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Autore: dirkfelpy89    21/07/2023    2 recensioni
Questa storia partecipa al “Torneo Tremaghi - Harry Potter Edition” indetto sul gruppo Facebook L’angolo di Madama Rosmerta’
|Le menti di James e Sirius però erano altrove: entrambi pensavano alla stessa cosa, partecipare al torneo.
E quella sarebbe stata l'ultima e la più grande avventura dei Malandrini.
Prima della guerra.|
|“Allora è deciso, io parteciperò.”
“Penso… penso che ti seguirò!” esclamò Regulus, sollevato dalle parole dell’amico.
"Benissimo!” ululò Barty, prendendo sotto braccio l’amico. “Andiamo subito e il mondo si ricorderà di Barty Crouch jr. e Regulus Black!"|
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bartemius Crouch junior, I Malandrini, Marlene McKinnon, Regulus Black, Severus Piton | Coppie: James/Lily, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Capitolo 6, La Terza Prova

 



La Sala Grande era gremita di studenti, tutto il corpo insegnanti al completo e una decina di invitati di eccezione. Tutti erano intenti ad osservare, con estrema attenzione, il piccolo spazio ricavato davanti al tavolo dove solitamente mangiavano gli insegnanti.
Erano stati posizionati tre letti e accanto a ognuno di essi era presente un campione. Tutti e tre apparivano tremendamente emozionati, il volto pallido di Sirius risaltava quasi comicamente in mezzo ai lunghi capelli neri; per la prima volta, nella sua breve esistenza, non riusciva proprio a trovare un modo per rendere esilarante quell'occasione così formale e ricca di suspense.
Vide, tra la folla, i suoi compagni d'avventura, i Malandrini, tutti, tranne i suoi genitori. Non se ne stupì, non era così sciocco da credere che sua madre o suo padre potessero trovare quell'esperienza del figlio maggiore degna della loro presenza.
Accanto a Regulus intravide però Kreacher, sicuro emissario da parte dei Black per riferire loro un suo probabile fallimento.

Al solo pensiero sentì il sangue ribollire dalla rabbia, perciò preferì prestare ascolto a Silente, il quale si era appena alzato.
"Diamo inizio ufficialmente all'ultima prova di questo Torneo Tremaghi."
A quelle parole, tutte le luci si spensero mentre tre calici apparvero sui mobiletti posizionati accanto ai tre letti.
"I nostri campioni dovranno bere questa pozione, cadranno così in un sonno profondo che li trasporterà in un posto a loro familiare. Dovranno affrontare ostacoli molto difficili e avranno solo dodici ore di tempo per arrivare nella radura in mezzo alla foresta e toccare la coppa… a partire da ora!"

A quelle parole, così come il preside aveva insegnato loro quel pomeriggio, i tre campioni trangugiarono le loro pozioni e si stesero sui letti.
Era una sensazione strana, stare là, distesi nel bel mezzo della Sala Grande con centinaia di occhi puntati spasmodicamente su di loro.
Ben presto Sirius si sentì stanco, troppo affaticato perfino per alzare la testa e scrutare la folla.
Sospirò, chiuse gli occhi, e dopo qualche istante era già caduto in un sonno profondo.

