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Autore: ChrisAndreini    28/06/2023    2 recensioni
[Seguito di Rainbow Cookies, si consiglia la lettura del libro precedente prima di leggere questo, onde evitare spoilers]
Sono passati sette mesi da quando Leo è tornato a casa dopo la sua incredibile avventura nei sette regni, eppure l'aspirante cuoco non riesce ancora a riprendersi del tutto, e a ricominciare a vivere una vita normale. Non aiuta che la sua migliore amica continua ad impedirgli di tornare in visita a Jediah.
E quando scopre che una guerra è scoppiata tra i due regni rivali, dovrà usare tutte le sue poche abilità per riuscire a salvare i suoi amici ed evitare che molte persone muoiano, affrontando combattimenti, sospetto, e soprattutto una schiera di divinità che non tollerano affatto che outsiders mettano mano nella loro Storia perfettamente programmata.
Armato solo della sua capacità in cucina, il suo istinto suicida, e conoscenze di un futuro che cercherà di cambiare in tutti i modi, riuscirà Leo a sopravvivere ad una seconda avventura nei sette regni?
Le divinità dicono di no!
Genere: Comico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rainbow Cookies'
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Magari posso avere una cotta per il principe, non è un mondo eteronormativo

 

Il giorno successivo, Leo non si svegliò.

No, aspettate, prima di preoccuparvi, semplicemente Leo dormì tutta la mattina e buona parte del pomeriggio, e nessuna delle sue colleghe ebbe il cuore di provare a svegliarlo, perché si vedeva lontano un miglio che avesse bisogno di dormire.

Lontani erano i tempi dove Leo era bullizzato dai compagni di stanza, ora le sue coinquiline erano così gentili da lasciarlo persino dormire più del dovuto.

Solo che quando si svegliò, con una difficoltà immensa perché parte di lui sarebbe rimasta addormentata ancora qualche ora… o qualche giorno, gli prese il panico.

-Che ore sono?!- urlò, provando a sedersi senza successo e provocandosi una fitta in tutto il corpo ancora martoriato dalle ferite.

-Non è affatto importante che ore siano- borbottò una voce ai piedi del letto, e Leo si voltò in quella direzione per trovarsi faccia a faccia con un seccato Gideon, che stava leggendo un libro e sembrava avere una certa difficoltà.

Un momento, sapeva leggere?

Beh, non era importante al momento.

-Gideon, che ore sono?! Perché non mi hai svegliato? Devo andare a lavo…- Leo provò ad alzarsi in piedi, ma si rese conto che non riusciva neanche a mettersi seduto.

E non solo perché il suo corpo sembrava impedirgli di sedersi perché era parecchio intorpidito, ma era anche letteralmente legato al letto.

-Ma che…?- Leo si guardò intorno, e si rese conto che i polsi e le caviglie erano avvolti da delle corde, non abbastanza strette da lasciare segni, ma neanche larghe abbastanza per permettergli di liberarsi.

Era letteralmente in trappola.

E, doveva ammetterlo, gli prese un’ondata di panico!

-Oh dei! Mi hanno beccato?! Mi tortureranno?! Mi hai tradito, Gideon! Va bene, lo capisco! La tua sicurezza è più importante di me! Almeno tu salvati!- come sempre, Leo aveva le priorità da rivedere.

Gideon gli lanciò un’occhiataccia.

-Ehi! Non ti tradirei mai! E non ti hanno beccato. Dotty ha notato che avevi la febbre alta, quindi non ti ha svegliato, Mildred ha deciso di darti il giorno libero, e mi hanno mandato a tenerti compagnia… siccome so che una volta sveglio avresti cercato in tutti i modi di scappare, ti ho legato al letto così non lo farai!- spiegò il ragazzino, soddisfatto e a tratti anche un po’ offeso che Leo avesse dubitato di lui.

Leo tirò un sospiro di sollievo.

-Aspetta, febbre alta? Ma io mi sento bene!- provò a controllarsi la temperatura, ma con le mani legate era difficile sentirsi la fronte senza farsi male.

-Il saggio…- Gideon roteò gli occhi a nominare Sage -…ha chiesto di controllarti, e ti ha fatto qualche medicamento di qualche tipo. Probabilmente ha aiutato- il ragazzino alzò le spalle.

-Senz’altro… mi sento in colpa però a restare qui mentre gli altri lavorano- Leo fece il muso, e si guardò intorno in cerca di qualcosa da fare.

-Se ti sacrificavi meno forse non ci sarebbe stato bisogno di legarti- gli fece notare Gideon.

Touché.

Leo se lo meritava.

Sospirò, e decise che poteva permettersi di prendersi un giorno di riposo… forse… sperava.

-Novità a palazzo?- chiese a Gideon, per assicurarsi che fosse tutto tranquillo.

-Hanno dato il via per il taglio degli alberi dopo che il saggio…- Gideon roteò nuovamente gli occhi -…ha detto che era un lavoro divino di qualche tipo e non c’era niente da temere. In giornata dovrebbero portare la prima legna in tutto il regno- iniziò a raccontare Gideon.

Leo sorrise, rasserenato.

-Ottimo! Spero che basterà- 

-Probabilmente… poi che altro… il re e la regina torneranno la settimana prossima…- Gideon continuò.

-Non vedo l’ora di rivederli!- Leo sorrise, emozionato.

-Poi… la principessa e il saggio…- Gideon roteò nuovamente gli occhi -…hanno pranzato insieme, solo loro due, e la cosa mi pare molto sospetta, onestamente- il ragazzino si incupì.

Awww, era geloso! 

-Sage l’ha trattata bene?- chiese Leo, sperando che il suo discorso accorato e imbarazzante avesse dato i suoi frutti per far rendere conto al saggio di quanto fosse meravigliosa la famiglia reale.

-Sì… troppo… non mi fido- Gideon incrociò le braccia, irritato.

-Mi fa piacere… altre informazioni?- Leo iniziò a rilassarsi un po’ a letto.

Se il primo pensiero di Gideon era stato il pranzo tra Sage e Opal, sicuramente non c’erano altre cose più importanti da rivelare.

-Oh, giusto! Quasi tutti i feriti dell’infermeria hanno avuto una guarigione miracolosa e i medici stanno indagando sulle cause. Alex mi ha detto che ha sentito da Dotty, che l’ha sentito da Anna che lo stava dicendo a Mary, dopo averlo sentito da Miss Wallin in persona, che pensano che le caramelle arcobaleno potrebbero avere qualche proprietà divina e curatrice. E vogliono interrogarti al riguardo appena starai meglio- lo informò Gideon, come se non fosse niente di importante.

Leo provò ad alzarsi di scatto ma fu trattenuto a letto dalle corde.

-Cosa?! Perché non me l’hai detto subito?! Che cosa pensano, esattamente?!- provò ad indagare, iniziando a preoccuparsi.

-Tranquillo, la faccenda è già risolta. È stato fatto notare che nonostante tutti abbiano mangiato caramelle, non tutti sono guariti, e poi Rayce ha analizzato le caramelle e non ha trovato niente di strano, quindi sei tranquillo. E non ti hanno neanche visitato, dato che il saggio…- Gideon roteò di nuovo gli occhi -…l’ha fatto di persona. Quindi rilassati e basta. Almeno per un giorno! Sennò attirerai maggiormente l’attenzione- Gideon rassicurò Leo, che si sentì un po’ meglio.

-Okay, okay… altre novità degne di nota?- provò a chiedere, non del tutto sereno.

-Abbiamo inviato le lettere per la battaglia dei Monti Granato, e Daisy vuole che ti dia questo. L’ha scolpito con il ghiaccio che le hai lasciato l’ultima volta- Gideon passò alle novità della famiglia, e tirò fuori una piccola scultura di un uccellino che diede a Leo.

-È meraviglioso! Sta migliorando a vista d’occhio!- esclamò, ammirato, osservando l’ottima fattura.

Gideon sorrise soddisfatto.

