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Autore: ChrisAndreini    19/07/2023    2 recensioni
[Seguito di Rainbow Cookies, si consiglia la lettura del libro precedente prima di leggere questo, onde evitare spoilers]
Sono passati sette mesi da quando Leo è tornato a casa dopo la sua incredibile avventura nei sette regni, eppure l'aspirante cuoco non riesce ancora a riprendersi del tutto, e a ricominciare a vivere una vita normale. Non aiuta che la sua migliore amica continua ad impedirgli di tornare in visita a Jediah.
E quando scopre che una guerra è scoppiata tra i due regni rivali, dovrà usare tutte le sue poche abilità per riuscire a salvare i suoi amici ed evitare che molte persone muoiano, affrontando combattimenti, sospetto, e soprattutto una schiera di divinità che non tollerano affatto che outsiders mettano mano nella loro Storia perfettamente programmata.
Armato solo della sua capacità in cucina, il suo istinto suicida, e conoscenze di un futuro che cercherà di cambiare in tutti i modi, riuscirà Leo a sopravvivere ad una seconda avventura nei sette regni?
Le divinità dicono di no!
Genere: Comico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rainbow Cookies'
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Sapevo che un cuore spezzato sarebbe stato inevitabile, ma fa comunque male

 

In realtà Leo non dovette fare un grosso inseguimento al cardiopalma, perché Dotty era semplicemente uscita dalla stanza, e sembrava che lo stesse aspettando fuori.

Rassicurante da un lato, ma Leo era comunque terrorizzato.

-N_non volevo disturbarti…- borbottò la cuoca notando l’uscita del collega, completamente tremante, pallida e spaventata.

-Dotty! Posso spiegare! Ti prego permettimi di spiegare prima di scendere a conclusioni affrettate!- Leo iniziò a parlare senza quasi ascoltarla, senza fiato nonostante non avesse corso per niente.

-Okay…- sussurrò Dotty, annuendo appena, anche se non sembrava riuscire a guardare Leo negli occhi.

-Lo so che sarà difficile, ma se mi ascolti… oh, okay? Mi ascolti?- Leo, che era pronto a dover lottare con le unghie e con i denti per farsi ascoltare, rimase molto sorpreso che Dotty fosse così arrendevole e aperta.

La cuoca annuì nuovamente, con più convinzione.

-Oh… possiamo, ehm… entrare? Prima che arrivino altre persone?- propose Leo, indicando la camerata.

-Okay…- Dotty lo seguì, un po’ incerta.

Leo era un misto tra sollevato, confuso e ancora spaventato.

Non si aspettava minimamente quella reazione così, circa, tranquilla, e non sapeva come reagire.

Una volta in camera, rifletté se chiudere o meno la porta a chiave, ma non voleva dare l’impressione di intrappolare Dotty, si sarebbe potuta sentire poco al sicuro, così la chiuse normalmente, pregando che nessuno entrasse nuovamente.

Dotty, dopotutto, era una persona tranquilla, affidabile, ma soprattutto discreta.

Le altre coinquiline e colleghe… molto meno.

Non era un caso che tutti i gossip del castello partissero dalle cuoche.

Dotty afferrò il libro che aveva lasciato cadere, e se lo rigirò tra le mani, a disagio, lanciando occhiate a Leo e lasciando che fosse lui il primo a parlare.

Leo non sapeva da dove cominciare, onestamente.

Il suo cuore batteva a mille.

-…quanto hai sentito e cosa hai visto? Ti prego dimmi sinceramente, così so da dove partire…- alla fine optò per una domanda piuttosto tranquilla, sistemandosi la parrucca e gli occhiali.

-Ho visto tre figure evanescenti che suppongo possano essere tre divinità anche se mi sembra impossibile, ho sentito che parlavi di offerte, di una tale Giada, del principe Daryan e di… curare persone. E poi… sei il criminale ricercato in tutti i regni, non è così? I capelli rossi sono molto riconoscibili- Dotty lo indicò incerta, e con la mano tremante.

Era spaventata anche lei, ma non tanto quanto Leo, che non sapeva proprio cosa fare.

Non era più questione di convincere Alex, la sua amica e personaggio secondario che sarebbe dovuta morire, ma Dotty, una “protagonista”. Erano amici, erano colleghi, e avevano un buon rapporto, ma era pur sempre Dotty: metodica, attenta, leale e… la sua rivale in amore.

-Okay… ci sono molte spiegazioni da dare ed è una storia troppo lunga da raccontare in pochi minuti… ti fidi se ti dico che non sono assolutamente un traditore, e il mio unico scopo è quello di proteggere tutti e far finire la guerra nel modo migliore?- Leo provò comunque a sperare nella fiducia totale.

-…non lo so, Leah, sempre che questo sia il tuo vero nome… perché stai agendo di nascosto, se è per il meglio?- Dotty gli lanciò un’occhiata sospettosa.

Era in effetti un’ottima domanda.

Però, ecco… Dotty non è che fosse la persona migliore per fargli la morale sulle identità segrete.

-Perché tu fingi di essere una popolana, contessa Dorothera Eronielle?- le fece notare la propria ipocrisia, ma Dotty sobbalzò vistosamente, e indietreggiò di qualche passo.

-Mi stai minacciando di rivelare la mia identità se non ti copro?! Sappi che solo perché sai il mio segreto non tradirò mai la mia lealtà verso la corona- affermò Dotty, mettendosi sulla difensiva.

Leo si rese conto che aveva fatto uno scivolone non indifferente, e alzò immediatamente le mani in segno di resa.

-No! No! Assolutamente no! Non lo farei mai! Non ci ho nemmeno pensato. Dei, mi sembra di essere tornato alla prima volta che ho parlato per davvero con Alex…- borbottò Leo, ripensando a quando aveva davvero provato a fare i giochini mentali, ma non ci era riuscito. Wow… a pensarci bene Dotty aveva detto le stesse identiche cose di Alex quando Leo aveva scoperto la sua identità… divertente.

-Alex? …Alex lo sa?- chiese Dotty, sconvolta, portandosi una mano alla bocca.

-Alex? Cosa c’entra Alex! Mettiamo da pare Alex per un momento…- Leo si pentì di aver citato il cavaliere. Non l’avrebbe mai portata a fondo con lui. Certo che stava andando peggio di quanto pensasse.

Doveva restare concentrato e non pensare all’ironia di quel momento!

-Se non lo sa devi dirglielo! Alla luce della vostra relazione è più corretto nei suoi confronti se gli dici la verità! Se lo merita!- si infervorò Dotty, arrossendo appena.

Leo le lanciò un’occhiata obliqua.

-Alla luce della nostra… relazione? Ma di cosa stai parlando?- chiese, cadendo dalle nuvole.

Dotty distolse lo sguardo, arrossendo un po’ di più.

-Insomma… la vostra… relazione… intima…- borbottò, imbarazzata.

Leo sgranò gli occhi.

-Intima?! Io e Alex?! Aspetta, pensi che stiamo… tu credi che io abbia una relazione con Alex?! No! Siamo solo amici! Non c’è niente di più tra noi!- Leo mise subito le cose in chiaro, rabbrividendo al pensiero di una relazione romantica con Alex.

-Oh… io… pensavo…- Dotty arrossì ulteriormente, ma sembrò anche sollevata, oltre che imbarazzata.

Sollevata… Dotty… verso Alex…

Mildred gli aveva detto che si era presa una cotta per un cavaliere…

Alex era un cavaliere…

Una lampadina si accese nel cervello di Leo… evento molto molto raro.

-Un momento… ti piace Alex?- chiese, sconvolto, mettendo insieme i pezzi.

-Cosa?! No! Non ti farei mai una cosa del genere!- la voce di Dotty si fece acuta, e si mise completamente sulla difensiva, negando con veemenza.

Era praticamente una conferma.

-Awwww, ma è una cosa carinissima! Sareste una coppia davvero adorabile! Se hai bisogno di aiuto posso dare una spinta!- Leo incoraggiò Dotty con un occhiolino incoraggiante.

Le due ragazze sembravano una coppia davvero perfetta. Anche prima dell’amnesia e della guerra avevano legato splendidamente in poco tempo, e sembravano decisamente compatibili, molto più di Dotty e Daryan.

…anche se forse era la cotta di Leo per Daryan a parlare.

Ma se Dotty si metteva con Alex, allora Leo si sarebbe sentito decisamente meno in colpa a rubarle il… un momento…

-Ma non sei innamorata del principe Daryan?!- chiese, sorpreso, ricordando un dettaglio importante del futuro che conosceva.

Dava per scontato che la cotta stesse iniziando a salire per entrambi, quindi era strano che Dotty si fosse interessata ad Alex, quando aveva Daryan, la sua anima gemella scelta dalla Storia, davanti.

-Il principe Daryan?! Ma perché mai dovrei essere innamorata del principe Daryan? Lo rispetto, ma sono scappata dalla corte per un motivo, di certo non vorrei ritornarci. E non è esattamente il mio tipo… aspetta, perché pensavi che io… ti piace il principe Daryan?!- indovinò Dotty, sgranando gli occhi sorpresa ma non necessariamente sconvolta, come se fosse più che altro stupita che non ci avesse pensato prima. 

I due si stavano indicando a vicenda come il meme di Spiderman.

Leo si affrettò a mettersi sulla difensiva, alzando le mani.

