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Autore: lulette    13/08/2023    3 recensioni
Dal capitolo II
"Credevo che l'amore potesse trascendere la fisicità…" disse con fare rassegnato Arthur.
Merlin quasi rise. "Ma noi non stiamo parlando di amore, maestà."
"E va bene!" Si adirò il principe, quasi urlando "Se anche si trattasse solo di desiderio, non credi che i sentimenti forti che proviamo l'un per altro potrebbero renderci comunque felici? Anche se solo per qualche istante?"
Merlin provò istantaneamente rabbia e dolore insieme, molto più forti rispetto a prima. Tuttavia cercò di trattenersi tacendo, mentre il principe continuava. "Non riusciresti a non considerare che sono un uomo e a vedermi invece solo come un essere umano che ti è molto vicino e che tiene a te?"
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Morgana, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Sharp quicken




















 

Alla equivoca domanda di Arthur, Merlin non sapeva cosa rispondere. Ebbe la tentazione di mentire o di fare finta di non aver capito e invece … In fondo erano ancora più che alticci.

 

"Spero non vi riferiate a un rapporto fisico" disse Merlin senza particolare enfasi.

 

"E se al contrario … lo contemplassi? Mi colpiresti in qualche modo con la tua magia per punirmi della mia spudoratezza?"

 

Merlin quasi se la prese. Come poteva il principe pensare che avrebbe usato la magia contro di lui dopo tutto ciò che aveva fatto per salvarlo e tenerlo al sicuro? E qualcosa dentro di lui si scatenò e fuoriuscì, senza pensare troppo al senso delle sue parole.

"Voi, davvero, vorreste giacere insieme a me?"  

 

"Tu no?" chiese laconico Arthur a sua volta.

 

Merlin spalancò la bocca e gli occhi. Non sapeva se essere più sorpreso o scandalizzato.

"No! Sire, voi siete uomo! Siete un principe nobile, coraggioso e magnanimo. Siete un uomo bello e forte, ma restate … comunque uomo." 

 

"Pensavo di piacerti!" disse Arthur con una certa indifferenza, atta a nascondere il fatto che si sentiva offeso da quella sorta di rifiuto.

 

"Oh, mi piacete! Mi piacete in tutti i modi: come sovrano, come amico, come compagno d'avventure … ma non oltre!"

 

"Credevo che l'amore potesse trascendere la fisicità…" disse con fare rassegnato Arthur.

 

Merlin quasi rise. "Ma noi non stiamo parlando di amore, maestà." 

 

"E va bene!" Si adirò il principe, quasi urlando "Se anche si trattasse solo di desiderio, non credi che i sentimenti forti che proviamo l'un per altro potrebbero renderci comunque felici? Anche se solo per qualche istante?"

 

Merlin provò istantaneamente rabbia e dolore insieme, molto più forti rispetto a prima. Tuttavia cercò di trattenersi tacendo, mentre il principe continuava. "Non riusciresti a non considerare che sono un uomo e a vedermi invece solo come un essere umano che ti è molto vicino e che tiene a te?"

 

Merlin trattenne un sospiro.

"Vedete, Arthur, il sesso è una cosa molto … concreta e non credo che si possa prescindere dal genere cui entrambi apparteniamo."

Merlin si complimentò con se stesso per la calma e la maturità dimostrate, nonostante l'inferno di emozioni contrastanti che lo assaliva già da un po'.

 

"Io credo che non avrei grossi problemi con te, nonostante io mi consideri tuttora più che … virile, con le ragazze intendo. Come dire…"

 

"Meglio non dire…*" fece Merlin a mezza voce, ma il principe non lo considerò neppure.

"Io riuscirei a tralasciare questo particolare. E credimi: gli uomini non mi interessano!"

 

"Dèi, voi sragionate! Per fortuna parlate così per via dell'alcol. E poi, se gli uomini non vi interessano, beh, sappiate che io lo sono" disse con amara ironia.