-Non credo ci siano altre cose interessanti…- aggiunse poi, abbassando la testa per tornare a leggere.

Leo si rilassò un po’ di più.

-Cosa stai leggendo?- chiese dopo qualche secondo, per fare conversazione.

-Sto cercando di imparare. Dotty mi ha detto che è un libro semplice, ma…- Gideon si interruppe, e arrossì appena, non volendo esternare troppo quanto si sentisse incapace nella lettura.

-Vuoi che ti aiuti?- si offrì Leo, incoraggiante.

-Non serve! Ce la faccio- Gideon seppellì maggiormente il volto nel libro, per non far vedere quanto rosse fossero le sue guance.

Leo sorrise intenerito.

-Certo che ce la fai, ma forse insieme facciamo anche prima. E poi non ho niente da fare, mi aiuteresti a far passare il tempo se mi permettessi di aiutarti- provò a convincerlo.

Gideon esitò un po’, ma poi si arrampicò sul letto di Leo e si mise accanto a lui, per rendergli più semplice leggere il libro.

Era un libro di fiabe di quel mondo.

Leo non aveva mai letto niente dei sette regni. Poteva essere davvero interessante.

-Questa è la storia del drago d’oro- spiegò Gideon, indicando la pagina dov’era.

Leo iniziò a indirizzarlo quando non capiva qualcosa, e alla fine si divertì a leggere le storie della buonanotte dei bambini dei sette regni.

Quasi tutte parlavano di grandi eroi, cavalieri, principi e principesse. Ma anche degli animali mitologici sacri agli dei, che erano estinti da secoli.

Peccato.

A Leo sarebbe piaciuto vedere un drago.

O una fenice.

O un alicorno.

Chissà che magia!

Durante il pomeriggio, la serata, e anche il giorno successivo, che passò ancora allettato sotto insistenza di Mildred e Gideon, altre persone gli fecero visita.

Sage si assicurò che fosse in via di guarigione, e battibeccò parecchio con Gideon.

Le sue compagne di stanza fecero a turno per controllare le sue condizioni e rivelare i gossip.

Quasi tutte erano convinte che gli dei stessero facendo favoritismi verso la corte di Jediah perché erano dalla parte giusta della guerra. Leo non commentò al riguardo.

Alex lo visitò per urlargli contro che doveva stare più attento, e Leo annuì e le promise che l’avrebbe fatto.

E anche la principessa Opal decise di andarlo a trovare ad un certo punto, e condivisero insieme l’ora del tè.

A fine giornata, Leo si sentiva decisamente meglio.

Il riposo gli aveva fatto proprio bene, e ne aveva bisogno.

E si ripromise di essere più cauto con la benedizione, in futuro.

Non poteva abusarne e rischiare di restare allettato troppo a lungo.

Dal giorno successivo, Leo sarebbe stato attento alle sue battaglie!

Tanto lo sforzo maggiore lo aveva fatto!

Ora si trattava di guarire e far guarire sporadicamente qualche malato.

Magari poteva anche imboccare i feriti con cibo non cucinato da lui per non curarli e togliere ogni sospetto sulla benedizione.

Sì! Leo sarebbe stato attento, pragmatico e impossibile da sgamare.

E non avrebbe più fatto gesti troppo avventati.

…voi credete a questo proposito? 

Io no! 

 

-Perché io?- chiese Leo, sperando di non essere arrossito troppo quando Mildred gli aveva fatto quella assurda proposta.

Dal sorrisino malizioso di Mildred, era arrossito parecchio.

-Perché è un compito semplice, il moto ti fa bene, e sono certa che il principe Daryan gradirà molto la tua presenza- spiegò la capocuoca, porgendogli il vassoio con la colazione destinata al principe Daryan.

Leo era tornato a lavoro da poche ore e già voleva darsi nuovamente malato.

Non vedeva Daryan da quella pessima figuraccia davanti all’infermeria, e francamente avrebbe preferito non vederlo troppo presto. Era difficile per lui, sapendo quello che sapeva e facendo quello che faceva.

Ed era piuttosto convinto che neanche Daryan lo volesse lì.

-…non credo. L’ultima volta ha minacciato di licenziarmi… non vorrei rischiare di nuovo- Leo cercò di ritirarsi.

Stava cercando di restare lì e di non fare casini, e se dava la colazione a Daryan rischiava di parlare, e se parlava avrebbe fatto irritare Daryan.

…e trattenersi dal parlare era fuori discussione.

Era più forte di lui.

-Tranquilla, Leah. Non sarai licenziata. Devi solo andare lì con il tuo sorriso e la tua energia, spiegare il menù, e poi ritornare in cucina. Su, con entusiasmo- Mildred gli diede qualche pacca sulla spalla incoraggiante.

Gli fece male alle ferite ma Leo fu bravo a mascherarlo.

-Sì, ma perché io? Non può farlo Dotty? È il suo compito- Leo indicò la futura moglie del principe Daryan, che stava sistemando il carrello con il cibo per le guardie.

Sentendosi chiamata in causa, si girò verso il duo.

-No, Leah, vai pure tu. Io vado dai cavalieri- non trattenne un sorriso sognante.

-Ti piacciono tanto i cavalieri, eh?- la prese in giro Anna, dandole una gomitata.

-No! Cioè, li rispetto molto. Mi fa piacere nutrirli per mantenerli sani e forti Ma tutto qui- Dotty si difese, lanciando a Leo un’occhiata preoccupata e piena di senso di colpa.

Leo non capì il suo atteggiamento.

Mildred ridacchiò.

-Poche settimane fa mi pregava a gran voce di non farla più andare dai cavalieri, e ora ne conosce uno affascinante e corre sempre in prima linea- sussurrò a Leo, con tono di gossip.

Uhhh, quindi anche la capocuoca era una gossippara come tutte le altre, buono a saper… un momento.

-Chi?!- chiese Leo, sconvolto.

Da quando Dotty aveva una cotta per un cavaliere?! Era forse Chevel? Era il secondo interesse amoroso? 

No, no, quello non era un libro, ma un altro mondo, non c’erano le regole dei libri! 

E nel libro che Leo aveva letto comunque non c’era accenno a Dotty con una cotta per qualcuno che non fosse Daryan.

In realtà non c’erano molti accenni neanche a Dotty e Daryan come coppia, e i pochi che c’erano Leo li aveva saltati, ma comunque… strano.

Ma anche… interessante.

Insomma, se a Dotty piaceva qualcuno, e Leo magari l’aiutava a mettersi con quel qualcuno (nel caso fosse stato degno di stima), magari, chissà… il principe sarebbe rimasto single?

E Leo si sarebbe sentito un po’ meno uno sfasciafamiglie nell’avere una bella cotta potente per tale principe single?

-Oh, beh…- Mildred sembrò un po’ in difficoltà a rispondere alla domanda, come se temesse che Leo potesse rimanerci male, per qualche motivo -…è il momento di fare colazione. Su, vai dal principe. Non sarà complicato e non verrai licenziata, lo prometto- cambiò argomento e tornò a parlare del compito di Leo.

-Perché io?- insistette il cuoco, lamentoso.

-Perché sei la nostra porta-fortuna!- esclamò Mary, entrando nella conversazione con un sorriso.

-Cosa?- Leo era sorpreso.

-Sì! Da quando sei qui le cose stanno andando benissimo! E il tuo entusiasmo è contagioso. Magari riuscirai a convincere il principe a mangiare!- le diede man forte Jane, affiancandola.

-Non credo di esserne in grado- provò ad obiettare Leo.

-Tanto vale tentare, Leah. In fin dei conti, i tuoi biscotti sono l’unica cosa che il principe ha mangiato senza esitazioni- Mildred gli sorrise incoraggiante.

-Come…?- Leo era sorpreso. Quando ciò era accaduto nella stanza c’erano solo lui, Opal, il principe, Chevel e… -…Persian?- chiese, intuendo la fonte dei gossip.