-No! Non ti farei mai una cosa del… genere…- poi sembrò riflettere meglio sulle sue parole -…siamo due idioti…- si portò una mano al viso, sentendosi veramente, ma veramente stupido.

Non si aspettava minimamente che lui e Dotty avessero avuto la stessa incomprensione per persone diverse.

Si guardarono qualche secondo, e poi scoppiarono a ridere.

-Confermo, due idioti- gli diede man forte Dotty, mettendogli una mano sulla spalla.

Il momento di complicità però non durò molto, perché Dotty si ricordò del motivo per il quale erano lì, e non era certo per commentare la loro vita romantica.

Ritirò la mano e lanciò a Leo una nuova occhiata sospettosa.

-Non mi hai ancora spiegato perché stai nascondendo la tua identità- gli ricordò.

Leo sospirò.

-Perché se dicessi la verità nessuno mi crederebbe- rispose sinceramente, sospirando rassegnato.

Dotty lo squadrò attentamente, valutando le sue parole.

-Provaci con me- offrì poi, sedendosi al bordo del proprio letto.

-Okay, la versione breve è che il mio nome è Leonardo Rinaldi, vengo da un altro mondo, sono stato qui già una volta ma nessuno si ricorda di me perché gli dei hanno cancellato la memoria di tutti, e sono tornato qui perché so come andrà a finire la guerra, non mi piace il risultato, e voglio cambiare le cose- Leo fece il riassunto. Era da un po’ che non ripeteva i fatti, ma gli uscì molto meglio di quando aveva provato a portare Alex dalla sua parte. Più diretto e conciso.

Meno dettagliato.

-In che senso vuoi cambiare le cose?- indagò Dotty, piegando la testa.

-Salvare vite, proteggere il castello, il regno, eccetera. Ho tre divinità dalla mia parte, che mi hanno offerto tre benedizioni: ho cinque vite, posso creare ghiaccio, e curare le persone con il mio cibo. Sono stato io a far rigenerare gli alberi, e a curare le persone in infermeria. E sto anche aiutando negli attacchi a distanza- Leo spiegò i suoi momenti più eroici sperando di fare buona pubblicità su sé stesso.

Forse Dotty non ci avrebbe creduto, ma Leo voleva comunque provare.

Alla fine era una storia plausibile, no?

-Perché pensi che non crederanno alla tua storia? Sembra convincente- Dotty annuì appena tra sé, riflettendo e iniziando a calmarsi.

…wow, che leale.

Leo onestamente non si aspettava di sentirla così tranquilla.

Fortuna che era stata lei a trovarlo e non Anna.

Se fosse stata Anna, a quest’ora non solo tutto il castello avrebbe saputo tutto, ma la cuoca sarebbe anche nel mezzo di una crisi isterica.

Niente contro Anna, era una ragazza fantastica, ma obiettivamente era molto enfatica e gossippara.

-Perché Julina mi ha rubato la backstory, ho i capelli rossi, sono ricercato ovunque e in questo clima di terrore non ci si può fidare di una persona come me che sa troppe cose. Preferisco agire nell’ombra e stare sicuro- Leo fece la lista contando sulle dita della mano. Era una risposta molto logica e impossibile da controbattere.

Erano tutti dei punti molto plausibili, ma Dotty lo guardò con tristezza, leggendo oltre la razionalità di Leo, e decifrando la minuscola incertezza dietro le sue parole sicure.

-…e se la persona che ami dubitasse di te, ti spezzerebbe il cuore- indovinò, in un sussurro.

Leo fu colpito dalle parole di Dotty, nel senso che lasciarono proprio un segno nel suo cuore. Non ci aveva mai pensato razionalmente, ma quando le sentì, si rese conto di quanto fossero vere.

Avrebbe potuto provare a convincere Daryan, sapeva di poterlo fare, soprattutto ora che aveva ampiamente dimostrato di essere affidabile con i suoi contributi alla guerra e la sua terza benedizione, ma non ci aveva mai provato perché non credeva che sarebbe riuscito ad accettare il possibile fallimento. Il suo cuore non avrebbe retto un’altra delusione.

Non avrebbe retto altro sospetto e odio da parte di Daryan, inevitabili se avesse pensato che Leo fosse una spia.

Annuì appena, cercando di non mostrare quanto fosse scosso, e distolse lo sguardo da Dotty.

-Se anche credessi alla tua storia… Leo, non puoi fare tutto da solo!- Dotty gli si avvicinò, preoccupata.

-Non sto agendo da solo- la rassicurò Leo.

-Alex è coinvolto? È per questo che siete sempre insieme a confabulare?- suppose la cuoca. Era troppo sveglia per il bene di Leo.

O forse era effettivamente un bene, per Leo, che fosse così sveglia.

Si poteva fidare di lei.

O almeno… lo sperava con tutto il cuore.

-Alex vuole solo il bene del regno. Gli ho salvato la vita, a Tormalina. Sarebbe dovuto morire. E anche Gideon…- le confidò Leo. La sua voce si spezzò nel parlare del bambino.

Aveva rischiato la vita ben due volte, e Leo l’aveva salvato per il rotto della cuffia.

Anche in quel momento rischiava la vita, ed era scosso dagli incubi, e tutto per colpa della Storia, degli dei, del destino che Leo stava cercando di cambiare.

Gli occhi gli si riempirono di lacrime, Dotty impallidì e sobbalzò, sconvolta.

-Oh dei!- esclamò la ragazza, portandosi una mano alla bocca. Anche lei, come tutti, era affezionata a Gideon, e si era preoccupata tantissimo quando aveva scoperto che era rimasto ferito.

-Non devi aiutarmi, ma ti prego, Dotty, ti prego non dire niente a nessuno! Se vengo cacciato da qui la mia migliore amica, figlia di Jahlee, potrebbe trovarmi e riportarmi a casa, e se torno a casa… tutto quello che ho fatto verrebbe resettato- Leo si piegò davanti all’amica e la supplicò, le lacrime agli occhi, le mani a preghiera.

Dotty aveva la vita e il destino di milioni di persone nelle sue mani, e probabilmente non se ne rendeva del tutto conto.

-Non posso restare indifferente a quello che ho sentito…- Dotty scosse la testa.

-Lo so che è tanto da chiedere, ma non posso rischiare…- Leo provò ad insistere, spaventato.

-…per questo voglio aiutarti!- concluse però la cuoca, accennando un sorriso, e prendendogli le mani con affetto.

-…cosa?!- Leo era sconvolto.

Sperava che Dotty rimanesse discreta, non che saltasse sul carro dei salvatori.

Era una protagonista, ed era di Lumai… avrebbe dovuto essere più fedele alla Storia, giusto?

-Non so cosa potrò fare, ma voglio aiutarti. Posso coprirti quando devi fare qualcosa di losco, o consigliare qualche strategia. Non posso starmene con le mani in mano quando so che tu e Alex siete impegnati con il far finire la guerra. Conta pure su di me!- Dotty si alzò in piedi e strinse i pugni, per mostrare quanto fosse decisa e determinata.

-Davvero?- Leo era ancora abbastanza incredulo, ma si alzò a sua volta, e osò sperare che le cose andassero finalmente bene, per una volta.

-Certo, maestra! No, anzi, maestro! Preferisci i pronomi maschili o femminili?- chiese Dotty, per essere sicura.

Che cara che era! 

-Maschili, ma continua a usare il femminile quando siamo con altri… e ti prego, non chiamarmi maestro!- Leo ancora non riusciva del tutto a credere che Dotty avesse deciso di essere dalla sua parte e addirittura aiutarlo.

Era una persona molto più fortunata di quanto pensasse.

Ma comunque non voleva che continuasse quella imbarazzante abitudine che Dotty sembrava avere con lui a prescindere dal suo sesso e dalla sua identità.

-È più forte di me- ammise Dotty, imbarazzata, grattandosi il retro del collo.

Leo non trattenne una risatina.

-Già, lo facevi sempre anche prima…- ammise, ripensando a quei bei vecchi tempi senza guerra e senza troppe preoccupazioni.

-Eravamo grandi amici?- chiese la cuoca, avvicinandosi e sistemandogli una ciocca di capelli disordinata.

-Mi piace pensare di sì- sussurrò Leo, che aveva sempre avuto un rapporto cordiale con Dotty, e le voleva bene nonostante fosse la sua rivale in amore, in cucina, e in generale. Era una ragazza meravigliosa, gentile e intelligente.

-Posso farti un’ultima domanda?- chiese Dotty, mentre iniziavano ad avviarsi all’esterno per ritornare a fare i propri doveri dato che erano mancati fin troppo dalla cucina.

-Certo- Leo annuì, supponendo volesse chiedere qualcosa circa le sue conoscenze, o su Alex, o magari su Gideon.

Si preparò a una domanda scomoda.

-Curare le persone, con la benedizione… fa del male a te?- Dotty però lo stupì con qualcosa di molto più personale.

Leo ebbe un leggero tremore nel rispondere, e una quasi impercettibile esitazione che sperò Dotty non notasse.

-Solo un po’. Prendo una piccola percentuale- cercò di risultare il più rilassato possibile, come se non fosse niente di ché.

Lo sguardo di Dotty però si velò di preoccupazione.

-Stai attento, maestro. Può essere pericoloso- lo avvertì.

…Leo iniziava a stancarsi di tutte quelle persone e divinità preoccupate per quella benedizione.

Sì, lo sapeva che era rischioso, ma era la SUA benedizione, e l’avrebbe usata come voleva! E se a Flora non andava bene poteva anche ritirarla.

