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Autore: Melisanna    27/06/2023    1 recensioni
Storia scritta per il MayIwrite della pagina facebook Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom.
Ma Sakura la conosceva troppo bene. Era tipico di Ino rinchiudersi in quella impersonale funzionalità quando qualcosa non andava. Qualcosa di veramente grave, che la divorava dentro, non uno dei malumori che andavano e venivano continuamente nella sua testa caotica.
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Sakura Haruno | Coppie: Sai/Ino, Shikamaru/Ino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Prompt di Angela la Barbera per la AUchallenge sulla pagina facebook Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom
10 34 5 26 30
· 10 Un medico strano
· 34 Un difetto
· 5 Fuggire
· 26 X convince Y a farsi visitare da lui dopo mille insicurezze
· 30 Un lettino
 
 Strambo, ma carino
 
Ino si osservò allo specchio dopo aver infilato la camicetta nella minigonna a fiori. Il verde lime delle foglie riprendeva quello del top e creava un gradevole contrasto con l’arancio e il giallo dei girasoli sulla stampa. Con quei colori accesi la sua pelle luminosa e dorata risplendeva e i suoi occhi blu risaltavano. Sorrise, aggiungendo un tocco di rossetto pesca sulle labbra.

In certe occasioni essere carine era tutto quello che restava.

Lo spasmo fu particolarmente doloroso, costringendola a chinarsi, la mano sul ventre. Stupida pillola, non pensava che avrebbe fatto così male. Per fortuna tra un paio d’ore le avrebbero somministrato anche la prostaglandina e poi si sarebbe trattato solo di avere pazienza per qualche giorno e sopportare.

Si gettò sulle spalle il trench color panna, infilò le decoltée verdi e afferrò la borsetta arancione. Sentendosi come un cavaliere pronto alla battaglia, armato da capo a piedi, scese in strada, dove Sakura l’aspettava alla guida della sua Yaris.

“Ehi, Ino! Di qua!” l’amica sventolò una mano per attrarre la sua attenzione, nonostante Ino l’avesse vista appena uscita dalla porta.

Le fece un gesto con la mano per farle capire che l’aveva individuata, guardò velocemente in entrambe le direzioni e attraversò la strada. Girò intorno alla macchina e si sedette al posto del passeggero.

“Sono pronta, andiamo”.

Sakura le rivolse un’occhiata indagatoria “Come stai? Tutto bene? Non ti sei praticamente fatta sentire questi due giorni”.

Ino sorrise sollevando due dita nel segno della vittoria “Tutto a posto, voglio soltanto farla finita con questa storia. Sono terrorizzata all’idea che lo scopra qualcun altro. E Tsunade di sicuro l’ha già capito “soggiunse cupa “quella donna è una strega”.

Sakura rise “Non te la prendere. Non c’è niente che le sfugga e comunque non ti dirà nulla, se non andrai tu a parlarle”.

“Non è che glielo hai detto tu, vero?”

“Ma ti pare!”

Dopo nemmeno un quarto d’ora Sakura l’aveva lasciata all’ingresso ed era andata a cercare un parcheggio.
Ino sospirò e si sfiorò il ventre. Le faceva sempre un gran male. Cos’era? Doveva espiare i suoi peccati? E dire che lei non si sentiva per nulla in colpa, né depressa o tutte quelle storie che ti raccontavano. Stava soltanto eliminando un problema. Un grosso problema.

L’infermiera all’ingresso era un volto nuovo, ma lo strambo dottore era sempre il solito, con gli stessi capelli castani arruffati raccolti sopra la testa e gli occhialini ovali dalla sottile montatura di metallo.

Ino lo salutò con un gesto cordiale, l’uomo diede un’occhiata alla cartella che aveva in mano “Yamanaka? Lei è la signora Ino Yamanaka?”

Ino avvertì un nervo che le tremava vicino all’occhio “Guardi che ci siamo visti solo due giorni fa! Dovrebbe fare un po’ più attenzione ai suoi pazienti!”

Il dottore diede un’altra scorsa alla cartella “Già, ha ragione… ha già preso il mifepristone. Non mi ricordavo proprio di lei. Buffo, eh?”

“Non direi proprio” ribatté Ino.

“Che ragazza irritabile. Ricominciamo, d’accordo?” le porse la mano “Io sono il dottor…”

“Shikamaru Nara” lo interruppe brusca Ino, senza nemmeno fingere di volergli stringere la mano.

“Che brava, lei se lo ricordava…”

“Già” rispose Ino freddamente.

“Bè, signorina Yamanaka, come si sente?”

“Benissimo, mai stata meglio” replicò in tono sarcastico.

“Ha avuto perdite? Sanguinamento?”

Ino annuì a malincuore. Voleva solo che tutto si concludesse il più rapidamente possibile per poter tornare alla sua vita quotidiana.

“Nausea? Diarrea?”

“Un po’ di nausea, ma niente di grave” rispose Ino.

“Fitte addominali?”

Ino esitò. Da praticante detestava i pazienti che nascondevano i sintomi, ma, allo stesso tempo, preferiva decidere da sola se le sue condizioni erano preoccupanti o meno. “Qualcuna… come delle mestruazioni un po’ dolorose…Aaah”

Come se lo avesse invocato, un crampo le afferrò il ventre, stringendole le viscere in una presa dolorosa. Fingere indifferenza era impossibile.