-Chevel- gli sussurrò Mildred all’orecchio, con un occhiolino.

Leo alzò gli occhi al cielo.

Che incoerente.

Si lamentava dei gossip degli altri ed era il primo a farli.

-D’accordo, ma non prometto niente!- Leo afferrò il vassoio e si avviò verso l’ufficio del principe.

Era da un po’ che non faceva quella strada, ma attraversarla fu semplice quanto respirare.

Ricordava i primi tempi a palazzo, quando bussava davanti a quella porta quasi ogni giorno, sempre con ansia, ma anche con aspettativa e speranza.

E come ai vecchi tempi, anche in quel momento c’era Chevel davanti.

-Buongiorno Sir Podbart, porto la colazione al principe Daryan- annunciò Leo.

-Buongiorno, cuoca- Chevel gli sorrise, poi bussò alla porta. Era strano vederlo amichevole, ma non aveva motivo di dubitare della buona fede di Leo, per fortuna.

-Principe Daryan, è arrivata la colazione- annunciò il cavaliere.

Non arrivò risposta.

-Puoi entrare- Chevel aprì la porta a Leo.

-Non dovremmo aspetta…- provò ad obiettare Leo, ma venne spinto dentro l’ufficio prima di finire la frase, e la porta si richiuse in fretta alle sue spalle.

-Buongiorno principe Daryan- Leo fu veloce ad inchinarsi.

-Mmm… buongiorno? Cosa?- gli arrivò una risposta biascicata, e Leo osò sollevare lo sguardo, e rimase scioccato dalla vista che gli si parò davanti.

Daryan era distrutto. I capelli erano un groviglio confuso che sembrava il nido di un uccello, era magro pure più di prima, e aveva gli occhi praticamente chiusi.

-Oh dei…- borbottò Leo, avvicinandosi con il vassoio ma non riuscendo a non guardarlo con preoccupazione.

Sentendo la sua esclamazione, Daryan cercò di darsi un contegno.

-Che ore sono?- chiese, lanciando un’occhiata all’orologio a pendolo che era in un angolo ma non riuscendo a decifrarlo.

-Le otto e mezza del mattino- rispose Leo, posando finalmente il vassoio sulla scrivania.

-Di già…- borbottò Daryan, sorpreso, e strofinandosi appena gli occhi.

-Non… non ha dormito stanotte?- suppose Leo, preoccupato dalle sue occhiaie.

-Puoi andare- Daryan non sembrò neanche ascoltarlo, spinse nuovamente il vassoio verso Leo, e tornò con un sospiro con la testa tra i documenti che riempivano interamente la sua scrivania.

Leo esitò.

-Devo… portarlo via?- chiese, indicando il vassoio con il cibo che Daryan non aveva neanche guardato.

-Mmm, non ho fame, e non ho tempo- Daryan annuì senza sollevare la testa. Non aveva rivolto un’occhiata a Leo neanche una volta da quando era entrato.

Il cuoco esitò qualche altro secondo.

Daryan non sembrava neanche essersi reso conto che ad entrare era stato lui.

Memore di ciò che era successo l’ultima volta, Leo si impose che avrebbe preso il vassoio, sarebbe uscito, e non avrebbe fatto scenate.

-Dovrebbe mangiare, principe Daryan. Il cibo è un ottimo nutrimento per il cervello. Se non ha tempo posso sempre… imboccarla io?- propose, senza riuscire a trattenersi, anche se sapeva che fosse una pessima idea.

Ma, suvvia, il principe non era ferito o altro. Leo avrebbe preso solo una piccola percentuale della sua stanchezza, come aveva fatto per Alex.

Daryan alzò la testa, aggrottando le sopracciglia, e finalmente sembrò notare Leo.

-Tu…- disse con confusione e una traccia di rassegnazione -…che ci fai qui?- chiese, esasperato.

Sì, Daryan, neanche Leo voleva andare lì, ma mica poteva chiudere gli occhi e fingere di non vedere una persona in difficoltà. Soprattutto se era cotto di tale persona e le voleva un gran bene.

-Porto la colazione. Oggi il menù è composto da ottime e succulente salsicce dalla pelle croccante, uova strapazzate, e del pane appena sfornato fatto da me personalmente, morbido e con una buona crema di burro da spalmarci sopra- Leo cercò di invogliare Daryan quantomeno ad assaggiare, ma il principe lo fissava con sguardo poco impressionato.

-Va bene, lascia qui il vassoio- sospirò, e ritirò il pasto a sé.

Leo si illuminò.

-Farà colazione?!- chiese, sorpreso e speranzoso.

-Certo, appena finisco di scrivere questa lettera. Ora puoi andare- rispose Daryan, senza guardarlo negli occhi.

Un momento…

-…mi sta mentendo per farmi andare via e non farle perdere tempo, vero?- indovinò Leo, che conosceva quell’atteggiamento.

-Perspicace. Non ho il tempo di discutere. Vai via, e chiedi a Mildred di non assegnarti più ai miei pasti- Daryan sbuffò, e fece per alzarsi, probabilmente per prendere un libro, dato che sembrava puntare alla libreria in fondo alla stanza.

-Ma principe Daryan… non può continuare…- Leo provò ad obiettare, avvicinandosi.

Ma venne interrotto quando Daryan cadde a terra a peso morto, facendogli prendere un colpo.

-Ah! Daryan!- Leo si affrettò a corrergli in soccorso, preoccupato.

-Che confidenza… sto bene! Mi sono solo alzato troppo in fretta- Daryan provò a rimettersi in piedi, senza troppo successo. Non riusciva quasi a parlare.

-Non sta bene! Deve mangiare qualcosa!- insistette Leo, cercando di afferrare un pezzo di pane.

-Non ho fame!- Daryan lo scansò.

Leo sapeva che se insisteva sarebbe stato licenziato.

E non poteva permettersi di venire licenziato.

Il cuore gli diceva di tentare il tutto per tutto per aiutare Daryan.

La mente gli imponeva di ignorarlo e concentrarsi su tutto il resto.

Mente o cuore?

Dovere o amore?

Logica o impulsività?

…ragazzi, stiamo parlando di Leo!

Beh, se veniva licenziato, sarebbe stato licenziato col botto!

Leo prese una caramella dal sacchetto che portava sempre nella tasca del grembiule, e la spinse verso la bocca di Daryan.

Fortuna che era riuscito a rifarle quella mattina. 

-Cosa..?!- il principe chiuse di scatto la bocca, irrigidendosi.

-Mangi!- lo incoraggiò Leo -Hai un calo di zuccheri ed è pericoloso!- insistette nello spingere la caramella verso Daryan, che sembrava sinceramente terrorizzato alla prospettiva.

-Non è avvelenata!- Leo si portò la caramella alla bocca, diede un morso per dimostrare che era sicura, e poi la porse nuovamente verso Daryan.

-Cosa credi di…?!- il principe rimase così sconvolto dal suo gesto che non si scansò in tempo, e Leo gli mise quel poco di caramella in bocca.

Bocca che poi coprì prima che il principe potesse risputargliela in faccia.

Forse più che essere licenziato, Leo sarebbe stato gettato in prigione. Stava sinceramente osando troppo.

Ecco perché non voleva essere incaricato di dare la colazione al principe!

Sapeva che il suo istinto avrebbe avuto la meglio sulla razionalità.

Leo sperava solo che le sbarre della cella fossero abbastanza resistenti da impedire ad Alex di entrare e ammazzarlo a mani nude.

Dopo un po’ di resistenza, alla fine il principe deglutì, e poi scansò Leo via da sé con una forza insospettabile, facendolo cadere all’indietro.

-Cosa ti è saltato in mente?! Sei completamente licenzia…- il principe si alzò con agilità, puntò il dito contro Leo con veemenza e rabbia, e poi si interruppe di scatto, notando sia quanto Leo fosse provato, che la propria improvvisa energia.