/ / / / / / /

Non appena apri gli occhi capì che si trovava in un luogo a lui conosciuto e familiare.
. Era la Foresta Proibita, illuminata da un caldo sole di mezzogiorno. Eppure c'era qualcosa di strano, sembrava proprio fosse un sogno, anche se riusciva distintamente a percepire il calore del sole.
"Buongiorno, dormiglione. Sai, come dice la mamma, effettivamente una delle pochissime cose che sei in grado di fare è dormire."
No, non era possibile. Quella voce…
Era Regulus. Ma non sembrava davvero lui, aveva le fattezze di uno spettro: traslucido, galleggiava a qualche centimetro dal terreno.
"Sei morto e io nel frattempo non l'ho saputo? No, perché questa sarebbe la prima bella notizia da un bel po' di tempo," sbottò Sirius, rialzandosi da terra e cercando di orientarsi.
"No, zuccone, sono, credo, la tua coscienza. La scorsa prova Marlene aveva voi come guida, quest'oggi tu avrai me," rispose lo spettro, sogghignando.
"Tutte le fortune capitano proprio a me," sibilò l'altro. “Ok, bene, ‘coscienza’. Dove devo andare?”
“E che ne so, sono apparso insieme a te, non ho avuto il tempo di esplorare i dintorni…” rispose Regulus, grattandosi i lunghi capelli.
“Utile come la controparte in carne e ossa,” borbottò Sirius, incamminandosi verso il folto degli alberi seguito, a breve distanza, dallo spettro dalle fattezze del fratello.

I due avanzarono in silenzio per quella che parve un'ora fino a quando, alle orecchie del campione, non giunse un verso straziante a non più di una decina di metri sulla destra.
Il ragazzo estrasse la bacchetta e corse, come meglio poteva, verso l'origine di quel rumore. Arrivati vicino a una piccola radura nella foresta, però, Sirius si bloccò. Lo spettacolo che si parava davanti ai suoi occhi era terribile.
Un immacolato unicorno bianco giaceva per terra, ferito, mentre un' enorme Acromantula incombeva su di lui.
Il ragazzo fece per gettarsi a soccorso della creatura, ma lo spettro si frappose tra Sirius e l'unicorno.

"Lasciami passare, devo salvare quella bestia!" Sirius ringhiò ma Regulus sembrava inamovibile.
"Per lasciarti morire sotto i colpi del ragno? La cosa non mi dispiacerebbe, ma oggi non posso proprio permettertelo!"
Crunch
Sirius e Regulus si voltarono e videro, con orrore, che una decina di ragni erano accorsi dagli alberi davanti a loro mentre l'Acromantula che aveva aggredito l'unicorno affondava le zanne nella morbida carne della creatura.
"Oh merd…"
"Che ti avevo detto?" Sibilò lo spettro, "E adesso, se mi dai ascolto, scappiamo piano piano."
Sirius annuì e mosse un piede, lentamente, spezzando però, inavvertitamente, un ramoscello. Le teste dei ragni si voltarono immediatamente, con perfetta sincronia, verso di loro.
"Ok. Scappa!"

Il giovane Black non se lo fece ripetere una seconda volta: spiccò una corsa selvaggia attraverso la foresta mentre sentiva distintamente i ragni farsi sempre più vicini alle sue spalle.
Certo, aveva un vantaggio perché quelle creature erano sgraziate e negli spazi angusti della foresta non potevano utilizzare al meglio la loro agilità, ma anche per lui valeva la stessa cosa.
Un paio di volte inciampò o finì in un vicolo cieco e i ragni erano sempre più vicini. Sempre più vicini.

A un certo punto vide una luce rischiarare gli alberi e quindi, utilizzando le ultime forze rimaste, si gettò verso la salvezza… o così credeva perché la foresta finiva proprio su un piccolo dirupo e Sirius non fece in tempo a frenare la sua folle corsa o ad aggrapparsi al terreno.
Cadde per tre metri finendo esattamente al centro di un fiume ghiacciato che passava là sotto.
Per il ragazzo, accaldato dalla corsa forsennata, quello shock termico fu quasi fatale: l'acqua si infiltrò ben presto sotto i vestiti, fin sulla pelle, e fu come se centinaia di coltelli aguzzi lo accoltellassero tutti insieme, nel medesimo istante.

La corrente era forte e Sirius faticò a rimanere a galla, ma alla fine, dopo un paio di centinaia di metri, il fiume arrivò in un tratto pianeggiante e il ragazzo poté aggrapparsi ad una pietra e faticosamente rialzarsi.
Si trascinò lontano dall'acqua ghiacciata e si sdraiò per terra.
Era stanco, infreddolito, e aveva affrontato soltanto il primo ostacolo di quella prova.