Cercò comunque di non mostrare a Dotty la propria esasperazione.

Non era colpa sua se era la ottocentesima volta che gli dicevano le stesse cose.

-Starò attentissimo, non preoccuparti. Certo che tu e Alex siete fatti l’uno per l’altra! Non fa che ripetermelo!- provò invece a buttarla sul ridere, facendo alla collega un occhiolino.

Dotty arrossì appena, abbassando lo sguardo e non trattenendo un sorrisino.

-Perché è un uomo saggio- complimentò la propria cotta.

…uomo.

Leo non avrebbe mai rivelato il segreto di Alex a qualcuno, neanche a Dotty, però se voleva spingerle una verso l’altra era il caso che Alex le dicesse la verità. Leo era certo che Dotty non avrebbe avuto problemi con il fatto che Alex fosse una donna. Non ne aveva avuti per lui, dopotutto.

Certo, non aveva una cotta per Leo, e magari non bazzicava l’altra sponda, ma comunque quello era un mondo molto aperto dove la normalità era la bisessualità, quindi c’era speranza.

-…vuoi che ci metta una buona parola o…?- si offrì, sperando davvero di riuscire a combinare le due ragazze.

Sia per motivi completamente altruisti, dato che renderle felici era una cosa che sperava di ottenere… sia per motivi particolarmente egoisti, dato che, beh… una rivale in amore in meno.

-Shhhh! Ci penso io! Tu pensa al tuo principino. Sono certa che abbia un debole per te- Dotty gli fece un occhiolino complice, che fece saltare un battito a Leo.

Era così gentile con lui, ignara che Leo le stava rubando il futuro marito…

Ma ehi, ciò che non sapeva, non l’avrebbe fatta soffrire.

E non sembrava minimamente interessata a Daryan, in ogni caso.

-…dici?- chiese, timidamente, cercando di non sperarci troppo.

-Non hai notato come ti fissava al rifugio?- Dotty gli diede una spintarella, e Leo non riuscì a non arrossire.

In realtà era piuttosto convinto che Daryan fissasse Dotty, non lui, ma era una speranza piacevole.

E se Dotty si metteva con Alex… forse Leo aveva davvero speranza.

Daryan si era preso una cotta per lui già una volta, dopotutto… poteva accadere di nuovo.

Soprattutto adesso che sarebbe diventato il responsabile dei suoi pasti.

Leo non era arrivato lì con l’intenzione di fare lo sfasciafamiglie, ma… non c’era una famiglia da sfasciare. Forse era ancora in tempo.

Nonostante i suoi buoni propositi, Leo iniziò a sperare.

 

La successiva settimana fu la migliore e allo stesso tempo la peggiore da quando Leo era tornato.

Da un lato… aveva visto Daryan ogni giorno, quattro volte al giorno, per ogni pasto, e già solo questo era motivo di grande gioia.

Mettiamoci anche che fu il suo massimo periodo di sperimentazione culinaria, dato che cercava le ricette perfette da far provare al principe, in circostanze normali sarebbe stata la sua settimana preferita di tutta la vita.

Il problema era che c’era ancora una pesante guerra in corso, i suoi esperimenti non stavano dando i frutti sperati, e soprattutto… Leo era sfinito.

Affamato, denutrito, e incapace di dire di no ogni volta che il principe Daryan apriva la bocca per farsi dare una caramella, cosa che accadeva dopo ogni pasto.

E ad ogni caramella, la percentuale saliva.

Un passo alla volta.

Una caramella alla volta.

Daryan stava decisamente meglio, negli ultimi giorni.

Ma Leo si teneva in piedi solo grazie alla forza della determinazione.

E aveva fatto attenzione a non nominare Flora neanche per sbaglio, perché sapeva che gli avrebbe fatto una sgridata per come stesse sprecando il proprio potere e usandolo in modo pericoloso e improprio.

Ma su, erano solo delle caramelle… quattro al giorno… per sette giorni… ventotto in totale…

Era diventata una tradizione, ormai, e Leo non sapeva proprio come spezzarla.

Soprattutto perché si stava velocemente creando un forte legame tra Leo e Daryan, e ora che il cuoco aveva anche la benedizione della futura moglie di Daryan… non poteva non approfittarne! 

E come se non bastasse… era arrivata la fatidica luna piena. 

E quindi Leo si era dovuto alzare alle tre del mattino senza fare rumore, dirigersi in cucina come un ladro per preparare le offerte per gli dei, e si sarebbe anche dovuto sorbire la predica di Flora per il modo sbagliato in cui stava usando il proprio potere.

Per fortuna proprio il giorno prima era arrivato un carico di rifornimenti che non era stato ancora classificato, quindi Leo poteva tranquillamente prendere un po’ di tutto senza dare troppo nell’occhio, e probabilmente sarebbe riuscito anche a fare un’infornata di biscotti arcobaleno.

Dove “infornata” sta per una decina, al massimo.

Beh, dai, tre biscotti a dio, e ne avanzava uno.

Si poteva fare.

E poi aveva in programma un tortino gelato ai frutti di bosco per Noella, delle frittelle di fiori di zucca per Flora, e dei ravioli spinaci e ricotta per Jahlee.

Aveva organizzato questa operazione nei minimi dettagli con l’aiuto di Dotty, Alex e Gideon, aveva calcolato perfettamente i tempi di cottura, le preparazioni, gli ingredienti e il metodo per ottenere il massimo risultato nel minor tempo possibile e sprecando il meno possibile.

Pensate, era così preparato ad ogni evenienza, che quando entrò come un ninja in cucina e vide Mildred intenta a catalogare il cibo, stanca ma riposata abbastanza da far capire che aveva dormito e si era appena svegliata ed era già a lavoro, Leo non si mise neanche a prendere a testate il muro della cucina chiedendosi perché fosse ancora lì quando tutto gli andava contro.

No, quando Mildred si girò verso di lui con un sopracciglio inarcato e gli chiese -Leah, che ci fai qui?- con cipiglio severo e sospettoso, Leo le sorrise con sicurezza e solo un leggerissimo tic nervoso all’occhio, quasi impercettibile.

-Buongiorno Mildred… oh forse è ancora il caso di dire “buonanotte”? In ogni caso, mi sono svegliata presto, e ho deciso di venire qui e mettermi a cucinare. Oggi è un giorno importante, dopotutto, tornano il re e la regina, e poi ho i miei esperimenti da fare per il principe, e, insomma… non volevo perdere tempo- spiegò Leo, con sicurezza.

Aveva messo in conto la possibilità di poter essere scoperto, e si era preparato l’alibi perfetto!

…in realtà era stata Dotty a mettere in conto la possibilità che Mildred fosse già lì, dato che era sempre molto mattiniera… o nottambula… e gli aveva consigliato l’alibi perfetto.

Forse sarebbe dovuta essere Dotty la protagonista, e non Leo.

Era di certo molto più competente.

Ma Leo ha comunque le sue qualità, dai!

Tipo ispirare simpatia a tutti quelli che incontra.

Infatti lo sguardo di Mildred si addolcì.

-Sei un tesoro, ma è troppo presto e si vede che sei stanca morta. Vai a dormire- purtroppo però non si fece convincere da Leo a lasciargli tutta la cucina.

Leo avrebbe voluto obiettare e dire che era sveglissimo, ma considerando che dall’inizio della conversazione era appoggiato ad un tavolo e si pizzicava le guance ogni sei secondi cercando di restare sveglio… non avrebbe preso in giro nessuno.

Senza contare le occhiaie che gli arrivavano alle ginocchia.

-Non riuscirei neanche volendo, Madame Mildred. Sento davvero il bisogno di cucinare qualcosa- cercò di farle pena mostrando più ansia di quanta ne provasse… anche se comunque ne provava un po’.

Mildred rifletté un po’.

Poi sospirò.

-La cucina è tutta tua… per un’ora! Poi ti rivoglio a letto- cedette infine.

-Due ore?- provò a negoziare Leo, incrociando le dita.

-Un’ora e mezza… al massimo!- gli concesse Mildred, tornando poi al suo compito.

Leo sorrise.

Un’ora e mezza era esattamente ciò di cui aveva bisogno.

Illuminato dalle candele e dal fuoco adibito alla cucina, e nel cuore del suo elemento, Leo diede il meglio di sé per soddisfare le richieste dei suoi benefattori.

(Probabilmente sarebbero bastati i biscotti, ma lasciamo stare).

E alla fine riuscì nell’impresa, ed era pronto a lasciare le proprie offerte agli dei.

C’era solo un problema.

…Mildred era ancora lì.

Non aveva detto niente a Leo da quando aveva cominciato a lavorare, e si era limitata a segnare gli ingredienti che aveva preso, ma se tre divinità chiacchierone fossero comparse in forma anche corporea a mangiare ciò che il cuoco aveva appena cucinato… era possibile che se ne accorgesse. Non è detto, eh, ma è piuttosto probabile, bisogna dirlo. Mildred era acuta.

Leo si guardò intorno, cercando un modo di cacciare Mildred dalla stanza almeno per una decina di minuti, ma prima che potesse trovare una soluzione, essa cadde letteralmente dal celo.

Nel senso che dal nulla un pacco di farina si schiantò su Mildred, facendo sobbalzare sia lei che Leo.

-Ma che?!- esclamò la capocuoca, guardandosi intorno confusa e lanciando un’occhiata a Leo, che a qualche metro di distanza la guardava con espressione più confusa di lei, pertanto era palesemente innocente.

