La prima
foto
"Theo, ma
dove… Oh,
ma quanta gente qui…" La voce della Greengrass, la biondina
Serpeverde che
aveva lasciato Hogwarts l'anno prima del suo, fece girare Ginny verso
le tende
e capì che quel posticino non era così intimo
come aveva immaginato, osservando
le tre Serpeverde che oltrepassarono le colonne, ma ringraziandole
mentalmente
per la distrazione che offrivano.
Con un cenno salutò la più
giovane delle Greengrass con cui la Grifondoro aveva scambiato qualche
parola
l'ultimo anno di scuola e ignorò la Bulstrode, che comunque
le ricambiò il
favore.
Osservò con poco interesse
la più grande delle Serpeverde provarci spudoratamente con
Zabini e Nott, e
notò le occhiate furtive che la giovane Greengrass lanciava
invece a Malfoy che
ci provava esageratamente con sua sorella. Valutò l'idea di
tornare in sala,
alla mercé di tutto il mondo magico, pur di non rimanere
lì ad assistere a
quella che pensava si sarebbe trasformata in un orgia.
"Perché non chiedi
anche a me di ballare, Daphne? Poi potremmo…" Il biondo
stuzzicò la ex compagna
di casa, anche se a Ginny sembrò che Malfoy in
verità giocasse con qualcosa di
più grande di lui. La Serpeverde gli diede una risposta
sagace che la
Grifondoro non ascoltò, ma notò lo sguardo triste
che la giovane ex verde
argento aveva in volto.
"Draco, se vuoi ballo
io con…"
"Oh, per le scarpe
sporche di Merlino!" borbottò sottovoce Ginny quando
capì la situazione.
"Come?" le
chiese curioso Zabini, e lei si girò verso di lui senza
quasi rendersene conto.
"Quella ragazza
è
cotta. Potrebbe finire male..." rispose la rossa sottovoce e Blaise si
stupì del fatto che lei avesse capito, dopo pochi minuti,
ciò che loro sapevano
da sempre: Astoria moriva dietro a Draco da quando lo conosceva. Vide
la
ragazza avanzare di qualche passo e avvicinarsi alla sorella di Daphne.
"Vieni con me" disse e, senza aspettare risposta, prese per un
braccio la biondina per trascinarla via, uscendo da quell'anfratto
nascosto.
Ginny, come
spesso
succedeva, non pensò alle conseguenze del suo gesto e
trascinò la giovane Greengrass
fuori da quella trappola mortale. Lei sapeva cosa voleva dire morire
dietro a
qualcuno che non ti aveva in nota; sapeva cosa significava aspettare
con ansia
che lui si accorgesse di te e attendere una sola parola, un solo
sguardo o
qualunque altra cosa che ti facesse capire che lui voleva
ciò che volevi tu. Ma
Draco Malfoy non era Harry Potter: poteva essere un
guaio.
Mentre oltrepassava la barriera delle tende per tornare nella sala da
ballo, si
girò e vide lo sguardo di Malfoy che osservava la ragazza
andare via: qualcosa
dentro di lui era all'erta, ma non voleva ammetterlo. O forse, non
poteva.
Ginny capì che la cosa era strana, come se Malfoy volesse
dire qualcosa verso
la ragazza ma non lo facesse per un qualsiasi motivo. Pensando che
fosse colpa
di tutte quelle persone che erano lì con loro, non si
sentì in colpa a
trascinare via la biondina che, stranita, non aveva posto resistenza.
"Ma dove
andiamo?" chiese invece, innocentemente, quando raggiunsero lentamente
la
metà del salone.
"Lontano da Malfoy,
Greengrass" rispose semplicemente e quando la biondina tentò
di protestare
continuò. "Da quanto tempo va avanti questa situazione?" La
ragazza
spalancò gli occhi e scosse la testa in un momento di
tristezza, mentre gli
occhi le si riempirono di lacrime. "Ok, vediamo di smetterla di correre
dietro a qualcuno che non ha intenzione di aspettarti".
