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Autore: Wild_soul    03/08/2023    0 recensioni
Stiles Stilinski, un giovane poliziotto forse fin troppo sveglio per la sua età.
Derek Hale, dichiarato colpevole dell’omicidio della sua famiglia.
Il loro incontro-scontro avverrà proprio di fronte alla scena di un crimine. Ma sarà possibile per Stiles avere fiducia in un ricercato?
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Urlò il suo dolore, lasciando che le vetrate della sede veterinaria andassero in frantumi. Scott tentò più volte di bloccarlo, ma in ognuna di queste veniva lanciato di peso dall’altra parte della stanza, accompagnato da dei ringhi di avvertimento.  

Anche Malia aveva provato a mettersi in mezzo, ma, contro ogni previsione, Derek si era dimostrato violento persino con lei, lanciandole delle artigliate che venivano prontamente schivate per un pelo. 

L’intera sede sembrava appena uscita dall’attacco di un ciclone, e nessuno dei presenti si era mostrato minimamente utile a placare quell’ira omicida. 

“Ora basta, Derek” Peter fece il suo ingresso nell’edificio proprio in quel momento. Vista dall’esterno, la scena poteva apparire ironica, in quanto l’uomo non ebbe bisogno di aprire la porta, ma gli bastò semplicemente scavalcare ciò che rimaneva dell’infisso in metallo. Tuttavia, il suo tono era ben lontano dalla comicità “Fermo. Calmati” fece brillare i suoi occhi da alpha, il che attirò per un attimo l’attenzione del beta, ma non la sua ubbidienza. 

Ricevette, come previsto, un ringhio ben poco amichevole. 

“Stai solo peggiorando la situazione, Derek” l’uomo spintonò il minore in un angolo, sperando di riuscire ad ammonirlo un minimo “L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno ora è la tua rabbia omicida” 

“ALLORA PORTAMI QUA STILES” furono queste le prime parole del moro da dopo lo scontro con Gerard. 

“Sai benissimo che non posso farlo” l’amara constatazione dell’alpha provocò un ennesimo ringhio da parte del minore “È ferito e al moment-” 

“POTREBBE MORIRE DA UN MOMENTO ALL’ALTRO” la voce di Derek non aveva nulla di umano in quel momento “Ed è colpa tua. Tua e di quella fottuta Argent che ha proposto il piano” il mannaro fece per saltare addosso alla cacciatrice, presente nella stanza, ma venne bloccato da un pugno in pieno petto da parte di Peter. Nel mentre, Scott si era posizionato davanti ad Allison.  

“Stiles era d’accordo, tutti voi avevate accettato” mormorò la ragazza, più per convincere sé stessa che il beta. 

“Dovevi finire tu al posto suo” Derek si era appena ripreso dal pugno dell’alpha e stava osservando la cacciatrice con sguardo improvvisamente glaciale “Tu e la tua famiglia” sospirò, e Peter tremò impercettibilmente nel vedere gli occhi del nipote inumidirsi appena “Stiles non c’entrava nulla in questa storia, eppure per colpa tua sta rischiando di morire” 

“Derek” il ringhio di avvertimento di Scott non venne minimamente calcolato. 

“Se Stiles dovesse morire, ti ucciderò con le mie stesse mani, Argent” 

“Non voglio che lui muoia” l’urlo di Allison colse di sorpresa tutti i presenti nella stanza “Forse non ti è ben chiaro un fatto, Hale” la ragazza si asciugò di fretta delle lacrime che avevano iniziato a bagnarle il viso “Anche io tengo a Stiles. Sicuramente il mio tipo di affetto è diverso dal tuo, ma ti posso giurare che farei di tutto per lui. È grazie a lui se sono riuscita a vendicare mia madre, è grazie a lui se ho deciso di unirmi a voi” 

L’alpha fece per aggiungere qualcosa, ma venne anticipato da un ringhio del moro “Se vuoi fare qualcosa di utile, toglimela da davanti agli occhi. Potrei ucciderla anche adesso” 

  

 

 

Strinse i pugni, mentre quel suono acuto continuava a martellargli ritmicamente i timpani. L’odore di candeggina e disinfettante aveva mandato fuori uso il suo olfatto ed era giunto alla conclusione che gli ospedali avessero come obiettivo quello di disintegrare lentamente i cinque sensi. 

Christopher odiava quel posto.  

A causa delle continue lezioni di caccia, aveva speso buona parte dell’infanzia imbavagliato in garze, ma in quel momento avrebbe pagato oro per essere lui il ferito e non l’accompagnatore. 

Sospirò silenziosamente mentre il suo sguardo cadeva sul corpo di Stiles, compostamente sdraiato di fronte a lui. Si passò nervosamente una mano tra i capelli ed i suoi pensieri caddero alla fatidica notte di alcune settimane prima, quando aveva permesso a quel poliziotto troppo impulsivo di entrare in casa ed aiutarlo a cacciare l’alpha. 

Non avrebbe dovuto farlo. 

Eppure, Stiles gli era parso pericolosamente troppo sicuro per la sua età e, allo stesso tempo, abbastanza maturo da abbattere quelle barriere che invece, lui, non era mai riuscito a superare. 

Christopher ammirava molto Stiles. 