-Tutto bene, Madame Mildred?- chiese il cuoco, avvicinandosi e prendendo uno strofinaccio per aiutarla a pulirsi.

-Hai visto per caso cosa è successo?- chiese Mildred, più seccata dalla farina sprecata piuttosto dal fatto che ne era ricoperta.

-No, mi dispiace. Non ne ho la minima idea!- si rammaricò Leo, guardandosi ancora intorno cercando qualcosa di sospetto, e sgranando gli occhi quando notò che sopra uno scaffale di vivande spuntava il volto divertito di Noella, a malapena illuminato dalle candele e più piccolo del normale. La dea fece un occhiolino a Leo, e sparì tra le ombre.

Okay, si spiegava tutto.

Per fortuna Mildred non si era accorta di nulla.

-Vado a darmi una ripulita. Tu puoi sistemare qui, prima di tornare in camerata a dormire?- Mildred afferrò lo strofinaccio dalle mani di Leo e si avviò verso l’uscita.

-Certo, Madame Mildred! Tanto avevo quasi finito- si mise a disposizione, servile.

Mildred accennò un sorrisino prima di uscire.

Leo tirò un sospiro di sollievo.

-Sono stata brava, vero? Merito un biscotto in più?- una voce alle sue spalle lo fece sobbalzare.

-Dea Noella! Buongiorno!- Leo si affrettò a girarsi e fare un inchino profondo, anche se con gli dei bisognava teoricamente prostrarsi a terra.

Ma a terra c’era ancora un chilo di farina, e non voleva sporcarsi anche lui.

-Si può già parlare di giorno? Non sono neanche le cinque- Jahlee comparve sbadigliando accanto a Noella, e osservò con curiosità il cibo preparato da Leo.

-Buon… Salve anche a lei, dio Jahlee- Leo fece un altro inchino.

-Che grandissimo spreco di risorse! Già con le nostre offerte stiamo usufruendo di tanto cibo che sarebbe dovuto essere destinato alla popolazione del palazzo, non è molto corretto sprecare anche tutta questa farina- appena comparve, con cipiglio severo inusuale, Flora fece subito una ramanzina a Noella, che roteò gli occhi.

-Beh, bisognava allontanarla per mangiare! Ho fatto un lavoro per la comunità- provò a difendersi, lanciando a Leo un’occhiata complice in cerca di aiuto.

-Buongiorno anche a lei, dea Flora- Leo si limitò ad inchinarsi alla dea che più lo spaventava, evitando il suo sguardo e sperando che non tirasse fuori l’argomento benedizione.

-Suppongo che dovremo fare in fretta, Leonardo- Flora andrò dritta al punto, e osservò con curiosità le pietanze sul tavolo che Jahlee stava già adocchiando con interesse.

-Esatto! Prima che Mildred torni. Allora… cosa ci proponi?- chiese Noella, osservando principalmente i biscotti.

-Beh… allora…- Leo si preparò ad esporre, ma la voce gli si fermò in gola quando si rese conto che gli dei davanti a lui non erano degli ologrammi, ma sembravano decisamente corporei, e finalmente, per la prima volta, li poteva vedere effettivamente dal vivo.

Irradiavano una luce solenne e un’aura di estremo potere.

E avrebbero probabilmente potuto distruggere Leo se solo avessero voluto.

-Wow…- si ritrovò a sussurrare, non trattenendo la propria ammirazione e lo shock.

Cioè, sapeva che c’erano gli dei, sapeva che lo avevano benedetto, ci aveva parlato più volte e probabilmente in quel mondo era la persona che più li conosceva.

Ma in quel momento erano così… reali.

Molto più del solito.

-Lo so, lo so. Sono bellissima! Se sarò l’unica figura femminile di cui ti innamorerai non mi sorprenderò- Noella notò il suo sguardo sorpreso e la sua esclamazione, e gli mise una mano intorno al braccio.

Per la prima volta, Leo era riuscito a toccare fisicamente un dio.

Noella era gelida come la neve.

-Non la voglio offendere, dea Noella, ma sono ancora molto gay, e già innamorato di qualcuno, al momento- Leo scosse la testa, con la voce appena tremante.

-Ammiro la lealtà- Noella lo lasciò andare, facendo un po’ il muso ma rispettando i suoi spazi.

-Flirt discutibili a parte, cominciamo?- Flora trascinò Noella ancora più lontano, e indicò il cibo.

-Sì, sì, scusate! Allora, ho preparato un pasto per ognuno di voi: tortino gelato ai frutti di bosco per la dea Noella, delle frittelle di fiori di zucca per la dea Flora, e dei ravioli spinaci e ricotta per il dio Jahlee. Per finire, tre biscotti arcobaleno a testa- spiegò Leo, illustrando ogni pietanza. Aveva fatto più porzioni in modo da giustificare l’uso degli ingredienti presentando comunque qualcosa anche alla famiglia reale. L’unica cosa che non sarebbe avanzata erano i biscotti arcobaleno.

Ed era effettivamente un peccato, ma non poteva presentarne solo uno senza spiegare dove fossero finiti tutti gli altri.

E di certo non poteva darne uno solo agli dei quando glieli avevano espressamente richiesti.

-Mi sembra un ottimo menu! Possiamo rubare anche qualche caramella arcobaleno?- chiese Jahlee, osservando con appetito le proprie pietanze e il sacchetto.

-Non sarebbe male rubarne alcune- borbottò Flora, ma non sembrava effettivamente interessata alle caramelle, alle quali infatti lanciò un’occhiata sdegnosa.

-Spero che il cibo vi piaccia! Perdonate se sono di fretta ma Mildred potrebbe tornare da un momento all’altro quindi è meglio se magari prendete il tutto e lo mangiate altrove- provò a suggerire Leo, un po’ preoccupato dall’essere scoperto.

Non voleva cacciarli, ma era davvero stanco.

…e voleva cacciarli prima che Flora insistesse sul punto “benedizione”.

-Penso che Mildred non tornerà più per… un secondo!- Noella sparì, e comparve dopo qualche secondo -…ora non tornerà più finché non finiremo qui- affermò con sicurezza, mettendosi comoda su un tavolo come se fosse un divano e afferrando uno dei suoi tre biscotti.

-Che cosa ha fatto?- provò a chiedere Leo, anche se non era certo di volerlo sapere.

Flora lanciò un’occhiata sospettosa a Noella, poi sparì anche lei per qualche secondo, e ricomparve davanti a Leo scuotendo la testa.

-L’ha chiusa dentro il bagno- rispose per lei -Non dovremmo abusare del nostro giorno di corporalità per queste sciocchezze- sgridò poi la collega, con calma ma risoluta.

Noella alzò le spalle.

-Stiamo riscrivendo le regole, giusto? E poi sono cose molto innocenti! Anzi, ti restituisco la farina!- Noella schioccò le dita, e la farina perduta venne restituita -Ora mi vuoi di nuovo bene?- chiese poi a Leo.

-Potete provvedere cibo?- chiese Leo, chiedendosi se sarebbe stato accettabile usare le proprie conoscenze per rimpinguare la dispensa del regno.

-Alcune regole servono, altrimenti sarà il caos! Quindi niente favoritismi evidenti! …però ammetto che alcune cose potremmo… Leo, come vanno le ferite?- Flora gli distrusse il sogno, e poi si avvicinò al ragazzo, pensierosa.

-Abbastanza bene! Migliorano parecchio! E giuro che starò più attento con il principe Daryan, ma…- arreso al fatto che ne avrebbero parlato, Leo si affrettò a mettere le mani avanti circa la propria benedizione.

Flora gli diede una pacca sulla spalla, e improvvisamente Leo si sentì molto meglio di quanto non si sentisse da giorni.

-Non sono qui per rimproverarti. Puoi usare il potere come credi, anche se consiglierei di non aumentare troppo il coinvolgimento emotivo. Se raggiungi il 100%, poi non scenderà più, e… potresti ritrovarti ad avere qualcuno con una ferita mortale, e costretto a decidere se prendere la sua morte, o lasciarlo in balia del fato- spiegò Flora, con un sorriso materno ma sguardo fermo -Comunque, un piccolo regalo per ringraziarti dell’offerta. Ti ho tolto ogni ferita fisica- gli fece poi un occhiolino, e prese le proprie frittelle con gusto.

Jahlee si era già spazzolato i ravioli e i propri biscotti mentre le donne parlavano con Leo, e Noella, notando che si era iniziato a mangiare, si affrettò a fare altrettanto con più fretta, per evitare che qualcuno osasse rubarle il cibo.

Non potevano, perché le offerte erano sacre, ma comunque era meglio non rischiare.

-A proposito di regali, Leonardo… io ti ho aiutato permettendo alle due dee di entrare nel mio territorio sacro, quindi ho fatto la mia parte- Jahlee si tirò fuori da eventuali nuovi regali da elargirgli.

Era molto giù dal fatto che sua figlia l’aveva ripudiato, e un po’ incolpava Leo, anche se si professava ancora completamente dalla sua parte.

-In che senso?- chiese Leo, confuso.

-Noi dei non possiamo andare nei territori degli altri dei a meno di non essere formalmente invitati. E i templi sono completamente off-limits. Certo, durante la notte la luna ci da più potere e possiamo varcare i confini con una certa libertà, ma…- iniziò a spiegare Flora. Jahlee la interruppe.

