa dalla sua cintura, ma stavolta non si trattava di una carta: stretto nella sua mano, c’era uno strano dispositivo rettangolare i cui lati destro e sinistro erano modellati con lo stesso motivo a righe magenta e nere di Decade. Sullo schermo al centro, erano visualizzati i simboli dei primi dieci Heisei Riders con sotto la scritta: ‘K-Touch’. “Speravo di poter attendere ancora un po’, ma non ho scelta. Se voglio prendere altro tempo, devo dare davvero tutto me stesso…”
 
“Ohhh… Finalmente l’hai tirato fuori, senpai”, disse Diablo con voce estasiata, osservando il dispositivo con un luccichio inquietante negli occhi. “Il K-Touch. La tua arma più potente… Se ti sconfiggo nella tua forma finale, niente potrà fermarmi!”
 
Tsukasa non rispose, ma iniziò a pigiare i simboli sullo schermo in rapida successione, concludendo con il proprio:
 
“Kuuga! Agito! Ryuki! Faiz! Blade! Hibiki! Kabuto! Den-O! Kiva! Final Kamen Ride: Decade!”
 
Con un bagliore, l’armatura di Decade iniziò a mutare: dall’addome e i gomiti in giù, divenne del tutto nera, più robusta e rafforzata da protezioni argentee, mentre su petto e spalle si formò una curiosa e spessa corazza dai bordi magenta e in cui vi erano incorporate in linea ben 9 carte rappresentanti i primi 9 Heisei Riders nelle loro forme finali. L’elmo acquisì a sua volta delle protezioni argentee ai lati e una sorta di corona magenta, dove era incorporata una singola carta raffigurante proprio la forma finale di Decade, mentre il colore delle lenti degli occhi passò anch’esso dal verde al magenta. Infine, il Rider staccò e agganciò la parte frontale del Decadriver su un apposito sito sul lato destro della cintura, mentre al contempo inseriva il K-Touch nello spazio rimasto libero sul davanti.
Così trasformato, Tsukasa brandì di nuovo la sua spada. “E adesso, mio caro kouhai… Balliamo.” E premette il simbolo di Ryuki sul K-Touch seguito dal proprio.
 
“Ryuki! Kamen Ride: Survive!”
 
Tutte le carte sul petto di Decade girarono su sé stesse mutando in quella che mostrava Ryuki nella sua forma finale Survive e, subito dopo, il Rider in questione si materializzò accanto al primo. L’armatura rossa e metallica di Ryuki era più spessa e corazzata che mai e mostrava un chiaro motivo a drago nel suo aspetto.
Una lama apparve dal guanto a forma di testa draconica di Ryuki e, in seguito, i due Rider caricarono Diablo con una sequenza di attacchi eseguiti in perfetta sincronia, come se fossero stati uno lo specchio dell’altro. L’Heartdemon fu costretto subito a cedere terreno, decidendo infine di allontanarsi con un altro battito d’ali per recuperare; a quel punto, roteò con vigore la sua arma e si apprestò a scagliare un nuovo attacco. Allo stesso tempo, Tsukasa inserì una carta nel Driver.
 
“Final Attack Ride: R-R-R-Ryuki!”
 
Muovendosi di nuovo in perfetta sincronia, Decade e Ryuki tracciarono con le loro spade una doppia X fiammeggiante in aria, magenta quella del primo e rossa quella del secondo, e le scagliarono contro l’onda di fuoco generata da Diablo. Gli attacchi dei contendenti si scontrarono a mezz'aria con una forza devastante, scatenando un’esplosione infuocata talmente potente da spaccare il terreno e spingere via Tsukasa e Diablo, mentre Ryuki svanì nell’aria come se non fosse mai esistito. Tuttavia, il peggio lo ricevette proprio il demone, il cui attacco era risultato leggermente meno potente di quello di Decade e quindi la maggior parte dell’esplosione aveva finito per convogliare nella sua direzione. Il Rider demoniaco crollò a terra, coperto di ustioni e grondante sangue… Eppure dalle sue fauci proruppe solo una nuova, folle risata.
 
“Magnifico! Davvero magnifico! Questo è lo scontro che sognavo da sempre!” Senza badare alle proprie condizioni, l’Heartdemon si rimise subito in piedi tra le urla e i ruggiti d’incitazione dei suoi subordinati, apparentemente esaltati quanto lui dalla violenza sempre maggiore della battaglia. Diablo gettò via il bastone e passò una mano sulla propria cintura, sollevandola in seguito per mostrare ben tre nuove croci strette tra gli artigli, tutte legate agli Heisei Riders. “Arrivo, senpai!”
 
Tsukasa sospirò pesantemente e riassunse la sua posizione di guardia, mentre premeva altri pulsanti sul K-Touch.
 
“KAMEN RIDER ABOMINATION: BLADE/DEN-O/FOURZE!”
 
“Hibiki! Kamen Ride: Armed!”
 
****
 
Altrove, Eiji, Emu e Takeru, insieme alle rispettive compagne Warrior, erano vicino a un parco per riposarsi dopo una lunga ma infruttuosa ricerca.
 
“Uhh, odio settembre. Qualche giorno di fresco di tanto in tanto e poi il caldo torna all'assalto”, si lamentò Marisa, sventagliandosi con un libretto per le guide turistiche. Eiji, seppur concorde con l'amica, ringraziò di essersi abituato di più alla calura nei paesi visitati.
 
“Non pensavo di dirlo, ma mi manca la riserva di dolci freschi di Kagami-san”, aggiunse a sua volta Emu, lanciando in un cestino dietro di sé il bastoncino di un gelato appena finito. L'ultima componente del gruppo, Silvia, grazie alla carnagione più scura, aveva un po' meno problemi con la temperatura, ma sembrava comunque alquanto infastidita e si faceva di tanto in tanto aria con una mano, o tirava ripetutamente il colletto del proprio vestito.
 
“Non capisco. Percepire il varco dovrebbe essere facilissimo per me, invece, anche se è da ore che giriamo, non riesco ad avvertire nulla. Qualcuno deve aver dato a Decade i mezzi per occultarlo davvero bene”, si lamentò Silvia, le cui abilità extrasensoriali si estendevano per l'intera città. Era l’unica del gruppo ancora in piedi e stava andando di continuo su e giù davanti agli altri, quasi scavando un solco nel terreno tanto era il suo nervosismo. Normalmente sarebbe stata più calma di così, ma il sapere che non avevano molto tempo per trovare il loro compagno e Diablo e che probabilmente il primo era in serio pericolo in quel momento non le dava pace. Possibile che nemmeno la Guardiana delle Dimensioni riuscisse a percepire un varco dimensionale in quel luogo?!
 
“Ogni piano ha la sua falla, parlo per esperienza. Dobbiamo solo...”, affermò Takeru, prima di voltarsi di scatto, come se avesse visto qualcosa con la coda dell'occhio.
 
“Takeru-kun, che succede?”, domandò Eiji.
 
“Mi è praticamente passata davanti una specie di sfera luminosa. Ne avevo vista una simile quando abbiamo sconfitto Hyōirei… Ed è diretta da quella parte”, affermò il biondino mettendosi subito a seguire il misterioso globo. Seppur confusi, i suoi compagni lo seguirono rapidamente. Dopo qualche minuto, Takeru si fermò indicando quello che sembrava un tempio abbandonato. “È volata lì dentro. Che strano, però… A voi non è mai successo di vedere qualcosa del genere? Né ora, né durante le vostre battaglie?”
 
“No, niente… Però, forse...” Di colpo, il volto di Silvia si distese in un’espressione prima stupita poi afflitta, come se avesse appena realizzato qualcosa di spiacevole. “Oh, grande Gaia, spero di sbagliarmi. Dobbiamo avvisare gli altri innanzitutto”, disse prendendo il telefono di Takeru.
 
In breve, entrambe le squadre di Riders e Warriors si riunirono davanti al tempio e, una volta entrate, trovarono conferma ai loro sospetti: sospeso a mezz’aria al centro dell’edificio, vi era un ampio varco roteante simile a un buco nero in miniatura, da cui era percepibile una chiara energia extradimensionale. Il portale, realizzarono.
 
****
 
L’ennesima esplosione devastante squarciò il campo di battaglia, aprendo nuovi solchi e crateri nel suolo che avrebbero indubbiamente marchiato quel luogo a vita. E ai bordi di quell’esplosione volarono due figure, entrambe fumanti e ferite in più punti ma ancora ritte in piedi.
Decade e Diablo si fissarono in cagnesco dai lati opposti dell’ultimo cratere che avevano creato, le armature bruciate e rotte in più punti e il sangue che ormai colava da tutto il loro corpo formando piccole pozzanghere sotto i loro piedi. Era chiaro che entrambi fossero al loro limite estremo, tuttavia nessuno dei due era intenzionato a cedere.
O così sembrò per alcuni secondi. Di colpo, Tsukasa crollò in ginocchio tenendosi una mano al petto e tossendo violentemente, l’altra mano che stringeva la sua spada con tanta forza da sbiancare le nocche sotto la tuta.
 
“Eheh… Sembra che siamo alle battute finali, Decade-senpai”, rise Diablo sputando un grumo di sangue a terra. Nonostante la loro forza fosse più o meno equivalente, la resistenza e la rigenerazione accelerata che l’Heartdemon otteneva dalla sua natura demoniaca, nonché la sua incredibile capacità di evoluzione dopo ogni scontro, gli avevano permesso di far infine pendere la bilancia dalla propria parte. “Mi sono davvero goduto questo duello, anche più di quello con Moon Space, per questo hai tutta la mia ammirazione, Decade-senpai! Però sai come si dice: tutte le cose belle finiscono prima o poi…” A quel punto, prese una singola croce, la cui aura negativa spiccava persino tra le sue gemelle, e la inserì con un gesto fulmineo nel suo Driver.
 
“KAMEN RIDER ABOMINATION: ICHIGO!”
 
La corazza martoriata di Diablo parve ripararsi del tutto mentre mutava nella propria versione corrotta e demoniaca del capostipite di tutti i Kamen Rider e, in un istante, l’aura negativa emanata dal corpo dell’Heartdemon ebbe un picco tale da riempire di crepe il terreno sottostante e far tremare l’aria circostante. “Chiudiamo la partita!”, ruggì colpendo i lati del Driver e prendendo a convogliare la sua energia nella gamba destra.
 
“Suppongo sia questo il mio limite…”, mormorò Tsukasa guardandosi intorno e constatando tristemente che era ancora solo. “Alla fine, non è bastato, eh? Oh beh… In questo caso, com’è che si dice?” Con enorme fatica, si rimise in piedi e prese la sua ultima carta. “Se devi andare giù… Fallo con un bang!”
E la inserì nel Decadriver proprio mentre Diablo terminava di accumulare energia e si scagliava su di lui con un calcio in picchiata, a cui Decade rispose con un calcio in ascesa, accompagnato e rafforzato dall’energia delle sue amate carte. Una meteora nera e rossa contro un missile magenta scuro.
 
“DIABLO KICK!”
 
“FINAL ATTACK RIDE: D-D-D-DECADE!”
 
****
 
Nel ritrovarsi davanti al portale, le Warrior e Martina deglutirono, ricordando fin troppo bene il recente e traumatizzante evento che le aveva mandate in quel mondo di eroi. Accanto a loro, anche i Rider avvertirono l’ansia e il nervosismo farsi più forti che mai, attanagliando le loro viscere come nemmeno le loro battaglie precedenti erano riuscite a fare.
 
“Da qui non si torna indietro”, sussurrò Sento rimembrando a sua volta quel breve istante dopo la sconfitta di Evolto, quando era certo non ci sarebbe stato più niente per lui nel futuro.
 
“Avanti, siamo diventate più forti e stavolta siamo preparate quanto è possibile esserlo. E zio Michael arriverà tra poco”, disse Shizu mettendo a tacere ogni altra paura e rinvigorendo gli animi delle compagne.
 
Rimettendo sotto controllo i loro timori, il folto gruppo di eroi ed eroine entrò nel varco, svanendo nelle sue vorticanti tenebre prima che esso si chiudesse alle loro spalle con un inquietante rumore crepitante.
 
****
 
Usciti dal varco, Rider e Warrior trasalirono nel ritrovarsi davanti il peggiore degli scenari.
 