Leo si sentiva come se lo avesse appena investito un camion. La testa gli pulsava così forte che era convinto che da un momento all’altro gli sarebbe esplosa facendogli perdere una vita, e quasi gli si chiudevano gli occhi dalla stanchezza.

Non riusciva a muovere nessuna parte del corpo.

E aveva fame.

Aveva una fame indescrivibile.

Prese tutte le caramelle che gli erano rimaste e le mangiò in fretta, come se non mangiasse da giorni.

-Cosa… cosa…?- Daryan nel frattempo si era preso la testa tra le mani, e sembrava più confuso che arrabbiato.

Leo approfittò della sua distrazione per controllare discretamente le sue statistiche.

Perché era chiaro che avesse curato Daryan.

E sicuramente si era preso tipo il 70% del suo dolore, o forse addirittura il 100%, perché era impossibile che Daryan riuscisse anche solo a respirare messo così.

“Affetto: 80%

Coinvolgimento emotivo: 2%

Intenzione: 60%

Danno totale assorbito: 47%

Danno totale eliminato: 70%”

-Solo?!- esclamò, sconvolto.

Quello non era neanche il 50% di ciò che Daryan aveva provato fino a quel momento?!

Ma come era possibile una cosa del genere?!

Ed era solo la conseguenza fisica di un dolore che Leo non poteva nemmeno togliergli, perché aveva una radice mentale.

La sua esclamazione attirò l’attenzione di Daryan, che si piegò verso di lui e gli lanciò un’occhiataccia.

-Cosa c’era in quella caramella?!- indagò, fissandolo dritto negli occhi.

Era molto vicino… un po’ troppo per una persona che era stata appena nutrita a forza con qualcosa di potenzialmente mortale, ma Leo era a corto di munizioni, dato che le aveva appena mangiate tutte, quindi Daryan sapeva che non poteva riprovarci.

E comunque non era il caso di nutrire di nuovo Daryan. Leo stava già troppo male.

-Non c’era niente… zucchero, pezzi di frutta… scarti, perlopiù, ma dal sapore buono e dall’effetto sano! Una specie di bomba di energia formato mini!- spiegò Leo, cercando di giustificare perché una semplice caramella… mezza caramella, avesse ridato il 70% delle energie a Daryan.

Provò anche a sorridere e a non mostrare quanto gli stesse esplodendo la testa.

Daryan non sembrava affatto convinto.

-Mi dispiace, principe Daryan. Se non mi licenzia, prometto che non verrò mai più nel suo ufficio a portarle i pasti- Leo poi provò a supplicare la clemenza del principe, che però continuò a fissarlo con rabbia. Leo sapeva che fosse meno spietato di quanto apparisse, anche se vista la guerra e i suoi traumi… Leo non poteva essere certo che non lo avrebbe semplicemente buttato in prigione e gettato la chiave. 

Dopotutto quel tipo era molto diverso dal suo Daryan, e non solo fisicamente.

Era anche più duro, più chiuso… era il guscio di quello che era stato il suo ragazzo non ufficiale.

Leo abbassò lo sguardo, incapace di tenere quello del principe, e sospirò, rassegnato.

-Potrebbe almeno non gettarmi nelle segrete? Almeno potrei andare al rifugio e pensare ai miei fratelli?- provò a chiedere, a sguardo sempre basso.

Si perse l’espressione di Daryan che si addolciva leggermente.

-Cuoca… alzati- lo incoraggiò il principe, porgendole la mano.

Leo però non lo stava guardando, quindi non la vide, e non la prese, optando per alzarsi da solo, sebbene con molta difficoltà.

Daryan ritirò la mano leggermente deluso, e poi si diresse dietro la scrivania.

-Vado a fare i bagagli?- Leo indicò la porta.

Daryan indicò la sedia davanti alla sua scrivania.

-Siediti- ordinò, in tono freddo.

Leo eseguì, sempre senza riuscire a guardarlo negli occhi, e iniziando a torturarsi le dita guantate.

-Perché l’hai fatto?- chiese poi il principe, in tono esasperato.

Leo non sapeva cosa rispondere, era su un filo troppo sottile per parlare a vanvera.

Il principe sospirò.

-Se sei onesta e mi dai una spiegazione valida, potrei chiudere un occhio. Ma ciò che hai fatto è completamente inaccettabile… e sono sinceramente sorpreso che Chevel non sia entrato immediatamente e non ti abbia affettato con la spada- osservò il principe, lanciando un’occhiata alla porta chiusa dietro la quale il cavaliere sarebbe dovuto essere di guardia.

-Io ne sono felice- borbottò Leo, ringraziando silenziosamente gli dei per la distrazione di Chevel.

Daryan roteò gli occhi.

-Hai pochi minuti! Non ho tempo da perdere a sentire le spiegazioni di una cuoca possibilmente assassina!- Daryan lo incoraggiò a spiegarsi, incrociando le braccia.

Leo decise che non aveva molto da perdere, ormai.

Tanto valeva essere onesti.

Beh, non onesti onesti, ma onesti almeno su ciò che Leo poteva dire.

-Ho esagerato, lo so. Ma è… è più forte di me. Quando vedo qualcuno che sta male, soprattutto se riguarda il cibo, è quasi impossibile per me non intervenire. Ho superato un confine importante, me ne rendo conto, ma… volevo che stesse meglio, e non mi importava di essere licenziata o mandata in prigione, perché sapevo che quantomeno, se avesse mangiato la caramella, si sarebbe sentito meglio, ed era l’unica cosa che contava, in quel momento. Sono impulsiva, lo so, e ci sto lavorando. Ma ho sempre le migliori intenzioni. Il cibo è il mio elemento, ed è la mia valvola di sfogo, la cosa più importante per me. E vedere che lei non mangia, ed è così debole, e denutrito… mi spezza il cuore- Leo aveva le lacrime agli occhi, e cercò di guardare Daryan per trasmettergli tutta la sua sincerità, senza particolare successo.

Distolse nuovamente lo sguardo e lo puntò sulle sue mani coperte dai guanti.

-Ho chiesto a Mildred di non essere mandata qui, perché lo sapevo che avrei fatto un grande errore, e ho tentato di trattenermi, di lasciare il vassoio e andare in cucina, ignorando la cosa, ma non ce la faccio. Non posso ignorare una persona che soffre, soprattutto se è a causa del cibo. Perché non mangia, principe Daryan?! Ne ha bisogno- Leo si sentiva ancora affamato come non mai, e debole, e più magro del solito. La testa pulsava così forte che era convinto che si potesse vedere il pulsare ad occhio nudo.

Perché Daryan era peggiorato così?!

Era solo stressato per la guerra? Possibile, ma non spiegava la sua illogicità.

Anche la prima volta, Daryan aveva problemi con il cibo, ma era sempre stato abbastanza maturo da nutrirsi abbastanza per non stare male fisicamente. Adesso sembrava rifiutare di mangiare a prescindere, anche quando stava sul punto di morire letteralmente di fame.

Era improbabile che fosse solo testardo. Doveva esserci qualcosa sotto.

-Senti, cuoca, è una situazione che non ti riguarda. La mia alimentazione è affar mio, e il tuo compito è eseguire gli ordini. Ho deciso di chiudere un occhio perché sembri sinceramente pentita, ma voglio che sia chiaro che…- Daryan iniziò a fare un discorsetto per rimproverare Leo, che però si distrasse dopo essersi rassicurato che non sarebbe stato licenziato.

Non che non volesse sentire Daryan parlare, l’avrebbe sentito parlare per ore, soprattutto ora che sembrava aver recuperato vitalità, ma la sua mente stava per raggiungere la soluzione, se lo sentiva.

Cosa era successo negli ultimi mesi? Beh, un sacco di cose.

Era scoppiata una guerra, e le risorse erano minori, quindi era normale che il principe Daryan preferisse mandare risorse al popolo piuttosto che tenerle lui. Ma sapeva anche che non era il caso di sprecare il cibo. E ogni volta che gli veniva dato del cibo, lui impediva a chiunque di mangiarlo, e non lo mangiava neanche lui.