/ / / / / / /

"Alzati, non puoi perdere tempo in queste quisquiglie."
La voce di Regulus svegliò Sirius di soprassalto.
"Oh santo Godric, mi sono addormentato? Perché non mi hai svegliato?" Borbottò il ragazzo, alzandosi di terra.
"Perché non posso teletrasportarmi in giro, avevo perso le tue tracce. Ma non ti preoccupare, non saranno passati più di una quindicina di minuti," rispose lo spettro, piccato. "Invece di fare la morale a me, guarda dove ti sei addormentato, cialtrone.”
In effetti era finito in una distesa erbosa e a coprire la loro visuale non c'erano alberi ma bensì alte rocce, e su ogni masso c'erano numerosi nidi di uccello.

"Golden Snidget," dichiarò la sua guida.
“Bah, sono uccellini indifesi,” borbottò Sirius, “mi hai fatto prendere un colpo per nulla.”
"Sicuro? Prova ad avanzare… ma questi animaletti, quando covano le loro uova, sono molto aggressivi e, mentre tu eri intento a dormirtela della grossa, ho contato una cinquantina di nidi," spiegò Regulus. "Penso che i genitori ci stiano osservando e se ci avvicinassimo alle rocce, cosa necessaria per proseguire, ci attaccherebbero. E un centinaio di quegli animaletti che puntano ai tuoi occhi non sono molto simpatici."
Sirius rimase per qualche secondo in silenzio. Detestava dare ragione a quel fratello/fantasma/coscienza ma, effettivamente, la strada passava troppo vicino ai massi.
Forse c'era un'altra strada da percorrere.

"Potremmo sempre seguire il fiume…"
In effetti il corso fluviale girava a sinistra dopo pochi metri, lontano dai nidi, e sembrava proprio che proseguisse in pianura.
"E chi ti dice che il fiume non ci porterà fuori strada? Potrebbe improvvisamente diventare un pericolo mortale… ripeto, la cosa non mi preoccupa più di tanto, ma dato che devo fungere da tua coscienza, devo comunque presentarti le alternative,” sibilò Regulus.
"L'alternativa è farmi cavare gli occhi. Io vado di qua," rispose Sirius, piccato. “Se vuoi seguimi altrimenti stai qui a guardare i nidi.”
Lo spettro sospirò e, scuotendo tristemente il capo, fece strada.

Il fiume adesso era poco profondo,la corrente tutto sommato gestibile e Sirius avanzò lentamente, ma con un certo ritmo, per qualche chilometro.
Certo, avanzare camminando sul fondale pietroso, con l'acqua ghiacciata alle caviglie, non era il massimo, ma non incontrarono ostacoli per circa un paio di ore, fino a quando non videro che il fiume si gettava in una piccola cascata, qualche metro più avanti.

I due rimasero per qualche secondo a osservare i paraggi e poi Regulus parlò.
"La vegetazione si sta facendo sempre più fitta. Secondo me, siamo vicini al centro della foresta."
Sirius non ne aveva più pallida idea. Aveva esplorato la foresta in lungo e in largo ma mai per via fluviale.
Gli alberi effettivamente sembravano molto più vecchi e robusti, la luce del sole ormai filtrava appena dalle fronde degli alberi che si sporgevano sul fiume.

"Penso che sia meglio girare a destra, mi sembra che filtri un po' di luce là in fondo," suggerì il ragazzo.
Lo spettro si grattò il mento, pensieroso.
"Vorrei poter dire qualcosa in contrario… ma non ci riesco, per la prima volta sono d'accordo con te. È tempo di uscire da questa oscurità."
Non fu facile, perché ormai gli alberi erano molto fitti, ma dopo un'altra oretta di dura lotta, dove Sirius più volte si graffiò la faccia e le mani, finalmente sbucarono in una nuova, grande, radura nel bel mezzo della foresta.

