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Autore: Harry Fine    20/08/2023    2 recensioni
Iselen Surana, Runaan Mahariel, Aida Tabris, Persephone Cousland, Micah Brosca e Aura Aeducan vivono ognuno la propria vita, tutti bloccati dai loro problemi e deliziati dai loro affetti. Nessuno di loro sa chi siano gli altri, ma molto presto dovranno unirsi e affrontare il Flagello, la calamità peggiore che loro e il loro mondo abbiano mai visto e che minaccia di inghiottire ogni cosa, insieme ad un'improbabile compagnia di alleati, facendo tutto ciò che è necessario per salvare il paese che conoscono. Anche se il prezzo potrebbe essere troppo alto.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Alistair Therin, Custode, Morrigan, Nuovo personaggio, Zevran Arainai
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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Persephone portò la mano sul collo dell’armatura per assicurarsi che tutti quegli inutili ornamenti fossero al loro posto, azione che aveva già compiuto almeno altre tre volte negli ultimi dieci minuti.
Sentiva anche i capelli, magistralmente acconciati in una complessa acconciatura grazie decine di spilloni scintillanti, pesare fastidiosi sulla testa. Sua madre di certo sarebbe stata fiera di vederla così agghindata, ma dopo aver passato mesi con la sua comoda treccia e una vera armatura, si sentiva vagamente ridicola.
Si impose però di smetterla. Ormai era arrivato il momento, l’incontro dei Popoli! Tra poco si sarebbero decisi i destini di tutti gli abitanti del Ferelden, compreso il suo. Se davvero stava per diventare la regina, non poteva permettersi di mostrarsi a disagio.

Il suo sguardo corse immediatamente a Fergus, poco dietro di lei. Aveva ancora un aspetto stanco e troppo magro, ma ora somigliava di più a come lo ricordava. La sua pelle era pulita, i capelli e la barba erano stati tagliati e pettinati e le occhiaie erano meno evidenti.
La stampella di fortuna era stata sostituita con una di solido legno, che gli permetteva di ergersi in tutta la sua considerevole statura nella nuova armatura nobiliare che Arle Eamon gli aveva donato. Il simbolo della casata Cousland brillava sul pettorale. Il suo sguardo era deciso.
Wynne aveva provato a dirgli di restare al palazzo per riposare ancora e pensare a riprendersi del tutto, ma lui si era rifiutato. E lei sapeva molto bene perché.
Lui voleva giustizia. La voleva tanto quanto lei, se non di più! Giustizia per la loro famiglia, per la loro casa, ma anche per tutti i soldati massacrati ad Ostagar e per gli innocenti uccisi a Caer Oswin e in tutto il Fereldenda quel conflitto interno. E quel giorno, finalmente, l’avrebbero avuta!


Con quel pensiero in mente, rilassò il viso, cercando di mostrarsi composta. Lei, Fergus e i suoi amici stavano avanzando insieme ad Arle Eamon verso il palazzo reale, un grande edificio di pietra grezza, dalle linee dure e spartane nella parte sud della città. Le guglie svettavano nere verso il cielo, scintillando nell'afa estiva. Emanavano un'aura di soggezione, ma non potevano competere con la sensazione di orrore che ispirava Forte Drakon.
Iselen e Runaan lo stavano osservando poco dietro di lei. Gli inserti metallici delle loro tenute da custodi brillavano alla luce del sole quasi quanto la Perla d'oro che il mago ora portava all'orecchio e Micah era accanto a loro. Il suo ghigno sicuro stirava le cicatrici
Leliana e Aida erano poco più avanti, le dita allacciate, e Sten e Shale stavano fissando l’edificio con uno sguardo duro, simile a quello determinato di Wynne.
Nessuno di loro aveva timore, la nana anzi era eccitata, e lei avrebbe voluto avere la loro stessa sicurezza. Avevano pianificato tutto con attenzione e accumulato molte prove, ma sarebbe stato abbastanza?

Alistair, al suo fianco, le strinse le dita con le proprie, distraendola dal suoi pensieri. 《Sei pronta?》 Domandò, lo sguardo puntato sull'enorme portone. Il legno incombeva imponente su di loro.
La ragazza annuì, mentre Cerere, la pelliccia tagliata dopo una doverosa sessione di toeletta, le leccava dolcemente l'altra mano, come a darle coraggio. Vide anche Fergus annuire fiducioso, e lei rispose al cenno mentre Arle Eamon spalancava i pesanti battenti.
Una folata calda li accolse. L’aria che si respirava lì dentro era pesante, più umida persino di quella esterna, e muoveva a malapena i grandi stendardi della casata reale appesi alle pareti.
Attraversarono gli ampi corridoi, gli occhi delle tante statue di mabari puntati contro mentre si dirigevano verso la sala del trono. I loro passi risuonavano sulla pietra levigata dei pavimenti: non volava una mosca.
La porta dietro cui si celava il loro obiettivo non era imponente come l'entrata, ma era altrettanto pesante. Si aprì con un potente cigolio.


Una grande quantità di nobili e persone di rilievo occupavano la sala del trono. I loro abiti colorati spiccavano sul grigiore della pietra e tutti gli occhi erano puntati su di loro. Su di lei.
Alcuni avevano già iniziato a confabulare, indicando prima lei, poi Fergus e la sua gamba mancante, la Golem e infine i tre custodi. Una donna emise una risata di scherno indicando le orecchie di Iselen e Runaan.
La corvina li ignorò, lo sguardo era rivolto verso le balconate superiori, da dove tutti i Bann e gli Arle più importanti del Ferelden li stavano scrutando con attenzione. Gli spazi riservati agli Arle di Amaranthine e Denerim erano vuoti, dato che Howe era ancora nelle loro mani, però riconobbe varie vecchie conoscenze di suo padre e soprattutto Bann Eremond e Bann Loren!

Entrambi le rivolsero sorrisi incoraggianti, ma incrociò anche il volto impenetrabile di Bann Sighard e il sorriso viscido di Bann Ceorlic e quello melenso di Bann Lessa.
Ma più di tutti, vide Loghain davanti a loro, in piedi davanti al trono. I suoi occhi blu li stavano fissando, duri come la spada che teneva al fianco, il suo fisico imponente reso anche più massiccio dall’armatura pesante. Il metallo scuro brillava minaccioso.


