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Autore: Cryblue    30/07/2023    2 recensioni
"Per te le amiche sono amiche, le colleghe sono colleghe e gli uomini sono tutti inutili"
Martina vive tutta la sua vita con questa filosofia, soprattutto ora che questo nuovo lavoro l'ha strappata dal dolore di una difficile rottura. Per lei è un vero disastro quando una RESPONSABILE cessa di essere "solamente" tale e diventa ai suoi occhi una Donna. Si, con la D maiuscola.
Genere: Commedia, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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ch.2 – Love & Monsters.
 
 
Disegni i dettagli del volto da drago di Layla e ripensi con nostalgia a quando era solo un drago cucciolo e quindi poco più di una neonata nella sua forma umana, in entrambi i casi era una magnifica cosetta paffuta, rotondetta e tenera. Ti manca così tanto disegnarla piccina che valuti la possibilità di lavorare su qualche tavola in cui racconti i missing moments, qualcosa che la storia non ti ha concesso di mostrare, ma vale la pena vedere comunque.
Ok, ammetti che sei talmente innamorata della protagonista del tuo fumetto che per te vale la pena vederla sempre, ma questo è un dettaglio irrilevante.
Stai definendo i contorni delle zanne, quando il tuo telefono inizia a vibrare. Se stai disegnando, tendi a non considerare proprio il telefono, ma quando leggi che è Rossella è scontato farai un’eccezione alla regola, anche perché lei è l’eccezione a moltissime tue regole. Abbandoni le cuffie e rispondi.
“Ciao Pi.”
“Piiiiiiiiii” Ti basta questa sola parola per capire diverse cose: che è in macchina e sta tornando a casa dal lavoro; che è stata una delle sue giornate interminabili; che ha letto le ultime tavole che le hai mandato.
Arrossisci di piacere e sei felice non ti possa vedere, perché ti prenderebbe in giro senza pietà.
“Ciao Pi.”
“Piiiiiii…..Piiiiii….ha detto che….ha detto che….” Sta cercando di trattenere le risate, senza successo. “…ha detto che è lei è solare e non si lamenta mai….lei!!!! Ti rendi conto??!?!?!?”
Sorridi e camera tua ti sembra improvvisamente più calda, affondi la testa tra le spalle e ti sforzi di essere più convincente possibile. “Beh, Layla È solare e non si lamenta mai!”
“Mah!!! Il fatto che sfotta la povera Sidney ogni due parole e le faccia pesare che per salvarle la vita si sia graffiata una squama e si sia dovuta alzare la presto la mattina, non è proprio indice del fatto che non si lamenta mai.”
Ovviamente ha ragione lei, la tua protagonista passa la maggior parte della sua giornata a lamentarsi di qualcosa e a trovare il modo per sprecare meno energie possibili, nel tempo che le rimane mangia e sfotte la sua madre adottiva, Sidney, la povera ragazza che ha avuto la sfortuna di trovare l’uovo dalla quale la tua adorata drago-donna è nata, o più precisamente, si è reincarnata. Ma al momento sei l’unica a sapere il dettaglio della reincarnazione.
“È un’imbecille. SIETE due imbecilli.”
“Grazie.” Ridacchi perché è il suo modo di complimentarsi con te e di amare la tua protagonista. Stacchi il jack delle cuffie dal computer e scegli una canzone che sai piacere anche lei, abbassi il volume al minimo e parlate ancora delle tavole che le hai mandato e del capitolo che sta scrivendo. Lo scrivere è la colonna portante della vostra amicizia, anche se lo fate in modi diversi e se lei è assurdamente talentuosa, la vostra passione in comune è quello che vi ha reso amiche nonostante tutto: Rossella è una vecchia amica di Claudia ed è stato abbastanza strano quando hai capito che nel post rottura si stava avvicinando a te e non si era automaticamente schierata dalla sua parte.