-A questo proposito… io ho promesso di riportarti a casa oggi, e gli dei ti osserveranno con attenzione. È possibile che se vedono che non ottengo risultati, proveranno a venire qui e farti qualcosa loro stessi, anche se non li invito, quindi dopo il tramonto ti dovrò trasportare nel tempio, dove non potranno neanche osservarti, per tutta la notte- Jahlee spiegò il piano.

-Per tutta la notte?!- chiese Leo, preoccupato. La sua assenza non sarebbe passata inosservata.

E… temeva un po’ a farsi trasportare così da Jahlee.

-Tranquillo, a un minuto dalla mezzanotte ti riporterò qui, ma poi la mia copertura salterà, e avrai un mese di tempo prima che tenteranno di nuovo qualcosa per farti andare via e far tornare la Storia a come dovrebbe essere- Jahlee annuì e offrì nuovi dettagli.

-Suppongo sia comunque abbastanza tempo- borbottò Leo, un po’ preoccupato, ma cercando di farsi forza. Aveva molti amici e alleati, e tante cose potevano succedere in un mese. E poi, finché restava lì, Kalea non poteva tornare indietro nel tempo.

E con Jahlee dalla sua parte, non sarebbe potuto tornare indietro.

Aveva speranza.

-Bravo, mantieniti ottimista!- lo incoraggiò Noella -E questi biscotti sono meglio di quanto mi aspettassi! Ora capisco perché siamo in così tanti dalla tua parte!- commentò poi, con espressione beata.

Leo accennò un sorrisino, e arrossì appena.

-Mi fa piacere che vi piacciano- borbottò, felice ma umile.

-Siamo dalla tua parte per altri motivi, ma è vero che sono deliziosi! Non ne è avanzato alcuno, vero?- provò a chiedere Flora.

-Se è avanzato lo voglio io! Ti ho aiutato con Mildred!- Noella subito si mise sull’attenti, pronta a mangiare l’ultimo biscotto.

-Beh, io l’ho curato, penso che sia un fatto degno di un biscotto in più- provò a proporsi Flora.

-Se non fosse per me non potreste neanche stare qui!- Jahlee si mise in mezzo -E comunque sono stato il primo a benedirlo- aggiunse poi.

-E io la prima a marchiarlo!-

-Tra i due litiganti la terza gode, giusto?-

-Comunque io ti ho dato altra farina!-

-Farina che avevi sprecato-

-Sono stato io a chiedere espressamente i biscotti, però…-

Per fortuna di Leo, che in effetti aveva un ultimo biscotto avvolto in un tovagliolo che aveva messo nella tasca del grembiule con l’intenzione di darlo a Gideon, Alex o Dotty, il litigio venne interrotto da dei passi fuori dalla porta che misero i tre dei sull’attenti, zittendoli prima che Leo fosse costretto ad intervenire.

Gli occhi di Jahlee si fecero violetti, quelli di Noella arancioni, e quelli di Flora verdi.

-Oh, no! Visite inattese- commentarono insieme.

-Libero Mildred!- Flora sparì.

-Pulisco per te- Noella sollevò la mano e il disastro che Leo avrebbe dovuto pulire mentre Mildred si sistemava sparì nel nulla.

-Ci vediamo al tramonto, Leonardo- gli fece un saluto Jahlee, e tutti gli dei sparirono nel nulla senza dare il tempo a Leo neanche di capire cosa stesse succedendo.

Un secondo dopo, la porta si aprì.

-Sorpresa, Mildred!- annunciò una voce molto conosciuta a Leo, che lo fece sobbalzare e gli fece battere forte il cuore.

-Vostra maestà!- commentò, girandosi e ritrovandosi faccia a faccia con una divertita regina, che notando che Leo non era Mildred, si fece confusa.

-Oh, scusami, volevo fare una sorpresa a Mildred… tu chi sei? Non ti ho mai vista in giro- squadrò Leo con curiosità e sospetto.

Leo si riprese dallo shock di aver rivisto la regina, madre di Daryan e Opal, e donna più intransigente e allo stesso tempo giusta e incoraggiante del regno, e fece un profondo inchino.

Si era fatta spiegare da Dotty come farne uno femminile, ma arrancava ancora, e sperava uscisse bene.

-Il mio nome è Leah, vostra maestà, e sono stata assunta in cucina quasi un mese fa- si presentò.

-Oh, non ne sapevo niente. Benvenuta a palazzo. Chi è stato ad assumerti?- chiese la regina, con un interrogatorio molto da lei.

Era super percettiva, ed era lei a tenere le redini della casa.

Era molto brava ad ottenere informazioni senza far capire che stesse facendo un terzo grado.

-Il principe Daryan, sotto suggerimento di Alex, che mi ha recuperato dal borgo di Tormalina dopo un attacco. Ho affrontato il colloquio con Madame Mildred in persona- spiegò Leo, dando più dettagli possibili.

-Daryan… questa sì che è una sorpresa. Spero che tu ti trovi bene. Cosa fai in cucina a quest’ora?- continuò la regina, guardandosi intorno in cerca di Mildred.

-Non riuscivo a dormire e ho pensato di preparare del cibo per il vostro ritorno. Avevo finito quando Mildred…- Leo iniziò a raccontare, mostrando i frutti del suo lavoro… beh, ciò che gli dei non avevano ripulito, e prima che la regina potesse assaggiare, cosa che sembrava interessata a fare, Mildred entrò in cucina, irritata.

-Qualche divinità mi ha preso di mira, o non si spiega il…- borbottò tra sé, pronta a raccontare a Leo con irritazione di essere stata chiusa in bagno, ma si interruppe quando notò che Leo non era solo.

-Buongiorno, Mildred… o forse è più giusto dire buonanotte. Non è ancora l’alba- la salutò la regina, con un grande sorriso.

-Mia regina! Bentornata!- Mildred si inchinò profondamente, ma la regina interruppe l’inchino con un abbraccio.

-Siamo felici di essere a casa! E stavo conoscendo questa nuova recluta. Cosa mi sai dire?- chiese la regina, lanciando un’occhiata a Leo, che non aveva trattenuto un’espressione intenerita a vedere l’affetto tra le due donne, ma recuperò il contegno.

-Leah è in gamba. Le piaceranno i suoi piatti, regina-  Mildred fece un occhiolino a Leo, che abbassò lo sguardo, imbarazzato.

-Ottimo! Avremo occasione di scoprirlo bene, questo pomeriggio- la regina sembrò più convinta, ora che Leo aveva ricevuto lo stampo di approvazione di Mildred in persona.

-Questo pomeriggio?- chiese Mildred, lanciandole un’occhiata confusa.

-Sì, siamo stati via troppo. So che siamo ancora in guerra, ma oggi è luna piena, giorno di cambiamento e di onore agli dei, e per celebrare il nostro ritorno e soprattutto la forza dei nostri dipendenti, io e Reginald abbiamo deciso di organizzare una festa improvvisata per i membri del castello. Niente si sfarzoso, solo una celebrazione tutti insieme, per mantenere alta l’energia. Allora, che dici, Mildred?- la regina spiegò il suo piano, incoraggiante.

-Beh…- Mildred, sempre attenta agli sprechi e al lavoro, non sembrava convinta.

-Che idea stupenda! C’è davvero bisogno di un po’ di leggerezza per il principe e la principessa- Leo, al contrario, trovava l’idea meravigliosa.

Sia Opal che Daryan erano super stressati ultimamente, e anche i membri della corte erano molto in ansia, con gli attacchi sempre più frequenti. Quel giorno non ce ne sarebbe stato alcuno per via della luna piena, quindi organizzare una semplice festicciola era un’idea perfetta.

Mildred e la regina si girarono a guardarlo, sorprese dalla sua veemenza.

Leo si rese conto di aver parlato a sproposito, e abbassò la testa.

-Oh, scusate, non dovevo…- fece un metaforico passo indietro, ma la regina lo interruppe con un grande sorriso e una pacca sulla spalla.

-Figurati… penso che tu mi piacerai davvero tanto!- gli fece un occhiolino incoraggiante.

Leo si illuminò, felice di averla già riconquistata.

E soprattutto di rivederla dopo tanto tempo.

-Però ora Leah deve andare a dormire! È stata fin troppo sveglia!- Mildred interruppe il momento tenero incoraggiando Leo a tornare in camera a dormire, come da accordo.

-Sì, chiedo scusa- Leo si affrettò ad uscire, dopo aver fatto un inchino ad entrambe le donne.

-Buon riposo, Leah- lo salutò la regina con un grande sorriso, prima di tornare a discutere dei dettagli con Mildred.

 

Per la prima volta da quando era tornato, Leo riusciva a respirare l’atmosfera che c’era stata la prima volta che era stato lì. La festa di fortuna organizzata dalla regina e dal re aveva fatto ciò che doveva e risollevato gli animi, anche se il tramonto si stava avvicinando, e presto Leo sarebbe sparito e non se la sarebbe più potuta godere.

Essere la persona più ricercata dei sette regni era davvero una faticaccia. 

Anche se se la stava cavando piuttosto bene, se riusciva a godersi una giornata del genere, almeno fino al tramonto.

Leo si guardò intorno, osservando tutti.

Dotty stava parlando con Alex, che era vestita con l’armatura e in servizio, ma non sembrava disdegnare quattro chiacchiere. Anzi… sembrava proprio apprezzarle parecchio, vista la sua posizione rilassata.