 

"Sto dicendo che non dovrebbe importare il sesso di una persona e quello di un'altra, se queste vogliono solo stare insieme. E sto parlando di amore adesso…"

 

"Vi sbagliate: non parlate affatto di amore, ma solo di voglia di trasgressione e di curiosità sessuale. Probabilmente le donne che avete avuto non vi hanno mai del tutto soddisfatto. Se domani, una volta sobrio, la penserete ancora in questo modo, potrei presentarvi alcuni giovani servi e contadini prestanti che potrebbero far la gioia di vostra maestà…" aggiunse Merlin a denti stretti.

 

"Conosci giovani di questo tipo? E come mai li conosci? Forse con loro hai avuto quelle esperienze di trasgressione e curiosità sessuale che neghi a me?"

rispose Arthur acido, sentendo una sorta di costrizione al petto, causata dalla gelosia che l'immagine di Merlin assieme a quei ragazzi gli provocava.


"No" rispose a sua volta il servo con acredine. "Sono solo ragazzi noti a Camelot per i loro gusti sessuali. Nessuno ne parla ma tutti lo sanno, a parte voi. Non li conosco neppure, se non di vista. Qualcuno in effetti è piuttosto piacente, ma quello che importa è che ne parlano come di ragazzi disponibili, esperti e discreti."

 

"Già, davvero discreti, se tutta Camelot, tranne me, sa di loro. Ma non mi interessano. Non hai capito un accidente di niente. Non ho nessuna voglia di conoscerli. Pensavo solo di essere più importante per te…"

 

"Voi? … Non dubitatene mai. Siete la persona più importante nella mia vita. Ma vi rispetto troppo, come rispetto troppo me stesso. E avere rapporti con voi non basterebbe a dimostrarvi il mio rispetto e la mia devozione, bensì il contrario. Non è ciò che desidero." 

 

"Ma se tu mi fossi devoto, come dici, potresti provare. Solo una volta … Per capire se c'è di più tra noi o meno. Se possa o meno valere la pena."

 

Arthur si tolse la casacca. Era davvero un gran caldo, ma Merlin lo colse come un invito. Per fortuna il buio non gli permetteva di vedere l'altro.

Arthur si sfiorò il petto con una mano. "So che non ho il seno come una donna e che il mio è un classico corpo maschile ma visto che tu sei mago, non potresti fare in modo di … vedermi come donna?"

 

"In effetti potrei, ma se una persona vi volesse diverso da come siete, allora non vi amerebbe, no?"

 

"Merlin, puoi farlo per me?" Il tono di Arthur era calmo e serio.

 

"È un ordine?"

 

Il principe emise un gemito gutturale. "Non lo è!"

 

"Allora mi dispiace ma non lo trovo giusto. Se non per voi, almeno per me."

 

"E se fosse un ordine?"

"Non cambierebbe"

.

"Anche se ti ho detto che lo desidero … molto?"

 

"Siete un bambino viziato … e molto sbronzo"

 

Arthur alzò la voce.

"Dimmi che non vorresti che ti toccassi!"

 

"Io non voglio che mi tocchiate!"

 

Arthur si alzò in fretta dalla roccia e si sedette per terra di fronte a Merlin prendendolo per un polso.

Ora si intravedevano in volto:

"Dimmi che non vorresti abbracciarmi!" 

 

Merlin sospirò. "Non ne vedo il motivo, nè l'urgenza. Soprattutto adesso. E comunque non sarebbe neanche il primo…"

 

Arthur quasi urlò per la stizza, ma gli lasciò il polso e avvicinò il viso a quello dell'altro  "Dimmi che non vorresti baciarmi!"


Arthur gli carezzò una guancia con il pollice di una mano e nel medesimo tempo gli graffiò lievemente un polpaccio con le unghie dell'altra mano.

 

Merlin suo malgrado sentì dei brividi spandersi per tutto il corpo, ma non cedette. 

 

"No … " ribadì per l'ennesima volta.

 

"Credo tu sappia bene di cosa parlo. Anch'io sono un uomo, ma non uno qualunque. Io sono Arthur. E tu per me non sei un uomo qualsiasi perché sei Merlin."

