Giorno 9 #MayIwrite2023
Fandom: Naruto
Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, SasuNaru
Prompt: Schiena + “Ho sbagliato” + Ciò che non sono riuscito a spiegare
Genere: Romantico
Avvertimenti: Missing moment capitolo 698-699, What if? Flashfic [489
parole]
Premessa: Questa flash è ambientata tra il 698 e il 699, subito dopo la
fine dello scontro tra Naruto e Sasuke dopo aver rotto l’illusione di Madara.
Un nuovo giorno era sorto a Konoha: la guerra era stata vinta
e il mondo intero si era salvato dallo Tsukuyomi infinito a cui Madara voleva
condannare l’umanità intera per stabilire la pace duratura.
Rinchiuso in ospedale
da allora, Sasuke aveva molto tempo per pensare alla guerra, alla pace all’essere
un ninja, a quel loro sistema così duro e impietoso. Ne aveva di domande;
eppure, non riusciva a venirne a capo.
Le sue colpe pensavano sulla sua schiena senza dargli pace;
trovare un modo per espiare, cercando finalmente di trovare la via giusta, capendo
i suoi errori e il motivo per cui li aveva commessi, avrebbe potuto di nuovo
dare senso alla sua esistenza.
Si guardò il moncherino e il pensiero andò a Naruto: la sua
ossessione per la vendetta non lo aveva portato a nulla, eppure aveva ricevuto
solo amore indietro.
Un forte rumore provenne dalla finestra.
Sasuke si alzò per scostare le tende. Come materializzato dai suoi stessi pensieri,
Naruto era lì fuori e batteva un pungo sul vetro per chiedergli di entrare.
“Cosa diavolo ci fai lì fuori?”
Naruto scavalcò la finestra con agilità, “Le guardie alla tua
porta si rifiutavano di farmi entrare,” spiegò.
“Hai allora pensato di scalare l’ospedale?”
“Non avevo scelta, dettabayo!”
Sasuke percorse con lo sguardo tutta la sua figura; il camice
dell’ospedale gli moriva addosso e impallidiva di fronte all’azzurro dei suoi
occhi. Aveva i capelli scompigliati, fasciature in tutto il corpo eppure
esplodeva di energia.
“Come stai?” chiese Naruto indicando la ferita identica alla
sua, “vedrai baa-chan presto ci darà un braccio nuovo!”
“Ho sbagliato. Non posso accettare una protesi.”
Naruto inclinò la testa facendo la sua espressione più idiota
del suo repertorio. “Cosa diavolo stai
dicendo? Quello che è successo non conta!”
Stava cercando di consolarlo nonostante fosse lui il motivo
per cui aveva perso il braccio. Si era spinto ogni oltre limite per lui,
sarebbe anche morto se fosse stato necessario, ed ancora stava cercando di
proteggerlo.
Sasuke non sapeva se ridere o piangere, arrabbiarsi, baciarlo
fino a farsi mancare il fiato oppure prenderlo a testate. Decise che nulla di
questo poteva essere sufficiente, doveva dirgli tutto ciò che non era riuscito
a spiegare perché lui stesso si rifiutava di accettarlo. Era pur sempre una
debolezza…
Non era vero, era la più grande forza, e Naruto glielo aveva
dimostrato.
“Ti ricordi quello che mi hai detto alla valle della fine?”
Naruto ci pensò su: “quale delle due volte?”
“La prima, ma immagino che non abbia molta importanza,”
sbuffò Sasuke. “Qualsiasi cosa accadrà voglio che tu lo sappia; ho sempre
provato le stesse cose che provavi tu.”
Il ninja imprevedibile, sorrise. “Lo so, teme, l’ho sempre
saputo,” disse e si sfregò gli occhi con il braccio rimasto cercando di
nascondere le lacrime. “C’è un modo per dirlo, lo sai?”
“Quale sarebbe?”
“Ti amo, teme.”
Le labbra di Sasuke si piegarono in un sorriso dolcissimo.
“Ti amo anche io, Usuratonkachi.”