Prima della rottura, prima di Rossella, non disegnavi più, troppo presa dalla vita, dal lavoro, dalle difficoltà, non avevi il tempo o la testa per creare nuove storie, o anche solo disegnare, e pensavi fosse giusto così, fosse esattamente così che dovesse andare la vita di una persona adulta. Poi tutto quello che definivi vita ti è crollato sotto i piedi e senza il disegno saresti affogata, senza il supporto e il sostegno della tua Pi, diminutivo di Rossella Prandoni, saresti affondata nella depressione senza avere la più pallida idea di come uscirne o di come chiedere aiuto.
Sei grata che, come dice sempre lei, nel divorzio tra te e Claudia hai ottenuto il suo affidamento esclusivo.
“Allora, mi dici cosa succede ora? Chi è quella brunetta che Sidney vede sempre? Lei e Carol tornano insieme? Si può sapere cosa le attacca?”
Ridi e scuoti la testa “Sai perfettamente che non ti dirò nulla, Prandoni. Smetti di chiedere.”
“Smetto di mandarti i capitoli, Pastorelli.”
C’è un lieve bussare alla porta, fai girare la sedia e inviti la tua coinquilina a entrare.
“Oh, sei al telefono, scusami.” Laura fa mezzo sorriso e sistema la frangetta.
“Ma no figurati, dimmi tutto.”
“Nulla di urgente, possiamo parlarne dopo…” lascia la tua stanza prima che tu possa dire altro.
“È Laura?”
“Si.”
“Dille ciao da parte mia.”
“È già andata via. Non voleva disturbarci.” Alzi gli occhi al cielo perché Laura, esattamente come tutti quelli che sanno della tua amicizia con Rossella, è convinta che la vostra sia una relazione, o che lo diventerà a breve.
“Tsz, dille che le dico ciao, anche se non lo merita.”
Rossella è tua amica da quasi due anni, non tantissimo quindi, ma è l’unica che legge quello che crei e quindi conosce e ha intuito cose di te sconosciute a molte persone, addirittura alla stessa Claudia; Laura ti conosce da quando avevi sedici anni, da prima che tu ammettessi la tua omosessualità, da prima che il tuo cuore venisse spezzato. In un certo senso vede la tua vera essenza, quello che sei sotto le difese che tempo, delusioni e dolore ti hanno portata a costruire.
Sono le tue due migliori amiche e sono molto diverse tra loro, dunque insieme ricoprono l’intero spettro della tua personalità.
Non si sono mai conosciute, visto che Rossella vive a Milano e di solito se tu ad andare da lei (mille grazie continuità territoriale) e non viceversa, eppure provano rispetto e simpatia l’una per l’altra.
“Vai pure a sentire cosa vuole, tanto io sono arrivata a casa e devo cucinare qualcosa…”
“Va bene, mandami il capitolo, mi raccomando.”
“Si Pi, si.” Finge di essere infastidita, ma sapete entrambe che te lo manderà non appena metterà il punto nella frase finale del capitolo.
Vi scambiate gli ultimi saluti, e insulti, guardi l’immagine di Layla-drago non ancora terminata sul monitor del pc e decidi che può aspettare, Laura no. Esci dalla stanza e vai nel salotto del piccolo, ma accogliente ci tieni a precisarlo, appartamento che condividete e la trovi sdraiata sul divano con il portatile sul ventre e l’aria distrutta.
“Tutto ok Stronzetti?” le afferri le caviglie e le sollevi, ti siedi sul divano e le posi sul tuo grembo.
Lei sbuffa, lancia un’occhiata al suo telefonino e guarda di nuovo te.
“Si solo…mi chiedevo se ti andasse di fare due passi.” Il che, tradotto nella vostra lingua, significa mangiare molto e camminare ancora di più. È una delle cose più belle dell’essere tornata nella tua Cagliari: non importa che ora sia, due donne possono passeggiare per strada senza rischiare di essere derubate o violentate ogni tre passi.
“Mc?”