 

Il mago nascose ad Arthur il capogiro che lo colse. Provò a tirarsi indietro ma Arthur si spostava con lui ed era sempre a un tiro di bacio.

La testa di Merlin era un vortice e parlando incespicò:

"Vorrei riuscire a sc-spiegarmi meglio. Se anche arrivassi a deside-desiderarvi non potrei farlo. Non voglio!" 

 

Merlin cominciava ad avere paura. Era così maledettamente difficile resistere ad Arthur. 

Se non fosse stato così buio Merlin era convinto che si sarebbe arreso di fronte ai grandi occhi chiari e alle labbra rosse di Arthur. E soprattutto al suo sorriso irresistibile. O al suo broncio. Cambiava poco.

 

"Tu davvero non senti ciò che ci unisce?" ribatté il principe.

 

"Sì, maestà, lo sento chiaro e forte, dentro e fuori. So che non avrò mai un legame così forte con nessun altro essere umano. Fa parte della profezia. Ma non è solo quello. Io ... so che senza di voi, non potrei mai più sentirmi del tutto intero."

 

Merlin aveva ora gli occhi pieni di lacrime. Non poteva impedirselo. 

 

"Ma allora perché mi rifiuti? Questo legame assomiglia così tanto all'amore…" asserì Arthur con tono accorato.

 

Merlin scivolò indietro di un paio di metri e il principe lo lasciò stare. Ormai il servo piangeva a dirotto e con voce rotta confessò: "Non è vero che non vorrei stare con voi. O che non vi desidero. Combatto da tanto con questi sentimenti impuri che provo. E stasera venite fuori con queste … cose. Siete crudele!"

 

Nell'oscurità Arthur sorrise per un istante.

"Perché impuri? Ti sbagli. I nostri sentimenti non sono impuri."

"Non ancora! E io non voglio che lo diventino…"

 

"Non capisco…  non saremmo né i primi né gli ultimi uomini ad amarsi. Guarda gli antichi greci …"

 

"Non capite? Non lo farei neppure se foste una donna. Non è per questo."

 

"No, non ti credo, stavolta. Anche a me non fa piacere pensare a come potrebbero considerarmi gli altri, ma è quello che provo per te che mi fa essere coraggioso e mi fa andare oltre tutte le cattiverie e le maldicenze che fin da piccolo ho sempre sentito dire sugli uomini che amano altri uomini."

 

"Voi siete coraggioso, ma io non lo sono."

 

"Merlin! Non dire scemenze. Tu sei l'uomo più coraggioso che conosca."

 

"Dipende per cosa … "

 

"Ti prego, Merlin. Basta!"

Il principe si avvicinò a Merlin per baciarlo.

 

"Non fatelo!" disse Merlin spostando la testa indietro e diventando rigido come uno stoccafisso.

 

Arthur con le mani prese il servo per le guance. Merlin sentì l'odore del vino nel respiro del principe. E la paura per un attimo lasciò spazio a una dolcezza ineffabile.

 

"Siete così … troppo … per me" mormorò con voce roca.

 

"E tu sei così fragile e dolce che ho paura di farti male" soffiò il principe sul viso dell'altro. 

 

"Vi prego! Ho male alla schiena!" disse Merlin, scostandosi con la scusa più banale del mondo. Capiva di essere terrorizzato. E non solo perché se avesse ceduto, il principe si sarebbe fatto una cattiva reputazione a causa sua, ma perché temeva per se stesso. Arthur avrebbe potuto fare di lui ciò che voleva, ma se fosse finita male, lui era sicuro che non se la sarebbe cavata. E non era nemmeno così convinto che Arthur fosse così fedele tra le lenzuola.

 

Il principe si alzò in piedi baldanzoso e stese la mano verso Merlin. Sperava di riprendere esattamente da dove il valletto lo aveva interrotto poco prima. Ma si rese conto che faceva fatica a reggersi in piedi e alla fine fu Merlin ad alzarsi per aiutare l'altro a sorreggersi.