Probabilmente temeva che fosse avvelenato, ma logicamente doveva sapere che… logicamente… doveva sapere… 

Il trauma non ragiona con la logica.

La guerra era scoppiata perché Daryan era stato avvelenato, e probabilmente non per la prima volta.

Per quanto fosse stato attento, era quasi morto a causa del cibo.

Cibo che aveva cucinato qualcuno del quale si fidava.

Certo, non spiegava perché non volesse che nessuno mangiasse il suo cibo, probabilmente era solo molto altruista, ma in ogni caso era stato avvelenato.

E Leo sapeva esattamente come si sentiva.

Molto più di quanto Daryan potesse immaginare.

-…e per questo motivo è molto meglio se resti in cucina e smetti di preoccuparti di… cosa stai facendo?- Daryan interruppe la tiritera quando notò che Leo aveva afferrato la forchetta del principe, e aveva preso un po’ di uova strapazzate.

-Ehi! Non mangiare il mio cibo!- Daryan provò a fermarlo, ma Leo fu più veloce, e si portò la forchettata di uova alla bocca.

Nel momento stesso in cui sentì l’odore delle uova strapazzate, e la consistenza sulla lingua, gli si bloccò la gola, e la nausea gli impose di sputare fuori tutto.

Cosa che fece praticamente in faccia a Daryan, che si ritirò, sorpreso e confuso.

Confusione che durò poco.

-Ma sei completamente impazzita?! Hai sentito almeno una parola di quello che ti ho detto? Non so che pensare di te! Sei la persona più strana che io abbia mai conosciuto! Non si capisce neanche cosa vuoi da me! E sei troppo trasparente per essere una spia, anche se lo sembri, fidati che lo sembri! Ma neanche una spia sarebbe così stupida da disubbidire agli ordini in questo modo sapendo che…!- Daryan iniziò a rimproverarlo aspramente, seccato.

Leo continuò a non ascoltarlo.

Si pulì la bocca, concentrandosi sulle proprie sensazioni.

Erano quasi nove mesi che non riusciva più a mangiare uova strapazzate senza che gli si chiudesse la gola. Era riuscito a combattere la sensazione unendo alle uova qualcosa di diverso, come mozzarella, o patate. Uova in altre consistenze riusciva a mangiarle, e se chiudeva il naso e gli occhi riusciva ad ingannare il suo corpo abbastanza da deglutire, ma rischiava di rimettere se non toglieva immediatamente il sapore con acqua o con altro.

Ma erano solo le uova strapazzate.

Perché le associava al sangue e alla morte. 

Morte non avvenuta, ma aveva creduto di sì.

Daryan… non mangiava nulla.

Nulla.

E se era anche solo un briciolo di ciò che provava Leo… era terribile!

-…dovrei semplicemente mandarti al rifugio. Andrebbe meglio per tutti! I tuoi fratelli, la mia testa, e probabilmente anche te, perché se continui così rischi di farti proprio ammazzare, sei… sei… L_Leah?- la sfuriata del principe venne interrotta quando si rese conto che Leo, decisamente, non lo stava ascoltando.

Perché era troppo occupato a singhiozzare il più silenziosamente possibile con il volto sepolto dalle mani.

Daryan sentì come se lo avessero accoltellato al cuore, e si alzò di scatto, per avvicinarsi alla cuoca e confortarla, come se fosse un istinto naturale impossibile da combattere.

Leo infatti, stanco, provato e incapace di sostenere un peso così forte, era inevitabilmente crollato, ed era scoppiato a piangere proprio davanti a Daryan, senza curarsi di ciò che Daryan avrebbe potuto pensare.

Daryan era semplicemente sconvolto.

Più passavano i giorni, meno capiva la strana cuoca che gli faceva venire mal di testa.

-Leah, cosa succede?- provò ad indagare, con voce più gentile, dandole qualche pacca sulla spalla.

-Succede con tutto?- chiese Leo, tra le lacrime e i singhiozzi.

Daryan era sempre più confuso.

-…cosa?- 

-Questo! Succede con tutto?- Leo indicò i resti dell’uovo sputato.

-Spero di no?- Daryan continuava a non capire.

Leo cercò di calmarsi e asciugarsi le lacrime, e si girò verso Daryan, stando a pochi centimetri dal suo volto.

-Parlo di lei… le succede con ogni cibo? Il blocco alla gola, la nausea, il corpo che si rifiuta di deglutire o vuole immediatamente rimettere… succede con ogni cibo? Ogni consistenza? Anche con gli odori?- si spiegò meglio, guardando il principe dritto negli occhi.

-C_Cosa? Di che… di che stai parlando? Perché credi che io…?- Daryan si mise immediatamente sulla difensiva, e iniziò a guardarsi intorno in cerca di una via di fuga. Probabilmente avrebbe presto ordinato a Leo si andarsene e basta o lo avrebbe spinto fuori dalla porta a forza, ma Leo non gliene diede l’occasione.

-A me succede con le uova. Sono stata avvelenata con le uova strapazzate. Avevano uno strano sapore e quando me ne sono accorta era troppo tardi. Sangue dalla bocca, dal naso… pensavo che sarei morta, e che…- Leo si interruppe prima di rivelare che temeva che anche Daryan sarebbe rimasto avvelenato per colpa sua. Doveva comunque mantenere la sua copertura, e si stava già esponendo troppo -…insomma, da allora non riesco più a mangiare uova, e ne soffro tantissimo. Non oso immaginare quanto deve essere dura non riuscire a mangiare assolutamente nulla…- fino a quando era stato avvelenato, Leo aveva adorato le uova strapazzate. E adesso… avrebbe tanto voluto tornare ad adorarle come un tempo. A mangiare tutto con gusto, come un tempo.

Daryan sembrava scioccato da quella notizia. Si avvicinò di un passo, le sopracciglia aggrottate, la testa che tornava a fargli male

-Come… come ti è successo?- indagò, in un sussurro.

Leo sentì che stavano raggiungendo un punto di incontro.

Non gli piaceva ricordare quel momento, ma se serviva a creare complicità, e se… magari… Daryan avesse ricordato qualcosa…

-Ero solo… l’assaggiatrice ufficiale, nel mio vecchio posto di lavoro- si mantenne sul vago, ponderando cosa dire.

-Dovrebbero bandire questo lavoro! È immorale rischiare la vita di una persona per salvare la propria!- Daryan si alterò, incrociando le braccia e roteando gli occhi, seccato.

Leo si morse il labbro inferiore per evitare di sorridere divertito.

Oh, se solo Daryan avesse saputo che era stato lui stesso il vecchio posto di lavoro di Leo.

…ci sarebbe rimasto male, quindi era meglio se non lo sapeva.

Forse, inconsciamente, evitava di far mangiare il proprio cibo ad altri perché anche se non si ricordava di Leo, non voleva rischiare di ripetere quell’avvelenamento?

Nah, improbabile!

Anche se l’ironia della situazione era divertente.

-Eh… beh… sono stati tempestivi nell’aiutarmi. È stata una situazione particolare- Leo provò a difendere Daryan… da Daryan.

Alla fine era stato addormentato per meno di tre ore. Erano stati super efficienti nell’occuparsi di lui. Era Leo che aveva enfatizzato la cosa.

-Posso parlare con Mildred e chiederle di non farti mangiare uova strapazzate, se a causa del problema non vieni nutrita a dovere- si offrì Daryan, incoraggiante.

…aspetta, cosa?

No! Non era quello che Leo voleva!

Insomma, era gentile da parte di Daryan, ma l ui voleva affrontarlo, il problema. Non voleva scappare e incoraggiare il suo corpo ad odiare sempre di più le uova strapazzate.

