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Autore: Melisanna    02/07/2023    1 recensioni
...Ma perché arrivi (intendo un amore autentico, onesto e sano) la cosa migliore è non pensarci troppo, non invocarlo. Altrimenti ci si inganna. Si mette la maschera dell'amore sul primo e più rozzo dei volti. cit. Irène Némirovsky
Genere: Drammatico, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Sai, Sakura Haruno, Shikamaru Nara | Coppie: Sai/Ino, Shikamaru/Ino, Shikamaru/Temari
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Choji

Il telefono squillò più volte, prima che Shikamaru rispondesse, ma Choji era abituato ai tempi del suo migliore amico e non si stupì “Ehi Shika, ciao”.

“Ciao Cho, come stai?”

“Benone, anche se per quanto ti riguarda potrei anche essere morto. Sei sparito dai radar ultimamente”.

“Hai ragione, scusami, sono stato occupato. Sai tra il lavoro e i preparativi del matrimonio”.

“Quindi ti sposi davvero… ancora non riesco a crederci”.

“Inizia a crederci, ti ricordo che devi farmi da testimone”.

“Non capirò mai cosa Temari trovi in te”.

“Sei solo geloso”.

“Ovviamente, ti sei preso la ragazza più in gamba di Tokyo. In più è anche bella e ricca, non ti fai mancare niente”.

La risposta di Shikamaru si fece attendere per qualche secondo “Immagino di no”.

Choji si succhiò il labbro inferiore, perplesso e un po’ preoccupato “Sicuro che vada tutto bene?”

“Sì, sì… certo. È solo… bè lo sai, un matrimonio è una cosa grossa”.

 “Immagino che sia normale essere un po’ spaventati…” rispose, poco convinto. “Piuttosto, domani sera sei libero?”

“Sono già stato a trovare i miei, da adesso in poi, fino al ritorno di Tem, sono tutto tuo”.

Choji sorrise contento “Perfetto, perché volevo andare a trovare Ino. Non si è ancora ripresa dalla rottura con Sai”.

Dall’altra parte della cornetta provennero un rumore sordo e un imprecazione “Ahia… maledetto sportello”.

“Tutto bene?”

“Niente di grave, ho solo battuto la testa, non mi ricordavo più quanto fossero scomodi questi mobili”.

“Allora, vieni?”

“Immagino di non poter rifiutare”.

“A meno di non volermi fare arrabbiare moltissimo, no, non puoi rifiutare” Choji si morse pensosamente un labbro “Sei proprio sicuro, sicuro che non ci sia niente? Sei strano, ultimamente”.

“Tutto a posto”.

“Allora ti passo a prendere alle otto e andiamo insieme, va bene?”

“Ti aspetto”.

Choji mise giù, poco convinto. Da quando lui e Temari erano andati a vivere insieme, le occasioni per vedere Shikamaru si erano sempre più diradate, ma, dopo Capodanno, Shikamaru si era fatto ancora più sfuggente e Choji aveva l’impressione che evitasse Ino – e a volte anche lui – di proposito.

La sera seguente suonò a casa sua con un quarto d’ora di ritardo, sicuro di trovarlo ancora impreparato comunque. E in effetti Shikamaru era appena uscito dalla doccia.

Choji si sedette in salotto mentre l’amico si vestiva. Diede un’occhiata malinconica alla stanza spoglia. Quel posto era stato il loro rifugio per anni e, da quando Shikamru l’aveva praticamente abbandonato, vedersi era diventato molto più difficile.

“Come sta Temari? Come le è andato il viaggio?”

“Dice che fa un gran freddo. È tutto ghiacciato e c’è un metro di neve per le strade. Per fortuna che lei quasi non deve uscire dall’hotel”.

“Vorrei conoscerla un po’ meglio”.

“La conoscerai anche troppo bene. Ti verremo a noia, vedrai”

“La considero una promessa”.

Shikamaru uscì dalla camera, infilandosi uno spesso maglione beige a trecce. “Andiamo, Ino ci starà aspettando”.

“E chissà di chi è la colpa…”

Ino li accolse con un mestolo in mano “Ho quasi finito. Ho preparato gli udon. So che ti piacciono” aggiunse chinandosi a dare due rapidi baci a Choji.