Il re e la regina stavano parlando con Mildred, Rayce e alcuni cavalieri più anziani come fossero vecchi amici, senza nessuna formalità. La regina stava ridendo fino alle lacrime mentre Mildred stava raccontando un aneddoto che stava imbarazzando non poco il re.

Chevel e Persian sembravano litigare, ma era chiaro che si stessero più che altro punzecchiando, e non erano effettivamente arrabbiati.

Qualcuno avrebbe potuto persino dire che stessero flirtando.

Anna, Mary, Jane e qualche altra cuoca stavano giocando ad nascondino con Gideon, Opal e qualche guardia più giovane, tra cui Caspar.

Leo si stava giusto chiedendo se aveva il tempo di unirsi al gioco, e ponderando quanto sarebbe stato divertente sparire completamente mentre era nascosto e poi ricomparire a mezzanotte da totale vincitore, quando la sua attenzione fu attirata da una figura fuori dalla finestra, sul balcone, sola, di spalle, e illuminata dalla luce del tramonto imminente.

Il principe Daryan era l’unico, di tutti gli abitanti del castello, che non sembrava godersi i festeggiamenti.

E Leo sembrava l’unico ad essersene accorto.

Forse perché anche lui, in un certo modo, era isolato rispetto agli altri.

Forse imporgli la sua presenza quando il principe avrebbe preferito restare solo non era l’idea migliore del mondo, ma Leo si ritrovò comunque a prendere un piatto con del buon cibo, due bicchieri di vino, e ad uscire, con il cuore che batteva a mille e una flebile speranza che iniziava ad accendersi nel suo petto.

Quello, dopotutto, non era un balcone qualunque.

Quello era il balcone dove lui e Daryan si erano scambiati il loro primo bacio.

…un bacio disastroso perché Leo aveva vomitato sulle sue scarpe subito dopo, ed era anche svenuto, ma pur sempre il loro primo bacio.

Di notte, illuminati dalle stelle, e con la festa di Opal all’interno del salone… era stato uno dei momenti più importanti della loro relazione.

-Disturbo?- chiese Leo, avvicinandosi e rendendo chiara la sua presenza.

Vide il principe irrigidirsi, e girarsi con espressione corrucciata, ma quando notò che a disturbarlo era stato Leo, fu veloce a rilassarsi, e si aprì in un leggero sorriso.

-Leah…- era ancora un po’ incerto quando pronunciava il suo nome, ma aveva iniziato ad usarlo sempre più spesso -…non ti stai godendo la festa?- chiese, indicando il caos all’interno.

-Se disturbo posso sempre andare- Leo abbassò la testa, abbattuto, e lo prese come un invito a lasciare Daryan da solo.

Ma il principe si affrettò a correggersi.

-No, certo che no, solo… non credo che sarei di grande compagnia- ammise, sospirando e tornando a fissare l’orizzonte.

Leo osò avvicinarsi, e gli porse un bicchiere di vino, che il principe prese distrattamente.

-Ho pensato potesse… essere assetato, o affamato. Credo che queste minipizzette potrebbero piacerle, sono una mia ricetta personale, e con gli ingredienti appena arrivati sono riuscito a prepararle- Leo indicò delle pizzette che aveva preparato verso ora di pranzo. Opal le aveva amate e avevano riscosso un enorme successo nella sala.

La pizza… Daryan aveva sempre amato la pizza.

-Ho mangiato qualche biscotto, prima… non so se me la sento di mangiare altro, adesso- ammise Daryan, un po’ a disagio.

Okay, va bene… ci sarebbero state altre occasioni.

Leo mise da parte il piatto, cercando di non far vedere la sua delusione, e prese una pizzetta per se, che mangiò nel silenzio, appoggiato poco distante da Daryan, sulla balaustra.

-Cosa la porta su un balcone solitario durante una festa?- chiese Leo, rompendo il silenzio e girandosi a guardare Daryan, che non ricambiò il suo sguardo, e si limitò ad abbassare la testa.

-Cosa porta te su un balcone solitario durante una festa?- Daryan rigirò la domanda.

-Lei- rispose Leo, con semplicità, alzando le spalle.

Daryan si girò a guardarlo, sorpreso, e i loro occhi si incrociarono.

Daryan distolse immediatamente lo sguardo, arrossendo appena.

-Qualcuno deve pur assicurarsi che non ci sia qualche attacco a sorpresa, quindi resto vigile, tutto qui. Non sono bravo a festeggiare quando c’è del lavoro da fare, e… non mi piacciono le grandi feste- alla fine il principe decise di essere onesto con Leo.

-Non è felice di rivedere i suoi genitori dopo tanto tempo?- Leo cercò di fargli notare il lato positivo.

Daryan annuì appena, accennando un sorrisino.

-Più di quanto vorrei ammettere, ma… non cambia la situazione. Vorrei solo… ci sono così tante cose che non capisco, e… lascia perdere. Non è certo qualcosa di cui posso discutere con te- Daryan sembrò sinceramente sul punto di aprirsi, ma poi cambiò idea, e si richiuse nuovamente a riccio.

-Perché no? Sono una brava ascoltatrice, e sono ottima nel mantenere i segreti… non credo sia un fattore positivo, per alcune circostanze, ma sono anche super leale, eh! Si può fidare di me- Leo si mise a disposizione, con la sua solita energia.

Daryan gli lanciò un’altra occhiata, e un sorrisino più marcato.

-Come riesci a fare così?- chiese, quasi tra sé.

Non sembrava esattamente una domanda rivolta a Leo, ma il cuoco comunque rispose.

-Così cosa?- indagò, piegando la testa confuso.

-A farmi sentire come se potessi davvero fidarmi di te. Più di chiunque altro in questo castello. Sei la persona che conosco meno, ed è passato meno di un mese da quando sei qui, eppure… mi sembra come se…- la riflessione di Daryan venne interrotta quando si prese la testa tra le mani, colpito da una fitta.

-Tutto bene?- chiese Leo, preoccupato, avvicinandosi pronto a sostenerlo nel caso avesse avuto un mancamento.

E anche pronto a dargli una caramella, anche se avrebbe dovuto evitare.

-Sì, sì… lascia stare ciò che stavo dicendo. Probabilmente ho bevuto troppo rispetto a ciò che ho mangiato, sto straparlando- Daryan fece gesto a Leo di allontanarsi, e lui eseguì.

-Allora forse dovrebbe provare le pizzette! Sono deliziose. Impasto fresco con sugo di pomodoro, mozzarella, un po’ di origano e olio. Semplici ma davvero gustose- Leo offrì il piatto. Amava farsi pubblicità, e ogni scusa era buona per proporre un buon piatto fatto in casa.

Daryan sembrava leggermente divertito.

-Sono tentato, ma non ho molta voglia di salato- rifiutò nuovamente, con delicatezza.

Leo non si fece abbattere.

-Vuole che le prenda qualche altro biscotto, o una caramella?- propose, indicando l’interno della sala, dove le pietanze dolci abbondavano, nonostante la furia mangereccia di Opal.

Daryan gli prese di scatto il polso, fermandolo sul posto (e facendolo arrossire parecchio).

-Vorrei… che restassi qui, qualche minuto- ammise, in un sussurro, con sguardo vulnerabile.

Il cuore di Leo perse un battito, e poi cominciò ad andare più veloce.

Sperava di non essere arrossito troppo, ma era piuttosto certo che il suo volto era più rosso dei suoi capelli. 

Non che al momento avesse capelli rossi dato che aveva la parrucca, quindi sperò fosse meno evidente. Ma sfido voi a non avere lo stomaco in subbuglio quando la vostra cotta vi chiede di restare soli in balcone al tramonto insieme.

Leo lanciò un’occhiata all’orizzonte.

Il sole non era ancora calato, aveva ancora un po’ di tempo.

-Anche qualche ora, principe Daryan- diede la sua disponibilità, anche se non aveva qualche ora, in realtà.

Ma dubitava che qualsiasi dio decidesse di comparire in mezzo a tutti e fulminarlo sul posto… probabilmente.

Insomma, era un rischio che poteva correre, pur di restare un po’ con Daryan.

-Sarà un po’ noioso per te- Daryan lo lasciò andare, ma non trattenne un sorriso sollevato, sebbene imbarazzato.

Era davvero adorabile!

-Non mi annoio mai in sua compagnia- lo rassicurò Leo, avvicinandosi un po’.

Quello non era un mondo eteronormativo, Daryan non era fidanzato con nessuno, era bisessuale (anche se le etichette lì non esistevano) e si stavano avvicinando. Flirtare un po’ era accettabile e giustificabile.

-Come sta Gideon?- chiese Daryan, per fare conversazione.

-Sta benissimo! A proposito, sta adorando il libro che gli ha consigliato! E sta piacendo molto anche a me. Non sono mai stata una grande lettrice, ma queste storie sono davvero avvincenti!- Leo ripensò a quando aveva detto a Daryan che Gideon stava imparando a leggere, e ai consigli appassionati del principe, accanito lettore. Aveva buon gusto, bisognava dirlo.

E Leo adorava il suo lato nerd.

Sentendo nominare i libri, Daryan sembrò illuminarsi.

-Oh, e sono solo fiabe per bambini! Dovresti leggere la saga di Zia Carlina! È la più popolare dei sette regni ed è davvero avvincente!- consigliò.

Leo aveva sentito parlare della saga di Zia Carlina… nel senso che sapeva tutti gli spoiler degni di nota.

