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Autore: dina    14/09/2009    4 recensioni
Notte.. buio pesto.. un ragazzo che gira indisturbato per i corridoi di Hogwarts.. un rumore.. un incontro inaspettato, accompagnato da una consolazione ed un abbraccio.. quel bisogno di calore e di compagnia.. quando una ragazza si rende conto di sbagliarsi completamente su di un ragazzo.. quando il destino fa capire quel che vuole.. [..] -Sai Potter, non sei così male come credevo..- mi dice piano. -Io te l'ho sempre detto- puntualizzo ancora sorridente. -Già.. e vuoi sapere un'altra cosa?- -Cosa?- -Forse, se mi proporrai ancora un appuntamento.. beh potrei anche accettare..- sbircia la mia reazione tra gli occhi socchiusi. Il mio cuore fa un balzo, ma non lo do a vedere, mi limito a fare un mezzo sorriso, adesso so che ricordo usare contro i Mollicci. [..]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cammino dritto, sicuro ed altero, da che ricordi ho sempre percorso così la mia vita, nessun dubbio, nessun indugio, ho sempre saputo cosa volevo e come fare per averlo.

Forse sembrerò un gradasso a dirlo, ma è la verità, la mia verità.. o meglio lo era fino a quando non ho incontrato lei..

Colei che riesce a far vacillare tutte le mie certezze, l'unica che con un solo sguardo può far aumentare i battiti del mio cuore, la sola per la quale ho perso anche il cuore oltre alla testa.

Basta adesso, mi ero ripromesso che questa sera, solo per un po' avrei cercato di non pensarle, di non immaginarmi i suoi capelli rossi lisci come la seta tra le mie dita, i suoi occhi.. no, pensiamo ad altro, pensiamo ad altro!

Sono le tre di notte e sto percorrendo, con il mio mantello dell'invisibilità, il corridoio del secondo piano, devo andare in cucina, ho tanta, troppa fame.

So che corro il rischio di venire scoperto, se la Mcgranitt mi trovasse in questo momento sarei nei guai, guai grossi.

Ma come al solito non mi importa, mi piace camminare di notte, quando la scuola è deserta, mi da una sensazione di forza, di potenza che non riesco a descrivere, ed a cui non rinuncerei per nulla al mondo.

Inutile nasconderlo, ho sempre amato il pericolo, l'adrenalina che scorre a fiotti nelle vene, la voglia di mettermi sempre alla prova, di rischiare, ma alla fine vincere.. c'è sensazione più inebriante di questa?

Forse solo la sensazione che avrei a baciare la Evans.. mi riscuoto, dannazione, avevo detto che non ci avrei più pensato!

Sospiro, sapendo che quella è una partita persa in partenza, quindi continuo a camminare.

D'un tratto, sento qualcosa, dei rumori strani, come di.. cerco di acutizzare il mio udito per esserne certo, ma si, quelli sembravo veri e propri singhiozzi.

Mi avvicino, cauto e silenzioso, voglio vedere chi sta piangendo, se sono fortunato è Mocciosus, ho un conto in sospeso da un po' di giorni con lui, dal giorno in cui aveva osato definire la Evans una “sporca Mezzosangue”.

L'avrei frustato a sangue, così da fargli passare completamente la voglia di aprire quella sua schifosa bocca piena di germi.

Sono quasi arrivato alla fonte di quei rumori, quando mi fermo di botto, stupito. Quello che piangeva, o meglio colei che piangeva era la protagonista di ogni mio sogno o fantasia da anni a questa parte, niente di meno di Lily Evans.

Sono pietrificato, cosa ci fa lei lì, a quest'ora, persa in una valle di lacrime?

Stringo i pugni e mi riprometto che avrei scuoiato vivo il colpevole di quelle lacrime.

Mi metto davanti a lei, così da poterla guardare meglio, nell'oscurità riusco a distinguere il naso arrossato e gli occhi traboccanti di lacrime, che scendono senza sosta lungo le sue rosee guance, fino a perdersi sotto il mento, nella scollatura della leggera camicia da notte bianca.

In un gesto istintivo le poso la mano sulla spalla, voglio rassicurarla, dirle che va tutto bene e farla star meglio, ma non mi aspettavo quella reazione.

Lei salta in piedi, con la bacchetta sguainata, che circospetta si guarda intorno, -chi c'è?- la sua voce, nonostante tutto, è ferma e decisa. Una tigre che ha avuto un momento di debolezza, ma che subito torna a ruggire.