Arle Eamon assunse un cipiglio crucciato, prima di rivolgere a lei, Fergus e ai tre custodi un cenno di auguri e dirigersi verso la balconata destinata a lui. E a quel punto, la folla di nobili si divise per permettere alla Venerata Madre, il capo della chiesa di Denerim, di arrivare impettita al centro della stanza.
Era una donna alta, sugli ottant’anni e dall'aspetto arcigno. Le vesti erano impeccabili, i capelli argentei raccolti in una crocchia sulla nuca e la ragnatela di rughe faceva apparire il suo volto dal naso aquilino ancora più austero.
《Nobili del Ferelden. Siamo qui riuniti per discutere dei destini del nostro paese e per vedere risolta la disputa per il trono tra Teyrn Loghain Mac Tir e il custode Alistair.》 Si rivolse verso Arle Eamon. 《Voi avete sostenuto lui e la giovane Cousland nelle loro accuse. Or dunque, parlate.》
L'uomo annuì. 《Sappiate che siamo in pericolo.》 Esordì. 《Tutti noi siamo minacciati dalla prole oscura e dal loro arcidemone. Ormai incombono su di noi e per colpa di quest'uomo e delle sue azioni, il nostro paese è diviso. Non solo ha tradito i custodi e il re ad Ostagar, ma ha schierato i suoi eserciti per conquistar le terre di ogni nobile che osasse rifiutarsi di obbedire. A causa sua, siamo deboli, lacerati da lotte interne. Per quanto lasceremo che tutto ciò vada avanti?》

Alcuni nobili applaudirono timidamente, ma lo sguardo glaciale di Loghain spense quel blando tentativo. 《Parole accorate, Eamon, te lo concedo, ma inutili.》 Si voltò verso Persephone. 《Ditemi, Lady Cousland, quanto vi ha offerto l’imperatrice Celene per il Ferelden? Se vincerete, gli Chavaliers dovranno scendere in battaglia o gli consegnerete direttamente il paese?》
La corvina sentì gli occhi di tutti puntati di sé, così come vide Alistair stringere i pugni fino a far stridere i guanti dell’armatura.
Ma il suo viso rimase composto, aggraziato come le aveva insegnato la madre: era preparata. In fondo, sapeva che Teyrn Loghain non sarebbe rimasto in silenzio di fronte alle loro accuse. 《Siete in errore, Teyrn: nemico che dovremo affrontare non è Orlais. Non saranno gli Chavaliers ad attaccare il nostro paese, ma la prole oscura! Io ho visto le proporzioni del loro esercito e la potenza del loro arcidemone e in questo istante, non abbiamo possibilità di vittoria!》

Molti nobili annuirono, e stavolta la voce di uno dei Bann più anziani risuonò stentorea. 《Ha ragione! Ci sono abbastanza rifugiati nel mio Bannorn da rendere chiara la situazione! Mentre l'esercito spreca tempo e risorse pattugliando i confini, l’orda avanza!》
《Le terre del Sud sono ormai devastate! La Corruzione di quei mostri le sta avvelenando!》 Aggiunse Bann Eremond. 《E presto sarà così ovunque!》
《Ma come potremo sconfiggerla senza l'eroe del fiume Dane, il nostro più grande generale!?》 Il tono viscido di Bann Ceorlic si impose sul nuovo scroscio di applausi. 《Come facciamo a sapere che questi custodi non stiano solo cercando di prendere il potere come hanno già fatto ormai secoli fa!?》 Urlò, puntando il dito contro i tre giovani.
Diversi capi annuirono di fronte a quell'affermazione. Alcuni uomini più anziani lo fecero con convinzione, mentre un gruppo di nobildonne borbottava timoroso, le bocche nascoste dai ventagli preziosi.


Iselen assottigliò lo sguardo, mentre Micah e Runaan accarezzavano i coltelli, e Persephone fece in modo di non rendere evidente il disgusto che provava per quell'uomo. Da sempre era un sicofante, un vigliacco, incapace di agire senza celarsi dietro gente più forte.
Cerere, al suo fianco, ringhiò minacciosa contro di lui, ma smise quando Fergus si fece avanti. 《Vi posso assicurare che quella che si è svolta ad Ostagar non è stata una battaglia, ma un massacro unilaterale! Centinaia di uomini e donne coraggiosi hanno perso la vita, conseguenza che forse Loghain avrebbe potuto mitigare se non avesse scelto di fuggire!》
Molti nobili si scambiarono sguardi eloquenti, un paio di giovani uomini addirittura annuirono, ma colpo di tosse chiaramente finto rintoccò per la stanza, mentre le labbra molli di Bann Lessa si piegavano in un altro sorriso melenso. 《E chi siete voi per accusare il nostro re, il nostro miglior generale, di tradimento?》
Fergus la guardò con sufficienza, raddrizzandosi fiero sulla stampella. 《Fergus Cousland, fratello maggiore di Persephone Cousland e legittimo erede di Bryce Cousland! Uno scherzo del destino ha fatto si che fossi lontano quando l’esercito del re e… la mia famiglia sono stati uccisi. Ma ho visto coi miei occhi ciò che resta di Ostagar e se non aiuteremo i custodi, il nostro paese verrà ridotto ad una landa desolata!》


La faccia molle di Bann Lessa parve come sgonfiarsi, mentre nella sala si diffondeva un mormorio concitato. Molti scossero il capo, altri indicarono ancora la gamba di Fergus, ma altri invece sembravano aver ascoltato. Notò un paio di Arle guardarli con benevolenza e Bann Eremond annuì soddisfatta verso di loro.
Persephone sorrise di rimando, rivolgendosi alla stanza. 《I custodi sono la nostra speranza! Solo il loro ordine può uccidere gli Arcidemoni!》 Esclamò, la mano tesa verso Iselen, Runaan e Alistair. 《Costoro sono eroi! Hanno rischiato la vita per proteggere il nostro paese, anche se per colpa di Teyrn Loghain sono rimasti solo in tre! E tra di loro, combatte il figlio del nostro amato re Maric, Alistair Theirin!》
Questa volta, lo scroscio di voci fu molto più potente.
《Sarà possibile?》
《Sarà davvero suo figlio?》
La sorpresa era evidente sul viso di molti, quanto il sorriso di Bann Eremond.


Loghain, però, rimase impassibile, lo sguardo rivolto verso i balconi 《Tu mi accusi di averci diviso, Eamon, eppure sei tu quello che sta cercando di convincere tutti a combattere al fianco di un finto re.》 La sua voce tagliò l'aria come una spada. 《Se fosse un degno figlio Maric, sarei il primo a seguirlo, ma ciò che ho davanti è un ragazzino che non ha idea di cosa comporti regnare. Nient’altro che un burattino nelle mani tue e di quella donna!》
Lo sguardo di Alistair non era mai stato tanto duro. La sua mascella era contratta, la mano che lottava per non prendere la spada. L'uomo che aveva ucciso Duncan era a pochi passi da lui e ora osava accusare la donna che amava di essere una manipolatrice arrivista! Sentì l'elsa con le falangi, ma la corvina gli toccò il braccio discreta, facendogli segno di calmarsi.

