Giorno 8 #MayIwrite2023 #fuorichallenge
Fandom: Haikyuu!!
Personaggi: Kuroo Tetsuro, Tsukishima Kei, Bokuto Kotaro, Akaashi Kenji
Prompt: Con le parole + “wow certo che è bravo.”
Genere: Commedia, comico
Avvertimenti: Spoiler! Time skip, OOC
Premessa: Quando
l’avevo pensata mi sembrava una buona idea, ma adesso conclusa non ne sono
molto certa del risultato. Comunque, volevo scrivere qualcosa di diverso, con
personaggi che di solito non uso, per mettermi alla prova.
Il piano non era perfetto. C’erano delle falle ma non aveva
scelta; Kei non doveva assolutamente accorgersi della sostituzione. Kuroo aveva portato con sé anche un pezzo di vetro
per cercare un lampadario della stessa identica tonalità, nella speranza di
trovarne uno uguale.
“Sei sicuro che il negozio sia questo?” chiese guardando
Kenji dallo specchietto retrovisore.
“Sono sicuro, l’ho accompagnato io a comprarlo.”
Bokuto, seduto accanto
a lui, riprese a protestare come già aveva fatto prima di partire. “Non capisco
perché mentire a Tsukki, è stato un incidente!”
Kuroo svoltò ed entrò nel parcheggio dell’enorme ingrosso che
vendeva i lampadari. “Invece io non capisco perché sei voluto venire pure te se
ti lamenti tanto.”
Bokuto si slacciò la cintura. “Non ti lascio solo con Kenji!”
Kuroo sbuffò alla ridicola gelosia di Kotaro, non aveva certo
tempo per certe ridicolaggini. Doveva acquistare un lampadario nuovo per
sostituire quello che aveva inavvertitamente rotto, e Kei non doveva saperlo.
“Comunque, quello che ha detto Kotaro è vero; non credo che Kei
sia il tipo da prendersela per una cosa del genere,” disse Kenji mentre
aspettavano il loro turno a essere serviti. “Inoltre credi davvero di riuscire
a fregarlo?”
“Lo so questo,” rispose tra i denti Kuroo, “ma è il fatto è che…
mi ha espressamente detto di non distruggere la casa quando è partito.”
“Perché mai?”
Non era qualcosa facile da a mettere, ma era un imbranato
cronico con le faccende domestiche. Kei aveva preparato ogni cosa in modo tale
che lui potesse fare il meno possibile.
“Quindi ti sei sentito ferito nell’orgoglio e hai deciso di
provare a Tsukki di non essere completamente inutile in casa.”
Akaashi aveva riassunto alla perfezione la situazione, ed era
stato anche gentile nel sottolineare quanto avesse miseramente fallito. Invece,
Bokuto scoppiò a ridere senza trattenersi. Bell’amico!
“Kotaro non sei messo bene neanche tu.”
“Ma Kenji…”
Kuroo non prestò più attenzione ai suoi amici perché il cellulare
squillò.
“Ciao Kei! Va tutto
bene?”
“Ciao, tutto bene. Prendo il treno delle 15:00. Sarò a casa per
le 17:00,” disse, “la casa è ancora in piedi?”
Kuroo sorrise nervosamente al cellulare: “assolutamente sì,
non ha neanche un graffio.”
Si scambiarono poche altre informazioni e chiusero la
chiamata.
“wow certo che è bravo,” esclamò Bokuto, “un attore
consumato!”
“Sbrighiamoci a comprare questo maledetto lampadario!”
La fortuna sembrò girare dalla sua parte perché il commesso
riuscì a trovargli un pezzo molto simile al loro. Fu così gentile da fargli un
prezzo di favore, forse mosso a pietà da quel gatto più furbo di una volpe.
Kuroo montò il lampadario e fece sparire il cadavere di
quello vecchio il più in fretta possibile: tutte le prove cancellate.
Il piano sembrò funzionare fino all’ora di cena quando Kei
accese la luce della cucina. “Tetsuro perché abbiamo un lampadario nuovo?”
Kuroo fece finta di cadere dalle nuvole. “Lampadario nuovo? Ma
è quello di sempre!”
Kei si sistemò gli occhiali. “Questi sono pezzi unici, il
vetro è temperato a mano, ed ogni striatura è diversa.” Indicò le venature nel
vetro, le quali, in effetti, sembravano più scure rispetto a quello vecchio. Ma
a Kuroo sembravano delle differenze talmente impercettibili che, lì per lì, non
ci aveva neanche fatto caso.
“Tu dici?”
A Kei bastò quello. “Lo hai rotto.” Non era una domanda era
un affermazione pura e semplice.
“Non è vero!” Kei lo guardò scettico, una delle sue occhiate
al vetriolo e Kuroo cedette, “si va bene! Sperano che non te ne saresti
accorto, sono praticamente identici!”
Tsukishima sorrise. “Non è grave, poteva andare peggio.
Potevi dare fuoco alla casa, allagarla…”
Kei non ci andava mai leggero con la lingua, andava dritto al
punto, là dove faceva più male, e se avesse potuto, avrebbe rigirato il
coltello nella piaga. Ma Kuroo lo amava lo stesso.
Non importa quanto fosse saccente, irritante, quella era una
maschera dietro alla quale si nascondeva un ragazzo intelligente con una grande
capacità di amare; che dimostrava a modo suo, ma era davvero attento con le
persone a cui voleva veramente bene.
“Non avrei mai …” Kei lo interruppe, “Lo so. Non devi
dimostrami niente.”
Gli slacciò il gilet: prova inconfutabile che non era davvero
arrabbiato, e che avrebbero cenato molto più tardi.