Io sorrido, quasi senza accorgermene, perchè mi viene così naturale sorriderle? Che cos'ha che mi fa, volta dopo volta, reagire in questo modo?

Mi tolgo il mantello di dosso -sono io- le dico con voce bassa e pacata.

-Potter?!- mi illumina con la sua bacchetta.

-Vedo che nonostante tu abbia gli occhi completamente appannati, riesci comunque a distinguere la mia figura- esordisco compiaciuto.

-Non ho gli occhi appannati, e comunque si, non stupirti, è normale riconoscere subito la tua faccia da schiaffi!-

Sorrido divertito -ah si? E perchè sarebbe normale?- domando insinuante.

-Beh.. perchè.. perchè è così!- l'ho messa in imbarazzo, e la cosa se possibile mi diverte ancora di più.

-E perchè è così?-

Lei sbuffa scocciata -basta Potter, non ho tempo per giocare con te-

-Lo vedo, eri troppo impegnata a piangere..- era lì che volevo arrivare.

-Piangere? Chi io? Tu sogni!- il suo tono è sicuro e derisorio.

-Si mia cara, tu stavi piangendo, ti ho vista-

-Intanto non sono “tua”, e poi non stavo piangendo-

-Si invece-

-No invece- si impunta.

Sospiro frustrato, è quasi peggio di me quando si mette in testa una cosa -non devi ascoltare ciò che dice Mocciosus, è un idiota!- tiro ad indovinare il motivo delle sue lacrime.

Lily abbassa gli occhi per un istante, poi torna a guardarmi -non era per questo che stavo piangen..- si ferma un secondo prima di terminare la frase, accortasi di avermela data vinta.

Sorrido, divertito e un po' spiaciuto, quello sarebbe stato un buon pretesto per eliminare definitivamente quell'untuoso Serpeverde.

-Allora perchè piangevi?-

-Non sono affari tuoi!- era tornata sulla difensiva.

-Ormai si, ci sono dentro- faccio un luminoso sorriso, uno di quelli a cui nessuna ragazza resiste.

-Non preoccuparti, puoi tirartene tranquillamente fuori, non mi offendo-, tutte tranne lei, naturalmente.

Sospiro ancora, e mi siedo, appoggiandomi al muro, chissà perchè la fame che avevo, adesso è sparita completamente.

La invito a prendere posto accanto a me, lei esita, allora le sorrido -non avrai paura di me, per caso? Ti assicuro che non mordo-

Lei alza il mento, altezzosa, e si siede poco distante da me -non ho paura di te- mi dice guardandomi.

-Lo so- le sorrido ancora e per la prima volta lei distoglie lo sguardo, gioisco di questa piccola vittoria; -allora, mi dici come mai piangevi?- lei fa per aprir bocca, ma io la anticipo -e non provare a dire che non piangevi, abbiamo già ampiamente chiarito questo punto-

Mi fulmina con uno sguardo, cavolo quanto è bella quando si arrabbia, i suoi occhi sembrano farsi più scuri, man mano che la collera aumenta, e la miriade di pagliuzze dorate si perde in quel verde smeraldino.

-Allora?- la incito.

-Perchè dovrei dirtelo?-

-Perchè quando si è tristi, c'è bisogno di qualcuno con cui parlare, altrimenti tenendo tutto dentro si rischia di esplodere.. e si sta pure peggio- spiego, il mio tono somiglia paurosamente a quello della Mcgranitt, e per questo inorridisco all'istante.

-Da quando in qua hai una laurea in psicologia, Potter?- mi guarda scettica.

-Guarda che sono pieno di doti nascoste- sorrido.

-Beh, allora devono essere proprio nascoste bene- mi canzona leggermente divertita.

-Allora?- cambio palesemente argomento, non perchè non mi diverta, ma sono troppo curioso.

Lily fa un lungo sospiro -ho fatto un sogno.. tutto qui- mi dice vaga.

-Tutte queste lacrime solo per un sogno?!-

-Sta' zitto, era un incubo tremendo, davvero spaventoso-

-Raccontamelo allora-

-N-non mi sembra il caso..- con mia grande sorpresa, vedo le sue guance colorarsi di un tenue rossore.

-Dimmi- insisto, incuriosito dalla sua reazione. Adesso non può tirarsi indietro, devo saperlo, anche a costo di rimanere su questo pavimento a vita.

-No, Potter..- prova.

-Ti sentirai meglio dopo- le assicuro deciso.