《Voi pensate veramente che Arle Eamon, fratello della compianta regina Rowan, vorrebbe una cosa simile!? Dividere il paese per cui sua sorella e la sua famiglia hanno rischiato la vita?》 Disse alla sala, notando con piacere diversi nobili scuotere la testa. 《Lui è qui oggi insieme a noi per cercare di salvarlo! Alistair ha sempre combattuto con lealtà e valore. Ha dovuto superare ostacoli contro cui anche i migliori re e regine avrebbero avuto timore, e adesso è qui, davanti a voi, onesto su chi sia in realtà! Loghain invece, non solo ha lasciato re Cailan e i custodi a morire, ma ha scelto di allearsi con Rendorn Howe, arle corrotto e uccisore della mia famiglia!》
Con la coda dell'occhio, lei e Fergus videro Bann Loren stritolare il proprio balcone alla menzione di Howe, ma Loghain non demorse 《Non ho ordinato di attaccare Altura Perenne, ero all’oscuro dei piani Howe. E mi spiace per voi, Lady e Lord Cousland, ma il vostro dolore vi ha evidentemente tolto il senno.》

Persephone rimase impassibile, le mani lungo i fianchi. Lei e Iselen avevano previsto un tentativo di farla apparire come una pazza tormentata dal lutto: sapeva come rispondere, ma la sua voce fu tagliata sul nascere dall’intromissione di Bann Loren.
《Ma le morti di Bryce ed Eleanor Cousland pesano sulla sua testa, quanto quelle di mia moglie e di mio figlio! Come gli attacchi rivolti da lui in vostro nome a chiunque si sia rifiutato di obbedire! Sono stati i suoi eserciti a devastare il mio Bannorn e quello di Bann Eremond! Non fosse stato per Lady Cousland, avrebbe macellato anche noi!》Pareva più vecchio che mai. La ragnatela di rughe sul suo volto era profonda e segnata da macchie scure. Gli occhi erano ormai lattiginosi, ma la sua voce risuonò potente
《E non si è limitato ad attaccare i Bannorn.》 Proseguì la corvina, consapevole di avere su di sè l'attenzione di tutti. 《Sempre per conto di Teyrn Loghain, per essere certo nessuno potesse ostacolarli, Howe ha rapito i figli di molti dei nobili presenti qui oggi, in modo da poterli ricattare. Non è vero, Bann Sighard?》
Il volto dell’uomo, fino ad allora serio, si contorse in una smorfia di dolore, rivolgendosi alla sala. 《Si. Mio figlio è stato rapito e torturato per settimane. Howe mi ha detto che se mi fossi opposto a Loghain o avessi cercato di avvertire qualcuno, lo avrebbe ucciso!》 Sbattè un pugno sulla balaustra. 《Molte sue ferite sono oltre l’aiuto di qualsiasi guaritore.》
Diversi nobili sospirarono, sconvolti dall'idea che il loro più grande stratega si fosse alleato con un uomo simile, ma Bann Ceorlic sorrise viscido e tanti altri scossero il capo, segno che non avevano rinunciato alla loro fiducia nei confronti dell’eroe del fiume Dane.


Quest'ultimo era pallido, i pugni stretti e gli occhi blu che mandavano lampi. Però quando di voltò verso la corvina, il suo volto era calmo 《Voi accusate Arle Howe di gravi crimini, Lady Cousland. È un vero peccato che lui non possa difendersi, visto il modo in cui voi e i vostri alleati lo avete massacrato》 Stavolta il suo sguardo si spostò su Iselen. 《Di lui e dei suoi uomini non resta che una coltre di ghiaccio. Lo stesso ghiaccio che mesi fa ha storpiato alcuni miei uomini!》
La Venerata Madre strinse il medaglione col sigillo della Chiesa che portava al collo a quelle parole, e diversi nobili indicarono Iselen e il suo bastone magico. Molti con aria spaventata, alcuni invece parvero colpiti.
Invel si fece avanti minaccioso, il pelo bianco dritto e i denti scoperti pronti a difendere il suo adorato padrone, ma il mago non mostrò emozione, accarezzandolo tra le orecchie per farlo calmare. I suoi occhi neri erano puntati in quelli del reggente.


Persephone assottigliò gli occhi per quel colpo basso, ma un sorriso sicuro le salì alle labbra quando udì la porta del salone aprirsi. 《Massacrato dite? Temo che vi stiate sbagliando, Teyrn Loghain. Non scenderei mai a certi livelli.》 Disse, mentre Morrigan, Zevran e Jowan entravano nella stanza. I bastoni magici erano spariti, le solite vesti sostituite da abiti comuni, e stavano scortando, finalmente libero dal suo sonno magico, nientemeno che Rendorn Howe!
Il silenzio crollò immediatamente nella stanza. Tutti gli sguardi erano puntati su di loro.

L'uomo si muoveva lento, scosso da profondi tremiti. Strattonava le catene che gli stringevano i polsi e, come la strega le aveva detto, le sue ferite non erano guarite del tutto. Il suo volto mostrava ancora tracce del loro scontro: chiazze giallastre sporcavano la sua pelle, il labbro era spaccato e i lineamenti erano rigonfi e asimmetrici, come una caricatura. E la sua espressione non faceva che distorcerli di più: stava fissando Fergus ad occhi sgranati.

Lo portarono fino al centro della stanza, obbligandolo ad inginocchiarsi davanti a lui. Persephone sentì un brivido di aspettativa lungo la schiena e sapeva che anche suo fratello stava fremendo. Avevano contato le ore che mancavano all’esecuzione di quel verme.
Zevran ghignò soddisfatto e anche Morrigan le rivolse un sorriso ferale prima di affiancare Runaan, le pupille accese di un’inquietante luce viola.

Le dedicò un cenno con il capo, prima di rivolgersi ad Howe, lo sguardo gelido. 《Arle, raccontate a tutti noi in che modo avete ucciso la nostra famiglia.》
L'uomo strattonò nuovamente le catene, la faccia contratta in quello che poteva sembrare disprezzo, quando in realtà era un inutile tentativo di liberarsi dagli incantesimi che la strega e il mago del sangue avevano imposto sulla sua mente. 《Ho aspettato che il figlio di Bryce se ne andasse con il grosso delle truppe. Non avrei avuto possibilità di farcela se avessero avuto tutte le proprie forze a disposizione. Solo allora ho dato ordine di attaccare.》 I suoi occhi erano rivolti verso terra, lontano quanto possibile da quello di Fergus. 《Abbiamo messo a ferro e fuoco il palazzo, prendendoli uno per uno, come cani. Ho sgozzato Bryce Cousland con le mie mani, davanti a sua moglie, proprio come ho fatto con suo nipote! Tutta la vita mi aveva guardato dall'alto in basso, credendosi migliore di me, ma è morto implorandomi! E nessuno avrebbe mai saputo se lei》 Il suo sguardo aspro puntò Persephone, per un attimo libero dalla magia di Morrigan e Jowan 《non mi fosse sfuggita》


