Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: desigra2005    01/06/2023    0 recensioni
Ci sono amori che nascono per magia quando gli sguardi si accarezzano e le pelli si sfiorano, che non conoscono limiti, distanze e religioni, amori incondizionati, puri. Questa è la storia di Loredana, giovane fisioterapista, che tra amori, drammi, spensieratezza e speranze colorerà la campagna romana.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Edoardo, ripresosi dall’iniziale stupore, iniziò a far vagare velocemente lo sguardo da me ad Aurora. “Di cosa sta parlando?”. Guardai la più piccola di casa e la pregai silenziosamente di lasciar perdere, non era quello il momento per rivelare agli altri il segreto di nostro padre e di Lucia. “Non ne ho la più pallida idea. Perché non andate a vedere se ci sono novità su Andrea? Andrei personalmente ma Riccardo è stato chiaro nel dirmi di non alzarmi dal letto”. Edoardo non mollò l’osso e si rivolse direttamente a mia sorella. “Cosa volevi dire con fratello in comune?”. Aurora mi guardò indecisa, possibile che non si rendeva conto della bomba che aveva tra le mani? Caterina, probabilmente già a conoscenza di quanto la sua amica voleva svelare, salvò la situazione. “Loredana ha ragione, è meglio se torniamo in reparto per vedere se ci sono novità sulle condizioni di Andrea. Credo, caro fratello, che tutto il resto possa aspettare”. Edoardo osservò per qualche minuto la sorella ed infine scambiandosi uno sguardo d’intesa con Giada annuì lasciando le ragazze allontanarsi dalla stanza. “Immagino che manterrai il silenzio anche ora che abbiamo chiaramente avuto la conferma che ci state nascondendo qualcosa. Non avrei mai pensato di poter essere così delusa da te, dove sono finite tutte le belle parole spese in questi lunghi anni sull’importanza dell’onestà? Bisogna essere uniti, leali ed invece oggi mi ritrovo con un pugno di mosche in mano e tante tante bugie. Andremo fino in fondo, è solo una questione di tempo, ma ciò danneggerà irrevocabilmente il nostro rapporto!”. Mia sorella era più arrabbiata che mai ed io sdraiata in quel freddo letto d’ospedale non sapevo che pesci prendere. “Ragazzi al momento non c’è nulla di cui preoccuparvi; con tutto quello che sta succedendo alle nostre famiglie stiamo percorrendo varie piste. Non abbiamo nulla di concreto in mano ed è per questo che non ne siete al corrente. Vi prego, lasciate perdere tutta questa storia e tornate alla normalità”. I due si guardarono a lungo ed io rimasi ammaliata nel vedere la profondità del loro legame. “Qualsiasi cosa stia succedendo è molto più grande di quello che vuoi farci credere, mio fratello è finito in terapia intensiva per un sospetto? Dobbiamo fare attenzione, fare finta di niente, vivere la nostra vita come se niente fosse ed allo stesso tempo proteggerci da un pericolo ignoto. Tutto ciò è assurdo, te ne rendi conto? Se fossi da solo probabilmente avrei chiuso un occhio, anzi tutti e due, continuando a mostrarmi come il ragazzo docile ed inutile che deve essere tenuto tra quattro mura ma ora che al mio fianco c’è questa ragazza straordinaria, che è anche tua sorella, non nasconderò la testa sotto la sabbia e non permetterò che le accada nulla. Per l’ultima volta, perché avete incontrato Sandy e cosa voleva dire Aurora poco fa accennando ad un fratello in comune?”. Eravamo alla resa dei conti ma prima che potessi scegliere quale strada intraprendere mio padre fece di nuovo il suo ingresso nella camera. “Credo di dover essere io a darvi delle spiegazioni”. La sua figura statuaria troneggiava sotto lo stipite della porta, un silenzio carico di attesa occupò il tempo. “E’ una lunga e dolorosa storia e non avrei mai voluto parlarne in un ospedale ma allo stesso tempo non voglio nemmeno che le mie figlie si facciano carico dei miei problemi o che tra loro nascano delle incomprensioni. Non credo che tutto questo abbia a che fare con l’incidente di Andrea, né con quello di Loredana o con tutti gli altri episodi che si sono verificati; allo stesso tempo mi rendo conto che ciò ha alterato gli equilibri familiari e quindi penso sia ora di sistemare la faccenda”. Non riuscivo a vederlo in quello stato. “Papà non credo che sia il momento giusto. Siamo tutti stanchi e sconvolti per quello che è capitato giusto poco fa, credo che Edoardo e Giada possano accontentarsi per stasera. Che differenza fa saperlo ora o tra qualche giorno?”