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Autore: Kokus    19/06/2023    1 recensioni
Serendipity: l'incontro tra due persone che, da frutto del caso, diventa fortunata coincidenza.
Ryoga non rispose subito.
Prima si lasciò andare a un sorriso indecifrabile e recuperò dallo zaino un paio di occhiali da sole, indossandoli poco dopo e tornando a osservare fuori dal finestrino.
«Diciamo che ho delle faccende da sbrigare».
(E Kaito, anziché allarmarsi per se stesso, provò l'inspiegabile desiderio di proteggerlo).
{Cinque Drabbles per capitolo}
{Questa storia partecipa alla Corsa delle 24 ore – XI Edizione indetta dal forum Torre di Carta}
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kaito Tenjo/Kite Tenjo, Ryoga/Shark
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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2kairyo
Torre di Carta


45. Bugia

Era ormai notte fonda quando Ryoga constatò di non riuscire a prendere sonno.
Non sapeva spiegarsi come o perché, ma era maledettamente agitato.

Se non fosse stato per Kaito, a quest'ora avrebbe portato a compimento la faccenda che aveva da sbrigare.
L'avrebbe fatta pagare a quei maledetti e lui si sarebbe sentito molto meglio, più in pace con se stesso.

No, era una bugia.
La realtà era ben diversa e proprio per questo gli pesava il doppio, forse il triplo, su ogni cellula del corpo.

Il fatto era che non avrebbe mai ringraziato Kaito per averlo fermato e impedirgli di compiere la più grande stronzata della sua vita.
Interiormente, perché mai gliel'avrebbe detto in faccia.

Ma in fondo sapeva che si trattava di questo.
E sorrise appena.



46. Sale

Kaito osservò Ryoga molto attentamente.
«Sicuro di aver dormito bene?» gli chiese per l'ennesima volta quella mattina.

Ryoga alzò gli occhi al cielo.
«Ti ho detto di sì» rispose, mescolando il suo caffè.

Kaito inarcò un sopracciglio.
«Hai appena messo tre cucchiaini di sale nel caffè. Non mi sembri molto sveglio, oggi».

Ryoga non dovette assaggiare la poltiglia che stava mescolando per rendersi conto della figuraccia commessa — il sale sciolto nel caffè aveva uno strano odore.
«E che cazzo…»

Kaito si lasciò andare a un sorrisetto.
«Tranquillo, ne preparo un altro. Comunque, prima partiamo e meglio è».

Ryoga non capì.
«Che intendi dire?»
Kaito si voltò nuovamente a guardarlo. «Mi sembra ovvio» rispose. «A casa ti ci riporto io».



50. Serendipity

Kaito sapeva che l'incontro tra lui e Ryoga poteva essere definito con una parola in particolare, ma in quel momento non gli veniva proprio in mente.
Aveva un suono dolce e ricordava tanto le goccioline di pioggia che cadono sulla veranda nel periodo estivo.

Pensava a questo, mentre guidava ancora una volta per tornare a Heartland City, con Ryoga seduto al proprio fianco.
Il ragazzo aveva sicuramente soldi a sufficienza per pagarsi il biglietto del treno, ma Kaito non aveva voluto sentir ragioni, sentiva che doveva essere lui a riaccompagnarlo a casa.

Era incredibile come il loro incontro dettato dal caso si fosse trasformato in una fortunata coincidenza.
Come a dire: io in quel momento c'ero perché tu avevi bisogno di me.

(Solo che ora non voglio lasciarti più).


54. A e B si abbracciano

Kaito scese dall'auto e si concesse una lunga boccata di aria fresca.
Fortunatamente il clima non era caldo come il giorno addietro ed era, tutto sommato, molto più vivibile.

Ryoga scese pochi istanti dopo, ora un po' frastornato per essere finalmente tornato a casa senza però sapere cosa fare poi.
Insomma, era partito con dei piani precisi e Kaito glieli aveva sconvolti tutti quanti, ma in fondo andava bene così

«Ehi» lo chiamò, avvicinandosi a lui.
Kaito lo guardò e fu colto alla sprovvista nel momento in cui Ryoga lo abbracciò, in uno slancio di affetto che forse non gli apparteneva nemmeno.

Ricambiò l'abbraccio e un sorrisetto divertito gli incurvò le labbra nel momento in cui Ryoga quasi ringhiò: «Guai se lo dici a qualcuno».



55. A e B si baciano in macchina

Quando Ryoga salì in macchina, fu accolto da una gradevole sensazione familiare.
Kaito, seduto come sempre sul sedile del guidatore, lo accolse con un bacio che Ryoga ricambiò senza pensarci due volte.

Erano trascorsi mesi dal loro primo, casuale incontro.
Mesi in cui le stagioni si erano estinte una dopo l'altra e ora l'inverno congelava il respiro e sconquassava i muscoli.
E ora stavano insieme.
Incredibile ma vero, avevano scoperto di essere una coppia funzionante e che a modo loro riuscivano a completarsi a vicenda.

«Haruto come sta?»
«Molto meglio. Sono felice che sia tornato a casa. Non vede l'ora di rincontrarti».

Ryoga allacciò la cintura e sorrise.
«Anch'io non vedo l'ora».

E questa volta fu lui a baciarlo per primo.
   
 
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