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Autore: Goten    15/09/2009    16 recensioni
L'acqua scendeva fra i suoi capelli ramati, schiacciandoli e scurendoli, i suoi vestiti erano come una seconda pelle, ma nulla in quel momento gli importava. Cominciò a correre, in pochi istanti la raggiunse afferrandola saldamente per un braccio.
- Ti prego, aspetta! - La voltò verso di se. L'acqua scendeva sui loro visi, anche i capelli di lei erano appesantiti da quelle goccioline, ma Edward era sicuro di non aver mai visto niente di più perfetto in tutta la sua lunghissima vita.
Con la mano bagnata le sfiorò timorosamente una guancia. - Sei davvero reale. - Sorrise sinceramente felice, mentre un tenue rossore comparve sul volto di Isabella.
VINCITRICE DEL CONTEST SU FACEBOOK INDETTO DA BARBY&MARCO E AMALIA
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Bene, allora mi metto a scrivere qualcosa di mio ^___^ visto che a qualcuno mancavano le mie pillole mattutine! XD
Come sempre, mi auguro che il capitolo vi piaccia, in questi giorni ho una linea caccosa a casa e anche quella del lavoro non scherza.. -.-
Ieri sera, stavo parlando con mia madre di New Moon, adesso anche lei è una fans di twilight ^^ Ha letto i libri in una settimana e non contenta se li è comprati e si è procurata mid. Sun da internet XD. Fa parte del Team Edward!!! Grande la mia mamma!!! XD
Ieri, savamo appunto parlando del film di New Moon e questo è quello che ne è uscito mentre guardavamo il nuovo trailer:
io: Pero Jake ti da l'impressione di essere possente nel secondo film... ( la scena in cui Jake salta dalla finestra di Bella... )
mia mamma:Come Edward che quando lo vedi ti da l'impressione che è un figo!
Io mi sono voltata guardandola così: O_O MAMMA!!! XD
Come si dice? La mamma ha SEMPRE ragione... ^__^

Attenzione, dai prossimi capitoli, il bollino diventerà ROSSO! perciò, siete avvisate!! XD

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Capitolo 4


Avvolta nel tepore della stanza, Isabella aveva dormito parecchie ore, avvolta solo in quel telo di spugna morbido, e quando aprì gli occhi, osservò la sveglia segnare le 23:00. Era tardissimo, ma poco le importava... no, non era vero, il suo stomaco stava cominciando a dare segni di vita. Aveva fame. Provò a rigirarsi nel lettone, ma fu tutto inutile, la voglia improvvisa di qualcosa da mettere sotto i denti si fece largo dentro di se. << Oh, va bene! >> Esclamò ad alta voce, alzandosi e preparandosi per scendere nel ristorante dell'albergo, sperando di trovare almeno un sandwich.

Afferrò un paio di jeans neri comodi, una camicetta verde scuro e dopo essersi pettinata afferrò la chiave magnetica e uscì dalla stanza. Arrivò in fondo al corridoio e permette il pulsante per chiamare l'ascensore. Il display segnava che mancavano ancora tre piani e sarebbe arrivato. Non poté evitare ad un piccolo sospiro di uscire. Si rigirò fra le mani il piccolo cartoncino che sostituiva ormai le chiavi negli alberghi.

Sollevò lo sguardo e notò con piacere che le porte dell'ascensore si stavano aprendo, un piccolo sorriso di vittoria le spuntò sul viso. Entrò nel piccolo abitacolo e con lo sguardo rivolto alla tastiera premette il pulsante che l'avrebbe condotta al piano terra, non accorgendosi del ragazzo che la guardava con aria stupita e imbambolata a metà corridoio.

Quando le porte si chiusero con un leggero tonfo, Edward Cullen si riscosse dalla sua posizione statica. Osservò il cursore dell'ascensore scendere, con uno scatto degno di un felino, si diresse verso le scale e alla sua velocità scese tutti i sette piani in meno di quattro secondi, si ricompose sugli ultimi due gradini e come se nulla fosse si posizionò davanti all'ascensore, aspettando e fremendo che le sue porte si aprissero.

Il suo sguardo dorato non lasciava mai la spia luminosa che si illuminava ad ogni piano che l'ascensore superava. << Troppo lento... >> Brontolò battendo il piede sul pavimento impaziente.

La lucina si spostò sul numero tre, due... uno...

Il campanellino che annunciava l'apertura delle porte lo fece sobbalzare leggermente. Osservò le porte aprirsi, fece forza su se stesso per non infilarci le mani e spalancarle con tutta la sua forza.

Socchiuse leggermente la bocca e prese un piccolo respiro; Isabella era davanti a lui con lo stupore dipinto sul viso.

