Anime & Manga > Gundam > Gundam SEED/SEED Destiny
Ricorda la storia  |      
Autore: Shainareth    15/08/2023    0 recensioni
[Gundam SEED Destiny] Il destino le aveva strappato Tolle, il suo primo ragazzo; buono, altruista, gentile e allegro, di nobili intenti. Probabilmente, si era ritrovata a pensare a volte, vista la loro giovanissima età, non sarebbe stato l’uomo della sua vita – o forse sì, non lo avrebbe mai saputo.
One-shot collegata alla precedente Granchi.
Genere: Commedia, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Miriallia Haww
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Attenzione: la presente è godibile anche a sé, ma è consigliata la lettura delle precedenti (in ordine) Pettegolezzi e Granchi.




GIORNALISTI
 
L’imprecazione di Cagalli la seguì anche oltre la tenda, facendola ridere di gusto. Quei due sapevano essere una macchietta e trovava fosse davvero un peccato che i rapporti fra loro avessero subito una brusca frenata d’arresto per colpa della guerra. Quest’ultima sembrava essere stata creata, fra le altre cose, anche per dividere le persone.
   E finché c’è vita, c’è sempre la possibilità di ritrovarsi.
   Fu questa considerazione che la indusse a sorridere amaramente. Miriallia sapeva che invece, per altri, non c’era alcuna speranza. Il destino le aveva strappato Tolle, il suo primo ragazzo; buono, altruista, gentile e allegro, di nobili intenti. Probabilmente, si era ritrovata a pensare a volte, vista la loro giovanissima età, non sarebbe stato l’uomo della sua vita – o forse sì, non lo avrebbe mai saputo.
   Alla mente le tornò Murrue Ramius, che con fare materno e piglio autoritario, pur con la morte nel cuore, era riuscita a guidare tutti loro nel buio di quell’ecatombe che era stata la prima, maledetta guerra del Bloody Valentine. Aveva già perso un innamorato, pianto per molto tempo, eppure aveva trovato la forza per amare ancora. Miriallia si domandò come fosse riuscita a sopravvivere anche alla presunta scomparsa del Maggiore La Fllaga e si riscoprì ad ammirarla una volta di più. Avrebbe voluto essere come lei e, in effetti, si sforzava di farlo, di voltare pagina e di andare avanti. Sapeva di potercela fare, solo che non era sicura che fosse arrivato il momento giusto.
   Se ne convinse di nuovo quando, tornando in sala, scorse il suo cavaliere seduto al tavolo: un collega di lavoro, più grande di lei di qualche anno, alto e dal viso simpatico, un po’ in carne e sempre gentile. Stava bene in sua compagnia, riusciva a svagarsi, eppure c’era un qualcosa, nell’inconscio, che le diceva che non era lui.
   Prese fiato e si fece avanti, tornando ad accomodarsi. «Perdona l’attesa», gli disse con espressione contrita. Se per averlo fatto aspettare tanto o se per la consapevolezza di non potergli dare speranze per un secondo appuntamento, non avrebbe saputo dirlo.
   Il giovane le rispose con una strizzatina d’occhio. «Non avevo idea che conoscessi il Delegato Athha.»
   Eccola là, la curiosità dei giornalisti. Miriallia si schernì, sperando di riuscire presto a cambiare argomento per non mettere in difficoltà Cagalli. «È una lunga storia. Ci siamo incontrate per forza di causa maggiore prima che… beh, che suo padre rendesse Orb inaccessibile ai nemici.»
   Theodore annuì, muovendosi per prendere il calice di vino che aveva ordinato mentre lei era via. «Spero tu possa raccontarmela, un giorno.» Lei non rispose, preferendo rivolgergli soltanto un sorriso educato. «Il tizio che era con lei…» ricominciò l’altro, mettendola in allarme. «L’ho già visto da qualche parte.»
   «Dici?» fece Miriallia, preferendo concentrarsi sulle portate che il cameriere stava servendo proprio in quel momento.