"Sì, lo sento, siamo vicini," sussurrò il ragazzo.
Il sole era ancora alto nel cielo, segno che avevano ancora tempo.
Per questo motivo, il giovane Black si avvicinò ad alcuni alberi e, mormorando "Diffindo", ne tagliò alcuni rami.
"Che cosa hai intenzione di fare?" Chiese lo spettro, mentre Sirius accatastava i rametti.

"Sono già stato in questo posto, il centro della foresta sarà vicino, a non più di cinquecento metri."
"E perché ci fermiamo?"
"Perché sono stanco, affamato e con il sedere e le gambe gelate. Ho bisogno di un fuocherello per riposarmi qualche minuto e affrontare gli ultimi metri con un po' più di forza. Sicuramente ci sarà qualche sorpresa ad attendermi," rispose Sirius, “E così come sono non sarei in grado di affrontare quello che Silente ha in serbo per me.”
"E quel qualcosa che ti aspetta potrebbe essere attratto dal fuoco, non ci hai pensato?" Fece notare Regulus, scuotendo la testa spettrale.
"Sarai anche la mia coscienza ma sei anche tremendamente noioso. Un calco perfetto della realtà," sbottò il ragazzo. "Non ce la faccio ad andare avanti, il sole è ancora alto nel cielo. Cinque minuti, non ti chiedo tanto."

Detto questo sussurrò "Incendio" e dopo qualche istante, un fuocherello acceso rischiarò parte della radura.
"Non capisco come fai a riposarti in questa occasione, tutto dipende da te e cosa fai? Accendi un fuocherello, sei proprio un’irresponsabile…"
"Adesso sembri più nostra madre," ghignò Sirius, "anche se, in realtà, sei diventato la sua esatta copia, quindi non mi dovrebbe sorprendere."
Regulus fece per rispondere a tono ma si bloccò, gli occhi spettrali puntati dietro alle spalle del giovane Black.
Il fratello fece per chiedere che cosa lo disturbasse tanto… ma non ebbe bisogno di proferir parola. Sentì immediatamente il tempo cambiare, le cime degli alberi ghiacciarsi e un'oscurità calare sulla radura.
Si voltò ed ebbe conferma.

Dissennatori. Tanti, troppi per loro.
"Io l'avevo detto…" sentì Regulus bisbigliare.
Era un sogno ma le sensazioni identiche alla realtà. Estrasse la bacchetta, pensò al giorno in cui avevano fondato i Malandrini e urlò "Expecto Patronum."
Un grosso cane argentato eruppe dalla punta della bacchetta e si gettò contro i Dissennatori, lottando ferocemente. Ne bloccò un paio ma altri avanzavano.
"Corri, scappa!"
Non poteva, già il buio lo divorava.

Sua madre che cancella il nome di Andromeda dal ritratto.
Voldemort che visita casa di Black in occasione del matrimonio della cugina.
Lui che scappa di casa e Regulus fermo, immobile.
"Non sei più mio fratello."


Cadde nell'oscurità più fitta e buia.

/ / / / / / /

"Svegliati!"
Sirius faticò a tornare nel mondo dei vivi ma alla fine, con un enorme sforzo, riuscì ad aprire gli occhi. Era sdraiato per terra, nella radura, e le sue orecchie potevano percepire i rumori di una battaglia.
Borbottando, si alzò e vide un nutrito gruppo di Centauri intento a scacciare via i Dissennatori che, forse, avevano inavvertitamente invaso il loro territorio.
"Hanno concentrato la loro attenzione sui Dissennatori… ma se ti vedono ti faranno a fettine," borbottò Regulus.
"E allora è venuto il momento di usare le mie ultime forze," sibilò Sirius.

