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Autore: Aqua Keta    15/06/2023    3 recensioni
Le parole di Oscar erano state chiare, perentorie, inequivocabili.
Di lui non aveva più bisogno ...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Soldati della guardia metropolitana di Parigi
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Vado incontro a Diane.

Quanta dolcezza e spensieratezza nel suo sguardo.

Mi prende sotto braccio e si stringe a me –“Ciao Andrè, che bello rivederti!”- I suoi occhi mi rammentano quelli di un cerbiatto. Mi sorride mentre un refolo di vento le accarezza i capelli.

“Alain arriva subito. E’ dal Comandante”- è così piacevole starle accanto.

Poggia il capo sul mio braccio – “E’ sempre una gioia venirvi a trovare”.

Percorriamo il colonnato verso le camerate. Alain appare all’improvviso –“Ciao sorellina”- il volto gli si illumina –“Fai attenzione. Occhi tristi è un rubacuori” – esplode in una fragorosa risata.

Si solleva sulle punte dei piedi, mi sfiora la guancia con un bacio delicatissimo –“E’ un ragazzo adorabile. Un vero pezzo di pane. Ce ne fossero come lui”

Mi sento imbarazzatissimo di fronte a quell’armadio di suo fratello. Mentre sento di arrossire una manata mi arriva potente sulla spalla –“Senti … che intenzioni hai? Vuoi portarmi via la mia sorellina?

“Smettila Alain”- lo bacchetta Diane allungandogli una borsa con la biancheria pulita.

 

Stasera metà dei ragazzi è di ronda.

A noi è concessa una serata di svago e … incredibilmente ho convinto anche il nostro Comandante a farsi un boccale.

Siamo tutti piuttosto euforici. Tranne … ovviamente, Oscar e “occhi tristi”, moderati entrambi  nel bere.

Colette si avvicina ed inizia a lisciarmi come una gatta in calore … come sempre.

La presenza del Comandante non mi frena certamente. Le infilo una mano sotto la gonna, tra le gambe. Lei apprezza e sussulta al mio tocco.

Con la coda dell’occhio scruto la bionda mentre affondo la lingua nella bocca di Colette.

Si volta. Discosta lo sguardo.

“Andrè … dovresti sentire che paradiso c’è qua sotto. Dai, vieni”- gli afferrò una mano spingendola sotto il tessuto frusciante e gliela struscio. Lei, puttana, geme.

Mi sto eccitando –“Cazz … se non te la fai tu  … “ – intravvedo quei due pezzi di ghiaccio ardere improvvisamente.

Che hai Oscar? Vorresti essere al suo posto? Dillo! Hai mai provato il piacere, quello vero? Ti ha mai scopato un uomo? Ma uno bravo, capace di farti godere come si deve. Ti vorrei vedere sotto quell’uniforme …  Sei donna. Smettila di fare la sostenuta.

Andrè velocemente si libera.

“Senti dolcezza … ti aiuto a portare i boccali vuoti nel retrobottega”.  Mi alzo –“Comandante … la ragazza necessita di un aiuto …”- non batti un ciglio. Non comprendo se il fatto ti urta o eccita. Ti fisso dietro la tenda mentre spingo Colette contro il muro – “Che fretta hai”- miagola compiaciuta.

“Taci”- affondo in lei. …

Voglio vederti.  La tenda si muove appena  ed incrocio i tuoi occhi. Oscar …

 

Non so perché ho accettato. Forse solo per trascorrere una serata diversa e amalgamarmi meglio con gli uomini.

Questo locale è puzzolente … ma la birra non è male. Amo bere ma non posso certo perdere il controllo. Vedo Alain che continua a tenermi sott’occhio. Che diavolo  ….?

La ragazza porta un nuovo giro di boccali. Sembra intendersela con Soissons. Si struscia come una gatta.

Prima infila lui le mani sotto la gonna poi all’improvviso ne afferra una di Andrè –“Vieni a toccare il paradiso”.

La ragazza si lascia scappare un gridolino di piacere. Vorrei alzarmi ed uscire. Ma resto. Volgo lo sguardo altrove. Sento quegli occhi come la pece scrutarmi pesantemente. Di spalle deglutisco e sento le guance prendere fuoco.

Alain si fa insistente pronunciando parole oscene. Sono tesa come una corda di violino.

 

Siamo andati tante volte a bere assieme, divertendoci anche. Ma stasera è diverso.

Non è un luogo adatto a te. Capisco bene perché tu lo abbia fatto.

Primo giro di birre. Bevi ma sai anche di doverti contenere. Non puoi certo permetterti di lasciarti andare di fronte ai tuoi uomini come hai fatto tante volte con me.

Poi arriva il secondo giro e Colette, vedendo Alain su di giri, inizia a strusciarsi. Lo fa sempre.  Ora capisco perché gli piaccia venire qui.

E le mani gli scivolano ovunque. Affondano nel corsetto quando si china per ascoltare chissà quali oscenità sussurrate. E  s’infilano sotto la gonna.

All’improvviso mi prende per un polso, mi tira e mi spinge la mano sotto gli abiti tra le gambe della ragazza. Deglutisco appena sento che non indossa biancheria intima. Si lascia andare ad un gemito mentre Alain mi tiene bloccato.

Non riesco a vederti. So che sei alle mie spalle. Oscar … perdonami … io ….

Uno strattone e mi libero –“Sei un idiota”- mormora Alain tra i denti. Si alza e se la porta nel retrobottega.