   «Non è uno dei suoi collaboratori più stretti?»
   In effetti uscire con un giornalista non era stata la mossa più intelligente che potesse fare, considerò a quel punto. Eppure, chi diavolo poteva immaginarsi che, dopo tanto tempo, dovesse capitare proprio nello stesso posto in cui anche Athrun e Cagalli avevano deciso di cenare insieme, in barba a tutte le precauzioni che avevano preso in passato nel tentativo di nascondere la loro relazione? Prima li aveva presi in giro, ma il loro poteva effettivamente essere un modo per iniziare a preparare l’opinione pubblica del Paese in vista di un annuncio ufficiale. Miriallia non se la sentì di escluderlo. In verità, non se la sentì neanche di rimproverarli: almeno loro, avevano la fortuna di essere ancora insieme e di avere la possibilità di superare gli ostacoli che minavano la loro stabilità emotiva.
   «Ti dispiace se lasciamo perdere il lavoro, almeno per stasera?» risolse allora di rispondere, cercando un modo gentile per evitare quelle domande.
   «Oh, ma certo», convenne lui, scusandosi per l’indelicatezza. A dirla tutta, si sentiva un po’ in ansia per quell’appuntamento. Miriallia era una delle sue colleghe più giovani e graziose, ciò nonostante lo aveva sempre incuriosito per quella sua aria molto più matura della sua età. Theodore sapeva che aveva vissuto la guerra in prima persona, trovandosi suo malgrado sul campo di battaglia, e avrebbe voluto scoprirne di più sul suo conto, semmai lei avesse deciso di concedergli tali confidenze.
   «Allora», ricominciò la reporter, agguantando la forchetta e inalberando un’espressione più allegra. «Posso chiederti se il tuo nome è qualcosa di studiato o una mera casualità?»
   «Merda», si lasciò sfuggire il giovane con una smorfia, prima di chiedere scusa per quella volgarità che, invece, l’aveva fatta finalmente sorridere di cuore.
   «Deduco che non si tratta di una casualità.»
   Stringendo le labbra, annuì. «Mio padre ha sempre avuto un umorismo tutto suo», confermò allora, arrossendo vistosamente e bevendo un altro sorso di vino per farsi coraggio. «Grazie al cielo, non tutti conoscono Theodore Seville, è roba vecchia e stravecchia di cui neanche i nostri bisnonni, probabilmente, avevano memoria.» Si strinse nelle spalle con fare impotente. «Come diavolo fai, tu, a conoscerlo?»
   «Sono una donna ricca di sorprese», si vantò Miriallia, portandosi il boccone alle labbra e facendolo ridere a sua volta. Fu in quel momento che realizzò che Theodore era davvero un bravo ragazzo e che, tutto sommato, le faceva tenerezza nonostante la sua mole imponente.
   «Lo vedo», disse lui, facendo cenno verso la tenda che conduceva al salottino privato.
   La reporter tornò rivolgergli un sorriso di scuse. «Non farmi altre domande al riguardo, per favore.» Se gli avesse parlato del periodo in cui aveva conosciuto Cagalli e Athrun, avrebbe dovuto ricordare ancora una volta il sorriso di Tolle ed essere assalita quella maledetta nostalgia capace di mozzarle il fiato: non soltanto per una questione affettiva, quanto per la dannata consapevolezza che lui sarebbe rimasto per sempre un ragazzino, mentre lei invece era ormai diventata donna.