. Nessuno mi guardò, gli sguardi erano tutti puntati su mio padre. “Tesoro, apprezzo la tua preoccupazione ma davvero procrastinare non porterà nessun giovamento. Ragazzi, è difficile per me dirvelo e qualsiasi sia la vostra reazione io la accetterò: conoscete l’entità del legame tra me e Lucia, un’amicizia forte e duratura che ha superato tanti ostacoli nel corso degli anni; per un breve periodo Lucia ha creduto che questo sentimento potesse evolversi in qualcosa di più passionale e profondo ma è stato un errore di valutazione. Dopo una serata difficile, complice la voglia di gettarsi alle spalle le difficoltà e la facilità nel bere un bicchiere di vino io e Lucia siamo diventati intimi”. Un mugolio accennato uscì dalla bocca di Edoardo. “Si lo so, abbiamo commesso un errore; sapete quante volte nel corso degli anni mi sono chiesto come abbia potuto cedere? Poteva succedere con chiunque e sinceramente mi sarei sentito meno in colpa ma il solo fatto di aver superato il limite con lei è stata la mia punizione e la mia condanna”. Giada prese una sedia e si avvicinò al suo fidanzato stringendogli la mano. “Per tanto tempo non sono riuscito a guardarla negli occhi perché mi sentivo in colpa, non potevo nemmeno perdonare me stesso per aver tradito Catalina anche se lei già allora si divertiva a prendermi e mollarmi come un oggetto, e poi c’era Vittorio, quanto mi sono odiato per aver rischiato di rovinare il loro fidanzamento. Nel preciso istante in cui Catalina ci svegliò l’indomani mattina capii che non amavo Lucia e che lei era l’unica donna che avrei voluto al mio fianco. Passai i mesi successivi a cercare di farmi perdonare e quando ci riuscii fissammo immediatamente la data delle nozze convinto di essermi liberato per sempre di quel fardello. Non sapevo che Lucia aveva bisogno di me, sua madre mi disse che aveva deciso di recarsi da sua zia per cambiare aria prima del grande passo ed io ci credetti, mi sembrava la cosa più sensata che potesse fare ed anzi mi ero ripromesso di ringraziarla, non appena fosse tornata, per non aver reso le cose più difficili tra me e Catalina. Quando ormai mancava poco al matrimonio Catalina venne da me insultandomi e rompendo la maggior parte dei regali che avevamo ricevuto come dono di nozze: Lucia le aveva detto di farsi da parte e di permetterci di crescere nostro figlio”. Mio padre fece una breve pausa nel suo racconto, Anastasia ne approfittò per porgergli una bottiglietta d’acqua. “Saputa la notizia sono corso da Lucia, la trovai provata psicologicamente e molto confusa: i suoi ricordi su quanto accaduto quella notte erano poco lucidi, per mesi le sono stati somministrati farmaci e tranquillanti, tanto da mettere anche in dubbio di aver partorito. Sua madre ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento nella faccenda, era preoccupata e spingeva affinché la figlia si sistemasse il prima possibile. Abbiamo cercato di ricostruire cosa successe ma abbiamo trovato solo muri e vicoli ciechi, non sappiamo neanche se è nata una femminuccia od un maschietto e tantomeno abbiamo mai saputo che fine abbia fatto”. Calde lacrime scesero su tutti i visi; riacquisito un briciolo di controllo Edoardo si voltò verso di me. “Lo avete trovato?”. Dispiaciuta per non poter dire altro scossi il capo. “Siamo stati da Sandy sperando che potesse darci qualche informazione in più ma in concreto oltre a confermarci indirettamente che Lucia partorì non ha saputo dirci altro”. Edoardo si fece pensieroso. “Quindi quando siete andati da lei non eravate certi di questo bambino?”. Guardai mio padre e tentennai nel rispondere. “N…n…no. In paese girano da sempre voci sui nostri genitori ma non ci avevo mai dato peso fino a quando Anastasia non mi ha raccontato di quello che le aveva riferito Catalina. Non pensavo che papà lo sapesse e ho pregato Andrea di mantenere il segreto e di aiutarmi nelle ricerche in modo da poter avere un riscontro concreto prima di rischiare di rovinare delle famiglie per dei pettegolezzi”. L’attenzione di Giada si rivolse su nostro padre. “Cosa pensi che sia successo al bambino?”