Cerere ringhiò una seconda volta, la padrona le grattò il collo per calmarla. Sapeva come si sentiva la sua mabari: il tono orgoglioso con cui quel traditore aveva raccontato di aver ucciso suo padre, l'uomo che lo aveva chiamato amico per anni, le aveva stretto lo stomaco in una morsa furiosa.
Le aveva portato alla mente l'ultima carezza gentile di suo padre, il sacrificio di sua madre, la loro casa che bruciava in un rombo che aveva coperto le sue urla.
E lo stesso era per Fergus. Vedeva sei suoi occhi lucidi i volti di Oren e Oriana, il tono scherzoso con cui si erano salutati, l’inconsapevole ultimo abbraccio che gli aveva dato. Sapeva che, se avesse avuto una spada, non avrebbe esitato a trafiggere quel verme in quel preciso istante, ma era necessario che la sala udisse la loro storia. Che capisse cosa quell'uomo fosse disposto a fare.
《Avete sentito tutti.》 Annunciò infatti. 《Con che razza di uomo Loghain abbia scelto di allearsi: un traditore che ha scelto di uccidere un compagno d'armi, un amico, per banale invidia! Ditemi, Teyrn, cosa avete da dire riguardo a questo?》
L'uomo stava guardando il suo ormai ex alleato con puro e semplice disgusto, ma rimase testardamente a testa alta 《Non ho avuto alcuna parte nella sorte dei Cousland, ve l'ho già detto. E se avessi saputo cosa aveva in mente Howe, non avrei chiesto il suo aiuto.》


Molti annuirono, persino un paio di Arle dall'alto dei loto balconi, la loro fiducia ancora salda, ma da buon traditore, qual era, Persephone sapeva che Howe non sarebbe semplicemente rimasto zitto.
《Io vi ho difeso!》 Urlò infatti isterico. 《Quel misero bamboccio viziato di Oswyn Sighard aveva scoperto chissà come che ve la siete svignata ad Ostagar e che avevate mandato un mago del sangue a togliere Eamon di mezzo! Senza di me, sareste finito alla gogna!》
Un silenzio di piombo avvolse la stanza. Nessuno, forse per il troppo stupore, ebbe il coraggio di parlare per un attimo che parve durare ore.

I suoni di sorpresa iniziarono lentamente. Prima solo sussurri sbigottiti, richieste di conferma, capi scossi per diniego, ma molto presto lo stupore mutò in paura
Tantissime voci si levarono insieme, accusando l'oltraggio, mentre altre urlavano che non era possibile. Alcuni nobili iniziarono a guardarsi attorno atterriti, come se potessero scoprire solo guardando i possibili maghi del sangue sotto mentite spoglie: Arle Eamon li osservò impassibile e Jowan cercò di farsi quanto più piccolo possibile dietro Leliana e Shale, le iridi ancora illuminate di rosso.

Bann Ceorlic e Bann Lessa tentarono inutilmente di accampare delle scuse, ma la voce della Venerata Madre sovrastò tutte le altre. La sua faccia era così pallida da nascondere per un attimo le rughe, le unghie erano piantate nelle vesti decorate.
《Loghain, cosa è questa storia!? La magia del sangue è un sacrilegio nei confronti del Creatore! Ogni Sua legge la condanna! È il peggiore dei mali, pura corruzione! La Chiesa non può soprassedere! Come osate voi…!?》
《SILENZIO!》 Sbraitò l'uomo, perdendo per la prima volta la sua compostezza. 《Queste accuse non sono che uno stratagemma per allontanarci dalla verità!》 Puntò il dito contro Iselen e Runaan. 《Ovvero che sono stati I custodi ad ingannare Cailan, riempiendogli la mente con le loro storie di fantasia!》

Persephone fece per rispondere, pronta a raccontare le imprese che i custodi avevano dovuto vivere insieme a lei e a tutti gli altri nelle vie profonde e nella foresta di Brecilian, ma con sua grande sorpresa fu Alistair a prendere la parola. Il suo volto era imperscrutabile.
《Noi custodi non abbiamo mai sottovalutato la minaccia del Flagello. Sapevamo che la battaglia che stavamo per affrontare avrebbe mietuto molte vittime. Il mio mentore, Duncan, ha più volte consigliato al re di non combattere sulle prime linee insieme a noi, di aspettare che l'orda venisse sfoltita. Ma lui non gli ha dato retta》 Il suo tono divenne velenoso. 《Qualcosa di cui forse il suo più fidato generale avrebbe dovuto occuparsi.》
《Credi che non l’abbia fatto!?》 Sbraitò il Teyrn 《Ho supplicato Cailan di aspettare, di non scendere in battaglia senza pensare, ma lui ascoltava solo le menzogne che gli avevate raccontato. E infatti eravate in combutta con Orlais fin dal principio!》
Il ramato emise una risata senza allegria, gli occhi colmi di disprezzo. 《Giusto. E il nostro grande piano era proprio quello farci sterminare dal primo all'ultimo. Ha funzionato alla perfezione!》

《Evidentemente non abbastanza.》 Loghain era rosso di rabbia, le labbra una linea sottile. Si rivolse direttamente a Fergus. 《Lord Cousland, voi stesso avete ammesso di non essere stato presente durante la battaglia, quindi non potete capire l'orrore a cui io e i miei uomini abbiamo assistito. Affidarsi ai custodi è stato un errore. Anche se Cailan mi avesse ascoltato, forse non sarebbe morto, ma quel massacro sarebbe avvenuto ugualmente.》
Bann Ceorlic e Bann Lessa annuirono a questo, come fecero altri, ma Persephone riprese la parola. 《Mi spiace, Teyrn Loghain, ma abbiamo le prove che non è la verità.》 Iselen le passò una delle lettere che avevano preso ad Ostagar, il sigillo reale di ceralacca era spezzato. Le mostrò alla sala 《Lord e Dame del Ferelden, questa lettera è parte di una corrispondenza tra re Cailan e l'imperatrice Celene Valmont di Orlais, in cui quest'ultima ci assicura l'aiuto delle sue truppe. Però noi sappiamo da fonti certe che avete ricacciato gli Chavaliers oltre i confini e impedito ai custodi grigi di Orlais di aiutarci, catturando e imprigionando il loro esploratore affinchè non cercasse l’aiuto della sua comandante!》

Loghain divenne, se possibile, ancora più furibondo. 《Non ci si può fidare di Orlais! Quella serpe voleva solo un'occasione per annettere di nuovo il Ferelden come provincia! Permettere agli Chavaliers di varcare i confini sarebbe valso come consegnarle il trono!》
《Siete un folle!》 Esclamò Bann Eremond, colpendo il proprio balcone. 《Il vero nemico è sempre stata la prole oscura, non Orlais! Lady Cousland ha ragione! La colpa di quanto sta succedendo è vostra!》

Arle Eamon annuì. 《Voi affermate di volerci proteggere, Loghain, ma ogni vostra azione non ha fatto altro che dividerci, indebolirci, a cimentarci in una inutile guerra civile anche all'alba della disfatta!》
Il Teyrn replicò con un verso stizzito. 《La nostra terra ha sempre combattuto da sola in modo egregio. Non ha bisogno di uomini che un giorno si dicono alleati e quello seguente sono conquistatori! E soprattutto non serve affidarci ad una Valmont: noi abbiamo una regina! Ditemi custodi, che cosa ne avete fatto di mia figlia, nostra legittima sovrana!?》