Ti sorride e annuisce, mandando la frangetta in tutte le direzioni.
“Mc e crêpes!”
Vi alzate contemporaneamente, ma tu non hai l’impedimento del portatile e sei più veloce di lei, ti infili in bagno per darti una rinfrescata e mezz’ora dopo siete entrambe pronte per uscire. Il viaggio in macchina è abbastanza tranquillo, vi aggiornate sulle novità leggere, quelle che non hanno nessuna importanza e che sono solo l’antipasto per le cose serie, ossia il motivo per cui ti ha chiesto di uscire.
Benché viviate insieme da quasi due mesi, hai spesso la sensazione che vi vedevate molto di più prima: tra il tuo lavoro al bar e i suoi lavori da cameriera e fotografa, il tempo da trascorrere insieme spesso non va molto oltre il “ciao” o il “posso usare il tuo bagnoschiuma?”. Avresti accettato il suo invito a uscire anche dovendoti trascinare sulle ginocchia insomma.
Arrivate al vostro Mcdonad’s, quello sul viale Poetto che a Marzo è meravigliosamente vuoto, ordinate e paghi, vi andate a sedere e attendi con pazienza che arrivino i menù, certa che alla prima patatina Laura svuoterà il proverbiale sacco.
Il fatto continui a lanciare occhiate al telefono ti da un’idea di cosa aspettarti, comunque.
Come da manuale, una ragazza poggia il vassoio davanti a voi, Laura afferra maionese e patatine e sospira.
“Marco si è fatto di nuovo vivo.”
Alzi gli occhi al cielo e ti chiedi due cose: com’è che i ragazzi di oggi si rifiutino di crescere e com’è che una ragazza del calibro di Laura Floris possa perdere tempo con un inetto, vanesio e narcisista come quello li.
“Cosa schifo vuole ancora?” inutile specificare che tra i due non sia finita benissimo.
“Propormi una collaborazione…”
“Fotografia e idiozia?” non puoi trattenerti e non puoi farci nulla, quando vuoi bene a qualcuno, diventi iperprotettiva, ipercritica e…iperstronza. Fortunatamente Laura ci è abituata e non da peso alle tue parole.
“Fotografia e musica, mi ha chiesto di fare da fotografa a un evento-concerto.”
“Questa volta ti paga, almeno?” Non è carino da parte tua ricordarle che ha fatto un servizio fotografico a quel chitarrista da quattro soldi e alla sua band senza venire pagata e venendo scaricata subito dopo, ma è tuo dovere di amica ricordarglielo, non vuoi nemmeno correre il rischio che lei perda tempo con un elemento tale.
Ti lancia un’occhiataccia e ti rendi conto che ha ragione, che questa volta hai esagerato, tuttavia non riesci a mollare la presa. “Gli hai detto di no.” È un’affermazione, non una domanda.
Giocherella con una patatina tenendo la testa basta.
“La’?”
Il suo telefono cinguetta, segnalandole che ha appena ricevuto un messaggio, lei lo guarda senza troppo interesse e fa una smorfia che non sei in grado di decifrare.
“C’è un’altra lesbica nella tua vita di cui non mi hai detto nulla?”
Scuote la testa e non alza gli occhi dalle patatine, ma sorride e quindi il tuo obiettivo è raggiunto. “Callonetta.”
“Grazie.”
“Sono uscita con uno.”
“Conosciuto su Tinder?”
“Si.”
Dai un morso al tuo panino e aspetti sia lei a parlare, capendo che sia inutile metterle fretta.
“Siamo andati a fare due passi al Poetto e a bere una birra al…”
“È inutile tu mi dica il nome del chiosco, per me sono tutti uguali, lo sai.”
Sorride, mangia un’altra patatina e tu continui con il tuo panino.
“Dalla chat sembrava uno interessante, che ha viaggiato molto: è appena tornato dal Sudafrica.”
“Ma?” Ovviamente c’è un ma, c’è sempre un ma.
