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Autore: Akane    28/06/2023    0 recensioni
“Quei due non saranno distrutti da nessun nemico, saranno distrutti solo da loro stessi. Se un giorno uno dei due morirà, l’altro lo seguirà a ruota solo per il dolore che quella morte comporterà.”
Mentre Zoro e Trafalgar si ritrovano da soli nel Paese di Wa, hanno modo di conoscersi meglio e rinforzare il loro legame. In particolare Trafalgar si rende conto di quanto sia facile connettersi con Zoro, fino a desiderare di averlo per sé. Peccato che lo spadaccino stia con Rufy.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Roronoa Zoro, Trafalgar Law | Coppie: Rufy/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Prima di approdare a Wa, c'è una piccola disavventura che mette a serio rischio la vita di Zoro e Trafalgar. Ovviamente Zoro non ci pensa un secondo e si butta per salvarlo, ma non gli sfugge il piccolo non trascurabile dettaglio. Trafalgar si era lasciato cadere in mare di proposito. Sta per iniziare per lui un lungo percorso interiore che lo spingerà a capire per cosa dovrebbe continuare a vivere ormai che ha consumato la sua vendetta. Saprà aiutarlo Zoro? Buona lettura. Baci Akane*

1. NAUFRAGIO

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Un uomo muore davvero quando la sua anima si spegne ed il suo cuore si inaridisce. 
Trafalgar dopo la tragedia di Corazon era stato mosso dalla rabbia e dalla sete di vendetta, una volta che quella era stata consumata grazie a Rufy e agli altri, quella rabbia che l’aveva tenuto su si era volatilizzata. 
Nei giorni successivi era rimasto come intorpidito, sospeso in quel nuovo stato dove non sapeva ancora che ce l’aveva fatta, che Corazon era stato vendicato, che quella storia era finita. 
Fu vedendo l’ardore che bruciava in Rufy per ottenere i suoi obiettivi che capì che a lui ora mancava qualcosa. 
Uno scopo, forse. Ma non proprio. 
Non mancava molto all’arrivo a Wa, all’orizzonte orribili nubi nere si abbattevano sul mare, presto li avrebbero inghiottiti come le onde che iniziavano ad alzarsi. 
Qualcuno della ciurma diede l’allarme e nel giro di poco tutti iniziarono a darsi da fare per poter superare l’imminente tempesta. 
L’ardore con cui tutti si accesero funse da accelerante in Trafalgar. 
“Io non ardo più per niente...” i giorni trascorsi gli avevano permesso di assimilare il fatto che ormai con Do Flamingo era finita. 
- Avanti Trafalgar, prendi quella cima e tieniti forte, dobbiamo riuscire a domare la nave! - gli ordinò Franky lanciandogli una corda, vedendo che la guardava vuoto senza prenderla, Zoro lo fece al suo posto arrivandogli davanti insieme all’onda che li investì.
- Trafalgar, aggrappati o verrai... - ma non fece in tempo a finire la frase che, girandosi per vedere se si era aggrappato, non lo vide più. 
Zoro spalancò l’occhio che gli rimaneva e preso dallo stupore lo cercò nei dintorni mentre l’acqua scivolava via dal ponte lasciando tutte le persone al proprio posto, tranne uno. 
- Trafalgar..?! - incredulo si affacciò oltre la balaustra e vedendo a malapena l’ombra di un uomo inghiottito dalla superficie blu scuro, realizzò che Trafalgar era caduto. 
- Merda, ma come diavolo ha fatto? - non era possibile che uno come lui fosse caduto in mare per una cosa del genere, anche se non si stava tenendo dovevi voler essere trasportato via. La sua velocità di pensiero fu immediata e legandosi la corda alla vita ordinò a Franky: - Dammi corda! Trafalgar è caduto in mare! 
Franky nell’emergenza si limitò ad eseguire l’ordine e liberò il nodo con cui aveva appena assicurato una delle vele del galeone, il telo sventolò rumoroso, impazzito dal vento forte, una seconda onda li investì e Zoro si fece trasportare fissando il punto in cui l’aveva visto. 
Prese un respiro profondo e senza pensarci due volte, senza realizzare che poteva essere pericoloso tuffarsi in un mare in tempesta, sia pure con una corda alla vita, si immerse alla sua ricerca. 