. L’uomo spoglio ormai del peso che lo stava schiacciando sospirò. “Crediamo che sia stato dato in adozione e speriamo che un giorno lui o lei riesca a trovarci”. Edoardo cavalcò l’onda. “Potremmo controllare i registri di nascita di quel giorno e verificare i nominativi di quelli che risultano essere stati adottati”. Mio padre scosse la testa. “Ci abbiamo già provato e già all’epoca non era risultato nulla di strano. Probabilmente la sua nascita e le sue generalità sono state rese note molto tempo dopo e dubito che analizzando ora, quello che è rimasto dei registri, troviate qualcosa che possa farci risalire all’identità del bambino. Tenete anche conto che per un uomo è diverso, nonostante io vi stia parlando con le lacrime agli occhi e con il cuore in mano, per Lucia riaprire questa ferita comporterebbe un enorme dolore. Lei non ha mai smesso di pensarci; ancora oggi, nei momenti più bui, si aggrappa al pensiero di quel bambino che non ha mai potuto vedere”. Nonostante la banalità delle sue parole dovetti riconoscergli che aveva ragione, il solo pensiero di quello che da sola aveva dovuto affrontare Lucia avrebbe messo i brividi a chiunque. “Antonio, lì fuori c’è un uomo o una donna che merita di sapere la verità; è giusto che sappia che non è stato abbandonato ma sottratto ai suoi genitori, deve sapere finalmente chi è e da dove provenga e deve essere messo nella condizione di poter scegliere se conoscerci o meno. Non sarà facile ma gli dobbiamo almeno un tentativo”. La porta si chiuse violentemente alle nostre spalle. “Non faremo nulla di tutto ciò. Ti proibisco di mettere il naso in una faccenda che non ti riguarda, ci manca solo che anche tu vada a cacciarti in qualche guaio; sinceramente mi basta e avanza un figlio in terapia intensiva! Lucia non ha bisogno di essere umiliata pubblicamente facendo sapere a tutti la sua condotta lasciva, non starò fermo con le mani in mano a guardare mentre l’opinione pubblica l’affossa dentro una buca che voi avete scavato con le vostre mani! Vi atterrete alla lettera a quello che sto per dirvi e tutta questa storia non verrà mai più menzionata: quando lascerò questa stanza farete in modo di dimenticarvi dell’esistenza di questa persona, non sconvolgerete la vita a nessuno con ricerche assurde e dolorose. Antonio, sei stato un uomo saggio per tutti questi anni, non farmi pentire della seconda possibilità che ti è stata data”. Vittorio sembrava un leone in gabbia, la sua frustrazione cercava di far capitolare la determinazione di chiunque, la sua figura imponente e il suo viso sfigurato dalla rabbia avevano messo in soggezione tutti. “E’ quello che vuole anche la mamma?”. Edoardo fu l’unico a non scoraggiarsi davanti quell’ultimatum. “Ovvio! Quando ho accettato di sposarla nonostante tutto le avevo detto che questo errore un giorno avrebbe compromesso la nostra credibilità ed allo stesso tempo lei mi promise che non lo avrebbe permesso. Ora figliolo accetterai pacificamente le decisioni che sono già state prese a suo tempo, è già difficile convivere con tutte le voci che circolano su loro due immagina cosa succederebbe se il pettegolezzo si diffondesse a macchia d’olio: Lucia perderebbe tutto quello che ha sempre avuto, verrebbe allontanata dal suo cerchio di amicizie e la sua reputazione si sgretolerebbe! Non possiamo permettercelo e sia chiaro, non ti sto chiedendo di lasciare perdere, te lo sto ordinando”. Il gelido sguardo lasciò il figlio disarmato e senza parole, il silenzio saturava la stanza. “Va bene, aspetterò la ripresa di Andrea e decideremo tutti insieme sul da farsi”. Vittorio con semplicità mise un punto fermo alla conversazione e mi lasciò più sconvolta che mai. “Andrea è d’accordo con me, ne abbiamo già discusso a lungo”. Non poteva essere vero, me lo avrebbe detto o forse no? Possibile che dopo Gabriele anche Andrea aveva tradito la mia fiducia?
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: desigra2005