“Ah, alla fine ce l’avevo fatta invece… Ben arrivati”, disse loro con stanca voce uno Tsukasa conciato molto male. Il fotografo dimensionale era riverso a terra con gli abiti laceri e bruciati in più punti, ferite insanguinate su tutto il corpo, il volto gonfio di lividi e tagli e la sua gamba destra in pessime condizioni.
Intorno a lui vi era una sterminata armata di mostri, capeggiata nientemeno che da Kamen Rider Diablo, il quale torreggiava su Decade con fare tronfio, girandosi una delle sue croci tra le dita. I compagni delle Warrior, osservandolo, capirono che quanto raccontato loro dalle ragazze non era affatto esagerato, nonostante la sua figura attualmente martoriata e ferita gravemente. Le condizioni sue e di Tsukasa, nonché l’aspetto devastato dell’intera zona, lasciavano facilmente intuire il terribile duello appena conclusosi.
 
“Tsukasa, che significa questo?!”, gridò Shizu facendo un passo avanti. “Pensavo che avremmo combattuto insieme! Che ti avremmo raggiunto in tempo e affrontato Diablo come una squadra! Perché l’hai affrontato da solo invece? Perché hai fatto volutamente in modo che non potessimo raggiungerti prima che lo affrontassi?”
 
“Diablo... Dovevo tenerlo occupato finché tutti voi non vi foste riuniti. È sempre stato questo il piano”, rispose il fotografo ansimante, senza mai smettere di sorridere. “Tutti insieme…avete una possibilità.”
 
“Non se io ho qualcosa da dire a riguardo”, disse minaccioso e sghignazzante il Rider demoniaco, lanciando in aria la sua croce. Roteando velocissima, questa divenne un vortice che risucchiò Tsukasa, il quale, appena prima di essere completamente assorbito, rivolse ai suoi orripilati compagni un ultimo sorriso rassicurante.
 
“NO!”, urlò sconvolto Shotaro, ma ormai era troppo tardi. Con un leggero ticchettio, che però suonò come un tuono alle orecchie del gruppo, la croce ricadde nel palmo aperto di Diablo, ora lucente di un malsano bagliore nero-cremisi interno e trasudante un’energia negativa spaventosa, ben maggiore di quella di qualunque altra delle sue gemelle.
 
“Sì…”, disse l’Heartdemon con un ghigno estasiato in volto, sollevando in aria la sua ultima conquista con fare trionfante. “Mio. Finalmente il potere di Decade è MIO!”
 
Shizu fece un altro passo in avanti, presto imitata dalle sue compagne e dai nuovi compagni, e puntò il dito contro quel mostruoso essere che si definiva un Kamen Rider, gli occhi che parevano emettere lampi dall’ira. “Sono lieta di poter finire il nostro conto in sospeso. Giuro che spaccherò quelle tue maledette croci una per una! E poi ti tirerò fuori la verità su mia sorella!”
 
“Purtroppo, Moon White, ne so quanto te. E non sai quanto questo mi rammarichi, dato che vorrei davvero sapere cos'è successo a Serenitatis.” Incredibilmente, il demone pareva sincero nelle sue parole e nel modo enigmatico con cui i suoi occhi avevano preso a fissare un punto indefinito nel nuvoloso cielo soprastante. Quell’impressione durò solo pochi istanti, però, dato che il volto del nemico tornò presto a fissarli con scherno. “Ma non ha importanza. Quando vi avrò sconfitti, preso i vostri poteri e assorbito la Croce di Fuoco, potrò scoprire senza problemi la verità su di lei. Peccato che tu non vivrai abbastanza per sentirla!”
 
“Bastardo!”, urlò furiosa Shizu scagliandosi in avanti, sorda ai richiami delle sue compagne che le dicevano di non agire impulsivamente. Uno dei demoni più arditi o forse imprudenti si fece avanti per fermarla, ma la Warrior evocò Gabriel nella mano destra e tagliò in due il nemico con un fendente fulmineo, per poi puntare direttamente su Diablo. Non fece in tempo a fare un altro passo verso di lui, però, che un tentacolo di materia scura, che pareva trasudare aura negativa come catrame, scattò contro di lei costringendola ad arretrare immediatamente per evitare di essere schiacciata.
 
“Sei troppo irruenta, Moon White. Non va bene per una leader, non lo sai? Ad ogni modo... Non vi ho ancora presentato il mio secondo in comando, giusto?”, disse mentre faceva cenno al più grande dei suoi sottoposti, lo stesso da cui partiva quell’inquietante tentacolo, di farsi avanti dalle fila della retroguardia. Nel vederlo, tutti i presenti impallidirono.
 
“Non può essere…”, sussurrò Haruka, sentendosi ancora peggio delle sue crisi energetiche quando vide quell'abominio, un energumeno demoniaco ricoperto di escrescenze nere in continuo mutamento e da pezzi sparsi e distorti di corazza arrugginita, oltre ad altri tratti e deformazioni dall'apparenza a dir poco malata. Era come se su tutto il suo corpo, sotto quelle escrescenze e malformazioni, si formassero e scomponessero di continuo diversi volti umanoidi o demoniaci, che agli occhi dei Rider e delle Warrior più attenti risultarono orrendamente familiari.
 
“Mi... Mi sembra di vedere Cagliostro”, affermò Erika con un fil di voce.
 
“E quello invece…è Hyōirei”, mormorò incredula Silvia, mentre Takeru, intuendo la natura della creatura, si rivolse di nuovo a Diablo.
 
“Quell'essere è nato dall'unione dei tuoi fratelli, vero? Le loro anime sono sopravvissute e si sono fuse in questa...cosa.”
 
“Confermo, Ghost-senpai, ma posso assicurarti che, fosse stato per me, li avrei lasciati riposare in pace. Comunque c'è ben altro di cui dovete preoccuparvi adesso”, disse Diablo, inserendo la croce nella sua cintura e girandola.
 
“KAMEN RIDER ABOMINATION: DECADE!”
 
 L'onda d'urto della trasformazione fu devastante, molti membri del gruppo riuscirono a stare in piedi solo sostenendosi a vicenda. Più tardi avrebbero detto che l'intero Giappone sembrava tremare.
Il nuovo aspetto di Diablo era tanto semplice quanto tremendo. Le sue ali si erano divise in tre paia per lato, con le membrane che avevano assunto una strana consistenza vetrosa, e su ognuna di esse erano presenti tre foto degli Heisei Rider, per un totale di 18. Su arti e torso invece presentava le raffigurazioni degli Showa Rider, illuminate dello stesso bagliore inquietante che aveva suffuso quella di Decade, e la foto di quest’ultimo, posizionata sullo sterno, spiccava tra tutte. L'armatura che le circondava e copriva il malefico guerriero era diventata a bande e di un bizzarro color nero-magenta. Infine, la sua testa si era ricoperta di spuntoni.
 
“Ahahahahahahah! Che potere straordinario! SUBLIME!”, ululò di gioia folle l’Heartdemon. “Non ero sicuro di cosa sarebbe accaduto una volta uniti i miei poteri a quelli di un’anomalia come Decade-senpai… Ma questo ha superato ogni mia aspettativa! Sento che ora posso usare tutta la mia forza e le mie abilità al loro massimo, persino senza aver assorbito tutti i Rider esistenti!” I suoi occhi, ora risplendenti di un misto rosso-magenta dietro le lenti dell’elmo, si abbassarono sul gruppo Rider/Warrior. “Ma non posso correre rischi né farne a meno, dopotutto! Assorbirò ognuno di voi e poi potrò acquisire anche il potere della Croce di Fuoco! Allora finalmente sarò completo!”
 
“L’avidità è e sarà sempre la causa della caduta di voi demoni, non l’hai imparato?”, lo rimproverò Silvia con uno sguardo più deluso che sprezzante. “Lo è stata con tuo fratello e lo sarà anche con te, sappilo!”
 
“Forse c’è verità nelle tue parole, Warrior Plutonis… Ma io non sono lui. E non sono nemmeno un demone come gli altri!” La sua energia infernale esplose ancora, creando un’impressionante colonna di luce tra il nero e il rosso sangue. “Bando alle ciance! Desidero troppo mettere alla prova le mie attuali capacità contro tutti voi, perciò avanti! Fatemi divertire, Kamen Rider e Warrior Planet! Dimostratemi quanto vale davvero la fiducia del nostro senpai!”
 
“Ce la pagherai per quello che hai fatto a Tsukasa!”, replicò con forza Shotaro agganciandosi il Driver alla cintura, presto imitato da tutti gli altri Rider. Allo stesso tempo, anche le Warrior iniziarono a richiamare i loro poteri per trasformarsi. Martina preparò le sue armi e ogni sistema di combattimento e infine Haruka prese e indossò il Neo Driver donatogli da Angelica.
 
“Abbiamo già avuto un assaggio in passato della sua forza quando ci ha sconfitte, ma è chiaro che il potere che ha adesso non è nemmeno paragonabile a quello di allora”, disse Reiko dando voce ai pensieri delle compagne. “Non dobbiamo trattenerci!”
 
“Tranquilla, nessuno qui ne aveva alcuna intenzione!”, si dichiarò d’accordo Gentaro. L’istante successivo, tutti attivarono le proprie trasformazioni con un urlo collettivo tanto forte e potente che parve scuotere il mondo stesso:
 
““““““““PLUTONIS/NEPTUNIS/URANIS/SATURNIS/IUPITER/MARS/VENUS/MERCURIUS PATREM SPIRITUM! MIHI VIRTUTEM TUAM!!!!!!!!””””””””
 
“ETERNAM VIRTUS LUNA, VENIO AT ME!”
 
“““““““““HENSHIN!!!!!!!!!”””””””””
 
“AMAZON!”
 
“Cyclone, Joker!/Taka, Tora, Batta: Ta-To-Ba! Tatoba, Ta-To-Ba!/Three, Two, One!/Flame, please: Hi-Hi, Hi-Hi-Hi-Hi!/Orange Arms! Hanamichi on Stage!/Drive: Type Speed!/ Kaigan: Ore! Let's Go! Kakugo! Gho-Gho-Gho-Ghost!/Mighty Jump! Mighty Kick! Mighty Action X!/Hagane no Moonsault! RabbitTank! Yeahhh!”
 
“Neo Omega!”
 
“““““““““WARRIOR PLUTONIS/NEPTUNIS/URANIS/SATURNIS/IUPITER/MARS/VENUS/MERCURIUS/MOON WHITE!!!!!!!!!”””””””””
 
““““““““““KAMEN RIDER W/OOO/FOURZE/WIZARD/GAIM/DRIVE/GHOST/EX-AID/BUILD/OMEGA!!!!!!!!!!””””””””””
 
Una serie di bagliori, rumori ed emissioni di energia accompagnarono l’apparizione delle divise da combattimento delle Warrior Planet e delle armature più famose dei Kamen Rider.
Unica differenza era Haruka, la cui nuova forma presentava il lato sinistro del corpo ricoperto da metallo e circuiti esposti, così come anche lo stesso lato dell’elmo, un visore davanti alle lenti oculari e mani e avambracci ricoperti da una corazza più metallica e avanzata della precedente. Nel complesso, la forma di Neo Amazon Omega dava più l’idea di un cyborg che di una creatura interamente organica.
 
“Oh? Quindi è questa la tua nuova trasformazione, Haruka?”, chiese Itsuki adocchiando subito l’aspetto evoluto del suo compagno.
 
“Più una che avevo perso e ora ho riacquistato, ma puoi pure dire così. La trovi sgradevole?”, domandò il giovane neo-Rider.
 
“Scherzi? È davvero figo quel look mezzo cibernetico! Fa quasi stile cyberpunk!”, replicò ghignante la ragazza, facendo ridacchiare l’altro, anche se sotto sotto era sinceramente lusingato.
 
“In effetti, devo ammettere che anche a me piace molto quella forma…” La voce che aveva stavolta parlato era purtroppo quella di Diablo. “Non vedo l’ora di assorbirne il potere!” E mosse una mano scagliando una serie di raggi energetici sul gruppo di eroi ed eroine.
 