Tutti si chiesero come fosse possibile che uno del calibro e dell’esperienza di Trafalgar cadesse in mare, non certo si stupirono di vedere Zoro tuffarsi senza remore per recuperarlo. Quello era da lui. 
Le voci dei loro compagni si persero ben presto mentre l’oceano si richiudeva sopra le loro teste, Zoro individuò quasi subito Trafalgar mentre affondava. Avendo ingerito un frutto del mare non poteva nuotare, sarebbe morto se non si sarebbe sbrigato a riportarlo a galla. Zoro con un colpo di reni si precipitò verso di lui, mentre sopra di sé percepiva la superficie furiosa delle onde che si abbattevano sulla nave, come a voler dare loro un monito. Non andate oltre. Troverete l’inferno. 
Ma loro l’inferno l’avevano trovato spesso e ne erano sempre sopravvissuti. 
La corda ad un certo punto impedì a Zoro di arrivare alle braccia di Trafalgar, così senza rifletterci si sciolse il nodo e nuotò ancora. Quando gli prese la mano lo tirò verso di sé, contemporaneamente iniziò a nuotare verso l’alto. 
Una volta in superficie imprecò realizzando che la nave si stava allontanando da loro, capì che non sarebbe mai riuscito a raggiungerli e che sicuramente non li vedevano nemmeno. 
Non aveva la minima idea di quanto distassero dall’isola di Wa, era impensabile per lui anche solo immaginarlo. Trafalgar era privo di sensi, non collaborava e comunque in ogni caso in acqua lui sarebbe stato un peso morto ugualmente. 
Zoro capì che sarebbero anche potuti morire in quel modo se non l’avesse lasciato, era come avere un masso addosso che lo faceva affondare ed in un mare in tempesta come quello, era puro suicidio. 
Ovviamente non lo lasciò, in lui non venne mai contemplata l’idea di liberarsi di lui per sopravvivere. A quel punto si limitò a cercare di rimanere a galla lasciando che la marea fortissima li trasportasse ovunque volesse, sperando in un colpo di fortuna, sperando anche solo di uscire da quelle correnti impossibili.
Sperando di rivedere Rufy. 
 Pensando a lui, sapeva che stava facendo la cosa giusta, che lui si sarebbe tuffato per aiutarlo pur non potendo nuotare e a quel punto Zoro avrebbe dovuto salvare entrambi.
Rise immaginando la scena. 
Trafalgar riprese i sensi e vedendo il suo ghigno sul viso immerso nel mare quasi del tutto, provò a divincolarsi con le ultime forze. 
- Che diavolo fai? - chiese Zoro stringendo la presa intorno al suo corpo. 
- Lasciami! - disse a denti stretti. 
- Sei pazzo? - Trafalgar provò ancora a liberarsi mentre il mare li trasportava prepotentemente ovunque volesse, bevendo abbondantemente acqua salata e gli occhi bruciavano. 
- Trafalgar, vuoi morire? - chiese con retorica. 
- E che dovrei fare? - a Zoro quella risposta non piacque e con un lampo di stizza gli diede un pugno sul mento, indebolito com’era Trafalgar svenne subito. Così a peso morto per Zoro fu più facile sopravvivere piuttosto che lottare per tenerlo a galla e stringendo l’occhio continuò a respirare tutte le volte che gli era consentito, ricordandosi che comunque l’addestramento con Mihawk era stato molto peggio di quello e che poteva sopravvivere.
- Rufy si aspetterà di trovarmi sull’isola quando tornerà con quell’impiastro! - si disse facendosi forza consapevole che lui avrebbe rivisto Rufy a qualsiasi costo. 

Sentendo l’oceano inghiottirlo, Trafalgar aveva percepito un senso di pace che aveva cercato a lungo nei giorni successivi ai fatti di Dressrosa. 
Dopo la vendetta, la pace, ma quella pace non era arrivata. Era piuttosto rimasto un senso di vuoto, come se in lui non ardesse nulla a parte la rabbia e l’odio ormai consumati e finiti. 
Per cosa muoversi, per cosa darsi tanto da fare? 
Qual era lo scopo dopo che realizzavi ciò per cui avevi tanto lottato? Forse non c’era più, forse vivere o morire, ormai, non faceva più differenza. 
Quando aveva sentito vagamente la presa di qualcuno afferrarlo, aveva faticosamente aperto gli occhi nella sensazione di essere stretto da un braccio forte, appoggiato contro un corpo possente. Poi il suo viso di poco sopra la superficie tempestosa del mare. Il suo viso dai lineamenti duri e selvaggi sorrideva, anzi sogghignava.