-Sì, beh… ci farò un pensiero… anche se non mi fanno impazzire Gustavo ed Eugenia… da ciò che so… ovvero quasi tutto perché in cucina girano parecchi spoiler.. Gustavo starebbe meglio con Astolfo- osservò Leo, che non era mai stato troppo a sentire gli spoiler, ma con il tempo iniziava ad appassionarcisi. Non poteva fare altro, con Dotty e Alex che ne parlavano spesso.

-Capisco perché la coppia possa piacere, e detesto anche io Gustavo ed Eugenia, ma penso che Gustavo sta molto meglio con Lisette, è il mio personaggio preferito- Daryan spiegò il suo punto di vista, rilassandosi appena parlando del suo libro preferito.

-Non ho ancora avuto l’onore di conoscere Lisette…- ammise Leo, ripensando alle poche informazioni che conosceva.

-Allora dovrai leggerlo e farmi sapere- Daryan gli fece un occhiolino complice.

Leo alzò le mani.

-Touché! Darò un’occhiata… tornando a noi, Gideon sta bene, e gioca con Opal e le cuoche a nascondino. Penso stia anche vincendo ma potrebbe cedere con la principessa. La adora. Penso che abbia una piccola cotta infantile- Leo si affrettò a cambiare argomento per non farsi ulteriori spoiler prima di cominciare a leggere. Ma forse non scelse un ottimo argomento.

Daryan inarcò un sopracciglio nel sentire che qualcuno si era preso una cotta per sua sorella.

-Adesso devo temere anche i dodicenni?- chiese, melodrammatico e per niente serio.

Uff, almeno anche lui si rendeva conto che non c’era niente da temere, con Gideon.

-Nah… dovrebbe temere il saggio della foresta infinita. Opal ne ha parlato parecchio, all’ultima ora del tè- per sicurezza, e per salvare il suo fratello spirituale da un possibile principe protettivo, Leo buttò Sage sotto il metaforico autobus. Era vero che Opal ne aveva parlato parecchio, ultimamente. 

Principalmente con antipatia e rabbia, ma a Leo non era sfuggito che aveva le guance leggermente rosse mentre ne discuteva.

-Cosa?! Quel ragazzino?! Pensavo che lo odiasse- Daryan si mise immediatamente sull’attenti, come un segugio che fiuta un pericolo.

-Che ci possiamo fare, amore e odio spesso vanno a braccetto. Pensi a Chevel e Persian- Leo alzò le spalle, divertito dal suo atteggiamento.

-Chevel e Persian, ma cosa dici?!- Daryan sgranò gli occhi, sconvolto, e si girò verso la sala come se si aspettasse di trovarli intenti a sbaciucchiarsi.

-Lo so! Ero sconvolta anche io, ma… guardi. Stanno palesemente flirtando, dai!- Leo lo prese per le spalle e gli indicò la direzione dove i due stavano ancora litigando, vicino al tavolo del buffet.

-A me sembra che stiano litigando e basta…- osservò Daryan, guardandoli con attenzione.

Anche Leo li osservò con attenzione.

Rimasero fermi, attaccati e osservatori per qualche secondo.

Poi Leo scosse la testa.

-…francamente lo penso anche io, ma Dotty dice che si piacciono. E Dotty è molto percettiva- alzò le spalle, e ammise che le supposizioni non venivano affatto da lui, ma dalla sua molto più intelligente collega.

…perché non è lei la protagonista di questa storia?! È decisamente molto più competente di Leo!

Daryan ridacchiò appena tra sé, liberandosi inavvertitamente dalla stretta di Leo, che gli stava ancora tenendo le mani sulle spalle e si affrettò a toglierle, imbarazzato.

-Si sparla molto tra le cuoche, o sbaglio?- indovinò il principe, lanciando a Leo un’occhiata indagatrice.

-Ho già detto troppo. I gossip delle cuoche sono sacri- Leo si fece cenno si chiudersi la bocca e gettare la chiave.

-Neanche qualcosa di innocente?- provò a chiedere Daryan, avvicinandosi con occhi da cucciolo.

Era una cosa così poco da lui che tutta la risoluzione di Leo evaporò immediatamente.

Era super adorabile!

E non era così rilassato da… da… forse non era mai stato così rilassato da quando Leo lo aveva conosciuto.

Forse solo durante il loro primo e unico appuntamento ufficiale, ma Leo non poteva esserne certo, perché ormai quell’appuntamento era rovinato dai numerosi incubi che faceva al riguardo, e non riusciva più a ricordare come fosse andato quello vero.

No, non era il momento di pensare a quelle cose.

Aveva un principe da rendere divertito, rilassato e felice.

-Beh… Mary mi ha rivelato, che Anna le ha detto, che Jane ha sentito da Mildred, che lo stava raccontando a Chevel, che ha visto Sir Lionel che si era arrabbiato con un cavallo, lo ha minacciato con la spada, e per tutta risposta il cavallo lo ha calciato, lo ha fatto volare dieci metri, ed è questo il vero motivo per il quale è in infermeria, altro che banditi che cercavano di entrare- confessò Leo. Ogni scusa era buona per parlar male di Lionel.

Daryan non trattenne una risatina.

-È una velata richiesta a licenziarlo una volta per tutte?- chiese, divertito.

-No! Solo un gossip. Me l’ha chiesto lei…- Leo alzò le mani, ma aveva un’espressione furbetta.

-Si parla anche della famiglia reale, tra le cuoche?- chiese Daryan, in tono casuale, ma distogliendo lo sguardo.

Leo non colse che la conversazione stava prendendo una piega inaspettata.

-Ovviamente… lavoriamo per voi, dopotutto- disse con tranquillità, alzando le spalle.

-E cosa si dice?- indagò il principe, sempre senza guardare Leo, che esitò appena, notando che era meno rilassato di prima.

Ma durò solo un istante, e sorrise, incoraggiante.

-Che Opal è una gemma, che lei è un grande lavoratore, e che entrambi dovreste mangiare di più- ammise, osando mettergli una mano sulla spalla.

Daryan sospirò, non sembrava crederci troppo.

-Principe Daryan, sul serio… lei è un bravo principe! Sta facendo il massimo, e…- Leo insistette, avvicinandosi appena.

Daryan si liberò dalla stretta, e sembrò esplodere.

-Non sto facendo niente! Io non so che sta succedendo, ma io non sto facendo niente! Sembra che stiamo vincendo la guerra, ma non è merito mio, e non so che succede, o se è una trappola, o… vorrei solo… vorrei solo capire cos’è che mi manca così tanto!- espresse tutti i suoi dubbi ad un sorpreso e dispiaciuto Leo, prendendosi la testa tra le mani e abbandonandosi contro la balaustra come se l’orizzonte potesse dargli qualche risposta.

Leo non sapeva esattamente cosa dire per rassicurarlo. In certi casi si poteva solo stare in silenzio e ascoltare.

Cosa che lui non sapeva fare molto bene.

Soprattutto visto che si rendeva conto di essere il responsabile di molti dei dubbi del principe. 

Ma, ehi, non poteva mica andargli a dire “Stia tranquillo, principe Daryan, sono io che sto facendo vincere la guerra dietro le quinte, perché ho letto la Storia, vengo da un altro mondo e posso cambiarla. Lei stia seduto al suo posto, mangi pizzette e biscotti, e mi lasci fare il mio lavoro con le mie tre benedizioni divine”.

Però… poteva giocarsela larga.

-Sa cos’altro si dice tra le cuoche?- sussurrò, appoggiandosi alla balaustra poco distante da Daryan, e cercando un contatto.

Daryan sospirò, ed esitò qualche secondo, ma poi girò appena la testa verso Leo.

-…cosa?- lo incoraggiò, anche se non sembrava particolarmente convinto da ciò che il cuoco avrebbe detto.

Leo gli sorrise, e gli prese una mano.

-Si dice che gli dei stanno cercando di aiutarci… forse è per questo che le cose vanno bene. Siamo dalla parte giusta, lei è dalla parte giusta, e sta facendo del suo meglio, e le cose si risolveranno, glielo prometto. Le prometto che nessuno in questo castello ha dubbi rispetto alla sua bravura come futuro sovrano. Tutto quello che sta facendo per noi è ammirevole, e vogliamo sostenere lei e il resto della famiglia con lealtà e fiducia. E merita questa fiducia. Perché lei è la persona più incredibile dei sette regni- cercò di incoraggiarlo al massimo delle sue possibilità, fissandolo dritto negli occhi per trasmettergli tutta la sua lealtà, fiducia e amore.

Si aspettava che Daryan si ritirasse, sospirasse, e scuotesse la testa, archiviando le parole del cuoco come semplici frasi di circostanza dette solo per farlo stare meglio, ma il principe lo sorprese perché sorrise appena.

-È così semplice crederti, quando mi guardi con quegli occhi pieni di onestà- sussurrò, guardando Leo fisso negli occhi, e stringendo forte la sua mano.

Fu come un coltello dritto al cuore.

Daryan gli aveva detto la stessa cosa, mesi prima, su quel balcone.

Quello era ancora il suo Daryan, sotto gli strati di trauma, ansia e malnutrizione.

E Leo iniziò a nutrire una speranza che potesse riaverlo indietro.

Che potessero ricominciare.

Certo, Daryan aveva messo in chiaro che preferiva restare sul binario programmato piuttosto che stare con Leo, e non lo aveva neanche salutato prima che partisse, ma questo era quando non conosceva tutte le informazioni.