Con balzi, capriole o scatti, questi ultimi riuscirono a evitarli e, a rispondere per primi all’offensiva, furono Marisa, Elena e Itsuki, le quali unirono i loro poteri per scagliare un’unica freccia gigante di acqua, vento e fulmine contro il nemico. Senza muoversi dalla sua posizione, però, Diablo si limitò a chiudere le proprie ali intorno a sé a mo’ di bozzolo protettivo, su cui l’attacco combinato impattò senza causare alcun danno. Subito dopo, l’Heartdemon riaprì le ali e, su una di esse, brillò una delle foto presenti mentre una voce metallica e cavernosa annunciava:
 
“KAMEN RIDE: KUUGA ABOMINATION! PEGASUS!”
 
La voce venne accompagnata dalla materializzazione di una balestra nera dalla fattura chiaramente demoniaca nella mano destra di Diablo, mentre la corazza dello stesso braccio diventava color verde scuro. Il Rider demoniaco iniziò subito a sparare frecce di energia negativa sui suoi avversari, i quali si mossero rapidi per evitare i colpi, ma incredibilmente il nemico sembrava consapevole di ogni loro mossa perché appena evitavano un attacco, quello successivo veniva scagliato con tale rapidità e angolazione che andava sempre a segno.
 
Accortosi della cosa, Haruto mutò la propria forma in quella Land e usò un anello magico per evocare un muro di pietra che bloccò la freccia diretta verso di lui. “Reiko, vieni!”, esclamò rivolto alla sua compagna Warrior tendendole una mano e, seppur confusa, lei annuì e obbedì. Appena la prese, Wizard attivò di nuovo i suoi poteri di terra per scavare nel suolo e portare entrambi a velocità fulminea dietro al demone. Non appena emersero, i due scagliarono un attacco combinato di rocce infuocate contro la schiena di Diablo, tuttavia quest’ultimo, incredibilmente, si spostò dalla traiettoria dei proiettili senza nemmeno voltarsi, per poi puntare la balestra alle sue spalle e sparare due frecce che colpirono in pieno Rider e Warrior, scagliandoli via.
 
“Ma come ha fatto?! Non si è nemmeno voltato!”, gridò scioccata Inori che, come gli altri, aveva visto tutto.
 
“Oh, credimi, piccola: non è che un assaggio di ciò che so fare ora”, replicò beffardo Diablo mentre un’altra delle foto, situata su un’ala opposta alla precedente, brillava. “I miei poteri amplificano a dismisura le capacità di ogni Rider che scelgo, come l’abilità ultra sensoriale di Kuuga Pegasus! E ora provate questo!”
 
“KAMEN RIDE: WIZARD ABOMINATION! FLAME!”
 
Stavolta fu il braccio sinistro di Diablo a cambiare colore e diventare più lucido e di colore rosso sangue. A quel punto, lo mosse come a tracciare un anello in aria e un cerchio magico si materializzò sopra di lui; ghignando, l’Heartdemon puntò la balestra verso di esso e sparò una freccia che, appena attraversò il cerchio, si moltiplicò in un migliaio di nuove frecce avvolte nel fuoco, che piovvero implacabili sul gruppo di eroi ed eroine. Fu un’improvvisa barriera di acqua e lastre di metallo generata da Inori e Marisa a bloccare i colpi prima che potessero massacrarli ulteriormente.
 
“Maledetto!”, urlò Shotaro cambiando le sue Memory per accedere alla forma LunaTrigger e sparando subito una serie di colpi d’energia oro e blu contro il Rider demoniaco. Vicino a lui, anche Nanà, Martina e Gentaro, mutato a sua volta nella propria forma Fire col Fire Switch, lo imitarono sparando rispettivamente numerose sfere velenose, laser e palle di fuoco, ma l’avversario fece comparire il suo fucile Abraxas nella mano sinistra e sparò con esso attraverso un nuovo cerchio magico, moltiplicando istantaneamente i suoi proiettili alla pari del numero dei loro. Le due controparti si scontrarono a mezz’aria scatenando una quantità assurda di esplosioni, ma nessuno andò a segno su alcun combattente.
 
Sfruttando quel momento, furono Shizu e Silvia ad attaccare con una serie di sfere di luce e tenebra, imitate non molto lontano da Takeru ed Emu che, ora nelle forme rispettivamente di Billy the Kid e Drago Knight Hunter Z, facevano fuoco con le loro armi. Tuttavia, Diablo evitò o deviò facilmente ogni colpo con rapidi movimenti delle proprie ali, per poi volare sopra di loro e attivare una nuova foto:
 
“KAMEN RIDER ABOMINATION: FOURZE! MAGNET!”
 
Sulle spalle del demone si formarono i cannoni della forma Magnet di Fourze e, a quel punto, ben tre cerchi magici si materializzarono a un movimento delle sue braccia, ciascuno davanti a una delle sue armi. Diablo fece fuoco e ai dardi e ai pallettoni energetici si sommarono i raggi magnetici scagliati dai nuovi cannoni, tutti moltiplicati dai poteri magici di Wizard, col risultato di tempestare letteralmente il gruppo con proiettili di multipla natura, che inflissero loro danni considerevoli.
 
“Che… Che sta succedendo?!”, domandò Gentaro rialzandosi a fatica. “Avevo capito che non potesse usare il pieno potere dei Kamen Rider che non ha ancora assorbito… Ma sono più che sicuro che quella è la vera forza del mio Magnet Switch, non una semplice parte!”
 
“…Infatti era stato così l’ultima volta!”, confermò Nanà, anche lei intenta a rimettersi in piedi. “Però…è anche vero che allora era stato Tsukasa a batterlo, mentre invece stavolta…!”
 
“Ahahahah! Ascoltate il mio consiglio: smettetela di comportarvi e giudicarmi in base al nostro precedente scontro! Non potrei essere più diverso da allora!”, li derise Diablo ammirando estasiato i risultati del proprio potere. “Non solo ho imparato a usare e controllare i miei poteri alla perfezione, ma adesso ho anche preso quelli di Decade. Dal momento che sia lui che io siamo in grado di usare le abilità degli altri Rider, mi chiedevo cosa sarebbe successo assorbendo il suo potere, però ammetto che il risultato è stato meglio di quanto sperassi! Oltre a poter usare più poteri di vari Rider allo stesso tempo, posso anche attingere alla loro massima potenza pur non avendoli ancora assorbiti tutti! Come se le mie croci e le carte di Decade fossero ora una cosa sola! Mi sento praticamente invincibile!” E scoppiò in un’altra risata sguaiata e delirante, fin quando un globo di energia sparato dal fucile FullBottle Buster di Build non impattò sul suo fianco sinistro.
 
“Risparmiati i discorsi da cattivo dei fumetti, ne abbiamo sentiti pure troppi!”, disse Sento cambiando rapidamente Bottle e usando anche l’Hazard Trigger per passare alla forma RabbitRabbit. “Dobbiamo farlo scendere a terra e avvicinarci mentre continuiamo ad attaccare e agire in gruppo! Se ora riesce non solo a sfruttare, ma anche a combinare i poteri dei Rider che ha assorbito, non possiamo permettergli di stare sull’offensiva! Ci sopraffarebbe rapidamente in quel caso!”
 
“Buona idea, Sento! I più veloci avanti! Gli altri li coprano!”, esclamò Erika rivolgendo un sorriso al suo nuovo compagno di battaglia e scienze, dopodiché scagliò una serie di stalagmiti dal terreno contro l’avversario, il quale le respinse però con pochi colpi delle sue armi.
 
“Io lo faccio scendere!”, gridò Takeru attivando l’Eyecon Boost seguito dall’Eyecon Newton, in modo da potenziare e usare il potere della gravità legato al secondo luminare per aumentare quella intorno Diablo, al punto da costringerlo ad abbassarsi di quota.
Subito Sento si scagliò in avanti usando la velocità della sua nuova forma, subito affiancato da Eiji nella forma RaToraTah, Kouta in modalità Jimber Cherry Arms, Haruka, Tomari in Type Formula, Itsuki, Reiko e Shizu. Intorno a loro, le altre Warrior e Rider -di questi ultimi Gentaro e Haruto cambiati rispettivamente in forma Magnet e Wind Dragon- fecero invece fuoco con le loro varie armi o poteri sul nemico per costringerlo a difendersi e permettere ai compagni di avvicinarsi.
Costretto in difesa dalla combinazione di gravità incrementata e raffiche di attacchi a distanza, Diablo usò di nuovo le proprie ali, ora avvolte da un’aura demoniaca che sembrava dar loro una consistenza quasi vetrosa, per bloccarli. Primi a raggiungerlo, Sento, Tomari ed Eiji attaccarono insieme rispettivamente col FullBottle Buster in modalità lama, l’Handle-Ken e gli artigli della Tora Medal, ma l’Heartdemon evocò Malphas all’ultimo secondo e bloccò i tre in uno scontro di lame, sempre tenendo allo stesso tempo le ali piegate sopra e intorno a sé per bloccare i proiettili ancora in arrivo. Kouta provò allora ad attaccarlo dal lato sinistro, ma Diablo sparò con Abraxas per fermare momentaneamente la sua carica e attivare stavolta ben due foto sulle sue ali.
 
“KAMEN RIDE: AGITO ABOMINATION! FLAME!/KIVA ABOMINATION! GARULU!”
 
Inaspettatamente, entrambe le armi di Diablo svanirono, o meglio, vennero sostituite da due nuove spade: una spada lunga simile a una sciabola con impugnatura e guardia rosse e oro e una dalla lama curiosamente ondulata e dorata e la guardia modellata a formare una testa di lupo blu. Allo stesso tempo, anche le sue braccia rimutarono: la destra si avvolse in una spessa armatura rosso sangue con bordi irregolari e uno spallaccio fatto a spuntone, mentre la sinistra acquisì un’armatura blu scuro avvolta da catene spezzate e con uno spallaccio modellato a ricordare gli artigli di un lupo. Con le sue nuove armi, l’Heartdemon fermò i quattro Rider in un nuovo blocco di lame sghignazzando.
 
“Volevate così tanto uno scontro ravvicinato? Va bene, signori e signorine…”, sussurrò, osservando anche le Warrior in procinto di raggiungerlo e attaccarlo. “Balliamo!”
 
Con una forte spinta, Diablo fece arretrare i Rider e mulinò poi le sue spade intorno a sé, bloccando senza problemi ogni nuovo attacco da parte dei quattro. In seguito, ruotò su sé stesso e menò un doppio fendente orizzontale che li sbatté via tutti; a quel punto, usò le sue armi per bloccare la Gabriel di Shizu e l’Excalibur di Reiko, allontanandole subito dopo con delle rapide stoccate. Furono allora Itsuki e Haruka a subentrare, la prima scagliando dei jab avvolti nei suoi fulmini, mentre il secondo attivò il pulsante sul suo Driver e, in risposta, la corazza metallica sul suo braccio destro si modellò in una lunga spada, che usò subito per sferrare diversi affondi e fendenti contro il nemico. Il Rider demoniaco parò di nuovo ogni pugno e colpo di spada con le proprie armi, per poi voltarsi e difendersi dagli altri suoi avversari, che erano ritornati ad attaccarlo tutti insieme.
Eppure, nonostante la chiara superiorità numerica e la determinazione dei cinque Rider e delle tre Warrior, Diablo danzava intorno e tra di loro respingendo abilmente ogni assalto e contrattaccando con potenti e precisi colpi che andavano quasi sempre a segno. Per di più, i suoi movimenti erano studiati in modo da mettere continuamente i suoi nemici in mezzo alla linea di tiro dei loro compagni rimasti indietro, vanificando così i loro tentativi di supporto a distanza con la minaccia di colpire invece i loro alleati al suo posto.
 
‘È assurdo!’, si ritrovò a pensare Shizu mentre l’ennesimo fendente avvolto in luce lunare della sua Gabriel veniva respinto facilmente dalle lame pervase di oscurità del demone. ‘Sapevo che sarebbe stato ben più forte del nostro primo scontro, ma questa è follia! Una simile potenza e capacità combattiva… È praticamente al livello di un sovrano infernale, o forse oltre! Ha già raggiunto la forza di Astaroth?! No, non può esserci riuscito ancora… Ma…!’
 