-Che? No! Sono nutrita benissimo, io! E sto cercando di mangiarle di nuovo, lentamente! Di solito integro con altro cibo o… non è per questo che l’ho raccontato! Con quali cibi le succede, a lei?- Leo tornò nel punto del discorso, ovvero il problema del cibo che aveva Daryan. Era per lui che l’aveva raccontato, per trovare un punto di incontro. Non per lamentarsi! 

-Non mi succede con…- Daryan provò di nuovo a mettersi sulla difensiva, ma si interruppe notando lo sguardo preoccupato e ansioso di Leo, con le lacrime agli occhi che cercava invano di trattenere.

Sospirò.

-Più o meno tutto. È il mangiare il problema. Ma non è una tua responsabilità. E non ho il tempo di pensare a queste cose! Ho una guerra da vincere. Poi ci penserò- Daryan fu onesto, ma non si smosse dalla sua idea di pensare a tutto da solo.

Leo sapeva di non essere nessuno per insistere, ma se Daryan gli aveva ammesso il problema, significava che almeno inconsciamente voleva trovare una soluzione, e iniziava a fidarsi di Leo per cercarla.

…forse.

Forse Leo stava solo vedendo quello che voleva.

-Non si vincono le guerre a stomaco vuoto- gli fece notare, in tono gentile ma anche fermo.

Era una verità inoppugnabile.

-Perché sei così insistente? Non puoi seguire gli ordini e basta come fanno tutti?!- Daryan si rimise dietro la scrivania, prendendosi la testa tra le mani, seccato e sempre più esasperato. Ma il suo tono era leggermente più incerto rispetto a prima.

Leo poteva osare un po’, se lo sentiva.

Tanto, peggio di così…

Se Daryan non l’aveva ancora licenziato, non l’avrebbe fatto più.

Forse poteva anche rivelargli tutto, già che c’era. 

Ma non l’avrebbe fatto perché non era così coraggioso.

-Io non sono qui per seguire gli ordini! Io sono qui per aiutare davvero!- iniziò Leo, deciso e determinato. Ma si pentì subito delle parole che aveva usato -…non dico che quelli che seguono gli ordini non aiutano! Le altre cuoche sono fantastiche!- mise le mani avanti -Ma io seguo prima di tutto la mia vocazione! E la mia vocazione è la cucina! E il far mangiare le persone! Tutte le persone, anche lei! Soprattutto lei!- continuò poi con determinazione e sicurezza.

-E come pensi di potermi aiutare?- Daryan non sembrava affatto convinto, e super rassegnato.

Era un’ottima domanda. Leo ancora non riusciva a mangiare le proprie uova strapazzate, e Daryan aveva un problema molto più esteso. Ma Leo conosceva i suoi gusti, e forse poteva creare ricette inodori e insapori, o cibi che non aveva mai provato prima sperando che il suo corpo bypassasse il trauma. O forse, se il problema era il mangiare, poteva provare altri metodi che doveva trovare. A Leo non mancava la fantasia, e neanche la determinazione.

E finché non avesse trovato una soluzione al problema mentale, poteva sempre aiutare un po’ Daryan convincendolo a farsi imboccare, ogni tanto.

Forse…

-Non lo so ancora…- ammise Leo -… ma se me lo permette… vorrei provarci- si sporse verso di lui, guardandolo dritto negli occhi per mostrargli tutta la propria sincerità. Era rischioso, e forse Leo non poteva permettersi di concentrarsi su Daryan quando lui stesso aveva una guerra da fargli vincere.

Non faceva bene al suo lavoro, alla futura relazione di Daryan, e allo stesso cuore di Leo.

Ma… Leo stava cambiando la Storia.

Quindi poteva anche cambiare la futura relazione di Daryan senza troppi rimpianti.

Magari lui e Dotty si sarebbero innamorati anche a causa della morte di tutti gli altri durante la guerra, e se la guerra finiva in modo positivo… insomma… se era destino, si sarebbero trovati, ma se Daryan e Leo si innamoravano comunque… 

Non che fosse lì per l’amore, ma…

Alla fine la cosa importante era aiutare Daryan, giusto?

E le cose sarebbero andate come dovevano andare.

Leo si creava da solo il proprio destino, non se lo faceva dire da un libro!

Daryan lo fissò dritto negli occhi qualche secondo, confuso e un po’ disorientato.

Ma fu il primo a distogliere lo sguardo, e a prendersi la testa tra le mani.

-…Beh, la tua caramella era… particolare- ammise, in un sussurro.

…oh?

OH!

-È un sì?- suppose Leo, che conosceva la tsunderaggine di Daryan e considerava quella frase un enorme complimento, per i suoi standard.

-È un “se esci subito da qui e mi lasci lavorare e riflettere in pace ci penserò”- Daryan gli fece un cenno verso la porta.

Questa volta però sembrava sincero.

E non aveva licenziato Leo.

Che era una cosa molto positiva.

-Okay! Mi fido! Devo portare via il vassoio? Oh, dovrei ripulire- Leo si rese conto che spuntando le uova in giro aveva combinato un grande casino, e prese uno strofinaccio dal grembiule (era molto capiente).

-Lascia il vassoio. Chiamerò qualcuno a pulire dopo. Adesso devo davvero scrivere questa lettera- Daryan gli fece cenno di allontanarsi.

-Certo! Grazie, principe Daryan!- Leo iniziò ad indietreggiare, e si inchinò profondamente.

-Strano…- il principe piegò la testa.

-Cosa?- Leo sollevò la propria.

-Ti sei sempre inchinata così?- chiese Daryan, indicando la sua posizione ancora piegata.

-Uh, sì? Perché? Oh, lo so che la mia tecnica è pessima- Leo arrossì, e si mise in piedi, imbarazzato.

-No, la tua tecnica è perfetta, ma… è l’inchino da uomo- gli fece notare Daryan, squadrandolo con attenzione.

A Leo sembrò di ricevere una doccia fredda.

-Da… uomo?- chiese.

Da quando gli inchini erano divisi tra uomini e donne?!

Leo era rimasto lì quasi un mese a fare inchini da uomini e nessuno gli aveva detto niente?!

Un momento! Ora si spiegava perché Opal era rimasta così sorpresa dal suo inchino!

Ma perché neanche lei gli aveva mai detto niente?! Traditrice!!

-Già, forse è meglio se impari quello da donna. Qualcuno potrebbe fraintendere- gli suggerì Daryan, squadrandolo con attenzione come a cercare tracce di mascolinità in Leo.

Considerando che la prima volta che era stato lì avevano creduto potesse essere una donna sotto mentite spoglie, Leo non dubitava che il travestimento avrebbe retto. Però la questione dell’inchino poteva diventare problematica.

-Sì, ecco, sicuramente è perché ho imparato con i miei fratelli. Mi sono confusa! Sono una donna, decisamente!- Leo cercò di giustificarsi, indietreggiando a disagio e apparendo ancora più sospetto.

-Lettera…- gli ricordò Daryan, indicando la pergamena davanti a lui.

-Sì, certo, mi scusi! Buona mattinata, principe Daryan, e che Jah… ehm… buon lavoro- Leo fece per abbozzare un altro inchino, ma si interruppe in fretta, e urtò per sbaglio un mobile, rischiando di cadere all’indietro.

Si recuperò appena in tempo, e si perse la risatina di Daryan, che soffocò quasi subito.

-Che Jahlee protegga te, Leah. Inizio a credere che potrebbe non averci abbandonato- però lasciò uscire un sorriso. Un accenno di un sorriso, con sguardo malinconico ma anche speranzoso.

Leo non trattenne un enorme e brillante sorriso molto più ampio.

-Ne sono convinta anche io! Che Jahlee la protegga- augurò con tutto il suo cuore, prima di uscire finalmente dalla stanza.

Si aspettò di vedere Chevel e subire un interrogatorio magari su perché Leo ci avesse messo tanto, ma fu sorpreso quando davanti ai suoi occhi comparve l’immagine agitata ed evanescente del dio che aveva appena nominato.