Abbastanza da mettere da parte le convinzioni di una vita e seguire il poliziotto al fianco dei mannari.  

Lui, un cacciatore, al fianco dei licantropi.  

Osservò di nuovo il corpo del ragazzo e realizzò solo in quel momento quanto lui, in quella situazione, non c’entrasse proprio nulla. Ne sarebbe potuto uscire ferito Derek o lui stesso, due realmente coinvolti nella vicenda che si era creata. Perché il destino era stato così crudele da volersi prendere Stiles? L’unico che, forse, aveva realmente creduto in quell’alleanza tra mannari e cacciatori? 

No, non se lo sarebbe mai perdonato. 

 

 

 

“Togliti di mezzo” la voce ben poco amichevole di Derek prese di sorpresa il cacciatore, che era appena riuscito a chiudere gli occhi dopo una notte passata a vigilare sul corpo del poliziotto. 

“Com-” ma prima che potesse rispondere qualcosa, la presa di Allison sulle sue spalle lo costrinse ad alzarsi e lasciare il posto al mannaro “Cosa sta succedendo?” 

Non ottenne risposta dal moro, che si era preso la sedia e posizionato il più vicino possibile al letto di Stiles. 

“Non posso credere di star per dirlo, ma per il vostro bene vi conviene uscire” asserì Peter, appoggiato allo stipite della porta “Derek al momento è... indisposto a qualsiasi dialogo pacifico” 

“Quale sarebbe il prob-” 

“Papà, non è il momento. Credimi”  

 

 

 

Inspirò per l’ennesima volta l’odore di quelle lenzuola. Un brivido gli percorse la schiena quando nella sua mente si insidiò l’ipotesi di non poter mai più respirare il profumo del suo compagno. 

No. 

Non doveva pensarlo. 

Strofinò ancora il naso tra quelle coperte mentre la presa sulla mano di Stiles si faceva via via più forte. Aveva passato le ultime ore ad assorbire il dolore del poliziotto e, nonostante i continui crampi, stava continuando imperterrito a dare un po’ di sollievo al suo compagno. 

Aveva paura. 

Sì, non ne aveva mai avuta così tanta. 

Resta con me, Stiles. 

Aveva ripetuto quella preghiera per tutta la notte, incapace di formare pensieri più complessi. 

Spesso si era ritrovato ad odiare e, allo stesso tempo, ammirare quell’umano e il suo continuo parlare. La sua abilità nel dire esattamente cosa pensasse era un qualcosa di alieno per la mente di Derek, eppure Stiles lo affascinava. Tuttavia, se in quel momento fosse stato il poliziotto a trovarsi nella situazione del mannaro, forse non sarebbe riuscito a proferir parola nemmeno lui. 

Perché Derek sapeva che l’agente tenesse un minimo a lui. Ne era certo. Era chiaro quanto Stiles fosse legato al licantropo. 

E, paradossalmente, per quanto fosse stato proprio il lupo del maggiore a scegliere il poliziotto come compagno, era proprio il licantropo a non saper esprimere il suo affetto. 

Proprio in quel momento, appoggiato su quel lettino, Derek si pentì di tutte le volte in cui non era stato in grado di parlare con il minore. Di tutte le volte in cui Stiles aveva dovuto rincorrerlo per avere delle risposte. 

Il mannaro si morse il labbro e affondò, se possibile, ancora più a fondo il naso tra le lenzuola. 

Mi dispiace. 

“Ti dispiace per cosa, ragazzone?” 

 

 

 

“Ti dispiace per cosa, ragazzone?” 

Derek si rizzò velocemente a sedere mentre, con gli occhi innaturalmente spalancati, incrociava lo sguardo estremamente debole del minore.  

“Ehi” mormorò, non trovando di meglio da dire. Fece per aggiungere qualcosa, probabilmente un insulto verso l’incoscienza dell’umano, ma i suoi propositi vennero ostacolati dal dolce sorriso del poliziotto. 

“Di’ la verità, ti sono mancato, eh?”  

Derek non ebbe bisogno di altre parole, né di altri pensieri.  

Il pesante macigno che fino ad allora gli stava opprimendo le spalle scomparve, così come quell’irrazionale senso di colpa. Il suo compagno era lì, accanto a lui. 

Tornò ad accoccolarsi con la testa appoggiata sul letto, lasciando che il profumo di Stiles lo pervadesse dolcemente. 

Nient'altro era necessario. 

 

 

 

Le braccia erano attraversate da una fastidiosissima sensazione di intorpidimento, ma riuscì comunque ad appoggiare lentamente una mano sulla testa del licantropo.  

Entrambi si rilassarono a quel contatto. 

A Stiles parve di essere stato catapultato indietro di qualche mese, quando le sue uniche preoccupazioni erano noiosissime denunce fatte da anziani intransigenti. Respirò, come se per tutte quelle settimane fosse rimasto in apnea. 

Nient'altro era necessario. 

 

 

 

Entrambi inspirarono a pieni polmoni la soave leggerezza della libertà.  

Stiles ignorò deliberatamente il leggero tremore delle spalle di Derek, consapevole del fatto che l’altro stesse cercando di regolarizzare il suo respiro, mentre in mannaro non si preoccupò dell’odore di lacrime che aveva inondato la stanza. 

Avevano vinto. 

Nient'altro era necessario. 

   
 
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