Chiaramente quella sua incredibile forza non era dovuta solo ai poteri multipli che stava usando in quel momento: l’abilità di combattimento, le percezioni e il senso del pericolo dell’Heartdemon erano tutti cresciuti enormemente dal loro primo combattimento. Il continuo uso dei suoi poteri, la sua caccia a Decade e qualunque altra battaglia doveva aver affrontato prima di allora l’avevano fatto evolvere costantemente e immensamente, al punto che, ora che aveva preso il potere di Tsukasa, forse il più grande di quello dei Rider esistenti, era quasi paragonabile ai sovrani di Heartdemons e Heartdevils. E La cosa più spaventosa era che era ancora in crescita: persino in quel momento in cui stava combattendo contro di loro, i suoi movimenti sembravano diventare sempre più affinati e precisi ad ogni nuovo scambio. Di quel passo, sarebbe diventato presto il mostro più terribile mai uscito dagli abissi dell’Oscurità primordiale, assolutamente invincibile…
 
‘Non possiamo permetterlo! Dobbiamo fermarlo qui, ad ogni costo!’ Con quell’urlo mentale, Shizu bloccò un fendente di Diablo ed evocò il Moon Infinity nella mano libera. “Via di lì! Spostatevi!”, gridò rivolta ai suoi alleati e alle compagne. Avendo già notato l’arma dell’amica, Reiko e Itsuki si erano subito fatte istintivamente indietro, mentre i cinque Rider obbedirono nel momento in cui percepirono l’enorme accumulo di potere nello scettro della Warrior. Con la linea di tiro libera, Moon White scagliò un immenso raggio di luce argentea, non dissimile da quello che aveva usato nel primo scontro con l’Heartdemon e che aveva destabilizzato il portale che aveva poi portato lei e le compagne nel mondo dei Kamen Riders, dritto contro il cuore del nemico.
Tuttavia, quest’ultimo rispose facendo fuoco dai cannoni ancora presenti sulle sue spalle, ingaggiando il raggio di energia lunare con una doppia onda di un misto di energia magnetica e demoniaca. Dopo alcuni istanti di stallo in cui entrambi i duellanti avevano continuato a immettere nuova energia nei loro attacchi, la forza di quello di Diablo aumentò al punto da superare quella di Shizu e iniziò a spingere rapidamente indietro il raggio del Moon Infinity, per sommo stupore della guerriera.
 
Un attimo prima che potesse venire colpita, però, numerosi proiettili e colpi energetici, scagliati dalle altre Warrior e dai Rider, piovvero su Diablo, il quale poté solo difendersi con le sue ali da essi, ma finì per venire comunque colpito più volte e i danni, seppur ridotti, gli fecero perdere momentaneamente la concentrazione sul confronto con Moon White e il suo attacco s’indebolì.
 
“Shizu-san! Ora!”, urlò Kouta assumendo la forma Kachidoki Arms e affiancando la sua compagna Warrior, il Hinawadaidai-DJ-Ju stretto in pugno e convertito in forma fucile. Shizu annuì e, nel momento in cui Gaim fece fuoco con la sua arma, lei convogliò più energia possibile nel Moon Infinity per potenziare il proprio attacco. Il raggio di energia lunare s’ingrandì e unì alla sfera di energia multicolore del Rider, generando un colpo così forte che respinse l’onda di Diablo ed esplose in seguito sul petto del mostruoso Heartdemon con violenza inaudita.
 
“…L’abbiamo preso?”, mormorò la Warrior col fiato corto, accettando il braccio di Kouta per rimanere in piedi. Raramente aveva impiegato tanta energia per usare il suo scettro. Le sue compagne e gli altri Rider furono subito accanto a loro.
 
Purtroppo, la risposta alla domanda di Shizu arrivò sotto forma di un’improvvisa emissione di energia che spazzò via l’enorme polverone sollevato dalla precedente esplosione e rivelò la sagoma di Diablo, la cui armatura ora presentava una leggera ammaccatura bruciacchiata sul pettorale.
 
“Non è possibile…”, mormorò Martina, scioccata come il resto delle sue compagne. “Ha preso in pieno un colpo caricato del Moon Infinity e non si è fatto praticamente nulla!”
 
“Heh! Devo ammetterlo, stavolta ho sentito qualcosa. Il potere del Moon Infinity non è davvero da sottovalutare, nemmeno quando non è al suo massimo”, commentò Diablo in tono di scherno, facendo svanire entrambe le spade e i cannoni e pulendosi l’armatura da cenere e polvere con un paio di pacche disinvolte, quasi si stesse sistemando un abito. “Sono contento di vedere che, malgrado il mio potenziamento, siete ancora in grado di farmi divertire, Kamen Rider e Warrior Planet! Se così non fosse stato, devo ammettere che sarei stato molto deluso da voi. Dopotutto, è proprio per permettervi di unire le forze e diventare più forti per affrontarmi che Decade-senpai si è sacrificato, giusto?”
 
Un silenzio furioso rispose a quelle parole, gli occhi di tutti gli eroi ed eroine che fissavano in cagnesco il terribile avversario, ben consapevoli della veridicità delle sue affermazioni. Tuttavia, fu anche grazie a quella consapevolezza che riassunsero tutti delle posizioni di guardia, pronti per un nuovo assalto combinato. Prospettiva che Diablo accolse con un ampio ghigno.
 
“Volete che facciamo sul serio? Bene. Alziamo l’asticella dunque!”, ruggì mentre una nuova foto sulle sue ali si attivava.
 
“KAMEN RIDE: W ABOMINATION! HEAT! METAL!”
 
Il corpo dell’Heartdemon parve dividersi in due metà perfette: il lato destro acquisì un’armatura a piastre rosso scure dai bordi affilati e il lato sinistro una identica ma grigio metallica, mentre sul suo elmo compariva una curiosa corona a W. Tuttavia, il Rider demoniaco non aveva ancora finito, dato che altre due foto su due ali diverse si attivarono subito dopo.
 
“KAMEN RIDE: RYUKI ABOMINATION!/EX-AID ABOMINATION! GEKITOTSU ROBOT!”
 
Le mutazioni stavolta furono mirate: l’armatura del lato destro di Diablo assunse un motivo a scaglie, il piede divenne artigliato e mano e avambraccio si modellarono a formare una testa di drago, dalle cui fauci emerse un forte ruggito. Dall’altra parte, l’armatura del lato sinistro divenne più corazzata e tecnologica e il braccio, in particolare, si ricoprì di grosse placche che lo trasformarono in una sorta di arto robotico con tre grosse dita ad artiglio. Una lunga coda di scaglie grigio-rossastre e terminante in una lama gli spuntò dalla parte bassa della schiena e, infine, il suo elmo formò delle punte metalliche ai lati e un visore davanti all’occhio sinistro.
 
“Oh, merda…”, mormorò Sento. “Sta usando i poteri di Shotaro per combinare ulteriormente le sue varie modalità di combattimento! È come se ora non stesse più usando allo stesso tempo i poteri di diversi Kamen Rider, ma li stesse proprio fondendo insieme!”
 
“Risposta esatta, Build!”, confermò beffardo Diablo. “E ora ne proverete la forza!”
 
Portato avanti il braccio destro, il Rider demoniaco scagliò dalla bocca del drago un’immensa fiammata tra il rosso sangue e il nero, tanto potente da sciogliere il terreno sopra cui passava in magma. Il gruppo si separò rapidamente per evitare di essere investito in pieno, ma Diablo piombò in mezzo a loro come un falco affamato e colpì il suolo con il braccio robotico, scatenando un’onda d’urto tanto forte da spaccarlo in due e scagliare a terra tutti i suoi avversari.
Rialzatosi, Kouta fu il primo ad attaccare impugnando le bandiere che aveva sulla schiena e trasformandole in due scettri di fuoco con cui assalì l’avversario, che però lo respinse senza problemi col suo braccio robotico. Subito dopo, furono Sento, Haruto ed Emu, assunte rispettivamente le forme TankTank, All Dragon e Maximum Mighty X, ad attaccare, ma di nuovo Diablo bloccò ogni colpo con un incredibile combinazione di arti marziali e concluse pure con un anello di fuoco generato dalla testa di drago sul braccio destro, ustionandoli e facendoli ripiegare.
 
Sfruttando il suo potere su quell’elemento, Reiko usò Excalibur per aprirsi un varco tra le fiamme e condusse Shizu, Silvia e Martina contro il nemico dal lato sinistro, mentre dal lato destro fu Marisa a creare un passaggio nel fuoco grazie ai suoi poteri sull’acqua, per poi scagliarsi sul demone insieme a Elena e Nanà. Di nuovo senza troppi problemi, Diablo bloccò gli attacchi di luce, ombra e fuoco delle tre Warrior col braccio meccanico e, in seguito, usò al contempo le ali per respingere i laser della cyborg e la coda per allontanare le quattro. Subito dopo, generò dalla bocca della testa di drago una nuova fiammata che si scontrò con il getto di acqua e veleno circondato dal vento lanciato dalle altre Warrior, con una conseguente nuova, violenta esplosione.
 
Allora Takeru ed Eiji, entrati rispettivamente in forma Boost Benkei e SaGoZou, cercarono di attaccare il nemico alle spalle, mentre Gentaro e Shotaro, ancora nelle loro forme Magnet e LunaTrigger, sparavano senza tregua per attirare la sua attenzione. Diablo parò ancora i vari proiettili e raggi con le sue ali, mentre con i suoi arti potenziati respingeva ogni colpo ravvicinato, persino quelli superpotenziati della nuova combinazione di Medal di OOO, e rispondeva con poderosi montanti, ganci e calci che mettevano a dura prova i suoi avversari. A un tratto, il Rider demoniaco concentrò un’enorme quantità di energia nel braccio robotico e, con un pugno in avanti, creò una nuova, enorme onda d’urto che investì e mandò a rotolare per terra tutti i suoi avversari.
 
A quel punto, Tomari, usando ancora la velocità di Formula, si lanciò sul nemico impugnando il fucile Trailer-Hou, mentre alle sue spalle, agendo insieme, Itsuki convogliava i propri fulmini nella lama della spada di Haruka ed Erika e Inori univano i loro poteri per avvolgere il Drill Crusher -di nuovo prestato alla prima da Sento- in uno spesso strato di terra e metallo che ne potenziò la trivella. Drive sparò numerose sfere di energia azzurra con la sua arma e Warrior Saturnus generò una raffica di spuntoni di metallo, tuttavia l’Heartdemon respinse entrambe le offensive con dei raggi lanciati dal braccio robotico. La sua distrazione permise alle Warrior Iupiter e Mercurius e al giovane Omega di raggiungerlo e di attaccarlo con i loro poteri e armi, ma anche questo non bastò: Diablo usò la testa di drago e le gambe per contrastare ogni attacco e rispondere con una poderosa palla di fuoco, tanto potente da sbalzare via tutti e cinque con la sua esplosione.
 
“Non basta! Ancora non mi basta! Avanti, datemi di più!”, ruggì il terribile guerriero infernale alzando entrambe le braccia. “Combattiamo ancora! ANCORA!”
Le fiamme soffiate dalla testa di drago si combinarono con i laser sparati dal braccio robotico e con altre fiamme sputate dalla bocca primaria del demone in un unico gigantesco attacco, che colpì in pieno tutti i Rider e le Warrior e generò una detonazione devastante, nemmeno paragonabile alle precedenti. Quando il fumo si diradò, i due gruppi di combattenti erano a terra, stremati, feriti e bruciati terribilmente e faticavano a rialzarsi.
 
“A-Assurdo…”, mormorò Gentaro con un filo di voce, affondando le dita nel terreno e sforzandosi di alzare il busto, mentre frammenti di corazza gli cascavano davanti. L'astronauta non era certo nuovo alla paura, ma era la prima volta che quel sentimento lo avvolgeva nel suo più essere profondo, quasi impedendogli di muoversi e compiere il proprio dovere.
 
Diablo avanzò sprezzante, seguito a breve distanza dalla fusione aberrante dei suoi fratelli, e osservò i venti combattenti con un’espressione quasi delusa. “Già finito? Non è certo con uno scontro così breve che anelavo di raggiungere la mia forma perfetta. Ben più valore e forza avete mostrato ai miei fratelli”, ruggì l'Heartdemon ricevendo un cenno di approvazione dalla creatura alle sue spalle, le cui molteplici sconfitte erano molto fresche nella sua pur confusa memoria.
 
Reiko sbatté il pugno a terra, arroventandolo fino a trasformare la polvere sotto le dita in vetro. “Tranquillo, Diablo, abbiamo appena cominciato. Dopotutto, non sei certo stato l'unico a migliorare”, disse la principessa terrestre rievocando scettro e spada e sbattendoli tra loro, presto affiancata dal resto dei compagni.
 