-Finalmente mi hai chiamato, Leo! Devo parlarti!- annunciò, preoccupato.

Leo sobbalzò, sorpreso, andando quasi a sbattere contro la porta.

-Woah! Ma… dov’è Chevel?- chiese, guardandosi intorno per assicurarsi che nessuno passasse di lì.

-Ha iniziato a litigare e flirtare con il bibliotecario e lo ha seguito in biblioteca- spiegò Jahlee, agitando la mano come se non fosse importante.

-Chevel e Persian?!- chiese Leo, sconvolto.

Passi per il litigare, ma il flirtare?! E Chevel che seguiva Persian in biblioteca lasciando scoperta la sua posizione?!

Era… strano.

Leo stava scoprendo un sacco di cose strane riguardo i suoi amici. Prima Dotty aveva una cotta per qualcuno a caso dei cavalieri. Ora Persian e Chevel flirtavano… 

-Sì, ma non distrarti! È una cosa molto importante!- Jahlee tagliò corto, e sembrava davvero agitato.

Il corridoio non era esattamente il posto migliore dove parlare indisturbati, però.

-Va bene, ma prima mi faccia andare in un luogo più sicuro, poi la chiamo io- gli promise Leo, incoraggiandolo a sparire, e poi correndo velocemente in direzione della propria camera.

In quel momento era completamente vuota, dato che le sue coinquiline erano a lavoro, quindi era il posto più sicuro.

 

-Jahlee, cosa succede?- chiese Leo, non appena arrivato in stanza ed essersi assicurato che non c’erano altre persone.

Jahlee comparve immediatamente, e iniziò ad andare avanti e indietro.

-Yu ha scoperto la tua fuga- rivelò, agitato.

-Cosa?! Ma non è ancora scaduto il mese!- esclamò Leo, sorpreso, con il cuore che iniziava a battere a mille.

-Lo so! Infatti la luna piena è tra una settimana. Ma sono arrivate delle persone al tempio mentre ero distratto, hanno rivelato tutto riguardo gli alberi, Yu si è accorta che non era previsto nella Storia, e ha fatto due più due- spiegò Jahlee.

-E la mia controfigura?-

-Era meno convincente del previsto- Jahlee iniziò a grattarsi il collo, a disagio.

-E quindi? Che sta facendo? L’hai rinchiusa da qualche parte?- chiese Leo, preoccupato, e guardandosi intorno come se si aspettasse che Giada potesse comparire da un momento all’altro e rompergli tutte le uova nel paniere.

-Stiamo pur sempre parlando di mia figlia! Non la rinchiuderei mai da nessuna parte contro la sua volontà!- Jahlee si offese -…anche se mi ha ripudiato come padre dicendo che non mi importa niente né di lei né di te- poi sospirò, e sembrava davvero abbattuto, buttandosi sul letto di Leo.

-Mi dispiace molto, Jahlee. Ha una forte personalità- Leo provò a confortarlo, simulando qualche pat pat sulla spalla che però lo trapassava.

-Lo so… l’ha presa da sua madre… so di aver puntato sul cavallo giusto, Leonardo, ma… è dura. Soprattutto visto che non sono nemmeno il tuo dio preferito- Jahlee fece il muso.

-Cosa?! Cosa c’entra questo adesso? Insomma, la rispetto tantissimo, dio Jahlee, ma non sarebbe giusto avere divinità preferite- Leo provò a fare un passo indietro, mettendo le mani avanti.

Jahlee lo guardò supplicante.

-Ma ovviamente lei è il mio dio preferito… insieme a Noella e a Flora- l’ultima parte la borbottò perché non voleva che le altre due si sentissero escluse.

-Pensavo di essere io la tua preferita! La mia benedizione è la più bella! E sono stata la prima a credere in te!- si aggiunse la voce squillante di Noella, comparendo sul letto di Anna.

-Non preoccuparti, Leonardo. Non devi dire che sono la tua dea preferita solo per farmi piacere- aggiunse la voce di Flora, gentile e incoraggiante, apparendo a sua volta in piedi in un angolo, vicina al letto di Jane.

-Tsk, lo dici solo così Leo si sente in obbligo a scegliere te- la accusò Noella.

-Io non obbligo nessuno- Flora mantenne il sorriso.

-E comunque sono stato io a puntare su Leonardo per primo!- si infervorò Jahlee, rimettendosi seduto e lanciando a Noella un’occhiata di fuoco.

-Ma io l’ho marchiato per prima- Noella indicò la mano di Leo.

-Vi prego, non è il momento di parlare di questo! Che sta facendo adesso Giada?- Leo cercò di tornare nel punto del discorso. Certo che gli dei sapevano essere davvero infantili, alle volte, nonostante fossero immortali.

-Non le ho detto niente circa i tuoi piani, e nessuno oltre a noi quattro e alla tua cerchia ristretta li conosce fino in fondo…- cominciò a spiegare Jahlee, incoraggiante.

-Anche se tutti gli dei più o meno ne sono a conoscenza e stanno aspettando che arrivi la luna piena in modo che Jahlee ti rispedisca a casa così che Kalea possa tornare indietro nel tempo a prima che arrivassi qui- lo interruppe Noella, mettendosi comoda sul letto di Anna e guardandosi le unghie.

Seguirono alcuni secondi di silenzio.

Jahlee guardò storto Noella, Flora sembrava un po’ a disagio, e Leo era completamente sconvolto.

-COSA?!- chiese, preoccupato.

-Giusto… non te l’avevamo detto. Il piano è che Jahlee ti riporti a casa quando arriva la luna piena, e quando tu sei al sicuro lontano da qui e incapace di ritornarci per sempre, Kalea resetta la linea temporale, ma solo quella dei sette regni, in modo che tutto ciò che hai fatto qui non ha alcun valore- spiegò Noella, con un grande sorriso.

Leo era terrorizzato.

Guardò Jahlee con terrore, allontanandosi da lui.

-È questo il piano?! Mi stai facendo fare quello che voglio solo per poi tradirmi tra una settimana?!- lo accusò, con voce tremante e le ginocchia di gelatina.

-No, no, no, Leonardo! Questo è il piano per gli dei! Ma non ho intenzione di tradirti, voglio solo che loro lo pensino- spiegò Jahlee, per rassicurarlo -Non te l’abbiamo detto per non preoccuparti- lanciò poi un’occhiata a Noella.

-Ops… mi ero dimenticata che non glielo dovevamo dire- si imbarazzò la dea.

-Jahlee è molto convincente alle riunioni, ma noi tre siamo ormai completamente dalla tua parte, la benedizione lo dimostra. Non preoccuparti, Leonardo. È difficile per me mentire a Kalea, ma sono certa che presto capirà anche lei che siamo dalla parte giusta- lo rassicurò Flora.

-Okay… se lo dite voi… quindi… hanno intenzione di resettare la linea temporale appena me ne vado? Perché non prima?- chiese Leo, cercando di calmarsi e fare un punto della situazione, ma comunque preoccupato.

-Perché in quel caso non cambierebbe niente comunque- Noella alzò le spalle 

-Tu faresti comunque quello che vuoi indisturbato- annuì Jahlee.

-Mentre se la resettiamo solo per questo piano dell’esistenza e non per tutti, come ha intenzione di fare Kalea, la tua vita procede normale nella tua realtà, mentre quella delle persone qui torna al punto di partenza- spiegò Flora, mostrando l’immagine olografica di una linea che continuava, e di una linea che invece ritornava al punto di partenza come un ovale.

Leo iniziò a capire, ma la sua mente lo portò ad una conclusione un po’ preoccupante.

-Okay, quindi il momento in cui tornerò a casa…- iniziò a dire.

-Game over!- Noella fece il gesto della gola tagliata.

-Se torni a casa prima di convincere Kalea a stare dalla tua parte… sarà come se non fossi mai venuto qui una seconda volta- annuì Flora.

-Per questo devi stare molto attento a Yu, perché se Yu mette le mani su di te, quando le si ricaricherà la collana… ti porterà a casa immediatamente- aggiunse Jahlee.