Nessuno dei due osava muovere un muscolo, troppo presi dall'osservarsi e dalla paura che quell'incontro potesse essere solo il frutto di una bellissima illusione. Edward schiuse ancora di più le labbra sorridendole gentile. Il lieve movimento delle porte che si stavano chiudendo gli diedero l'impulso per reagire. Rapidamente si fiondò dentro l'ascensore, giusto in tempo per evitare le porte. Erano uno di fronte all'altro.

<< Ciao... >> Sussurrò con la sua voce roca. Era incredibile, non sapeva cosa dirle. Aveva pensato talmente tante volte a tutto quello che avrebbero potuto condividere, e adesso, non riusciva a dire niente di più che un banale ciao.

<< Ciao. >> Rispose piano, Bella. Mentre tentava di calmare il battito impazzito del suo cuore.

Il sorriso sghembo di Edward arrivò come un pugnale. << Te l'avevo detto che non era un addio. >>

Bella non poté evitare di sorridere. << Si... >> Prese un piccolo respiro. << E' buffo... >>

<< Cosa? >> Non riusciva a staccare i suoi occhi dal suo viso a cuore.

<< Bè... un po tutto, non trovi? >> Sorrise ancora.

<< Io lo trovo un segno del destino. >> Anche se sapeva che il destino centrava poco con i loro ultimi incontri. Isabella lo guardò scettica << Non dirmi che non credi nel destino, Bella. >> Si finse scandalizzato.

<< No, non ci ho mai creduto. >> Ammise, scalfendo un po della felicità di Edward. << Fino ad ora... >> Aggiunse, facendo tornare il suo umore alle stelle.

L'ascensore si fermò al settimo piano, le sue porte si aprirono. << Siamo al settimo piano... >> Mormorò suadente Edward, provocando un lieve rossore sulle guance di Bella.

<< Si... >> Confermò questa non riuscendo a distogliere lo sguardo da quegli occhi così profondi e ammalianti.

Le labbra di Edward si aprirono in un sorriso che le fece battere forte il cuore, si sentiva emozionato, euforico. Avvertiva così potente il battito di Bella. Quel muscolo così importante per la vita, stava battendo per lui.

Un altro rumore, decisamente più imbarazzante ruppe il loro piccolo momento.

<< Credo che tu debba mangiare qualcosa. >> Le sorrise Edward, mentre Bella abbassava lo sguardo vergognandosi.

<< Decisamente. >> Concordò, mentre la mano bianca di Edward premeva nuovamente sul pulsante che li avrebbe condotti nel piccolo ristorante dell'albergo.

<< Posso tenerti compagnia? O hai qualcuno che ti aspetta? >> Domandò con voce incerta, non sapeva che fare. Il non riuscire a leggerle nella mente era veramente una cosa irritante, lo rendeva insicuro.

<< Affatto. Sarei molto felice se tu rimanessi con me. >> Gli sorrise disarmante, mentre con una felicità fuori dal comune si aggrappò felice al braccio che Edward le stava ponendo.

Entrambi sentivano che la loro serata speciale era appena iniziata... seduti al tavolo dell'ormai deserto ristorante, Edward ascoltava e sorrideva a tutto quello che Bella gli stava raccontando. Gli sembrava di riuscire a comprendere sempre di più il suo mondo personale.

La trovava così dolce e buffa, ad ogni sua spiegazione gesticolava, mostrandosi così presa dalle sue parole da risultare perfino goffa in alcuni movimenti.

Edward non fu da meno, le raccontò della sua famiglia, dei suoi viaggi strampalati, dovuti più che altro alle follie modaiole di Alice. Gli raccontò di come la sua famiglia si fosse stabilita da pochi anni a Forks, di come la gente li considerasse un po strani, data la loro voglia di privacy.

<< Oh, posso capirti. >> Esclamò Bella, finendo il suo sorbetto al limone.

<< Dici? >> Era leggermente scettico.

<< Si. Ti ricordo che stai parlando con una donna che è scappata vestita da sposa in giro per le strade di Port Angeles. >> La sua occhiata esprimeva tutto. << Credo che ogni tanto raccontino ancora la storia della sposa in fuga. >> Sghignazzò depositando la coppetta ormai vuota.

Anche lui si unì alla sua risata. << Si, credo che ancora la raccontino... >> Acconsentì, lanciando un breve e fugace occhiata fuori dalla finestra. Fuori imperversava un temporale con i fiocchi, mancavano solamente le gondole in giro per le strade allagate. << Che programmi hai per domani? >>

Bella seguì il suo sguardo. << A dire il vero volevo visitare un po la capitale, ma credo che dovrò rimandare... peccato. >> Sussurrò leggera, voltandosi nuovamente verso Edward. << Ma almeno ho una buona compagnia. >> Poi, un piccolo dubbio le sorse. << Sempre che tu non abbia già qualche impegno... ovvio. >>

<< Affatto. >> Si affrettò a dire, aggiungendo... << Sarò il tuo cicisbeo finché lo vorrai. >>

Ed eccolo di nuovo, quel delicato rossore ad imbrattarle le guance, rendendola ancora più perfetta di quanto già non fosse ai suoi occhi.