Diablo guardò con ironica soddisfazione i Rider che fornivano alle rispettive partner una delle loro armi, per chi non le aveva: Elena imbracciò la Metal Rod di Shotaro, Marisa mise mano a un Medal Blaster, Martina inserì l'Elek Switch nel proprio braccio, Nanà prese l'Handle Ken, Silvia la spada di Takeru, Inori si batté nel palmo della mano il Gashat Hammer ed Erika strinse con più forza possibile il Drill Crusher.
 
I mostri al servizio di Diablo guardarono un po' famelici, un po' divertiti le loro avversarie, e sembrarono farsi più aggressivi per un istante, ma un gesto secco di Diablo li fermò subito. Tutti tranne la creatura nata dalle anime dei suoi fratelli, la quale avanzò fino a trovarsi accanto a lui. Il Rider demoniaco la fissò con sguardo lievemente disgustato per un paio di secondi, poi scrollò le spalle con fare quasi rassegnato.
 
“Volevo occuparmi di voi da solo, ma pare che il mio secondo si sia fin troppo agitato a causa del nostro scontro, quindi direi che il nostro 1 vs 20 si dovrà trasformare in un 2 vs 20”, disse prima di rivolgere un cenno alla mostruosità al suo fianco. Questa lanciò un ruggito raccapricciante, tanto stridente da far sanguinare le orecchie, e, insieme a Diablo, si scagliò contro gli avversari.
 
Questi ultimi capirono subito che la situazione si era appena aggravata considerevolmente e così, con un semplice sguardo e cenno collettivo, i venti combattenti si divisero in due gruppi da dieci e ingaggiarono i nemici. Il gruppo formato da Martina, Haruka, Silvia, Takeru, Itsuki, Emu, Inori, Tomari, Nanà e la stessa Reiko incrociò le armi con il Demon Rider, mentre il gruppo composto da Shizu, Kouta, Eiji, Marisa, Elena, Shotaro, Sento, Erika, Gentaro e Haruto si ritrovò ad affrontare l’abominio infernale.
La prima squadra di difensori della giustizia ebbe nuovamente modo di vedere quanto la tecnica di Diablo si fosse affinata negli ultimi tempi, venendo più volte feriti e riuscendo a schivare i colpi mortali solo grazie alla rispettiva esperienza o al supporto dei compagni. Non di meno il demoniaco guerriero calcava sempre più la mano, cambiando di continuo arma e stile di combattimento per confonderli o contrastando i loro attacchi più potenti con devastanti emissioni di energia oscura, fiamme infernali e laser letali.
L’altra squadra fu più volte tentata di andare ad aiutarli, ma capirono immediatamente che non sarebbe stato loro possibile quando l’amalgama di demoni sconfitti in precedenza prese ad attaccarli con devastanti colpi dei suoi arti o emissioni di aura demoniaca potenti quasi quanto quelle di Diablo. In breve, furono costretti sulla difensiva e non poterono far altro che concentrarsi sul nemico davanti a loro e sperare che gli altri sarebbero stati in grado di resistere al loro avversario, anche senza l’aiuto di tutti.
 
Fu Takeru a ridare a sé stesso e compagni un vantaggio, seppur piccolo. Il giovane monaco assunse la forma Grateful Damashii e, coadiuvato da Haruka, Itsuki e Silvia, impegnò Diablo in un frenetico scontro all’arma bianca. Haruka, in particolare, si trovò costretto ad abbracciare più che mai i violenti istinti da Amazon, gli stessi che aveva sempre ripudiato per il solo scopo di restare vivo e che ora erano l’unica cosa che poteva permettergli anche solo di confrontarsi col terribile nemico.
Proprio vedendo come l'Heartdemon sembrasse leggere e contrastare tanto facilmente le loro mosse, Takeru decise di assumere delle misure drastiche e premette più volte il pulsante a lato del suo Driver.
 
'Amici miei, se venissi assorbito, non so cosa ne sarebbe di voi, quindi non esitate a scappare nel caso dovesse accadere!', pensò il Kamen Rider, mentre attorno a lui apparivano, uno dopo l'altro, gli spiriti dei luminari dei suoi Eyecon nella loro forma spettrale. I quindici fantasmi formarono un vortice colorato attorno a Diablo, bloccandogli la visuale e infliggendogli leggeri ma continui danni, oltre a dare modo agli altri Rider e Warrior di attaccarlo con più libertà ed efficacia.
 
“Mi complimento per l'inventiva, Ghost-senpai. Un tale numero di avversari è effettivamente problematico, tuttavia evocare in una volta sola l’intera fonte dei tuoi poteri non mi sembra esattamente la mossa più furba”, disse empio il Demon Rider, mentre la carta di Kuuga sulla sua ala s’illuminava di nuovo.
 
“KAMEN RIDE: KUUGA ABOMINATION! ULTIMATE!”
 
La sua testa di drago mutò in un braccio avvolto da una pesante corazza nera solcata da venature dorate e dotata di spuntoni su spalle e gomito, mentre in mano gli si materializzava un grosso spadone nero e oro avvolto da scariche elettriche. Con un singolo fendente che parve sprigionare la forza di una tempesta, l’Heartdemon spazzò via Takeru e tutti i luminari, che caddero a terra nella loro forma di Rider.
Per fortuna questo diede tempo a Reiko e Silvia di colpirlo alle spalle, unendo le loro armi e generando all'impatto una forte colonna di fiamme nere.
 
'Che dolce ironia', pensò Martina con un certo sarcasmo nel vedere la forma di quell'attacco. Conscia però di come non fosse neanche lontanamente sufficiente a concludere lo scontro, ripartì all'attacco aiutata da Tomari, Nanà, Inori, Emu, Haruka e Itsuki.
Diablo riemerse dall’attacco di Reiko e Silvia praticamente illeso e, in quel momento, il pugno della coraggiosa androide, potenziato dalle scariche elettriche dell’Elek Switch, lo colpì dritto in una delle lenti, ma l'Heartdemon parve a malapena sentirlo e non tardò a contrattaccare con un velenoso calcio al fianco che la sbatté violentemente a terra, prima di voltarsi verso il resto dei nemici.
 
Il perfido guerriero, memore dell’attacco a sorpresa dei partner dei primi Heisei Rider, si mosse più fluidamente che poté, concentrandosi sullo schivare e contrattaccare alla prima occasione col solo scopo di guadagnare quanto più spazio di manovra possibile. Fu solo quando Silvia vide brillare sulle sue ali una nuova carta, il cui Rider aveva un familiare motivo a scarabeo, che intuì il suo piano.
 
“Takeru, Newton! Dovete bloccarlo prima che-”, provò ad avvertire la guerriera di Plutone, ma ormai era troppo tardi e il Driver del nemico si attivò ancora.
 
“KAMEN RIDE: KABUTO ABOMINATION! CAST OFF!”
 
Il braccio sinistro di Diablo perse l’artiglio gigante e mutò in una forma più leggera e lucida, simile alla corazza di un coleottero, da cui sprizzarono scintille azzurre. Prima che Takeru potesse usare i poteri di Newton per bloccarlo sul posto, il demone si mosse a una velocità praticamente impercettibile e colpì con lo spadone prima tutti i luminari, spedendoli in aria e facendoli svanire in nuvole di polvere dorata, e poi i Rider e le Warrior. Questi si sentirono letteralmente travolgere da un treno di energia oscura che li spedì tutti a terra con gravi ferite; persino Reiko, che aveva intercettato l’attacco grazie allo scettro di Gaia, non fu in grado di resistere e subì duramente il colpo.
 
“Vi impegnate davvero, ma non basta ancora!”, li derise Diablo battendosi il piatto dello spadone sulla spalla. In quel momento, però, il suo braccio destro parve tremare e del sangue scuro colò da esso, suscitando un’espressione sorpresa nel demone. “Oh? Ma guarda, a quanto pare i poteri delle forme finali dei Rider sono difficili da controllare anche con la forza di Decade. O forse è perché non ho ancora assorbito il vero Kuuga? In ogni caso, poco importa”, rifletté a bassa voce per poi voltarsi verso Haruka e puntargli contro lo spadone. “È ora che inizi a prendermi i vostri poteri e inizierò proprio da te, Omega-senpai! L’ultimo a diventare un Kamen Rider sarà il primo a essere assorbito! Ha! Che amara ironia! Quasi mi sento in colpa, lo sai? Ma solo quasi!”
 
Haruka fissò terrorizzato la lama dello spadone che incombeva su di lui e fu certo che ormai fosse la fine. Sarebbe stato assorbito senza poter fare niente né per sé stesso né per i suoi compagni. Arrabbiato e deluso dalla propria debolezza, il giovane Amazon chiuse gli occhi e attese il colpo fatale che, tuttavia, non arrivò mai.
Riaprendoli, fu stupito di vedere Diablo circondato da un’aura verde di assurda intensità e bloccato a mezz'aria, gli arti in preda a bizzarri tremori e scricchioli metallici. Un attimo dopo, capì che era proprio quell’aura a tenerlo imprigionato.
 
“Chi ha osato?!”, chiese empio il demone, liberando una grande quantità di energia negativa per liberarsi, ma per sua somma sorpresa l’aura verde divenne solo più forte e lo trattenne ancora di più, tirando i suoi arti così forte che sentì l’armatura iniziare a incrinarsi e le articolazioni stridere per la tensione. Digrignando i denti per il dolore, girò ripetutamente lo sguardo finché non avvistò Inori.
 
Sorretta da Emu, Tomari e Nanà, la più giovane delle Warrior teneva la mano puntata contro di lui ed era avvolta dallo stesso alone verde che circondava il nemico, la cui intensità continuava a crescere gradualmente, assumendo al contempo una forma umanoide che Silvia riconobbe bene.
 
“Lo spirito di Saturno”, mormorò allibita, ricordando il suo incontro col più violento dei Pater Spiritus. “È quasi riuscita a risvegliarlo completamente”, realizzò, la voce allo stesso tempo impressionata, speranzosa e dubbiosa, mentre non poteva fare a meno di chiedersi se il potere dei loro angeli custodi potesse competere con quello di Diablo mescolato alle abilità degli Showa Rider e di Decade.
 
Dall'altra parte del campo di battaglia, Shizu era impegnata assieme a Kouta, Elena, Eiji, Marisa, Shotaro, Sento, Erika, Gentaro e Haruto a cercare di sconfiggere il più presto possibile l'entità nata dai prototipi di Diablo, ma l’impresa si stava rivelando molto più ardua del previsto, nonostante la superiorità numerica.
Shizu e Kouta, sfruttando il lavoro di squadra sviluppato nella loro ultima collaborazione, menarono diversi colpi con le loro armi verso il corpo del mostro, ma questo incassò tutti i colpi senza subire danni rilevanti per poi scagliare un pugno che, evitato dai due, si schiantò al suolo con tale violenza da farlo esplodere. Allora fu Haruto ad attaccarlo alle spalle insieme ad Erika e Sento, ma né gli artigli del primo né le armi dei secondi ebbero grossi effetti sull’abominio, che barcollò solo per alcuni di secondi, prima di sferrare un manrovescio che Haruto evitò volando in alto, mentre Sento si mise davanti ad Erika e incrociò le braccia per pararlo e difenderla. Per suo stupore, il colpo fu comunque così forte che nemmeno la forma TankTank bastò a resistere a esso e lo scienziato si trovò a volare in aria dopo l’impatto, atterrando rovinosamente alcuni secondi dopo.
 
““Sento/Sento-san!!””, urlarono Erika e Gentaro, prima di voltarsi furiosi verso il nemico, in particolare la prima, che aveva visto il compagno venire ferito per proteggerla. La Warrior scagliò una serie di spuntoni di roccia contro il nemico, mentre Gentaro sparò coi cannoni di Magnet e, vicino a loro, Shotaro cambiò la propria forma in HeatTrigger per sparare proiettili più potenti e rapidi dei precedenti. La raffica di rocce e proiettili magnetici e infuocati impattò ripetutamente sulla chimera, che indietreggiò agitando frenetica le braccia per difendersi dalla feroce offensiva.
 