"Che vuol dire?"
"Che ora lascerai
perdere Malfoy e ti guarderai intorno. Ho il presentimento che presto
sarà la
ex Serpe bionda a correre dietro a te."
Si diresse decisa verso il
buffet e si fece riempire il bicchiere da uno degli elfi.
"Perché non
prendi da bere anche tu?" La giovane annuì un po' stranita e
prese un
calice posato su uno dei vassoi. "Vieni, intanto ti spiego fino a che
punto puoi spingerti prima di farti veramente male".
Blaise aveva
osservato le
due ragazze andarsene, senza fare niente: la Weasley aveva uno sguardo
determinato e lui, che aveva l'impressione di aver capito cosa fosse
successo,
ne fu quasi orgoglioso.
"È migliorata, la
piccola Weasley, eh?" constatò Theo, avvicinandosi a lui,
per guardare la
rossa che se ne andava verso il tavolo del buffet.
"Mmm… Forse…"
ammise Blaise. Non voleva scoprirsi, non lo faceva mai, in nessuna
situazione:
a poker, quando giocava con gli altri, né nella vita, quando
c'erano in ballo
sentimenti e segreti.
"Stai attento che
Draco potrebbe arrivare prima di te" sussurrò ancora Theo,
che lo
conosceva da una vita, e Blaise cercò di capire cosa stesse
dicendo, mentre si
allontanava ammiccando nella sua direzione.
Come? A lui non interessava
la Weasley! Ma quando si voltò verso il biondo,
pensò che non avrebbe gradito
per niente che ci provasse anche con lei. Beh, a meno che la Weasley
non lo
rifiutasse apertamente, si disse, ripensando a quando poco prima si era
spostata per non lasciarsi toccare. Si odiò per quel
pensiero che gli stava
riempiendo la testa, ma gongolò del fatto che, quando si era
avvicinato lui,
lei non si era spostata.
Tentando di pensare ad
altro, mise le mani in tasca e trovò il biglietto di
pergamena che aveva appena
fatto leggere alla ragazza: sua madre! Non avevano parlato di sua
madre. Deciso
ad andare a cercarla, - solo per quello, per nessun altro motivo!
– uscì nel
salone e si diresse dietro alle ragazze.
Le vide mentre si avvicinavano
al buffet e osservò la rossa farsi riempire il bicchiere
vuoto e fare un cenno
ad Astoria per indicarle di prenderne uno anche lei.
Le ragazze si spostarono
verso la fine del tavolo e Blaise osservò la Weasley
continuare a parlare alla
bionda, che annuiva e pendeva dalle sue labbra. Si mise le mani in
tasca e
cercò di avvicinarsi a loro senza farsi vedere: voleva
mettersi in una
posizione comoda per controllare ciò che avrebbe fatto la ex
Grifondoro.
Astoria l'ascoltava come se fosse sotto l'effetto di un incantesimo e
la cosa
lo incuriosiva parecchio: gli piaceva osservare l'atteggiamento delle
persone,
lo aveva sempre aiutato nella vita, soprattutto negli affari e quando
giocava a
Poker. Sapeva
che Draco si toccava la punta naso quando bleffava, mentre se aveva in
mano
delle carte buone gli veniva un tic al sopracciglio. Theo tendeva a
fare una
smorfia con la bocca quando mentiva e se era agitato si passava la mano
aperta
sul retro dei pantaloni. Daphne si mordeva il labbro e stirava il naso
quando
si arrabbiava e
Astoria, vabbè che Astoria fosse cotta di Draco lo sapevano
praticamente tutti.
E Blaise sorrise al pensiero che se ne fosse accorta subito anche la
Weasley.
Fece qualche passo, per
cercare di trovarsela, se non proprio di fronte, almeno ai tre quarti
del
profilo, per riuscire a capire cosa stesse dicendo: aveva una discreta
abilità
nel leggere le labbra.