《Anche su questo Arle Howe potrà chiarire la situazione.》 Rispose Persephone gelida, dando un colpetto all'uomo, che rabbrividì, gli occhi appannati.
《La Regina è venuta al palazzo, facendo domande scomode sulla morte di suo marito. E io…》
《E voi, per difendere mio padre, avete scelto di farmi prigioniera e minacciarmi di morte, Arle Howe.》Annunciò la regina Anora, facendo la sua trionfale entrata tra lo sgomento dei presenti.
Sfoggiava un magnifico abito porpora che fasciava con cura il suo corpo e ne sottolineava l’eleganza e la regalità. I ricami e gli orli splendevano come i capelli biondi, raccolti in una complessa acconciatura da molteplici spilloni. Tutti gli occhi erano puntati su di lei, quelli di suo padre in particolare, e Persephone potè solo pregare che alla fine avesse deciso di aiutarli.
La regina continuò. 《Quello che Arle Howe ha detto è vero: sono andata da lui per avere risposte e sono stata rinchiusa dietro una porta incantata perché non rivelassi la verità. Non fosse stato per Lady Cousland e i custodi Surana e Mahariel, di certo sarei morta.》

Loghain continuò a fissarla, lo sguardo blu costernato. 《Oh Anora.》 Scosse la testa tristemente. 《Vedo che gli inganni di questi custodi hanno irretito anche te. Avrei dovuto proteggerti meglio.》
《Sono in grado di difendermi da sola, padre mio.》 Rispose lei, lo sguardo duro, prima di rivolgersi alla sala. 《Lord e Dame del nostro splendido e triste paese.》 Cominciò solenne 《Con mio sommo rammarico, vi confermo che mio padre non è più l'eroe che ricordate. Ha lasciato il vostro re mentre quest’ultimo lottava contro la prole oscura e rubato il suo trono mentre il suo corpo non era ancora freddo. Le sue azioni, seppur guidate da buoni propositi, hanno posto il nostro regno sul ciglio della disfatta. La prole oscura arriverà con il loro Arcidemone per ridurci nel nulla, è una questione di giorni. Ormai le nostre speranze risiedono nei custodi grigi.》

I nobili tornarono a discutere, questa volta le loro voci suonarono chiare. Quella di Bann Eremond spiccava tra tutte.《Teyrn Loghain è un traditore!》
《Senza i custodi non abbiamo possibilità!》
《Sciocchi! Come credete di poter vincere senza l'eroe del fiume Dane?!》 Strillò Bann Lessa, la grande faccia molle ormai paonazza, ma nessuno dei presenti le diede ascolto.
Loghain, capendo di star perdendo il sostegno della platea, si fece avanti minaccioso. 《Ogni scelta che ho fatto è stata volta alla protezione del Ferelden e dei suoi cittadini! E non chiederò scusa per esse!》


Persephone vide la rabbia scintillare negli occhi di Aida e la vittoria in quelli di Iselen. E se la situazione fosse stata diversa, anche lei sarebbe stata molto soddisfatta. Il Teyrn si era messo in trappola da solo.
《Voi dite di voler difendere noi abitanti del Ferelden, eppure voi e i vostri servi non avete esitato a vendere molti di loro come se fossero bestiame!》 Annunciò infatti, facendo segno ad Aida di farsi avanti.
L'elfa alzò la pergamena con che avevano recuperato nel covo degli schiavisti, così che tutti potessero vedere bene il sigillo del Tevinter su di essa.
《”Magister Aravus Mistralis accetta di cedere la somma di duemila sovrane alla corona del Ferelden, in aggiunta a nuove armi e armature dei migliori fabbri di Minrathous, in cambio di almeno cinquanta schiavi sani provenienti dell'Enclave di Denerim”》 Lesse ad alta voce, sentendo la Bestia ruggire dentro la sua testa. 《Vi ricorda qualcosa, maestà?》 Chiese, calcando con un ringhio sull'ultima parola. 《Questo documento porta la vostra firma! Vi riempite la bocca di nobili intenti, ma avete lasciato che un’epidemia devastasse l’enclave e consegnato la mia gente agli schiavisti del Tevinter!》


Il Teyrn aprì la bocca per rispondere, ma un nuovo coro di voci furibonde lo fermò. 《Questo è oltraggioso!》 Urlò Bann Loren
Loghain tentò di recuperare terreno. 《Ho dovuto scegliere il minore tra i due mali! Pur di salvarci dalle minacce che incombono su tutti noi, ero pronto a pagare qualsiasi prezzo, anche uno terribile come questo. Ogni parola di quel contratto mi provoca disgusto, e mi rammarico per la sorte di quegli elfi e per il dolore arrecato alle loro famiglie, ma sapevo che non c'era modo di salvare l'enclave!》

《E quindi la soluzione era venderli come bestie da macello!?》 Sbraitò Arle Eamon.
《Anche gli elfi sono cittadini! Non pagano anche loro le tasse come tutti?》 Domandò un'altra nobile.
Il gracchiare oltraggiato della Venerata madre però li zittì tutti. L’anziana donna si stava stringendo il petto, il volto ormai talmente bianco da sembrare carta. 《La schiavitù è stata abolita da Andraste! Avete infranto ogni legge del Creatore e dalla sua sposa! Le vostre azioni sono una disgrazia! Non meritate il trono!》

Anora annuì, il volto serio. 《La Venerata Madre dice il vero. Purtroppo mio padre non può continuare ad essere re. Qualcun altro dovrà guidarci.》
《E allora perché non restituire semplicemente tutto alla regina?》 Urlò una dama tra i nobili di alto rango
Persephone sentì il cuore sobbalzare quando vide una scintilla soddisfatta negli occhi della sovrana. Pregò che non decidesse di tradirli, non ora che erano così vicini, ma lei scosse il capo con grazia.
《Purtroppo, ammetto di non essere la persona ideale per questo ruolo, Bann Amara.》 Disse, accennando ad Alistair con un gesto regale. 《Affinchè il nostro paese possa sopravvivere e prosperare, il trono dovrà tornare alla stirpe dei Theirin. Dovrà tornare al figlio del grande re Maric, colui che ora è qui davanti a voi e si rimette al vostro giudizio: Alistair!》