Tornarono assieme nell'ascensore, fra di loro c'era una elettricità che si poteva tranquillamente percepire. << A che piano? >> La voce di Edward era musica per le sue orecchie.

<< Settimo. >> Rispose con un leggero imbarazzo.

Le porte si chiusero e loro rimasero in quel piccolo quadrato assieme, era assurdo, Bella non riusciva a smettere di sorridere e di arrossire. Edward adorava il modo in cui le guance prendevano colore e si sentiva pieno di felicità nel capire di essere lui a farle quell'effetto.

Edward sapeva solo di voler vole abbracciare quella tenera creatura e di non lasciarla più andare via.

Le porte dell'ascensore si aprirono, e con molta lentezza, Isabella percorse i pochi metri che la dividevano dalla sua stanza. Avrebbe voluto passare ancora qualche ora con Edward. Le piaceva, non poteva negarlo a se stessa, ma non riusciva a capire se anche lui, provasse qualcosa di più della semplice simpatia nei suoi confronti.

Arrivarono davanti alla porta con i numeri 201 in ottone. << Sono arrivata. >> Gli sorrise, inserendo il cartoncino nella fessura.

Edward le sorrise sghembo. << Dev'essere il destino che gioca in nostro favore. >>

Bella corrugò le sopracciglia, non capendo. Edward tirò fuori la tesserina magnetica e la infilò nella porta accanto alla sua aprendola.

<< Non ci posso credere! >> Esclamò sorridendo, Isabella.

Un giorno Edward le avrebbe presentato il loro destino; Alice ne sarebbe stata felice.

<< Allora, buona notte. >> Le sorrise, avvicinandosi un po e dandole un bacio sulla guancia calda.

<< Notte. >> Mormorò Bella, mentre ancora cercava di rallentare il suo cuore impazzito. << Ci... vediamo domani. >>

No, decisamente Edward non se la sentiva di lasciarla andare, ma non poteva arrischiarsi di correre troppo. Doveva fare le cose con calma. Quella notte si sarebbe accontentato di guardarla dormire e poi...

<< Ti andrebbe di giocare a scacchi? >> Domandò all'improvviso Bella.

Non rispose per una manciata di secondi, era troppo contento che lei gli avesse fornito la scusa di stare assieme ancora per un po.

<< Scusami, devi essere stanco. Nott.. >>

<< Accetto!. >> Sorrise. << Accetto molto volentieri. >>

Bella non poté evitare di sorridere e di sentirsi felice. << Bene, accomodati. >> E gli fece strada, accendendo le luci della confortevole camera.

Edward notò la scacchiera che l'albergo dava in dotazione come gioco da tavolo, sul ripiano del piccolo salottino. La prese e la sistemò sul tavolino, mentre Bella appoggiava una bottiglia d'acqua con due bicchieri.

<< Pronta? >>

<< Prontissima. >>

Mentre le mosse si susseguivano con una lentezza degna di una lumaca, sembrava quasi che entrambi volessero prolungare più del dovuto la loro vicinanza, la pioggia non aveva mai smesso di scendere e l'orologio si era messo a segnare con grande stupore di entrambi le quattro del mattino.

<< Direi che siamo in fase di stallo. >> Osservò Edward, mentre sulla scacchiera rimanevano solamente i due re ed esattamente lo stesso numero di pedoni per entrambi.

<< Direi di si. >> Sospirò piano.

<< Forse è il caso di finirla in un altro momento. >> Sorrise. << Ti ricordo che fra esattamente quattro ore, il tuo cicisbeo verrà a prenderti per farti vedere le meraviglie di Parigi. >>

<< Non vedo l'ora. >> Si alzarono entrambi dalle loro postazioni. << Allora, a dopo, Edward. >> Fece scivolare la mano sul braccio di lui, tirandolo leggermente verso di se per donargli un lieve bacio sulla guancia. Ma fu a quel punto che Edward, stanco di resisterle, voltò quel tanto che bastava il proprio viso, per far combaciare le loro labbra, ma tutto quello che ottenne, fu un lieve bacio quasi al limite delle labbra.

Fu inaspettatamente dolce. << Buona notte, Bella. >> Mormorò Edward, poco prima di lasciarla e di chiudere la porta alle sue spalle.

   
 
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