Dopo pochi minuti, le
ragazze vennero raggiunte da due tipi che, anche se davano l'idea di
essere
arrivati lì ciondolando, Blaise ebbe l'impressione che
avessero adocchiato le
loro prede già da qualche minuto.
Ginny
notò Richard
Stonewall, del Puddlemere United, avvicinarsi a lei e alla
Greengrass e non
seppe se fosse il caso di allontanarsi con una scusa o lasciare che lui
arrivasse da loro. Forse, se fosse stata da sola, avrebbe fatto un bel
dietro
front e si sarebbe avventurata sulla terrazza e probabilmente avrebbe
continuato fino in giardino senza fermarsi, nonostante il mal di piedi.
Ma non
avrebbe potuto abbandonare la ex Serpeverde senza destare sospetti. E
poi non
le piaceva scappare. Sospirò e rimase in attesa che si
avvicinasse.
"Buonasera,
ragazze!" esordì Richard quando fu abbastanza vicino da
salutarle senza
dover alzare la voce.
"Chi è questa
incantevole fanciulla?" chiese Rudolph Fastball, compagno di squadra di
Richard, cacciatore come lei, osservando la Greengrass con un'occhiata
interessata. "Ci hanno presentato, cara?"
Ginny sospirò con finto
rimprovero e Richard ammiccò verso di lei. "Balli con me,
Ginny?"
Per una volta contenta di
avere una buona scusa, la ragazza scosse il capo. "Sono con la mia
amica
Astoria…" disse, voltandosi subito verso la Greengrass: si
chiamava
Astoria, giusto?
"Oh, terrò io
compagnia ad Astoria" propose Fastball con un elegante baciamano e
Ginny
notò che la bionda era divertita e, forse, iniziava a godere
del fatto che
qualcuno l'apprezzasse.
"Andate pure"
disse infatti, prima di tornare a rivolgersi a quello che era diventato
il suo
cavaliere. Beh, c'era dire che la Greengrass si riprendeva subito da
una
delusione.
"Va bene"
acconsentì, alzando una mano e lasciando che il ragazzo
gliela prendesse.
Magari la prossima volta avrebbe spiegato alla Greengrass cosa fosse un
linguaggio in codice. Quando iniziò un nuovo ballo si
avviarono insieme verso
il centro della pista e Ginny sentì subito gli occhi dei
presenti sulla sua
schiena. Sentì anche diverse voci che si abbassavano quando,
ballando, gli
passavano vicino. Cercò di non pensarci e sorrise nonostante
tutto: Richard era
un bravo ragazzo, ballava bene ed era anche carino.
Blaise si
allungò a
prendere un bicchiere di vino quando vide il ragazzo che si era
avvicinato alla
Weasley, circondarle la vita con la mano, mentre si allacciava a lei
per
ballare. Una sensazione strana gli prese l'esofago e scese fino alla
bocca
dello stomaco, così, pensando che fosse qualche tipo di
arsura, si scolò il
bicchiere velocemente e ne afferrò al volo un altro
direttamente dal vassoio di
uno degli elfi.
Osservò, con quella che
doveva essere fin troppa attenzione, la coppia e si avvicinò
per riuscire a
vederli bene in viso: lui era un tipo muscoloso e Blaise pensava di
averlo già
visto, forse giocava a Quidditch, ma non si ricordava di quale squadra
facesse
parte. E sorrideva. Troppo. Il suo sguardo si posò
più volte sulla ragazza
davanti a lui e Blaise ebbe l'impressione che anche lui avesse notato
la linea
dell'abbronzatura che aveva acceso pensieri peccaminosi nella sua
testa. Lui
sorrideva dolcemente e la guardava con tenerezza, ma anche con uno
sguardo di
chi avesse già assaggiato il dessert: fra loro c'era
qualcosa, era abbastanza
sicuro che fosse così.