Il ragazzo si fece avanti, cercando di restare dritto e fiero, il volto pallido. Cerere scodinzolò incoraggiante. 《So che molti di voi vedete la mia pretesa al trono come una farsa, uno scherzo, e che pensate a come possa io rinunciare ai miei doveri di custode grigio. Mia madre non era di nobili origini, questo lo so bene, e non sono stato addestrato tutta la vita a governare, ma voglio che sappiate una cosa. Quando sono entrato nel mio ordine, ho promesso di proteggere il nostro paese, di garantirne l'equilibrio. Ho sempre combattuto per questo giuramento, e continuerò a tenervi fede se mi giudicherete degno del trono!》
Persephone annuì, ponendosi accanto al ramato e riprendendo la parola. 《Neanche re Maric all'inizio sapeva come governare un paese. Come Alistair, ha perso i suoi genitori e ha dovuto affrontare mille ostacoli prima di diventare il re che ricordiamo. Ma il suo carisma e il suo coraggio hanno comunque spinto il popolo del Ferelden a credere in lui e lottare contro gli invasori orlesiani. Ora suo figlio vi sta chiedendo la stessa fiducia. Tutti voi vedete la grande somiglianza tra di loro, e ormai è il momento di scegliere. Seguirete nuovamente i discendenti della dinastia dell'antico re Calenhad Theirin nella guerra ormai prossima contro la prole oscura?》

Quasi tutti i bann annuirono. Vari applausi si levarono dalla folla. Arle Eamon sorrise vittorioso, come Bann Eremond, ma la voce di Loghain risuonò nella stanza.
《Traditori! Come potete schierarvi contro di me dopo tutto quello che ho fatto per voi?! Nessuno più di me ha versato sangue per il nostro paese! Dov'erano i vostri amati custodi durante la guerra della liberazione!? Dov’erano mentre gli orlesiani rubavano le vostre terre e stupravano le vostre mogli!?》 Si rivolse verso Arle Eamon, rosso di rabbia. 《Tu dovresti capire più di chiunque altro quanto io, Maric e Rowan abbiamo sacrificato per il Ferelden, ma non sei mai stato un vero guerriero!》
《Adesso basta Loghain!》 Lo interruppe secco Arle Bryland, un uomo dalla folta barba castana e gli occhi grigi. 《Noi, i nostri padri, i nostri nonni, abbiamo lottato tutti per l’indipendenza e non vi permetteremo di mancarci ulteriormente di rispetto!》

Il Teyrn gli lanciò uno sguardo colmo di furia, prima di rivolgersi di nuovo verso i custodi e i loro alleati. Gli occhi calmi del mago elfico ricambiarono il suo sguardo, come quelli fieri di Lady Cousland.
Digrignò i denti. Aveva trascorso mesi a raccogliere consensi, a cercare un modo per vincere i suoi nemici e riportare l'equilibrio nel Ferelden nonostante la fine dei custodi. Aveva pianificato ogni mossa mentre conquistava terra dopo terra e prendeva i loro eserciti per aggiungerli alle forze reali. Aveva zittito la propria coscienza, fatto ricorso a mezzi infimi, ingannato e deluso le persone che amava di più pur di riuscire. Eppure a quei ragazzini erano bastate poche ore per mandare tutto in pezzi!
Era questo il piano del destino!? A cosa erano valsi tutti quei sacrifici allora!? Tutte quelle morti!? Aveva davvero lasciato perire il figlio che Maric e Rowan avevano amato… per nulla!?

Scosse la testa violentemente e sguainò la spada, puntandola contro Alistair. 《Vuoi il trono di Maric, ragazzino? E allora combatti per averlo con un vero guerriero, senza celarti dietro parole e magia!》
Il ramato indurì lo sguardo, impugnando la sua arma. 《Con piacere.》


Persephone, Fergus, Aida e Cerere si fecero indietro, come Anora e tutti gli altri nobili, mentre il ragazzo caricava l'uomo e incrociava le loro lame.
Il Teyrn però rispose con maestria e soprattutto con forza, spingendo indietro il più giovane grazie alla sua armatura e cominciando ad attaccare con rapidità impressionante per un uomo della sua età, forzando Alistair a difendersi con il suo scudo e lasciar perdere la spada. Il metallo strideva sul metallo.

La corvina si morse il labbro. Sapeva bene che il custode era un ottimo guerriero, ma Loghain non aveva guadagnato la sua reputazione solo per le sue capacità di stratega: per quanto avanti con gli anni, era comunque un combattente a dir poco temibile.
Gettò uno sguardo verso Iselen e Runaan, ma i due avevano gli occhi puntati sulla battaglia. Stringevano l'arco e il bastone magico con forza, ma i loro volti erano calmi. A quanto pareva, mancava molto poco.
Il rintocco delle armi però la costrinse a girarsi. Il ramato era riuscito a togliersi Loghain di dosso e ricominciare ad attaccare, costringendo l'avversario a parare con la spada, ma il Teyrn eseguì un movimento incredibile che colpì il polso del custode e rischiò di fargli perdere la presa sulla sua arma.

Lui tenne duro, approfittando della loro vicinanza per colpire con lo scudo il lato della testa dell’avversario.
Loghain barcollò indietro, il naso sanguinante e il fiato più corto, ma riprese nuovamente il suo assalto senza fermarsi, riuscendo a superare la guardia del ragazzo.
Alistair sentì un calore viscido lungo lo zigomo, e poi un improvviso dolore all'addome quando lo scudo del suo avversario caricò contro la sua armatura, ammaccando il pettorale.
Puntò i piedi per resistere e rimanere in equilibrio. Il suo sangue stava colando fino al mento, lo zigomo bruciava, ma non ci fece caso. I suoi occhi erano puntati in quelli ardenti del suo nemico, l'uomo che aveva accusato lui, Iselen e Runaan di tradimento. L'uomo che aveva lasciato che Duncan e tutti I custodi venissero massacrati!


Con un ringhio di fatica, diede una spallata all'arma nemica e si allontanò da lui. Si rimise in posizione. L’adrenalina pompava nelle sue vene, come l'odio. Inibiva il dolore e la fatica e lo rendeva rapido, letale.
Strinse ancora più forte la sua spada, quella di Duncan, quella che aveva trovato conficcata nel corpo dell'Ogre ad Ostagar, e attaccò di nuovo.
Loghain parò ancora e ancora, il volto che brillava di sudore e il fiato corto. Le due lame si scontrarono in piogge di scintille, ma il braccio di Alistair ebbe un guizzo e il Teyrn emise un rantolo di dolore. La folla sussultò in un gemito di sorpresa.
La lama del custode aveva tagliato la cotta di maglia più sottile lo spallaccio sinistro e il pettorale del più anziano, affondando nella carne, prima di essere tirata fuori con violenza. Grosse gocce scarlatte macchiarono il terreno e il tappeto, mentre il braccio ricadeva dolorante lungo il fianco del suo proprietario.

Loghain barcollò indietro, il peso dello scudo ormai inutile che lo sbilanciava. 《Niente male per un ragazzino.》 Disse, ancora testardamente in piedi e con la spada in pugno!
Il custode digrignò i denti. Continuò la sua rapida serie di stoccate, mentre i nobili li fissavano ammirati. Doveva ammettere che il suo avversario era molto abile: nonostante le ferite, si muoveva ancora con precisione e abilità. Non era sicuro che a parità di energie ed età sarebbe riuscito a vincere, ma le sue reazioni si stavano facendo via via più lente.
Il braccio ferito lo impacciava, così come il peso del suo scudo. Il suo respiro era pesante, difficile, e sempre più colpi stavano superando la sua guardia.