Lily annuisce poco convinta, ma dopo pochi secondi distoglie lo sguardo ed inizia il suo racconto -era sera, ero in una casa che doveva essere la mia.. ero più grande, avevo un figlio neonato e..- arrossisce di nuovo -tu eri mio marito..- dice in un soffio, ma io l'ho sentita ugualmente.

-Questo è un sogno bellissimo, solo solo perchè ci sono io- sorrido smagliante e felice, lei mi aveva sognato e la cosa mi fa più piacere di quanto dovesse.

-Un incubo tremendo, davvero spaventoso- ripete con enfasi.

-Lo sapevi che i sogni sono la manifestazione di ciò che desideriamo inconsciamente?- le chiedo allegro.

Lei mi fulmina con un'occhiata di puro odio Grifondoro -non vorrò mai sposarmi con te, psicologo da strapazzo-

-Mai dire mai, continua con il sogno, mi interessa- le sorrido ancora, è così istintivo farlo con lei.

-Eravamo in casa, e stavamo insegnando al bambino a parlare, quando tu ti alzasti, allarmato. Controllasti fuori dalla finestra, poi ti mettesti davanti alla porta d'ingresso e con la bacchetta puntata contro di essa mi dicesti di scappare, che non c'era tempo, ci aveva trovati e che dovevo mettermi in salvo insieme a nostro figlio..- riprende a singhiozzare piano -io non volevo, avevo paura, tanta paura.. non volevo lasciarti, perchè sapevo che sarebbe stata l'ultima volta che ti avrei rivisto e non volevo.. tu mi rassicurasti, ma nel tuo sguardo sicuro vedevo il terrore, lo stesso che provavo io.. infine ti lasciai, salì al piano di sopra sbarrando porte e finestre, prendendo la bacchetta, anche se sapevo che era finita.. posai il bambino nella culla e gli dissi che gli volevo bene, che non l'avrei mai lasciato da solo..- i singhiozzi adesso sono diventati più frequenti e rumorosi -poi la porta si spalancò ed entrò..- la voce si spegne.

-Chi, chi entrò?-

-Lord Voldemort- sussurra cominciando a tremare.

Istintivamente l'abbraccio, voglio fermare il suo dolore, pagherei tutto l'oro del mondo per vederla sorridere in quel momento, per scacciare la sua paura.

Lei si aggrappa a me, continuando a piangere – entrò nella stanza e mi disse di spostarmi, che mi avrebbe risparmiato la vita se l'avessi fatto.. mi disse di non fare la stupida come te, che eri morto cercando di fermarlo.. io.. io sentì il mio cuore mancarmi un battito a quelle parole, ma non mi tolsi, cercai di combattere come avevi fatto tu.. volevo proteggere il nostro bambino, ma sapevo che non ce l'avrei fatta.. lui rise dei miei tentativi di attaccarlo e poi.. un fascio di luce verde.. e mi sono svegliata-.

-Ehi.. va tutto bene.. era solo un sogno, solo un sogno..- cerco di rassicurarla, ma non sembra funzionare molto.

-No, io.. ho una brutta sensazione.. non lo so, come se dovesse davvero accadere..-

-Non succederà.. o almeno non succederà la parte dove noi moriamo.. il resto si può fare!- cerco di sdrammatizzare un po', e ci riusco, perchè la sento sorridere contro la mia spalla.

Si stacca da me con l'ombra di un sorriso -forse hai ragione, è impossibile che io e te ci sposiamo.. come potrei mai sposare un gradasso ed antipatico come te?- mi dice, ma il suo tono è diverso dal solito, scherzoso, non ha alcuna intenzione di insultarmi.

Mi fingo irritato -ma tu non stavi piangendo?! Allora piangi- provo a riabbracciarla, ma lei ridacchiando sguscia via; -ma tu guarda se devo essere insultato anche quando, per una volta nella vita, faccio un gesto altruistico-

-Hai detto bene, per una volta nella vita- sorride luminosa.

-E continua pure!- borbotto.

-Sai, non pensavo potessi anche essere divertente, a volte- ride lei.

E' così bello vederla ridere, i suoi occhi si illuminavano ed i suoi capelli sembrano davvero fiamme lucenti. Mi chiedo perchè non ci sono mai riuscito prima, limitandomi ad osservarla da lontano.

-E' una delle mie innumerevoli qualità- le sorrido smagliante.

-Non credo proprio..- asserisce ironica.

-Adesso è meglio se torni a letto, è tardi ed hai bisogno di dormire- ho parlato io per primo, dopo interminabili secondi in cui ci eravamo limitati a guardarci negli occhi, a scrutarci nell'anima.