 

"Gira tutto … non sto bene … spero di non vomitarti sui piedi"   

"Non preoccupatevi. È già successo in passato e sono sopravvissuto" sorrise ironico Merlin. 

 

"Accompagnami in camera …" chiese Arthur appoggiandosi con il braccio sulle spalle del servo.

 

Ripresero i cavalli per fare l'ultimo breve tragitto fino alle scuderie.

 

Una volta in camera Merlin fece sdraiare Arthur sul letto. Il principe stette fermo a lungo con un braccio sugli occhi, mentre Merlin si sedette su una sedia aspettando ordini.

Forse il reale dormiva. Merlin prese una coperta e gliela mise sopra con la massima delicatezza per non svegliarlo.

All'improvviso Arthur aprì gli occhi, si tolse la coperta e senza tanti fronzoli ordinò:

"Spogliami, Merlin!"

"Certamente… vi prendo la camicia da notte."

 

"Ma nemmeno per sogno. Vieni qui!" E in un attimo portò le gambe al di fuori del letto, sedendosi sul bordo, afferrò una mano di Merlin e lo appoggiò a sé, cingendogli la vita con le braccia.

 

"Accidenti, Arthur! Forse prima non avete capito niente di ciò che vi ho detto" disse Merlin freddo.

 

"Io credo di sì!" Aggiunse il re osservandolo con occhi resi torbidi dal desiderio.

 

"Voi vorreste sperimentare questa cosa con me, soltanto per una volta, giusto?" bisbigliò Merlin tagliente, attaccandosi al senso di quelle parole così fastidiose.


"Te lo giuro Merlin, una volta sola!" E spostò le mani verso il basso afferrandogli le natiche con le mani e stringendole forte.

 

"Ahi!" gridò Merlin mentre pensava furioso e triste al contempo: 'Che delusione!'

 

"Toglietemi le mani di dosso maestà!" quasi urlò Merlin.

Ma siccome Arthur non ci pensava neppure, il servo con le unghie incise le dita invadenti del principe. Fu quasi tentato di usare la magia con colui che in quel momento era peggio del solito babbeo reale, ma ci sarebbe riuscito anche senza.

 

"Ahio! Merlin!" fece il principe scocciato. "Credevo lo volessi anche tu?"

 

"E invece avete fatto un buco nell'acqua"**sbottò Merlin allontanandosi in fretta e uscendo poi dalla porta della camera, sbattendola.





 

Steso sopra il suo letto nella sua stanzetta, Merlin non riusciva a prender sonno.

'Una volta sola. E chi crede che sia? Una delle sue sgualdrinelle da una notte e via?' 

Aveva avuto un momento di debolezza, o forse di più, e l'aveva pagato a caro prezzo.

 

'Stupido asino, egocentrico e volgare!' 

 

Ora era triste. Inconsolabilmente triste.

Lui che avrebbe voluto amarlo con la stessa devozione con cui l'aveva servito in tutti quegli anni trascorsi insieme. 

Lui che avrebbe voluto rigirarsi in un letto per ore insieme ad Arthur ricercando il piacere e la felicità di amarsi, ogni singolo giorno della vita del principe. E già gli pareva così poco, pensando che presto o tardi un giorno Arthur l'avrebbe lasciato solo per l'eternità.

Lui che dopo l'amore e la passione avrebbe voluto rimanere nel letto a contemplare il bellissimo viso e l'altrettanto meraviglioso corpo del suo padrone. 

Lui non poteva accontentarsi di quel rimasuglio di felicità, che poi felicità non era.

 

Ma era stato difficile rinunciare anche a quell'unico briciolo. 

C'era andato così vicino che ne aveva ancora il sentore nelle narici e nella bocca.

 

Sapeva di aver fatto bene a rifiutare: la testa era soddisfatta ma il cuore non era così sicuro.

 

Si coprì il capo con il lenzuolo e pianse amaramente, finché, stremato, si addormentò. 














 

*Frase tratta dalla canzone "Pensiero stupendo" di Patty Pravo.



**Si ricollega al titolo della storia "È stato un buco nell'acqua"



 
   
 
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