Loghain si ritrovò presto con le spalle al muro. La sua fronte sanguinava, sentiva l'occhio destro appiccicoso di sangue. La sua mano destra tremava, ma tentò un ultimo attacco, mirando alla gola di Alistair.
Il custode però colpì violentemente l'arma nemica con il suo scudo, il grifone rampante che scintillava.
La spada tintinnò al suolo e il Teyrn cadde in ginocchio, il braccio che ancora sanuinava, e vide la punta della lama del ramato a pochi centimetri dalla propria carotide. 《A quanto pare mi ero sbagliato.》 Ansimò. 《C'è qualcosa di Maric in te.》
《Dimentica Maric, questo è per Duncan!》 Ringhiò l'altro, alzando nuovamente la spada.


Loghain chiuse gli occhi, in attesa del colpo finale. Non sapeva se il Creatore lo avrebbe preso tra le sue braccia come dicevano le Scritture. Probabilmente non ci sarebbe stata pietà per un uomo che aveva fatto del male persino alla propria figlia e alla memoria dei suoi amici più cari pur di ottenere una vittoria, ma chissà. Forse avrebbe finalmente rivisto Maric. E Rowan.
Sentì un sibilo tagliare l'aria. Non si mosse, gli occhi sempre chiusi, ma un lampo blu li costrinse a riaprirli quando la lama si scontrò con una barriera luminosa!

Il ragazzo barcollò all'indietro, gli occhi sbarrati, mentre Iselen, Runaan ed Invel emergevano dalla folla. Il bastone del mago scintillava di potere. La sua espressione sorpresa si riflettè a quel punto sui volti di Fergus, Cerere e di tutti i loro compagni e dei nobili. Ma nessuno era più stupito di Loghain stesso.
Osservava i due custodi elfici con la fronte aggrottata, senza la più pallida idea di cosa stesse accadendo.


《Sei stato bravissimo, Alistair, hai vinto. Ora, però, fatti da parte.》 Intimò Iselen, mentre il Dalish annuiva
Il ramato li fissò sbalordito. 《Che state facendo!? Avete perso il senno!?》Sbraitò, preparando un'aura antimagia per spezzare la protezione, ma Runaan lo aggredì rapidissimo coi suoi pugnali.
Alistair parò con violenza, cercando di toglierselo di dosso, gli occhi colmi di furia sempre puntati sul Teyrn, e l'elfo ne approfittò. Con due fendenti dall’alto bene assestati, fece volare via la spada dalle mani del custode, per poi puntargli entrambe le lame alla gola. 《Basta Alistair. Io e Iselen invochiamo il diritto della Coscrizione su quest'uomo!》

Sul viso del ramato passarono rapidissimi sorpresa e confusione, che divennero una rabbia e un dolore indicibili, possibili solo se nati dal tradimento, non appena comprese cosa aveva sentito.
Si alzò a fatica, il volto paonazzo. Aveva combattuto per mesi con quei due. Nonostante l'inizio difficile, li aveva chiamati amici, fratelli. Non poteva credere che loro lo stessero tradendo così! 《No! Dopo quello che ha fatto… come potete…!? Ha ucciso Duncan! Ci ha braccati come bestie, commesso atti indicibili! Non merita questo onore! Non può…!》
《Ci serve vivo, Alistair. O meglio, ci serve la sua mente strategica. È l'unico modo per vincere contro la prole oscura.》 Lo interruppe Iselen, il volto percorso da vene azzurre e il bastone sempre in pugno. Invel era al suo fianco, pronto ad attaccare.
Quando il ramato comprese il significato di quella frase, boccheggiò, bianco come un lenzuolo. 《Lo avevate pianificato. Voi…》 Sentì gli occhi pungere. 《Da quanto!?》 Sbraitò.


Dietro di lui, Persephone aveva una mano davanti alla bocca per celare il suo viso colpevole. Una parte di lei avrebbei voluto dire qualcosa, impedire che tra i custodi finisse così, ma un'altra parte, più razionale e forse più egoista, le stava dicendo di fare silenzio. Dopotutto, aveva accettato lei stessa quel piano.
Un piano pensato per assicurare la vittoria al Ferelden senza mettere a repentaglio la vita di Alistair. Iselen e Runaan glielo avevamo proposto in segreto la notte dopo la loro visita al magazzino dei custodi.
Inizialmente aveva provato a protestare, a cercare un'alternativa quando le avevano spiegato di voler “tradire” Alistair per allontanarlo dal cuore della battaglia, ma il mago era stato perentorio. Non avevano altra scelta se volevano che vivesse.

Tutti loro sapevano che, se il ramato avesse affrontato l’arcidemone, non sarebbe tornato. Era troppo generoso, troppo onesto per permettere ad un altro di rischiare la vita. Anche se gli avesse chiesto di non farlo, anche se gli avesse detto di salvare se stesso, lui avrebbe rispettato il suo codice d'onore.
Si era innamorata di lui per questo, per quella forza e gentilezza che l'avevano spinto a seguirla in una guerra non sua solo perché era la cosa giusta. Ma per lo stesso motivo aveva temuto di perderlo.
Ed era stato a quel punto che Iselen le aveva spiegato esattamente qual era il loro piano. E lei si era resa conto per l'ennesima volta di quanto la mente di quell’elfo fosse geniale e… pericolosa.
Più volte aveva riflettuto su come Loghain, nonostante tutti i suoi crimini, fosse la sola persona capace di portare il loro esercito alla vittoria, ma Alistair non l'avrebbe mai perdonata se avesse proposto di lasciarlo in vita, figuriamoci di reclutarlo! Soprattutto se alla fine fosse morto da eroe contro l'arcidemone.

“Ed è per questo che saremo noi a proporlo.” Aveva detto Runaan. “Non è necessario che sappia che tu eri al corrente. La responsabilità ai suoi occhi sarà solo nostra. Lui non vorrà più avere niente a che fare con noi, resterà in vita e al tuo fianco. Tutto ciò che devi fare, è restare in silenzio al momento giusto.”
E lei, per quanto si fosse sentita una vigliacca, aveva sentito un’onda di sollievo attraversarla a quelle parole. Non voleva che il Ferelden cadesse in rovina, ma nemmeno perdere tutto quello che avevano costruito insieme. Non poteva dire nuovamente addio ad una persona che amava mentre lei guardava impotente.

