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Autore: DanceLikeAnHippogriff    24/05/2023    1 recensioni
L’aria di Leeria era elettrica, carica della gioiosa energia dei giorni di festa, e la città dava il meglio di sé vestita di bandiere colorate che schioccavano a ritmo della brezza che ne carezzava i tetti. Era tempo di scoprire perché la Luna aveva voluto proprio loro. Un’invisibile cortigiana e un servo evitato da tutti, disposti a viaggiare da un capo all’altro di Aisling solo per inseguire un sogno.
Che fosse il loro o quello di altri, per il momento non aveva alcuna importanza.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'I Figli delle Stelle'
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Bianco. Un bianco accecante, ma non fece nulla per schermarsi gli occhi. Li aveva abituati negli anni a sopportare il borioso e bruciante riflesso dorato delle cupole di Shuruq, quello a confronto era ben poca cosa; e anche se avesse preso a lacrimare, non avrebbe comunque voluto distogliere lo sguardo da quello spettacolo.

Erano mesi ormai che si trovavano immersi in un paesaggio straniero, ostile quanto fertile, ingannevole con le sue distese verdi che ondeggiavano al vento, con le masse d’acqua cristallina e salmastra che si espandevano fino a dove l’occhio poteva abbracciare l’orizzonte. Eppure, riusciva ancora a stupirsi di ciò che le si parava di fronte. La città portuale di Leeria, uno dei gioielli minori dell’economia mercantile di Arnoria, brillava per Asra come il più puro dei diamanti carezzati dal sole, incastonato tra colline e mare. Il cicaleccio e lo scalpiccio della folla che entrava e usciva dalle mura la attorniava rendendo quel momento ancora più magico. Nessuno che la degnasse di uno sguardo, nessuno che le badava. Si sentiva un minuscolo granello di sabbia nell’infinità del deserto; finalmente uguale a tanti altri, senza occhiate che le ricordassero che la sua vita in quel paese era una grazia divina. Una pura e semplice concessione, un capriccio del cuore misericordioso della Signora d’Argento. Il lieve e costante tintinnio dei pesanti orecchini d’argento battuto che portava ai lobi la estraniavano da ciò che la circondava, ma per assurdo le sembrava tutto così vivo.

Waseem la riscosse dal suo torpore come era solito fare, con discrezione e gentilezza. La ragazza si sorprese a chiedersi perché non si fosse ancora stancato di lei, della sua stupida meraviglia di fronte a quella che per lui doveva essere banalità. Tutta quella vita così caotica e spontanea la inebriava, non c’era abituata. Se ne vergognava, di avere lo stupore leggibile in volto, la fame negli occhi che si posavano su ogni cosa per imprimerla a fuoco nella mente, ma in cuor suo non riusciva a darsi colpe per assaporare quei momenti di libertà tanto agognati. La sua voce le arrivò calma quanto comprensiva dalle sue spalle: “Mia signora, sembra che siamo finalmente giunti dove ci hanno condotto i nostri sogni.”

Si voltò quanto bastava per scrutarlo coi suoi occhi pieni di mondo, senza riuscire a reprimere una punta di imbarazzo per l’espressione che sapeva di avergli appena regalato. Si ricompose con grazia, le mani adagiate in grembo e nascoste dalle ampie maniche della veste fuori moda per quel paese di cui aveva solo scorto qualche emissario a corte, e la coda guizzò rapida e precisa sotto la veste, arrotolandosi alla caviglia. Le vecchie abitudini sono dure a morire e anche se qualcuno avrebbe potuto pestarla senza cattive intenzioni, non le andava di rivivere ricordi che considerava ormai lontani. Gli rivolse un sorriso delicato, la voce bassa e melodiosa: “Mi duole ammettere che, messa di fronte a ciò che abbiamo inseguito finora, mi trovo… lievemente persa.” Meglio persa che rinchiusa, ma questo non lo disse.

L’affermazione rimase comunque sospesa tra loro e ad Asra piacque pensare che fosse stato quello il motivo per cui Waseem sembrò risponderle con un sorriso. Non tanto sulle labbra, quanto nella voce: “Quella che sente, mia signora, è la libertà.”

Un fremito delle labbra, una lieve increspatura all’angolo degli occhi. Segnali così flebili e sbiaditi, acquerello annacquato di emozioni prosciugate e sepolte da strati di bugie, delusioni, barriere. Riportò lo sguardo sul bianco abbacinante di Leeria e prese un lungo respiro per poi muovere un passo. Poi un secondo. Le mura e l’arcobaleno cangiante di volti e vesti si facevano sempre più vicini. Come se avesse dovuto farne parte da sempre.

L’aria di Leeria era elettrica, carica della gioiosa energia dei giorni di festa, e la città dava il meglio di sé vestita di bandiere colorate che schioccavano a ritmo della brezza che ne carezzava i tetti. Era tempo di scoprire perché la Luna aveva voluto proprio loro. Un’invisibile cortigiana e un servo evitato da tutti, disposti a viaggiare da un capo all’altro di Aisling solo per inseguire un sogno.

Che fosse il loro o quello di altri, per il momento non aveva alcuna importanza.

***

Note dell'autrice: Dopo mesi di viaggio e di silenzi sempre più sottili, l'improbabile duo arriva alla città che ha dominato i loro sogni da quando si sono lasciati alle spalle - chi con più sollievo di altri - il loro passato.
Ma Leeria avrà davvero le risposte che cercano? O aggiungerà solo più domande a un futuro che, per ora, rimane oscuro come una notte senza Stelle?

 

  
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