Non fece molti passi, però, che Marisa ed Elena lo presero da dietro con un attacco combinato di vento e acqua, facendo barcollare ancora di più il mostro che, infine, crollò in ginocchio. A quel punto, fu Eiji ad attaccarlo portandosi davanti a lui e sferrando un potentissimo montante potenziato dalla forma SaGoZou, che sbalzò indietro la testa del nemico e lo fece crollare a terra.
Per stupore di tutti, però, l’abominio si rialzò dopo solo pochi secondi e, mentre le sue ferite si rigeneravano rapidamente, lanciò un ruggito terrificante per poi attaccare il gruppo con una carica inferocita. I Rider e le Warrior evitarono l’assalto, ma il mostro non vi badò e continuò ad attaccarli praticamente alla cieca, ignorando persino i loro nuovi attacchi che, per quanto lo colpissero ripetutamente, non riuscivano a infliggergli alcun danno rilevante.
 
Il gruppo di eroi ed eroine capì presto che attaccare frontalmente non sarebbe mai bastato. La creatura era un assoluto carrarmato ed era in grado di assorbire gli attacchi dei rivali senza problemi e di scagliarli a terra a ogni colpo, come fossero fuscelli; in breve, in termini di resistenza e pura potenza, non era affatto inferiore allo stesso Diablo. Tuttavia, notarono presto anche un’altra cosa: a differenza di quest’ultimo, fortunatamente la chimera non sembrava dotata di reale intelletto e continuava a combattere in modo non dissimile da un berserker, puntando tutto sulla brutale sopraffazione degli avversari. In breve, era un nemico indubbiamente molto violento e pericoloso, ma facile da prevedere ed evitare. Avrebbero dovuto sopraffarlo sfruttando quella chiara debolezza.
Di colpo, però, il mostro parve notare con la coda dell'occhio il ‘fratello’ intrappolato e si mosse verso di lui con l’apparente intenzione di aiutarlo, tuttavia venne subito bloccato a sua volta da una catena alla cui estremità si trovava un ananas metallico.
 
“La tua battaglia è con noi!”, gli ruggì contro Kouta, tirando indietro la catena aiutato da Gentaro, Elena e Shotaro. L'essere diede uno strattone per attirare a sé i nemici e la sua forza fu tale che Rider e Warrior sentirono la catena strappare i guanti e graffiare loro le mani, ma non cedettero minimamente, anzi tirarono più forte. Allo stesso tempo, Shizu, Haruto, Marisa, Eiji, Erika e Sento tempestarono di fendenti e proiettili il corpo del mostro, nel tentativo di danneggiarlo il più possibile ora che era bloccato.
 
Purtroppo l’intervento dell’abominio non si rivelò necessario: espandendo a dismisura la sua energia demoniaca, Diablo riuscì infine a scendere a terra, piantando con tanta forza i piedi da incrinare il suolo. “Sono positivamente impressionato dalla tua evoluzione, figlia di Saturno”, ammise il guerriero demoniaco, scrocchiando il collo. “Riuscire a sfruttare il potere di una divinità, seppur in modo incompleto, non è cosa da poco, soprattutto per una persona così giovane, devo complimentarmi… Ma la tua evoluzione è ben misera cosa paragonata alla mia! Ho già superato questo livello da tempo!”
 
“KAMEN RIDE: KIVA ABOMINATION! EMPEROR!/WIZARD ABOMINATION! INFINITY!”
 
Allargando le mani, Diablo evocò con scoppi d'energia un lungo spadone la cui elsa ricordava un teschio a forma di pipistrello nella mano destra e una grossa ascia dalla lama simile all'ala di un drago nella mano sinistra: rispettivamente riproduzioni delle armi finali di Kiva e Wizard. Allo stesso tempo, il suo braccio destro venne rivestito da un’armatura a piastre oro scuro e lo spallaccio modellato ad ala di pipistrello, mentre il sinistro acquisì un’armatura a placche che pareva fatta di diamanti neri. L’aura del demone si amplificò a livelli spaventosi, al punto che il gruppo di eroi ed eroine non poté fare a meno di indietreggiare di un passo.
 
Tuttavia accadde anche qualcosa di anomalo: numerose scariche elettriche presero a uscire dal corpo di Diablo e quest’ultimo barcollò vistosamente, mentre sangue scuro prendeva a grondare dalla sua armatura. Quella reazione fu subito familiare sia ai Rider che alle Warrior, dato che era fin troppo simile ai rigetti causati dall’accumulo di troppo potere che avevano mostrato i suoi fratelli.
A loro differenza, però, questa ebbe breve durata perché Diablo recuperò in fretta la sua stabilità e, con un urlo, disperse le scariche elettriche che lo circondavano espandendo al contempo la sua aura ancora di più. Nonostante questo, il sangue che colava dal suo corpo non sembrò arrestarsi completamente.
 
Il primo a reagire fu Emu, il quale, malgrado la paura, analizzò la scena con occhi da medico e capì rapidamente: ‘Non riesce ancora a usare tutti i suoi poteri al 100%, almeno non quelli delle nostre forme finali. Sono troppo potenti a usarli insieme, anche coi poteri di Decade a supportarlo!’ Con quel pensiero, si volse verso Inori e le prese la mano stringendola incoraggiante. Quando la ragazzina lo guardò, le sorrise sotto l’elmo. “Non è finita!”, esclamò rivolta tanto a lei quanto agli altri. “Se sei riuscita a costringerlo a potenziarsi così, vuol dire che non siamo avversari così semplici per lui! Inoltre, è chiaro che quei poteri sono troppo persino per lui! Le forme finali di noi Kamen Rider non sono un gioco, non può usarle senza problemi senza assorbirci, nemmeno dopo aver preso Tsukasa-san! Possiamo vincere! Soprattutto perché nemmeno noi abbiamo ancora dato tutto!” E sollevò davanti alla giovanissima Warrior un Gashat familiare, lo stesso creato da Kuroto Dan per distruggere Umbrella: il Demon Slayer Gashat. “Abbiamo un’arma segreta, no?”
 
Inori spalancò gli occhi nel vederlo per poi sorridere ampiamente. “Giusto!”
 
“Fategli vedere chi siete”, disse Nanà, rivolta ai due. Il discorso di Ex-Aid aveva rinvigorito tutti e lei lo dimostrò immediatamente scagliando diverse sfere velenose contro Diablo per distrarlo, subito supportata da Tomari, Silvia e Takeru. L’Heartdemon subì i loro colpi per un paio di secondi, dopodiché mosse entrambe le sue nuove armi e sferrò un fendente simultaneo con esse, generando una gigantesca onda di energia rossa, indaco e argentata che raggiunse e investì i Rider e le Warrior con inaudita velocità e violenza. Solo Tomari fu abbastanza rapido da reagire a quell’offensiva tanto inaspettata, ma poté solo buttarsi contro i suoi compagni e compagne per trascinarli a terra e attutire l’impatto dell’onda, che riuscì comunque a colpirli e scagliarli via come foglie al vento.
 
Le loro azioni riuscirono però a dare a Emu e Inori il tempo necessario per prepararsi: i due misero insieme mano al Gashacon Key Slayer e vi inserirono dentro il loro più recente Gashat. “Demon Slayer Mighty X!”, scattò il sensore dell'arma, sintonizzandosi con l'aura smeraldina della Warrior e dandole l'aspetto di un tondeggiante cavaliere corazzato.
 
A quel punto, i due corsero verso i lati di Diablo, con Inori che stava tenendo in mano l’arma per potenziarla ulteriormente con l’aura di Saturno, e scattarono contro di lui allo stesso tempo. Il Rider demoniaco alzò entrambe le sue armi contro di loro, ma per sua sorpresa fu solo Emu ad attaccarlo con una strategia imprevista: all’ultimo istante, il Rider balzò fuori dall’armatura gigante di Maximum Mighty X, che si mosse in seguito con il pilota automatico assaltando il demone insieme al suo possessore. Emu e l’armatura attaccarono ripetutamente con colpi che l’avversario parò facilmente per poi sbalzarli via con un unico fendente della spada di Kiva, ma quel doppio attacco non era altro che una distrazione: approfittandone, Inori gli arrivò alle spalle e menò un fendente con il Gashacon Key Slayer contro la schiena di Diablo. Quest’ultimo se ne avvide e usò l’arma di Wizard per bloccare il colpo all’ultimo istante, ma, proprio quando lo fece, la giovanissima Warrior rilasciò in una volta tutta l’energia accumulata. Questa si scontrò con l’energia demoniaca del Demon Rider e scatenò così una devastante esplosione viola e verde, che creò un profondo cratere sotto i contendenti e lanciò in ogni direzione migliaia di schegge metalliche avvolte in aura anti-demone.
 
I Rider e le Warrior circostanti riuscirono ad abbassarsi a terra per evitarle, ma molti dei demoni dell’esercito di Diablo che li circondavano non furono così fortunati e vennero letteralmente fatti a pezzi dalla raffica mortale. Alcune, però, colpirono proprio il fianco e la schiena della chimera che stavano affrontando Shizu, Kouta e compagni, proprio quando quest’ultima aveva mandato in frantumi la catena con un gesto secco delle braccia e si apprestava ad attaccarli con un’onda di aura negativa.
L’essere ringhiò dal dolore e perse l’energia che stava accumulando, mentre la sua aura e la sua carne sembravano venire letteralmente squarciate dalle schegge. Sangue marcescente prese a colare dalle ferite, avvolte da una strana luce viola pallido che pareva aggravarle a ogni secondo, come un acido.
 
“Ha spezzato le sue difese!”, esclamò Sento impressionato, lasciando andare il pezzo di catena che gli era rimasta in mano con un certo sollievo. Quella prova di forza aveva messo in seria difficoltà anche la sua forma TankTank. “Concentrate gli attacchi in quei punti, ragazzi!”
 
Gli altri non se lo fecero ripetere e assalirono l'orribile abominio con tutte le armi a loro disposizione, attaccando da entrambi i lati per impedirgli di proteggere a dovere la ferita.
 
'Se non gli diamo scampo cadrà!', pensò Kouta, attivando a piena potenza il suo fucile Dubstep e sparando un fascio di energia arancio direttamente nel petto del nemico, il quale fece a malapena in tempo a incrociare le braccia per difendersi, ma venne comunque spinto indietro e ferito seriamente dal colpo.
 
Shizu, intanto, aveva cominciato ad avvolgere Gabriel con un vorticare di polvere scintillante, che divenne sempre più fitto e rapido. L'antica principessa dell'Eden prese un profondo respiro e passò un dito sulla lama, prima di mirare dritto al fianco della bestia, nella speranza che i suoi compagni lo impegnassero solo qualche altro secondo. Balzò in avanti, con la mantella e la treccia color argento che sventolarono per lo spostamento d'aria, e menò un affondo carico di energia, intenzionata a penetrare il corpo dell'avversario e farlo poi esplodere dall'interno.
 
“Vi state veramente sopravvalutando, principessa Anastasia”, disse all’improvviso una voce familiare quando era ormai giunta a meno di un metro dall'obbiettivo.
Un enorme braccio nero crebbe dalla spalla della chimera per afferrare la Warrior, sollevandola e facendole cadere Gabriel. In seguito, sul gomito dell’arto deforme, apparve un volto molto familiare.
 
“Griemhild! Ma come... Come?!”, esclamò scioccata Shizu, divincolandosi invano. Il braccio la teneva saldamente, come fosse stata un pupazzo senza fili.
 
“Io e i miei sfortunati fratelli dobbiamo ringraziare Warrior Saturnus per averci risvegliato”, le spiegò il volto del crudele Heartdemon, mentre il corpo principale del mostro cominciava a rispondere agli altri attacchi nemici con una coordinazione ben maggiore. “Quando Lord Astaroth ha riunito le nostre anime in questo abominio, eravamo troppo sconvolti per recuperare un nostro senso di individualità e combattere come si deve. L'attacco della tua amichetta, per quanto doloroso, era lo shock necessario a riprendere coscienza di noi stessi e collaborare per quest'ultima rivalsa, forse proprio perché era un colpo destinato ad annientare i demoni!”
 
Eiji, più di tutti, aveva ascoltato con orrore quelle parole e ripensò a tutte le occasioni in cui aveva visto persone o anche mostri asserviti ad altri per i loro sporchi comodi. In preda a una furia che di rado aveva provato in vita sua, assunse la forma PuToTyra e attaccò ferocemente il mostro chimerico, utilizzando in contemporanea la sua spada e l'ascia della sua forma più potente, che già sapeva essere efficace contro i demoni. A lui, inoltre, si unirono Haruto, Shotaro e Gentaro, il primo attaccando a distanza ravvicinata con gli artigli avvolti in terra e fuoco della forma All Dragon, i secondi con i proiettili magnetici del Magnet Switch e quelli di fuoco della forma HeatTrigger.
 