Stava per morire, sarebbe morto. Non c’era l’ombra di una nave lì intorno, solo il buio, il vento, l’acqua, la corrente e la morte lì a portata di mano.
E lui sogghignava. Per cosa? 
Aveva cercato di liberarsi, da solo Zoro ce l’avrebbe fatta, non voleva strapparlo a Rufy e nemmeno al mondo. Zoro meritava di vivere. Loro due meritavano di vincere le loro battaglie insieme. Uno la forza dell’altro. Lui no invece, perché era senza qualcuno a spingerlo a farcela. 
Zoro però l’aveva picchiato e di nuovo il buio l’aveva risucchiato, un buio interiore nel quale la luce di Corazon tornò a fargli visita. 
‘Non vorresti trovare un’altra ragione di vita?’ gli disse con la sua semplicità il suo prezioso amico che non c’era più. 
“Vivere per cercare una ragione per vivere?” rispose lui fluttuando nel buio dove solo la sua luce e il suo sorriso stavano lì a farlo respirare. 
‘Guarda Zoro che sacrifica tutto in un attimo per qualcosa di più importante.’ 
“Zoro...” Trafalgar realizzò che di nuovo Zoro stava mettendo da parte tutto per qualcos’altro. 
Fu come una scossa da mille volt. Trafalgar spalancò gli occhi e contemporaneamente prese aria a pieni polmoni sputando fuori l’acqua. Si girò sulle ginocchia premendo i palmi sulla sabbia umida, l’odore salmastro gli fece percepire una tempesta superata e la terraferma. 
“Siamo vivi...” pensò subito alzando di scatto la testa dopo che si fu ripreso. Un’isola si stagliava davanti a lui nella spiaggia in cui erano, in lontananza i fumi industriali. “Wa...” poteva riconoscerla anche senza esserci mai stato. “E Zoro?” 
Girandosi si alzò sulle ginocchia per guardare dove era finito quel pazzo che l’aveva salvato. 
Nei paraggi non vedeva la Sunny, ma era sicuro che fossero approdati da qualche parte, non si preoccupò di loro quanto di non vedere subito Zoro.
Quando lo intravide si alzò e lo raggiunse barcollando poiché troppo debole. 
Si buttò su di lui come se cadesse, le ginocchia non gli reggevano ma arrivò al suo corpo apparentemente esanime, lo girò supino e lo schiaffeggiò senza nemmeno controllare il polso. 
- Avanti, testa di rapa! - esclamò poco gentile mentre l’agitazione inclinava la sua inespressività perenne. 
Zoro poco dopo sputò l’acqua e tossendo gli diede un pugno di riflesso facendolo cadere all’indietro, Trafalgar rimase lì sentendo un assurdo senso di sollievo non per essere ancora vivo, ma per non aver causato la morte di quel deficiente. Quello non se lo sarebbe mai perdonato. 
Zoro si alzò sui gomiti fissando con l’occhio offuscato il luogo in cui era finito, ignorando Trafalgar che per fortuna era vivo. 
- Dove sono gli altri? - chiese invece. Trafalgar, da steso, alzò le spalle. 
- Devono essere finiti su un’altra sponda. - rispose logico evitando di ringraziarlo, sarebbe stato imbarazzante. 
- Si ma sponda di cosa? 
Trafalgar aggrottato si alzò a sedere ancora piuttosto debole e lo guardò  sorpreso che non l’avesse capito. 
- Siamo nell’isola di Wa, spadaio! 
Zoro lo guardò stupito: - Ce l’abbiamo fatta? 
A quel punto Trafalgar si trovò in dovere di rimproverarlo per la sua idiozia. 
- Devi essere molto fortunato per avercela fatta in una situazione come quella, si può sapere che ti è saltato in mente? 
Zoro nemmeno lo guardò, si limitò ad alzarsi in piedi per mettersi subito alla ricerca degli altri della ciurma. 
- Eri caduto in mare e so che non puoi nuotare, mi sembra una domanda stupida la tua! - rispose secco. Trafalgar si alzò e gli andò dietro senza riuscire a correre per la debolezza persistente a causa del mare. 
- Non è una risposta invece! Dovevi lasciarmi là! Il mare è in quelle condizioni e tu ti tuffi per uno che non è nemmeno membro della ciurma? 