Il medico le appoggiò una mano sulla spalla “Si sieda, come si sente?”

“Non è nulla, gliel’ho detto. Solo qualche fitta. Ho avuto di peggio” dichiarò Ino cercando di riprendere la compostezza.

Il dottor Nara si inginocchiò davanti a lei. Doveva avere più o meno la sua età ed era carino. Strambo, ma carino. “ È pallida e sta sudando. Le sue mestruazioni sono sempre così?”

Ino strinse i denti, odiava farsi vedere così “Da quando prendo la pillola, va meglio. Capita solo ogni tanto”.

“Vorrei farle un’eco prima di procedere” propose il medico.

“Non può solo darmi quella maledetta pillola?” replicò Ino.

“Gliela darò, non si preoccupi. Mi interesso solo della sua salute” rispose il dottor Nara.

“Ha un’intera fila di donne di cui occuparsi!”

“Mi scusi se adesso mi sto occupando di lei!”

“Mi scusi, ma nessuno glielo ha chiesto!”

“Lei è veramente una ragazza irritabile”.

“E lei è veramente un impiccione”.

“Si lasci fare l’ecografia. Sarà fuori in quindici minuti, con la sua pillola”.

“Guardi che lo so. Sono specializzanda in radiologia”.

“Allora saprà meglio di me che deve tirarsi su la camicetta e abbassarsi la gonna. Usi pure il paravento”.

Ino, sentendosi vagamente incastrata, ma senza riuscire a capire bene come fosse successo, si tirò su la blusa ben oltre il necessario e abbassò la gonna a coprire appena il pube, così per ripicca. Sfidava il dottor Shikamaru Nara a scordarsi un’altra volta di lei.

Uscì da dietro il paravento, raccogliendo i capelli sopra la testa, con una mossa calcolata che sollevò ulteriormente la camicetta e le scoprì quasi interamente il seno “Non vorrei mi si impiastricciassero col gel” spiegò candida guardandolo dritto negli occhi.

Il dottor Nara si sistemò gli occhiali, abbassando lo sguardo e Ino fu certa di averlo visto deglutire. Le sfuggì quasi un sorrisetto vittorioso.

“Si… si sdrai sul lettino”.

Il freddo del gel la fece rabbrividire, ma durò solo pochi secondi. Il medico iniziò a premerle la sonda sul ventre gli occhi fissi sullo schermo.

“Uhm… Per favore si giri sul fianco destro… Qui c’è uno strano artefatto. Però… Supina di nuovo, per favore. Inspiri, lentamente, espiri. Se avesse la vescica piena si vedrebbe meglio…”

“Insomma, c’è qualcosa si o no?”

“Non ho mai conosciuto una ragazza irritabile come lei”.

“Bè ora mi conosce, allora?”

“Tenga si pulisca” le sfregò la pancia con della carta assorbente e gliene porse un rotolo perché finisse il lavoro “Si rivesta, intanto riguardo le immagini”

Ino si appoggiò alla sua sedia “Posso guardarle con lei”.

“Immagino che resterà così finché non le avrò detto tutto, vero?”

“Immagina bene”.

“Temo che abbia una brutta edometriosi. La pillola l’ha tenuta sotto controllo, fortunatamente, ma ha tre cisti ovariche abbastanza importanti. Le dico la verità… sarebbe meglio toglierle”.

“Oh accidenti, mi aveva fatto spaventare. È solo un intervento in laparoscopia, niente di cui preoccuparsi”.
“Non tutte la prenderebbero così alla leggera”.

Ino si strinse nelle spalle “Se mi spaventassi servirebbe a qualcosa?”

Il dottor Nara si lasciò sfuggire un sorriso “No, direi di no. Lei è una ragazza in gamba, lo sa?”

Ino si mise a ridere, di una delle sue risate sguaiate che mettevano allegria “Non ha idea di quanto, dottore”.

Il dottor Nara tornò alla scrivania e tirò fuori da un cassetto una scatolina di cartone con il nome di un farmaco “Tenga, questa è la pillola. La prenda e poi aspetti un quarto d’ora in sala d’attesa, prima di uscire. Mi raccomando, se in questi giorni avrà febbre o dolori particolarmente intensi, intensi per una persona normale, non per la regina delle amazzoni, non esiti a chiamarmi”.

“Lo farò, dottore, promesso” rispose afferrando la salvifica scatoletta.

“Ci rivedremo in ogni caso tra quattordici giorni per l’ecografia di controllo. Nel frattempo cerchi di tornare a fare la sua vita di prima. Eviti gli alcolici e il caffè per qualche tempo e gli alimenti irritanti, anche in relazione alla sua patologia. Se non sente dolore, invece, consigliamo di ricominciare ad avere rapporti sessuali quanto prima”.

“Temo che mi manchi la materia prima”.

“Ah… bè… Immagino che non avrà problemi a procurarsene dell’altra, quando ne avrà voglia” le rivolse un’occhiata eloquente.

Ino sentì le labbra tendersi a scoprire i denti in un sorriso predatore “Ha ragione. Non trova che quattordici giorni siano veramente troppi da aspettare per rivedersi?”

 
  
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