Osservò il volto furente di Alistair, e si disse che era meglio che fosse arrabbiato piuttosto che in una cassa da morto. Era egoista, era infimo, niente più che un deplorevole inganno, ma era l'unico modo.
E fortunatamente per loro, Anora si rivolse di nuovo alla folla. 《Miei Lord e Dame, il custode Surana ha ragione! Non rinnego quanto ho detto poc'anzi, mio padre ha commesso dei crimini terribili, ma resta pur sempre un grande condottiero. Se si unisse ai custodi grigi, potrebbe espiare la sua colpa combattendo contro la prole oscura e proteggendo tutti noi.》


Stavolta, quasi tutti i nobili annuirono. Dopotutto, tutti loro avevano combattuto al fianco di Loghain o erano cresciuti ascoltando storie su di lui e su Re Maric, e attraverso i secoli molti avevano scelto di unirsi ai custodi per espiare vari crimini. Nemmeno Arle Eamon parve opporsi a questa decisione.
Alistair osservò la loro reazione con i pugni chiusi, rosso di rabbia. Non sapeva se l'essere stato scelto come re gli desse qualche speranza di giustiziare quel traditore, ma Persephone gli si avvicinò dolcemente prima che potesse fare qualsiasi cosa. 《Per favore, non iniziare il tuo regno schierandoti contro i custodi grigi.》 Gli sussurrò. 《Dobbiamo restare uniti se vogliamo sopravvivere.》
Il ragazzo aprì la bocca per rispondere, ma ci ripensò. Scosse la testa, sconfitto, prima di guardare di nuovo Iselen e Runaan, i denti stretti. 《Prendetevelo se proprio lo volete. Ma io non voglio più avere nulla a che fare con voi due! D'ora in poi, sarete soli.》

《Fa come vuoi, Alistair. La decisione è presa.》 Ribattè Runaan tagliente, afferrando Loghain per un braccio e trascinandolo fuori dalla stanza.
Il ramato strinse i pugni, fissando Iselen dritto negli occhi. 《Ho sempre pensato che foste persone a cui non interessa l'opinione altrui, ma credevo che foste migliori di così.》 Disse, il tono che spillava disprezzo.
Il mago sostenne il suo sguardo. 《Non c'era altro modo.》 E anche se il ramato non poteva capire a cosa si stesse riferendo, sapeva che era la verità.

Si allontanò anche lui dalla sala, insieme a Micah e a tutti gli altri, lanciando un brevissimo sguardo di intesa a Persephone, e Alistair non lo degnò di uno sguardo: avevano un esercito e una guerra da organizzare e pochissimo tempo per farlo.
Però la corvina si rivolse un'ultima volta all'assemblea di nobili, affiancandosi a Fergus, il cuore che batteva per l'aspettativa. 《Miei signori, ormai resta un'ultima questione da risolvere, ovvero le sorti del traditore Howe!》 Si girò insieme al fratello verso l'uomo in questione, incrociando il suo sguardo nuovamente vigile e libero dalla magia di Morrigan e Jowan. 《E per i suoi crimini contro il paese, la Corona e la mia famiglia, richiedo la sua esecuzione.》

Se Loghain aveva avuto dalla sua parte l'essere stato un eroe di guerra, quel verme non poteva dire altrettanto: lo sentì emettere un gemito di paura mentre sguainava la propria spada. Le sue mani strattonarono di nuovo le catene.
Si avvicinò a lui a passo lento, sentendo Fergus trattenere il respiro e l'adrenalina pulsare nel proprio petto. Forse anche Aura si era sentita così quando finalmente si era vendicata?

Non cercò tracce di pentimento sul suo volto, sapeva che non ne avrebbe viste. Sollevò la lama, ignorando le sue farneticazioni febbrili e le sue scuse.
Una voce maligna le disse che quello era un castigo fin troppo leggero per un uomo simile, ma vide la sua paura e le bastò.
《Questo è per tutti loro.》 Disse, calando l’arma.


L'ultima farneticazione di Howe si spezzò. La sua testa cadde a terra con un tonfo sordo, così come il suo corpo. E lei sentì il suo cuore farsi un poco più leggero. “Padre, Madre, è finita. Potete riposare” pensò, girandosi poi verso Fergus e Cerere.
Il fratello stava guardando il cadavere con un sorriso e gli occhi lucidi di commozione, il pugno stretto sul sigillo dei Cousland impresso sull'armatura.
Persephone sorrise a sua volta. Un lago di sangue si stava allargando intorno a lei, le lambì i piedi, ma non lo degnò di uno sguardo.
Parlò di nuovo ai nobili, il cuore che batteva felice e la voce ferma. 《Sia noto a tutti, che le terre di Altura Perenne torneranno alla mia famiglia, sotto il comando di Teyrn Fergus Cousland. Invece, le Arlee di Denerim e Amaranthine passeranno sotto il controllo della corona in via temporanea finchè non verrà scelto un nuovo Arle per la prima e non saremo certi che l'erede di Rendorn Howe, Nathaniel, non fosse complice di suo padre. In caso contrario, le terre verranno restituite al figlio minore, Thomas Howe, una volta raggiunta la maggiore età. Infine, la città portuale di Gwaren passerà sotto il controllo di Teyrna Anora Mac Tir a partire da oggi.》
Tutti i presenti annuirono, persino Bann Ceorlic e Bann Lessa furono costretti ad assentire, pallidi.

La corvina a quel punto si girò verso Alistair. Il ragazzo aveva ancora il volto scuro, ma tentò di rispondere al sorriso che gli rivolse. 《Grazie per tutto il vostro aiuto, mio re.》 Disse, abbassando il capo ed eseguendo una profonda riverenza.
Fergus e Cerere la imitarono, gli occhi lucidi di orgoglio, così come fecero Anora e ogni singolo nobile nella stanza. La Venerata Madre si fece avanti impettita, portando tra le mani la corona d'oro che aveva cinto la fronte di Cailan, di Maric e di tutti I re della loro dinastia, ponendola sul capo del ramato.
《Alistair Theirin, giurate di governare con giustizia ed equità, con coraggio e lealtà, secondo le leggi del Creatore, nostro Signore?》
《Lo giuro.》 Rispose il giovane dopo un secondo di esitazione, ponendosi in ginocchio davanti a lei.
Tutti acclamarono.

《Giurate di difendere il Ferelden e i suoi abitanti contro ogni minaccia presente e futura? Giurate di salvaguardarci secondo i nostri antichi costumi?》
《In nome del Creatore, lo farò. Accanto alla mia regina, se costei vorrà concedermi questo onore.》 Aggiunse, baciando la mano Persephone, che gli rivolse uno sguardo sorpreso e poi un sorriso.
Si inginocchiò accanto a lui senza lasciare le sue dita, cercando nel frattempo di nascondere Il rossore. Era proprio da Alistair farle una proposta di matrimonio a tutti gli effetti così su due piedi!


Un nuovo scroscio di applausi, molto più forte del primo, invase la stanza e la Venerata Madre annuì, soddisfatta, prima di chinare il capo a sua volta. 《Nel nome del Creatore e della benedetta Andraste, salutiamo i nostri nuovi e indubitabili sovrani! Che il loro regno sia protetto dalla Loro sacra luce! Alzatevi dunque, re Alistair Thierin e regina Persephone Cousland!》
   
 
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