Forse era egoista da parte di Leo approfittare della sua amnesia per riprovarci, ma non era come se lo stesse manipolando, o altro.

Stava fllrtando.

Con tutte le migliori intenzioni del mondo.

Un’idea gli arrivò alla mente.

Era un piccolo salto nel vuoto, ma poteva rivelarsi vincente.

-Sa… principe Daryan… ora che ci penso ho un biscotto che volevo davvero proporle…- borbottò dopo qualche secondo di silenzio, ricordando il biscotto arcobaleno avanzato che aveva ancora nella tasca, avvolto in un tovagliolo, che prese e mostrò al principe.

Daryan non sembrava convinto, ma Leo era deciso.

Quella poteva essere la sua occasione.

Quello poteva essere un punto di svolta.

-Leah…- Daryan provò a rifiutare, incerto.

-Ti fidi di me?- chiese Leo, mostrando il biscotto con un sorriso incoraggiante e speranzoso. Senza rendersene conto, aveva abbandonato le formalità, e aveva iniziato a parlargli con la confidenza che avevano raggiunto dopo il viaggio in carrozza, prima che Leo andasse via e rovinasse tutto.

-Non dovrei…- provò ad obiettare il principe, senza però dare cenno di volersi allontanare.

-Ma ti fidi?- insistette il cuoco, posizionando il biscotto a pochi centimetri dalla sua bocca, dandogli comunque la possibilità di scansarsi.

Daryan non rispose, e non si scansò.

Leo lo prese come un “Sì”.

-Se ti fidi, chiudi gli occhi- suggerì.

E dopo qualche istante, Daryan chiuse gli occhi.

-Apri la bocca-

Daryan aprì la bocca.

Leo mise il biscotto all’interno.

-Morda- 

Daryan eseguì.

-E ora mastichi-

All’iniziò il principe sembrò irrigidirsi appena, ma mentre masticava iniziò a sembrare più naturale.

Continuò a farsi imboccare da Leo con naturalezza.

Ma non era come la prima volta, perché mentre l’assaggio avveniva, un morso alla volta, quasi tutta la sofferenza fisica di Daryan stava venendo trasferita su Leo, ed entrambi, per motivi diversi, iniziarono a piangere.

Grosse lacrime superarono la barriera delle loro palpebre, e iniziarono a scendere sulle loro guance.

Lacrime di rimpianto, sofferenza, mancanza, ma anche di commozione, speranza, nostalgia.

E quando il biscotto finì, e Daryan aveva ancora gli occhi chiusi, e la bolla rimase.

Una piccola bolla che sarebbe potuta scoppiare da un momento all’altro, ma che restava immobile, ferma tra di loro, che stavano cercando in ogni modo di mantenerla in piedi per godere il più possibile di ciò che provavano al suo interno. Di ciò che provavano l’uno per l’altro in quel momento.

Qualcosa di profondo, di lontano, di vicino, di inafferrabile e allo stesso tempo a pochi millimetri di distanza.

E lentamente, troppo lentamente, i loro volti già vicini iniziarono ad avvicinarsi ulteriormente.

Daryan prese il polso di Leo, e lo strinse con forza, tenendolo fermo sul posto, come se cercasse di afferrare qualcosa. Un ricordo… una sensazione… una consapevolezza.

Leo iniziò a chiudere gli occhi, e ad arricciare le labbra.

I loro respiri iniziavano a mischiarsi.

Ma le loro labbra non finirono mai per sfiorarsi.

Perché Daryan aprì di scatto gli occhi, lasciò andare Leo, e si ritirò, facendo scoppiare la bolla, che sembrò più che altro una bomba, a causa di ciò che disse subito dopo.

-No, non posso! Non posso, mi dispiace!- si allontanò mettendo le mani avanti, e il suo sguardo di rammarico, la sua voce dispiaciuta, e i gesti chiaramente evasivi resero immediatamente chiaro a Leo che era stato completamente rifiutato.

Ancora una volta gli sembrò di ricevere una coltellata in pieno petto, ma questa volta faceva davvero male.

Più male persino del mal di testa, la fame e la stanchezza che aveva ricevuto quando aveva preso su di se il male del ragazzo che amava.

-Mi… dispiace… non volevo- cercò di ritirarsi a sua volta, con voce impastata. Gli sembrava che la sua gola si fosse bloccata, era peggio di quando mangiava le uova. Gli sembrava di essere in un incubo.

E ne aveva fatti parecchi di incubi così.

Incubi dove Daryan lo rifiutava, in cui gli diceva che non era all’altezza, e che era innamorato di Dotty.

Sarebbe dovuto essere abituato, ormai.

Eppure adesso che lo viveva nella realtà, era peggio che nei suoi incubi.

E la cosa peggiore era che si sentiva in colpa.

Si sentiva come se fosse solo colpa sua se era arrivato in quella situazione. Avrebbe dovuto prevederlo e stare lontano dal principe, ma aveva permesso alla speranza di offuscare il suo giudizio.

-No, non è… tu non… è solo colpa mia. Non avrei dovuto… Leah, sei una persona straordinaria, e mi piaci molto, davvero. Ma non posso… la verità è che…- Daryan esitò, e sembrava davvero in difficoltà.

Leo decise di lasciarlo parlare senza interromperlo.

Era in uno di quei rari momenti nella vita dove non aveva proprio parole.

E se avesse tentato di parlare, era certo che sarebbe scoppiato a piangere.

E non voleva far capire a Daryan quanto stesse prendendo male il suo rifiuto. Non ne aveva il diritto.

Per Daryan, si conoscevano da meno di un mese, e si stavano avvicinando solo da una settimana.

Leo probabilmente aveva bruciato un sacco di tappe, per lui.

Probabilmente stava per dirgli che la conosceva troppo poco e non poteva essere così familiare così in fretta. Era una cosa molto da Daryan.

-…io sono già innamorato di un’altra persona, e… non posso tradire il sentimento che provo per lei, è troppo forte- concluse il principe, abbassando la testa, in un sussurro che Leo sperava di aver capito male.

Ma non aveva capito male.

Il principe era innamorato di un’altra persona.

Il principe si era già innamorato di Dotty.

Leo era davvero un rovina-famiglie!

-È… è giusto! Non le chiederei mai una cosa del genere, io… mi dispiace, e la capisco, e spero che continueremo ad essere amici… cioè, non amici, non siamo amici, intendevo, tipo… il nostro rapporto di fiducia di cibo, insomma! Spero che il biscotto le sia piaciuto- Leo iniziò ad indietreggiare, sentendosi uno schifo e sperando che ciò che stava dicendo a caso servisse a far capire al principe che non c’era rimasto troppo male.

…c’era rimasto troppo, troppo male!

Ma non era colpa di Daryan!

Era colpa di Leo!

-Era… molto particolare- rispose Daryan, senza scomporsi, e senza sapere cosa dire. Sembrava che volesse spiegarsi meglio, e allo stesso tempo si trattenesse per paura di ferire Leo ancora di più.

-Bene… bene… io devo andare adesso. Spero che poi mangerà anche le pizzette, io le lascio lì- Leo cercò una scusa per togliere entrambi dall’imbarazzo di quella situazione, e cercò di sorridere.

Anche perché il sole stava sparendo all’orizzonte, e di lì a pochi minuti sarebbe stato pericoloso restare fuori dal tempio.

Certo, gli altri dei sapevano che Jahlee si sarebbe occupato di Leo, ma non era certo che tutti si bevessero il suo doppio gioco.

-Leah…- Daryan provò a fermarlo, a disagio.

-La prego, mi faccia andare a piangere in un posto sperduto…- borbottò Leo, non trattenendo più il dolore che provava in quel momento.

Daryan non rispose, e si limitò ad abbassare la testa, e lasciar andare Leo, che corse via.

Di lì a poco trovò una stanza vuota, Jahlee arrivò con un sorriso e lo trasportò al tempio con la promessa di farlo tornare a un minuto dalla mezzanotte, e poi rimase in una cella irraggiungibile a dei e umani per qualche ora, che passò a versare tutte le proprie lacrime per il cuore spezzato che provava in quel momento.

Non incolpava Daryan, ma faceva male.

Cavolo se faceva male!

E comunque quel balcone porta sfiga!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Un capitolo pieno di gioie… e sofferenze.

Ultimamente scrivere per me è un’impresa, e ci soffro molto, quindi siate clementi con questo capitolo, e si è vi è piaciuto e volete sostenermi, una recensione o un commento, anche breve, potrebbe davvero aiutarmi ad essere più costante.

Non è una costrizione, e cercherò comunque di aggiornare più in fretta possibile, dato che adoro questa storia e ci stiamo avvicinando ad uno dei miei momenti preferiti di questo libro, ma è un periodo complicato, e il caldo non aiuta. 

Non ho molto da dire sul capitolo, tranne che Daryan è un idiota, e scoprirete perché all’inizio del prossimo capitolo.

E Leo è un simp.

E la regina è una milf.

No, aspettate, cancellate l’ultima parte!

Dotty, invece, è fantastica!

E lei e Alex sembrano una coppia promettente, ben più promettente della Leoryan, ma ehi, non può essere tutto troppo facile.

Se non cambio piani nel prossimo capitolo dovrebbe tornare un personaggio fan-favorite, quindi restate connessi.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto nonostante tutto.

Vi do un grande bacione e alla prossima! :-*

   
 
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