   Non solo. Avrebbe anche dovuto ricordare qualcun altro. Un giovane coordinator che le era stato accanto i quei tetri giorni, che aveva sopportato immeritatamente i suoi strepiti, la sua ira, la sua disperazione, ed era riuscito in qualche modo a farla sentire di nuovo viva. Si era chiesta e richiesta se quello che aveva provato per Dearka Elthman era stato un surrogato del sentimento per Tolle o solo un miraggio. Gli aveva detto di voler viaggiare per il mondo e studiare fotografia, forse per tenersi impegnata in qualche modo o forse solo perché aveva bisogno di una scusa per non sentirsi più incatenata a qualcuno. Nell’incertezza di quelle emozioni che le confondevano i pensieri, aveva deciso di troncare così ogni rapporto, quasi scaricando su di lui ogni responsabilità. Non si era comportata bene, affatto. Si domandò se Dearka ce l’avesse con lei o se avesse superato la cosa e si sentisse libero di vivere come meglio credeva.
   «Non era mia intenzione farlo.» La voce di Theodore la riportò al presente. Alzò di nuovo lo sguardo su di lui e si riscoprì incapace di continuare quella serata ancora a lungo. Ormai i ricordi avevano avuto la meglio e il suo buonumore ne era uscito sconfitto. «Ammetto però di essere piuttosto teso e di non sapere in che modo…»
   Il giovane non finì la frase, non ce ne fu bisogno perché Miriallia comprese appieno ciò che intendeva. Non era colpa di Theodore se quella serata stava andando in malora. Il vero problema era lei, la sua fragilità emotiva sul piano sentimentale, che spesso si scontrava con un muro impenetrabile – lo stesso che aveva improvvisamente innalzato contro Athrun quando lui, diverso tempo prima, aveva fatto il nome di Dearka davanti a lei.
   «Sono io che devo chiederti scusa», sospirò allora, mettendo giù le posate e abbassando gli occhi per fissare il vuoto. «Ci sono cose che non sono ancora riuscita a superare.»
   Pur non avendo la minima idea di cosa lei stesse parlando, Theodore intuì che l’animo di lei dovesse avere cicatrici profonde, che andavano così a spiegare la ragione di quella sua aria tanto matura per la sua età. «Preferisci che ti riaccompagni a casa?»
   Miriallia inspirò a fondo, convenendo con se stessa che un altro, al posto del giovane che le stava di fronte, non si sarebbe mai sognato di essere tanto disponibile e comprensivo. «No», disse infine, tornando a guardarlo in viso con riconoscenza. «No», ripeté, quasi a voler convincere se stessa. «Va bene così. Deponiamo le armi e gli scudi e cerchiamo di goderci almeno il resto della cena», propose, trovando stupido stare sempre sulla difensiva anche con chi non se lo meritava. «Parliamo di sciocchezze e ridiamo come bambini.»
   Vide Theodore annuire più volte con foga. «C’è una cosa che volevo chiederti da tempo», cominciò lui allora, facendosi più serio. Miriallia lo fissò in tralice, temendo che fosse costretta a rialzare il muro fra loro; almeno fino a che l’altro non si sporse nella sua direzione e domandò, con aria cospiratoria: «Secondo te, il non proprio compianto Yuna Roma Seiran, portava la parrucca?»
   Trovando quel dubbio legittimo, vista la calvizie del fu Unato Ema Seiran, la ragazza scoppiò in una fragorosa risata, facendo voltare verso di lei diverse persone dei tavoli vicini. Theodore si beò di quel momento: molto probabilmente Miriallia non avrebbe accettato un secondo invito a cena, ma almeno era riuscito a rubarle una delle sue espressioni più belle.











Ve lo dico subito: ne ho altre due in cantiere, sempre collegate fra loro. Giustamente mi chiederete perché cavolo non ho deciso di scrivere direttamente una long. Risposta: scrivo man mano che mi vengono le idee, indi per cui ciò, non è detto che ci sarà una fine che sia degna di questo nome. Semplicemente, a una certa mi fermerò. Si spera. Al massimo poi le inserirò tutte in una raccolta.
Per ora comunque mi fermo qui. Grazie a chi legge e soprattutto a Tynuccia per i commenti alle precedenti.
Shainareth

 
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Gundam > Gundam SEED/SEED Destiny / Vai alla pagina dell'autore: Shainareth