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Autore: Exentia_dream2    12/07/2023    0 recensioni
Migliore alunna del suo anno scolastico, giovane psicologa affermata, Hermione Granger è quasi del tutto pienamente soddisfatta della sua vita. Ha una bellissima storia d’amore con il fidanzato storico a cui, però, manca la fantasia del sesso di cui lei ha sempre sentito parlare. Nonostante questo, tutto sembra andare per il verso giusto fino al momento in cui, a pochi mesi dal matrimonio con colui che ha sempre creduto essere la sua anima gemella, Hermione si rende conto che forse non è tutto perfetto come ha sempre creduto. Spinta dai dubbi e dai consigli della sua più cara amica, si trova di fronte a troppe domande e a situazioni che metteranno in seria difficoltà la realizzazione dei suoi piani di vita: tra assenze e un fondoschiena che sussurra sconcerie e contro il caos che ha nella testa, proverà a trovare la propria pace mettendo tutta se stessa in un progetto ambizioso e divertente allo stesso tempo. Sarà proprio qui che Hermione si renderà conto che non tutto può essere spiegato con la la logica, che la psicologia non ha basi solide quando il paziente è il proprio riflesso nello specchio, e che, a volte, il destino ha molta più fantasia di noi.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Neville Paciock, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione, Hannah/Neville
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 8:



La soluzione, Hermione, non la trovò nemmeno nel fine settimana appena trascorso. Aveva ceduto alla tenerezza di inviare un messaggio a Neville per sentirlo in qualche modo più vicino e, in risposta a una sorta di lettera a cuore aperto, in cui lei si dichiarava pronta ad aspettarlo per risolvere le divergenze createsi negli anni, nella confessione leggermente forzata in cui dichiarava di sentirsi un po' sola, Hermione ricevette un pollice all'insù e un cuore.
Ecco tutto.
C'erano frasi che aveva faticato persino a pensare, credendo che, comunque, alla fine, sarebbero servite a non rendere così palese la distanza che stava man mano aumentando — un allontanamento non solo fisico, ma soprattutto mentale, a livello di anima che, a volte, la lasciava senza fiato insieme al pensiero che tutto le fosse sfuggito di mano senza che se ne rendesse conto — ; c'erano pensieri così profondi e smielati di fronte a cui persino lei stessa si era ritrovata a storcere il naso, ma la convinzione di toccarlo nel profondo la spinse a proseguire con dita frenetiche a digitare lettere su lettere; parole e parole che avevano sfiorato per poco la complessità delle trame più astruse dei libri più famosi (le risultarono circa duemila caratteri, al termine di quell'immenso lavoro). E il riscontro che aveva atteso con ansia era rappresentato soltanto da due miseri simboletti colorati che le fecero quasi lanciare il cellulare dall'altra parte della stanza. Avrebbe urlato, forse, se avesse potuto, invece era stata ferma con le mani unite in grembo e il cellulare poggiato sul tavolino davanti a lei.
L'escalation di emozioni che provò in quel momento la costrinse ad alzarsi dal divano e a girare in tondo come un qualsiasi animale in gabbia che cerca la propria libertà, magari scavando un passaggio sul suolo calpestato con tanta forza. Solo che, pensò, il pavimento era troppo duro da scalfire con il solo ausilio delle mani e dei piedi, per quanta forza lei imprimesse in ogni passo, non erano di certo componenti di un escavatore. Tornò a sedersi, affranta molto più di prima, continuando ostinatamente a voler trovare un significato nascosto in quelle emoticon che aveva davanti agli occhi: non c'era ovviamente, ma a lei sembrava non importare e, anzi, con la forza di un pensiero che parve arrivare fino a Neville, ricette un altro messaggio in cui il suo promesso sposo la informava che sarebbe tornato presto, c'era stato solo un problema con una radice e che, quindi, la sua permanenza al freddo sarebbe durata una settimana in più. 
Questa volta, però, Hermione disse a se stessa che non c'erano messaggi criptati né concetti nascosti da trovare e, proprio come aveva fatto il suo futuro marito, rispose stentando un sorriso falsissimo e un pollice all'insù — troppo giallo, pensò, in un messaggio che avrebbe dovuto sancire una pace definitiva.