-Non voglio.. se torno a dormire.. è possibile che faccia di nuovo incubi.. ed essendo un prefetto..- non finisce la frase, è troppo imbarazzata per continuare.

Ma io capisco comunque, Lily Evans non vuole ammettere una sua debolezza, non vuole ammettere di non voler restare sola.

-Potrei farti compagnia io se vuoi- propongo così, senza contare troppo sulla risposta.

-Scherzi? Non puoi entrare nel dormitorio femminile, l'ultimo che ci ha provato ha fatto un volo di tre metri!-

-Da quando in qua ti preoccupi per me?- le domando ironico, ma nella mia voce trasparisce lo stupore che provo. Proprio non me l'aspettavo questa.

-Da quando in qua tu ti preoccupi per me?-

Da sempre -touchè- sorrido e mi alzo.

Le porgo la mano, ma lei la guarda scettica ed indecisa, -andiamo non ho intenzione di abusare di te, tranquilla-

-Anche se fosse, io mi saprei difendere- accetta la mia mano.

Ci copro con il mio mantello e la guido fino al terzo piano, mi fermo davanti ad una porta che è appena spuntata, grazie al mio desiderio.

Entriamo e lei si guarda intorno stupita, è una grande stanza, con al centro un baldacchino dalle lenzuola bianche di seta, ed accanto ad esso c'è una comoda poltrona rossa. Il tutto illuminato da un camino in pietra.

Semplice, ma nell'insieme bellissimo, proprio come lo è lei.

Le sorrido e ci avviciniamo al letto, le dico di stendersi nel letto, ma lei mi guarda un attimo, preoccupata.

-E tu?-

Le sorrido -io dormirò qui- indico la poltrona rossa.

-Ma sarà scomoda.. io non..- prova a dire.

-Non preoccuparti, sono uno che si adegua, quando il sonno mi prende, che io sia per terra o su un soffice materasso, per me non fa differenza-

-Perchè lo fai?-

Perchè ti amo, vorrei tanto dirle, ma so che la spaventerei, questo non è proprio il momento adatto per confessarle ciò che provo, quindi mi limito a sorriderle -non ti lascerò sola- mi accomodo sulla poltrona.

Mi guarda con uno strano sguardo, è intenso, pieno di riconoscenza, di rispetto.. e di qualcos'altro che non ho il tempo di decifrare, poiché lei si avvicina a me e mi posa un leggero bacio sulla guancia.

-Grazie- sussurra sorridente.

Sono attonito, mi tocco la parte di guancia dove mi aveva baciato, me la sento bruciare, e probabilmente per la prima volta in vita mia sono arrossito, ma non mi dispiace.

La guardo mentre si mette comoda tra le coperte e mi sorride un'altra volta prima di chiudere gli occhi, sorriso a cui corrispondo immediatamente.

-Sai Potter, non sei così male come credevo..- mi dice piano.

-Io te l'ho sempre detto- puntualizzo ancora sorridente.

-Già.. e vuoi sapere un'altra cosa?-

-Cosa?-

-Forse, se mi proporrai ancora un appuntamento.. beh potrei anche accettare..- sbircia la mia reazione tra gli occhi socchiusi.

Il mio cuore fa un balzo, ma non lo do a vedere, mi limito a fare un mezzo sorriso, adesso so che ricordo usare contro i Mollicci.

-Dormi Evans, hai bisogno di energie per sabato-

-Sabato?- apre un occhio.

-Il giorno del nostro appuntamento- le dico con nonchalance.

-Ah..- lo richiude e fa un fuggevole sorriso, che io noto visto che sono completamente concentrato sul suo viso.

Dopo poco si riaddormenta, lo sento dal respiro lento e regolare, osservo i lineamenti completamente rilassati e per un attimo ripenso al suo incubo.

Prendo una decisione improvvisa, un giuramento a me stesso: la proteggerò e proteggerò i nostri figli, anche al costo della vita.

Dormi amore mio, questa notte e, d'ora in avanti, ogni notte ci sarò io a vegliarti.. penso, mentre nel dormiveglia un leggero senso di inquietudine mi assale.

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Una mia interpretazione di come si sono innamorati i genitori del nostro caro Harry Potter... non so come mi sia venuta l'idea, so soltanto che avevo il pc davanti, il buio intorno a me.. e non so, le mie mani hanno lavorato da sole.. comunque spero che vi piaccia... fatemi sapere se vi va:)

  
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