“Ciao” disse rivolta a Shikamaru. “Mi fa piacere che sia venuto anche tu. È un po’ che non ci vediamo”. Si fissarono per un momento in silenzio, poi, come per un ripensamento, Ino si allungò e gli sfiorò una guancia con le labbra. Shikamaru si ritrasse di scatto e Ino lo guardò irritata.

“Scusami… Io… non me l’aspettavo” concluse debolmente e si chinò a restituirle il bacio.

“Sarà meglio che torni in cucina” sbuffò Ino e sparì oltre la porta.

Shikamaru e Choji si accomodarono in salotto.

Choji squadrò Shikamaru sospettoso “Cos’era quello?”

Shikamaru si strinse nelle spalle “Mmmh… niente. È solo… mmmh… ci vediamo poco ultimamente, non ci sono più abituato”.

“Se lo dici tu”.

Ino rientrò portando due ciotole di ceramica verde marcio, colme di zuppa fumante, che piazzò davanti ai due amici. Un minuto dopo ne aveva aggiunta una terza a tavola e si erano disposti a mangiare.

“Il vino vi va bene bianco?” Ino sollevò un apribottiglie e, al mormorio di assenso che seguì, si dedicò ad una bottiglia di Chardonnay che servì a tutti e tre in alti calici.

“A Ino-Shika-Cho! Nessuno ci dividerà mai!” Brindò gioiosa e Cho e Shikamaru fecero tintinnare i loro bicchieri contro il suo.

La seconda bottiglia che aprirono fu il Riesling che aveva portato Choji. Ino annusò il bicchiere con la concentrazione eccessiva di chi è un po’ alticcio. “Ah” esclamò soddisfatta dopo averlo assaggiato “Ci voleva proprio”.

“Come… uhm… come va con Sai?” chiese prudentemente Choji.

“Non va. Lui ha provato a rimettere un po’ insieme i cocci, ma non era molto convinto e io… Non so, ero stanca e basta”.

“Ho sempre pensato che non facesse per te. Sei troppo per lui”.

“Grazie, Cho!” trillò Ino.

“A me pare una brava persona” azzardò Shikamaru.

Choji gli tirò un calcio sotto al tavolo “Non è abbastanza per Ino. È così noioso!”

“Esatto!” Ino colpì con i due pugni la tavola per esprimere tutto il suo supporto a quell’affermazione, annuendo entusiasticamente “Quando ero con lui non avevamo mai niente da dirci. Se non parlavo io, lui stava sempre zitto”.

“Mi hai costretto a sopportarlo per mesi”.

“Scusami Choji!” Ino gli prese le mani con fare implorante “Se non mi volessi più bene, lo capirei”.

“Non dirlo neppure per scherzo. Noi saremo per sempre Ino-Shika-Cho”.

“Sempre! Brindiamo” fecero scontrare una altra volta i calici. Ino si affrettò a riempire i bicchieri un’altra volta.
Avevano finito di cenare e continuavano a scherzare e a bere al tavolo, quando il telefono di Choji squillò. Il ragazzo frugò nelle tasche cercandolo e diede un’occhiata allo schermo “È mio padre. Cosa vorrà adesso…”

Si alzò e si allontanò da tavola “Ciao, papà. Sono da Ino…”

“Mi spiace disturbarti. Un cameriere si è fatto male. Abbiamo bisogno di una mano qua”.

“Mh… ok… va bene arrivo”.

Si rivolse agli altri due mettendo giù “Mi spiace, ragazzi. Devo andare. Mio padre ha bisogno al ristorante”.

“Nooo, Choji” si lagnò Ino “Non ci lasciare”.

“Mi dispiace, Ino. Ci vediamo presto, promesso”.

“Mi raccomando” lo salutò Ino abbracciandolo “Promesso”.

“Bevi sempre troppo, tu”.

“Naaah, sto benissimo”.

“Ciao Shika, ci sentiamo”.

Shikamaru gli strinse rapidamente un braccio “Mi farò vivo”.

Choji si avvolse la sciarpa intorno al viso e si preparò ad affrontare il freddo della notte invernale.

 
  
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