“IFRIT!”, urlò Eiji battendo le ali da pterosauro e sprigionando una folata di vento gelido, mentre spingeva con quanta forza aveva contro l’abominio. “Se è rimasto qualcosa di te in questo corpo e se hai imparato qualcosa dal nostro scontro, ribellati!”
 
I compagni Rider rimasti si unirono a OOO combinando i loro poteri in un piccolo vortice di vari elementi, che arrivò al punto da ustionare persino quel terribile nemico e lo costrinse a lasciare finalmente Shizu, anche se quest’ultima subì comunque un tremendo manrovescio dal nemico. Tuttavia, nel giro di pochi attimi, questi rispose all’offensiva multipla ricoprendosi di familiari fiamme viola, che crebbero subito a un'intensità molto superiore di quella che Eiji conosceva e aveva già avuto modo di provare.
 
“Mi dispiace, Eiji”, disse la malinconica voce di Ifrit, mentre il volto del demone compariva sulla spalla destra dell’abominio. “Anche stavolta sono io a dovermi affidare a te per avere il riposo eterno.”
 
L’istante successivo, dal corpo della chimera esplose una gigantesca conflagrazione che investì il gruppo di coraggiosi combattenti, scagliandoli via per tutto il campo di battaglia con non poca soddisfazione da parte di Diablo.
 
“Avevo avuto le mie rimostranze quando Lord Astaroth mi ha affidato la fusione dei miei fratelli, ma devo ammettere che, non fosse stato per lui, forse non sarei riuscito a resistere così bene ai vostri attacchi combinati. Non pensi, Warrior Saturnus?”, chiese beffardo il demone ai due avversari di fronte a lui, mentre riemergeva dalla colonna di fumo sollevata dall’esplosione che lo scontro tra il suo potere e quello della giovanissima Warrior ed Ex-Aid aveva causato.
 
L'attacco di Inori ed Emu era in effetti riuscito a danneggiarlo non poco, grazie alla combinazione del pieno potere di Saturno e del Gashat anti-demone, come testimoniavano le lacerazioni sulle ali e le numerose ammaccature e crepe sulla corazza, ma erano ben lungi dall’essere ferite letali. Dopo giorni di sfide continue, i poteri assorbiti e l’evoluzione subita, era necessario ben altro per distruggere la mostruosità che ambiva a rimpiazzare tutti i Kamen Rider.
L'impatto aveva inoltre privato Emu della sua forma Maximum Mighty X e ora il medico stringeva a sé una sanguinante Inori, mentre nella mano libera teneva il suo fidato martello, pronto a usarlo nonostante il visibile tremore. Inori, dal canto suo, ancora stringeva il Gashacon Key Slayer a sé, ma era chiaro che non era più in grado di brandirlo né di stare in piedi; il suo braccio era talmente malridotto che sembrava sul punto di staccarsi e la ragazzina stava chiaramente faticando per non gridare o piangere per il dolore.
 
“Non...osare...avvicinarti…”, minacciò il giovane medico con una nota di fredda ferocia nella voce, ma Diablo avanzò verso di loro senza fare una piega.
 
“Tranquillo... Prometto che sarà indolore per entrambi”, disse l’Heartdemon con tono quasi rispettoso, sollevando poi le sue armi per vibrare il colpo finale.
 
Fortunatamente, venne interrotto quando Tridoron, lanciato in corsa a tutta velocità, lo travolse trascinandolo attraverso le linee nemiche e bloccandolo tra un subordinato e l'altro. Tomari apparve quindi davanti ai due compagni ancora in modalità Formula, la cui altrimenti immacolata carrozzeria bianca e azzurra, però, era ora ricoperta di bruciature e sangue, chiaro risultato dell’ultimo attacco del terribile avversario.
 
“Mad Doctor!”, esclamò il Driver del poliziotto quando questi vi infilò una Shift Car a forma di ambulanza. Inori ed Emu furono quindi avvolti da un bagliore bianco accompagnato da forti scariche elettriche e un dolore quasi atroce, ma alla fine del processo almeno sembravano di nuovo in forze e le ferite della ragazza non erano più così gravi.
 
“Tomari-san, ti prego... Mai più”, disse Inori passandosi una mano tra i capelli castani, madidi di sudore, mentre Emu l’aiutava a rialzarsi.
 
“Scusa, Inori-chan. So per esperienza che Mad Doctor non è il migliore dei trattamenti, ma Shizu-chan è stata scagliata via e dovevo agire subito”, si scusò il poliziotto mentre venivano raggiunti anche dagli altri. Anche loro erano stati in parte curati da Mad Doctor, tuttavia erano ben lontani dallo stare bene, sia fisicamente che mentalmente.
 
“Tranquillo, Tomari-san, abbiamo altro a cui pensare”, s'intromise Emu. “Ci serve un piano per risolvere questa situazione, perché anche se lo Zi-O di cui parlava Sento arrivasse, potrebbe essere già tardi.”
 
“Personalmente vedo tre metodi per vincere questa battaglia, o quantomeno avvicinarci all'obbiettivo”, disse di colpo Krim, illuminando la cintura che ospitava la sua mente con un'espressione molto seria. “Uno è di uccidere la creatura nata dai fratelli di Diablo, quantomeno guadagneremo un po’ respiro. Il secondo è attendere l'arrivo dell'ammiraglio Moonlein, ma come notato da Ex-Aid potrebbe già essere tardi per allora. L'ultimo è liberare gli Showa Rider e Decade, che ovviamente ci darebbero tutto il loro supporto.”
 
“Lo sa il cielo se abbiamo bisogno di loro”, esclamò Inori. “Ma Diablo non ci farà mai avvicinare né alle sue croci né al suo Driver!”
 
“Occorre un piano preciso se vogliamo riuscirci. Posso sentire il potere di Diablo vibrare pericolosamente a ogni nuovo attacco. Anche se non sembra, si sta sforzando notevolmente, perciò possiamo approfittarne, ma non possiamo limitarci ad attaccarlo frontalmente”, disse Silvia pulendosi un rivolo di sangue dalla fronte.
 
“Allora dovrò agire in maniera più indiretta, se possibile”, parlò in quel momento Shizu, mentre raggiungeva il gruppo sostenuta da Reiko. L'ultimo attacco l'aveva visibilmente ferita in modo grave, al punto che quasi metà del suo viso era ustionata, ma grazie al pronto intervento della cugina aveva avuto il tempo di curarsi dai danni peggiori. “Se spingo le mie capacità telepatiche fino al limite, forse potrei raggiungere Tsukasa e gli altri Rider intrappolati, aiutandoli a fuggire.”
 
“È un buon piano… Ma pensi di poterlo fare mentre combatti?”, le chiese Emu. Shizu, conoscendo le proprie abilità, scosse la testa.
 
“No, avrò bisogno di protezione”, spiegò sinceramente. “Se perdo la concentrazione, potrebbe essere la fine per tutti noi.”
 
Il gruppo di Rider e Warrior si girò nella direzione di Diablo. Dopo essersi finalmente scrollato di dosso Tridoron, il Rider infernale aveva nuovamente tentato di raggiungerli, tuttavia i loro compagni lo stavano ancora trattenendo. Poco lontano, anche la chimera formata dai fratelli di Diablo ancora lottava furiosamente con gli altri Rider e Warrior.
 
“Facciamolo!”, disse convinta Reiko, dopodiché si dispose a cerchio attorno a Shizu assieme agli altri. Quest’ultima si portò le dita sulle tempie e iniziò a espandere i propri pensieri fino a Diablo.
 
La coscienza dell'Heartdemon era un buco nero di sconvolgenti emozioni negative, un abisso di avidità e pura arroganza in cui era facile perdersi. La guerriera della Luna dovette fare perno su tutto il suo addestramento e la sua forza di volontà per non annegare in quell’oscurità soverchiante e focalizzarsi invece sulle piccole luci che si agitavano freneticamente all’interno.
 
'Avanti, ascoltatemi. Vi prego', ripeté la ragazza all'infinito nella propria mente, cercando di svegliare i pensieri dei Rider intrappolati, tuttavia nessuno le rispose. Era chiaro che stavano lottando disperatamente anche loro per non essere sopraffatti dallo spirito malvagio del demone, ma la loro prigionia gli impediva di sentirla o reagire al suo richiamo. Sembravano quasi pesci intrappolati in una rete da pesca sul punto di essere tirati a bordo della nave.
 
Shizu si sforzò ancora e ancora, purtroppo capì presto che era inutile. Quei Rider erano stati prigionieri della stretta di Diablo per troppo tempo e non sarebbero mai riusciti a ribellarsi con la sola forza di volontà. Rammaricata e delusa da sé stessa, fu sul punto di mollare, quando all’improvviso: '…Chi... Chi mi chiama…?'
 
*
 
Altrove, sulla cima di un monte vicino a dove si stava tenendo lo scontro, Angelica osservava tutto stesa sull'erba secca con un binocolo, col cuore che le batteva tanto frenetico da otturarle la gola. La situazione era davvero disperata, ben peggio di quanto aveva immaginato.
“Colei che tutto sa, Regina Afrodite (la prima sovrana della Luna), vi prego, proteggeteli...”, bisbigliò prima di staccarsi l'ultima unghia ancora integra con un morso nervoso.
 
*
 
‘Chi…mi chiama?’, ripeté ancora la voce, quasi a cercare di farsi capire. Malgrado lo stupore, Shizu capì subito di chi si trattava.
 
‘Tsukasa! Sei tu!’, esclamò con tutta la forza mentale di cui era capace. Il suo pensiero risuonò flebile in quel marasma di negatività, ma per le sue orecchie era come se avesse emesso un ruggito. ‘Devo liberare te e gli Showa Rider dalla prigionia di Diablo, ma non posso riuscirci da sola! Dovete aiutarmi! Dobbiamo collaborare insieme!’
 
‘Collaborare…’, sussurrò la voce del Rider dimensionale, un flebile soffio in mezzo a una bufera. Shizu si guardò freneticamente intorno, ma era impossibile capire da quale di quelle scintille provenissero le parole che udiva.
 
‘Vi libereremo, te lo prometto!’, gridò ancora, ormai disperata. ‘Ma devo trovarvi! Ti supplico, dammi un segno! Anche solo uno minuscolo e potremo aiutarvi! Ti prego, Tsukasa! Decade!’
 
‘Decade…giusto.’ La voce del Rider era ancora appena un fiato, eppure sembrava aver ripreso consapevolezza. ‘La…luce…’
 
‘La luce?’, ripeté Moon White, confusa. ‘Quale luce? Non riesco a capire!’ Di colpo, una forza terrificante si abbatté sulla sua mente e capì subito che Diablo stava cercando di espellerla dalla sua coscienza. Se n’era accorto troppo presto! Forse gli altri non erano riusciti a tenerlo abbastanza a bada? ‘Quale luce dobbiamo seguire? Spiegati meglio, ti prego!’
 
‘No…seguire. Scettro… Colpisci la luce… Colpisci…quando brilla…’ In quel momento, per un istante tanto breve da sembrare inesistente, una minuscola scintilla emise un bagliore arcobaleno in mezzo all’oscurità.
 
Subito dopo, com’era apparsa, svanì e insieme a lei, anche la voce di Tsukasa.
 
‘No! Aspetta-’ Ma Shizu non finì nemmeno la frase che quella forza oscura si strinse implacabile intorno a lei e la scaraventò letteralmente fuori dall’abisso della coscienza dell’Heartdemon. Con uno spasimo, la ragazza si ritrovò di nuovo nel mondo reale, seduta a terra, madida di sudore e ansimante. Era stata un’esperienza davvero raccapricciante.
 