Zoro alzò l’occhio al cielo esasperato. 
- E non hai pensato a Rufy? - insistette.
- Proprio perché ci ho pensato mi sono tuffato! E poi ci siamo ubriacati insieme, quello fa di te un membro della ciurma a tutti gli effetti! - fece a quel punto non potendone più. Odiava spiegare le sue azioni, era abituato con Rufy che lo capiva al volo, sapeva sempre perché faceva certe cose. Gli altri spesso no, alcuni lo capivano, altri facevano domande sciocche, ma li ignorava. Quello lì non poteva ignorarlo. Chissà poi perché. 
- Eh? 
Trafalgar si fermò e Zoro non potendone più decise di metterlo a posto, così si voltò, lo raggiunse camminando sulla sabbia, gli andò vicino e a tu per tu lo puntò col dito: - Ho detto che abbiamo bevuto insieme e... 
Trafalgar provò l’impulso di picchiarlo, possibile fosse realmente così ottuso? 
- Non quello, imbecille! Rufy... 
Zoro capì la questione che lo tormentava e così decise di rispondergli in modo eloquente, stufo di rispondere a domande che per lui erano tanto stupide: - Che gli dicevo a Rufy quando arrivava? L’ho lasciato annegare perché è deficiente? 
- Sei così sicuro che lo rivedrai? 
Zoro sogghignò e lì Trafalgar si ricordò dell’espressione simile che gli aveva visto in piena emergenza. 
- Cos’avevi da sorridere prima in mare? - chiese infatti. 
- Ho pensato che se Rufy ci fosse stato si sarebbe tuffato per prenderti e poi avrei dovuto salvare entrambi... 
- E questo ti faceva ridere? - Trafalgar non capiva, era troppo razionale. In un caso del genere magari ti arrabbiavi, te la prendevi con qualcuno, ma non ridervi di sicuro. 
- Certo, a te no? - per Zoro era tutto a posto così, tornò a voltarsi per riprendere la ricerca. Aveva lasciato le spade sulla nave, sperava che i ragazzi gliele portassero. Girare senza spade era bruttissimo. Si sentiva nudo. 
- Gira sempre tutto intorno a Rufy, quindi? 
Zoro lo guardò stupito di quella domanda sciocca: - E alle spade! 
Trafalgar scosse il capo alzando gli occhi allucinato. Come potevano essere ancora vivi quei due? 
- Sai che se morivi ora non avresti realizzato nessuno dei tuoi obiettivi? Avresti abbandonato Rufy e non saresti mai diventato lo spadaccino più forte del mondo. - cosa che ormai sapevano tutti, anche i sassi. 
Zoro sogghignò, dopotutto chiacchierare con quel saputello era abbastanza piacevole. Si dava delle arie perché sapeva tante cose, ma poi faceva domande sciocche. 
- Deludere Rufy non è un’opzione, sarebbe come abbandonarlo. Non riuscirei a guardarlo negli occhi. 
Trafalgar era più calmo anche se pieno di domande, Zoro non vacillava mai nelle sue azioni anche se tre quarti sembravano senza senso. 
- Sai sempre cosa vorrebbe Rufy? 
Zoro lo guardò ancora come se fosse l’ennesima domanda stupida e a quel punto decise di fargliene una lui: - Se vuoi parlare perché non mi dici perché volevi morire? 
A quel punto Trafalgar si fermò di colpo, come aveva capito? Forse non era stupido come sembrava. Poi si corresse, erano simili, molto simili. Forse uguali, di conseguenza stupido non lo poteva essere sul serio.
Forse per questo si sentiva tanto interessato a lui, lui aveva uno scopo, sempre, e non esitava. Era così incredibilmente vivo. 
Al suo silenzio Zoro capì d’aver centrato la questione: 
- Vedo che non ne hai più voglia... 
Trafalgar fece un piccolo broncio infastidito di dargliela vinta, ma capì che se avesse detto qualcosa sarebbe stato peggio, così non disse nulla. 
Zoro poteva immaginare qualcosa anche se molte cose non le sapeva, ma capiva il suo bisogno di chiusura e non insistette. A lui dava fastidio rispondere alle domande, quindi non gliene fece e Trafalgar apprezzò. 
Dopotutto, fra tutti, quel Zoro era il meno irritante in assoluto. 

   
 
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