-Oh voi…- imprecò Leo, in un sussurro, sedendosi ai piedi del letto di Dotty.

-Ma non preoccuparti, sebbene la semidea Yu sia appostata fuori da questo castello, in questo momento, non c’è modo che riesca ad entrare- lo rassicurò Noella senza rassicurarlo per niente.

-Ed è improbabile che ti riconosca, in ogni caso, visto che sei travestito- lo rasserenò Flora.

-Beh, potrebbe. Mia figlia ha l’occhio fino- si vantò Jahlee, rompendogli le speranze.

-Quindi devo restare qui per sempre…- Leo giunse ad una brutta conclusione.

-Beh, almeno per un po’, sì…- Jahlee annuì.

-E oggi stavo per farmi licenziare… che tempismo- Leo ridacchiò per non piangere.

-Ma non è successo perché piaci molto al principe, si vede- Noella gli fece un occhiolino.

Leo si ritrovò suo malgrado ad arrossire appena.

In effetti era un mezzo miracolo che non l’avesse licenziato. Forse era vero che Daryan aveva un soft spot per lui. O forse vedeva quanto Leo fosse sincero nelle sue azioni.

In ogni caso… era incoraggiante.

-A proposito di questo… la benedizione è tua e non voglio intromettermi, ma stai molto attento quando la usi con il principe Daryan, perché può diventare davvero rischioso se rimani troppo coinvolto- gli consiglio Flora, preoccupata.

-Sì, sì… ci starò attento, lo prometto. Oggi è stato un momento straordinario- Leo non era particolarmente convinto, ma doveva apparire sicuro davanti alla dea.

La testa continuava a fargli male, soprattutto ora che aveva nuove informazioni da aggiungere ai suoi piani già complicati.

Sapeva che la sua missione fosse pericolosa, ma non aveva mai messo in conto quanto gli dei che non erano dalla sua parte gli potessero andare contro.

Doveva immaginare che non avrebbero accettato i cambiamenti senza combattere.

E se non riusciva a convincere Kalea… sarebbe dovuto restare lì per sempre, senza mai più tornare a casa da sua madre e Isabella.

Era una prospettiva spaventosa.

-Beh, grazie per avermi avvertito di tutto, e per l’incoraggiamento e il supporto. Se non c’è altro da dire, penso che tornerò a lavoro. Mi staranno sicuramente aspettando in cucina- Leo si alzò, e provò a congedare gli dei.

-Beh, visto che siamo in argomento… tra una settimana è la luna piena, e mi chiedevo se potessi, sai… passerò la giornata in giro come sempre, ma posso spendere qualche minuto per una piccola offerta qui. Sai, è l’unico giorno del mese dove posso collezionare le offerte personalmente, se voglio…- Noella iniziò a chiedere.

-Sul serio, Noella?! Questo ragazzo sta affrontando una guerra, e tu chiedi un’offerta?- si lamentò Jahlee, ergendosi a difesa di Leo.

-Tu hai ricevuto centinaia di offerte da lui! Non sto chiedendo di venire personalmente a Nivern, solo di farmi una torta gelato! …o qualsiasi altra cosa. Ma la aspetto da più di otto mesi, caspiterina!- si lamentò Noella, infiammandosi.

-Ovviamente! Non posso non lasciare offerte ai miei più importanti sostenitori… qualche richiesta particolare e fattibile?- Leo non ci aveva proprio pensato, ma era giusto che si tenesse buone le divinità, visto quanto lo stavano aiutando con le loro benedizioni e il loro supporto.

-Biscotti! Vorrei quelli arcobaleno, ma vanno bene tutti!- Jahlee, dopo aver rimproverato Noella, fu il primo a balzare nel carro delle offerte.

-Qualsiasi cosa di freddo. Non dovrebbe essere difficile visto questo splendido clima- Noella sorrise e batté le mani entusiasta alla prospettiva.

-Beh… sarei curiosa di assaggiare qualche dolce, o in generale qualcosa di vegetariano. Ammetto che è da quando sei arrivato qui la prima volta che sono curiosa- anche Flora sembrava abbastanza interessata all’idea.

Leo annuì, segnando le ordinazioni a mente. Non sarebbero state difficili da ricordare, rispecchiavano le personalità degli dei.

Sarebbe stato un po’ meno difficile ottenere gli ingredienti, ma ce l’avrebbe fatta, ne era sicuro.

Si portò una mano tra i capelli per sistemarli, in ansia, e la parrucca gli rimase praticamente in mano. Era davvero disordinata. Probabilmente l’incontro con il principe l’aveva lasciato più scombussolato del previsto.

Leo se la tolse per pettinarla, approfittando del momento di pace, e cominciò a fare ordine nelle cose che doveva fare: 

-Allora… non uscirò più da palazzo a meno che non sia sicuro di non essere beccato da Giada- indicò Jahlee, che annuì.

-Il giorno di luna piena farò offerte a tutti voi, probabilmente di prima mattina così meno persone si renderanno conto della cosa…- indicò Noella, che sorrise raggiante.

-…e starò attento con il principe Daryan e in generale nel curare le persone- promise a Flora, indicandola. Lei fece un cenno rassicurato.

-Tutto questo stando attentissimo che nessuno, assolutamente nessuno, scopra la mia identità e ciò che sto facendo- concluse Leo con sicurezza.

Proprio in quel momento sentì qualcosa alle sue spalle cadere al suolo, e si girò verso la porta per trovarsi faccia a faccia con Dotty, che era appena entrata nella stanza, e lo fissava a occhi e bocca sgranati.

A terra c’era un libro che probabilmente aveva appena fatto cadere.

E Dotty aveva appena assistito a Leo che parlava con tre divinità, senza parrucca, abbastanza vestito da far capire che era decisamente la cuoca sua compagna di stanza, ma anche abbastanza scoperto da dimostrare che era il criminale ricercato in tutto il regno.

-D_Dotty?- chiese, sperando fosse solo un’illusione provocata dalla fame e dalla paura, o che fosse dentro un incubo.

La ragazza si girò e iniziò a scappare, probabilmente per andare ad avvisare qualcuno.

Leo si girò nuovamente verso gli dei affrettandosi a rimettere la parrucca prima di provare ad inseguirla.

-Ma le divinità non dovrebbero essere onniscienti?- si lamentò.

-Ops- 

-Ero distratto-

-Stai attento- 

Furono le risposte di Noella, Jahlee e Flora, prima che lo lasciassero a sé stesso e sparissero in nuvolette arancione, viola e verde.

Leo maledì mentalmente gli dei, anche se non avrebbe dovuto farlo, e si lanciò all’inseguimento, sperando che Dotty non dicesse niente a nessuno.

Non ora che non poteva proprio permettersi di essere scoperto e cacciato fuori dal palazzo.

Ma perché era sempre così maledettamente sfortunato?!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Beh dai questa volta non sono così in ritardo, considerando quante cose ho avuto da fare questo periodo.

Che dire, un capitolo molto pieno. Daryan e Leo hanno interagito parecchio, ci sono momenti romantici anche per coppie secondarie, gli dei, novità, Leo che fa cavolate e soprattutto… un mega colpo di scena finale!!

Dotty ha scoperto che Leo è Leo e ha confidenza con tre dei. Chissà quanto ha sentito della conversazione.

Speriamo che potrà rivelarsi un’alleata e non la nemica giurata di Leo, come era stato detto nella prima storia.

Il fatto che sia corsa via non promette bene.

Spero che riuscirò ad aggiornare presto il prossimo capitolo perché non vedo sinceramente l’ora di scriverlo. Sarà molto romantico, probabilmente torneranno anche il re e la regina, e in generale sarà un capitolo molto pieno di avvenimenti.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, se vi è piaciuto lasciare un commento o una recensione per farmelo sapere.

Vi do un grande bacione e alla prossima! :-*

   
 
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