I Centauri e Dissennatori si erano concentrati sulla parte destra nello spiazzo, a sinistra c'era la sua possibilità di salvezza.
"Propongo di passare dagli alberi, allungando il percorso…"
Ma Sirius ne aveva abbastanza di quello spettro. Se voleva scappare e non dare nell’occhio aveva un’unica possibilità.
Si trasformò in Felpato, raccolse le ultime energie e spiccò una corsa forsennata, passando vicino alla lotta furibonda.
Per sua fortuna, i contendenti erano talmente impegnati nella lotta che non videro un cane correre in maniera forsennata e il giovane Black poté scappare liberamente fino agli alberi e poi ancora oltre, fino a una nuova radura e alla coppa, posizionata sul piedistallo.

Là si trasformò nuovamente in umano e concentrò la sua attenzione sulla coppa.
Era così bella, un sogno materializzatosi ai suoi occhi.
"Bravo, non me l'aspettavo."
Era Regulus.
"Ancora una volta ho dimostrato di essere il migliore della famiglia," sorrise Sirius. "Campione Tremaghi!"
"Sai benissimo che senza il mio aiuto saresti finito ucciso dalle Acromantule… o senza gli occhi, ma sei troppo orgoglioso per ammetterlo," rispose il fratello. "Ma io so come sono andate le cose e tanto basta. Vai, afferra la coppa."

Sirius annuì e toccò la coppa con la mano. Era fredda ma improvvisamente, sul coperchio, apparvero delle cifre… una specie di conto alla rovescia.

"5… 4…"
"Tieniti pronto."
"3… 2…"
"Mi manchi," sussurrò Sirius. Regulus fece per rispondere ma in quel momento il conto alla rovescia arrivò allo 0.

/ / / / / / /

Sirius si risvegliò nel bel mezzo della Sala Grande. Aveva la coppa tra le mani ed era circondato da una folla festante. Marlene, Dorcas, James, Remus e Peter, tutti i Grifondoro e anche quelli delle altre case si avvicinarono a lui, in un abbraccio collettivo.
Riuscì a scorgere anche Barty, pure lui visibilmente sollevato.
“Hogwarts è la scuola vincitrice del Torneo Tremaghi!” dichiarò Silente.

Del resto della serata, dei giorni successivi, Sirius non prestò nessun ricordo. Troppe le emozioni, la felicità… le bevute.
Anche Barty approfittò dell’atmosfera per uscire definitivamente dall’anonimato. Non era più il “figlio di”, era Barty Crouch, campione.

“Se non la smetti di aggiustarti i capelli, e sorridere alle ragazze, diventerai la copia di Potter.” “Tutta invidia, Sev.”
Barty, Severus e Regulus erano seduti sotto un grande pioppo nei pressi del Lago Nero. Il clima era speciale, caldo al punto giusto.
Regulus sorrise a quell’ennesimo battibecco degli amici. Sorriso che subito venne meno quando vide passare il fratello in compagnia degli amici. “Cos’è, adesso che tutto è finito non vi salutate nemmeno?” chiese Piton, sibillino, rivolto a Barty.
“Erano compagni di squadra… tra qualche mese saranno nemici mortali. Cosa credi, che mi sia affezionato a loro? Puah,” rispose Crouch, pronto.
“Sai, tuo fratello mi ha detto che durante l’ultima prova ha avuto una specie di guida,” continuò il giovane Crouch. “E, non ci crederai, quella guida aveva il tuo aspetto, Reg. L’aspetto della sua coscienza.”
Regulus rimase in silenzio a quella rivelazione.
Che cosa poteva mai voler dire tutto quello? La coscienza del fratello aveva preso la sua forma? Gli sembrava più che giusto, a pensarci bene.
Se l’avesse ascoltato non sarebbe scappato di casa…

“Vabbè, chiuso questo capitolo con il botto, siamo pronti a diventare i Mangiamorte migliori di tutti!” Esclamò Barty, ridendo.
“Zitto, idiota, vuoi farci scoprire?” sbottò Piton ma anche Regulus si era unito a quella risata, portata lontano dal vento estivo.
Una delle ultime nella loro vita.

/ / / / / / /

Termina così questa challenge, spero vi sia piaciuta, ancora una volta faccio i miei personali complimenti agli ideatori^^
Alla prossima!

  
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