“MA il suo solo scopo era quello di girarsi le DISCOTECHE PIÙ FAMOSE.”
Emettete entrambe un suono che è a metà tra il disgusto e il dolore.
Siete tutte e due dolorosamente attratte dal cervello e dall’intelligenza delle persone: il fatto che per qualcuno il massimo del divertimento (o peggio, l’aspirazione più grande) sia fare serata in tutte le discoteche più grandi o conosciute al mondo, vi rattrista, per non parlare dell’effetto alla vostra libido.
“Che tristezza.” Scuoti la testa e non capisci perché sembri vergognarsi lei.
“Mi manca Marco.”
Sospiri “La’.”
“Lo so, lo so. Ma almeno con lui ci potevo fare una conversazione di un certo livello, potevo parlarci di tutto: musica, libri, arte, attualità. Potevo parlarci.
Capisci perfettamente cosa voglia dire e vorresti schiaffeggiare questo Marco, che per sua fortuna non hai mai incontrato, fino a farlo rinsavire e fargli capire che meravigliosa ragazza sta perdendo per “la sua incapacità di avere una relazione stabile”.
Ti viene la nausea al solo ripensarci.
“Tu?”
“Mhm?” hai una crocchetta per metà in bocca e probabilmente hai un’espressione stupidissima sul volto. La butti giù in tempo record “Io cosa?”
“Qualcuna interessante su Tapa?”
“WAPA. Si chiama WAPA. W.A.P.A.”
“Si si, quello.”
Ti chiedi se sia tanto difficile per un’eterosessuale ricordare il nome di una stupida app per lesbiche, ma poi ti sorride socchiudendo gli occhi e sai che lo fa solamente per infastidirti.
“Allora?” Infila una patatina in bocca facendoti l’occhiolino e temi di aver fatto involontariamente una smorfia.
“Boh c’è una che non mi dispiace, ma è strana.”
Veloce come un fulmine, Laura afferra il telefono che hai poggiato sul tavolino e va dritta all’app, con lei è inutile il tuo codice di sicurezza, li conosce tutti a memoria. Apre wapa e poi le chat. “Questa? Marghe? Che nome di merda.”
“In realtà si chiama Daisy.”
“Ew. Ancora peggio. Mh, non è nulla di che, puoi avere di meglio.”
La ignori, perché per lei nessuno è alla tua altezza.
“Legge molto e parla l’italiano corretto, visto che è una giornalista freelance.” La cosa dell’italiano, purtroppo per voi, non è una cosa così scontata.
“E come si mantiene, scusa?”
“Non ne ho idea.”
“Ci uscirai?”
“Non ne ho idea.” Scrolli le spalle perché al momento l’ultima cosa di cui hai voglia è imbarcarti in una cosa così stancante, anche se si tratta solo di un nuovo incontro con una conosciuta in chat.
Detesti queste cose e continui a pensare che la vostra sia davvero una generazione sfortunata, da quel punto di vista e non solo. È tutto telematico, tutto costruito sulle apparenze, è un gioco continuo a chi si dimostra più figa e meno interessata ed è un gioco che tu non hai mai saputo o voluto giocare: sei espressiva come una bambina dell’asilo e non ti piace fingere di essere qualcuno che non sei. L’hai fatto fin troppo nella tua vita e sei tanto folle da pensare di dover essere accettata per quella che sei. Amata no, non sei così tanto folle.
“Dovresti uscirci secondo me. Sei troppo selettiva.”
Ha ragione, lo sai che hai ragione, così come sai che probabilmente darai una possibilità a questa Daisy solo perché Laura e Rossella ti convinceranno a farlo.
Continuate a mangiare e, prima ancora che arriviate alla vostra creperia di fiducia, gli argomenti e l’umore si sono molto alleggeriti. Ti ritrovi come sempre a pensare che non sarai mai stata un gran che fortunata in amore, ma a livello di amicizia?
Hai vinto almeno due lotterie.
   
 
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