 
••••
 

Quella stessa sera, Hermione aveva invitato i suoi migliori amici a bere una birra in un posto in cui non ci sarebbero state coppiette affiatate pronte a giurarsi amore eterno, a sbaciucchiarsi e a promettersi di essere l'una il sostegno dell'altra, e quale luogo migliore se non il lurido pub in cui si era ubriacata per la prima e ultima volta in tutta la sua vita — era stata l'unica deviazione presa per lei che si era sempre prodigata per seguire la retta via e non andare mai contro i dieci comandamenti e le dottrine cattoliche (il fatto che avesse fatto sesso prima del matrimonio era un piccolissimo particolare su cui si poteva tranquillamente sorvolare, a detta sua!).
Comunque, aveva deciso di organizzare quella rimpatriata perché era giunta alla conclusione che i suoi studi in psicologia potessero darle risposte fino a un certo punto: il problema reale era che lei non conosceva affatto gli uomini e i loro comportamenti (se non nella teoria) e, quindi, armata di carta e penna si era messa a osservare come Harry e Ron reagissero ad alcune domande e in determinate situazioni.
Al momento erano entrambi troppo impegnati a guardare i menù e a punzecchiarsi su un qualcosa accaduto in precedenza di cui lei non sapeva assolutamente nulla e, perciò, senza conoscere il contesto, non riusciva a capire quale fosse il punto della situazione. Sembravano due bambini dispettosi, ecco. Fu questa l'impressione che ebbe quando Ron fece una linguaccia e Harry rispose con una pernacchia.
Si convinse del proprio pensiero quando Ron fece loro l'onorevole imitazione di un tricheco che beve infilandosi due patatine fritte sotto il labbro superiore e facendo bollicine con la cannuccia nella bibita che stava bevendo. Insomma, la serata non stava andando per niente come aveva sperato quando proprio l'imitatore fallito disse ai suoi migliori amici che aveva deciso di iscriversi a un sito d'incontri in cui, grazie a un questionario, venivano selezionate le persone più adatte al proprio carattere.
"Capito?" stava appunto dicendo. "Se il tuo profilo risulta quello di una persona simpatica, giovanile ed estroversa, il sistema stila una lista di persone adatte a te ed evita quelle con cui non andresti mai d'accordo. Non è male, no?"
Hermione, che ormai si era quasi rassegnata all'idea di dover mettere nel cassetto la sua laurea in psicologia per cominciare la carriera da adulta-sitter, sentì il proprio cervello mettersi in moto, arrovellarsi sul significato delle parole di Ron e l'idea che avrebbe finalmente cambiato la sua vita nacque mentre si chinava a sorseggiare quello che era rimasto della sua birra.
"Oh mio Dio, Ron, sei un genio! Come ho fatto a non pensarci prima!"
Harry e Ron sollevarono contemporaneamente le sopracciglia e la guardarono come se si fosse trasformata in un mostro a tre teste, probabilmente colpiti dal fatto che per la prima volta in una vita intera non avesse dato loro dei beoti scansafatiche, stupidi e cinici, ma é ovvio che l'amore vero esiste! — nessuno dei due sapeva cosa stesse succedendo tra le pareti di casa della futura sposa — e, solo in quel momento, Hermione si accorse di doverli informare sulla situazione attuale e cominciò a parlare piano, con voce un po' tremante.
Cercò di essere concisa (per quanto poteva esserlo una logorroica e attenta ai dettagli come lei) e di mettere da parte le emozioni, venendo meno nei punti salienti del racconto e sentendo le lacrime stare a stento in equilibrio tra le ciglia. Fu strano per lei raccontare il tutto con una certa lucidità e, anzi, più parlava e più si rendeva conto delle falle del rapporto che aveva con Neville (avevo omesso volontariamente ogni aspetto fisico della questione: non poteva mica dire ai suoi migliori amici che non le piaceva il sesso con il suo promesso? Anche perché era l'unico tipo di sesso che avesse mai provato in vita sua e non aveva nessun termine di paragone per giudicare).
Dopo più di trenta minuti e altri due giri di alcol, Hermione terminò quello che a Harry e Ron era parso l'argomento più noioso di tutta la loro esistenza e, mezzi stesi sul tavolo del locale, si azzardono a sollevare un po' lo sguardo e a chiederle in un pigolio se avesse finito di parlare?
Ricevettero in risposta un'occhiata piccata e offesa, ma Harry fu bravo a salvarsi quando disse: "Se posso darti il mio parere…"
"Sì" annuì prontamente Hermione.
A questo punto, Harry era in una difficoltà assurda; si sistemò gli occhiali sul naso e formulò mentalmente un paio di frasi melense pronte all'uso, ma Ron fu più svelto e diede voce all'unico pensiero che entrambi avevano avuto in quei minuti infiniti di agonia.
"E cosa c'entra tutto questo con l'unico complimento che tu mi abbia mai fatto?"
"Oh, ma come cosa c'entra?" chiese lei, come se tutto fosse ovvio. "Mi hai fatto venire un'idea speciale per i miei studi. Sarò una sorta di sito di incontri, solo che accadrà tutto dal vivo: proverò ad affiancare profili simili e totalmente diversi e vedrò come reagiscono insieme! Chiaro, no?"
Gli altri avrebbero voluto scuotere la testa e dire che sarebbe stata una pazzia, ma per istinto di sopravvivenza decisero di appoggiare quella che sembrava un'iniziativa fallita prima ancora di essere messa in atto.
Erano così presi ad annuire, a complimentarsi con gesti estremamente teatrali che nessuno dei due si accorse che Hermione si era messa in ginocchio ai loro piedi: aveva lo sguardo fiero che metteva su ogni volta che stava per chiedere loro qualcosa di assurdo e infatti…
"Ronald Bilius Weasley" cominciò. "sei uno dei miei migliori amici, uno dei pilastri importanti della mia vita, la persona a cui affiderei me stessa. Per favore, vuoi essere la mia cavia in questo progetto?"
Ron sembrò pietrificarsi: il suo viso era una lastra di marmo inscalfibile e, chiunque lo avesse visto in quel momento, avrebbe pensato fosse una statua di cera come quelle presenti all'interno del Madame Tussauds; l'unica cosa che tradiva il suo essere un uomo in carne e ossa era il movimento delle narici.
"Devo proprio?" chiese, faticando a trovare la voce e a scrollarsi Hermione dalle cosce.
"Fallo per la nostra amicizia, ti prego."
La risposta arrivò sottoforma di improperi detti a mezza voce, parolacce solo pensate che lasciavano fortemente la propria eco tra le pareti craniche e, solo quando Hermione uscì dal locale, lui si lasciò andare alla disperazione, intonando una sequela di lamenti composta da un'unica frase: oh, merda! E adesso cosa faccio?
   
 
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