Quando lesse sulle sue
labbra 'ci siamo divertiti' per un attimo trattenne il respiro e si
maledisse per
dove si era posizionato perché non riusciva a vedere il viso
di lei. Cosa gli
stava rispondendo? Se ne sarebbe andata via con lui? Sospirò
e vuotò
velocemente un altro bicchiere: se lei se ne fosse andata avrebbe
dovuto
trovare un altro modo per parlarle. E per chiederle se fosse vero o
meno che
anche lei aveva avuto un vuoto di memoria come sua madre. Li
osservò
volteggiare e vide il volto sorridente della ragazza ogni volta che lui
la
faceva girare. Stava perdendo tempo ed era un po' nervoso. Quando la
musica di
quel ballo finì, ebbe quasi l'idea di andare da loro, di
prenderla per mano e
obbligarla a ballare con lui. Sempre soltanto per la questione di sua
madre.
La vide tornare verso
Astoria e l'altro damerino, dotato di muscoli e probabilmente un
giocatore
anche lui, e i ragazzi continuarono a chiacchierare fino a quando
Blaise vide
la bionda annuire e accettare di ballare: finalmente qualcuno che la
invitava
senza guardare prima sua sorella, pensò. Si
scoprì a pensare come la cosa gli
facesse piacere, ma i ragazzi rimasti soli erano un'attrazione
più interessante
dei ballerini e non riuscì a toglier loro gli occhi di dosso.
Ballare le
piaceva un
sacco, quello che non le piaceva erano i pettegolezzi, le foto rubate e
le
bugie. Ginny cercò di non pensarci e ringraziò il
cielo che Richard, che lo
sapeva, tentò in tutti i modi di distrarla e di non pensare
al fatto che
fossero in mezzo alla pista. Quando le ricordò della loro
serata di tre giorni
prima, sorrise con tenerezza: lui era veramente gentile, ma sotto molti
aspetti
le ricordava Harry e aveva paura che fosse uno dei motivi per cui aveva
accettato di uscire con lui.
La loro serata era finita
bene, si erano divertiti davvero e non era stato male neanche il sesso,
ma lei
glielo aveva detto: "Niente obblighi, divertiamoci e basta". Ma non
era quello che cercavano i ragazzi? Sesso senza impegni?
Perché insistere?
Lui, alla fine del ballo,
dovette aver capito la situazione perché non insistette
più e non smise di
essere comunque gentile. E lei aveva ripreso a sentire male ai piedi.
Come avrebbe
voluto togliersi le scarpe!
Quando Astoria e Fastball
tornarono dal ballo, Richard le disse che se avesse cambiato idea,
avrebbe
saputo dove trovarlo e le baciò il dorso della mano prima di
andarsene insieme
al ragazzo.
"Mia madre mi sta
chiamando… Weasley, ti spiace se vado…" Astoria
le aveva posato una
piccola mano sulla spalla e Ginny si girò per scusarsi.
"Certo, certo,
scusami se ti ho rapito…"
"Oh, no, grazie mille,
invece!" rispose lei, con gli occhi che brillavano. Chissà,
forse a volte
bastava poco per acquisire un po' di fiducia in se stessi,
pensò Ginny e le
fece un cenno del capo mentre la guardava andarsene.
Ginny rimase sola giusto
qualche minuto, o forse di più, quando pensò di
andare a cercare il resto della
sua famiglia, prima che un piccolo gufo di pergamena le
sbatté sul viso per
caderle in mano e spiegarsi per ritornare un foglio aperto.
Lo lesse velocemente, si
guardò intorno sorridendo e poi, in un gesto veloce e che
non avrebbe calcolato
nessuno, si diresse verso la fine della sala, per imboccare un
corridoio e
uscire di nascosto dal retro.
Blaise vide la
Weasley
rimanere da sola dopo che il damerino, con un sorrisino, veniva
scaricato e si
allontanava, e dopo che Astoria ebbe sentito il richiamo di Mrs
Greengrass che
la chiamava con un cenno.