Poi ti volti.

Hai le guance infuocate.

 

Richiudo la porta.

Mi lascio andare sulla sedia. Che serata terribile. Inspiro profondamente.  Non mi sono mai sentita così in imbarazzo. 

Stasera avrei veramente preferito rientrare a casa …. Mi viene da scuotere il capo. Che cosa vuole fare esattamente Alain? Gli piace provocarmi, ormai l’ho capito.

In quest’ambiente sto scoprendo particolari del lato maschile che non conoscevo. Eppure sono stata educata come e con un ragazzo al mio fianco.

Ma Andrè è diverso.

Oscar , sii sincera con te stessa. Quel gesto di prendergli la mano e infilarla ….

Sento un brivido percorrermi la schiena.

Mi sdraio sulla branda. Spero solo di riuscire a riposare.

 

Slaccio le braghe e mi butto sulla branda.

Che cosa guardavi Comandante?  Forse avresti voluto essere al posto di Colette? Io si.

Ho visto i tuoi occhi ardere di rabbia …  Grandier ….  Che cosa c’è fra voi?

Forse con “occhi tristi” ci sei riuscita a nasconderti ma con me no. Avevi le guance infuocate.  La cosa mi è piaciuta.

Prima o poi capiterà l’occasione di restare soli …

 

Sono giorni che non rientriamo a casa. Sei sempre più silenziosa ed è veramente sempre più difficile scambiare con te anche solo un paio di parole. Ho capito che qualcosa ti turba ma non ho ancora ben compreso di cosa si tratti.

I ragazzi si stanno abituando alla tua presenza e qualcuno si è lasciato scappare –“Tosto il nostro comandante. Tutto sommato non mi dispiace”. Stai raggiungendo il tuo obiettivo. Non posso che esserne felice.

Lasalle mi chiama –“Grandier, hai visite!” - ma chi mai potrà essere?

Non appena giungo all’esterno nonna mi attende sotto il colonnato.

“Sono giorni che non vi fate vedere. Non credi ci sia bisogno di cambiare la biancheria? Ecco, tieni”- mi mette una sacca tra le braccia. E’ bello vederla.

Scambiamo quattro chiacchiere. Poi all’improvviso abbassa lo sguardo sistemando gli occhiali sul naso – “Che succede?”

“Ecco … veramente. Non so se faccio bene a dirtelo ma …. Oscar presto si sposerà.”

Scioccato non riesco nemmeno a respirare – “Che cosa?” – non capisco se nonna sia felice di questo oppure no. Non ho neppure il coraggio di chiederle chi sarà il fortunato pretendente che già se ne deve andare.

La vedo sparire all’orizzonte. Mi sento frastornato.  Quelle parole non fanno che risuonare dentro la mia testa.

Corro veloce sotto il colonnato stringendo forte gli occhi. Si sposerà! Si sposerà! Oscar si sposerà! Non posso crederci, non può essere. Diventerà moglie di qualcuno che nemmeno conosce    Oscar …. Come … tra le braccia di un altro. Un altro uomo respirerà il profumo dei tuoi capelli, accarezzerà la tua pelle, sfiorerà le tue labbra. Oscar …

 

Come se non avessi abbastanza pensieri. Ora ci si mette pure mio padre.

Questa storia di sposarsi …. vorrei proprio capire da dove sia saltata fuori, chi mai può avergli messo nella testa un’assurdità del genere. Girodel? Che sia tutto collegato a quella visita?

La conversazione appena terminata stona notevolmente con la sua scelta di avermi educato come un maschio. Perché dopo anni arrivare a dirmi che se Victor non mi dovesse andare bene sarà possibile trovarne un altro? Ma di cosa stiamo parlando? Vuole forse mettermi sullo stesso piano delle mie sorelle? Non sono certo merce da esporre al mercato. Amo mio padre. Nemmeno lui potrà mai comprendere quanto.

La sua scelta forse mi avrà penalizzato da un lato ma dall’altro mi ha spalancato le porte di un mondo che tutto sommato fino ad ora mi ha reso libera dalle costrizioni imposte dalla società odierna. E tutto d’un tratto vorrebbe ch’io facessi un passo indietro?

La divisa non mi ha impedito di provare sentimenti da donna. Certo. Sono stata innamorata di Fersen, è vero. Ho provato sensazioni ed emozioni che mai …. Ho creduto potesse essere l’ uomo della mia vita, l’unico che avrei potuto amare. Ho creduto … Oramai fa parte del mio passato.

Bouillet poi vuole dare un ricevimento  … dove io dovrei cercare marito. Pazzesco. Ho la sensazione che tutti siano usciti di senno.

Rientro in caserma. Non voglio più ascoltare discorsi del genere. Ho altro a cui pensare.

Riprendo il mio lavoro. Ho diversi documenti da firmare entro domattina.

Ma che succede? Apro la porta. Il trambusto proviene dall’armeria.

Accelero il passo. Sembra proprio che se le stiano dando di santa ragione. Che diamine!

Mi ricordo solo all’ultimo che D’Agoult oggi è di riposo. Dovrò sbrigarmela da sola.

All’improvviso tutto pare sia terminato.

Vedo gli uomini allontanarsi. Mi fermo un attimo. Li lascio passare senza che si accorgano di me.

Sono sulla porta.

Resto senza parole, immobile. Il sangue raggelarsi.

Andrè!

 

 

 

   
 
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