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Autore: Risa_chan    10/08/2023    2 recensioni
[Questa raccolta è stata scritta per la challenge May I write indetta dal gruppo Facebook “Non Solo Sherlock”]
Sasuke non sapeva se ridere, o piangere, arrabbiarsi, baciarlo fino a maccargli il fiato oppure prenderlo a testate. Decise che nulla di questo poteva essere sufficiente, doveva dirgli tutto ciò che non sono riuscito a spiegare perché lui stesso si rifiutava di accettarlo. Era pur sempre una debolezza…
Non era vero, era la più grande forza, e Naruto glielo aveva dimostrato
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Giorno 9 #MayIwrite2023

Fandom: Naruto

Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, SasuNaru

Prompt: Schiena + “Ho sbagliato” + Ciò che non sono riuscito a spiegare

Genere: Romantico

Avvertimenti: Missing moment capitolo 698-699, What if? Flashfic [489 parole]

Premessa: Questa flash è ambientata tra il 698 e il 699, subito dopo la fine dello scontro tra Naruto e Sasuke dopo aver rotto l’illusione di Madara.

 

Un nuovo giorno era sorto a Konoha: la guerra era stata vinta e il mondo intero si era salvato dallo Tsukuyomi infinito a cui Madara voleva condannare l’umanità intera per stabilire la pace duratura.

Rinchiuso in ospedale da allora, Sasuke aveva molto tempo per pensare alla guerra, alla pace all’essere un ninja, a quel loro sistema così duro e impietoso. Ne aveva di domande; eppure, non riusciva a venirne a capo.

Le sue colpe pensavano sulla sua schiena senza dargli pace; trovare un modo per espiare, cercando finalmente di trovare la via giusta, capendo i suoi errori e il motivo per cui li aveva commessi, avrebbe potuto di nuovo dare senso alla sua esistenza.

Si guardò il moncherino e il pensiero andò a Naruto: la sua ossessione per la vendetta non lo aveva portato a nulla, eppure aveva ricevuto solo amore indietro.

Un forte rumore provenne dalla finestra.

Sasuke si alzò per scostare le tende. Come materializzato dai suoi stessi pensieri, Naruto era lì fuori e batteva un pungo sul vetro per chiedergli di entrare.

“Cosa diavolo ci fai lì fuori?”

Naruto scavalcò la finestra con agilità, “Le guardie alla tua porta si rifiutavano di farmi entrare,” spiegò.

“Hai allora pensato di scalare l’ospedale?”

“Non avevo scelta, dettabayo!”

Sasuke percorse con lo sguardo tutta la sua figura; il camice dell’ospedale gli moriva addosso e impallidiva di fronte all’azzurro dei suoi occhi. Aveva i capelli scompigliati, fasciature in tutto il corpo eppure esplodeva di energia.

“Come stai?” chiese Naruto indicando la ferita identica alla sua, “vedrai baa-chan presto ci darà un braccio nuovo!”

“Ho sbagliato. Non posso accettare una protesi.”

Naruto inclinò la testa facendo la sua espressione più idiota del suo repertorio. “Cosa diavolo stai dicendo? Quello che è successo non conta!”

Stava cercando di consolarlo nonostante fosse lui il motivo per cui aveva perso il braccio. Si era spinto ogni oltre limite per lui, sarebbe anche morto se fosse stato necessario, ed ancora stava cercando di proteggerlo.

Sasuke non sapeva se ridere o piangere, arrabbiarsi, baciarlo fino a farsi mancare il fiato oppure prenderlo a testate. Decise che nulla di questo poteva essere sufficiente, doveva dirgli tutto ciò che non era riuscito a spiegare perché lui stesso si rifiutava di accettarlo. Era pur sempre una debolezza…

Non era vero, era la più grande forza, e Naruto glielo aveva dimostrato.

“Ti ricordi quello che mi hai detto alla valle della fine?”

Naruto ci pensò su: “quale delle due volte?”

“La prima, ma immagino che non abbia molta importanza,” sbuffò Sasuke. “Qualsiasi cosa accadrà voglio che tu lo sappia; ho sempre provato le stesse cose che provavi tu.”

Il ninja imprevedibile, sorrise. “Lo so, teme, l’ho sempre saputo,” disse e si sfregò gli occhi con il braccio rimasto cercando di nascondere le lacrime. “C’è un modo per dirlo, lo sai?”

“Quale sarebbe?”

“Ti amo, teme.”

Le labbra di Sasuke si piegarono in un sorriso dolcissimo. “Ti amo anche io, Usuratonkachi.”

 

   
 
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