“Bel tentativo, principessa Anastasis, ma troppo ingenuo!” La voce di Diablo le fece sollevare gli occhi, notando con sgomento il Rider demoniaco in piedi in mezzo ai corpi dei suoi compagni e compagne, tutti rantolanti ed esausti. Alcuni erano riusciti a rimanere in piedi, ma la maggior parte sembrava faticare anche solo a rimanere cosciente. E alle sue spalle, anche quelli impegnati a combattere l’amalgama di fratelli dell’Heartdemon erano palesemente in procinto di soccombere. “Non sono un idiota, conosco i rischi del portare così tante anime potenti intrappolate in me e mi sono premunito! Tutto il tempo che ho passato a cercare Decade e i primi Heisei Rider l’ho usato anche per sottomettere del tutto alla mia volontà i Rider prigionieri! Provaci quanto vuoi, ma è inutile! La mia oscurità li ha già assorbiti del tutto e la sto usando per annullare al più presto anche le ultime resistenze di Decade! Non puoi salvarli facendo affidamento alla loro ribellione! Non ne sono più in grado ormai!”
 
‘Parla così, tuttavia ha ammesso lui stesso che Tsukasa sta ancora resistendo’, rifletté la Warrior. ‘Eppure non ne sembra preoccupato… Forse non ha sentito la nostra conversazione? O non la ritiene importante? In effetti, come ha fatto Tsukasa a farsi anche solo sentire? In un vortice di malvagità come quello dovrebbe essere effettivamente impossibile… Che significherà?’
 
Fu in quel momento che lo vide: nell’esatto istante in cui i suoi occhi si posarono sulla figura di Diablo, una minuscola scintilla arcobaleno, identica a quella che aveva visto dentro la coscienza del mostro, brillò per una frazione di secondo. Proprio all’altezza del braccio superiore della croce inserita nel suo Driver. Quella piccola luce svanì immediatamente, ma dopo un paio di secondi luccicò di nuovo per una frazione di secondo. Shizu l’osservò e, di colpo, le fu chiaro cosa intendeva dire.
 
‘Scettro… Doveva voler dire il mio Moon Infinity. Già una volta ha distorto l’energia di Diablo, quando siamo finite nell’altra dimensione, perciò dovrebbe riuscirci di nuovo. Finora ho sempre colpito il punto sbagliato, ma adesso ne ho la certezza. Devo colpire con tutta la mia forza la sua croce e non in un punto qualsiasi, ma lì sulla sua punta, nel momento esatto in cui brilla!’ Facendo appello a tutte le sue energie, Moon White si alzò e brandì la sua fedele arma. ‘Ho una sola opportunità, però. Se non riesco a colpirlo in quel punto al momento giusto, capirà tutto e m’impedirà di riprovarci! Non solo, temo che anche Tsukasa non possa mantenere quel segnale ancora per molto. È adesso o mai più!’
 
Shizu mosse un passo avanti e, in un attimo, Reiko, Haruto e Kouta le furono affianco. “Hai trovato una soluzione, vero? Te lo leggo in faccia”, commentò la sua compagna Warrior rivolgendole un sorriso. Ormai combattevano insieme da troppo tempo e il loro legame era troppo solido perché non capissero i pensieri l’una dell’altra. “Fai quello che devi. Ti daremo noi l’apertura necessaria!”
 
“Ben detto! Vai, Shizu-san! Noi ti apriamo la strada!”, esclamò Kouta con forza, sollevando il Lockseed del Frutto Dorato e inserendolo nel Driver. In un bagliore accecante, la forma simile a uno shogun del Kiwami Arms si stagliò fiera sul corpo del Rider. “Non esitare!”
 
“Ti daremo tutto il supporto possibile! Attacca senza pensare ad altro!”, urlò invece Haruto prendendo e attivando l’anello Infinity per assumere la propria forma finale.
 
I due Rider e Warrior Mars si fecero avanti e, come previsto da Kouta, l’attenzione di Diablo si spostò subito su di loro, in particolare su di lui. “Se state usando le vostre forme più potenti, dovete essere disperati o avere qualcosa in mente”, osservò con un ghigno sadico. “Temo che, arrivati a questo punto, nemmeno questo servirà a niente, ma vi prego, accomodatevi! Non vedo l’ora di prendermi quei poteri! Soprattutto tu, Gaim! Il potere del Frutto Dorato, di un vero dio, mi renderà più vicino che mai alla mia potenza finale!”
 
Con un ruggito di battaglia, il Demon Rider scattò in avanti e subito Kouta, Haruto e Reiko contrattaccarono portandosi tra lui e Shizu, impegnandolo in una serie di feroci scambi. Dietro di loro, la leader delle Warrior iniziò subito a concentrare il proprio potere nel Moon Infinity in modo quanto più discreto possibile: doveva sferrare un colpo potente se voleva che il piano riuscisse, ma aveva un solo tentativo a disposizione e non poteva permettere che Diablo si accorgesse di lei.
Quest’ultimo, intanto, incrociò la sua copia dell’arma di Wizard con quella del vero Rider e la copia della spada di Kiva con il Hinawadaidai-DJ-Ju di Gaim, ora convertito nella sua forma di spadone, per poi scambiare diversi colpi violenti prima con loro, poi con Warrior Mars, che impugnava lo scettro di Gaia ed Excalibur in coppia. Il trio di eroi riuscì a resistere per alcuni secondi agli attacchi dell’avversario, ma presto la pressione dei suoi attacchi risultò presto eccessiva e dovettero farsi indietro. Allo stesso tempo, però, i loro colpi sembrarono andare a segno più volte dei precedenti contrasti, al punto che l’Heartdemon stesso ne parve sorpreso.
 
‘Si stanno abituando al mio attuale ritmo di combattimento? O sono io che sto diventando più lento?’, pensò dopo essere balzato indietro per evitare un doppio fendente. Si osservò e notò che, anche in quel momento, stava perdendo sangue. ‘La mia rigenerazione fatica a stare dietro allo sforzo a cui sto sottoponendo il mio corpo usando i poteri più grandi dei Rider, questo era chiaro… Ma mi sta forse iniziando a indebolire? No, non può essere questo…’ In quel momento, notò anche un’altra cosa: le sue ferite erano avvolte da un sottilissimo strato di energia violacea che, anche in quel momento, stava ostacolando la sua rigenerazione. ‘Cos’è?! Possibile…? I residui del colpo del Gashat anti-demone potenziato dall’aura di Saturno?! Ma certo! L’aura di Gaim è ora quella di un dio, quindi sta risuonando con quella rimasta intorno alle mie ferite e m’indebolisce a ogni contrasto!’
 
Un poderoso fendente proprio di Kouta interruppe i suoi pensieri infrangendosi contro il suo torace e suscitandogli un rantolo di dolore. Subito dopo, Haruto e Reiko lo colpirono alla schiena con un colpo combinato, non dissimile da quello che avevano usato contro Piton, facendolo barcollare vistosamente.
 
“Bel tentativo, sedicenti difensori del Bene, ma non abbastanza!”, ringhiò Diablo attivando una nuova carta dalle sue ali.
 
“KAMEN RIDE: GHOST ABOMINATION! MUGEN DAMASHII!”
 
Invece delle braccia, stavolta fu l’armatura di Diablo a mutare: la sua intera superficie divenne più robusta e divisa in placche che parevano fatte di diamanti neri e, sull’elmo, le corna divennero più grosse e ondulate. Così trasformato, il terrificante Heartdemon, invece di schivare la nuova offensiva dei suoi avversari, stette ritto sui piedi e incassò tutti e tre i colpi senza battere ciglio, assorbendoli completamente grazie alla nuova corazza. Kouta, Haruto e Reiko rimasero interdetti da quello sviluppo inaspettato e così non furono in grado di difendersi con efficacia quando il demone contrattaccò, scagliandoli via con un doppio fendente carico di energia negativa delle sue armi.
Loro, però, non furono gli unici a risentirne: subito dopo l’attacco, Diablo si piegò su sé stesso e vomitò una boccata di sangue scuro, mentre nuove scariche elettriche avvolgevano il suo corpo.
 
“Tre delle nostre forme più potenti… Stai davvero facendo il passo più lungo della gamba con la tua avidità e superbia, Diablo! Degno di un demone!”, lo rimproverò Kouta, il quale, seppur ferito e sanguinante, si rialzò e mosse una mano in un gesto secco che fece comparire due portali ai lati del nemico. In seguito, due grosse radici, chiaramente provenienti da Helheim, uscirono da essi e si avvolsero intorno al Rider demoniaco, approfittando della sua momentanea debolezza per bloccarlo. “Shizu-san! Adesso!”
 
Quelle parole attirarono l’attenzione di Diablo, il quale alzò gli occhi e notò finalmente la leader delle Warrior a poca distanza da lui, il Moon Infinity stretto in mano e così carico di energia positiva che pareva illuminarsi di luce interna. Il demone era stato così concentrato sui suoi avversari e le sue condizioni da non notare né l’accumulo di potere, né il lento avvicinamento della ragazza. Quest’ultima rispose subito al richiamo di Kouta scattando in avanti più veloce che poteva, pronta a colpire.
 
“Dannati! Non ve lo permetterò!”, ruggì Diablo sprigionando una potentissima aura dal proprio corpo che bruciò completamente le radici di Helheim. Subito, Reiko e Haruto, rialzatosi a loro volta, lo attaccarono nel tentativo di bloccarlo, ma l’altro fuggì in cielo con un battito d’ali e iniziò a generare una sfera di energia demoniaca su una delle sue armi. “Sparite per sempre!”
 
“Demon Slayer Mighty X!” L’annuncio di quelle parole fece impallidire Diablo, il quale si girò subito di scatto per vedere Emu, che chiaramente era saltato in aria dietro di lui, che brandiva il Gashat anti-demone e lo inseriva nel Gashacon Key Slayer. La prospettiva di essere colpito di nuovo da quell’arma lo fece reagire istintivamente e scagliò la sfera che stava creando contro Ex-Aid. Questi, però, invece di attaccare, si lasciò cadere all’indietro per evitare il colpo e, al contempo, lasciò anche la presa sull’arma.
 
Diablo seguì di nuovo istintivamente l’arma caricata di energia anti-demone e vide con orrore Tomari saltare verso di essa, ruotare nell’aria…e rivelare Inori attaccata alla sua schiena grazie probabilmente ai suoi poteri magnetici. La giovanissima Warrior afferrò l’arma al volo e menò subito un fendente in cui concentrò anche tutta l’energia rimastale, scagliando una potente mezzaluna di aura verde e viola.
Impossibilitato a evitare perché troppo vicino, Diablo si chiuse nelle sue ali e immise quanta più energia possibile in esse per resistere all’impatto della tecnica combinata che, tra l’effetto anti-demone e l’incredibile intensità, riuscì comunque a sbatterlo indietro e costringerlo a riscendere al suolo, oltre a bruciargli visibilmente le membrane alari e farlo rantolare di dolore.
 
In un istante, Kouta gli fu addosso e vibrò un doppio fendente caricato con tutta la sua forza verso le ali dell’avversario, costringendolo ad aprirle ed esponendo finalmente il suo corpo e l’obiettivo del loro piano: il Driver del demone. “Shizu-san! VAI!”, urlò l’Uomo dell’Inizio balzando di lato.
 
Da dietro di lui, Shizu scattò in un ultimo, potente balzo in avanti e, ignorando la spada dell’Heartdemon che scendeva contro di lei, portò in avanti il Moon Infinity puntando proprio la croce nel Driver infernale, sul cui braccio superiore, proprio in quel momento, brillava una flebile luce multicolore.
Lo scettro impattò sul suo bersaglio e rilasciò tutto il potere accumulato in un istante, scatenando un’esplosione talmente abbagliante da avvolgere l’intero campo di battaglia e costringere tutti i duellanti presenti a coprirsi gli occhi.

                                                                                          *****

Lettori carissimi, io e Xeph siamo  più che felici di offrirvi, dopo una lunga e meticolosa preparazione , l'inizio del tanto agognato scontro finale, che già mette in evidenza l'evoluzione finale di Diablo e suo fratello, così come le immense difficoltà degli eroi per affrontarlo. Ringraziate la grande abilità di Xephil negli scontri per aver aggiustato a dovere ogni singola mossa. Speriamo di offrirvi una conclusione altrettanto valida, assumendo che non abbiate sfasciato il computer o lo smartphone dopo la madre di tutti i Cliffhanger. Concludo scusandoci per l'attesa un pò troppo lunga( impegni d'ogni sorta ovviamente si mettono sempre in mezzo), cercheremo di arrivare un pò prima con le ultime parti. Intanto, tempo permettendo, andatevi a recuperare qualche stagione dei Kamen Rider.
  
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