Pensò che fosse il momento
giusto per andare a parlarle: chissà, magari l'avrebbe
stuzzicata e presa in
giro per il ballo con quella sottospecie di dandy. Ghignò al
pensiero di darle
fastidio, camminando lentamente verso di lei, quando la ragazza
alzò gli occhi
sorridendo a un gufo di carta e lesse il biglietto con gli occhi che
brillavano, per poi, subito dopo, scappare via da una porta laterale.
Per un
attimo si sentì escluso, se avesse alzato gli occhi ad
altezza uomo, avrebbe
visto che stava arrivando da lei, che la stava cercando, ma non lo
aveva fatto.
Anche se non era escluso che se ne andasse comunque. Chi le aveva
scritto? Un
suo amante? Il tipo di prima? Avevano fatto una sceneggiata per
qualcuno e poi
si vedevano di nascosto? Per un momento pensò quasi di
esserne la causa, per
poi scuotere la testa e darsi del cretino.
Vabbè. Guardò verso una
finestra aperta e vide la luna nel cielo. Al diavolo la Weasley, era la
luce
giusta per le foto. Si diresse verso il guardaroba e
recuperò mantello e scopa:
era arrivato il suo momento.
*
Dopo venti
minuti, Blaise
aveva fatto un bel po' di foto: al cielo, alla dimora di Stin'sen
dall'alto, ai
fiori del giardino, a qualche creatura che girava di notte. Aveva uno
scatto
bellissimo di un gatto nero a cui erano brillati gli occhi quando aveva
fatto la
foto.
Dei risolini e un
mormorare sottovoce dalla parte meno luminosa del giardino gli fecero
capire
che qualche coppietta aveva deciso per un po' di privacy,
così si avvicinò per
curiosare e quando vide Theo con una ragazza dai lunghi capelli mori,
tornò a
volare lontano. Scosse la testa: quel ragazzo si sarebbe messo nei
guai. Sperò
che, almeno questa volta, la ragazza fosse maggiorenne. E che lui si
sarebbe
ricordato il suo nome il giorno dopo. Fece un altro giro in cielo con
la scopa,
ma decise di azionare un incantesimo di dissimulazione su di lui e la
firebolt
che cavalcava.
Scattò altre foto e,
quando ormai pensava di aver finito, sentì un fruscio e
un'esclamazione poco signorile
venire da una panchina nel giardino sul retro, da dove si poteva
accedere
tramite una scalinata un po' scomoda e quindi che in pochi usavano.
Si avvicinò, convinto che
fosse qualcuno che aveva più di un motivo per stare
così nascosto, così prese
già in mano la macchina fotografica, azionando lo zoom con
un incantesimo di
sua invenzione e guardò nell'obbiettivo per non farsi
scappare la cosa.
Quello che vide, però, per
poco non lo fece cadere dalla scopa: la Weasley, seduta sulla panchina,
stava
voltando il viso lentamente, mentre sorrideva, verso qualcuno e in quel
momento
gli parve così bella che Blaise pensò che ci si
sentisse così, sotto un
incantesimo. Le labbra della ragazza e i suoi occhi sorridevano felici,
niente
di ciò che lui aveva visto nella sala o mentre ballava, un
sorriso che le illuminava
il viso, rendendola bella come una fata di primavera.
Blaise era rimasto
incantato, ma le sue mani avevano agito d'impulso, immortalando quel
gesto per
sempre nella macchina. Quando la pellicola speciale scivolò
fuori dalla macchina fotografica, Blaise la guardò,
osservandola per
un minuto buono prima di metterla via e tornare a guardare la ragazza
per
capire cosa fosse stato a provocarle quella reazione.
-
-
-
***Eccomi!
Sono tornata giusto oggi e ho pensato di continuare a pubblicare. Che
dite, ho fatto bene? Grazie a chiunque legga!